Come tutti ben sanno, la suburra è un quartiere sordido, un luogo equivoco che evoca nell'immaginazione un brulicare di puttane e di delinquenti. Resta come al solito una domanda pressante: qual è l'origine di questa denominazione tanto bizzarra?
Questo riporta il Vocabolario Treccani:
"Suburra, lat. Subura o Suburra, di etimo ignoto."
E ancora, in "Sinonimi e Contrari":
"suburra s. f. [dal lat. Subura o Suburra, nome di una zona popolare e malfamata di Roma antica], lett. - [insieme dei quartieri più malfamati di qualsiasi grande città] ≈ angiporto, bassifondi, quartieri bassi."
Questa è la descrizione del vocabolo latino in questione, data nel Wiktionary:
Subūra f. sing. (genitivo Subūrae); prima declinazione
"Un quartiere di Roma situato tra l'Esquilino, il Viminale e il Quirinale, dove abitavano molte prostitute"
"Un quartiere di Roma situato tra l'Esquilino, il Viminale e il Quirinale, dove abitavano molte prostitute"
Aggettivo derivato: Subūrānus
II Dizionario Latino Olivetti invece riporta questa definizione:
Sŭbūra
[Subură], Suburae
sostantivo femminile I declinazione
"Suburra, quartiere di Roma, tra il Celio e l'Esquilino, pieno di negozi e di ritrovi notturni anche malfamati"
Google dà nuova vita ad assurdità popolari come la derivazione di Subūr(r)a da sub "sotto" e da urbs "città", come se fosse una *Suburba, ossia un quartiere "che sta sotto la città". Alla base c'è la confusione con suburbium "sobborgo", pl. suburbia, che è una parola ben distinta: oltre alla diversa morfologia, non si passa da -rb- a -rr-, -r-.
Poi ci sono i romanisti, che hanno la brutta tendenza ad esibire una certa sicumera pedantesca. Se una cosa sfugge alla loro analisi, la relegano nell'Oblio. Trovo inconcepibile che considerino il toponimo Subūr(r)a come "di origine ignota", al pari di infinite altre voci, bloccando ogni ulteriore indagine. Per loro tutto ciò che non è il vocabolario di latino che usavano a scuola, o al massimo quello di greco, è un libro chiuso e lo deve essere per forza, per assioma. Non sono convinto che si tratti di pura e semplice ingnoranza: sembra prevalere una dottrina che vota i suoi seguaci alla negazione radicale e ostinata di tutto ciò che non abbia le sue origini ultime in Roma o nell'Ellenismo, ritenute a loro volta cose inanalizzabili. Le origini di questo atteggiamento deleterio sono con ogni probabilità di natura ideologica.
Eppure è ben nota la parola etrusca che ha dato origine al toponimo latino Subūr(r)a: è semplicemente spur(a) "città". Un vocabolo ben attestato e sul cui significato non ci sono dubbi di sorta. I romanisti sono ostilissimi alla conoscenza della lingua dei Rasna e cercano con ogni mezzo di cancellarla, anche a costo di ricorrere a invereconde manipolazioni.
Ecco le attestazioni:
Genitivo in -al:
spural, śpural "della città", "pubblico"
tular śpural "confine della città"
cilθl śpural meθlumeśc enaś "del santuario della città e del popolo nostro" (Liber Linteus)
Ablativo in -es:
spures "dalla città"
Nota:
Deriva dalla contrazione di una protoforma *spura-is, a sua volta da *spura-s-is. Non è un genitivo sigmatico in -s, -ś, come si potrebbe pensare. Resta il fatto che non è tuttora chiara la ragione ultima della coesistenza del genitivo sigmatico con quello in liquida (-l). Per ulteriori dettagli si rimanda a Facchetti.
Dativo di comodo in -eri:
śpureri meθlumeric enaś "per la città e per il popolo nostro" (Liber linteus)
Locativo in -θi:
spureθi "nella città"
apasi spureθi "nella città del padre"
Ablativo del suffisso -tra "eccetto, fuori da":
śpurestreś "del luogo fuori della città" (Liber linteus)
Nota:
Questo è un cumulo di suffissi.
Aggettivo in -na:
spurana, śpurana "pubblico"
marunuc spurana "magistratura pubblica"
marunuc spurana "magistratura pubblica"
Antroponimi
Prenome maschile da sostantivo in -ie:
Spurie, Śpurie
genitivo: Spuries
pertinentivo: Spurieisi
genitivo: Spuries
pertinentivo: Spurieisi
=> Latino: Spurius
Trascrizione greca: Σπόριος (Spórios)
Nota:
Trascrizione greca: Σπόριος (Spórios)
Nota:
In etrusco, Spurie, Śpurie è attestato come prenome soltanto nella lingua arcaica, dal VII al V secolo a.C.; in neoetrusco questo prenome sembra scomparso.
Senza dubbio Spurius è uno dei più antichi prenomi romani: uno Spurius Cassius Vecellinus fu console nel 502 a.C. Oltre al prenome, si segnala anche l'esistenza di un omonimo gentilizio. Per quanto riguarda la trascrizione greca, cfr. Καλπόρνιος (Kalpórnios) per Calpurnius (Watmough, 2017).
Senza dubbio Spurius è uno dei più antichi prenomi romani: uno Spurius Cassius Vecellinus fu console nel 502 a.C. Oltre al prenome, si segnala anche l'esistenza di un omonimo gentilizio. Per quanto riguarda la trascrizione greca, cfr. Καλπόρνιος (Kalpórnios) per Calpurnius (Watmough, 2017).
Gentilizio maschile da aggettivo in -na:
Spurana, Śpurana
Spuriana, Spuriena, Spurina
genitivo: Spurianas, Spurienas
femminile (neoetrusco): Spurinei
genitivo: Spurianas, Spurienas
femminile (neoetrusco): Spurinei
Nota:
Il gentilizio è attestato in latino con le seguenti varianti: Spurēnius, Spurennius, oltre a Spurina e Spurinna (vedi Pittau). Si hanno inoltre i cognomina Spurīnus e Spuriānus, che sembrano però formazioni latine a partire dal prenome Spurius.
Il gentilizio è attestato in latino con le seguenti varianti: Spurēnius, Spurennius, oltre a Spurina e Spurinna (vedi Pittau). Si hanno inoltre i cognomina Spurīnus e Spuriānus, che sembrano però formazioni latine a partire dal prenome Spurius.
L'aruspice che predisse la morte a Caio Giulio Cesare, non venendo ascoltato, si chiamava Spurinna.
Prenome maschile da diminutivo in -za:
Spuriaza
genitivo: Spuriiazas, Spuria[z]es
genitivo: Spuriiazas, Spuria[z]es
Nota:
Questo è un semplice diminutivo di Spurie, Śpurie, la cui vocale finale -e doveva avere un suono indistinto /ə/. L'aggiunta del suffisso -za ha portato a un'assimilazione in -a-.
Questo è un semplice diminutivo di Spurie, Śpurie, la cui vocale finale -e doveva avere un suono indistinto /ə/. L'aggiunta del suffisso -za ha portato a un'assimilazione in -a-.
Un'attestazione in retico
In retico è attestata la parola sφura "città", in un'iscrizione rinvenuta a Pergine Valsugana. Chiaramente la parola retica e quella etrusca derivano dalla stessa radice prototirrenica (Marchesini, 2019). Si nota che in retico si trovano spesso consonanti aspirate che corrispondono a occlusive semplici in etrusco.
Possibili paralleli esterni
Si trova una somiglianza notevole tra il nome etrusco della città, spur(a), e il ben noto toponimo ellenico Sparta. Con ogni probabilità si tratta di un residuo di un sostrato tirrenico.
Greco: Σπάρτη (Spártē) "Sparta"
L'etimologia sostenuta dalla tradizione, secondo cui la roccaforte dei Lacedemoni trarrebbe la sua origine dal vocabolo σπάρτον (spárton) "fune, corda", ha tutta l'aria di essere una paretimologia, che si è diffusa in relazione a un mito relativo alla fondazione dell'eroica città.
Si trovano alcuni importanti parole microasiatiche che mostrano somiglianze con l'etrusco spur(a). Sono le seguenti:
Licio: sbirte "monumento"
Lidio: sfard "città"
Lidio: sfard "città"
Il vocabolo lidio è anche l'origine del nome della città di Sardi, greco Σάρδεις (Sárdeis). Il gruppo consonantico sf- è stato semplificato dagli Elleni nella sibilante semplice /s/, dato che all'epoca del prestito non esisteva in greco una fricativa /f/. I Persiani invece hanno adattato il nome lidio come Sparda. Mi sembra evidente che le voci anatoliche sopra riportate condividano la loro origine con il toponimo Sparta e con l'etrusco spur(a). Con buona pace di Pittau, non si ha connessione con l'etnonimo Shardana, la cui somiglianza è soltanto esteriore, essendo del tutto diversa la radice d'origine.
Derivati di spur(a) in latino
Oltre che il toponimo Subūr(r)a, abbiamo altri due derivati importanti della radice etrusca passati in latino:
spurius "illegittimo", "bastardo";
in senso figurato: "cattivo" (detto di poeta)
spurcus "sporco, sudicio, sozzo";
in senso figurato: "cattivo, brutto" (detto di tempo)
in senso morale: "contaminato, ignobile, infame,
abietto, spregevole"
Entrambe le parole hanno la vocale tonica breve:
spŭrius
spŭrcus
Le ragioni dell'irregolarità sono evidenti: l'etrusco era una lingua dalla fonetica molto diversa da quella del latino. Una parola etrusca poteva essere adattata in modo diverso a seconda dell'epoca e del contesto in cui era penetrata nella lingua di Roma. Mentre spurius e spurcus appaiono conformi alla radice dell'originale etrusco spur(a), l'adattamento in Subūr(r)a è stato abbastanza anomalo.
A quanto ricordo, Facchetti suggerisce la presenza di un suffisso -ra, molto comune come formante in etrusco. In questo caso, data la difficoltà dell'ortografia etrusca con le consonanti doppie, la formazione non apparirebbe evidente.
Etrusco *spur-ra > Latino Subūr(r)a
in senso figurato: "cattivo, brutto" (detto di tempo)
in senso morale: "contaminato, ignobile, infame,
abietto, spregevole"
Entrambe le parole hanno la vocale tonica breve:
spŭrius
spŭrcus
Le ragioni dell'irregolarità sono evidenti: l'etrusco era una lingua dalla fonetica molto diversa da quella del latino. Una parola etrusca poteva essere adattata in modo diverso a seconda dell'epoca e del contesto in cui era penetrata nella lingua di Roma. Mentre spurius e spurcus appaiono conformi alla radice dell'originale etrusco spur(a), l'adattamento in Subūr(r)a è stato abbastanza anomalo.
A quanto ricordo, Facchetti suggerisce la presenza di un suffisso -ra, molto comune come formante in etrusco. In questo caso, data la difficoltà dell'ortografia etrusca con le consonanti doppie, la formazione non apparirebbe evidente.
Etrusco *spur-ra > Latino Subūr(r)a
Sono incline a ritenere questa ipotesi ragionevole e plausibile.
Una glossa molto interessante
Alle due parole spurius e spurcus ne possiamo aggiungere una terza, documentata come glossa in Isidoro di Siviglia (Etymologiarum sive Originum, 9.5.24):
spurium "pudenda muliebra"
In altri termini, è un nome della fica. La stessa parola è trascritta da Plutarco come σπόριον (spórion) e attribuita ai Sabini (Watmough, 2017). Chiaramente il popolo italico ha preso questo termine dagli Etruschi. La trafila semantica è abbastanza ovvia:
"luogo impuro" => "vulva (promiscua)"
Gli autori antichi, ad eccezione di Plutarco, interpretavano spurium - σπόριον "vulva" e spurius "figlio illegittimo" come derivazioni della radice greca di σπέρμα (spérma) "seme", "liquido seminale" e di σπορά (spora) "seme", "semina", dal verbo σπείρω (spéirō) "io semino", "io genero", "io spargo". In particolare godeva di largo credito la parola σποράδην (sporádēn) "sparsamente", "qua e là", la stessa che ha dato l'aggettivo sporadico. Per i testi in latino e in greco che trattano questa etimologia, si rimanda a Watmough (2017). In epoca recente, ci sono stati tentativi di ricondurre spurius al latino spernō "io divido, separo" (infinito: spernere; perfetto: sprēvī), ad esempio Bonfante (1985). Sono tutti futili tentativi di spiegare Omero con Omero (non rendono conto della fonologia né della morfologia).
Lo spurio
Forma etrusca ricostruita: *spurie
Significato originale: "figlio di padre ignoto" (n.), lett.
"figlio della città"; "illegittimo, bastardo" (agg.)
"figlio della città"; "illegittimo, bastardo" (agg.)
In italiano la parola spurio è dotta, come dimostra il suo aspetto fonetico: è stata introdotta dai letterati a partire dal latino, per dare maggior chiarezza di pensiero. Non è giunta attraverso una genuina trafila volgare, o avremmo avuto *spóio, *spóro.
Lo sporco
Forma etrusca ricostruita: *spurχ
Significato originale: "pubblico", "di uso comune",
"promiscuo", "toccato da tutti"
"promiscuo", "toccato da tutti"
Il suffisso aggettivale -c / -χ è ben noto in etrusco. Si veda come esempio di una simile formazione θaurχ "sepolcrale", derivato da θaura "sepolcro", "tumulo".
In italiano la parola sporco è giunta tramite la genuina usura del volgo, come dimostra il suo aspetto fonetico. Un dottismo suonerebbe *spurco.
Devoto sosteneva con pervicacia che la pronuncia toscana della parola, spòrco, con la vocale /ɔ/ aperta, derivasse da un "incrocio" con porco: nell'immaginario popolare toscano lo sporco avrebbe avuto origine da un porco con una s- prefissa.
Francamente non avverto alcuna necessità dei grotteschi "incroci" del Devoto, creazioni che mi suonano assurde e folli come il gorgogliare di Azathoth nel centro dell'Universo. Nell'italiano corrente, la pronuncia diffusa ovunque è spórco, con la vocale /o/ chiusa, perfettamente spiegabile con una trafila regolare dalla parola latina. L'irregolarità del toscano spòrco si spiega piuttosto con un'antica variante *spŏrcus dovuta a un diverso adattamento dell'etrusco in latino volgare.
La sburra!
Anni fa l'amico Sandro "Zoon" Battisti mi chiese, avendo appreso le mie disquisizioni sull'etimologia di suburra, se la parola volgare sburra "sperma, eiaculato" (variante del più comune sborra) avesse la stessa origine - vista l'indubitabile somiglianza fonetica. Fui sorpreso dalla domanda e lì per lì gli risposi che non esiste alcuna connessione. A distanza di tanto tempo, mi sono chiesto se non avesse ragione Sandro "Zoon" a sospettare un collegamento, convincendomi infine che aveva piena ragione.
I romanisti ritengono che sborra (donde sburra) sia un derivato della parola greca βόθρος (bóthros), glossato come "torrente", "voragine", da cui proverrebbe anche burrone. In altre parole, secondo loro l'eiaculato sarebbe un torrente, in quanto è qualcosa che sgorga. Quindi sborrare proverrebbe da un ipotetico *exbothrare, che per retroformazione avrebbe dato il sostantivo *exbothra, cioè sborra. Invece è ben possibile che sborra, sburra siano semplici evoluzioni fonetice di una forma aggettivale sostantivata, un neutro plurale spuria col senso di "cose impure", che sarebbe poi passato a significare "liquido seminale". Credo che sia abbastanza verosimile - anche perché la traduzione di bóthros con "torrente" sembra piuttosto fallace. Nella semantica ellenica non sembra esserci traccia alcuna di un flusso, dello scorrere di un liquido: la parola indica una cavità, un vuoto. A quanto risulta, il flusso è un'invenzione pura e semplice dei romanisti.
Queste sono le definizioni riportate sul dizionario online Perseus di greco antico (Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon, 1940):
βόθρ-ος , ὁ,
A.hole, trench, or pit dug in the ground, “βόθρον ὀρύξαι” Od. 10.517; βόθρου τ᾽ ἐξέστρεψε [τὴν ἐλαίαν] Il.17.58; trough, Od.6.92: generally, hollow, X.An.4.5.6; grave, IG14.238 (Aerae); ritual pit for offerings to “ὑποχθόνιοι θεοί, β. καὶ μέγαρα” Porph.Antr.6.
1) buco, trincea o fossa scavata nel terreno
2) trogolo
3) cavità
4) tomba
5) fossa rituale per le offerte.
Menzioniamo infine la falsa etimologia, assolutamente infondata, di un commentatore privo di qualsiasi base, che separava sburrare da sborrare ritenendole due parole diverse; considerava quindi il sostantivo sburro (variante di sburra) un semplice derivato di burro. Secondo costui, lo sperma sarebbe una sostanza caratterizzata dal colore e dalla consistenza del burro sciolto. Ha confuso sburrare, variante di sborrare, con l'omofono sburrare "togliere al latte la parte grassa" (ormai desueto).
Un inganno: portoghese porra, esporra
Girando a lungo nel sito XHamster, mi sono imbattuto spesso in video porno brasiliani, da cui risulta che in portoghese porra o esporra traduce l'italiano sborra. Esempi: "Minha esposa puta adora chupar um pau grande e engolir uma boca cheia de porra", "Milf recebe porra na boca", "Esporra dentro da cona tuga" e via discorrendo. Appurato che esporrar significa proprio "sborrare", ho subito pensato che l'etimologia dovesse essere identica a quella del verbo italiano. Mi sono dovuto ricredere. Mi sono bastate brevi ricerche per capire che siamo di fronte a una somiglianza ingannevole.
porrum "porro"
neutro plurale (con significato collettivo):
porra "porri"
Lo slittamento semantico è stato questo:
porri => mazza => pene =>
=> eiaculazione => sperma, sborra
La pronuncia del portoghese brasiliano porra è /'poha/. Allo stato attuale delle cose, la somiglianza con l'italiano sborra è soltanto grafica.
=> eiaculazione => sperma, sborra
La pronuncia del portoghese brasiliano porra è /'poha/. Allo stato attuale delle cose, la somiglianza con l'italiano sborra è soltanto grafica.