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martedì 25 ottobre 2022

ETIMOLOGIA DI PUNCH 'TIPO DI BEVANDA ALCOLICA'

La parola inglese punch "tipo di bevanda alcolica" ha le sue origini nel subcontinente indiano: deriva dal numerale Hindi पाँच pānc "cinque" (pronuncia /pɑ̃ːtʃ/), per via dei suoi cinque ingredienti originali: un distillato alcolico (in genere rum o arrack), acqua, succo di limone, zucchero, spezie. Il numerale Hindi è a sua volta di origine sanscrita ed eminentemente indoeuropea: sanscrito पञ्चन् páñcan "cinque", a sua volta da IE *penkwe
Se questa derivazione fosse confermata al di là di ogni dubbio, saremmo di fronte a un caso davvero molto interessante di numerale che ha dato origine a un sostantivo concreto, diventato poi una parola viaggiante (Wanderwort) o prestito culturale esteso su vastissimi territori. Ecco alcuni esiti in varie lingue: 

=> Tedesco: Punsch 
   => Ungherese: puncs
   => Russo: пунш (punš
   => Lettone: punšs 
=> Olandese: punch; punspons (obsoleto) 
   => Inglese: punce (obsoleto) 
=> Francese: punch /pɔ̃ʃ/ 
=> Italiano: punch (1); ponce, poncio (obsoleto) 
=> Spagnolo: ponche, punch
=> Catalano: ponx
=> Portoghese: poncha, ponche 
=> Galiziano: ponche
=> Irlandese: puins 
   => Inglese: pince (obsoleto) 
=> Gallese: pwnsh 
=> Polacco: poncz 
=> Giapponese: ポン酢 (ponzu) (2)
=> Giapponese: パンチ (panchi) (3) 
=> Coreano: 펀치 (peonchi)

(1) Ricordo che la sussiegosa Mary Poppins pronunciava la parola con una vocale -o-: /pɔntʃ/. Oggi la pronuncia standard è /pantʃ/. La variante ponce è usata a livello locale (es. a Livorno, in Abruzzo).
(2) Il termine giapponese ponzu, indicante un tipo particolare di punch, è tornato in inglese per effetto boomerang!
(3) Il giapponese ha due forme distinte, ponzu e panchi, perché sono state prese a prestito in tempi e contesti differenti, sviluppandosi così in maniera indipendente. 


Altri tentativi etimologici:

Va detto che esistono studiosi scettici a proposito dell'etimologia di punch dalla lingua Hindi. La sintesi di queste critiche, abbastanza serrate, è contenuta nel dizionario etimologico Etymonline.com. Nel seguito ne riporto la traduzione, che considero sommamente utile. 

(n.2)

La spiegazione risale a "A New Account of East India and Persia, in Eight Letters" (1698) di John Fryer, ma i lessicografi hanno da tempo notato difficoltà fonetiche e storiche. Non c'è prova di una bevanda chiamata panch in India, o altrove, prima della parola inglese; e si sa ora che la parola inglese era in uso prima che gli inglesi diventassero commercianti regolari con le Indie o tentassero insediamenti in India.

Miscele simili al punch a cinque ingredienti, a base di vino, venivano bevute in Europa fin dal Medioevo. Gli alcolici distillati divennero comuni in Inghilterra solo nel XVII secolo, quando divenne comune anche la bevanda punch. Nel 1650 il punch venne chiamato "una bevanda indiana". Assomiglia molto alla bevanda mediorientale sherbet (sorbetto), che differiva solo per essere analcolica; ma l'associazione potrebbe essere stata con il commercio della Compagnia delle Indie Orientali che rendeva gli ingredienti esotici della bevanda accessibili in Inghilterra. Nelle fonti del XVII secolo è spesso associato alle Indie Occidentali: 

"[T]here is a pernicious sort of Drink in great Reputation and Use amongst them [our Country-men, viz. in Iamaica, Barbadoes and the Leward Islands], call'd, PVNCH , [...] This sort of beloved Liquor is made of Brandy or Run, Sugar, Water, Lime-Iuice, and sometimes Ginger or Nutmegs: Now here are four or five Ingredients, all of as different Natures as Light is from Darkness, and all great Extreams in their kind, except only the Water."
[Thomas Tryon, "The planter's speech to his neighbours & country-men of Pennsylvania, East & West Jersey and to all such as have transported themselves into new-colonies for the sake of a quiet retired life." 1684.] 

Traduzione: 

"C'è una sorta di bevanda perniciosa di grande reputazione e uso tra loro [i nostri connazionali, vale a dire in Giamaica, Barbados e Isole Leward], chiamato, PVNCH, [...] Questo tipo di amato liquore è fatto di brandy o rum, zucchero, acqua, succo di lime e talvolta zenzero o noce moscata: ora qui ci sono quattro o cinque ingredienti, tutti di nature tanto diverse quanto la Luce lo è dall'Oscurità, e tutti grandi Estremi nel loro genere, tranne soltanto l'Acqua."  

L'inglese punch è attestato per la prima volta nel termine punch pot (scritto paunche pot), e il riferimento potrebbe essere a una bevanda servita da un particolare tipo di recipiente piuttosto che a una particolare ricetta di bevanda. L'ortografia più vecchia suggerisce una possibile connessione o influenza da parte di paunch ("pancia"). Un collegamento proposto con puncheon ("barile per sapone o liquore") è notato nell'Oxford English Dictionary: "il nome [...] potrebbe essere stato un abbreviazione marinara di puncheon, come quello che i marinai avrebbero cercato per la loro razione di liquore." Ma il primo utilizzo non suggerisce l'origine nautica. 

Un puncheon o poncheon (attestato intorno al 1400) era anche il nome di un'unità di misura per vino o liquore di circa 70 galloni, più dell'uso quotidiano di una famiglia, ma la storia registra ciotole da punch di dimensioni considerevoli destinate a servire grandi riunioni, che potrebbe collegarlo alla nave. Confronta anche le varianti dialettali del francese medio del poncheon, come pochon, con i significati che includevano: una tazza o un bicchiere, un grande mestolo per la zuppa e una sorta di padella o casseruola a tre piedi. 

Un'interpretazione fuorviante:  

Sono rimasto allibito quando sul sito Dersut ho petto quanto segue, in un articolo sul liquore detto ponce alla livornese:  

"Gli inglesi con il loro “punch” a base di 5 ingredienti (punch = “pugno”, “cinque”) – , zucchero, acquavite, limone e cannella – ispirarono la nascita del ponce alla livornese in cui il tè veniva sostituito con del caffè concentrato." 

L'articolista fa confusione tra la parola inglese punch "colpo dato con un pugno" e il numerale Hindi pānc "cinque". In altre parole, afferma che in inglese esista la parola punch "cinque"! Ovviamente si tratta di un'omofonia: punch "colpo dato con un pugno" ha tutt'altra origine, derivando dal medio inglese punchen, bunchen, bonchen "dare un pugno, sferrare un colpo", "battere", di etimologia oscura.  

Conclusioni: 

Nonostante le obiezioni, molto interessanti e dettagliate, riportate da Etymonline.com, resto favorevole all'idea che il nome della bevanda sia derivato dal numerale indiano. Non è necessario che nelle lingue dell'India esistesse già nel XVII secolo una parola panch (o simili) designante una bevanda alcolica composita. È sufficiente che tale parola sia stata utilizzata in modo gergale in un contesto britannico in India (si noterà che la Compagnia Inglese delle Indie Orientali nacque il 31 dicembre 1600). Questa possibilità non può essere esclusa a priori. Così è altrettanto possibile che il termine, formatosi nelle Indie Orientali, si sia radicato molto presto nelle Indie Occidentali. Non dimentichiamoci che i traffici erano intensi e muovevano non soltanto immense quantità di merci, ma anche idee. Era un'epoca interessante, pullulante di sorprendenti connessioni tra paesi lontanissimi.

lunedì 26 luglio 2021

IL MISTERO DELLA LINGUA BRAHUI

La lingua Brahui (براہوئی /bra:hu:i/, scritto anche Brahoi, Brahvi) appartiene alla famiglia delle lingue dravidiche ed è parlata da una parte dell'omonimo gruppo etnico di pastori. I Brahui abitano in prevalenza una ristretta area del Pakistan centrale (Provincia del Belucistan), che comprende Quetta a nord, proprio dove è stato abbattuto Osama bin Laden, spingendosi a sud fino a Las Bela. Se ne trovano comunità sparse anche in Afghanistan, in Iran e in Turkmenitan (intorno alla città di Merv). Si stima che in totale i parlanti siano circa 2.864.000, di cui 2.640.000 in Pakistan, in massima parte bilingui: i Brahui del Pakistan utilizzano anche il Beluci (بلۏچی Balochi, Baluchi), una lingua iranica nordoccidentale. Va notato che per molti gruppi tribali il Brahui è ormai una seconda lingua, mentre altri hanno perso completamente la sua conoscenza.  
 
Se si dà anche solo un'occhiata alla mappa che mostra la diffusione delle lingue dravidiche, si vede subito che la lingua Brahui è un outlier, assai distante dalle aree in cui le lingue della stessa famiglia sono parlate (più di 1.500 km, corrispondenti a 930 miglia). Come spiegare una simile anomalia?

Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dravidian_subgroups.png 
Mappa originale di User:BishkekRocks, ricolorata da User:Kanguole
 
Il problema, non di poco conto, riguarda l'origine storica della lingua Brahui, su cui non c'è in ultima analisi alcun consenso. Queste sono in estrema sintesi le opinioni sull'argomento: 
 
1) Il Brahui è un residuo di una situazione anteriore alla diffusione delle lingue indoarie, in cui erano parlate lingue dravidiche anche nel nord dell'India; 
2) Il Brahui è l'esito di una migrazione recente dal subcontinente indiano, in genere fatta risalire all'XI secolo e secondo alcuni ancor più tarda (vedi sotto). 
 
Purtroppo nel corso degli anni la spinosa questione si è intrecciata senza sosta all'ideologia e alla politica, come c'era da aspettarsi, ingarbugliandosi sempre più. Va comunque detto che l'idea dell'origine antica del Brahui è prevalente nel mondo accademico, anche se non mancano polemiche. Un punto ancor più controverso è la possibilità o meno di una connessione di quest'isola linguistica dravidica con la misteriosa civiltà della Valle dell'Indo, che andò in crisi nel 1800 a.C. e scomparve. Brancoliamo nel buio e sono costretto a proseguire il discorso in altra sede. Tornando alla nostra discussione sulla lingua Brahui, questi sono i punti di vista di alcuni autorevoli studiosi:
 
    i) Josef Elfenbein (1989) ha sostenuto la teoria dell'origine antica, ritenendo che i parlanti della lingua Brahui fossero parte della migrazione dravidica verso l'India settentrionale, avvenuta nel III millennio a.C.; essi sarebbero rimasti nelle regioni attualmente chiamate Sarawan e Jahlawan, non seguendo il movimento demico dei loro parenti diretti nel sud e nell'ovest del subcontinente. 
   ii) Paul Sergent (2007) è invece un convinto sostenitore dell'origine recente e della provenienza dall'India centrale, addirittura nel XIII o nel XIV secolo. Ha scritto quanto segue: 

"Les bases factuelles de cette opinion ont été ruinées dès 1987... En fait le brahoui a quitté tardivement, durant notre Moyen Âge, le nord-Ouest du Deccan pour s'installer au Baloutchistan, il ne peut donc plus constituer ni une preuve, ni un indice du caractère dravidophone des hommes qui vivaient au bord de l'Indus plus de 3 000 ans avant."
 
Traduzione: 

"Le basi fattuali di questa opinione sono andate in rovina già nel 1987... Infatti, il Brahui ha lasciato il nord-ovest del Deccan in epoca tarda, durante il nostro Medioevo, per stabilirsi in Belucistan, quindi non può più costituire né una prova, né un'indicazione di il carattere dravidofono degli uomini vissuti sulle rive dell'Indo più di 3.000 anni prima." 

Si nota subito che tale teoria si scontra con svariate evidenze, non soltanto linguitiche. Non credo che sia possibile identificare la lingua parlata da un individuo ormai mummificato partendo dall'analisi del genoma e dal reperimento di alcuni aplogruppi; tuttavia ci si aspetterebbe che i Brahui, se fossero davvero migrati in epoca tanto recente dal subcontinente indiano, manterrebbero una somiglianza genetica con i Dravida. Non è stato riscontrato nulla di simile: i Brahui non hanno alcuna differenza genetica evidente rispetto ai loro vicini iranici e indoarii.
    iii) David McAlpin (1975), ossessionato dall'idea di una stretta parentela tra il proto-dravidico e l'elamico, ha ritenuto il Brahui come una prova delle sue argomentazioni. A conti fatti, mi sembra che non sia possa ricostruire una protolingua elamo-dravidica. In altre parole, l'antica lingua di Elam non mostra speciali affinità con le lingue dravidiche: le presunte somiglianze nella morfologia, elencate da McAlpin, sembrano tutto fuorché convincenti. Un'origine comune dell'elamico e del protodravidico sarebbe in ogni caso remota.  

I Brahui non hanno alcuna memoria tradizionale di una migrazione dall'India centrale o meridionale. Hanno invece l'idea stravagante di una remota provenienza dalla Siria.
 
La sopravvivenza di una lingua di origine dravidica parlata da comunità senza alcun contatto con i Dravida dell'India è potuta avvenire soltanto a prezzo di una penetrazione profonda di elementi lessicali indoeuropei e arabi, questi ultimi importati per influsso dell'Islam. I Balochi, con cui i Brahui hanno avuto intensissimi contatti linguistici, si sono stanziati nell'area soltanto a partire dall'XI secolo. Ho sentito dire dai sostenitori delle idee di Sergent che mancherebbero in Brahui prestiti dall'avestico e dal persiano antico. Benissimo, ribatto con una domanda: dove diamine sono i prestiti dal sanscrito?     
 
Ecco la composizione del lessico Brahui: 
 
Origine dravidica: 15% 
Altra origine iranica (Balochi, Farsi e altro): 20% 
Altra origine indoiranica (Sindhi e altro): 20% 
Arabo (tramite il Farsi): 35%  
Origine ignota (sostrato ignoto): 10% 

Per via della natura estremamente composita del suo lessico e per l'incertezza di molte etimologie, la lingua Brahui è stata definita un "incubo etimologico". 
Le informazioni da me riportate si possono trovare facilmente nel Web. A me piace però fornire la ciccia. Elenco così una lista di parole di origine dravidica nel Brahui, tratta dai lavori di George Starostin, figlio del compianto Sergei (zikhrono livrakha), che sono consultabili nell'immenso database online The Tower of Babel. Ho selezionato i lessemi con estrema attenzione; non escludo però che ce ne siano altri.  



Note sull'ortografia adottata per trascrivere le parole Brahui: 

c è un'affricata palato-alveolare /tʃ/ (come ch in inglese) 
lh è una laterale sorda aspirata /ɬ/ (come ll in gallese) 
sh è palatale /ʃ/ (come sh in inglese) 
x è una fricativa velare sorda /x/ (come ch in tedesco) 
gh è una fricativa velare sonora
, , , sono suoni retroflessi (cacuminali) 
j è un'affricata palato-alveolare /dʒ/ (come j in inglese) 
Le protoforme dravidiche seguono un'ortografia in parte diversa, in cui j è un'approssimante palatale (come y in inglese) o una coda di dittongo. 

Parole di origine dravidica:

aḍ "riparato; riparo, protezione"
   proto-dravidico *áḍḍa-, *aḍái- "ostacolare"

ainō, annō "oggi"
   proto-dravidico *i-ned- "oggi"

all-, prefisso verbale negativo
   proto-dravidico *al-, morfema negativo

alla "commozione"
   proto-dravidico *alá- "soffrire"

allī "schema di ricamo"
   proto-dravidico *al- "tessere, intrecciare"

ammā "madre; nonna; termine onorifico per riferirsi a una donna" 
   proto-dravidico *áma- "madre" (onorifico)

anning "essere" (temi: an-, ar-, as-, a-)
   proto-dravidico *ā- / *an-

appā "cibo per bambini"
   proto-dravidico *ápa- "torta di farina di riso"

arē "uomo, individuo di sesso maschile; persona; marito", 
pl. arisk "uomini"
   proto-dravidico r-, d-
"maschio"

asiṭ "uno" (un'entità) 
asi "uno" (forma aggettivale) 
   proto-dravidico *or- "uno" (derivazione dubbia)

avalēnging "diventare confuso, sentirsi in imbarazzo"
   proto-dravidico *aval- "turbamento; confusione"

āvāning "sbadigliare"
   proto-dravidico *āv- "sbadigliare"

balun "grande, grosso, anziano, adulto"
   proto-dravidico *val- "grande; molto"
 
banning "venire" (temi: bar-, ba-)
   proto-dravidico *vā-[r]- "venire"

"bocca, apertura; filo di un coltello"
   proto-dravidico *vāj- "bocca; filo (di una lama)"

bārring, bārringing "seccarsi; allenarsi per una gara; maturare 
     (di mais), inaridirsi, appassire, irrigidirsi",
bārifing "essiccare",
bārun "secco"
   proto-dravidico *vad- / *vat- "seccarsi, appassire"

bāsing, bāsinging "diventare caldo"
   proto-dravidico *v
ē- "essere caldo"

bei "erba adatta al pascolo; qualsiasi arbusto adatto al pascolo"
   proto-dravidico *vaj- "paglia di riso"

"su, sopra"
   proto-dravidico *mē-[l-] "su; altezza; bello, buono"

bēnifing, bērifing "coprire di paglia"
   proto-dravidico *ve[ń]s- "coprire di paglia"

bil "arco"
  proto-dravidico *vil1 "arco"

bining "udire, sentire"
   proto-dravidico *ven- "udire, sentire"

birr "selvaggio, indomito; timido"
   proto-dravidico *ver- "matto"

birring "separare, selezionare, distinguere"
   proto-dravidico *vēt- / *vēd- "separare"

bising, bisinging "essere cotto, essere maturo"
   proto-dravidico *vis- "cuocere, scaldare al sole"

biṭ "mucchio, collinetta"
   proto-dravidico *veṭ- "montagna; costa"

biṭing "gettare, buttare giù, scaricare, lasciar cadere, vagliare, buttare via, gettare; scendere, scendere, stabilirsi, (la neve) cade, stendersi"
   proto-dravidico *viḍ[i]- "lasciare"

bīra "semplicemente, soltanto"
   proto-dravidico *vejr- "vuoto; solo"

calēnging "incrinarsi, spaccarsi"
   proto-dravidico *sel-, *cel- "spaccare"

cāing "comprendere, conoscere, realizzare, considerare"
   proto-dravidico *tēr- "essere chiaro, evidente"

cōṭ "storto, a zigzag; di carattere storto"
   proto-dravidico *coṭ- "zoppo"  

cugh "nuca"
   proto-dravidico *Cu[g]- "spalla; nuca"

cunak "piccolo"
   proto-dravidico *čin- "piccolo"

curring "fluire, zampillare"
   proto-dravidico *cor- "fluire"

cuṭ "goccia"
   proto-dravidico *Coṭ- "gocciolare, goccia"

cūping "succhiare"
   proto-dravidico *cu[b]- succhiare

darō "ieri"
   proto-dravidico *nēr- "ieri"

daṛing "scendere, andar giù, smontare"
   proto-dravidico *tā- "cadere in basso; abbassare"

"questo"
   proto-dravidico *a- / *ā- "quello"

"sole, luce del sole; giorno, tempo"
   proto-dravidico *nē-r- "tempo; sole"

dē(r) "chi" (base interrogativa, sing. o pl.)
   proto-dravidico *jā-, *ja-, base interrogativa

ditar "sangue"
   proto-dravidico *nej-tor "sangue"

dīr "acqua; succo"
   proto-dravidico *ńīr- "acqua"

durrēnging "osare, avventurarsi"
   proto-dravidico *toḍ- "cominciare; essere pronto"

gaṭ "morso"
   proto-dravidico *k̂aṬ- "mordere"

ghuḍḍū, guḍḍū "piccolo; monello"
   proto-dravidico *guḍ- "piccolo"

ghurring "grugnire"
   proto-dravidico *gur- "ruggire; russare"

hal "ratto"
   proto-dravidico *èl- "ratto"

halling "afferrare; comprare; prendere assieme"
   proto-dravidico *aḷ-a- "mescolare; raggiungere, avvicinarsi"

hamping "caricare, caricare e andare; iniziare; partire; essere cancellato"
   proto-dravidico *an-p- "caricare; mandare via"

hanēn "dolce"
   proto-dravidico *in- "dolce"

haninging "copulare" (detto di esseri umani)
   proto-dravidico *aṇái- / *anḍ- "congiungere, unire"

harrifing "indagare, chiedere"
   proto-dravidico *jed-, *jer- "conoscere"

harring "rompere, frantumare"
   proto-dravidico *ar- (*ad-) "tagliare"

(h)aṛsing "girare qualcosa indietro o girare, cambiare, tornare indietro; riprendersi; attaccare di nuovo (detto di malattia)"
   proto-dravidico *eḍ- "essere distante, separato"
   (attribuzione dubbia)

hēl "conoscenza, saggezza"
   proto-dravidico *ēḷ- "saggezza"

hēling "stendere (tappeti, panni da asciugare, tovaglie)
   proto-dravidico l- "ricevere; conferire"

hēṭ "capra femmina"
   proto-dravidico *jōḍ- "capra"

hining "andare, partire, sparire; avere la diarrea"
   proto-dravidico *ej- "arrivare"

hīning "dare alla luce" (detto di pecora, capra, vacca, etc.)
   proto-dravidico *īn- "partorire giovane"

lh "mosca"
   proto-dravidico *īp- "ape; mosca" 
   (attribuzione dubbia)

hōr "dito (della mano)"
   proto-dravidico *ògir "artiglio, unghia"

hunning "guardare, cercare, aspettare, considerare"
   proto-dravidico *un- "pensare"

hushing "dare fuoco, bruciare, bruciare, rendere febbricitante, bruciare di rabbia"
   proto-dravidico *kos- "bruciare"
   (attribuzione dubbia)

(h)ūling, hūlāiing "ululare"
   proto-dravidico *ūḷ- "ululare"

hūring "scoppiare (di foruncoli), germogliare (di raccolti)"
   proto-dravidico *ur-, *ūr- (-d-) "trapelare, trasudare"

(h)ūringing, (h)ūrēnging "gonfiarsi, rompersi (detto di bolle, etc.); germogliare"
   proto-dravidico *ur-, *ūr- "traboccare, gonfiarsi"

iragh "pane, cibo"
   proto-dravidico *ir- "cibo"

iraṭ "due" (due entità), 
irā "due" (forma aggettivale)
   proto-dravidico *ir- "due"

iris "pettine"
   proto-dravidico *ir-Vc- "grattare (il terreno); pettinare"

ī "io" (obl. kan-)
   proto-dravidico *njān "io"

ī-, base declinata per caso, a cui si aggiungono i pronomi suffissi
      enclitici
   proto-dravidico *i- "questo"

īlum "fratello", 
īṛ "sorella"
   proto-dravidico *
īḷ-[aj-] "giovane"  

jaxxing "imbattersi; trafiggere"
   proto-dravidico *ǯak- "forare"

kahing "morire; spegnersi (detto del fuoco)", 
kasfing, kasifing "uccidere" 
   proto-dravidico *k̂āi- "morire"

kalūṛ "ceneri"
   proto-dravidico *kāḷ- "bruciare" (attribuzione dubbia)

kanning "fare; fingere se stesso; essere capace"
   (temi: kar-, ka-, kē-
   proto-dravidico *kej- "fare"

karrak "banco, riva, orlo, bordo, bordo, vicino"
   proto-dravidico *kar- "banco; ponte; bordo"

kā- "andare; partire"
   proto-dravidico *k̂ā- "andare"

ki-, kī-, kē- "sotto, giù"
   proto-dravidico *kīẓ- "inferiore; in basso"

kirēng "abuso",  
kirk "rancore"
   proto-dravidico *kir- "rabbia; arrabbiato, dispiaciuto"

kishking "strappare, staccare"
   proto-dravidico *kic- "pizzicare"

kīsh "pus; muco"
   proto-dravidico *k̂ī- "pus; marcire"

kubēn "pesante"
   proto-dravidico *k̂um- "portare sulla testa"

kuning "mangiare; bere; mordere; soffrire; sopportare"
   proto-dravidico *uṇ- "bere; mangiare"
   (attribuzione dubbia)

kūring "arrotolare, fare piazza pulita"
   proto-dravidico *k̂ūr-[Vḷ-] "girare, torcere"

malēnṭ "pecora o capra che ha smesso di produrre latte"
   proto-dravidico *mal- "sterile"

maling "aprire; disfare; slegare"
   proto-dravidico *mal- "aprire" (es. un fiore)

manning "divenire; essere"
   proto-dravidico *man- "essere"

margh "corno"
   proto-dravidico *mar-[g-] "corno"

mash "collina, montagna"
   proto-dravidico *màl- "montagna" (attribuzione dubbia)

mashāx "sfregiato"; "privo di corna (detto di animali)"
   proto-dravidico *mac- "macchia, chiazza"

maṭ "denso, spesso" (detto di capelli, giungla, tessuto o fior di latte)
   proto-dravidico *manḍ- "chiuso,
serrato; affollato"

maun "nero, scuro (detto di notte)"
   proto-dravidico *mā- "nero; scuro"

māmā "zio materno"
   proto-dravidico *mām- "fratello della madre"

mār "figlio, ragazzo"
   proto-dravidico *màd- "figlio"

miring "stuccare, intonacare"
   proto-dravidico *meẓV- "ungere"

lh "fumo"
   proto-dravidico *mōl- "fumo" (ricostruzione dubbia)

mōn "davanti"
   proto-dravidico *mun- "davanti"

mōṭ "scemo, stupido"
   proto-dravidico *mōṭ "scemo"

mukking "balbettare"
   proto-dravidico *muk- "fare uno sforzo; grugnire"

murū "lepre"
   proto-dravidico *mundjal "lepre" (ricostruzione dubbia)

musiṭ "tre" (tre entità), 
musi "tre" (forma aggettivale), 
musīka "tre volte"
   proto-dravidico *mū- "tre"

must "chiuso"
   proto-dravidico *muj-S- "coprire"

mutkun "vecchio; cosa vecchia"
   proto-dravidico *mūt- "vecchio"

muṭṭux "nodo, fascio; annodato"
   proto-dravidico *muṬ- "nodo (di capelli); annodare i capelli"

mux "cintola, fianchi"
   proto-dravidico *mòl- "grembo; cintola"

nan "noi"
   proto-dravidico *njām "noi" (esclusivo)

nan "notte"
   proto-dravidico *ńaḷ- "notte"

narring "fuggire, scappar via"   
   proto-dravidico *ńar- / *ar- "aver paura"

"tu"
   proto-dravidico *njīn "tu"

num "voi" (obl. num-)
   proto-dravidico *njīm "voi"

nusing "macinare"
   proto-dravidico *nūd- "macinare"

pacx "guscio, corteccia"
   proto-dravidico *pač- "pelle, corteccia" 
   (ricostruzione incerta)

paddām "gonfiore, distensione"
   proto-dravidico *padd- "umidità, disteso, gonfiato"

lh "latte; succo lattiginoso delle piante"
   proto-dravidico *pāl "latte"

pāning "dire, parlare, raccontare, parlare di qualcosa, chiamare una cosa, dire a se stessi"
   proto-dravidico *paṇ- "comandare, parlare; mandare"

pic "muco degli occhi"
   proto-dravidico *pic- "muco degli occhi"

piḍ "ventre, stomaco"
   proto-dravidico *piẓig- "viscere, interiora"

pillōta "povero bambino, bambino piccolo, orfano, miserabile"
   proto-dravidico *piḷ- "giovane ragazza"

pilhing "schizzare, far schizzare, massaggiare, spremere"
   proto-dravidico *piẓ- / *pinḍ- "far schizzare; mungere"

pin "nome"
   proto-dravidico *pendj-[ar] "nome"

pinning "essere intrecciato"
   proto-dravidico *piṇ- / *pīnḍ- "intrecciare, torcere"

pir "pioggia"
   proto-dravidico *pid- "pioggia"

pirghing "intrecciare (una corda, etc.)"
   proto-dravidico *pir- "torcere, girare"

pirghing "rompere, trasgredire, risolvere (un indovinello)"
   proto-dravidico *pir-i- "spaccare, aprire"

piring "gonfiarsi"
   proto-dravidico *Per- "grande"

"merda, escrementi" (di umani o di uccelli)
   proto-dravidico *pī- "escremento"

gh "carbonella"
   proto-dravidico *bog- / *posaŋ- "carbonella"
   (ricostruzione dubbia)

pōling "macchia; macchia sul proprio carattere"
   proto-dravidico *pol- "cattivo, meschino; sporco, inquinamento"

pōrring "covare uova"
   proto-dravidico *pōr- "covare uova"

pōs "vagina"
   proto-dravidico *poč- "vulva"

pudēn "freddo, fresco, non infiammato; stantio (detto di pane)"
   proto-dravidico *podr- "inzupparsi, inumidirsi, gonfiarsi

putunk "fascio, nodo, corda annodata"
   proto-dravidico *pot- "seppellire; coprire; bosco"

puṭ "capelli"
   proto-dravidico *buẓC- "piuma; capelli" 

"verme, cagnotto, bruco" 
   proto-dravidico *puẓ- "verme; insetto"

pūskun "nuovo, fresco; recentemente"
   proto-dravidico *pucn- "nuovo"

pūshkun "giallo"
   proto-dravidico *pūc- "verde; giallo"

pūt "ombelico; cordone ombelicale"
   proto-dravidico *boḍ- "ombelico"

pūtuṛō "vescica"
   proto-dravidico *poṭ- "vescica"

saling, salīng "stare in piedi, alzarsi in piedi; restare con; sopravvivere;  fermarsi, cessare da"
   proto-dravidico *sal- "stare in piedi" (ricostruzione dubbia)

sil "pelle, pelle di serpente, buccia di frutta, scorza"
   proto-dravidico *Sil- "staccarsi"

"carne"
   proto-dravidico *Sav- "carne" (ricostruzione dubbia)

taḍ "potere di resistere"
   proto-dravidico: *tanḍ- "ostruire, ostruzione"

tafing "legare; stregare; costruire (un terrapieno); diventare congelato, raccogliere (di nuvole)"
   proto-dravidico *taḷ- "legare, incatenare"

tahō "vento"
   proto-dravidico *tāk- "vento" (ricostruzione dubbia)

lh "scorpione"
   proto-dravidico *tēḷ- "scorpione"

tēn "sé, me stesso, te stesso, se stesso, noi stessi, ecc."
   proto-dravidico *tān "egli, se stesso"

tining "dare"
   proto-dravidico *ta- "portare; dare (a I/II pers.)"

tīn "caldo torrido, calura"
   proto-dravidico *tjī- "bruciare"

-tōl "uovo", in zartōl "uovo di tartaruga"
   proto-dravidico *tōl- "uovo"

tōla "sciacallo"
   proto-dravidico *tōnḍl- "lupo, sciacallo"

tōning "mantenere, trattenere, respingere, frenare"
   proto-dravidico *toṬ- "toccare 

trikkal "treppiede di tre bastoni su cui è appesa la tenda"
(tri- "tre" è indoario)
   proto-dravidico *kāl- "gamba, piede"  

trikking "germogliare; sporgere"
   proto-dravidico *ter- "grinza; piega"

tugh "sonno, sogno"
   proto-dravidico *turŋ- "appendere; oscillare; dormire"

tusing, tusēnging "svenire, perdere i sensi"
   proto-dravidico *dos- "afflizione; calamità; stanchezza"

tūling "sedere, sedersi, rimanere seduti; aspettare; abitare; fare
      qualcosa con calma; rimanere zitella"
   proto-dravidico *Cunǯ- "dormire"
   (attribuzione dubbia)

urā "casa; moglie"
   proto-dravidico *ūr- "villaggio"

ust "cuore, mente; dentro; nòcciolo"
   proto-dravidico *uS- "vita, vivere"

uṭ "essere" (pres. I pers. sing.)
   proto-dravidico *ul-[u-]/[d-] "essere"

xaf "orecchio"
   proto-dravidico *kev- "orecchio"

xal "pietra, masso"
   proto-dravidico *kal- "pietra"

xalling "abigeare
   proto-dravidico *kaḷ- "rubare"

xalling "sradicare; raccogliere (verdure, erba per foraggio)
   proto-dravidico *kaḷ- "sradicare"

xalling "colpire, uccidere, sparare (con una pistola), lanciare pietre  
   proto-dravidico *kol- "uccidere"

xan "nodo nel legno"
   proto-dravidico *gaṇ- "giuntura"

xan "occhio"
   proto-dravidico *kaṇ- "occhio"

xaning "vedere"
   proto-dravidico *qan- "vedere"

xar "arrabbiato"
   proto-dravidico *kar- "rabbia; inimicizia"

xarās "toro, torello"
   proto-dravidico *k̂aḍ- "vitello; cervo"

xarēn "amaro"
   proto-dravidico *kaḍ- "amaro; affilato; severo, crudele;
   eccessivo, grande"

xarring "germogliare",  
xarrun "verde"
   proto-dravidico *kōẓ-, *koẓ- "giovane; germoglio"

xarring "procedere a piedi; fare la propria strada"
   proto-dravidico *k̂aḍ-a- "attraversare"

xāxar "fuoco; rabbia, gelosia"
   proto-dravidico *kāj- "essere caldo; secco"

xāxō "corvo"
   proto-dravidico *kāk- "corvo"

xāxūr "damigella di Numidia" (tipo di gru)
   proto-dravidico *korŋ- "gru; airone"
   (attribuzione dubbia)

xēr "dietro" (prep., avv.)
   proto-dravidico *kēr- "lato"

xīsun "rosso; oro"
   proto-dravidico *ke- "rosso scuro"

xōl "grembo; prole; viscere; trama"
   proto-dravidico *kōl- "ventre, grembo"

xuling (xulī-) "temere"
   proto-dravidico *kul- "scuotere; temere"

xuning, xinzing, xīzzing, xuzzing "muoversi in posizione seduta o
      accovacciata"
   proto-dravidico *gunǯ- "spingere"

xurrukāv "il russare"
   proto-dravidico *kūr- "abbaiare; fare rumore"

xurrum "granaio sotterraneo"
   proto-dravidico *koẓ- "tubo, buco, fossa"

xutting "scavare; sondare"
   proto-dravidico *kut- "forare; scavare"

xwāfing "far pascolare; portare a pascolare"
   proto-dravidico *kā- "aspettare; stare attento" 
   (attribuzione dubbia) 

Alcune osservazioni su questo materiale lessicale:  

1) Ho fatto un rapido conto: sono in tutto 186 radici Brahui a cui è attribuita un'origine dravidica, mentre le protoforme dravidiche ricostruite ono 2211. Quindi soltanto l'8,4% delle protoforme dravidiche elencate da Starostin ha un esito in Brahui. Una percentuale davvero esigua.
2) La somiglianza con il dravidico settentrionale (Malto, Kurukh) è stata evidenziata; mi pare tuttavia che moltissime radici presenti in Malto e in Kurukh siano del tutto sconosciute in Brahui. Sono andate perdute o non sono mai state presenti? Ignoramus
3) Le parole Brahui per cui è possibile ricostruire una protoforma dravidica sono soltanto in pochi casi pertinenti al lessico di base (ad esempio dīr "acqua", "sole", ditar "sangue, xāxar "fuoco", etc.); in molti casi sono invece parole tecniche o particolarissime, ad esempio verbi per esprimere concetti come "dondolare", "sporgere", "far scoppiare un foruncolo", etc.). 

Parole di origine sconosciuta (non dravidiche, non indoeuropee, non semitiche): 

alēj "sacrificio (in cui il paziente assiste al massacro imbrattato di sangue)"

ant "che cosa" 
  Forme derivate:
  antei "perché"
  arā, arād "quale"
  arāfk "quali"
  aṭ "quanti"

axa "quanto"

bash "su" 

bāmus "naso"

"sale; piccantezza; spirito, gusto"

bēl "grande torrente collinare"

bēning "indossare un vestito"

bīṛing "mungere"

bilum "corda al collo, cavezza"

bīn "fame"

cirrēnging "girovagare, divagare" (significato incerto)

cīring "squarciare, affettare"

cōshing "immergere, macerare; lavare strofinando, strofinare"

danning "tagliare (detto di coltello), rovinare (es. gelare il raccolto), usurpare (una proprietà), portare via (un premio), vincere, portare via, rimuovere"

dēṛū "prestito di animali da latte"

dranzing, drãzing "gettare in aria, setacciare" 
 
"mano; braccio" 
 
dūī, duvī "lingua"

dūn "pozzo"

ē, base pronominale distale

ēlō "l'altro, il secondo"

-glūnṭ, -gulōnṭ, -klōnṭ "lucertola", in garrīglūnṭ "lucertola spinosa", tazīglūnṭ "lucertola comune"

guḍḍing "mozzare, abbattere; ammaccare"

hēfing, harfing "sollevare, sostenere, portare, tollerare, portare via"

hikking "singhiozzare"
(voce onomatopeica)

hilh "febbre" 
 
hījing, hījēnging "essere spaventato"  

hīt "discorso, conversazione; promessa; argomento" 

ghing "piangere" 

huf "soffio di vento; esplosione; discorso vano" 

(h)ullī "cavallo"

huṛing "succhiare"

hūrra "tuono"
 
hūrī "ricettacolo di fango" (giara di creta non cotta) 

kakāring "schiamazzare"

kal "luogo dove si raccolgono le acque"

kalanḍ "pentola rotta di terracotta; pentola vecchia"

kanḍ "divario, breccia apertura; passo collinare"

karghing "tosare, falciare, mietere" 
 
kasar "via, strada"
 
kāṭum "testa"

kēb "vicinanza; vicino"

kōnḍō "a quattro zampe; piegato in due"

kurāṛa "gonfiore infiammato" (specie sul collo)

kūṭī "senza corna" 
 
lix "collo"

malh "figlio"

maringing "coagularsi, cagliare"

marrām "urlo, chiamata; fama"

marrī "domestico, addomesticato"

mashing "lavarsi la testa (con un'argilla apposita)" 
 
maxing "ridere" 
 
lh "capra" (traduzione incerta)

milinj "un'erba selvatica usata come foraggio" 

milī "midollo; cervello; gheriglio di noce" 

miṛing "scacciare, allontanare" 
 
murghun "lungo", 
murīfing "estendere, allungare" 
 
murr "lontano"

ṛk "tappo" 
 
palhing "essere in ebollizione",  
palēfing "far bollire" (la carne)  

paṛēfing "istigare; provocare" 

paṭak "basso (di statura); rachitico" (traduzione incerta)

paṭṭī "femmina" 
(esistono parole simili in Sindhi e nelle lingue dravidiche, anche se sussistono difficoltà fonetiche e l'etimologia permane dubbia)
 
pīun, pīhun "bianco"

pōlō "vuoto, cavo"

prishk "scintilla" 
 
puc "vestiti, abiti" (traduzione incerta)

punḍū "fondo di un ricettacolo; natiche; ano" 
 
rūsing "tirare fuori, strappare"

sālum "genero; cognato"

sār "soddisfatto, sazio" 
 
tamming "giacere"

taṛing "tagliare, recidere, macellare"

tataring, tatarēnging "lottare in modo convulso" 
 
traḍḍing "saltare, saltellare, ballare" 
 
trujjing "soffocare prendendo un boccone troppo grande; soffocare per la confusione, soffocare per l'orgoglio"
 
trukking "strappare, spogliare" 
 
tuṛinging "disfarsi (di punti); chiaro (di nuvole); separato (di latte)"

tūbē "luna", 
"mese"

xaning "far nascere"

xaṛīnk "lacrime"

xarmā "lupo"

xēr "dietro" (prep., avv.)

"pentola per cucinare"

xōlum "frumento"

xulling "forare; pugnalare"

xumb "abbraccio" 
 
xuṛk "vicino, a portata di mano"

Sono necessari ulteriori studi per classificare questi elementi di sostrato. Da una superficiale analisi non ho potuto rilevare somiglianze con l'elamico ma mi riprometto di ritornare sull'argomento.
 
Questi sono invece alcuni esempi di prestiti indoeuropei e arabi, tutti ben riconoscibili: 

baida "uovo" (< arabo)
banda "persona, essere umano" (< Balochi)
dandān "dente" (< persiano) 
draxt "albero" (< persiano)
ḍaghār "terra" (< Balochi) 
istār "stella" (< persiano)
parra "penna, piuma" (< persiano)
pūra "pieno" (< Sindhi)

giovedì 22 luglio 2021

IL MISTERO DELLA LINGUA BANGANI

Intendo trattare la questione degli importanti resti di una lingua indoeuropea ma non indoaria, eminentemente centum, che era parlata in India settentrionale (attuale Distretto di Uttarkashi, ad est del Passo Chanshal) e di cui sopravvivono alcune parole molto interessanti nella lingua indoaria denominata Bangani (बंगाणी baṅgāṇī); il Bangani è tradizionalmente considerato come un dialetto della lingua Garhwali e si trova in condizioni di grave rischio di estinzione. Questi vocaboli di un sostrato centum sono stati raccolti negli anni '80 dello scorso secolo da Claus Peter Zoller dell'Università di Oslo, uno studioso specializzato in lingue e letterature indiane (Zoller 1988, Zoller 1989). Non m'invento nulla e posso allegare alcune letture che spero attrarranno numerosi lettori e risveglino l'interesse degli accademici, anche in Italia: 

 
 
Riporto nel seguito un elenco di parole che sono riuscito a reperire nel Web (non senza fatica) e che non dovrebbe lasciare adito a dubbi a chiunque ritenga di essere un indoeuropeista. La fonte del materiale lessicale Bangani, molto annidata nel labirinto dei siti, consiste nel lavoro sul campo dello studioso indiano Anvita Abbi della Jawaharlal Nehru University di New Delhi, che ha potuto validare gran parte dei dati raccolti da Zoller basandosi sulla testimonianza diretta di numerosi parlanti sia anziani che giovani (Abbi 1997). Una parte dei dati in questione è contenuta nel sito di Peter Hook (University of Michigan). Il materiale originale di Zoll comprendeva 59 parole, di cui 50 sono state attestate da Abbi nelle sue campagne. Purtroppo ho potuto trovare un numero minore di parole, in tutto 36. Ho normalizzato in modo minimo l'ortografia e omesso una forma che mi sembrava dubbia. 
 

 
Note ortografiche:
/ε/ e /ɔ/ sono vocali aperte;
il diacritico ~ indica nasalizzazione;
/ṇ/ è una nasale retroflessa (cacuminale).

dɔkɔ "dieci"
dɔkru "lacrima"
dukti "figlia"
ɛrkɔ "splendente" 
ɛ~rkɔ "pulce"
getu "resina"
gimia:lo "stagione fredda"
gim
ɔ~ "inverno" 
goiṇɔ "sacrificio"
gɔmbɔ, gumbhɔ (1) "molare"  
gɔmṇɔ "sacrificare"
gɔṇɔ "nato, generato"
gɔsti "ospite" 
~te:r "Creatore"
gɔ~ti "esperto"  
kairɔ "grigio, scuro, bruno; nobile"  
kapɔ, kɔpɔ "campi adiacenti che appartengono a un solo
    proprietario"  
kapuṇ "piccolo campo"
kɔlpiṇɔ "nascondersi; scomparire" 
kɔlsṇɔ "nascondere" 
kɔp "appezzamento di terra"
kɔpɔ "zoccolo" 
kɔrsṇɔ "sfregare" 
kɔsṇo "sgridare" 
kɔsta~ "storia, narrazione" 
kɔsta:r, kɔste:r "amabile, piacevole"
kɔtɔ "cento"
kɔtrɔ "battaglia" 
kɔ:~tia "centinaia; molti" 
kurɔ "forte, duro; uomo coraggioso"
lɔktɔ "latte" 
muskɔ "bicipite"
ɔgn
ɔ~ "non nato"
ɔŋkɔ "morto, cadavere"
pɔrkɔ "domanda" 
pɔ:rkɔ "l'anno scorso"
 
(1) L'aspirata -bh- sembra secondaria. 
 
Confrontiamo ora, dove immediatamente possibile, queste arcaiche parole Bangani con i corrispondenti in sanscrito (in latino, greco o tocario B dove non esistono paralleli indoarii) e con le protoforme indoeuropee ricostruibili: 
 
dɔkɔ : sanscrito daśa "dieci", IE *dek'ṃ 
dɔkru : sanscrito aśru "lacrima", IE *(d)ak'ru  
dukti : sanscrito duhitṛ "figlia", IE *dhugətēr  
εrkɔ : sanscrito arcati "splende", IE *erkw- 
ε~rkɔ : sanscrito likṣā "lendine", IE *erek-, *eregh-
getu : sanscrito jatu "lacca, gomma", IE *gwetu  
gimia:lo, gimɔ~ : sanscrito hima "inverno", IE *g'himos 
goiṇɔ : sanscrito juhoti "egli sacrifica", IE *g'hew-
gɔmbɔ : sanscrito jambha "dente", IE *g'ombhos 
gɔṇɔ : sanscrito jan- "generare", IE *g'en- 
gɔsti : latino hostis "ospite; nemico", IE *ghostis
~te:r : sanscrito janitṛ "genitore, creatore", IE g'enǝtōr 
~ti : sanscrito jña- "conoscere", IE *g'ṇtis  
kairɔ : sanscrito śāra "variegato", IE *k'oiros, *k'eiros 
kɔlpiṇɔ : greco κλέπτω (kléptō) "io rubo", IE *klep- 
kɔlsṇɔ : sanscrito śarma "rifugio", IE *k'el- 
kɔrsṇɔ : sanscrito kaṣati "egli sfrega", IE *kars- 
kɔsṇo : sanscrito śāsti "egli istruisce", IE *k'as-
kɔsta~ : sanscrito śāstra "scrittura", IE *k'as-trom   
kɔtɔ, kɔ:~tia : sanscrito śata "cento", IE *k'ṃtom 
kɔtrɔ : sanscrito śatru "nemico", IE *k'etrus  
kurɔ : sanscrito śūra "coraggioso, eroico", IE *k'ew- 
lɔktɔ : latino lac "latte", IE *g'lakt  
muskɔ : sanscrito mūṣ "topo, muscolo", mūṣa "topo", IE *mūs
ɔgnɔ~ : sanscrito aja "non nato", IE *ṇ-g'ens 
ɔŋkɔ : tocario B eṅkwe "uomo, mortale", IE *ṇk'wo-  
pɔrkɔ : sanscrito praśna "domanda", IE *p(e)rek'- 
pɔ:rkɔ : sanscrito parut "l'anno scorso", IE *peruti  

Alcune note scritte di getto. 
1) Si notano parole che non sono rappresentate nelle lingue satem, come gɔsti, lɔktɔ, etc. Queste hanno corrispondenti unicamente in lingue centum e non ci si aspetterebbe in ogni caso di trovarle in India. 
2) Tanto cristalline e chiare nella loro etimologia sono quasi tutte queste parole, che non riteniamo possibile siano frutto di fraintendimenti.  
3) Spesso, anche quando esistono corrispondenze in sanscrito, si hanno grandi differenze fonetiche; appare invece evidente che si trova una maggior somiglianza delle parole Bangani con esiti di radici indoeuropee nelle lingue dell'Occidente. 
4) Alle parole di sostrato del Bangani non si applica la legge fonetica RUKI, tipica delle lingue satem (pur con qualche eccezione), che palatalizza la sibilante s dopo le consonanti r, k, g, gh e le approssimanti y, w.

Questo è un rudimentale prospetto delle corrispondenze fonemiche che spiegano il passaggio dal protoindoeuropeo al proto-Bangani: 
 
Protoindoeuropeo > Proto-Bangani

Vocali: 
 
a > ɔ
e > ɔ, ε
i > i 
o > ɔ
u > u 
ə > ɔ 
ā > ɔ
ē > ɔ
ī > i
ō > ɔ
ū > u
 
Dittonghi 
 
ei > ai
oi > ai, oi 
eu > ɔ, o
ou > ɔ, o 
 
Sonanti: 
 
ṃ > ɔ, ɔ:~
ṇ > ɔn, ɔ~, ɔ
ṛ > ɔr, -e:r, -a:r, -i
ḷ > ɔl
 
Consonanti: 
 
bh > b
dh > d
gh > g 
g'h > g
gwh > g 
b > b
d > d
g > g
g' > g 
gw > g 
p > p
t > t
k > k
k' > k
kw > k 
m > m 
n > n, ṇ 
r > r 
l > l 
s > s 
y > y 
w > w, v
 
Alcune di queste corrispondenze sono puramente ipotetiche, dal momento che nel materiale lessicale noto non sono presenti esempi. Così l'esito delle approssimanti in Bangani non mi è affatto chiaro (abbiamo esempi di /v/ e /w/ in esiti di parole indoarie e in prestiti, come dewu "il dio" e il nome proprio femminile Sāvitrī). Le sonanti possono avere diversi esiti; in particolare è complessa la situazione della sonante rotica. Se dovessero emergere dati nuovi in grado di farmi apportare correzioni ed aggiornamenti, sarò ben lieto di farlo e di darne notizia.  
 
Ricostruzione del proto-Bangani 
 
Sono convinto che sia importante tentare di effettuare ricostruzioni a partire dalla protolingua indoeuropea, in modo tale da poter riempire le lacune create dalla Storia. Ovviamente non ci si può aspettare di ottenere risultati strabilianti. Posso cominciare con qualche semplice protoforma altamente probabile di parole non sopravvissute nel Bangani storico, ma che dovevano appartenere alla lingua d'origine: 

*bɔgu "braccio" < IE *bhāg'hus
*gɔ:~ti "egli uccide" < IE *gwhenti 
*gɔrmɔ "caldo" < IE *gwhormos 
*kɔtwɔrɔ "quattro" < IE *kwetwores
*mɔṇɔ "mente" < IE *menos
*mɔti "madre" < IE *mātēr 
*nεwɔ "nove" < IE *(e)newṃ 
*ɔkɔ "cavallo" < IE *ek'wos 
*ɔktɔ "otto" < IE *ok'tōu
*pɔŋkɔ "cinque" < IE *penkwe
*pɔti "padre" < IE *pətēr 
*sɔptɔ "sette" < IE *septṃ  
 
Queste ricostruzioni non vanno confuse con le parole realmente attestate, devono essere considerate più che altro un esercizio. Un domani potrebbero emergere documenti in grado di comprovarle e di estendere di molto la nostra conoscenza. Potrebbe tuttavia non succedere. 
 
L'importanza del proto-Bangani  
 
Ebbene, il valente Claus Peter Zoller fu perseguitato come colpevole di "eresia scientifica", perché aveva osato sfidare i dogmi dei Neogrammatici - quegli stessi che poi ricostruiscono protoforme indoeuropee anche per le scorregge e i rutti! Le sue scoperte non sono state riconosciute come valide ed è addirittura stato accusato di aver interpretato e trascritto male i suoni della lingua Bangani. Tutto questo perché queste scoperte avrebbero causato un terremoto in grado di scuotere le fondamenta di una certa religione scientista! I più accaniti negatori del sostrato centum in Bangani sono George van Driem (University of Bern) e Suhnu Ram Sharma (Deccan College Postgraduate and Research Institute). Sorprende molto che tra gli oppositori di Zoller ci sia anche Robert Beekes (1995), che pure è un valido studioso del sostrato pre-greco. 
 
Origini ultime 
 
Zoller ha riportato l'esistenza di una tradizione che fa risalire l'origine dei parlanti del Bangani a una migrazione dall'Afghanistan, ma senza fornire ulteriori dettagli. Mi sembrava importante riportarlo.   
 
L'importanza di ulteriori studi sul campo 
 
Queste sono le commoventi parole di Anvita Abbi:  
 
"Non so se il collegamento di questa lingua con qualsiasi gruppo di lingue kentum possa essere stabilito in quanto non sono un linguista storico, ma una cosa è certa: la sintassi e l'elenco delle parole di Bangani mostrano strati di strutture, alcune delle quali possono essere relitti del passato, in quanto non si adattano né a un tipico gruppo indoariano né possono essere parte di un fenomeno areale. Penso che più linguisti dovrebbero lavorare su questa lingua, soprattutto descrittivisti e sociolinguisti storici." 

Sono convinto che con nuove e approfondite indagini si possa spingere molto oltre il confine dello scibile, strappando all'Oblio informazioni estremamente utili. Trovo inconcepibile che il Web faccia di tutto per far disperdere questi studi nell'Oceano dell'Entropia.    
 
La peste della politica 
 
Purtroppo la linguistica è ben lontana dall'essere immune dalla funesta e pervasiva influenza della politica. Per mille motivi, una lingua può far paura al mondo politico anche se è morta da secoli o se ne sopravvive soltanto un pugno di parole in un contesto di estrema marginalità. I ragionamenti che stanno alla base della paura in questione sono spesso ingenui, persino banali, eppure possono fare gravi danni alla Conoscenza. Le autorità indiane, tanto per fare un esempio, potrebbero sostenere che tutto ciò che riguarda le lingue centum è connesso con l'Occidente (dimenticando il tocario) e quindi con la colonizzazione. Le parole di sostrato in Bangani potrebbero così essere negate perché a qualcuno ricordano l'Impero Britannico brutto e cattivo, o qualcosa di simile. Non intendo dire che l'Impero fosse una bella cosa e sono consapevole che Gandhi lo ha sconfitto mettendo in campo un milione di nudisti. Mi rendo però anche conto di un'altra cosa: se qualcuno sulle pendici dell'Himalaya chiama l'ospite "gɔsti" e il latte "lɔktɔ", questo non è un fatto politicamente neutro: è una mina vagante che qualcuno cercherà di disinnescare.