IL PIANETA SELVAGGIO
Titolo originale: La planète sauvage
Paese di produzione: Francia, Cecoslovacchia
Paese di produzione: Francia, Cecoslovacchia
Lingua originale: Francese, Ceco
Anno di distribuzione: 1973
Anno di distribuzione: 1973
Anno di produzione: 1963
Durata: 72 min
Genere: Animazione, fantascienza
Durata: 72 min
Genere: Animazione, fantascienza
Sottogenere: Animazione per adulti
Influenze: Surrealismo, Movimento Panico,
Influenze: Surrealismo, Movimento Panico,
Hieronymus Bosch, De Chirico
Tematiche: Antispecismo, animalismo, razzismo
Regia: René Laloux
Soggetto: Stefan Wul,
dal romanzo Homo Domesticus (Oms en série, 1957)
Sceneggiatura: Roland Topor, René Laloux
Produttori: Simon Damiani, Anatole Dauman,
Andre Valio-Cavaglione, Vaclav Strnad,
Tematiche: Antispecismo, animalismo, razzismo
Regia: René Laloux
Soggetto: Stefan Wul,
dal romanzo Homo Domesticus (Oms en série, 1957)
Sceneggiatura: Roland Topor, René Laloux
Produttori: Simon Damiani, Anatole Dauman,
Andre Valio-Cavaglione, Vaclav Strnad,
Roger Corman
Compagnie di produzione: Les Films Armorial,
Service de la recherche ORTF, Studio Jiři Trnka
Compagnie di produzione: Les Films Armorial,
Service de la recherche ORTF, Studio Jiři Trnka
Distribuzione: Argos Films (Francia),
Československý Filmexport (Cecoslovacchia)
Fotografia: Boris Baromykin, Lubomir Rejthar
Montaggio: Hélène Arnal, Marta Látalová
Musiche: Alain Goraguer, Claude Pascal
Scenografia: Roland Topor
Československý Filmexport (Cecoslovacchia)
Fotografia: Boris Baromykin, Lubomir Rejthar
Montaggio: Hélène Arnal, Marta Látalová
Musiche: Alain Goraguer, Claude Pascal
Scenografia: Roland Topor
Capi animatori:
Jindřich Bárta
Zdena Bártová
Bohumil Šedja
Zdeněk Sob
Karel Štrebl
Jiři Vokoun
Assistenti animatori:
Jindřiška Beberová
Naděžda Dvořáková
Helena Horálková
Zuzana Jupová
Eva Kretzerová
Kateřina Nováková
Alena Wellnerová
Date di uscita:
Francia: 11 maggio 1973 (Festival di Cannes)
Italia: 8 luglio 1973 (Trieste Sci-fi Film Festival)
Italia: 8 luglio 1973 (Trieste Sci-fi Film Festival)
Stati Uniti: 1 dicembre 1973
Francia: 6 dicembre 1973
Francia: 6 dicembre 1973
Cecoslovacchia: 21 dicembre 1973
Titoli in altre lingue:
Inglese: Fantastic Planet
Ceco: Divoká planeta
Ceco: Divoká planeta
Tedesco: Der wilde Planet
Polacco: Dzika planeta
Spagnolo: El planeta selvaje
Portoghese: Planeta selvagem
Ungherese: A vad bolygó
Russo: Дикая планета
Croato: Divlji planet
Rumeno: Planeta sălbatică
Estone: Metsik planeet
Finnico: Levoton planeetta
Doppiatori originali:
Jennifer Drake: Tiwa
Eric Baugin: Giovane Terr
Jean Topart: Maestro Sinh (Simon)
Jean Valmont: Terr adulto (narratore)
Yves Barsacq: Om
Gérard Hernandez: Maestro Taj
Mark Lesser: Draag #1
Denis Boileau: Draag #2
Polacco: Dzika planeta
Spagnolo: El planeta selvaje
Portoghese: Planeta selvagem
Ungherese: A vad bolygó
Russo: Дикая планета
Croato: Divlji planet
Rumeno: Planeta sălbatică
Estone: Metsik planeet
Finnico: Levoton planeetta
Doppiatori originali:
Jennifer Drake: Tiwa
Eric Baugin: Giovane Terr
Jean Topart: Maestro Sinh (Simon)
Jean Valmont: Terr adulto (narratore)
Yves Barsacq: Om
Gérard Hernandez: Maestro Taj
Mark Lesser: Draag #1
Denis Boileau: Draag #2
Voci addizionali (francese):
Sylvie Lenoir
Max Amyl
Denis Boileau
Michèle Chahan
Hubert de Lapparent
Claude Joseph
Philippe Ogouz
Jacques Ruisseau
Madeleine Clervannes
William Coryn
Poupy de Monneron
Christian de Tillière
Christian Echelard
Jeanine Forney
Pascal Kominakis
Andre Lambert
Serge Netter
Yvette Robin
André Rouyer
Irina Tarason
Julien Thomas
Gilbert Vilhon
Paul Villé
Doppiatori (in inglese):
Cynthia Adler: Tiwa
Mark Gruner: Giovane Terr
Hal Smith: Maestro Sinh (Simon)
Barry Bostwick: Terr adulto (narratore)
Hal Smith: Om
Olan Soule: Maestro Taj
Janet Waldo: Bambino Draag
Voci addizionali (inglese):
Nora Heflin
Marvin Miller
Monika Ramirez
Premi e riconoscimenti:
Premio speciale al Festival di Cannes, 1973
Trama:
In un lontanissimo futuro, i Draag, immensi umanoidi blu, hanno sradicato dalla Terra gli esseri umani, da loro chiamati Om, deportandoli sul pianeta Ygam. I Draag, che conducono su Ygam una vita tecnologicamente avanzata e spirituale, considerano gli Om animali. Alcuni Om sono tenuti come animali domestici, mentre i restanti conducono un'esistenza selvatica: per impedirne la proliferazione eccessiva, i Draag conducono periodicamente operazioni di disinfestazione denominate "deumanizzazioni" o "purghe". La vita dei Draag è molto lunga rispetto a quella degli Om, ma il loro tasso di riproduzione è molto minore.
In un lontanissimo futuro, i Draag, immensi umanoidi blu, hanno sradicato dalla Terra gli esseri umani, da loro chiamati Om, deportandoli sul pianeta Ygam. I Draag, che conducono su Ygam una vita tecnologicamente avanzata e spirituale, considerano gli Om animali. Alcuni Om sono tenuti come animali domestici, mentre i restanti conducono un'esistenza selvatica: per impedirne la proliferazione eccessiva, i Draag conducono periodicamente operazioni di disinfestazione denominate "deumanizzazioni" o "purghe". La vita dei Draag è molto lunga rispetto a quella degli Om, ma il loro tasso di riproduzione è molto minore.
Quando una madre Om viene torturata a morte da tre bambini Draag, per puro sadismo bullesco, il suo piccolo orfano viene trovato dal Maestro Sinh, un importante notabile, e da sua figlia Tiwa. Questa tiene l'Om come animale domestico e lo chiama Terr. Tiwa si affeziona a Terr e fa attenzione a non fargli male, ma, in conformità con le istruzioni dei suoi genitori, gli mette un collare con cui può trascinarlo in qualsiasi direzione. Quando la giovane si reca alle sessioni in cui riceve la sua istruzione tramite un casco che trasmette conoscenza alla sua mente, porta con sé Terr. Un difetto nel collare dell'Om permette anche a lui di ricevere la conoscenza. Una volta raggiunta l'adolescenza, Tiwa inizia a praticare la meditazione Draag, che permette alla specie di viaggiare con la mente. Così perde un po' di interesse per Terr, che nel frattempo è diventato un giovane uomo e ha acquisito molta conoscenza Draag. A un certo punto l'Om fugge nella natura selvaggia, rubando il casco di Tiwa.
In un parco abbandonato pieno di strane creature, Terr incontra una femmina Om selvaggia che gli taglia il collare e lo presenta alla sua tribù. Terr mostra a questi Om come usare il casco per acquisire la conoscenza e l'alfabetizzazione Draag, dopo aver vinto in un duello il diritto di farlo. La capacità di lettura che acquisita permette ai membri della tribù di leggere un annuncio Draag che annuncia che il parco sarà sottoposto a "deumanizzazione" e quando l'intervento avrà luogo. Alcuni vengono massacrati dalla tecnologia Draag mentre altri fuggono, unendosi alle forze di una tribù vicina. Vengono attaccati da due passanti Draag e riescono a ucciderne uno prima di fuggire in un deposito di razzi abbandonato. L'indignazione dei notabili Draag per l'accaduto è immensa.
I fuggiaschi vivono per anni nel deposito di razzi, raggiunti da molti altri Om. Grazie alle conoscenze acquisite dal casco di Terr, riescono a replicare la tecnologia Draag, inclusi due razzi; sperano di lasciare Ygam per migrare sulla sua luna, il Pianeta Fantastico, e vivere lì al sicuro dalle persecuzioni. A un certo punto un intervento di "deumanizzazione" su larga scala colpisce il deposito e molti Om vengono massacrati. Un gruppo guidato da Terr riesce ad usare i razzi per fuggire sul Pianeta Fantastico, dove vengono scoperte statue colossali e acefale che i Draag raggiungono in spirito durante la meditazione, usandole per incontrare esseri provenienti da altre galassie in uno strano rituale di accoppiamento, indispensabile per preservare la loro specie. Così gli Om distruggono alcune delle gigantesche statue senza testa, che sono fragilissime, molli come bruchi - minacciando in questo modo l'esistenza stessa dei Draag. In risposta all'attacco esiziale, il genocidio degli Om su Ygam viene fermato all'istante. Vista la crisi inaudita, i Draag sono costretti a negoziare la pace. Gli Om accettano di lasciare il Pianeta Fantastico ai Draag per le loro meditazioni e, in cambio, un satellite artificiale viene messo in orbita attorno a Ygam e dato loro come nuova casa. Il finale è idilliaco: la pace raggiunta porta a un'èra di prosperità e di coesistenza pacifica tra le due specie, che ora traggono vantaggio reciproco, l'una dal modo di pensare dell'altra.
Recensione:
Questo film è un susseguirsi di sequenze allucinogene, il cui Demiurgo indiscusso è il genio di Roland Topor, che qualcuno giustamente ha paragonato a un drago. Istante dopo istante, i fotogrammi introducono nel nostro mondo colori mai visti, forme inconcepibili. È come se l'Artefice di tutto questo provenisse da un Universo diverso da quello in cui viviamo e avesse la capacità di plasmare i suoi ricordi, le sue emozioni, producendo paesaggi inquietanti, spaventosi.
Laloux e Topor affrontano temi complessi e spinosi, come il posto dell'Uomo nell'Universo e il suo rapporto con la Natura, approfondendo questioni del tipo: cosa accadrebbe se coloro che si ritengono il metro e la misura di ogni cosa esistente si ritrovassero ridotti al rango di insetti? Forse proprio questo spiega come mai Il Pianeta Selvaggio, già pronto per essere distribuito nel lontano 1963, ha dovuto aspettare altri dieci anni prima di farsi conoscere dal mondo. Un caso del tutto anomalo, che finora non è stato mai analizzato in modo soddisfacente. Non si trova una sola pagina Web che renda conto di questo fatto in modo soddisfacente, chiaro, comprensibile. Perché una pellicola dovrebbe aspettare così tanto tempo prima di essere distribuita? Forse i suoi stessi autori la consideravano troppo avanti coi tempi, troppo sconvolgente. Temevano le reazioni di una società ancora impreparata a comprendere un messaggio tanto dirompente.
Quando il film fu presentato nel 1973, ci furono critici altamente politicizzati e farneticanti che videro nella trama una metafora della Primavera di Praga. Questa tesi fu smentita in modo secco da Stefan Wul, che aveva pubblicato il romanzo Oms en série nel 1957, undici anni prima del "Socialismo dal volto umano" di Alexander Dubček e della conseguente invasione sovietica in Cecoslovacchia, avvenuta nell'agosto 1968. Il Pianeta Selvaggio era proprio l'adattamento di Oms en série. L'anacronismo avrebbe dovuto saltare agli occhi di chiunque! Quando le febbri politiche divorano persone che si atteggiano a "intellettuali", non esiste speranza alcuna di trovare riparo dalle loro stronzate! Per loro tutto diventa "metafora", anche l'atto di pulirsi il deretano dopo una violenta scarica di diarrea caustica!
Un futuro lontanissimo o un passato remoto?
Quando si guarda un film di fantascienza, non importa se di animazione o meno, si è portati a credere che gli eventi narrati si svolgano per necessità nel futuro. Tuttavia questo non è affatto garantito. Potrebbe anche trattarsi di una pellicola che esplora le origini remote del genere umano, immaginando che sia provenuto da altri mondi, per essere poi trapiantato sulla Terra - con conseguente perdita di ogni memoria nel corso dei millenni. In questo caso, l'azione si svolgerà giocoforza nel passato. Qualcuno dirà che in fondo non ne sappiamo poi molto degli eventi che hanno portato alla formazione e alla diffusione della nostra specie. Si ipotizzano tante cose, ma ora della fine non si è in grado di fornire certezze su nulla. Quindi possiamo benissimo pensare che i Draag abbiano raccolto gli Om dalla nostra Terra, e che questi umani fossero proprio i lontanissimi discendenti della Francia - ma è anche possibile che le interazioni tra i Draag e gli Om siano proprio gli antefatti del remoto popolamento della Terra, milioni di anni fa, e del sorgere di Homo sapiens. Certo, nessun biologo, nessun paleontologo sarebbe contento di sentire queste cose, così sono costretto a ricordare che si tratta di finzione. Indagare in modo approfondito i dettagli e le origini di una finzione, proprio come se fosse reale, è forse uno dei miei più gravi difetti, ma non posso farci nulla. Tutto è molto confuso: la questione dell'ambientazione passata o futura del film di Laloux non può dirsi risolta. Non ho ancora letto il romanzo di Stefan Wul, che potrebbe apportare qualche informazione utile, essendo la fonte ultima della pellicola in analisi. Comunque sia non spero molto in chiarimenti: sembra infatti, dal materiale reperito nel Web, che l'animazione sia un adattamento abbastanza fedele al testo da cui è stato tratto.
Possibile ispirazione darwinista
Il principio fondante della narrazione è questo: le civiltà necessitano di avversità per conservare le proprie forze vitali, avendo la possibilità di sopravvivere e di espandersi unicamente attraverso lo stimolo e l'emulazione forniti dal confronto con altre civiltà o da un ambiente ostile. Che la narrazione sia ambientata nel futuro o nel passato, non ci sono dubbi sul fatto che gli Oms sono i barbari discendenti di una civiltà altamente avanzata, che è poi entrata in un'inesorabile fase di decadenza. Invece la civiltà dei Draag, dopo aver eliminato tutti i potenziali pericoli della vita sul loro pianeta Ygam, si è sclerotizzata e solo la rivolta degli Oms riesce ad evitare la sua fine. Secondo Laurent Genefort (1996), la chiave di lettura sarebbe politica: tutto farebbe pensare all'emulazione ideologica e tecnologica indotta dalla contrapposizione politica tra il blocco orientale e quello occidentale durante la Guerra Fredda, periodo a cui risale il romanzo di Stefan Wul.
Etimologie
1) Queste sono alcune etimologie esterne, che spiegano l'ispirazione e l'origine dei nomi creati da Stefan Wul e ripresi da Laloux-Topor:
Om
Chiaramente il nome dei piccoli esseri umani, Om, è stato tratto dall'autore dal francese homme "uomo".
Draag
Chiaramente il nome dei grandi umanoidi azzurri, Draag, è stato tratto dall'autore dal francese dragon "drago".
Terr
Chiaramente il nome dell'umano preso come animale domestico, Terr, è stato tratto dall'autore dal francese terre "terra".
Nel romanzo di Stefan Wul si trovano i nomi di altri Om, che confermano la tesi della loro origine francese. Sono i seguenti:
Brave "Coraggioso"
Charbon "Carbone"
Sav "Sapiente" (abbreviazione di Savant)
Vaillant "Valoroso"
la Vieille "la Vecchia"
Va detto che l'autore potrebbe aver pensato a questi antroponimi come a traduzioni da un originale sconosciuto.
2) Queste sono alcune etimologie interne, che postulano l'origine della lingua dei Draag dal protoindoeuropeo secondo una propria trafila, diversa da quella delle lingue indoeuropee a noi conosciute (in modo non dissimile da quanto visto per gli Ingegneri in due film di Ridley Scott, Prometheus e Alien: Covenant):
Om
Il nome degli esseri umani, Om, è derivato da una forma protoindoeuropea *(s)up-no- "sotto", "infimo", con riferimento alla condizione di Homo sapiens in relazione con la specie dominante dei Draag. Un esito di una protoforma simile è il latino supīnus "rovesciato, rivolto verso l'alto".
Terr
Il nome dell'umano preso come animale domestico, Terr, è derivato dal protoindoeuropeo *ter- "tenero", "molle", "fragile". Deve essergli stato da Tiwa perché le ispirava compassione. Corrisponde al latino tener "soffice, delicato, tenero".
Tiwa
Il nome di una giovane Draag, Tiwa, è derivato dal protoindoeuropeo *deywā- "dea". Un nome di buon augurio. Corrisponde al latino dea, dīva.
Sinh
Il nome del notabile Draag, Sinh, è derivato dal protoindoeuropeo *sen- "vecchio", "antico". Si riporta il fatto, a dir poco singolare, che nella versione italiana dell'animazione, il nome Sinh è mutato in più familiare Simon. Corrisponde al latino senex "vecchio".
Draag
Il nome della stirpe dei giganti azzurri, Draag, è derivato dal protoindoeuropeo *h2nēr, *h2ṇr- "uomo" ("essere senziente"), "forza". Il gruppo *nr- si è trasformato in dr-. La terminazione -aag deve essere un antico suffisso collettivo, che corrisponde al latino -āgo, -īgo.
Ygam
Il nome del pianeta dei Draag, Ygam, è derivato dal protoindoeuropeo *g'hdhom- "terra, suolo". Si presuppone che un popolo chiamerebbe il proprio mondo a partire dalla parola "terra, suolo". Corrisponde al latino humus "suolo".
Nel romanzo di Stefan Wul troviamo altri interessantissimi nomi di Draag:
Faoz (proprietario della madre di Terr)
Praw (padre di Tiwa)
Praw (padre di Tiwa)
Xeb Liar (spia e servitore del Maestro Sinh)
Il nome Faoz significa "Salvo" ed è derivato dal protoindoeuropeo *bhewg- "fuggire", "liberarsi"; "godere (di un beneficio)". Corrisponde al latino fūgiō "io fuggo" e al medio persiano bōz-"liberare", "salvare".
Il nome Praw significa "Perverso" ed è derivato dal protoindoeuropeo *prāwo- < *preh2wo- "curvo", "inclinato" (da cui il latino prāvus). Cfr. Pokorny.
Lasciamo fermentare un po' Xeb Liar: forse tra qualche tempo mi verrà in mente un'idea convincente. Per quanto riguarda l'ispirazione, l'autore avrà preso Liar dall'inglese, volendo significare "mentitore".
Spero che questi esercizi filologici abbiano apportato diletto agli eventuali lettori.
Errori vari
Secondo Terr, una settimana nella vita di un Draag durerebbe quanto un anno per gli Om. Tuttavia dice anche che la sua proprietaria Tiwa, che lo ha cresciuto fin dall'infanzia, ha perso interesse per lui "quando ha raggiunto l'adolescenza". A quel punto Terr avrebbe quasi certamente raggiunto la mezza età, come minimo, eppure sembra avere ancora non più di vent'anni.
Il doppiaggio inglese è inconsistente con l'originale sul fatto che i Draag credano o meno che gli umani abbiano avuto una società organizzata. Nella versione originale francese, il consiglio dei Draag discute dell'esistenza di prove che gli umani della Terra potrebbero aver avuto un'intelligenza e una cultura proprie, ma continuano a ritenere che queste prove non siano conclusive. La versione inglese, tuttavia, inserisce la frase they "may have destroyed their entire civilization" ("potrebbero aver distrutto la loro intera civiltà"), facendo sembrare che i Draag fossero consapevoli del fatto che gli umani, a un certo punto, fossero civilizzati. Un cambiamento di prospettiva di non poco conto, che dovrebbe far riflettere sulla scarsa coerenza della sostanza di cui è fatta la Settima Arte. Va detto che questo film ha ottenuto poco successo negli Stati Uniti.
La colonna sonora
La colonna sonora del film, composta da Alain Goraguer, è stata così recensita François Couture su AllMusic:
"Il tema principale ricorda molto "Atom Heart Mother Suite" dei Pink Floyd (stesso tempo di metà brano, mellotron, clavicembalo e chitarra wah-wah), mentre gli altri due sono una ballata e un valzer circense. La musica è fortemente cliché anni '70 e piacerà agli appassionati di colonne sonore francesi e italiane degli anni '70. Sebbene ripetitivo, l'album stesso crea un'interessante atmosfera fantascientifica fluttuante, indotta dalla marijuana, che fonde psichedelia, jazz e funk... [È] stato campionato da alcuni artisti hip-hop."
Ecco le tracce:
1. Déshominisation (II) - 0:57
2. Déshominisation (I) - 3:50
3. Générique - 0:44
4. Le Bracelet - 1:27
5. Terr et Tiwa - 1:46
6. Maquillage de Tiwa - 1:17
7. Course de Terr - 0:53
8. Terr et Médor - 1:47
9. Terr et Tiwa Dorment - 0:49
10. Terr Est Assomé - 0:46
11. Abite - 0:53
12. Conseil des Draags - 0:56
13. Les Hommes – La Grande Co-Existence - 1:15
14. La Femme - 2:12
15. Mira et Terr - 0:44
16. Mort de Draag - 0:51
17. L’Oiseau - 2:28
18. La Cité des Hommes Libres - 0:49
19. Attaque des Robots - 2:05
20. La Longue Marche – Valse des Statues - 2:15
21. Les Fusées - 2:20
22. Générique - 2:06
23. Strip Tease - 2:24
24. Méditation des Enfants - 1:33
25. La Vieille Meurt - 0:49
Roland Topor
Roland Topor (Parigi, 1938 - Parigi, 1997) è stato un disegnatore, pittore, illustratore, scrittore, poeta, drammaturgo, sceneggiatore, attore e scenografo francese, di origine ebraico-polacca, ossia ashkenazita. L'arte gli scorreva nel sangue: suo padre, Abram Topor, era pittore e scultore. Nel 1962 fondò assieme a Fernando Arrabal e ad Alejandro Jodorowsky il Movimento neo-surrealista Panico. Come attore lo ricordiamo nel ruolo di Renfield in Nosferatu, il principe della notte (Werner Herzog, 1979). Ha collaborato con René Laloux, oltre che nel presente film, in due cortometraggi: Les Temps morts (1964) e Les Escargots (1965). Si fa molta fatica a descrivere in dettaglio tutta l'incredibile opera di questo artista, tanto è vasta e ispirata. Tra i suoi contributi al genere umano, si ricorda il romanzo Le Locataire chimérique (1964), che poi è stato adattato da Roman Polański in un grande capolavoro: L'inquilino del terzo piano (1976). Curiosità: il cognome Topor significa "Ascia".
Stefan Wul
Stefan Wul è lo pseudonimo di Pierre Pairault (Parigi, 1922 - Évreux, 2003), scrittore francese di fantascienza. Nel corso della sua carriera di scrittore ha utilizzato anche un altro nom de plume: Lionel Hudson. Esercitava la professione di chirurgo dentale, che abbandonò nel 1952 per trasferirsi ad Évreux (Normandia), dedicandosi a tempo pieno alla scrittura, sua vera passione. Finora non ho letto nulla di questo autore, spero di poter rimediare alla mancanza nel prossimo futuro. Questo è l'elenco delle sue opere:
1) Retour à zéro (1956)
2) Niourk (1957)
3) Rayons pour Sidar (1957)
4) La Peur géante (1957) *
5) Oms en série (1957) **
6) Le Temple du passé (1957)
7) L'Orphelin de Perdide (1958)
8) La Mort vivante (1958)
9) Piège sur Zarkass (1958)
10) Terminus 1 (1959)
11) Odyssée sous contrôle (1959)
12) Noô (1977)
* In italiano: La grande paura
** In italiano: Homo Domesticus