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martedì 8 dicembre 2015

 

IL PIANETA DI SATANA

Autore: Mike Resnick
Titolo originale: Walpurgis III
Editore: Mondadori (Urania 984)
Prima pubblicazione: 1982
Pubblicazione su Urania: Novembre 1984
Copertina: Giuseppe Festino

Sinossi (da Mondourania):
Conrad Bland è Satana incarnato, un essere così immensamente malvagio che se qualcuno non s'incaricherà di fermarlo finirà per distruggere ogni vita nell'Universo. Jenko è l'assassino più efficiente di tutta la Galassia, ed è a lui che la Repubblica affida il compito di eliminare Bland. Ma Bland ha trovato asilo su Walpurgis III, un pianeta di Satanisti Antirepubblicani che si preparano a difenderlo con ogni mezzo. Il duello all'ultimo sangue sarà dunque tra un assassino solitario e un intero pianeta di malvagi scatenati.

Recensione:
Un autentico capolavoro, unico nel suo genere. Suo grandissimo pregio è quello di andare contro la peggiore pestilenza della nostra epoca: la dottrina del Principio Antropico. L'autore afferma in modo deciso e strenuo l'idea del Male Metafisico, che nel mondo odierno gode di ben pochi sostenitori (di cui uno, fierissimo, è proprio il sottoscritto). Data questa premessa importantissima, sorvolo sull'amicizia di Resnick con Anton Szandor LaVey. Anche se l'autore si professa "ebreo ateo", mostra di conoscere bene la Chiesa di Satana, il cui culto dell'edonismo egoista è largamente illustrato nel libro. Il pianeta Walpurgis III, la cui popolazione deriva per intero da un'antica colonizzazione ad opera di adoratori del Maligno, è il centro dell'azione. La cosa più singolare è però il personaggio di Conrad Bland, che irrompe come un astro mortifero nella narrazione. Qualcuno, non ricordo più chi, disse che egli incarna il concetto manicheo del Male, inteso come essenza propria e non come assenza di qualcosa. Definizione molto acuta. Nella buona sostanza, non mi convince l'etichetta di "ateo" che Resnick stesso si è dato. Difficile credere che un uomo che "non crede a nulla" - come l'autore si definisce - possa concepire un personaggio simile. La cosa è tanto più stupefacente se si considera che l'intero panorama del pensiero moderno è animato da una totale avversione verso il concetto stesso di esistenza del Male come qualcosa in grado di trovare in sé la sua spiegazione. 

Queste sono alcune citazioni di Conrad Bland: 

Il male ha una giustificazione in se stesso. Di conseguenza sono prive di senso spiegazioni come potere, piacere e profitto.

Se uccidi una persona, sei un assassino. Se uccidi un milione di persone, sei un conquistatore. Se uccidi tutti, se un dio.

Confusione e Caos sono le ancelle del Male.

Il male non ammette alternative.

Perché mai qualcuno vorrebbe andare all'Inferno, se non per impadronirsene? 

Il trionfo del male è inevitabile come il succedersi delle stagioni.  

Ancora una volta viene smentito il pregiudizio della natura asettica di Urania. Il killer Jenko, che si ritrova a vagabondare su Walpurgis III in cerca di un modo per uccidere il genocida Conrad Bland, entra in un tempio dove assiste a una celebrazione satanica. Una ragazza gli si offre per un rapporto sodomitico durante la Messa Nera. Jenko non si tira indietro e la penetra nell'ano, fino ad eiacularle dentro, nelle feci. E non basta: "Nella successiva mezz'ora, con svariati partners d'ambo i sessi, si ritrovò a dovere partecipare ad atti tanto degradanti che finora aveva creduto esistessero solo nella fantasia contorta dei più volgari pornografi della Repubblica." Che dire? I lettori bulimici, che leggono una riga sì e dieci no, con ogni probabilità si sono persi questo brano.

Segnalo la recensione di Moreno Pavanello, pubblicata sul blog Storie da Birreria


È interessante, anche se non entusiastica come la mia. Mi lasciano perplessi alcuni passaggi, come questo: 

"Simpatico il world building, secondo cui un mondo basato totalmente su culti che prevedono spesso sacrifici umani e altre simpatiche usanze spesso in contrasto tra loro (e tante volte anche abbastanza ridicole, come le donne che vanno in giro a seno nudo), comunque riesca a stare insieme." 

L'usanza delle donne a seno nudo si trovava ad esempio nell'antica Creta, e difficilmente si possono liquidare i costumi delle sue matriarche come semplici carnevalate. Per quanto riguarda il dubbio che un mondo i cui abitanti hanno usanze tanto eterogenee possa stare insieme, mi sembra infondato, considerata la storia del pianeta Terra, in cui si trovano nazioni non meno inconsistenti di Walpurgis III. Eppure in qualche modo riescono a sopravvivere. Un esempio? Gli Stati Uniti d'America.

E ancora: 

"Insomma, questo libro è proprio il più classico degli Urania: corto, scorrevole, divertente, senza eccessive pretese di complessità o profondità. Perfetto da portare in spiaggia. Se invece cercate qualcosa di più profondo, potete anche guardare da un'altra parte."

Penso di aver dimostrato che non solo non si tratta di un romanzo superficiale, ma che in esso sono trattati temi filosofici e morali di cruciale importanza.

Note: Spero di dare una risposta soddisfacente alla curiosità di molti navigatori sull'enigmatica nave nella copertina di Urania 984. La copertina di Giuseppe Festino non appartiene in realtà a quest'opera, ma fu scambiata per errore con quella del numero precedente di Urania, L'equazione del Giorno del Giudizio, di R.A. Lafferty. Si vede in essa un Jenko stralunato che si nasconde dietro un muro, mentre passano alcune donne lascive col seno scoperto, intente a trasportare un inconsueto feretro: il corpo di un felino deceduto.