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domenica 28 marzo 2021

 
IL SONNO NERO DEL DOTTOR SATANA 
 
Titolo originale: The Black Sleep 
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1956
Durata: 82 min
Dati tecnici: B/N
Genere: Orrore, fantascienza
Regia: Reginald Le Borg
Soggetto: Gerald Drayson Adams (storia)
Sceneggiatura: John C. Higgins  
Produttore: Howard W. Koch 
Produttore esecutivo: Aubrey Schenck
Fotografia: Gordon Avil
Montaggio: John F. Schreyer
Musiche: Les Baxter 
Interpreti e personaggi:
    Basil Rathbone: Sir Joel Cadman
    Akim Tamiroff: Odo, lo zingaro
    Herbert Rudley: Dottor Gordon Ramsey
    Lon Chaney Jr.: Mungo
    John Carradine: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Bela Lugosi: Casimiro (Casimir) 
    Patricia Blair: Laura Munroe
    Phyllis Stanley: Daphnae
    Tor Johnson: Curry
    Sally Yarnell: Mostro femmina
    George Sawaya: Marinaio
    Claire Carleton: Carmoda Daily
    Peter Gordon: Sergente Steele
    John Sheffield: Detective Redford
    Clive Morgan: Agente Blevins
    Louanna Gardner: Angelina Cadman
    Aubrey Schenck: Aiutante coroner della prigione
Doppiatori italiani:
    Emilio Cigoli: Sir Joel Cadman
    Luigi Pavese: Odo, lo zingaro
    Gualtiero De Angelis: Dottor Gordon Ramsey
    Renato Turi: Borg, l'uomo che si crede Boemondo
    Rita Savagnone: Laura Munroe
    Wanda Tettoni: Daphnae
    Renata Marini: Carmoda Daily
    Manlio Busoni: Sergente Steele 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Die Schreckenskammer des Dr. Thosti 
    Francese: Les monstres se révoltent 
    Spagnolo (Spagna): El sueño negro
    Spagnolo (Messico): Sueño negro 
    Portoghese: A Torre dos Monstros 
    Rumeno: Somnul negru 
    Russo: Черное бездействие 
    Greco: Η κατάρα της Ανατολής 
    Greco (traslitterato): I katara tis Anatolis 
    Turco: Kâbuslar Şatosu
    Arabo: النوم الأسود

Trama: 
Inghilterra vittoriana, Anno del Signore 1872. Il giovane dottor Gordon Angus Ramsey è in cella per un omicidio che non ha commesso. La notte prima dell'impiccagione riceve l'inattesa visita dell'anziano dottor Sir Joel Cadman, che è un chirurgo eminente. La conversazione è sorprendente. Il luminare offre al prigioniero un'opportunità insperata per sfuggire al suo destino: gli somministra una pozione che simula la morte provocando un coma profondo. Così il condannato viene dichiarato morto e sfugge all'esecuzione. Recuperato il corpo, fatto passare per un cadavere, il dottor Cadman lo trasferisce in un antico maniero di sua proprietà con l'aiuto dello zingaro Odo, suo subdolo servitore. In quel tetro luogo si conducono esperimenti perigliosi di rianimazione, ben oltre il limite del sacrilegio. La pozione imitatrice della morte, chiamata Nind Andhera (ossia "Sonno Nero"), ha infatti un antidoto che può annullarne l'effetto - a patto che sia somministrata in tempo. Quando il dottor Ramsay viene rianimato nella castello del dottor Cadman, viene spaventato dalle urla di una giovane donna di nome Laurie, subito attaccata da un energumeno. L'unica persona che può controllare questo folle deforme, dileggiato col nomignolo "Mungo", è l'infermiera del dottor Cadman, Daphnae, che lo calma e lo porta via (immagino che sia stato sedato con stimolazioni lubriche degli organi genitali e dell'ano, ma tutto ciò è rigorosamente off camera!). Più tardi, il dottor Cadman e Daphnae visitano la camera da letto di Angelina. Costei è la moglie del luminare ed è in coma a causa di un tumore inoperabile al cervello. Questo è il punto cruciale. Il dottor Cadman giura che troverà un modo per operare Angelina, di cui è follemente innamorato, riuscendo così a salvarle la vita. Tuttavia, quando incontra il dottor Ramsay, il dottor Cadman gli dice che sta conducendo esperimenti sul cervello umano per aiutare a riportare in condizioni normali creature come Mungo e il suo servo muto Casimiro. Si scopre così che Mungo era in realtà il dottor Munroe, uno degli ex insegnanti del dottor Ramsay, che il dottor Cadman vorrebbe aiutare tramite la sua ricerca. Lo capite anche voi che tutto questo è la merda, vero? Bisogna però capire che all'epoca della narrazione c'erano conoscenze molto rudimentali sul sistema nervoso. In una sala operatoria nascosta nel maniero, il dottor Ramsay osserva l'esperimento del dottor Cadman sul cervello di un uomo, con Lucy e Daphnae che lo aiutano, pieni di angoscia. Il giovane medico è colto alla sprovvista quando vede fuoriuscire il fluido cefalorachidiano dalla materia cerebrale esposta del soggetto, prova che quel corpo è ancora vivo. Il dottor Cadman considera la potenziale lesione all'encefalo come un rischio necessario per il bene superiore dell'Umanità, evocato con una formula tipicamente massonica. La necessità impellente è testare diverse regioni del cervello per mapparne le funzioni. Quella notte Laurie dice al dottor Ramsay che pensa di potersi fidare di lui. Gli confida di essere la figlia del dottor Munroe. Lo stato attuale del suo povero padre, ridotto a una larva, è stato causato da un'improvvida operazione del mefistofelico dottor Cadman. Quando si confronta con il suo protetto, il dottor Cadman ammette di essere responsabile del funesto accaduto e gli dice che sta lavorando duramente per invertire le conseguenze indesiderate espiando i suoi errori - ma non menziona sua moglie Angelina e le sue terribili condizioni. Di ritorno a Londra, il felpato e sornione zingaro Odo ha somministrato il Nind Andhera a una donna che conosceva, una pingue fellatrice pubblica. Odo è un uomo molto simpatico, anche se più ossessivo e avido di una badante ucraina. Quando la polizia arriva a cercare la meretrice scomparsa, Odo afferma di non sapere dove si trova e si sbarazza dell'antidoto che potrebbe rianimarla. Così la donna è morta, per sempre. Al maniero del dottor Cadman, il dottor Ramsay e Laurie  trovano trovano in alcune celle di una prigione nascosta  alcune cavie degli esperimenti del dottor Cadman. Sono tutti individui pazzi e sfigurati. Il dottor Cadman, Daphnae, Mungo e Casimiro catturano il dottor Ramsay e Laurie ma lasciano cadere le chiavi mentre se ne vanno. Il dottor Cadman rivela le condizioni di Angelina al dottor Ramsay. Si aspettava di condurre un'operazione che richiedeva un secondo soggetto donna, ma quando scopre che Odo aveva lasciato morire la vittima designata, decide di usare Laurie al suo posto. Il dottor Cadman viene però interrotto dall'arrivo di investigatori della polizia alla ricerca dello zingaro Odo. Nel frattempo, Il dottor Ramsay cerca di far rivivere Laurie anestetizzata e riesce a drogare Mungo mentre Daphnae è fuori dalla stanza. L'infermiera stessa si confronta con le vittime del dottor Cadman, che sono fuggite dalla prigione con le chiavi abbandonate. Guidati da un predicatore fanatico di nome Borg, che crede di essere il crociato Boemondo di Taranto, gettano Daphnae nel camino. Lei fugge, urlando in fiamme. Il dottor Ramsay fa allora rivivere Laurie, ma Mungo si sveglia e la attacca. Viene fermato da Borg-Boemondo e dalle altre vittime, che poi si rivoltano contro il dottor Cadman proprio mentre entra nella stanza con la moglie in coma. Indietreggiando, lo scienziato pazzo cade sulla ringhiera delle scale e precipita verso la morte assieme ad Angelina. La polizia finalmente arriva con Odo e Casimiro. Il dottor Ramsay e Laurie partono all'alba del nuovo giorno. E questo schifo di affare è finito. Non se ne poteva più di un simile trambusto.
 
 
Recensione: 
Un bianco e nero intriso di un'oscurità densa come il petrolio. I contrasti tra luce fioca e tenebra fitta sono magici, trasmettono una grande angoscia. Il bianco e nero dovrebbe essere obbligatorio nella produzione di film horror. Non si vedono molte pellicole di una tale bellezza tecnica in questi tempi degenerati. Peccato che la narrazione sia molto più prosaica dell'ambientazione gotica, contenendo moltissime inconsistenze! Certo, non è il peggio della produzione di Le Borg. Almeno non si trovano i suoi terribili "effetti speciali", di cui ha fatto uso e abuso in Horla - diario segreto di un pazzo (1963). Una nota triste: Il sonno nero del dottor Satana è stato l'ultimo film interpretato da Bela Lugosi, nel ruolo inglorioso di un servitore muto. Si segnala un bravissimo Akim Tamiroff nei panni dello zingaro Odo. Questo attore, che era un armeno nato a Tbilisi (Georgia), è comparso in un numero impressionante di film. Notevole anche Jonh Carradine nei panni di Borg (curiosa l'assonanza col cognome d'arte del regista), che aveva in sé lo spirito visionario, guerriero ed esagitato di Boemondo di Taranto. La sua tempra è assolutamente eroica, dai suoi occhi si sprigiona una violenta luce di fanatismo. 
 
Alcuni commenti sui titoli in varie lingue 

  1) Italiano  
L'epiteto "dottor Satana" che compare nel titolo del film in italiano non ha corrispondenza alcuna nell'opera originale di Reginald Le Borg: è una delle solite "traduzioni" fantasiose così tipiche del mondo della Settima Arte. In ogni caso nel corso del film non si fa mai alcun riferimento al Principe delle Tenebre. Sono però riuscito a trovare le cause di questa scelta solo apparentemente incongrua (vedi nel seguito).
  2) Tedesco 
Il titolo Der Schreckenskammer des Dr. Thosti significa "La camera degli orrori del dottor Thosti". Non si sa bene per quale dannato motivo il dottor Cadman sia diventato il dottor Thosti nella versione in tedesco. Tra l'altro non è affatto chiara l'etimologia del cognome Thosti. Non si capisce il motivo di una scelta tanto stravagante e arbitraria. Sarò sempre grato a chi saprà darmi lumi.  
  3) Francese 
Il responsabile del titolo Les monstres se révoltent, ossia "I mostri si ribellano", meriterebbe di spararsi accidentalmente una revolverata in un piede. 
  4) Russo 
Il titolo Черное бездействие (Čórnoje bezdéjstvije) significa "Inazione nera". Non sarebbe stato possibile trovare qualcosa di tanto squallido e inefficace nemmeno per caso! Il termine russo bezdéjstvije è un calco dal francese ination, formato usando il prefisso negativo bez- e il sostantivo déjstvije "azione". Il neologismo è attestato per la prima volta nel 1778. Con buona pace di Dugin e di Putin.
  5) Rumeno 
Il titolo Somnul negru è una traduzione letterale dell'originale, assolutamente perfetta. Molto bene! Tutto ciò è lodevole! Non dobbiamo mai dimenticarci che il rumeno, lingua dell'eroico Vlad Tepes, è una bizzarra eredità dell'Impero Romano.
  6) Greco 
Il titolo Η κατάρα της Ανατολής (I katara tis Anatolis) significa "La maledizione dell'Est". La parola κατάρα "maledizione" deriva dal greco antico: κατά "contro", ἀρά "invocazione". La scelta è piuttosto fantasiosa, anche se tutto sommato di scarso effetto. Credo che la lingua greca abbia risorse in grado di produrre titoli ben migliori!  
  7) Turco 
Il titolo Kâbuslar Şatosu significa "Il castello degli incubi". Sembra più passabile del titolo greco, anche se comunque è piatto e insoddisfacente. La parola kâbus "incubo" deriva dall'arabo kābūs (َابُوس) "incubo", mentre şatosu è la forma possessiva di terza persona singolare di şato "castello", dal francese château
  8) Arabo 
Il titolo النوم الأسود (Al-Nawm al-aswad) si spiega facilmente: nawm (نَوْم) significa "sonno" e aswad (أَسْوَد) significa "nero". È una traduzione assolutamente letterale. La più riuscita di tutte! Sa di Necronomicon, come se fosse il frutto dell'ingegno di Abdul Alazred! 
 

Il vero Dottor Satana 
 
L'origine del titolo italiano del film di Le Borg è in realtà molto chiara. Il personaggio noto l'epiteto "Dottor Satana" è il serial killer francese Marcel André Henri Félix Petiot (1897 - 1946). Nacque ad Auxerre (dipartimento dell'Yonne), a soli 11 anni sparò in classe con la pistola del padre e propose a una compagna di fare sesso. Si divertiva a seviziare animali, straziandoli, ustionandoli e soffocandoli. Nell'adolescenza scassinò una cassetta postale, finendo accusato per furto e danneggiamento di proprietà dello Stato. Costretto a sottoporsi a una perizia psichiatrica, gli fu diagnosticata una malattia mentale. Dopo varie squallide vicissitudini si arruolò nell'esercito e combatté nella Grande Guerra, distinguendosi per la sua ferocia. Ferito e gassato in battaglia ad Aisne, mostrò sintomi di un grave esaurimento. Dopo un incessante andirivieni tra il carcere militare e il reparto psichiatrico, fu rimandato al fronte nel 1918. Nuovamente ferito in  battaglia, gli furono diagnosticati disturbi psichiatrici e finì riformato. In tre anni riuscì a laurearsi in medicina, grazie a un programma che favoriva l'accesso dei veterani agli studi. Aprì uno studio medico e iniziò a somministrare massicce quantità di oppio ai pazienti, rendendoli dipendenti. Narcotizzava le sue vittime e abusava di loro sessualmente. Quando la Francia fu invasa dalle armate del Terzo Reich, escogità un'attività molto lucrosa: offriva agli ebrei perseguitati passaporti falsi per espatriare, estorceva loro grosse somme di denaro e in cambio somministrava iniezioni di cianuro in endovena. Quando i famigliari di un morto venivano a piangerlo, li gassava con la stricnina, godendo delle loro convulsioni! I cadaveri li faceva sparire cremandoli in un forno che aveva nello scantinato. Scoperto per un caso fortuito, fu condannato a morte e giustiziato nel 1946. Furono accertate 27 vittime, i cui corpi smembrati e decapitati furono trovati nei sotterranei della sua abitazione, anche se il numero reale si potrebbe aggirare intorno alle 150 persone soppresse. Per paradosso tutto ciò fu fatto da un uomo che odiava la Germania e che militava nella Resistenza. Il caso ebbe un'enorme risonanza mediatica: si originò così l'uso di attribuire l'epiteto "Dottor Satana" al personaggio cinematografico tipo di un medico pazzo che compie atrocità di ogni genere su vittime narcotizzate. Jesús Franco diresse Il diabolico dottor Satana (Gritos en la noche, 1962): anche in questo caso la traduzione in italiano si è ispirata a Marcel Petiot per definire il protagonista, il dottor Orlof, che narcotizzava e rapiva donne belle e giovani per tentare di trapiantare la loro pelle sul volto della figlia Melissa, rimasta sfigurata in un incendio. 
      
 
Etimologia di Nind Andhera 

In Hindi la parola nind (नींद) significa "sonno" (glossa inglese: sleep). Nella stessa lingua la parola andherā (अँधेरा) significa "scuro" (glossa inglese: dark). Entrambi i vocabili hanno origine sanscrita: nind deriva dal sanscrito nidrā (निद्रा) "sonno", mentre andherā deriva dal sanscrito andhakāra (अन्धकार) "tenebra". Quindi il nome Nind Andhera è stato tradotto correttamente in inglese con "Black Sleep". Si nota che in Romaní si usa una parola molto diversa per designare la Creazione di Morfeo: suno significa "sonno; sogno". Ricoro ancora la vibrante declamazione di un poeta: amarí čhib, amaró suno "la nostra lingua, il nostro sogno". La parola suno deriva direttamente dal pracrito suvina "sogno", a sua volta dal sanscrito *supna (सुप्न) "sogno" - la cui radice indoeuropea è la stessa delle parole latine sopor, somnus e somnium. In alcuni dialetti l'accento è sulla seconda sillaba (sunó), mentre in altri a quanto pare è sulla prima. La traduzione letterale di Nind Andhera in Romaní è Kaló Suno.

Il nome Romaní del gatto

Lo zingaro Odo sostiene più volte che il suo nome nella sua lingua nativa significa "Gatto". Sembra che ci tenga molto a farlo sapere. L'informazione è affidabile? No, non lo è affatto. In lingua Romaní odo non significa "gatto". La parola per dire "gatto" è mačka. Così si hanno le seguenti frasi:
 
mačka del goli "il gatto miagola" 
mačka rovél "il gatto miagola" (lett. "piange") 
mačka pel thud "il gatto beve il latte" 
 
Da dove è giunta l'idea che gli Zingari chiamino odo il gatto? Si tratta di un'invenzione dell'autore del soggetto? Al momento non riesco a tracciare meglio questo pacchetto memetico, che dovrebbe far meditare su come la Settima Arte abbia il potere pervasivo di diffondere dati non fidedigni.  
 
Etimologia di Mungo 
 
Quando mi sono imbattuto nel nomignolo Mungo, ho pensato che fosse una semplice abbreviazione di mongoloid "mongoloide, affetto da trisomia 21". Ora credo che si tratti piuttosto di un portmanteau: Munroe + mongoloid => Mungo. Un'altra possibilità è che il nomignolo sia stato tratto dallo Shelta: in quella lingua segreta e misteriosa esiste infatti la parola mong "stupido" (glossa inglese: fool), non connessa con la ben nota anomalia genetica. Al giorno d'oggi l'uso di un simile epiteto sarebbe censurato e proibito dall'imperante tirannia del politically correct. Persino chiamare il personaggio "Down" sarebbe ritenuto irrispettoso e vietato. 
 
Curiosità 
 
Le mani che compiono l'intervento al cervello sono quelle di un vero neurochirurgo, che lavorava al Cedars of Lebanon Hospital di Los Angeles. È stato noleggiato perché l'operazione apparisse verosimile.  

In origine il ruolo dello zingaro Odo doveva essere assegnato a Peter Lorre (nato László Löwenstein), ma la sua richiesta di compenso fu giudicata troppo esosa. Così la parte fu data a Akim Tamiroff. Credo proprio che ciò sia stato un gran bene. 

Secondo quanto riferito, Bela Lugosi era molto scontento della sua mancanza di dialogo e ha assillato Reginald Le Borg perché gli concedesse alcune battute. Sebbene il regista alla fine abbia acconsentito a girare alcune scene di dialogo extra con l'attore, non sono mai state utilizzate. 

L'ineffabile Odo offre a una prostituta un bicchiere di vino di Madera drogato. Questo è probabilmente un riferimento sfacciato all'allora popolare canzone di Flanders & Swann, "Have Some Madeira, M'Dear", una ballata in stile edoardiano che parla di un vecchio libertino intento a stordire una giovane ragazza nella speranza di poter abusare di lei.
 
 
Altre recensioni e reazioni nel Web  
 
Riporto alcune brevi recensioni comparse sul sito Il Davinotti, che mi sembrano interessanti. 
 
 
Homesick ha scritto: 

"Gotico ordinario che alla debolezza del materiale narrativo – talora maneggiato con la grossolanità e il ridicolo involontario di un Ed Wood – replica convocando l’aristocrazia del vecchio cinema del terrore: il bestiale Chaney jr., il maggiordomo sordomuto Lugosi e il delirante crociato Carradine seggono con egual dignità accanto a Rathbone, imperturbabile mad doctor, e a Tamiroff, losco zingaro servile e linguacciuto. Avendo chiamato in causa Ed Wood non si può tralasciare il suo bombolone calvo Tor Johnson. Sufficiente." 

Giùan ha scritto: 
 
"Per parlarne verrebbe voglia di lasciar da parte ogni griglia di carattere filmico per ricorrere invece a un glossario cinematografico-lombrosiano, considerato il preoccupante materiale antropologico offerto dal cast: dall'incartapecorito Rathbone al catatonico Chaney jr passando per l'ormai belante occhio di Lugosi. È nondimeno però proprio la presenza di queste maschere di cera, mosse da Le Borg con accondiscendente apatia, a render simpaticamente bizzarra questa creatura Frankensteinian-Franjuiana. Straripante Tamiroff, che infonde linfa vitale." 
 
Fauno ha scritto: 
 
"Non solo horror, ma con qualche interessante risvolto giallo, specie per le persone scomparse o dichiarate morte. All'inizio va lento, ma il finale è corposo e in netta crescita. La pozione in grado di dare morte apparente verrà ripresa perfino nel Sandokan nostrano; mi ha colpito di più il vedere l'evoluzione dello studio dei compartimenti cerebrali come deputati a molte funzioni vitali. Da un lato è molto crudele la sperimentazione su condannati o su figli di nessuno, dall'altro intenerisce la disperazione per la morte quasi sicura della donna amata." 
 
Molti recensori lamentano la supposta incomprensibilità del titolo italiano evocante Satana: credo di aver presentato materiale sufficiente e convincente per rispondere ai loro dubbi.   

domenica 20 settembre 2020


CARL GROSSMANN,
UN SERIAL KILLER CANNIBALE


Carl Friedrich Wilhelm Grossmann (1863 - 1922) è stato un serial killer cannibale e predatore sessuale, soprannominato "Macellaio di Berlino". Spesso il suo nome di battesimo è scritto Karl anziché Carl. Nell'ortografia tradizionale il cognome è scritto Großmann. Nacque il 13 dicembre 1863 nella città di Neuruppin, nel Brandeburgo, in quello che all'epoca era il Regno di Prussia. Si conosce assai poco della sua infanzia. Il padre esercitava la professione di straccivendolo, così si può dedurre che fosse di bassa condizione sociale. Sappiamo che già da giovanissimo Carl manifestò forti pulsioni sadiche e perversioni sessuali, che lo portavano a infliggere ai coetanei di entrambi i sessi molestie e violenze. Torturava anche gli animali. La sua fu un esistenza oscura e miserabile. Visse a Berlino come mendicante tra il 1879 e il 1895. Nel 1899 fu arrestato per aver violentato una bambina di 4 anni (morta dopo il giudizio) e averne molestata una di 10 anni. Per questi crimini subì una condanna al carcere, tutto sommato abbastanza mite, che finì di scontare nel 1913. Abitò quindi a Friedrichshain, un quartiere malfamato di Berlino. In tale luogo sordido visse fino al termine della sua sanguinaria esistenza. Dopo abbondanti libagioni abbordava le prostitute in una piazza conosciuta come Andreasplatz e le conduceva nel suo piccolo appartamento. Dopo aver fatto sesso sfrenato le uccideva a colpi d'ascia e le decapitava. Procedeva subito alla macellazione dei corpi, selezionando le parti commestibili. Ciò che non poteva essere utile, come le ossa e il cuoio capelluto, lo faceva sparire in un canale, occultandolo per sempre alla vista degli umani. La carne che aveva messo da parte la cucinava. Ne mangiava secondo i propri bisogni, il resto lo usava per imbottire panini che vendeva al pubblico, in un chiosco che aveva vicino a una stazione ferroviaria non distante dalla propria casa. I resti delle prostitute venivano così ingurgitati da persone che li credevano ghiotta carne di porco: finivano digeriti nello stomaco, scendevano nell'intestino dove erano trasformati in merda, processo a cui seguiva l'espulsione nella cloaca. 
 
Un florido commercio 

Oggi molti credono a baggianate di ogni genere, spinti da ragioni ideologiche e morali. Ad esempio è opinione diffusa tra le masse che una persona malvagia debba necessariamente essere stupida. Già agli avversari politici viene attribuita dai buonisti l'etichetta di "persone non intelligenti". A maggior ragione molti pensano che un criminale, che non si vanti di leggere almeno tre libri al giorno, sia per sua stessa natura un idiota. Altra baggianata a cui il volgo presta gran fede è quella secondo cui la carne umana sarebbe "disgustosa". Invece è succulenta. Coloro che mangiavano i panini cannibalici di Grossmann, ne apprezzavano moltissimo il sapore, ignorandone la provenienza! Accadeva questo, che molti gli chiedessero dove si fosse procurato quella carne così deliziosa. Lui non era uno stolto e sapeva bene che non doveva inoltrarsi in discorsi pericolosi. Non rispondeva alle domande o si mostrava evasivo, citando fantomatici fornitori. Soltanto in pochi notarono qualcosa di inconsueto nel sapore della carne, ma i loro dubbi furono ignorati. La vendita di panini imbottiti di carne umana ebbe un tale successo da fornire al serial killer di che vivere con un certo agio. Siccome tale esercizio andava alimentato di continuo, era perenne la ricerca di nuove vittime da macellare. Tanto abbondante fu la carne che riusciva a ottenere con i suoi omicidi, che poteva vendere il surplus al mercato nero. Passò a uccidere e macellare anche bambini e adolescenti, quindi arrivò ad usare la carne di cani e di gatti per integrazioni. Il problema dell'eliminazione dei resti umani non processabili si faceva ogni giorno più pressante e difficile a gestirsi. Così capitò che il canale in cui gettava questi residui di macellazione divenne simile a un orrido ossario. Nessuno sembrava accorgersene, ma a un certo punto la polizia ricevette numerose segnalazioni e cominciò a indagare, anche se senza successo. 

 
Un uomo evitato da tutti 
 
Mentre torme di berlinesi facevano la coda per poter divorare i panini a base di carne umana venduti da Grossmann, diversa era l'opinione che di lui avevano i suoi vicini di casa. Lo consideravano un uomo inquietante e pericoloso, una specie di stregone o di necromante, così si tenevano alla larga da lui e non si immischiavano nei suoi affari. Ne avevano grande paura, la sua stessa presenza dava loro i brividi. Posso ben comprendere questo sgomento: basta guardare una fotografia dell'antropofago per accorgersi che i suoi occhi irradiavano una luce diabolica. Il quello sguarda c'era qualcosa di inumano, di estraneo, difficilmente descrivibile con le limitate parole di questa lingua imperfetta. Come sappiamo, l'orrore ha un effetto ipnotico. Per quanto avessero paura, le persone osservavano in modo morboso, senza mai distogliere l'attenzione. A un certo punto qualcuno notò che troppo spesso delle donne entravano nell'appartamento di quell'individuo sinistro, senza più uscirne. Si sentivano urla strazianti, seguite da rumori sospetti che si protraevano per tutta la notte: erano i rumori prodotti dalla macellazione dei cadaveri! L'estrema riservatezza di queste persone per molto tempo impedì loro di reagire rivolgendosi alle forze dell'ordine.  
 
La resa dei conti 
 
Nel 1918 il cannibale di Neuruppin stuprò un bambino che aveva trovato solo per strada, ma anziché ucciderlo lo lasciò andare, limitandosi a minacciarlo di morte nel caso avesse rivelato qualcosa sul loro incontro. Tuttavia la vittima riferì tutto ai genitori e la notizia giunse alla polizia, che fu in grado di elaborare un identikit del violatore. Grazie a questo episodio gli investigatori cominciarono a sospettare del venditore di panini imbottiti, giungendo a collegarlo con il continuo rinvenimento di ossa umane nel canale di Luisenstadt. Alcuni residui di macellazione erano finiti nel fiume Spree, dove erano stati avvistati a notevole distanza. Nel 1921 un gruppo di bambini si imbatté sotto un ponte nei corpi di due prostitute, decapitati e atrocemente dilaniati. Di lì a poco i resti di altre tre donne furono rinvenute in una pozza da un vagabondo. Mancavano tuttavia le prove concrete del coinvolgimento del tetro macellaio. Le indagini sembravano sul punto di arenarsi, anche perché ostacolate dall'omertà delle prostitute, quando un giorno accadde qualcosa di inaspettato. Era il 21 agosto. I vicini di Grossmann, pervasi dal terrore, si decisero a denunciarlo dopo aver udito urla insolitamente forti e raccapriccianti, cessate di colpo. Accadde così che la polizia fece irruzione nell'appartamento del sospettato, nel cuore della notte, trovando l'uomo a letto sul corpo di una prostituta appena macellata, in un lago di sangue. Immediatamente scattarono le manette. L'accusa fu omicidio di primo grado. Sul luogo del delitto furono scoperte macchie di sangue che permisero di provare altri tre omicidi. Il processo fu lungo ed estenuante. Il cannibale si rifiutò di confessare ed irritava gli inquirenti col suo atteggiamento altezzoso. Tutti sapevano che era responsabile di un numero di vittime molto maggiore, ma si poté procedere soltanto per quattro omicidi. Avvenne quindi un colpo di scena. L'imputato si suicidò il 5 luglio 1922, all'età di 58 anni, e questo è un dato di fatto. Secondo quanto riportato da Blazek (2009), Grossmann non poté essere condannato a morte, perché si impiccò in cella, prima che il processo potesse giungere al termine. Altri riportano invece che Grossmann fu effettivamente condannato a morte, impiccandosi prima della data fissata per l'esecuzione (es. Pacicco, 2008; Wikipedia in italiano, 2020). Le stesse fonti riportano anche il dettaglio della reazione del Macellaio di Berlino, che si sarebbe messo a ridere nell'udire il giudice pronunciare la sentenza. Riporto il link all'articolo di Pacicco: 
 
 
A chi prestar fede? Credo di aver risolto la questione. Dopo un'attenta ricerca ho reperito questo brevissimo articolo apparso sull'East Mississippi Times il 14 agosto 1922:  
 
 
German Bluebeard Takes Own Life
Berlin. Germany. -Germany's notorious bluebeard, Karl Grossmann, committed suicide by hanging, a half hour before he was to be taken to the criminal court where he was undergoing trial for murder. He had admitted his guilt, in the case of four women, but was suspected of murdering twenty, who either mysteriously disappeared or were found horribly mutilated.   

Questa testimonianza sembra dare ragione a Blazek e confermerebbe che la sentenza di morte non era ancora stata emessa quando Grossmann si suicidò. A distanza di tanto tempo non è facile ricostruire scientificamente ogni dettaglio dell'accaduto. In ogni caso il mito delle risate del Macellaio Pazzo nell'istante della propria condanna a morte è diventato un meme e si è alquanto diffuso nel Web: la sua origine andrebbe indagata a fondo. Il contagio memetico è responsabile anche di altre distorsioni, in apparenza più banali ma non meno significative. Solo per fare un esempio, c'è chi riporta il nominativo del serial killer come Georg Karl Grossmann anziché come Carl Friedrich Wilhelm Grossmann. Anche questo è un fenomeno meritevole di studio. 

In vino veritas 
 
Questo ebbe a dire il Macellaio di Berlino a un suo conoscente, durante una sessione di libagioni sfrenate a Friedrichshain, proprio nel 1921:
 
„Ich arbeite nicht, morde nur die Leute und nehme ihnen das Geld weg. Ich bin Schlächter von Beruf, schlachte aber kein Vieh, sondern nur Frauen. Ich schneide sie in Stücke und verbrenne die Stücke. Den Pferden steche ich die Augen, den Hunden schneide ich die Augen mit einem Messer aus, und die kleinen Kinder schlage ich mit einem Stein tot.“ 

Traduco per chi non conosce la lingua tedesca: 
 
"Non lavoro, uccido le persone e porto loro via i soldi. Sono un macellaio di mestiere, ma non macello bestiame, solo donne. Le taglio a pezzi e brucio i pezzi. Ho pugnalato gli occhi dei cavalli, ho tagliato gli occhi dei cani con un coltello e ho picchiato a morte i bambini piccoli con una pietra." 

Non è improbabile che questa dichiarazione del cannibale, resa in stato di ebbrezza, sia stata la vera causa della sua cattura. Dopo anni in cui aveva dato prova di grande astuzia, Grossmann era caduto in preda al delirio di onnipotenza, finendo così nella trappola dell'eccesso di sicurezza. Ho rinvenuto questo importante documento sul sito di Die Welt:   


La carne nera 

Pochi sono al corrente delle condizioni di vita in Germania nella prima metà del XX secolo. Solo per fare un esempio, la carne di cane era molto consumata dal Lumpenproletariat ed era chiamata schwarzes Fleisch, alla lettera "carne nera". È un interessante caso di tabù verbale. Esiste anche un vocabolo simile e tuttora in uso, Schwarzfleisch, che però designa la carne affumicata. Riporto l'abstract, da me tradotto, dell'articolo di P. Geppert dell'Università Ludwig Maximilian di Baviera (1992), Dog slaughtering in Germany in the 19th and 20th centuries with special consideration of the Munich area (Macellazione di cani in Germania nel XIX e nel XX secolo con speciale considerazione dell'area di Monaco): 
 

"Nel XIX secolo sorse la macellazione professionale di cani e anche la vendita pubblica di carne di cane. Queste macellazioni e vendite erano praticate principalmente dai macellai di cavalli. In Germania i cani erano stati per lo più macellati in Sassonia, Slesia, Anhalt e Baviera. Dal 1905 al 1940 è stata ispezionata la carne di 235.144 cani. Ma il vero numero di cani macellati era certamente maggiore. Eppure negli anni '50 i cani venivano macellati professionalmente. Dopo il 1960 il massacro cessò. Sporadicamente la carne di cane è stata utilizzata come cibo umano fino al 1985. Il numero annuo di cani macellati dipendeva da fattori economici come salari, prezzi della carne, disponibilità di carne e tasse canine. I cani erano anche macellati per produrre grasso come rimedio. La macellazione dei cani è stata già discussa nel XIX secolo. Dopo il 1930 fu chiamato per l'abolizione dell'ordine di ispezione per i cani o per il divieto di macellazione dei cani. Dopo quattro leggi degli anni 1954, 1963 e 1985 la macellazione dei cani per la produzione di cibo umano è stata finalmente vietata nel 1986."

L'autore omette di menzionare che questa pratica era già stata vietata da Hitler, anche se clandestinamente continuava, riprendendo con vigore dopo la caduta del Reich. 
 
Direi che è più difficile trovare qualche studioso tanto onesto da menzionare il cannibalismo in Germania, che coesisteva col consumo di carne canina. La carne umana non era affatto sconosciuta come cibo, con buona pace di chi ancora considera il cannibalismo "una cosa da negri". Nulla è più lontano dalla realtà di un simile luogo comune. L'antropofagia è un costume antichissimo dell'intero genere umano fin da epoca immemorabile. Combattuto da molte religioni già prima dell'avvento del moneteismo, nel corso dei millenni finì con l'essere quasi rimosso, ma mai del tutto. In Germania all'epoca della Grande Guerra, quando imperversava una tremenda carestia, molte persone scomparivano e le loro carni finivano vendute al mercato nero.   
 
La leggenda di Anastasia 
 
Carl Grossmann entrò a far parte della tradizione popolare della Slesia. Si racconta che una nobildonna russa scomparsa, Anastasia, fuggì dai Bolscevichi che volevano fucilarla. Giunse così in Polonia e da lì in Germania, dove esercitò il mestiere della prostituta, assumendo il nome di Franziska Schamzkowski. Si narra anche che Grossmann la portò nel suo appartamento il 13 agosto 1920, la uccise e la macellò, come era suo costume. Nel diario dell'assassino è registrata in quello stesso giorno una certa Sasnovski, il cui nome è un'evidente corruzione grafica di Schamzkowski. Per alcuni la Schamzkowski era soltanto una prostituta polacca nativa di Bytów e l'intera narrazione della fuga dell'aristocratica russa è soltanto una fabbricazione di fantasia.   

Ironia americana
 

Sul New York Times apparve questo titolo a caratteri cubitali: "BUTCHER HELD FOR KILLING TWENTY GIRLS AND SELLING FLESH" (sottotitolo: "SLAYER IS HELD TO BE DEMENTED"). Proprio sotto, sulla colonna sinistra, compare lo slogan pubblicitario "Talk About BACON" con l'immagine un uomo intento ad annusare voluttuosamente alcune fette di pancetta affumicata! 

Alcune riflessioni sul caso Grossmann
 
La personalità di Grossmann era assai bizzarra: univa pulsioni sessuali insaziabili alla sete di sangue e a una crudeltà infernale. Oltre al cannibalismo, molti sono gli aspetti a dir poco aberranti della sua indole: era un pedofilo, un infanticida, uno zooerasta, un seviziatore di animali e un necrofilo. Sorgono alcuni problemi non indifferenti. Cosa dovremmo farne di un uomo simile? Cosa dovrebbe farne la società di un uomo simile? Perché nasce un uomo simile? Ovviamente un mostro deve essere rimosso dalla società affinché non possa più nuocere. Per quanto riguarda l'origine dei mostri, è senza dubbio metafisica. Non risolve nulla la stupida tendenza contemporanea a classificare come "orientamento sessuale" ciò che è considerato lecito e a liquidare come "parafilia" ciò che è problematico. Si tratta soltanto di un tabù verbale che non sottende alcuna differenza di ontologia. La parafilia di oggi può essere, mutato il contesto, l'orientamento sessuale di domani. Quindi il mostro può benissimo fare irruzione e porre le basi di una società di mostri! Se vogliamo limitarci alla mera codifica genetica, possiamo elaborare una spiegazione abbastanza semplice dell'esistenza delle aberrazioni, basandoci sul concetto di selezione e di ereditarietà mendeliana. 
 
In una società tribale, l'efferatezza può essere un valore aggiunto. Un uomo come Grossmann, in un contesto di lotte perenni tra gruppi ostili, può acquisire grande fama di guerriero e diventare un capo potente. Se stupra, uccide, tortura, mutila, e cannibalizza persone di una tribù nemica, elimina minacce per la propria tribù. Giunto a una posizione di comando, il suo seme ha grandi possibilità di essere sparso in ventri fecondi e di generare una strirpe consistente - e tra questi rampolli ve ne saranno senza dubbio alcuni che erediteranno le truci inclinazioni paterne. Se questo capo rivolge invece il sadismo e la ferocia contro il proprio popolo, sarà ritenuto un tiranno. Non è tra l'altro detto che un popolo riesca a liberarsi facilmente di un tiranno. Tutto ciò spiega in ultima analisi come mai esistano tuttora serial killer di questo genere. Sono caratteri genetici oggigiorno indesiderabili e dannosi, che quando furono selezionati erano in qualche misura desiderabili e utili. Questa è la verità sulla specie umana. 

venerdì 18 settembre 2020


CARL PANZRAM,
LO SPIRITO DELL'ODIO E DELLA VENDETTA

Carl Panzram (28 giugno 1891 - 5 settembre 1930) è stato un serial killer, incendiario, scassinatore, rapinatore e sodomizzatore violento. Nacque a East Grand Forks, nel Minnesota, dagli immigrati prussiani Johann e Matilda Gottlieb "Lizzie" Panzram. Crebbe nella fattoria di famiglia con cinque fratelli e una sorella. I suoi erano grandi lavoratori, ma ignoranti, poveri e ottusi, come ebbe a riconoscere egli stesso. Il fratelli lo punivano spesso, data la sua attitudine a rubare. Il padre, che dilapidava i soldi in alcol e prostitute, a un certo punto fece perdere le proprie tracce.
 
Nel corso della sua turbolenta esistenza Carl Panzram usò svariati soprannomi: Carl Baldwin, Jefferson Davis, Jeff Davis, Jefferson Rhodes, Jeff Rhodes, Jack Allen, Jefferson Baldwin, John King, Captain John K. O'Leary, Copper John, The River Pirate.  

Confessò di aver ucciso 21 uomini e di aver commesso sodomia violenta su più di 1.000 uomini e ragazzi. Alcuni riportano 22 omicidi confessati, ma ho potuto vedere un documento scritto di suo pugno, in cui si legge 21. Questo è il testo originale: "In my lifetime I have murdered 21 human beings, I have committed thousuands of burglaries, robberies, larcenies, arsons and last but not least I have committed sodomy on mere than 1000 male human beings. For all of these things I am not the least bit sorry. I have no conscience so that does not worry me." Sommando tuttavia le confessioni avvenute in diverse occasioni, il conto non torna comunque e si ottiene un numero maggiore (10 marinai, un ragazzino, 6 vogatori, due ragazzini, altri due ragazzini, uno strillone, un ladro, un uomo mai identificato e un caposquadra carcerario, per un totale di 25). Soltanto 5 di questi omicidi hanno potuto essere accertati, tuttavia si ha il sospetto che abbia ucciso un numero molto più grande di uomini, forse addirittura un centinaio. La discrepanza si potrebbe spiegare ammettendo che non considerasse esseri umani molte delle sue vittime, sopprattutto in Africa, dove ha imperversato. 

Biografia sintetica

Già da piccolo Carl Panzram sentiva di avere in sé qualcosa di strano. Questo riportano le cronache: a 6 anni era un ladro e un bugiardo; a 8 anni, nel 1899, comparve davanti alla corte minorile per ubriachezza e "condotta disordinata"; a 11 anni, nel 1903, fu arrestato e incarcerato con l'accusa di essere un alcolizzato incorreggibile. In quello stesso anno rubò dalla casa di un vicino una torta, delle mele e un revolver. Per punirlo, i genitori lo mandarono alla Minnesota State Training School, un istituto che godeva di una fama terribile. Tra quelle mura Carl subì ogni genere di abusi. Per vendicarsi incendiò quel luogo e riuscì a non farsi scoprire. Agli inizi del 1905 rubò soldi dal portafoglio di sua madre e fu rilasciato sulla parola dalla scuola. Quando aveva 14 anni fuggì di casa e divenne un vagabondo che viaggiava servendosi dei vagoni merci delle ferrovie. In seguito dichiarò che durante uno di quei viaggi fu stuprato da un gruppo di vagabondi. Questa violenza subita lasciò in lui segni profondi. 
 
Nel 1906, a quindici anni, si ubriacò in un saloon nel Montana ed ebbe l'insana idea di arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti (alcuni riportano che fu nel 1907, ma fa testo quanto egli scrisse). Ben presto iniziarono i problemi. Fu sorpreso a rubare qualche spicciolo dall'ufficio del comandante. Per questo furto fu giudicato dalla corte marziale e condannato a tre anni di detenzione nella caserma disciplinare di Fort Leavenworth. In seguito affermò che quell'esperienza distrusse in lui ogni traccia di bontà residua, insegnandogli che la vera natura dell'essere umano è maligna. Quando ebbe finito di scontare la sua pena, nel 1910, fu congedato con disonore (condizone che negli States comporta la perdita di numerosi diritti civili). Da quel momento la sua vita fu tutta un susseguirsi spasmodico di atti criminali, arresti ed evasioni. Fu imprigionato in California, in Texas, in Idaho, in Montana, in Oregon, in Connecticut e a Washington D.C., ogni volta fornendo nomi diversi. A quanto pare in America non esisteva l'obbligo di portare con sé documenti d'identita, e forse è così ancora oggi: quando una persona arrivava in uno Stato, poteva fornire le generalità che desiderava. Anche in caso di arresto, chiunque poteva finire registrato con un nominativo di fantasia. Non esisteva nessun interesse a indagare sulla vera identità dei detenuti e a connettere eventualmente crimini compiuti in altri stati. Forse è stato questo punto debole del sistema giudiziario ad impedire a Panzram di finire presto all'ergastolo per ostinata reiterazione di reati comuni come furti e aggressioni. Durante la sua reclusione si ribellava ai carcerieri, sfidandoli e ricevendo punizioni corporali continue per rappresaglia. Fu battuto come un cencio e messo in isolamento un'infinità di volte, eppure il suo desiderio era sempre uno solo: riuscire a liberarsi e uccidere i suoi aguzzini nel peggiore dei modi! Egli era la "rabbia personificata", per usare una sua colorita espressione. Infieriva sulle sue vittime, penetrando il loro intestino con il fallo eretto e portandovi devastazione. Annientò numerosissi uomini, umiliandoli, degradandoli, depositando loro lo sperma nelle feci.
 
Ebbe pochi lavori onesti. In un'occasione fece il crumiro contro i dipendenti iscritti al sindacato. Lavorò come steward su una nave di trasporto dell'esercito, venendo cacciato quando fu risaputo che lavorava in stato di ebbrezza. Nell'inverno del 1910 mosse a sud, verso Ciudad Juárez, avendo intenzione di arruolarsi nell'esercito federale del Messico. Si unì ai rivoluzionari di Pascual Orozco e poté assistere a spaventosi massacri di prigionieri. Si dice che questi fatti lo influenzarono profondamente, condizionando il suo modus operandi negli anni a venire. Nel 1911 era già tornato negli Stati Uniti. Dopo diversi arresti ed evasioni, nel 1915 subì una dura condanna a sette anni, da scontare nel penitenziario statale di Salem, nell'Oregon. Il direttore del carcere, Harry Minto, sottoponeva i prigionieri a un regime durissimo. Tuttavia Panzram non fu piegato e anzi giurò che non avrebbe mai scontato i suoi sette anni di pena. Aiutò a fuggire il compagno di cella Otto Hooker, che uccise Minto (subito sostituito dal fratello John, non meno bastardo): quella fu la sua prima partecipazione nota ad un omicidio. Evase a sua volta nel 1917, ma fu presto ricatturato. Fuggì di nuovo l'anno dopo e questa volta riuscì a raggiungere New York e si imbarcò, iniziando un periodo di viaggi e finendo fino in Perù, ove lavorò in una miniera di rame. Si spostò poi in Cile, quindi fu a Londra, a Edimburgo, a Parigi e ad Amburgo. 
 
Qualcosa lo spinse a ritornare negli Stati Uniti. Si recò a New Haven, nel Connecticut, dove svaligiò l'abitazione di William Howard Taft, a cui attribuiva la causa della sua prigionia a Leavenworth. Rubò molti soldi e obbligazioni, oltre alla pistola di Taft. Con i proventi del furto comperò uno yacht chiamato Akista, con cui iniziò una nuova attività: a New York attirava i marinai facendoli ubriacare, poi li torturava, li sodomizzava e li uccideva sparando loro in gola con la pistola di Taft, quindi gettava in mare i corpi fatti a pezzi. In tutto ne uccise dieci in questo modo. Poi lo yacht colò a picco dopo essersi incagliato nei pressi di Atlantic City. Due marinai con l'ano devastato poterono mettersi in salvo dalla sua furia fuggendo a nuoto. Ancora qualche arresto per furto e qualche evasione, poi nel 1921 si imbarcò su una nave diretta in Angola. Sbarcato a Luanda, lavorò come caposquadra su una piattaforma petrolifera, che diede presto alle fiamme. Sodomizzò un ragazzo di 11 anni, rompendogli il cranio fino a fargli uscire frammenti di cervello dalle orecchie - come ebbe a scrivere in seguito nel suo diario. In una terra senza legge, poteva dare libero corso ai suoi impulsi violenti. Ancora bramoso di uccidere, noleggiò una barca con 6 vogatori, sparò loro nella schiena, abbattendoli uno dopo l'altro, quindi diede poi i cadaveri in pasto ai coccodrilli. Nell'autobiografia chiamava queste sue vittime "niggers", mostrando nei loro confronti il massimo disprezzo.

Nel 1922 era di nuovo in America, dove stuprò ed uccise due ragazzini, uno a Salem e l'altro vicino a New Haven. Al primo fracassò il cranio contro una roccia, il secondo lo strangolò. In seguito rubò lo yacht del capo della polizia di New Rochelle e prese con sé un ragazzo di nome George Walosin, che finì più volte posseduto carnalmente, prima di guadagnare la riva e mettersi in salvo dall'impeto sodomitico. In quel periodo Panzram aveva ucciso un uomo che si era introdotto nello yacht con l'intenzione di rubare, e per inveterata abitudine aveva gettato nel fiume il corpo estinto. Non passò molto che l'irrequieto serial killer fu arrestato a New York con l'accusa di aver pugnalato una donna, certa Dorothy Kaufman di Greenberg. Questo era evidentemente il frutto della calunnia e dell'errore giudiziario: Panzram era un gentiluomo con le donne e non torse mai loro un solo capello, tutta la sua violenza era rivolta contro il genere maschile. Condannato a cinque anni di reclusione, fu infine prosciolto e liberato nel 1928. Nello stesso anno fu arrestato per l'ennesima volta in seguito alla sua irruzione nella casa di un dentista, a Baltimora, Washington D.C. 
 
Nel corso dell'interrogatorio, Panzram confessò di aver soppresso tre ragazzini dall'inizio del mese in corso, tra cui uno strillone, che forse aveva irritato i suoi nervi acustici. Rivelò anche alcuni suoi desiderata poco realistici: progettava di avvelenare le riserve idriche di una grande città e di provocare l'affondamento di una nave britannica per far scoppiare una guerra tra gli States e il Regno Unito. Gli omicidi dei tre ragazzi non poterono essere provati. Tuttavia, dato il suo curriculum criminale che fu riconosciuto immenso, finì condannato a 25 anni di carcere. Durante la reclusione ottenne un lavoro nella lavanderia. Subito avvertì il direttore che se qualcuno avesse anche soltanto osato dargli fastidio, avrebbe reagito uccidendolo all'istante. Così avvenne: il caposquadra della lavanderia carceraria era un insopportabile bullo che si divertiva a dare a tutti il tormento. Il serial killer afferrò una spranga e lo ridusse in poltiglia con estrema gioia. Per questo fu processato per omicidio e condannato a morte. Così commentò la sentenza capitale: "Non vedo l'ora di avere un posto a sedere sulla sedia elettrica o ballare alla fine di una corda come fanno alcune persone alla loro notte di nozze". Quindi aggiunse: "Il mio motto è: rapinali tutti, stuprali tutti, uccidili tutti!" Quando salì sul patibolo, fu preso dalla frenesia. Prima sputò in faccia al boia, poi gli rivolse queste parole: "Sì, sbrigati, bastardo dell'Indiana! Potrei uccidere una dozzina di uomini mentre stai armeggiando col cappio!" (Yes, hurry it up, you Hoosier bastard! I could kill a dozen men while you're screwing around!"). La sua tomba è senza nome, identificata soltanto dal numero del detenuto: 31614. 
 
Carl Panzram e l'omosessualità  

Sappiamo che il nostro serial killer preferito si congiunse carnalmente a una donna una sola volta nella sua vita, avendone in cambio una gonorrea devastante. A causa di ciò, egli decise scientemente di non avere più alcun contatto col genere femminile per il resto dei suoi giorni, dedicandosi unicamente ad atti di sodomia violenta su persone del suo stesso sesso. Tutto ciò confuta le perniciose dottrine politically correct del genderismo e dell'orientamento sessuale, dimostrando che un uomo può decidere senza sottostare al conformismo cosa fare del proprio corpo... e di quello altrui! Per colmo del paradosso, nessuna femminista radicale dei nostri tempi degenerati potrebbe rivolgere all'uomo di East Grand Forks la benché minima accusa, visto che egli non diede mai fastidio mai a nessuna. Magari le Erinni getterebbero fuori dalla tomba il cadavere di persone vissute secoli fa accusandole di "sessismo", intonando i cori greci delle molestiadi, ma non troveranno mai nulla contro Carl Panzram, di qui alla Fine dei Tempi. 
 
Il dogmatismo medico e i suoi limiti 
 
Com'è risaputo, i medici propugnano l'idea che l'alcol, non metabolizzabile dai giovani, danneggi la crescita in modo irrimediabile. Mi piacerebbe capire come spiegherebbero il caso di Carl Panzram, ubriaco già a 8 anni, etilista a 11, che crescendo divenne gigantesco e robustissimo, simile a Conan il Barbaro. Così, tanto per farmi un'idea dei loro futili balbettamenti pierangelisti! 
 
Un'astuzia degna di Ulisse 
 
Durante la sua permanenza nel carcere di Salem, Panzram rubò qualche dozzina di bottiglie di essenza di limone (un liquore potentissimo, in pratica etanolo aromatizzato). Non ne bevve, ma distribuì prontamente le bottiglie agli altri galeotti, che tracannarono all'istante, scatenando un putiferio infernale. Approfittando della confusione, appiccò un incendio e poté evadere. Fu presto catturato, ma il piano era geniale. Sarebbe interessante capire come mai i gestori della prigione detenevano quel materiale inebriante. Proprio loro, così ligi alla morale evangelica astemia ostentata dalle autorità morali degli States.
 
Carl Panzram e i Cainiti 
 
Quando Carl Panzram fu condannato a morte per impiccagione, subito si attivarono numerosi sostenitori del buonismo politically correct (ebbene sì, esisteva già, anche se non si chiamava così) per salvarlo dall'esecuzione. Del resto era scritto anche nella Bibbia: Nessuno tocchi Caino. In nome dei diritti umani volevano che al condannato fosse risparmiata la vita. Quando lui venne a saperlo fu preso dall'ira e affermò che li avrebbe ammazzati tutti con gioia, dal primo all'ultimo, strangolandoli con le proprie mani! 

Carl Panzram o del libero arbitrio 
 
Qualcuno ha detto che Carl Panzram era il prodotto del sistema carcerario americano, basato sull'austera e punitiva etica protestante. Tutta la sua aspra esistenza viene da costoro letta come una reazione, spesso automatica, alle coercizione e alle punizioni inflitte. Mi sono però anche imbattuto in opinioni diverse. In un commento a un thread su Youtube, un navigatore ha formulato l'ipotesi che Carl Panzram sia stato afflitto già da giovanissimo da un'otite purilenta. L'infezione gli sarebbe arrivata al cervello, scatenando in lui un irrefrenabile impulso alla violenza, al crimine e all'omicidio. In ogni caso, qualunque sia stato il fattore scatenante, si capisce che l'idea cattolica del Libero Arbitrio debba necessariamente andare in crisi. Si segnala un paradosso religioso notevole: il sistema legislativo americano si fonda sul Libero Arbitrio professato della Chiesa di Roma e non sul Servo Arbitrio enunciato da Lutero, pur essendo quella nazione retta da istituzioni plasmate dalla Riforma.   

Il nichilismo di Carl Panzram   

L'uomo di East Forks affermò di non credere a Dio e neppure al Diavolo, proprio come non credeva nell'essere umano come metro e misura dell'Universo. Non credeva nel Principio Antropico, prorpio come non ci credo io. Queste sono le sue parole, subito dopo la confessione dei suoi efferati crimini: "I don't believe in man, God nor devil. I hate the whole damed human race including myself". Fin da bambino sviluppò una feroce avversione verso la religione cristiana dei suoi precettori, di cui gli fu sempre evidente l'ipocrisia. Quando fu portato alla Minnesota State Training School, gli furono poste molte domande. Gli fu chiesto se il padre bevesse, se la madre fosse una prostituta, se avesse mai subìto sodomia o se si fosse mai masturbato.  

Più elevate aspirazioni 
 
Pur appartenendo per nascita al mondo del White trash, Carl Panzram aveva un'intelligenza incredibilmente vivace, che irradiava idee potenti, raggi del Sole Nero del Nichilismo. Idee che per il suo ambiente di origine avrebbero dovuto essere inconcepibili. Egli anelava a una sola cosa: il completo annientamento del genere umano e della vita nel Cosmo! Ora pongo ai pasdaran materialisti dell'evoluzionismo di Darwin una domanda simile a uno strale: "Secondo voi, cosa accade quando in una specie compare anche soltanto un individuo che ne desidera l'annichimilento? Credete che chi è condannato dal Genio della Specie ad essere un reietto sparisca sempre nel Nulla senza lasciare traccia?" Ve lo dico io cosa accade qunado compare un individuo siffatto: quella specie è condannata! Panzram credette di agire utilizzando i metodi del crimine comune, distruggendo la propria vita senza poter realizzare i propri aneliti. Si trovava in una ambiente che lo limitava e gli impediva quasi di muoversi. Ebbene, altri verranno dopo di lui e porteranno il loro contributo alla Fine di Homo sapiens, alla Fine della Biologia!

Esegesi lovecraftiana 

In un racconto del Solitario di Providence, Oltre il muro del sonno (Beyond the Wall of Sleep, 1919), si parla di Joe Slater, un uomo imprigionato in una realtà brutale e miserabile, a cui si ribellava con atti di violenza inaudita. Alla fine si riusciva ad appurare che egli era un alieno fatto di puro Spirito, che un tempo vagava come un vento nero negli abissi siderali più profondi, finché ebbe uno scontro con un innominabile nemico che lo sconfisse e lo fece precipitare nella Schiavitù Planetaria. Ecco, io credo fermamente che questa sorprendente narrazione contenga un nucleo di verità e che presenti singolari punti in comune con il mistero dell'esistenza di Carl Panzram!
 
Letture e approfondimenti nel Web
 
Questi sono alcuni link molto interessanti:  



Le fonti andrebbero verificate con cura e incrociate, anche se mi rendo conto che è un lavoro immane: noto che la biografia pubblicata sul sito La Tela Nera non menziona affatto il primo periodo di prigionia a Leavenworth, solo per fare un esempio. In caso di dubbio, a far testo deve essere quanto il serial killer scrisse con le proprie mani. Questo è il link: 


Soprattutto è utile la visione del film documentario Carl Panzram: The Spirit of Hatred and Vengeance (John Borowski, 2011), che non mi risulta sia uscito in Italia. 
 
 
CARL PANZRAM:
THE SPIRIT OF HATRED AND VENGEANCE
 
 
Anno: 2011
Paese: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Durata: 80 min

Regia: John Borowski 
Produttore: John Borowski
Produttore associato: Mark Berry
Produttore esecutivo: Douglas Wynne
Genere: Documentario
Distribuzione: Waterfront Productions
Interpreti e personaggi: 
   John DiMaggio: Carl Panzram (voce)
   Tom Lodewyck: Carl Panzram (adulto)
   David Salmonson: Carl Panzram (giovane)
   Brett Jetmund: Charlie Panzram
   David Weiss: Henry Lesser
   Douglas Wynne: Colonnello Peak
   Matthew Aaron: Torturatore
   David Schmidt: Guardia sghignazzante
   William Frederick Knight: Robert Stroud (voce)
   Henry Lesser: se stesso (guardia carceraria)
   G. Thomas Gitchoff: se stesso (criminologo)
   Mark Gado: se stesso (investigatore)
   Scott Christianson: se stesso (attivista dei diritti umani)
   Katherine Ramsland: se stessa (psicologa forense)
   Charlie Rodgers: se stesso (archivista)
   Joe Coleman: se stesso (artista)
   Joel Goodman: se stesso (Ufficio Federale delle Prigioni)
   Kenneth M. LaMaster: se stesso (storico)
   Charles Dudley Martin: se stesso (procuratore)
Premi: 2012 Director's Choice Award - Chicago Horror Film
   Festival
Budget (stimato): 150.000 dollari US
Sito ufficiale:
Canale YouTube:

Sinossi:
Il film di Borowski ripercorre la vita di Carl Panzram e narra la sua amicizia con una giovane guardia carceraria, Henry Lesser, che gli dona un dollaro e lo convince a scrivere la sua autobiografia. Il serial killer compone un eccezionale testo di 40.000 parole, che documenta la propria intera esistenza fatta di prigionia, torture, stupri e omicidi. 
 
Recensione: 
Molto realistico e ricchissimo di particolari inediti, questo capolavoro avrebbe meritato una maggiore diffusione. Purtroppo così non è stato. Con mia grande sorpresa ha anche ricevuto alcune critiche nel Web. Un commentatore ha insinuato un'accusa di apologia criminale nei confronti del regista, a suo avviso reo di aver descritto Lesser come un eroe e Panzram come una specie di Sherpa che cercava di convincere l'umanità a cambiare i suoi modi di vita. 
 
Una canzone struggente fa parte della colonna sonora del documentario di Borowski. Mi è rimasta impressa all'istante. 


JUST BORN BAD 
 
Scritta ed eseguita da: World Famous Crawlspace Brothers
(Ethan Urban e Rich Hillen Jr.)
 
Testo: 

I was just born bad
the bad come to me
bad the only thing I learned
through a life of misery
The building of the gallows
outside my prison cell
They did tie the noose to hang me
and send me back to hell
I was just 13
my first time out on parole
Jumped up on a boxcar
and became a hobo
Started in stealing
and burglary at will
Prison taught me how to hate
how to lie and how to kill
I was just born bad
as bad as I could be
Take a life, got to give your life
is what they said to me 
Stole a little money
and bought myself a boat
After I raped the crew
I shot'em all right through the throat
I went around in West Africa
put out from the docks
Had my way with all the men
and I feed them to the crocs
I was just born bad
as bad as I could be
Take a life, got to give your life
is what they said to me
Stuck me in this prison
the first thing they ever did
Was wait for someone to bother me
and I killed the first one that did
Now they're building up the scaffold
to lay me in the ground
But I could hung a dozen men
in the time they fooled around
I was just born bad
as bad as I could be
Take a life, got to give your life
is what they said to me
I was just born bad
as bad as I could be
Take a life, got to give your life
is what they said to me

Etimologia del cognome Panzram 

Ebbene, il cognome Panzram è quanto di più misterioso si possa trovare. Non sembrano esserci proposte etimologiche convincenti, né si trovano grandi risorse per affrontare il problema. Il suffissoide -ram potrebbe significare "corvo" e derivare dal protogermanico *χraβnaz, come negli antroponimi maschili Wolfram (alla lettera "Lupo-Corvo"), Guntram (alla lettera "Corvo della Battaglia") e Bertram (alla lettera "Corvo Splendente"). La parola tedesca comune per indicare il corvo è Rabe, dalla stessa radice. Il primo membro del composto Panzram sembrerebbe essere Panz, che in tedesco renano significa "stomaco, ventre" (prestito dal francese antico pance, a sua volta derivato dal latino pantex). La parola, rara nel tedesco standard, ha la forma plurale Pänz "stomaci, ventri", con Umlaut. Esiste anche un altro significato di Panz, ossia "bambino" (il plurale è Pänz, Penz "bambini"). Non è chiaro se sia un semplice slittamento semantico di Panz "ventre" ("ventre di donna gravida" > "bambino") o se sia un semplice caso di omofonia. Panzram potrebbe dunque una kenning e significare "corvo del ventre" (ossia "avvoltoio") oppure "corvo dei bambini" (ossia "orco, predatore sessuale"). Se queste supposizioni fossero vere, in entrambi i casi getterebbero una luce sinistra sul capostipite della stirpe. Comunque va tenuto presente che lo spettro della paretimologia è sempre in agguato. Esistono attestazioni della variante Banzram, che sembra creare ulteriori problemi. Sono riportate varianti anche più strane, classificate come errori ortografici: Ponzram, Panzlam, Panzrama, Panzrram, Panzarm, Pnazram, Panzrma (Namespedia.com). Il mistero si infittisce. C'è poi il problema dell'adattamento fonetico dei cognomi tedeschi nell'inglese d'America. La pronuncia tedesca è /'pantsram/, mentre in America è usata la pronuncia ortografica /'pæn(d)zræm/. Dato che nell'inglese americano le consonanti finali sono in genere assai fievoli o addirittura mute, molti hanno equivocato il cognome trascrivendolo Panzran, con -n finale. A un certo punto ho persino pensato che la sillaba panz- potesse derivare dalla parola romaní pandž "cinque". Sappiamo che i Lanzichenecchi usavano un linguaggio criptico che derivava gran parte del lessico dal romaní: è ben possibile che panz in questa parlata significasse "cinque". Si noterà che in Afghanistan esiste il cognome Panjram e che in India si ha la variante Panchram. Possono essere o meno coincidenze. Mi auspico studi più approfonditi.  

Ho scoperto che esiste una certa Sabine Panzram, una studiosa di filologia germanica, che però non sembra aver scritto nulla sull'origine del proprio cognome.