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lunedì 8 luglio 2019


THE CELL - LA CELLULA 

Titolo originale: The Cell
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Anno: 2000
Durata: 107 min
Rapporto: 2.35:1
Genere: Orrore, fantascienza, thriller
Regia: Tarsem Singh
Soggetto: Mark Protosevich
Sceneggiatura: Mark Protosevich
Produzione: Julio Caro, Eric McLeod
Fotografia: Paul Laufer
Montaggio: Robert Duffy, Paul Rubell
Effetti speciali: John S. Baker, Tony Centonze
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Tom Foden
Location: Namibia; California
Interpreti e personaggi
    Jennifer Lopez: Catherine Deane
    Vince Vaughn: Agente FBI Peter Novak
    Vincent D'Onofrio: Carl Rudolph Stargher
    Jake Thomas: Carl Stargher (da giovane)
    Jake Weber: Agente FBI Gordon Ramsey
    Dylan Baker: Henry West
    Marianne Jean-Baptiste: Dottoressa Miriam Kent
    Patrick Bauchau: Lucien Baines
    Gerry Becker: Dottor Barry Cooperman
    Tara Subkoff: Julia Hickson
    Catherine Sutherland: Anne Marie Vicksey
    Musetta Vander: Ella Baines
    Colton James: Edward Baines
    Dean Norris: Cole
    Gareth Williams: Padre di Carl Stargher
    Pruitt Taylor Vince: Dottor Reid
    James Gammon: Teddy Lee
    Kim Chizevsky-Nicholls: Vittima di Stargher 
Doppiatori italiani
    Laura Boccanera: Catherine Deane
    Tony Sansone: Agente FBI Peter Novak
    Tonino Accolla: Carl Rudolph Stargher
Budget: 33 milioni di dollari US
Box office: 104 milioni di dollari US
Riconoscimenti:
   1) Blockbuster Entertainment Awards 2001: Favorite Actress - Science Fiction Jennifer Lopez
      2) MTV Movie Award 2001: Best Dressed Jennifer Lopez World Stunt Awards - Taurus Award: Best High Work Jill Brown

Trama: 
Quando gli agenti federali l'hanno trovato, il cadavere della ragazza emanava intensi lezzi di candeggina, che hanno fatto storcere il naso a tutti. Un investigatore a momenti sveniva. No, ragazzi. Quella non era candeggina. Era sburra. Ebbene, quell'ammasso di lubrico materiale genetico, pullulante di spermatozzi ormai in decomposizione, era stato scaricato sulla donna morta dal maniaco necrofilo Carl Rudolph Stargher. Questo carnefice, di un sadismo infinito, faceva affogare lentamente le sue vittime in una cella di plexiglas, immettendo in quell'ambiente stagno un flusso costante d'acqua proveniente da una specie di doccia. Così godeva ad osservare la disperazione e l'agonia, il lento soffocamento della malcapitata di turno. In questo modo si procurava erezioni durissime e si preparava alla seconda fase del suo abominevole teatrino: la consumazione dell'atto sessuale, che consisteva in uno strusciamento ossessivo dei genitali sulle membra della morta. Lo psicopatico aveva la pelle della schiena perforata da ganci possenti, collegati a funi. Nel momento più opportuno azionava con un telecomando un paranco che lo elevava fin sul soffitto, appeso all'apparato di contenzione. A questo punto raggiungeva l'orgasmo. Senza nemmeno toccarsi il membro virile, più teso di un argano di balestra, si metteva ad eiettare fiumi di liquido seminale nel vuoto, getti di materia vilissima che finivano sul corpo freddo oggetto dell'insana bramosia necrofila. Come fermare un simile flagello? Nessun investigatore è al corrente del luogo in cui il maniaco tiene prigioniera l'ultima donna da lui rapita, si sa soltanto che potrebbe essere ancora viva. Andato in coma nel corso di un'irruzione degli agenti, per non aver potuto assumere in tempo un farmaco salvavita, il mostro soffocatore non è più stato in grado di pronunciare una sola sillaba. Anche volendo, non potrebbe rivelare nemmeno un insignificante dettaglio dei crimini di cui si è macchiato. A questo punto solo una persona su tutto il pianeta può sperare di risolvere questo rompicapo e di salvare la vittima ancora segregata in un luogo ignoto, già minacciata dal lento stillicidio di una doccia nella gabbia sigillata. Questa eroina è la dottoressa Catherine Deane, una procace psicologa - intrepretata dalla famosa Jennifer Lopez, quella che è spesso accusata dai santi uomini Evangelici e Mormoni di provocar loro erezioni, causando la dannazione eterna di miliardi di anime non nate scaturite dall'uretra congestionata in seguito a palliti turgide. La Deane è specializzata nell'usare una macchina che le permette di entrare nella mente di persone inerti nel corso di uno stato di attività cerebrale simile al sonno REM. Servendosi di questa mirabile tecnologia, ha a lungo cercato di far breccia in un fanciullo autistico in coma allo scopo di comunicare con lui e di risvegliarlo. Nella sua opera non ha avuto molto successo, a dire il vero, ma l'FBI non ha altra scelta: sarà proprio lei a occuparsi del caso, a cercare di penetrare nella mente distorta dello psicopatico, con risultati imprevedibili...  


Recensione:  
Il film è stato proiettato al mitico Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 06/12/2010. Purtroppo non mi è stato possibile assistere allo spettacolo. Adesso, a distanza di anni, apprezzo pienamente questo capolavoro, generato dal genio dell'India. Tarsem Dhandwar Singh è infatti un regista indiano nato a Jalandhar nel 1961. Appartiene alla comunità religiosa Sikh, come è possibile capire già dal nome Singh "Leone", dato a tutti i maschi che hanno ricevuto il battesimo chiamato Amrit (le femmine invece si chiamano tutte Kaur "Principessa"). Maestro indiscusso dell'ideazione di video musicali e di sketch pubblicitari, il nostro Tarsem dà proprio in The Cell il meglio delle sue facoltà innate. Possiamo considerare la pellicola come un immenso crogiolo ribollente, in cui gli ingredienti più disparati si mescolano fino a dare corpo a una miscela esplosiva: antropologia, criminologia, religione, onirismo, psicologia e molto altro.  

Le origini di un sadico necrofilo   

Mi spiace dirlo ma non posso farne a meno. So che gli amici tradizionalisti e i fusariani si adireranno, ma tanto la realtà non cambia. Lo psicopatico Carl Rudolph Stargher è un prodotto della cosiddetta "famiglia tradizionale" nell'ambito di una setta evangelica estremista, di quelle che in Amerdica sono pane quotidiano. La dottoressa Catherine Deane compie catabasi oniriche nella parte più intima dell'essere del serial killer necrofilo, riuscendo a ricostruirne l'intero processo di formazione. Quando era un bambino innocente, è stato sottoposto da un padre brutale ad abusi spaventosi, che hanno causato lo stravolgimento della sua personalità, plasmandola in forme a dir poco demoniache. Le spiegazioni alternative sono due: 1) il bambino ha subìto una vera e propria trasmutazione ontologica, trasformandosi in un demone; 2) lo spirito del bambino è stato espulso dal corpo, che è diventato la dimora di un demone o di una legione di demoni. In entrambi i casi, la causa scatenante è da identificarsi nelle opere maligne del padre. L'energumeno ha cercato di affogare il suo pargoletto mentre veniva battezzato, poi al ritorno a casa gli ha assestato un pugno in faccia rompendogli la mandibola. Ogni volta che disobbediva agli ordini, lo massacrava di botte e gli ustionava i testicoli col ferro da stiro arroventato. Dopo anni di abusi fisici e morali, di orrende torture e di indottrinamento, è cresciuto giorno dopo giorno il mostro, fino a rivelarsi in tutto il suo fulgore nero, come una funesta falena che sfarfalla dal bozzolo. Certo, il padre ha sempre terrorizzato a morte il bruco con il ricatto dell'Inferno, ignorando l'esistenza stessa della metamorfosi; come risultato ha ottenuto una cosa soltanto, ha creato l'Inferno.


Un inatteso colpo di genio

Per la dottoressa Catherine Deane la discesa nelle abissali caverne oniriche dei suoi pazienti è qualcosa di incredibilmente snervante e frustrante. La tecnologia non mantiene le sue promesse e non le consente di trovare il bandolo della matassa in quei labirinti tenebrosi. Il bambino autistico la ostacola, oppone resistenza ad ogni sua mossa. Lei vorrebbe fargli attraversare un fiume, ma non si vede nemmeno una goccia d'acqua: ovunque si estendono soltanto sabbie rossicce. Ogni dialogo in quel deserto è vano. Il moccioso, serrato come un riccio, contorce il volto in un odioso grugno. "L'orco quel che vuole fa, e l'orco quando vuole trovar mi sa", sibila. Chi sia quest'orco non si capisce. Un prodotto dell'immaginazione? Una paranoia che ha preso corpo? Un pedosauro? L'informazione non è recuperabile, per quanto grande sia lo sforzo della terapeuta. Allo stesso modo il maniaco Carl Rudolph Stargher si erge come una fortezza inespugnabile davanti a lei. Quando impersona l'innocenza perduta, appare come un fragile bambino seviziato dal padre diabolico. Poi subisce una metamorfosi e appare in tutto il fulgore del Potere del Male. Vestito con bellissimi abiti imperiali, egli è colui che dispensa il tormento, colui che uccide per provare voluttà. Un Caligola Elettrico! Un Barone Vladimir Harkonnen dalla forma fisica smagliante! All'improvviso giunge alla ricercatrice la grande intuizione, come un lampo: prendendosi ogni responsabilità, non perde tempo e senza alcuna autorizzazione burocratica decide di invertire la macchina onirica. Anziché essere lei a insinuarsi nella mente del predatore, sarà lui a entrare nella sua. Il rischio è immenso, eppure l'idea si rivela subito giusta. Il principio è molto semplice: ognuno è signore e padrone del proprio microcosmo, dove chi entra è soltanto un ospite, un estraneo senza alcun potere. Quando Stargher fa il suo ingresso nella mente della dottoressa Deane, non è più un imperatore dalle vesti sfarzose. È inerme e si regge a stento in piedi. La padrona di casa ha un aspetto conturbante, a metà strada tra una guerriera ninja e la Vergine Maria - ma vestita di rosso anziché di azzurro. Accoglie nel proprio regno quell'estraneo minuscolo, tremebondo, esitante, che fino a poco prima era fonte di terrore - e risolve tutto all'istante a suon di sganassoni.

Fonti di ispirazione   

La cultura eclettica del regista Sikh lo ha di certo portato a visionare e ad analizzare con accuratezza Dreamscape - Fuga nell'incubo (Joseph Ruben, 1984), che è un importante capostipite di pellicole oniriche, la cui origine può essere individuata nel romanzo di Roger Zelazny He Who Shapes (aka The Dream Master, 1966) - pur avendo una trama in larga misura indipendente.  

A un certo punto la dottoressa Deane guarda alla televisione un film di animazione: è Il pianeta selvaggio, di René Laloux (1973), disegnato da Roland Topor! Senza dubbio uno dei miei preferiti. Si riconoscono subito le figure spettrali dei Draag, giganti dalla pelle azzurrognola, intenti a giocare con i piccolissimi e miserabili Oms - gli antenati della specie umana.

Quando l'agente dell'FBI Peter Novak entra nella mente del mostro nel tentativo di liberare Catherine Deane, si ritrova in un paesaggio desolato e arido in cui tre donne a bocca spalancata rivolgono il loro sguardo verso il Cielo del Nulla. Questa scena è ispirata a un dipinto del pittore norvegese Odd Nerdrum (Dawn, 1990). Le splendide opere di Nerdrum consistono in immagini infernali in cui prevalgono necrofilia, cannibalismo, coprofilia e coprofagia, sullo sfondo di un mondo annientato. Immagini che comunicano un'angoscia insopprimibile. 

Un ambiente infero dai massicci muri petrigni e pieno di scale, che la dottoressa Deane attraversa inseguendo Stargher bambino, è ispirato al dipinto intitolato Schacht dell'artista surrealista svizzero Hans Ruedi Giger, il creatore di Alien. 

Un altro artista a cui Singh fa riferimento è l'inglese Damien Steven Hirst. Un cavallo viene tagliato in sottili segmenti da una serie di lame cadute dal soffitto, formando una struttura che rimanda all'installazione hirstiana denominata Some Comfort Gained for the Acceptance of the Inherent Lies in Everything (1996). Per realizzare la scena, il regista si rivolse a una clinica veterinaria a Parigi, che conservava sezioni di animali. Questa è purissima Arte Metafisica!  

Prima di accarezzare le donne uccise col proprio glande tumefatto e di coprirle di sperma, il maniaco le sottopone a un rituale che ha l'intento di "purificarle": le dissangua, come se fossero bestie sottoposte a macellazione halal. Per questo il cadavere rinvenuto dagli agenti è così pallido. Il dissanguamento rituale è ovviamente una reminiscenza biblica, che affonda le sue radici nel Pentateuco: il Popolo Eletto ha ereditato leggi che vietano l'assimilazione del sangue e dichiarano impuro ogni contatto con tale fluido vitale - con l'eccezione degli omicidi considerati "leciti". La fonte d'ispirazione della scena del rinvenimento del corpo cosparso di sburra in sfacelo è la celeberrima serie televisiva Twin Peaks. Chi non ricorda Laura Palmer, adolescente sessualmente attiva e dedita a riti satanici, senza vita e chiusa in un sacco di plastica trasparente?

Non manca l'autoreferenzialità. In una sequenza si vede il carnefice seduto accanto a una vasca da bagno piena di sangue in cui è immerso il corpo della sua prima vittima. Tutto ciò rimanda al video del brano Losing My Religion dei R.E.M., dall'albun Out of Time (1991). Ebbene, quel video è opera dello stesso regista indiano. Diverse canzoni del gruppo rock statunitense si sono ben impresse nella mia memoria, anche a causa della pronuncia alterata delle parole (ad esempio consider this giungeva e giunge tuttora alle mie orecchie come consideradàs).

Questa trattazione non esaurisce l'argomento. Tarsem Singh ha tratto ispirazione anche dai video girati da Floria Sigismondi per Marilyn Manson, oltre a Closer di Mark Romanek, a The Perfect Drug dei Nine Inch Nails e a Bedtime Story di Madonna.

Curiosità

Vincent D'Onofrio ammise che sua moglie si rifiutò di dormire con lui per due settimane dopo aver visto la sua performance nel film, come se fosse uno psicopatico genuino e un serial killer. Tra l'altro, l'attore fu sottoposto a svariate umiliazioni: dovette indossare una parrucca e una tuta di plastica aderente per simulare la pelle con i ganci inseriti. Si noterà che rituali in cui l'iniziato viene appeso in modo simile (non ricorrendo a finzioni), erano già diffusi a suo tempo tra gli eroici Sioux e sono tuttora fiorenti in alcune comunità dedite al BDSM. 

L'innato e ipocrita puritanesimo imperante in America ha fatto sì che nella distribuzione domestica fosse tagliata proprio la scena più importante, quella della masturbazione necrofila e dello scaricamento del liquame genetico sui resti mortali femminili, esangui e più pallidi del gesso. Così diventa incomprensibile l'odore pungente di candeggina avvertito dagli agenti dell'FBI al rinvenimento della carcassa! Poi i padri di famiglia amerdicani possono impunemente continuare a seviziare i loro figli e per le autorità morali è tutto OK.   

Quando Carl Stargher sbudella Peter Novak con un brutto arnese, il povero investigatore doveva ricordare a Catherine Deane l'aborto a cui si era sottoposta quando era al college. Questo doveva essere l'episodio centrale della sua esistenza tormentata, la causa prima del senso di colpa che l'accompagnava perennemente. All'ultimo fu deciso un cambiamento nei dialoghi, perché risultò che questa scena avrebbe reso la dottoressa una protagonista piuttosto antipatica al pubblico. Non dimentichiamoci che gli States sono un paese biblico pullulante di adoratori dei feti: un aborto anche soltanto immaginario non sarebbe mai stato perdonato e la stessa Jennifer Lopez, già nel mirino dei fondamentalisti per la storia delle palliti turgide, ne avrebbe avuto un danno d'immagine.

The Cell 2 

Come sempre accade di questi tempi, è stato fatto un sequel: The Cell 2 - La soglia del terrore (Tim Iacofano, 2009), interpretato da Tessie Santiago, Chris Bruno e Frank Whaley (per me sono perfetti sconosciuti, forse perché sono troppo vecchio). Non l'ho visionato, quindi non saprei giudicarlo. Se devo essere franco, nutro una grande diffidenza verso questi prodotti realizzati raschiando il fondo della pentola per raccattare quattro soldi in più. Leggendo la trama e i riassunti nel Web, comprendo che forse qualche elemento originale potrebbe anche esserci. Mi riservo comunque di pubblicare una recensione appena sarà possibile. 

Altre recensioni 

Roger Ebert, critico cinematografico statunitense deceduto nel 2013, ha detto mirabilia del film e del suo artefice: 

"Tarsem, il regista, è un virtuoso visivo che, senza sforzo, fa il giocoliere con la trama. È splendido il modo in cui miscela così tanti stili, generi in un film così originale."

Morando Morandini, critico cinematografico italiano deceduto nel 2015, era tutto fuorché entusiasta dell'opera del Sikh. Così ha scritto: 

"È, come tentativo di thriller visionario, un bluff che, tolti pochi momenti ingegnosi, ha lo spessore narrativo di un videogioco e il valore grafico della copertina di un CD heavy metal." 

Che dire? Nel frattempo Morandini si è spento, mortuus est, etc., così come è tramontata la tecnologia dei CD. Sic transit gloria mundi!  

Lietta Tornabuoni, giornalista e critica cinematografica italiana deceduta nel 2011, ha scritto quanto segue: 

"Sono interessanti sia il tentativo di materializzare in immagini una mente malvagia e mostruosa, sia il fallimento del tentativo: un eccesso di artificio troppo lambiccato toglie forza all'impresa."

Marco Balbi, attore e doppiatore italiano tuttora vivente, è partito in quarta nella sua recensione apparsa su Ciak nel 2000:

"Se c'era bisogno di una conferma «cinematografica» del suo straordinario talento visivo, Tarsem, pluripremiato e geniale autore di videoclip e spot pubblicitari, l'ha data: il suo film è un fasto di immagini traboccanti colori e invenzioni visive, un'opera barocca che fin dai primi fotogrammi delizia l'occhio dello spettatore."

Poi però esprime un certo scetticismo: a suo avviso il problema principale della pellicola "è proprio la sceneggiatura, una storia inverosimile e prevedibile, una scimmiottatura de Il silenzio degli innocenti.

Il campionario dei giudizi è forse un po' scarno, ma a mio avviso si può considerare significativo.

venerdì 29 luglio 2016


HEAVY METAL

Titolo originale: Heavy Metal
Paese di produzione:
Canada
Anno:
1981
Durata: 87 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: animazione, fantastico, fantascienza,
     orrore, musicale
Regia: Gerald Potterton
Sceneggiatura:
Len Blum
Produttore: Ivan Reitman
Produttore esecutivo: Leonard Mogel
Fotografia: Claude Lapierre, Brian Tufano, Ron
     Haines
Montaggio:
Janice Brown, Mick Manning
Musiche: Elmer Bernstein
Doppiatori originali:
    Richard Romanus: Harry Canyon
    John Candy: sergente amministrativo / Dan /
        Den / robot
    Alice Playten: Gloria
    Harvey Atkin: alieno / accolito
    Don Francks: Grimaldi / copilota / barbaro
    Jackie Burroughs: Katherine
    Eugene Levy: Capitano Sternn / reporter maschio
        / Edsel
    Al Waxman: Rudnick
    Marilyn Lightstone: prostituta / regina
    Harold Ramis: Zeke
Doppiatori italiani:

    Luca Ward: Harry Canyon
    Alessandro Rossi: Den
    Vittorio Stagni: robot
    Claudia Razzi: Gloria
    Renato Mori: Rudnick
    Renato Izzo: voce narrante
Colonna sonora: 
   "Radar Rider" (Riggs)
   "Veteran of the Psychic Wars" (Blue Öyster Cult)
    "True Companion" (Donald Fagen)
    "Heartbeat" (Riggs)
    "Blue Lamp" (Stevie Nicks)
    "Open Arms" (Journey)
    "Reach Out" (Cheap Trick)
    "Heavy Metal (Takin' a Ride)" (Don Felder)
    "I Must Be Dreamin'" (Cheap Trick)
    "Queen Bee" (Grand Funk Railroad)
    "Crazy? (A Suitable Case for Treatment)"
         (Nazareth)
    "All of You" (Don Felder)
    "Heavy Metal" (Sammy Hagar)
    "Prefabricated" (Trust)
    "The Mob Rules" (Black Sabbath)
    "Through Being Cool" (Devo)
    "Working in the Coal Mine" (Devo)
    "E5150" (Black Sabbath)
    "Vengeance (The Pact)" (Blue Öyster Cult)

Trama e recensione:

Questo splendido film d'animazione è composto da diversi episodi, tutti imperniati sul potere funesto della gemma verde chiamata Loc-Nar, che incarna il Male a livello cosmico e che corrompe irrimediabilmente l'ontologia di chiunque venga a contatto con la sua nefasta luce. Questo misterioso oggetto, che proviene dalle profondità siderali, fa da filo conduttore che lega tra loro personaggi e contesti molto diversi, terrestri e alieni. Così Loc-Nar stesso spiega la sua natura alla ragazzina a cui si manifesta: 

"Non tentare di scappare. Tu sei in mio controllo. Guardami: io sono la somma di tutti i mali. Guarda attentamente. Il mio potere infesta tutti i tempi, tutte le galassie, tutte le dimensioni. Ma molti ancora mi cercano, sono un gioiello verde che devono possedere. Guarda come distruggo le loro vite." 

Questo è l'elenco degli episodi con una breve descrizione: 

Soft Landing
Da uno Space Shuttle in orbita intorno alla Terra esce una Corvette guidata da un astronauta, che fa atterrare il veicolo in un canyon del deserto.

Grimaldi
L'astronauta, Grimaldi, arriva a casa ed è salutato dalla figlia, a cui mostra qualcosa che ha portato dal suo viaggio: una sfera di cristallo verde. Non appena è estratta dalla sua custodia, la gemma riduce l'astronauta in polvere, cresce a dismisura e si presenta alla ragazzina terrorizzata, rivelandole la propria essenza maligna. La costringe ad assistere alla luttuosa influenza che esercita nel tempo e nello spazio. 

Harry Canyon
Siamo nel 2031, in una New York distopica e degradata, in cui l'attuale quadro dell'immigrazione selvaggia sarebbe ritenuto idilliaco, essendo arrivata sulla Terra anche la feccia di altri pianeti. Il cinico e trasandato taxista Harry Canyon narra la sua giornata in perfetto stile noir. Assiste a una sparatoria e mette in salvo una ragazza, figlia di un archeologo ucciso da un gangster. La accoglie in casa e viene da lei a sapere della scoperta che è costata la vita al padre: il rinvenimento del Loc-Nar in un deserto. Gli eventi che susseguono sono convulsi fino al desolante finale: l'aver goduto delle grazie della giovane non impedirà a Harry Canyon di disintegrarla per legittima difesa.

Den
Il nerd diciottenne Dan rinviene il Loc-Nar, e durante un esperimento sui fulmini nel corso di un temporale viene teletrasportato dalla gemma in un altro universo. Si ritrova dotato di un fisico erculeo, su un pianeta abitato da umani e da semiumani. Dan, il cui nuovo nome è Den, si imbatte in un rituale in cui una giovane donna sta per essere sacrificata al demone Uhluhtc (una pronuncia inversa di Cthulhu) da una crudele regina. Trae in salvo la ragazza e scopre che si chiama Katherine. Proviene da Gibilterra ed è finita anche lei su quel misterioso pianeta. Per ringraziare il suo salvatore, gli si concede, e lui la penetra nel vaso procreativo. Prima di poter eiaculare, viene interrotto dai soldati di un tirannello effeminatissimo, Ard, che vuole impadronirsi del Loc-Nar per diventare Imperatore dell'Universo. Den si introduce nel palazzo della Regina per rubare il gioiello, ma viene scoperto. La sovrana, notate le doti fisiche del giovane, gli risparmia la vita in cambio di prestazioni sessuali: accoglie il suo fallo tra le gambe, dentro la vagina. Tuttavia nemmeno questa volta Den riuscirà a raggiungere il culmine. Al termine di una serie di peripezie, Den e Katherine riusciranno a sconfiggere i malvagi, ma rinunceranno al possesso di Loc-Nar e a ogni tentativo di tornare sulla Terra, scegliendo di vivere la loro vita lontano dal Potere e dalle sue conseguenze nefaste. 

Captain Sternn
Su una stazione spaziale in cui convivono umani e alieni di vari tipi, il Capitano Sternn è sotto processo e pende su di lui la condanna capitale. I crimini di cui viene accusato sono innumerevoli e gravissimi. Contro il parere dell'avvocato, Sternn si ostina a proclamarsi innocente, e chiama a deporre come testimone un certo Hanover Fist. Si tratta in apparenza di un povero di spirito, che elogia l'accusato in tutti i modi possibili. Tuttavia a un certo punto, avendo trovato in un corridoio il Loc-Nar, subisce una spaventosa metamorfosi trasformandosi in un colossale energumeno. Prima vomita un torrente di accuse tremende contro il Capitano Sternn, accusandolo anche di pedofilia, poi si mette a devastare l'aula, spargendo il terrore. L'energumeno aggredisce Sternn mettendolo con le spalle al muro, ma presto si capisce che i due si erano accordati. Hanover Fist ritorna al suo stato normale e riceve il compenso per la commedia che ha recitato. Il militare corrotto, stringendo Loc-Nar, fuggirà dalla colonia, pronto a diffondere il Male tra le galassie, come una pestilenza.  

B17
Durante la Seconda Guerra Mondiale, un bombardiere B-17 soprannominato "Pacific Pearl" subisce gravi danni durante un'operazione. Il copilota lascia la cabina di comando per verificare le condizioni dell'equipaggio, constatando che sono tutti morti. A questo punto si accorge della presenza del Loc-Nar, una luce verde che insegue il bombardiere per entrare al suo interno. I cadaveri si animano, trasformandosi in zombie sanguinari, che uccidono lo sventurato copilota. Il fato del pilota sarà peggiore di mille morti! 

So Beautiful and So Dangerous
Il Dottor Anrack è uno scienziato che giunge al Pentagono per un summit sulle misteriose mutazioni genetiche che si stanno diffondendo negli Stati Uniti. Mentre la riunione si svolge, egli nota che la prosperosa stenografa Gloria porta al collo il Loc-Nar e si avventa contro di lei. La donna crede che lo scienziato stia cercando di stuprarla, ma all'improvviso un'astronave immensa irrompe nell'edificio squarciando il tetto e rapisce i due. A bordo ci sono un robot e grotteschi due piloti alieni. Il Dottor Anrack si rivela essere un androide danneggiato e viene lasciato al suo destino. Gloria desta l'interesse morboso del comandante robotico, che la seduce e la convince ad avere una seduta di sesso meccanico. Nel frattempo gli alieni assumono dosi massicce di una droga simile alla cocaina. Troppo storditi per condurre l'astronave, riescono a comunque a portare a termine un atterraggio non proprio morbido in una stazione spaziale di proporzioni inaudite.   

Taarna
Il Loc-Nar, grande come una meteora, si schianta su un vulcano che si mette a eruttare lava verde. Una tribù rimane contaminata e subisce una trasformazione mostruosa: ogni persona diventa un mutante barbarico dalle membra abnormi, votato alla distruzione e alla morte. L'orda tumulta e compie massacri spaventosi, assaltando una città e portandovi la devastazione. I notabili della città, prima di essere uccisi dai mostri, si riuniscono e in preda alla disperazione evocano Taarna la Taarakiana, ultima della sua stirpe guerriera. Taarna è una splendida amazzone albina, dotata di forza sovrumana, che solca i cieli su un volatile spettrale. Arriva troppo tardi per fermare il massacro, così si dirige alla roccaforte dei mutanti in cerca di vendetta. Dopo aver affrontato non poche difficotà, la valorosa Taarna, sebbene gravemente ferita, riesce a uccidere il capo dei mutanti. Si getterà con la sua cavalcatura contro il vulcano, sacrificandosi per distruggere il Loc-Nar.

Epilogo
Il sacrificio di Taarna manda in criticità il Loc-Nar che parla alla figlia di Grimaldi, facendolo esplodere. Come ciò accade, la ragazzina viene raggiunta dalla cavalcatura di Taarna e subisce un inatteso mutamento. I suoi capelli diventano bianchi come la neve, e sul collo si evidenzia il segno tipico della stirpe Taarakiana, un tatuaggio rosso a forma di spada. 


 
Origini del film e sua rilevanzza artistica

Il film attinge alla famosa rivista di fumetti americana Heavy Metal, fondata nel 1977 da Leonard Mogel, a sua volta nata per ispirazione di Métal Hurlant, magazine francese altamente innovativo. Le storie di Métal Hurlant nascevano da un geniale intreccio di fantasy e fantascienza, che generava mondi fino ad allora inimmaginabili, pervasi da un vivido erotismo e da una grande violenza. L'importazione di tutto questo in America ad opera di Mogel fu un autentico atto rivoluzionario che travalicò i confini del fumetto, trasferendo nel cinema le storie della rivista. Fu così che nacque il lungometraggio Heavy Metal, in un'epoca in cui i cartoni animati erano ritenuti un innocuo passatempo per bambini. All'inizio il prodotto ebbe grandi difficoltà a diffondersi, subendo numerose censure: per via delle scene erotiche e violente fu vietato ai minori di 14 anni (R rated).
Ogni singolo elemento che compone quest'opera è eccellente, a partire dall'arte grafica e dalla tecnica di animazione. Notevolissima è la colonna sonora, che si avvale di nomi celebri come i Black Sabbath, i Blue
Öyster Cult, i Devo e Stevie Nicks. Alcune delle canzoni furono composte appositamente per il film. Tra i doppiatori originali merita una menzione John Candy, ottimo attore che intrepretò tra l'altro il Canuomo in Balle Spaziali e l'investigatore Harry Crumb (nervi d'acciaio, muscoli di ferro, cervello di roccia). 
Purtroppo in Italia Heavy Metal ha incontrato difficoltà di distribuzione e avuto una notorietà abbastanza limitata. Uscito nel 1982, fu presto ritirato dalle sale, mentre una versione in VHS apparve dopo un decennio. Segnalo che è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 09/03/2009 a Milano.

Contenuti filosofici

Pietra miliare nella lotta contro ogni tentativo di negazione dell'esistenza del Male, questo capolavoro si pone in nettissima linea di frattura con il pensiero moderno che fa delle categorie morali un'opinione e con il potere mondano delle religioni che affermando una divinità onnipotente e al contempo "buona", finiscono col chiamare "mistero" o "assenza" tutto ciò che sfugge ai loro schemi stoltissimi. Il finale del film non deve indurre a concludere ingenuamente che il Male sia stato sconfitto: la stessa metamorfosi della figlia di Grimaldi nella nuova Taarna è prova inequivocabile del fatto che la battaglia cosmica continua ed è eterna. Ad essere stato distrutto non è il Loc-Nar nella sua essenza maligna, ma soltanto una sua manifestazione in alcune dimensioni. A riprova di questo, è stato realizzato un sequel, Heavy Metal 2000, che non ho ancora avuto occasione di visionare. Quando avrò posto rimedio a questa mancanza, scriverò senza dubbio una recensione. 

Contenuti profetici

Nel film è data una descrizione dettagliata del funzionamento dei palazzi del potere italiani in quest'epoca di decadenza estrema. Le cose vanno nel seguente modo.

1) Prima fase della giornata. Si scaldano i cuori: è arrivata la fornitura di sacchi!


2) Seconda fase della giornata. Il parlamentare di turno colloca un sacco nell'apposita macchinetta erogatrice e comincia a creare le piste.

3) Terza fase della giornata. Inalazione profonda!

sabato 8 marzo 2014

 

A SCANNER DARKLY - UN OSCURO SCRUTARE
(A Scanner Darkly)

Un film di Richard Linklater. Con Keanu Reeves, Robert Downey Jr., Woody Harrelson, Winona Ryder, Rory Cochrane.
Genere Fantascienza, colore 100 minuti. - Produzione USA 2006. -

Riporto una recensione tratta da mymovies.it:

Fred Arctor è un agente della narcotici nascosto dentro una tuta disindividuante e infiltrato in un gruppo di consumatori abituali di Sostanza D, un acido che brucia il cervello e provoca allucinazioni. La tuta cangiante protegge la sua vera identità e la mutua in Bob Arctor, compagno di una schizzatissima brigata di tossici dislocati a Orange County, in California. Incaricato di sorvegliare un trafficante di droga e il suo giro di affari, Fred/Bob finisce per spiare se stesso, sempre più instabile per l’assunzione della sostanza D. L’abuso lo conduce alla schizofrenia, sviluppando una doppia personalità. Denunciato da Barris, un drogato informatore, ai suoi ambigui superiori di polizia, Fred/Bob finisce in una comunità di recupero ai confini col Messico, dove scoprirà che tutto è connesso: chi controlla produce e diffonde. L’“oscuro scrutare” di Richard Linklater ripropone la sperimentazione estetica di Waking Life, il suo film precedente girato come un normale live action e poi ritoccato con l’animazione grafica. Il cast in carne e ossa, capitanato dall’ex hacker Keanu Reeves, viene ripreso dal vivo e successivamente trasformato in disegno animato sullo sfondo mosso dal rotoscope, una tecnica che permette di ottenere un movimento animato a partire da un filmato reale. La scelta di Keanu Reeves e della cifra stilistica sono entrambi funzionali alla storia, raccontata e “clonata” dall’omonimo romanzo di Philip K. Dick. Ancora una volta, come il Neo dei fratelli Wachowski, l’attore si aliena da se stesso recuperando la sua “matrice”, la sua realtà virtuale che finisce per confondere e poi smarrire quella reale. Se le macchine creano Matrix, è un’overdose di Sostanza D. a produrre le alterazioni percettive del protagonista. Il procedimento tecnico, il ridipingere digitalmente l’immagine fotografica dell’attore, restituisce la stratificazione dell’identità del protagonista, Fred Arctor che è anche Bob Arctor, e insieme gli infiniti volti variabili della scramble suite (la tuta) dickiana. L’esperienza alterata della tossicodipendenza, la paranoia, l’incapacità di definire la realtà reale, vissute dallo scrittore statunitense e formalizzate in uno dei suoi più grandi atti di accusa contro il controllo e l’arbitrario scrutare governativo, si traducono in uno psichedelico impasto di carne e digitale. Un incubo dark che crea dipendenza.  

Così scrivevo qualche anno fa (01/01/2008): 

Questo pomeriggio ho visto A Scanner Darkly, che mi ha dato un'interessante occasione per meditare sulla traducibilità di un testo scritto in una sequenza animata. Pur essendomi piaciuto molto il film, condivido l'opinione della carissima Nimiel, che afferma di preferire il libro. Mi spingo anche oltre: a mio avviso un libro e un film sono due opere completamente diverse, legate soltanto da una superficiale pellicola fenomenica e puramente formale. Il titolo, i nomi dei personaggi, un accenno di trama, tutte queste cose hanno l'aria di essere soltanto una mimesi insettoide che nasconde una natura abissalmente dissimile. Non è secondo me un problema tecnico che rende così difficile la trasposizione. È piuttosto la mente del regista, che adducendo le scuse più disparate reinventa lo scritto apportandovi ogni sorta di alterazione. Così il povero Jerry Fabin è stato fuso con Charles Freck. Uno dei brani che più mi avevano colpito nel libro è stato tagliato del tutto. Si tratta del Giorno della Merda di Cane, in cui Bob Arctor in uno stato di paranoia acuta accede alla visione della nuda ontologia dell'universo. Un capolavoro di delirio materico che a parer mio meritava di essere illustrato. Dov'è finito il famoso cefoscopio cortocircuitato dal maligno Barris? Altre volte i cambiamenti riguardano dettagli a prima vista irrilevanti: i capelli di Donna Hawthorne che da corvini diventano castani, il Southern Comfort che diventa Tequila. Naturalmente, consiglio a tutti la visione di A Scanner Darkly dopo aver letto con attenzione Un Oscuro Scrutare di Philip K. Dick.