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mercoledì 29 marzo 2023

 
LA BOMBA INFORMATICA

Titolo originale: Le bombe informatique 
Autore: Paul Virilio 
Paese: Francia 
Anno: 1999 
Lingua originale: Francese 
Tipologia: Saggio 
Argomenti: Filosofia, bioetica, media, nuove tecnologie,
  s
cienza, divulgazione scientifica, informatica, cambiamento 
  sociale, antiamericanismo, americanofobia  
Stile: Febbrile, convulsionario 
1a ed. italiana: Gennaio 2000
Editore: Raffaello Cortina Editore 
Collana: Scienza e idee, n. 59 
Direttore della collana: Giulio Giorello
Formato: Libro, copertina flessibile  
Pagine: 160 pagg. 
Traduttore: Gabriele Piana* 
Codice ISBN (10 cifre): 88-7078-611-0 
Codice ISBN (13 cifre): 9788870786118 

*Alcune fonti riportano erroneamente Giovanni Piana, il filosofo teoretico. 

L'autore:
Paul Virilio (Parigi, 1932 - Rueil-Malmaison, 2018) è considerato uno tra i più originali filosofi nel panorama internazionale del secondo '900. Scrittore, urbanista, teorico culturale, esperto di nuove tecnologie, ha insegnato al Collège International de Philosophie di Parigi. Le sue principali idee fisse erano l'architettura obliqua e la combinazione della tecnologia con la velocità in una dromosfera. Poco importa se tutto ciò è fumoso e vago. In Francia le cose funzionano così. Altre opere pubblicate da Raffaello Cortina Editore: L'incidente del futuro (2002), Città Panico (2004), L'Arte dell'accecamento (2007), L'Università del disastro (2008). 

Ascendenza dell'autore: 
Il padre di Paul Virilio era un comunista italiano. La madre era una cattolica conservatrice bretone, vandeana nello spirito.

Sinossi (da Ibs.it): 
"L'autore svolge una spietata critica degli eccessi della scienza contemporanea. Quest'ultima non tenderebbe più alla scoperta di una verità utile all'umanità, ma si evolverebbe unicamente alla ricerca di performance limite estremamente pericolose (clonazione, eutanasia tramite computer, alimenti transgenici, mucca pazza, ecc.). Ciò che stupisce nel testo di Virilio è soprattutto la straordinaria ricchezza di riferimenti all'attualità: politica, economia, cinema, arte, moda, pubblicità, non vi è argomento su cui non si eserciti l'ironia feroce del filosofo francese." 
 
Risvolto: 
"Basta sfiorare una tastiera per avere la morte al proprio servizio. Nel mondo plasmato dalle tecno-scienze - tra mucche pazze e pecore clonate, cibi transgenici ed eutanasia ordinata al computer, piogge tossiche e funghetti alla Cernobyl - il pericolo maggiore, stando a Virilio, viene dalla bomba informatica, ben peggiore di quella al neutrone, poiché, prima della carne, essa devasta l'anima. In una società che si compiace di non riconoscere più alcuna frontiera (dunque nemmeno alcun limite) e che produce la fusione/confusione dell'arte con la pornografia, del misticismo con la moda, della pubblicità con la ricerca, gli adulti "restano sempre fanciulli" (come diceva l'egiziano a Socrate, nel Timeo), ma senza l'innocenza di Peter Pan. Il tragico è tutto qui: man mano che calcolatore, rete, realtà virtuale, ecc., si impadroniscono di quella che un tempo era detta "l'invisibile verità dei corpi" rendendola trasparente, scopriamo che non c'è più veritàcorpo."     

Citazione iniziale: 

Nessuno saprà cosa sarà "reale" per gli uomini 
al termine delle guerre che cominciano ora. 
WERNER HEISENBERG

Recensione: 
Ho letto La bomba informatica nel lontano 2006. La persona da cui sentii nominare Virilio per la prima volta, lo definiva "catastrofico". Dando un'occhiata al risvolto, mi era sembrato un testo interessante. Come mi sono immerso nella lettura, ho subito pensato che fosse difficile, pastoso, convulso, contraddittorio, con frammenti ispirati che affiorano da un mare di insensatezza. Teorico delle nuove tecnologie, Virilio non era certo immune da disonestà intellettuale. Ha anche ricevuto diverse accuse di uso abusivo di termini tecnici e tecnologici (Sokal, Bricmont, 1997). Inoltre apparteneva alla variegata, bizzarra e talvolta livida categoria dei cattolici francesi, molto diversi da quelli che vediamo nel Bel Paese, ma pur sempre servi attivi e operanti della più pericolosa tra le micronazioni: il Papato. Bisogna scorporare la religione dalla resistenza al postmodernismo per ottenere dal testo frammenti degni di nota e addirittura profetici - anche se si percepisce sempre qualcosa di storto. 

Callido come il protagonista
del
Roman de Renart  

Con un'astuzia da volpe, l'autore ha fatto leva sulla tecnofobia degli anziani: si tenga conto che quando il libro uscì non esisteva ancora la massa dei nativi digitali. Più in generale, ha cercato di diffondere una neofobia di origine religiosa e moralistica, utilizzando il ben collaudato sistema dello spauracchio, che per secoli i preti hanno usato come un randello. Volete che vi parli di un paio di vetusti neofobi che ho avuto la (s)ventura di conoscere negli anni '80 e '90 dello scorso secolo? Eccovi serviti. 
 
1) Ricordo l'attempato R., che conobbi nell'infelice comune di Valmadrera e che ormai sarà senza dubbio tra le ombre dell'Ade, dato l'inesorabile scorrere del tempo. Era un individuo calvo, poco istruito, che si esprimeva rozzamente, esponendo idee alquanto bislacche. Secondo la sua argomentazione strampalata, la tecnologia moderna sarebbe un pericolo gravissimo per il genere umano, perché (udite, udite) a forza di comprimere l'informazione, prima o poi questa finirebbe con l'esplodere! Secondo R., ogni computer conterrebbe dei chip miniaturizzati tramite pompe ad aria in grado di comprimerli sempre di più, fisicamente, istante dopo istante, fino ad arrivare all'ineluttabile scoppio del terminale. R. aveva un timore folle dello stesso computer che si trovava sulla sua scrivania. Biascicava rosari come antidoto alla sua paura superstiziosa, pregava a ciclo continuo perché la macchina non esplodesse proprio mentre lui si trovava in ufficio al lavoro. 
 
2) Una vecchiarda di Albiate, nella profonda Brianza, aveva il folle terrore dell'energia atomica. Quando ci fu l'improvvido referendum sul nucleare (le cui conseguenze ancora stiamo pagando), questa invereconda megera strepitava come se avesse le convulsioni. Cercava di convincere tutti a votare contro il nucleare. Quando un amico le chiese il perché di una tale paura irrazionale, lei rispose con questa scomposta esclamazione di sgomento, formulata nel locale dialetto galloitalico: "Se s'ciopa ul nücleu!!!" La traduzione è "Se scoppia il nucleo!!!" Secondo lei sarebbe esistita un'entità maligna chiamata "nücleu", simile a una palla gigantesca penzolante dal cielo e invisibile, che avrebbe corso il concreto pericolo di esplodere da un momento all'altro, annientando l'intero genere umano. Al solo pensiero si smerdava nelle mutande. Come nel caso del valmadrerasco R., questa figura grottesca sgranava rosari senza sosta. Le preghiere e le formule ecclesiastiche, storpiate dalla sua ignoranza assoluta del latino, si riducevano a mantra ridicoli, come "titìbi titàbi" (contrazione del Prologo di Giovanni: "Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis"). 

Oggi nessuno crederebbe che personaggi simili possano esistere. Sono finiti nella tomba. Se c'è ancora qualche superstite, raggiungerà presto i suoi simili. Le trasformazioni sociali sono irreversibili e la paura non inverte la freccia temporale. 

Virilio, Berlusconi e il Berlusconismo 

A quanto ci dice Carlo Formenti nella postfazione al saggio, Virilio fu addirittura traumatizzato da Berlusconi e dal suo successo elettorale (pagg. 145-146). Nel corso della sua opera, il filosofo francese cita il magnate di Arcore una sola volta, pur riportandone alcune parole rivelatrici, che confermano l'idea portante secondo cui l'Italia è in qualche modo un laboratorio politico americano, uno strumento di colonizzazione, di americanizzazione capillare della società. Ecco il brano in questione (pag. 25):

""Quelli che non amano la televisione non amano l'America!", pretendeva Berlusconi, nel corso di una memorabile campagna elettorale all'italiana. In passato, si sarebbe già potuto dire altrettanto di quelli che non amavano il cinema, e oggi lo si potrebbe dire di quelli che non amano Internet o le future autostrade dell'informazione, quelli che non ritengono opportuno aderire ciecamente ai deliri dei metafisici della tecnocultura." 

Non dobbiamo dimenticarci che Berlusconi è stato l'Alfiere dell'Americanismo, colui che ha disinnescato gli anni di piombo diffondendo in Italia il Paninarismo, ottenendo il potere tramite l'astuta manipolazione della stupidità del 90% della popolazione, sfruttando la leva della religione calcistica. Nessun inquirente fu mai capace di accertare la natura della sua prodigiosa capacità di moltiplicare il denaro. Se dicessi che lo faceva grazie a una macchinetta datagli in comodato da Mefistofele, sarei considerato un pazzo complottista! Fatto sta che è riuscito in quasi tutti i suoi intenti. Virilio nel lontano 1999 ha capito che qualcosa di inquietante e pericoloso si stava sviluppando nel Bel Paese. 

Virilio e Dick 

Sempre nella postafazione, Formenti afferma di non ricordare se l'autore avesse o meno menzionato il grande Philip K. Dick. Fa quindi un lungo e interessante commento (pag. 142):  

"Ebbene, il mito che la controcultura americana degli anni Sessanta ha costruito attorno alla figura di Dick deve non poco a un romanzo, La svastica sul sole nel quale lo scrittore immagina un mondo parallelo in cui gli Stati Uniti hanno perso la guerra e sono divenuti una colonia del Terzo Reich. Uno studioso italiano di letteratura angloamericana ha brillantemente decostruito la metafora del romanzo, mettendo a nudo l'ossessione ideologica della generazione che ha vissuto la tragedia della "sporca guerra" del Vietnam, e il modo in cui l'immaginario dello scrittore ha saputo darle voce. La "tesi" di Dick era che la Seconda guerra mondiale non fosse mai finita: apparentemente gli Stati Uniti l'avevano vinta, ma al prezzo di consegnare il paese nelle mani del sistema militare-industriale, il che aveva finito per uccidere la democrazia americana, cancellandone le differenze rispetto alla cultura totalitaria degli sconfitti."

Noto che il linguaggio usato da Formenti è virtualmente indistinguibile da quello di Virilio - che in realtà non ha menzionato in modo esplicito Dick nell'opera in analisi. Si tratta in ogni caso di un'analisi oltremodo interessante.  

Virilio e il Transumanismo 

Terrorizzato dalla clonazione, il filosofo francese si smerdava addosso alla sola idea che questa tecnica dell'ingegneria genetica potesse dimostrare l'inesistenza del suo Dio. Eccolo animato dal furore, agitare la mannaia del "secondo Natura", astenendosi forse per buon gusto dal menzionare la distruzione di Sodoma e Gomorra (pag. 32):

"Con questo nuovo superconservatorismo della materia vivente, al di fuori delle "vie naturali", che si è insidiosamente sviluppato nelle culture, nelle mentalità durante questo periodo inaudito, questo mezzo secolo di dissuasione nucleare in cui siamo effettivamente diventati degli ostaggi, temporaneamente risparmiati, dei popoli di morti-viventi."

E ancora, subito dopo (pagg. 32-33): 

"Sopravvivenza virtuale del criogenismo, voga del cocooning, movimento NDE (Near Death Experience) del dottor Moody, moltiplicazione delle sette escatologiche o pseudoscientifiche e tecnologiche... Prodezze degli innesti virtuali e delle nanomacchine, bioculture in vitro e in vivo, che già applicano all'organismo umano lo scambio standard dei pezzi di ricambio della meccanica; intercambiabilità di nuovi esseri transumani, e infine repressione definitiva del mal di vivere, poiché tramite una  possibile sostituzione dei corpi donati gli uomini potrebbero ancora nutrire la speranza di sopravvivere a se stessi pur avendo cessato di esistere..." 

Quando ha scritto queste parole, Virilio era in preda a un fortissimo senso di contaminazione e a un'angoscia totalizzante. Cercava di tenere fuori l'Orrore dal perimetro della sua stanza. 

Ancora il Fantasma di Braunau,
usato come un randello
 

Virilio lo dice esplicitamente: tutto ciò che non gli piace, porta direttamente ad Adolf Hitler e alla sua opera di annientamento del genere umano. Ecco un significativo sunto delle sue idee (pagg. 47-48):

"Già nel corso degli anni Venti del Novecento, quando aveva avuto occasione di vedere, a Berlino, le opere degli espressionisti tedeschi, il grande mercante di quadri René Gimpel aveva provato paura, ritenendo che esse non facessero presagire niente di buono. Egli non avrebbe tardato a verificare, nel campo di concentramento di Neuengamme (dove doveva morire il primo gennaio 1945), ciò "che, a partire da un'idea quasi ingenua chiamata amore, l'immaginazione umana poteva concepire d'orribile, fino alla macabra danza dipinta sul muro dei carnai". Come si sarà dunque notato, fino a quel momento i nuovi artisti si accontentavano di utilizzare cadaveri di animali conservati nella formalina, limitandosi per l'uomo a semplici calchi anatomici." 

Si giunge così alla pretesa di affermare un'assurda catena di causazione che non si limita a collegare tra loro l'Espressionismo ad Auschwitz: il movimento artistico è ritenuto il portento funesto che ha annunciato i campi di sterminio e che ha reso possibile la loro esistenza. 

Le opinioni di Virilio sull'eutanasia

Ha avuto la sua influenza sull'autore il fatto di essere stato educato da una madre sostenitrice dei Re Taumaturghi, una nuova Giovanna d'Arco sempre pronta a sguainare la spada per difendere la Fede. Non stupisce che le idee in campo etico da lui propugnate siano piuttosto rancide, un po' come quelle di Houellebecq. Riporto un estratto particolarmente significativo (pag. 4):

"Esaminiamo, per esempio, il caso Bob Dent-Philip Nitschke. TI giovedì 26 settembre 1996 Bob Dent, un sessantenne colpito da un cancro, fu il primo al mondo a mettere in prat ica una legge australiana in vi gore a partire dal primo luglio dello stesso anno: il TERMINAL ACT.
Collegato a un computer che gestiva il suo sistema di perfusione sanguigna, Dent ha detto sì una prima volta alla macchina messa a punto dal suo medico curante, il dottor Nitschke.
Al termine di una proroga legale di nove giorni, ha cliccato sì una seconda volta. La domanda era allora: "Se battete SÌ, vi sarà somministrata un'iniezione mortale tra trenta secondi e morirete"
A partire dall'insieme di questi fatti - nove mesi per nascere senza scegliere, nove giorni per morire volontariamente e trenta secondi per cambiare parere - si pone la questione del limite della scienza, di una scienza che si apparenta con la sparizione terapeutica. Scienza del la sparizione programmata o suicidio assistito tramite computer?"   

Quello che Virilio si rifiuta di considerare è il pericolo estremo di una dittatura della "sacralità della vita", che impedisce ai viventi di liberarsi da una condizione divenuta insostenibile, li espropria del loro corpo e della loro capacità decisionale, li costringe ad agonizzare come larve su una lettiera di escrementi e di vomito! Contro tutto ciò insorgo ed insorgerò finché mi resterà anche una sola fibra di volontà, anche un debolissimo anelito! Sia sempre lode al Dottor Jacob "Jack" Kevorkian! 

Profezie e peduncoli rosa 

L'autore nel frattempo è uscito dal Mondo dei Vivi e non può vedere gli ulteriori sviluppi di un'umanità ben più deprimente e allucinata di quella che aveva previsto. Non può vedere i giovani su Chaturbate, che si guadagnano da vivere masturbandosi per ore davanti a una telecamera. Ragazzi e ragazze hanno un peduncolo rosa infilato nell'ano e continuano fino allo sfinimento a manipolarsi i genitali. Non hanno più una seppur vaga parvenza di vita: sono murati vivi nei loro loculi. Non escono nemmeno per fare la spesa. Ordinano tramite computer tutto ciò di cui hanno bisogno, pagando con la carta di credito. Poco dopo il loro ordine, le merci richieste vengono loro recapitate da un fattorino. Aprono la porta soltanto quanto basta per introdurre in casa il cibo, le bevande e quant'altro, poi tornano all'ossessiva manustuprazione. Ecco, se potesse assistere a tutti questi sviluppi, forse il francese direbbe che sono nati dalla Rivoluzione Informatica, a sua volta resa possibile dall'abbandono della morale cattolica. Oppure direbbe centomila altre cose, afferrando un numero infinito di citazioni, frammenti di memoria sparsi come schegge in una città esplosa.  

Un finale farneticante 

A un certo punto Virilio parte per la tangente. Si mette a delirare, a sciorinare proposizioni folli, manicomiali, incredibilmente molteplici e raffazzonate, accavallate l'una sull'altra. Farfuglia in preda a spaventose febbri ideologiche, le sue parole accelerano, diventano quasi indistinguibili, si compenetrano a vicenda, si ibridizzano. Unico filo conduttore: la pazzia furiosa!  

Soluzioni viriliane? 

Appurato che il Web è un immane mostro che ci vuole assimilare e annientare, cosa possiamo fare? Che soluzione indica in concreto Virilio? Tornare all'Ancien Régime? Consacrare come Re nella cattedrale di Reims un improbabile erede dei Merovingi? In concreto, non mi sembra che nel testo sia fatta anche soltanto una vaga menzione di un plausibile rimedio al virus che ha fatto irruzione nelle nostre vite, trasformando la realtà col suo contagio. Bisogna restare nel Web e presidiare la trincea. Che altro si può fare? 

sabato 25 marzo 2023


E-DOLL

Titolo originale: e-Doll
AKA: Il fabbricante di sorrisi 
Autore: Francesco Verso
1ª ed. originale: 2009 
2ª edizione: 2012
3ª edizione: 2015
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza, noir, hard-boiled
Sottogenere: Cyber-sex-punk 
Lingua originale: Italiano 
Editore: Arnoldo Mondadori Editore;
      Kipple Officina Libraria; Mincione Edizioni 
Collana (Mondadori): Urania 
  Numero: 1552 
Collana (Mincione): Future Fiction 
Pagine (Urania): 304 pagg.
Codice ISBN (Kipple): 9788895414867 
Premi: Premio Urania 2008 

Sinossi (da MondoUrania.com):
"Donna morta, rannicchiata in posizione fetale. Bagno di sangue, liquidi ovunque. Bella mattinata mi si prospetta... Eri una squillo? Una di quelle disposte a tutto? Persino a farsi passare per una bambola di plastica?... Il polpastrello dell'investigatore sfiora una superficie tonda. Ne segue il percorso finché non tocca il prisma cilindrico della pompa cardiaca... 'Accidenti! Credevo... invece non è una donna.'" Ma se non è una donna, cos'altro è la vittima? La risposta viene da oltre il confine dell'umano, racchiusa in una sigla che si può pronunciare "e-doll" oppure "idol". Loro servono a questo, a vivere gli eccessi senza superarli, a eccedere senza causare altri inutili eccessi. Solo che, stavolta, l'esperimento è andato tragicamente male.

Sinossi (da Futurefiction.org):
Romanzo vincitore del premio Urania Mondadori 2008. 
Da tempo le abitudini sessuali degli esseri umani hanno subito un'evoluzione epocale grazie alla creazione degli e-Doll: più sofisticati dei normali androidi, i replicanti denominati e-Doll rappresentano la risposta definitiva alla richiesta di una sessualità senza limiti da parte di un'umanità previdente ma al tempo stesso decadente.
Maya, irrequieta adolescente moscovita, si finge un e-Doll e conduce una doppia vita. Da una parte è una studentessa svogliata, dall'altra si vende per sentirsi amata. Angel, un e-Doll ermafrodito esperto nell'arte amatoria, medita su come diventare un essere umano. I due protagonisti s'incontreranno in sessoteca e si scambieranno qualche cosa che li avvicinerà alla realizzazione di se stessi.
e-Doll è un noir fantascientifico che ci invita a riflettere sui limiti del concetto di "natura umana".

Trama: 
Mosca. Anno del Signore 2053. Il cadavere di una donna viene trovato in un cesso. Riverso accanto alla tazza, tra sangue e altri fluidi corporei. Arrivano il Tenente Igor Gankin e il cadetto Aleksej Shaparov per le indagini. Presto scoprono che non si tratta di un essere umano di sesso femminile, bensì di un simulacro robotico del tipo conosciuto come e-Doll e usato per soddisfare le pulsioni sessuali. A fabbricare queste mirabili creature è una grande azienda, la Silitron, il cui motto è "Fate l'amore. Vivrete meglio, vivrete di più!" Non si tratta di semplici giocattoli. Impossibili a distinguersi a colpo d'occhio dagli esseri umani, questi androidi sono provvisti di parola e della capacità di operare autonomamente. Hanno in circolo miliardi di nanobot, ossia robot microscopici, che assicurano loro la capacità di autoripararsi. In pratica sono quasi immortali. Il problema è quel "quasi": in questo specifico caso il danno è stato troppo grande e non c'è possibilità di recupero. Nel corso delle indagini, Gankin viene a scoprire che il caso di cui si sta occupando non è affatto isolato. Moltissimi e-Doll sono stati distrutti in tutto il mondo, come se fosse in atto un progetto di annientamento. Il poliziotto si rivolge così proprio al capo della Silitron, Grigorij Kursilov, ideatore degli e-Doll, detto il Fabbricante di Sorrisi. L'origine di questo soprannome è chiara. Con la sua opera, Kursilov ha reso possibili milioni di orgasmi intensissimi, sconvolgenti. Così spiega a Gankin che il motto della Silitron descrive una concreta realtà e non si limita ad essere una mera strategia di marketing. Due ambigui personaggi interagiscono tra loro, conoscendosi in sessoteca: l'e-Doll ermafrodita Angel e la problematica figlia adolescente dello stesso Fabbricante di Sorrisi, Maya Kursilova. Maya, sconvolta dalle tempeste ormonali della sua età, stravede a tal punto per i simulacri sessuali da desiderare di assumere la loro identità, incurante dei gravissimi pericoli che corre. Il percorso esistenziale dell'ermafrodita Angel è l'inverso di quello della giovane Maya, dato che vorrebbe diventare umano. Nella relazione che nasce tra loro, cercano qualcosa in grado di avvicinarle alla realizzazione dei loro più profondi desideri. Le linee narrative che scaturiscono da Gankin, Angel e Maya, finiscono col convergere fino ad arrivare a un'inaspettata soluzione di ogni mistero. 


Recensione: 
Ho letto questo romanzo appena uscito, nel lontano 2009. Aveva ricevuto il Premio Urania giusto un anno prima, nel 2008 (20a edizione). Quando ho deciso di recensirlo, a molti anni di distanza, mi sono accorto che mi restavano in mente soltanto pochi brandelli di trama, a malapena recuperabili dai banchi di memoria stagnante. Ricordo che non mi era dispiaciuto, anche se non aveva suscitato in me uno sconfinato entusiasmo. Ho dovuto analizzarlo in formato .pdf per ravvivare i ricordi e trovare agevolmente le informazioni cercate, rintracciandole con la giusta paginazione della versione cartacea. L'importanza di e-Doll è soprattutto filosofica ed etica: è ricchissimo di spunti di riflessione sulla natura dell'essere umano, sul suo comportamento e sull'origine ultima della violenza. Tratta inoltre il problema dell'Intelligenza Artificiale e del mistero insondabile della coscienza. Un androide è un essere vivente? Lo si può paragonare a un oggetto inanimato, a un virus oppure a un essere umano? Tutti temi di grandissima attualità, domande cogenti a cui urge trovare una risposta. Si perdoneranno quindi facilmente le occasionali inconsistenze e le bizzarrie che qua e là emergono nel testo. Si nota inoltre una conoscenza profonda della Russia e della sua realtà antropologica, maturata dalla personale esperienza dell'autore, che ha vissuto a lungo a Mosca. 

Il caso del meticcio abbronzato 

Non mancano gli spunti ironici e divertenti. Una cosa si è stampata nella mia mente e mi ha destato l'effetto di un'inalazione di gas esilarante. Si tratta di un brano che riporto in questa sede (Urania n. 1552, pag. 35). I grassetti sono miei. 

"Sergej scuote l'ampolla con maggiore forza, provocando un vistoso attaccamento del liquido ai bordi. 
— Ne dubito. Come può vedere, questo non è sangue umano. Nessun essere vivente può produrre una sostanza così ricca di melatonina e qui dentro ce n'è una concentrazione tale da trasformare un albino in meticcio nel giro di un paio di giorni.
"Melatonina?" si chiede Gankin. "È un cosmetico? Un trattamento estetico d'ultima generazione? Magari una cura a base di unguenti per migliorare le prestazioni sessuali. Qualcuno alla Silitron è in vena di sabotaggi? D'altronde potrebbe anche trattarsi di uno scherzetto della SimVita o di un cantinaro che vuole promuovere i suoi cloni di serie B."

La melanina (pigmento nero del corpo umano) è stata qui confusa con la melatonina (l'ormone che regola il ritmo sonno-veglia), di cui pure è data una sintetica descrizione in un altro passo (Urania n. 1552, pag. 62).  
Evidentemente Gankin e il suo collega non hanno la benché minima idea di cosa sia l'albinismo e non sanno che esistono molti albini nell'Africa Subsahariana. Non sembrano nemmeno avere idea di cosa sia un meticcio - che non è necessariamente scuro di pelle. Solo per fare un esempio, un meticcio europeo-cinese ha la pelle chiara come quella dei suoi genitori. Ebbene, la melatonina non c'entra proprio nulla col colore della pelle. Detto questo, l'autore non deve giustificare nulla. Secondo me è stato un errore cercare di farlo. Non si può attribuire all'autore la colpa del fatto che non funziona il discorso sulla melatonina e sui meticci: se qualcuno descrive due ignoranti in un suo testo, non significa che la loro ignoranza gli debba essere imputata! Del resto, il romanzo è ambientato in Russia, dove hanno idee molto particolari e amano poco la Scienza. Se uno li critica, si becca un'accusa di "russobobia" (!). 

Il problema dell'invecchiamento

Com'è invecchiato e-Doll? Meglio di molte altre opere di SF, anche pubblicate soltanto ieri. Scritto in un'epoca di grandi trasformazioni già in atto, non sempre è riuscito ad essere così predittivo nel campo della tecnologia come ci si sarebbe aspettati, ma solleva sempre questioni sociali del massimo interesse. 
Nel 2053 è menzionato una ventina di volte il congegno chiamato pad, che è in tutto e per tutto simile allo smartphone. Si coglie lo sforzo di descrivere un'umanità che utilizza questi mezzi in ogni istante della giornata, anche se non arrivando ai livelli di tirannia tecnocratica e di dipendenza a cui oggi siamo sottoposti. La cosa in assoluto più difficile è adattare alle macchine la prospettiva dei personaggi di un romanzo. Gli smartphone costituiscono la nostra visuale sull'Universo, ma il nostro modo di concepire le storie si è formato in un tempo in cui simili mezzi non esistevano. Dovremmo descrivere le navigazioni compulsive e nevrotiche fatte anche quando siamo seduti sulla tazza? Dovremmo parlare dei dialoghi fatti con l'Intelligenza Artificiale mentre stiamo defecando? 

Interrogativi etici inediti 

L'uccisione dei simulacri sessuali è citata nel corso del romanzo. "Scusi, ma non ne vengono uccisi tutti i giorni?", chiede il cadetto Aleksej Shaparov a un certo punto (Urania n. 1552, pag. 15). 

Ancora più importante è questa citazione (Urania n. 1552, pag. 138): 

"Gli e-doll neutralizzano la noia atavica degli esseri umani e la rendono un’evenienza passeggera, lieve come una piuma. Inoltre conoscono il modo di sedare quel viscerale bisogno di amore e morte che è congenito alla loro stessa natura. 
Le morti a ripetizione e gli omicidi sessuali inscenati allo scopo di lenire una sofferenza e una depravazione diffusa e mal esorcizzata, servono a questo. E per questo gli e-doll vengono uccisi, sfigurati, smembrati, soffocati, impiccati, seviziati, squartati e quant'altro possa via via estrarsi dall'immaginazione, dal rancore, dalla sperimentazione più ardita e fine a se stessa." 

Qualcuno, a una presentazione del libro, disse che G. (RIP), un amabile e dottissimo vecchietto, sarebbe ringiovanito di 20 anni se ci fossero stati gli e-Doll, se avesse potuto disporne. Immagini ripugnanti mi hanno sconvolto. Non oso pensare al povero e gentile G. intento a stuprare, seviziare, sfigurare e mutilare un e-Doll dalle sembianze di una ragazzina, per poi ucciderlo in modo atroce impiccandolo, soffocandolo,  smembrandolo, squartandolo. G. non nascondeva in sé una belva! Ci sono rimasto di merda a sentire un simile discorso folle! Poco importa che gli e-Doll siano in grado di autoripararsi e di resuscitare, capacità che gli esseri umani non hanno. Domanda: "Uccideresti qualcuno se fossi in grado di farlo poi rivivere?" Ovviamente la risposta è NO. Sempre di uccisione si tratta!  

La teoria idraulica
e la teoria del gusto acquisito

Quella che l'autore afferma in e-Doll è la cosiddetta teoria idraulica della violenza. In parole povere, significa che ogni uomo ha necessità di torturare e uccidere gli inermi: se normalmente non lo fa, è per via della deterrenza della Legge, di quello che Hobbes chiamava Leviatano. Conviene temere il carcere e le punizioni. Quindi, per mantenere il patto sociale, gli esseri umani si astengono dal commettere delitti, pur avendo il sé una natura belluina, pronta ad esplodere se non trova uno sfogo adeguato (ad esempio la guerra, le rivolte, i pogrom, le esecuzioni, etc.). 
Sono invece convinto della validità della teoria del gusto acquisito. Ogni essere umano sperimenta nel corso della sua esistenza una serie di vittorie su una sensazione che all'inizio gli era parsa spiacevole o addirittura disgustosa, per assuefarsi e iniziare ad amare ciò che al primo impatto non gli era molto piaciuto. Ne abbiamo innumerevoli esempi nella vita di tutti i giorni. In campo alimentare si va dal vino secco al gorgonzola e a piacevolezze come il casu martzu. In campo sessuale si va dai pompini al leccare i buchi del culo e via discorrendo. Moltissime donne che ne avevano schifo, sono diventate avide fellatrici e spermatofaghe guardando grandi quantità di materiale pornografico. Così è possibile acquisire ogni cosa, soltanto con un po' di esposizione e di buona volontà. Anche la coprofagia, la necrofilia, il cannibalismo, il sadismo estremo. Esposizione provoca assuefazione. Assuefazione provoca gusto acquisito. Quali sono i limiti etici di questo processo? Simulacri come gli e-Doll avrebbero un effetto devastante sulla società umana. Non solo non farebbero affatto diminuire le violenze e gli omicidi: questi atti aumenterebbero in modo esponenziale, non sarebbero più ritenuti moralmente ripugnanti, si radicherebbero come genere voluttuario. Come direbbe l'Ispettore Derrick, sarebbe la Fine. La Fine di Tutto.

Peculiari scelte stilistiche 

Proprio all'inizio (Urania n. 1552, pag. 7) si legge: "Fa un caldo melenso alle prime luci di un'alba estiva moscovita"
Domanda: il caldo può essere melenso? Forse sì, intendendo la parola "melenso" come "appiccicoso", anche se il suo significato principale è "scemo", "lento nei movimenti". Sulla semantica e sull'origine ignota di questo aggettivo si potrebbero scrivere volumi. In ogni caso è una scelta inconsueta.  
Noto che il Tenente Gankin viene menzionato per cognome, mentre il cadetto Shaparov viene più spesso chiamato Aleskej. Questa scelta non nuoce alla narrazione. 
Mi imbatto in un "post-mortem", scritto col trattino. Mi rendo conto che non tutti sono latinisti. In fin dei conti, le cose che ho menzionato sono più che altro curiosità. 

False etimologie 

Il Fabbricante di Sorrisi fa una disquisizione "filologica" in cui si cimenta in alcune false etimologie: riconduce l'inglese harlot  "prostituta" e il tedesco Hure "prostituta" al greco hierodulai "sacerdotesse" (Urania n. 1552, pag. 91). Tali derivazioni, basate su semplici assonanze fallaci, sono impossibili già soltanto per ragioni fonetiche. Ancora una volta, l'autore non ha colpa se descrive un personaggio che crede fermamente in grossolane scempiaggini. Il problema è che c'è gente che scandaglia migliaia di siti del Web alla ricerca di simili "perle", considerandole vere. Si vede il dramma della Rete a due velocità: c'è chi può accedere a studi sofisticatissimi di linguistica e chi si ostina a basarsi su etimologie popolari ottocentesche, che non dovrebbero nemmeno più circolare.
In altra sede tratterò in modo dettagliato le etimologie delle voci citate. 

Stravaganti mitologemi 

Con buona pace delle credenze del Fabbricante di Sorrisi, il soma, bevanda sacra e rituale dell'antica India, non era la secrezione della ghiandola pineale. Cosa fosse esattamente non lo sa nessuno, si sa soltanto che era un succo estratto da una pianta non identificata, oggetto di culto sacrificale. Ho trovato molto divertenti le scene evocate dalla mia immaginazione leggendo i brani in cui viene glorificato il sangue mestruale. Quello che forse il pubblico scandalizzato non riesce bene a capire, è che nessuno può impedire a un autore di attribuire a un suo personaggio il feticismo del mestruo!  

Curiosità  

In tutto il volume Vladimir Putin non viene menzionato neppure una volta; si cita tuttavia l'educazione Komsomol.  


Altre recensioni e reazioni nel Web 

Il Web si è diviso e polarizzato: appena il romanzo è stato pubblicato, si sono avute da una parte alcune recensioni entusiastiche e dall'altra un gran numero di recensioni fortemente negative, spesso al limite del denigratorio (ricordo una tale Gamberetta che si era accanita in modo particolare). Alcune reazioni (rare) rasentano l'apoteosi. Eccone qualche estratto significativo:

"In definitiva Verso ha mescolato tecnologia, erotismo, affetti famigliari e filosofia, senza dimenticare un accenno alle radici della fantascienza, rappresentate da Asimov e Dick, in un romanzo affascinante, degno vincitore del Premio Urania." 
(Giampaolo Rai, Fantascienza.com) 
https://www.fantascienza.com/13060/e-doll

"... Verso riesce a costruire una storia avvincente e, nello stesso tempo, capace di concedersi riflessioni a voce alta sul destino futuro dell'umanità. È questo forse il compito primario della narrativa odierna di genere – non tanto (o soltanto) riservarsi lo spazio dell’azione e dell’avventura quanto contribuire ad analizzare narrativamente un futuro che stinge già nel presente e che del presente conserva i caratteri dell’incubo e del dolore di vivere ma che ancora potrà forse essere riscattato da un semplice atto d’amore." 
(Giuseppe Panella, Retroguardia) 

"E' parlando di sesso che Verso ci conduce sui campi della narrativa d'anticipazione, attraverso tecnologia e fotografia sociale, lasciando emergere a tratti la riflessione a tratti il thriller, lasciandosi sfuggire qualche afflato filosofico mentre il mistero va a svelarsi e la vicenda trova il suo epilogo in un finale drammatico e - a modo suo - poetico." 
(Fabio Novel, ThrillerMagazine.it) 

Le reazioni negative sono principalmente dovute a due cause: 
1) L'inveterato puritanesimo di uno zoccolo duro di lettori uranisti, pardon, di lettori di Urania; 
2) Motivazioni stilistiche, narrative, tecniche, tutte puramente pretestuose. 

Il summenzionato zoccolo duro puritano non ha origini religiose. Ha le sue origini nello scientismo (cosa ben diversa dalla Scienza). Coloro che ne fanno parte sfoggiano un atteggiamento pedante e sterile da scolarette gnè-gnè-gnè e sono convinti di vivere nella realtà idealizzata dei documentari di Piero Angela, in cui in decenni non si è menzionata nemmeno una volta l'esistenza della merda! Gente simile etichetta come "pornografia" qualsiasi cosa che non sia "lui sopra, lei sotto, al buio, con la camicia col buco"
 
Ecco alcune recensioni negative tratte dal sito Anobii.com:   


Un certo Fayd, convinto che la fantascienza abbia l'imperativo di essere asessuata come le amebe, ha scritto: 

Non mi è piaciuto. Questo è un Giudizio personale, è ovvio.
Ho trovato questo libro assolutamente vuoto. Del porno con sprazzi di filosofia spicciola. Una fatica ad arrivare all'ultima pagina che non avevo mai provato prima. Descrizioni pretenziose quasi ad emulare grandi scrittori di altri tempi.
Scene spinte di coiti spesso violenti e assurdi. Esasperate e asasperanti (sic) riflessioni che sinceramente trovo di una banalità rara.
[...] Se questo è il futuro della fantascienza italiana forse devo cambiare genere oppure devo semplicemente continuare a leggere i "maestri". Mi rituffo in Dan Simmons che avevo lasciato da parte per finire questo strazio. Spero di vedere altra fantascienza italiana nel mondo ....ma badate bene ho detto FANTASCIENZA non pornoscienza o filopornoscienza. 

L'utente HAL9000, più sintetico, ha scritto: 

Nonostante l'elevato numero di pagine, la trama è piuttosto semplice. Lo stile spesso troppo ricercato è appesantito da lunghe ed intricate dissertazioni che rendono la lettura poco scorrevole e un po' stucchevole. Il contenuto a base di sesso "malato" lascia spazio anche a qualche buona idea, ma che non basta a risollevare il romanzo. 

Alex Marchetti ha scritto: 

Le citazioni, i riferimenti e i rimandi a Blade Runner si sprecano in questo saggio filosofico travestito da romanzo di fantascienza. La trama è la leva attraverso la quale l'autore propone e dispone le sue teorie sulla sessualità e sull'evoluzione, a volte fondate, ma più spesso strampalate per servire esse stesse alla trama. 
[...] Ma è nel finale che un romanzo potenzialmente sufficiente perde consistenza, nelle azioni confuse e incoerenti dei personaggi, nel finalino happy end che stride con le pretese neo-noir del resto della storia e, in ultima analisi, nell'assoluta inconsistenza di una vicenda che si riveste di fantascienza senza esserlo.
Insipido come lacrime diluite nell'acqua piovana.

Una chiusura più insensata delle scorregge di un pollo. Questo pensa che "come lacrime diluite nell'acqua piovana" sia diverso da "come lacrime nella pioggia"!  

Altre recensioni non proprio eulogistiche si trovano su Goodreads.com


Riporto poi una frase volante, sentita da A. (si dice il peccato ma non il peccatore): "Fa il verso a Houellebecq"

L'opinione di Zoon

Chiudo infine con l'opinione di Sandro "Zoon" Battisti, pubblicata come commento su Anobii.com e molto condivisibile. La riporto in questa sede:

il romanzo di francesco è un viaggio verso le propaggini di un'umanità che sta abbandonando le sue antiche fattezze. ma è una transumanità che abbonda di malvezzi e deviazioni prossime - se non superiori - all'umano.
l'autore ha messo mano a questi vizi e li ha mostrati, una critica del futuro per parare al presente, e lo ha fatto sostanzialmente bene, riuscendo a coinvolgermi mentre legggevo il libro in posti disagiati e rumorosi. qualche difetto c'è, e direi imputabile più che altro a un editing non accuratissimo, ma la polveriera che è esplosa in concomitanza con la pubblicazione di questo premio urania è meritata, ma immeritate sono molte critiche che si basano, alcune, su un sentito dire o su un tabù ancora intoccabile che è il sesso.
i personaggi principali li ho torvati credibili, e il finale mi ha sorpreso dopo che avevo sbagliato in precedenza almeno tre colpevoli. 

martedì 21 marzo 2023

 
COMPRATEMI TUTTA
 
Titolo originale:  The best of Jack Williamson
Autore: Jack Williamson
Anno: 1978 
Lingua originale: Inglese 
Genere: Fantascienza 
Sottogenere: Space opera, distopia
Tipologia: Antologia di racconti 

Edizione italiana: 18/3/1979
Editore: Arnoldo Mondadori Editore 
Collana: Urania
  (Urania settimanale - Le antologie)
  Numero: 775 
Copertina: Karel Thole 
Traduttore: Riccardo Valla 
Pagine: 154 pagg.
Codice EAN: 5000089600861

Indice:
L'ugualizzatore (The Equalizer)
Venditore ambulante (The Peddler's Nose)
La più felice delle creature (The Happiest Creature)
Il freddo occhio verde (The Cold Green Eye)
Operazione gravità (Operation: Gravity)
Visita alla mamma (Jamboree)
Bel tuffo, ragazzo (The Highest Dive)
Compratemi tutta (Guinevere for Everybody) 


Sinossi (da MondoUrania.com): 
La ragazza era incatenata alla macchina distributrice, il suo richiamo lamentoso si perdeva nella vastità dell'atrio dell'aereoporto. - Ehi, voi... C'è nessuno che voglia comprarmi?... Forse voi, signore? - disse a uno degli assonnati passeggeri appena sbarcati dal jet di Kansas City, fissandolo coi suoi grandi e conturbanti occhi azzurri. - Compratemi voi... compratemi tutta... vedrete che vi piacerò... - Philip Chimberley si fermò, la guardò, inghiottì a fatica. Sulla macchina distributrice, una stereoscopica insegna luminosa diceva: GHISLENA COMPRATELA SUBITO NON E' UN ROBOT... CHE COS'E'? Uno dei poli della narrativa di Jack Williamson è una profonda quanto misteriosa familiarità con gli usi e i costumi degli androidi, un'acutissima sensibilità per la loro psicologia. L'altro polo è un "senso del Cosmo" portato a limiti insuperati e forse insuperabili di spettacolarità. Entrambi i poli sono rappresentati in questa e nella precedente raccolta ("La Stazione della Stella Morta", URANIA n. 773) delle maggiori storie di uno dei maggiori maestri della fantascienza. 

Racconti: 

1) L'ugualizzatore 
Un racconto densamente e compattamente politico, ambientato in una spaventosa distopia orwelliana. La Terra è sotto la dittatura di un presidente trumpiforme e di una mostruosa entità statuale denominata Macchina della Giustizia. Per far sopravvivere questa dittatura, sono necessarie immense quantità di plutonio e di altri materiali radioattivi, così viene inviata una spedizione mineraria sui pianeti della Stella Nera di Barstow, situata a pochi anni luce dalla Terra. Due prigionieri, Jim Cameron e Chad Barstow  sono liberati da Julian Hudd, Segretario Speciale della Macchina della Giustizia. Chad è il nipote di Dane Barstow, scopritore dell'omonima stella e sovversivo. Il gerarca mette i due uomini al corrente di strani avvenimenti: si sono interrotte tutte le comunicazioni con la base lunare di Fort America e con la Terra. Si rende quindi necessario organizzare una spedizione per capire cos'è successo e trovare un rimedio; Jim e Chad sono arruolati. Alla guida viene messo il robusto e fulvo Capitano Rory Doyle, sotto la sorveglianza l'odiosissimo Giustizialista Victor Lord, che ne approfitta per dare il tormento a tutti, abusando della sua autorità. Giunti sulla Luna, trovano la base di Fort America in condizioni di totale abbandono: non si trova più traccia di nessuno, come se ci fosse stata un'evacuazione ordinata. Il mistero è fittissimo. Viene così deciso di recarsi sulla Terra, atterrando nell'antica capitale, Americania, che viene trovata deserta proprio come Fort America. Studiando i resti di un missile, viene trovato qualche indizio su un misterioso evento che ha portato alla cessazione improvvisa del regime. Dopo molte peripezie e colpi di scena, si scoprirà che la causa di tutto ciò è un congegno ai limiti della magia, inventato dal nonno di Chad Barstow. Semplicissimo a prodursi, è in grado di fornire a tutti una quantità infinita di energia pulita e gratuita, ponendo fine all'idea stessa di esistenza dello Stato.   

2) Venditore ambulante 
È la storia di un vagabondo dello spazio, un reietto che gira da un sistema planetario all'altro tentando di rifilare ai nativi pericolose pataccate, rimediando in cambio alcol di pessima qualità. Questo individuo ha un aspetto fisico grottesco e assai peculiare, caratterizzato da un gigantesco nasone! Cerca invano di sfuggire alle autorità che presiedono alla Quarantena, il cui compito è quello di evitare alle genti in grado di compiere viaggi interstellari di entrare in contatto con le popolazioni dei pianeti arretrati. Oltre a questo, le autorità vorrebbero costringere il poveraccio a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per ridurre il suo nasone imponente a un nasino francese! Lui si oppone con furia: ha il terrore che possano ridurre anche il suo fallo!  

3) La più felice delle creature 
Un energumeno ripugnante viene raccattato dal deserto del Nuovo Messico, dalle parti di Albuquerque, e portato su un'astronave. È un individuo violento dal cervello rudimentale, più un umanoide riscimmiato che un essere umano vero e proprio. Quelli dell'astronave gli promettono di dargli una nuova vita beata, a patto che non ne parli con nessuno e che rinunci ad uccidere. Alla fine lo scaricano in un pianeta artificiale che è una brutta copia della terra, proprio in un luogo che somiglia a quel deretano cosmico che è Albuquerque. Ritrova la sua fidanzata, che è ovviamente una copia. Da li in poi tutto gli finisce in merda!

4) Il freddo occhio verde 
Un bambino americano cresce in India tra i monaci di Mahavira ed apprende la loro sapienza. I suoi genitori sono morti durante un viaggio e l'orfano viene inviato nel lontano Kansas, da un'arcigna e bigotta zia, Agatha, che vede come fumo negli occhi ogni minima cosa etichettabile come "non cristiana" e "pagana". La vecchia ha una caratteristica fisica sinistra e inquietanti: i suoi occhi sono di colori diversi, uno bruno e uno verde. Dopo aver cercato con ogni mezzo di imporre la conversione al bambino, sottoponendolo a maltrattamenti e violenze, si renderà infine conto della realtà pericolosissima del Karma...

5) Operazione gravità 
Il Capitano Barron, che comanda la nave da guerra "Starhawk" (ossia "Falco delle Stelle"), riceve la visita di un vecchiaccio oltremodo molesto, che si rivela essere uno scienziato, il Dottor Knedder. Con sommo fastidio del Capitano, la sua amatissima nave viene requisita dall'Ammiraglio (mai menzionato per cognome) e messa a disposizione dello scienziato, che subito la fa da padrone e si comporta in modo spocchioso. L'operazione "Gigante Nano" ha priorità su tutto. Dopo varie peripezie, si comprende che la destinazione del nuovo viaggio è un pianeta situato oltre l'orbita di Plutone. Questo corpo celeste, denominato Cerbero, è piccolissimo ma ha una massa smisurata, in pratica è una stella collassata fatta di materia neutronica. In altre parole, è una nana bianca. Per il Capitano Barron non sarà facile salvare la pelle e tenere a bada il despotico Dottor Knedder, a cui è stato conferito il titolo di Ammiraglio!

6) Visita alla mamma 
Un racconto a dir poco esasperante. La specie umana è stata colpita da una catastrofe che ha ucciso tutti gli adulti. Così la procreazione è affidata a una macchina folle chiamata "Mamma", che si occupa di fabbricare i bebè, chiamati "zampemolli". Questi esseri larvali crescono e diventano odiosissimi Scout, educati nei ranghi da un robot ossessivo chiamato "Papà", dotato di cingoli e fruste, che li sorveglia senza sosta. Ogni anno si tiene una riunione, il cosiddetto "Jamboree". Quando i ragazzi crescono troppo, vengono soppressi e i loro corpi sono utilizzati dalla "Mamma" come pappa genetica per dar vita alla generazione successiva. Uno scout insolitamente intelligente cerca di porre fine a queste aberrazioni facendo esplodere il reattore nucleare che alimenta la "Mamma". Il problema è che fallisce miseramente.  

7) Bel tuffo, ragazzo  
Max Mayfield è impegnato in una pericolosa missione spaziale esplorativa sull'immenso pianeta denominato Atlante, che è una sfida alle leggi della fisica. Ha una massa piccolissima e dimensioni spropositate. La gravità è molto debole ed è facilissimo essere spazzati via dal vento. I colleghi di Mayfield sono il giapponese monco Komatsu e lo slavo ustionato Marutiak; i datori di lavoro sono alieni giganteschi simili a ragni e a stelle marine, impegnati nella ricerca dei misteri del pianeta impossibile. La vita di Mayfield sarà durissima e messa a rischio istante dopo istante, eppure grazie a un suo errore Atlante rivelerà finalmente i suoi segreti!  

8) Compratemi tutta 
Un austero informatico, Chimberley, giunto in un aeroporto si imbatte in qualcosa di sorprendente: una bellissima ragazza in vendita per pochi dollari. Bionda e con grandi occhi azzurri, la sensuale creatura dell'ingegneria genetica dice di chiamarsi Ghislena e implora Chimberley di comprarla. L'informatico deve indagare su un guasto all'Intelligenza Artificiale denominata Athena Sue e ha bisogno di numerose informazioni, ma si scontra con l'omertà della fanciulla. Per poterne venire a capo, si trova costretto a comprarla. A questo punto si accorge di qualcosa di molto spiacevole: la popolazione mostra un'ostilità assoluta nei suoi confronti, perché ha comprato questa prostituta. Non si lascia perdere d'animo, nonostante lui e la ragazza rischino il linciaggio. Nel corso delle indagini, viene a galla la verità. Una verità attualissima: l'Intelligenza Artificiale è stata sabotata da Matt Skane, il precedente Direttore Generale, nerboruto e fulvo come Thor. Lui e i suoi dirigenti, esautorati e privati del lavoro dalla Rivoluzione Informatica, hanno elaborato un piano diabolico. Chimberley riuscirà a risolvere il difficile caso con le sue doti di detective, ma non potrà impedire a Skane e ai suoi di reinsediarsi nelle loro posizioni di potere e di corruzione. Scoprirà infine qualcosa di molto spiacevole sulla splendida Ghislena...  

Recensione:
Le otto storie che compongono l'antologia sembrano tra loro del tutto slegate: si potrebbe pensare che l'unico elemento davvero in comune sia l'autore. Non hanno la stessa ambientazione e più in generale non appartengono allo stesso universo narrativo - anche se in alcuni casi si trovano elementi in comune (gli Scout, il cognome Barstow, la Quarantena, l'energia psionica, etc.). Si ha l'impressione che questo numero di Urania sia ingannevole, dato che in qualche modo confonde il lettore. L'intenzione era quella di dare particolare risalto a un racconto capace di indurre fantasie erotiche, ossia Compratemi tutta, troppo breve per essere pubblicato da solo. Si potrebbe pensare che fosse una buona trovata di marketing, con allusioni prostitutive e una ragazza discinta sulla copertina, ma occorre ricordare l'inveterato puritanesimo di gran parte dei lettori italiani di fantascienza. Forse era piuttosto un tentativo di dare la scossa a un pubblico inerte!
Tuttavia, se ci si pensa con attenzione, si scopre che c'è un minimo comun denominatore. Il tema fondamentale trattato, trasversale a tutti i racconti, è quello della tirannia e delle sue conseguenze sull'individuo. Si esplorano le diverse declinazioni dell'assenza di libertà:
  1) tirannia politica,
  2) tirannia militare, 
  3) tirannia religiosa, 
  4) tirannia scientifica,
  5) tirannia robotica. 
Si mostra in tutta la sua sua grottesca aberrazione la mentalità del pistolero americano, in preda alla paranoia della sicurezza, che ragiona secondo questi principi: "Se non so cos'è, sparo", "Se non capisco cos'è, sparo"
Un'altro tema trattato, abbastanza peculiare, è quello dell'estrema inospitalità del Cosmo. Williamson non ha ancora ben chiaro che siamo soli in un Universo insensato. Tuttavia si avvicina spesso a questa consapevolezza, ad esempio nel racconto lungo L'ugualizzatore

Fantafisica e incapacità predittiva

Nel primo racconto, L'ugualizzatore, viene effettuata una ricognizione sulla base lunare, che viene trovata deserta. Sono rimasto allibito quando mi sono imbattuto in questa "perla":

"Ci guidò lungo un corridoio laterale, e infine apri una porta che non era chiusa a chiave. La serie di stanze che si presentò ai nostri occhi era deserta… e perfettamente in ordine. Sedie vuote erano ordinatamente appoggiate alle scrivanie vuote. I telefoni erano regolarmente appesi al gancio, le penne erano infilate nel calamaio." 
(pag. 20) 

Capacità predittive: zero. Colonizzazione spaziale con penne e calamai! Se ci pensiamo bene, è pazzesco. Procedendo nella lettura, veniamo infine a conoscenza degli arcani Misteri dell'Ugualizzatore. Williamson immagina che disponendo un circuito secondo una data geometria, si possa generare energia dal nulla, in modo assolutamente gratuito e in quantità illimitata! La Termodinamica è qui surclassata da una specie di Marxismo fantafisico: si suppone che la disponibilità di energia ottenuta dall'ugualizzatore sia in grado di produrre in modo spontaneo la Rivoluzione, facendo emergere all'istante la vera natura dell'essere umano, ovviamente buona! Il ginevrino Rousseau ne sarebbe di certo entusiasta. 

Fantainformatica e ingegneria genetica

Il computer Athena Sue è un'Intelligenza Artificiale. Come al solito, ha proporzioni colossali, titaniche. Inoltre è un assemblato di tecnologia arcaica! 

"Un tempo, si disse, il dolce suono del pensiero meccanizzato riempiva coi suoi bisbigli l'intera sala. Le schede perforale passavano allegramente nel selezionatore, allorché Athena Sue voleva ricordare qualcosa. Le testine incidevano frusciante nastro magnetico, a mano a mano che archiviavano nuove informazioni. I relè crepitavano quando prendeva le sue rapide decisioni, e le sue numerose labbra mormoravano in forma di stampatrici automatiche." 
(pag. 156)

Come una massa antidiluviana di nastri magnetici, testine e relè possa dar origine a una vita in tutto e per tutto simile a quella umana, è qualcosa di incomprensibile!

Meditazioni sull'insufficienza umana 

Se la fantascienza è tanto una boiata, perché mi ostino a leggerla? Semplice. Mi affascina la natura fallimentare delle capacità predittive umane. La questione rimanda allo studio della Natura del Tempo. Molti sono ossessionati da dilemmi cosmologici e cosmogonici: "L'Universo è finito o infinito?", "L'Universo ha avuto un inizio o esiste da sempre?" Altre domande mi affliggono: "Il futuro è aperto o chiuso?", "Abbiamo possibilità di scegliere tra varie possibilità oppure esiste una sola possibilità realizzabile?", "Il futuro è prevedibile o imprevedibile?" Il cervello umano è insufficiente. Nemmeno le menti più geniali hanno potuto dare risposte certe e definitive, nonostante secoli di studio e di impegno. 

Un pregevole thriller metafisico

Mi è piaciuto il racconto Il freddo occhio verde, decisamente anomalo per essere etichettato come Science Fiction. Trasmette un'angoscia spaventosa, ai limiti del sulfureo. Questo è un risultato notevole. Un racconto che non desta nulla nel lettore, non vale nulla. La tirannia religiosa si manifesta con un'odio insanabile verso tutto ciò che è sconosciuto. È questo l'equivalente religioso del pistolero che spara a tutto ciò che non capisce. Nel finale avviene l'irruzione del soprannaturale, come se fosse un elemento retributivo che estingue una spaventosa ingiustizia. Il lettore ne rimane quasi sollevato, perché vede all'opera qualcosa che nella realtà appartiene soltanto al mondo delle fantasticherie. Probabilmente questo racconto è autobiografico e descrive l'esperienza dell'autore con l'opprimente mondo delle Chiese Evangeliche americane. 

Etimologia di Barstow 

Il cognome Barstow trae origine da un luogo perduto chiamato Bairstow, situato nello Yorkshire, in Inghilterra. In medio inglese il nome era Bayrestowe. Il significato in antico inglese è "luogo delle bacche": il raro suffisso -stow(e) deriva da stōw "luogo", "posto" (plurale stōwa, stōwe), mentre la prima parte del composto è da beġer, che significa "bacca". La città di Barstow, in California, ha tratto il suo nome nel 1884 in onore di William Barstow Strong, il presidente della Ferrovia di Santa Fe. Questo notabile ha promosso lo sviluppo della linea ferroviaria che attraversava l'area che all'epoca era chiamata Waterman Junction. La città è stata denominata ufficialmente Barstow nel 1886 quando è stata richiesta la fondazione di un ufficio postale con questo nome. 

Etimologia di Ghislena 

L'antroponimo femminile Ghislena è chiaramente un derivato del norreno gísl "ostaggio". Sembra un nomen omen, tanto si adatta al personaggio. Peccato che nell'originale in inglese, il nome della dolce donzella in vendita sia invece Guinivere, ossia Ginevra! Due cose sono sommamente esecrabili: 
1) I famosi tagli di Urania; 
2) I cambiamenti arbitrari nei nomi, fatti dai traduttori per motivi imperscrutabili. 
In questo specifico caso è possibile che sia stato scelto di "tradurre" Guinivere con "Ghislena" per evitare fastidiose pronunce ortografiche. Scopriamo però cose molto interessanti passando in rassegna le varie edizioni italiane del racconto di Williamson.

Sintetica storia editoriale

Come spiegato nella sinossi contenuta nel sito di MondoUrania, altri sei racconti di Williamson sono stati pubblicati due volte in una raccolta intitolata La stazione della stella oscura (Urania n. 773, 1979). Nel 1993 lo stesso titolo è stato dato anche a una raccolta completa di tutti i 14 racconti (Classici Urania n. 191; I Libri di Urania n. 9). Nel sito Fantascienza.com si scopre che, oltre a quella di Riccardo Valla, esistono anche altre due traduzioni del racconto Guinivere for Everybody. Una è opera di Ugo Malaguti, l'altra di Roberta Rambelli. Entrambe sono intitolate Ginevra per tutti. Ecco il link: 


Ecco l'elenco completo delle pubblicazioni: 

1) Ginevra per tutti, 1971 in Tempesta su Giove, Nova SF° a. V n. 14, Libra Editrice. 
Traduzione: Ugo Malaguti
2) Ginevra per tutti, 1977 in Racconti di fantascienza, Cultura Politica 182, Savelli.
Traduzione: Ugo Malaguti
3) Compratemi tutta, 1979 in Compratemi tutta, Urania 775, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla
4) Ginevra per tutti, 1980 in Robotica, Grandi Opere Nord 6, Editrice Nord.
Traduzione: Roberta Rambelli
5) Compratemi tutta, 1991 in Il quarto libro della fantascienza, Supercoralli, Einaudi. 
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806126261 
6) Compratemi tutta, 1992 in Il quarto libro della fantascienza, Einaudi Tascabili. Letteratura 115, Einaudi.
Traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8806131613 
7) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta, Classici Urania 191, Arnoldo Mondadori Editore. 
Traduzione: Riccardo Valla 
8) Compratemi tutta, 1993 in La Stazione della Stella Morta I Libri di Urania 9, Arnoldo Mondadori Editore
traduzione: Riccardo Valla
ISBN: 8804371293