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lunedì 6 dicembre 2021

 
SHOOTING SILVIO
(film grottesco)
 
Titolo originale: Shooting Silvio 
Lingua originale: Italiano
Paese di produzione: Italia
Anno: 2007
Durata: 96 min
Genere: Drammatico, grottesco
Sottogenere: Fantapolitica, antiberlusconismo
Regia: Berardo Carboni
Soggetto: Berardo Carboni, Carlo Durante, Daniele 
      Malavolta
Produttore: Isabella Arnaud 
Distribuzione: Cinedance
Fotografia: Alessio Valori
Montaggio: Manuel Donninelli
Musiche: Stefano Lentini
Scenografia: Alessandro Pavone, Dionisia Cirasola
Costumi: Alessandro Bentivegna
Trucco: Alessandro Cardillo
Interpreti e personaggi:
    Federico Rosati: Giovanni detto Kurtz
    Alessandro Haber: George; il notaio
    Antonella Bavaro
    Antonino Iuorio 
    Remo Remotti 
    Fabrizio Raggi 
    Giovanni Visentin
    Sofia Vigliar: Se stessa
    Mia Benedetta
    Melanie Gerren: Melanie
    Virgilia Imbriani 
    Ariele Vincenti 
    Marco Travaglio: Se stesso
    Erlend Øye: DJ della festa di Kurtz
Budget: 140.000 euro
Box office: 13.800 euro (nelle prime 9 settimane)
 
Trama: 
Il potere del Premier Silvio Berlusconi è all'apogeo e in tutt'Italia si respira un'aria molto pesante. Giovanni, che si fa chiamare Kurtz come il personaggio interpretato da Marlon Brando in Apocalypse Now, è un giovane romano ricchissimo, eccentrico, orfano e irrequieto, che passa la sua vita crepuscolare tra una festa e l'altra. Una sera, nel corso dell'ennesimo party, lancia un'idea bizzarra: intende organizzare la scrittura collettiva di un libro contro Berlusconi, intitolato Shooting Silvio, a cui ciascuno potrà contribuire con un'idea per eliminare il controverso magnate lombardo in una qualsiasi delle tante accezioni possibili (politica, fisica, metafisica, metaforica, etc.). L'idea non ha tuttavia alcun successo, dato che è fiacca e fa schifo sul nascere, così Kurtz, al colmo dello spleen, passa a concepire qualcosa di più concreto e violento: un piano dettagliato per uccidere il Presidente del Consiglio. Il punto è che le motivazioni dell'odio che anima il giovane sembrano piuttosto futili. Abbandonato dalla fidanzata e dagli amici, Kurtz si organizza per l'azione, infiltrandosi in Forza Italia e riuscendo infine a portare il suo contorto piano a compimento. Ma ci riesce veramente? Ciò che vediamo è una sequenza di fatti reali o è soltanto un film mentale del protagonista? Pillola blu o pillola rossa?
 
Scene memorabili:

Nel corso di una baldoria, compare una scrittrice norvegese più brutta della merda, woke e gender fluid fino al midollo, che gorgoglia ubriaca borbottando senza sosta il nominativo alterato del Magnate di Arcore: "Benito Berlusconi". Una trovata a dir poco puerile. Credo che sia più piacevole ascoltare il rumore dei peti di un mulo.
 
Kurtz si reca nel locale di un gangster, esponente di Forza Italia, in cui una ballerina lasciva danza una lap dance al suono di una canzone in francese che è un inno berlusconiano alla prostituzione: esalta le puttane, al punto che "je t'aime" fa rima con "putaine"!

In un oscuro angiporto romano, Kurtz possiede carnalmente l'africana Melanie, infilandole il cazzone da dietro, more ferarum. Niente gomma! Le eiacula dentro, nella vagina profonda, senza pensare alle possibili conseguenze. Lei si presta, anche se non sembra particolarmente entusiasta. La si vedrà dopo 20 anni sul canale #MeToo, infierire sull'ex amante ormai ergastolano. 
 

Recensione: 
Questa pellicola è la cronistoria di un'epoca allucinante, rovente, che è ancor poco definire folle. Per descriverne l'atmosfera, è necessario parafrasare l'ashkenazita Benjamin Disraeli, Primo Ministro della Regina Vittoria: "Due nazioni tra le quali non c’è rapporto e simpatia; che sono così ignoranti dei costumi, dei pensieri, dei sentimenti l’una dell’altra come se abitassero in diverse zone o addirittura in diversi pianeti: i berlusconiani e gli antiberlusconiani." Si aveva proprio questa impressione. Il disagio causato dall'influenza del berlusconismo ha continuato a lungo a provocare suppurazioni in un tessuto sociale ormai incancrenito. Un fenomeno simile potrà ripetersi in futuro? Non posso escluderlo. La specie Homo sapiens, ormai colpita da morbo di Alzheimer, vaneggia senza sosta, incapace di comprendere che la vera maledizione è l'esistenza.
Sorprende la scelta del regista, che ha girato un film quasi interamente in bianco e nero. Soltanto poche scene e il finale sono a colori: tra queste si nota quella in cui Kurtz guarda alla televisione Il grande dittatore (The Great Dictator, Charlie Chaplin, 1940). C'è anche un frammento di animazione, quando il protagonista entra in azione. Si segnala l'interpretazione di Alessandro Haber, quell'attore calvo coi porri e col ghigno distorto, che tutti ricordiamo in Amici miei - Atto II° (Mario Monicelli, 1982), per aver rivestito i panni del marito cornuto distrutto da uno scherzo feroce al cimitero. 
 
 
Breve intervista di Kurtz a Marco Travaglio 
 
Kurtz: "Cosa succederebbe se qualcuno lo mettesse, come dire, fuori gioco, lo facesse uscire di scena, di colpo?"
Marco Travaglio: "Beh, sarebbe un deicidio. Perché un uomo che si paragona a Gesù Cristo, chiunque lo volesse eliminare commetterebbe non solo un omicidio, ma anche un deicidio, che è molto più grave. A parte gli scherzi, credo che sia impossibile... metterlo fuori scena e forse non sarebbe neanche giusto. È bene che comunque, sia pure in posizioni indebolite, cioè sia pure nei ranghi che gli sarebbero consentiti da qualunque altra democrazia, quindi non dall'Italia, rimanga Berlusconi come una specie di testimone di come si può diventare quando si perdono i sensi veri della democrazia. Perché, come diceva Gaber, ciò che preoccupa non è Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me." 

 
Dialogo di Berlusconi con la Morte
 
Berlusconi: "La prego, smettiamola con questa farsa. Io credo di aver fatto sempre il mio dovere e di aver dato conto alla Nazione. Mi faccia capire dove ho sbagliato. Come ho potuto attirarmi tanto odio?" 
Kurtz fa una boccaccia.
Berlusconi: "Posso levarmi la maschera? Mi arriva poca aria."
Kurtz: "Mio padre l'avrebbe votata, lo sa? Era convinto che lei avrebbe cambiato l'Italia. Il giorno che i miei sono morti, ho pensato a lei. Lei per me rappresenta la Morte. È l'immagine della Morte. Vuole morire prima del tempo, Presidente?" 
Berlusconi: "Se lei mi uccide, io passerò alla storia come un imprenditore industriale, un grande statista e un martire civile. Lei invece sarà ricordato come un pazzo omicida. Se invece mi lasciasse andare, si farebbe un breve periodo di prigione e poi avrebbe tutte le possibilità di esprimere le sue idee. Che lo voglia o no, lei ormai comunque è una star."
Kurtz: "Ogni storia che precipita ha la sua scatola nera. Ma questo non rimarrà un segreto di Stato. Siamo in diretta su ShootingSilvio.com, Presidente. Così tutti potranno capire." 
Berlusconi: "Se sta filmando, perché vuole lasciarmi questa maschera?"
Kurtz: "Non le ho messo la maschera di Cappuccetto Rosso, ma quella di Kurtz. Ma ora devo agire. Le parole se le porta via il vento." 
Berlusconi: "Io non sono la Morte. Cosa pensi di risolvere se mi uccidi? Che vuoi fare? Vendicarti delle tue ossessioni? Diventare tu la mia morte?" 
Kurtz: "Sto cercando di convincermi che sono uno squilibrato! Io so benissimo chi è lei! Lei è il simbolo di quest'epoca senza sogni! La prova vivente della commistione tra ricchezza, politica e influenza mediatica! L'incarnazione di tutto ciò che distrugge i sentimenti per cui vale la pena vivere! Bisogna dare un segnale importante, dimostrare che si può ancora cambiare rotta, che l'etica degli affari non deve prendere il sopravvento per forza. Ma cosa crede? Ho cercato di risolvere la faccenda diversamente, ma ogni cosa era troppo debole. Sarebbe stata un'interferenza, niente di più." 
Berlusconi: "Come ti chiami?"
Kurtz: "Kurtz." 
Berlusconi: "Bel nome ti sei dato. Sei giovane, lo sento. Vero? Sbagli a pensare che il legame tra politica e affari sia un male dei nostri tempi. Le regole del potere sono sempre le stesse, i re sono sempre stati ricchi e famosi. Ma il tuo errore più grande è credere che io non abbia sentimenti, che sia un arido calcolatore. A me piace cantare, lo sai, no? Adoro abbracciare i mie figli. Ridere e passare le serate a scherzare con gli amici. Raccontare barzellette, perché no? Ho poco tempo, ma quando posso, lo faccio. Che c'entra tutto questo col denaro e col potere? Ma tu credi che si possa costruire tutto quello che ho costruito seguendo una logica aritmetica? Se avessi detto a qualcuno, quando cantavo sulle barche o vendevo aspirapolveri a domicilio, che sarei diventato l'uomo più ricco d'Italia e il Presidente del Consiglio, mi avrebbero riso in faccia. Mi avrebbero preso per pazzo. Ma la vita non è razionale. Bisogna avere grandi sogni per fare grandi cose. La Terra senza sogni non girerebbe, sarebbe ferma. Io sono un guascone, un sognatore."
Kurtz: "Tu m...m'hai fregato! Tu m...m'hai fregato! Ti fischiano le orecchie, Presidente?"
Kurtz punta il fucile. Cala il sipario. 

Si nota che Berlusconi dice che Kurtz avrebbe fatto solo un breve periodo di prigione, in caso di rinuncia ai suoi propositi omicidi. Dubito che ciò sia plausibile: Kurtz, anche se avesse lasciato libero il Presidente del Consiglio, quasi certamente sarebbe stato condannato per strage politica, un reato per cui è previsto l'ergastolo - con la concreta possibilità di finire al 41-bis. 


Tentativi di censura 

Rispetto al film di Rossi-Giometto, Ho ammazzato Berlusconi (2008), c'è stata una reazione più vigorosa. Questo per ovvi motivi, particolarmente cogenti: non si parla della morte accidentale di un esponente politico, bensì di un vero e proprio attentato il cui fine è la sua soppressione. Questi erano i tre rischi, tra loro strettamente intrecciati e dai confini non sempre separati in modo netto:
 
1) Emulazione: si è manifestato il timore che uno spettatore potesse immedesimarsi in Kurtz ed essere portato a imitarne le gesta, attentando concretamente alla vita del Presidente del Consiglio. 
2) Istigazione: si è manifestato il timore che il film potesse aizzare gli spettatori, spingendoli ad attentare concretamente alla vita del Presidente del Consiglio, ad esempio presentando la sua uccisione come un "tirannicidio".
3) Apologia: si è manifestato il timore che il film potesse giustificare e presentare il luce positiva l'atto concreto di attentare alla vita del Presidente del Consiglio, sorvolando sul fatto che tale azione costituisce un delitto.
 
Si aggiunge inoltre la possibile aggravante dei futili motivi: i discorsi di Kurtz esprimono idee piuttosto larvate, in forma rudimentale e a tratti persino di un'ingenuità disarmante. Se bastasse il contenuto di dialoghi di tal fatta per spingere all'omicidio, nessuno sarebbe al sicuro. 

Il caso Tartaglia 

Il 13 dicembre 2009 ci fu in effetti un attentato a Berlusconi. Le cose andarono così: un quarantaduenne in cura per problemi psichici, Massimo Tartaglia, in occasione di un comizio riuscì ad avvicinare il Premier e gli scagliò in faccia un simulacro del Duomo di Milano, arrecandogli lesioni al volto e ai denti - giudicate gravissime. In seguito, l'attentatore ebbe a dire di aver agito per odio nei confronti dell'imprenditore e del suo partito; le sue motivazioni non sembravano poi troppo dissimili da quelle enunciate da Kurtz nel film Shooting Silvio. Non mi stupirei se un giorno si riuscisse ad appurare che la pellicola di Carboni sia stata davvero visionata da Tartaglia prima di entrare in azione. Inoltre il quarantaduenne aveva anche ricevuto una delusione d'amore: proprio come era successo a Kurtz, la sua ragazza lo aveva lasciato. Fu giudicato incapace di intendere e di volere, così evitò la condanna al carcere. Gli argomenti che poté addurre furono considerati "deliranti" dal magistrato. Fu dapprima ricoverato in una struttura psichiatrica, dopodiché gli fu concessa la libertà vigilata. Nel 2016 questa misura fu revocata e Tartaglia tornò ad essere un uomo libero, in quanto fu stabilito che fosse venuta meno la sua "pericolosità sociale". 
 
Fenomenologia dell'antiberlusconismo
 
Esistono due tipi di antiberlusconismo, tra loro molto diversi: 

1) antiberlusconismo razionale;
2) antiberlusconismo irrazionale
 
Il primo è sicuramente legittimo e fondato su argomenti oggettivi, che meritano di essere considerati, discussi a fondo. Il secondo, nascendo da moti viscerali e dall'isterismo, è da rigettarsi. 


Antiberlusconismo razionale 

Possiamo stilare una lista sintetica di problematiche alla base della critica e dell'opposizione nei confronti di Berlusconi e della sua politica. Mi rendo conto che difficilmente sarà esaustiva. In ogni caso eccola: 

- i molteplici aspetti controversi dell'attività imprenditoriale;
- la non chiara origine dell'immenso patrimonio;
- la presenza di gravi capi di imputazione con conseguenti processi; 
- i molteplici aspetti controversi dell'attività politica;
- i conflitti di interesse;
- le leggi ad personam;
- i tentativi di modificare la Costituzione; 
- i tentativi di indebolire i poteri della Magistratura; 
- i molteplici scandali sessuali;
- le escort presentate come intelligenti imprenditrici capaci di valorizzare il proprio corpo;
- il tentativo di abbassare la maggiore età a 16 anni;
- l'uso del calcio come strumento politico; 
- l'imperterrita attività di "gaffiere", ossia maestro di gaffe;
- la lobotomizzazione delle masse, sottoposte tramite i media al lavaggio del cervello;
- la radicale opposizione a ogni attività sociale nel Web, con reiterati tentativi di sopprimere la Blogosfera;
- la distruzione della Settima Arte in Italia, sostituita dai cinepanettoni. 
 
Per approfondimenti, si rimanda alla pagina di Wikipedia: 

 
Ebbene, queste controversie esistono e sono difficili da negare. Non sono fatte di aria sottile. Com'è ovvio, i fautori del berlusconismo sostengono che si tratti di distorsioni (ad esempio i processi sarebbero "persecuzioni portate avanti da una Giustizia ad orologeria gestita da giudici comunisti", etc.). 

 
Antiberlusconismo irrazionale
 
L'antiberlusconismo irrazionale si basa essenzialmente su un paralogismo e su due equazioni insensate: 
 
1) Berlusconi è identificato con Mussolini; 
2) Berlusconi è identificato con Hitler. 
 
In quest'ottica, il berlusconismo viene considerato come identico all'ideologia fascista e/o all'ideologia nazista, nella loro popolare definizione di Male metastorico. Il paralogismo fondante è il seguente: 
 
Se A è il Male e B è il Male, ne consegue che A è uguale a B.

Bisogna smettere di abusare di parole come "fascismo" e "nazismo". Non giova a nessuno. Rende tutto ancor più assurdo. Provoca distorsioni insidiose. Allontana dalla realtà. Allontana dalla comprensione degli eventi storici. Vorrei che lo si capisse. Vediamo di fare giusto un paio di ragionamenti. In quale stato fascista sarebbe permesso a chiunque scrivere un libro o realizzare un film il cui titolo inneggia all'omicidio del dittatore? Mi piacerebbe saperlo. Forse che nell'Italia fascista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Mussolini? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Benito oppure Ho ammazzato Benito Mussolini? No di certo!  Forse che nella Germania nazionalsocialista sarebbe stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Hitler? Sarebbe stato possibile girare un film intitolato Shooting Adolf oppure Ho ammazzato Adolf Hitler? Certo che no, Schweinegott! Si finiva abbattuti per molto meno! Eppure nell'Italia di Berlusconi e del berlusconismo è stato possibile scrivere un libro intitolato L'omicidio Berlusconi e girare due film intitolati rispettivamente Shooting Silvio e Ho ammazzato Berlusconi. Nessuno è stato processato per questo, nessuno è finito in prigione, anche se la cosa non è certo piaciuta al leader di Forza Italia. La censura non è riuscita a far scomparire le opere in questione. Non ha avuto mezzi sufficienti per farlo. Nessuno è finito sprangato, privato di ogni diritto civile, mandato al confino, deportato in un campo di concentramento e neppure gassato. Piaccia o no, questo non è fascismo né tantomeno nazismo. Allo stesso modo non è comunismo ciò di cui così spesso si è lamentato Berlusconi. Ricordo ancora quando D'Alema gli rinfacciò che in un regime comunista non gli sarebbe stato possibile essere proprietario di tre reti televisive. Ecco, mi sembra che esista un abisso tra D'Alema e Pol Pot, tanto per fare un esempio. E questo è quanto. 
 
Un esperimento concettuale ucronico

Antiberlusconismo esclusiva caratteristica della sinistra? E chi lo ha detto? Questo luogo comune è strettamente legato al peculiare contesto italiano dei tempi in cui Berlusconi si è manifestato e ha operato. In altre condizioni, le cose sarebbero diverse. Ad esempio, il berlusconismo non sarebbe affatto piaciuto ai Sansepolcristi. Immaginiamo un esperimento concettuale ucronico: il Magnate di Arcore catapultato con una macchina del tempo nei primi anni della Germania di Weimar. Cosa gli sarebbe accaduto? I Freikorps gli avrebbero fatto fare la fine di Walther Rathenau, accusandolo di essere ebreo e massone. C'è sempre da riflettere sulla complessità della Storia.


Altre recensioni e reazioni nel Web 

In genere, in Italia la pellicola di Carboni è considerata del tutto prescindibile. Sul sito del Davinotti, Pigro ha scritto:

"Orfano ricco, viziato e annoiato decide di uccidere Berlusconi. I primi 30 minuti sono di una noia mortale; seguono altri 30 minuti inconcludenti, finché il film si incanala su un livello appena accettabile da mediocre ma pretenzioso cinema italiano, fino agli ultimi 5 minuti (il dialogo tra il giovane e Berlusconi) davvero belli. Sospeso tra ambizioni da cinefilia (citazioni sovrabbondanti e trendy), aspirazioni al cinema politico (assente) e racconto generazionale, il film non sbroglia la matassa del pasticcio originario. Evitabile."
 
Si segnala una recensione in controtendenza, opera di Giulio Zoppello e pubblicata su Cinematographe.it. È ricca di spunti di grande interesse. 
 
 
A quanto pare, il film è più apprezzato nei paesi anglosassoni, dove annovera qualche fan entusiasta ed è addirittura diffusa la credenza che sia basato su una storia vera! Probabilmente tutto è nato da utenti che hanno interpretato in modo distorto l'attentato compiuto da Tartaglia. 

lunedì 8 luglio 2019


THE CELL - LA CELLULA 

Titolo originale: The Cell
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Lingua: Inglese
Anno: 2000
Durata: 107 min
Rapporto: 2.35:1
Genere: Orrore, fantascienza, thriller
Regia: Tarsem Singh
Soggetto: Mark Protosevich
Sceneggiatura: Mark Protosevich
Produzione: Julio Caro, Eric McLeod
Fotografia: Paul Laufer
Montaggio: Robert Duffy, Paul Rubell
Effetti speciali: John S. Baker, Tony Centonze
Musiche: Howard Shore
Scenografia: Tom Foden
Location: Namibia; California
Interpreti e personaggi
    Jennifer Lopez: Catherine Deane
    Vince Vaughn: Agente FBI Peter Novak
    Vincent D'Onofrio: Carl Rudolph Stargher
    Jake Thomas: Carl Stargher (da giovane)
    Jake Weber: Agente FBI Gordon Ramsey
    Dylan Baker: Henry West
    Marianne Jean-Baptiste: Dottoressa Miriam Kent
    Patrick Bauchau: Lucien Baines
    Gerry Becker: Dottor Barry Cooperman
    Tara Subkoff: Julia Hickson
    Catherine Sutherland: Anne Marie Vicksey
    Musetta Vander: Ella Baines
    Colton James: Edward Baines
    Dean Norris: Cole
    Gareth Williams: Padre di Carl Stargher
    Pruitt Taylor Vince: Dottor Reid
    James Gammon: Teddy Lee
    Kim Chizevsky-Nicholls: Vittima di Stargher 
Doppiatori italiani
    Laura Boccanera: Catherine Deane
    Tony Sansone: Agente FBI Peter Novak
    Tonino Accolla: Carl Rudolph Stargher
Budget: 33 milioni di dollari US
Box office: 104 milioni di dollari US
Riconoscimenti:
   1) Blockbuster Entertainment Awards 2001: Favorite Actress - Science Fiction Jennifer Lopez
      2) MTV Movie Award 2001: Best Dressed Jennifer Lopez World Stunt Awards - Taurus Award: Best High Work Jill Brown

Trama: 
Quando gli agenti federali l'hanno trovato, il cadavere della ragazza emanava intensi lezzi di candeggina, che hanno fatto storcere il naso a tutti. Un investigatore a momenti sveniva. No, ragazzi. Quella non era candeggina. Era sburra. Ebbene, quell'ammasso di lubrico materiale genetico, pullulante di spermatozzi ormai in decomposizione, era stato scaricato sulla donna morta dal maniaco necrofilo Carl Rudolph Stargher. Questo carnefice, di un sadismo infinito, faceva affogare lentamente le sue vittime in una cella di plexiglas, immettendo in quell'ambiente stagno un flusso costante d'acqua proveniente da una specie di doccia. Così godeva ad osservare la disperazione e l'agonia, il lento soffocamento della malcapitata di turno. In questo modo si procurava erezioni durissime e si preparava alla seconda fase del suo abominevole teatrino: la consumazione dell'atto sessuale, che consisteva in uno strusciamento ossessivo dei genitali sulle membra della morta. Lo psicopatico aveva la pelle della schiena perforata da ganci possenti, collegati a funi. Nel momento più opportuno azionava con un telecomando un paranco che lo elevava fin sul soffitto, appeso all'apparato di contenzione. A questo punto raggiungeva l'orgasmo. Senza nemmeno toccarsi il membro virile, più teso di un argano di balestra, si metteva ad eiettare fiumi di liquido seminale nel vuoto, getti di materia vilissima che finivano sul corpo freddo oggetto dell'insana bramosia necrofila. Come fermare un simile flagello? Nessun investigatore è al corrente del luogo in cui il maniaco tiene prigioniera l'ultima donna da lui rapita, si sa soltanto che potrebbe essere ancora viva. Andato in coma nel corso di un'irruzione degli agenti, per non aver potuto assumere in tempo un farmaco salvavita, il mostro soffocatore non è più stato in grado di pronunciare una sola sillaba. Anche volendo, non potrebbe rivelare nemmeno un insignificante dettaglio dei crimini di cui si è macchiato. A questo punto solo una persona su tutto il pianeta può sperare di risolvere questo rompicapo e di salvare la vittima ancora segregata in un luogo ignoto, già minacciata dal lento stillicidio di una doccia nella gabbia sigillata. Questa eroina è la dottoressa Catherine Deane, una procace psicologa - intrepretata dalla famosa Jennifer Lopez, quella che è spesso accusata dai santi uomini Evangelici e Mormoni di provocar loro erezioni, causando la dannazione eterna di miliardi di anime non nate scaturite dall'uretra congestionata in seguito a palliti turgide. La Deane è specializzata nell'usare una macchina che le permette di entrare nella mente di persone inerti nel corso di uno stato di attività cerebrale simile al sonno REM. Servendosi di questa mirabile tecnologia, ha a lungo cercato di far breccia in un fanciullo autistico in coma allo scopo di comunicare con lui e di risvegliarlo. Nella sua opera non ha avuto molto successo, a dire il vero, ma l'FBI non ha altra scelta: sarà proprio lei a occuparsi del caso, a cercare di penetrare nella mente distorta dello psicopatico, con risultati imprevedibili...  


Recensione:  
Il film è stato proiettato al mitico Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 06/12/2010. Purtroppo non mi è stato possibile assistere allo spettacolo. Adesso, a distanza di anni, apprezzo pienamente questo capolavoro, generato dal genio dell'India. Tarsem Dhandwar Singh è infatti un regista indiano nato a Jalandhar nel 1961. Appartiene alla comunità religiosa Sikh, come è possibile capire già dal nome Singh "Leone", dato a tutti i maschi che hanno ricevuto il battesimo chiamato Amrit (le femmine invece si chiamano tutte Kaur "Principessa"). Maestro indiscusso dell'ideazione di video musicali e di sketch pubblicitari, il nostro Tarsem dà proprio in The Cell il meglio delle sue facoltà innate. Possiamo considerare la pellicola come un immenso crogiolo ribollente, in cui gli ingredienti più disparati si mescolano fino a dare corpo a una miscela esplosiva: antropologia, criminologia, religione, onirismo, psicologia e molto altro.  

Le origini di un sadico necrofilo   

Mi spiace dirlo ma non posso farne a meno. So che gli amici tradizionalisti e i fusariani si adireranno, ma tanto la realtà non cambia. Lo psicopatico Carl Rudolph Stargher è un prodotto della cosiddetta "famiglia tradizionale" nell'ambito di una setta evangelica estremista, di quelle che in Amerdica sono pane quotidiano. La dottoressa Catherine Deane compie catabasi oniriche nella parte più intima dell'essere del serial killer necrofilo, riuscendo a ricostruirne l'intero processo di formazione. Quando era un bambino innocente, è stato sottoposto da un padre brutale ad abusi spaventosi, che hanno causato lo stravolgimento della sua personalità, plasmandola in forme a dir poco demoniache. Le spiegazioni alternative sono due: 1) il bambino ha subìto una vera e propria trasmutazione ontologica, trasformandosi in un demone; 2) lo spirito del bambino è stato espulso dal corpo, che è diventato la dimora di un demone o di una legione di demoni. In entrambi i casi, la causa scatenante è da identificarsi nelle opere maligne del padre. L'energumeno ha cercato di affogare il suo pargoletto mentre veniva battezzato, poi al ritorno a casa gli ha assestato un pugno in faccia rompendogli la mandibola. Ogni volta che disobbediva agli ordini, lo massacrava di botte e gli ustionava i testicoli col ferro da stiro arroventato. Dopo anni di abusi fisici e morali, di orrende torture e di indottrinamento, è cresciuto giorno dopo giorno il mostro, fino a rivelarsi in tutto il suo fulgore nero, come una funesta falena che sfarfalla dal bozzolo. Certo, il padre ha sempre terrorizzato a morte il bruco con il ricatto dell'Inferno, ignorando l'esistenza stessa della metamorfosi; come risultato ha ottenuto una cosa soltanto, ha creato l'Inferno.


Un inatteso colpo di genio

Per la dottoressa Catherine Deane la discesa nelle abissali caverne oniriche dei suoi pazienti è qualcosa di incredibilmente snervante e frustrante. La tecnologia non mantiene le sue promesse e non le consente di trovare il bandolo della matassa in quei labirinti tenebrosi. Il bambino autistico la ostacola, oppone resistenza ad ogni sua mossa. Lei vorrebbe fargli attraversare un fiume, ma non si vede nemmeno una goccia d'acqua: ovunque si estendono soltanto sabbie rossicce. Ogni dialogo in quel deserto è vano. Il moccioso, serrato come un riccio, contorce il volto in un odioso grugno. "L'orco quel che vuole fa, e l'orco quando vuole trovar mi sa", sibila. Chi sia quest'orco non si capisce. Un prodotto dell'immaginazione? Una paranoia che ha preso corpo? Un pedosauro? L'informazione non è recuperabile, per quanto grande sia lo sforzo della terapeuta. Allo stesso modo il maniaco Carl Rudolph Stargher si erge come una fortezza inespugnabile davanti a lei. Quando impersona l'innocenza perduta, appare come un fragile bambino seviziato dal padre diabolico. Poi subisce una metamorfosi e appare in tutto il fulgore del Potere del Male. Vestito con bellissimi abiti imperiali, egli è colui che dispensa il tormento, colui che uccide per provare voluttà. Un Caligola Elettrico! Un Barone Vladimir Harkonnen dalla forma fisica smagliante! All'improvviso giunge alla ricercatrice la grande intuizione, come un lampo: prendendosi ogni responsabilità, non perde tempo e senza alcuna autorizzazione burocratica decide di invertire la macchina onirica. Anziché essere lei a insinuarsi nella mente del predatore, sarà lui a entrare nella sua. Il rischio è immenso, eppure l'idea si rivela subito giusta. Il principio è molto semplice: ognuno è signore e padrone del proprio microcosmo, dove chi entra è soltanto un ospite, un estraneo senza alcun potere. Quando Stargher fa il suo ingresso nella mente della dottoressa Deane, non è più un imperatore dalle vesti sfarzose. È inerme e si regge a stento in piedi. La padrona di casa ha un aspetto conturbante, a metà strada tra una guerriera ninja e la Vergine Maria - ma vestita di rosso anziché di azzurro. Accoglie nel proprio regno quell'estraneo minuscolo, tremebondo, esitante, che fino a poco prima era fonte di terrore - e risolve tutto all'istante a suon di sganassoni.

Fonti di ispirazione   

La cultura eclettica del regista Sikh lo ha di certo portato a visionare e ad analizzare con accuratezza Dreamscape - Fuga nell'incubo (Joseph Ruben, 1984), che è un importante capostipite di pellicole oniriche, la cui origine può essere individuata nel romanzo di Roger Zelazny He Who Shapes (aka The Dream Master, 1966) - pur avendo una trama in larga misura indipendente.  

A un certo punto la dottoressa Deane guarda alla televisione un film di animazione: è Il pianeta selvaggio, di René Laloux (1973), disegnato da Roland Topor! Senza dubbio uno dei miei preferiti. Si riconoscono subito le figure spettrali dei Draag, giganti dalla pelle azzurrognola, intenti a giocare con i piccolissimi e miserabili Oms - gli antenati della specie umana.

Quando l'agente dell'FBI Peter Novak entra nella mente del mostro nel tentativo di liberare Catherine Deane, si ritrova in un paesaggio desolato e arido in cui tre donne a bocca spalancata rivolgono il loro sguardo verso il Cielo del Nulla. Questa scena è ispirata a un dipinto del pittore norvegese Odd Nerdrum (Dawn, 1990). Le splendide opere di Nerdrum consistono in immagini infernali in cui prevalgono necrofilia, cannibalismo, coprofilia e coprofagia, sullo sfondo di un mondo annientato. Immagini che comunicano un'angoscia insopprimibile. 

Un ambiente infero dai massicci muri petrigni e pieno di scale, che la dottoressa Deane attraversa inseguendo Stargher bambino, è ispirato al dipinto intitolato Schacht dell'artista surrealista svizzero Hans Ruedi Giger, il creatore di Alien. 

Un altro artista a cui Singh fa riferimento è l'inglese Damien Steven Hirst. Un cavallo viene tagliato in sottili segmenti da una serie di lame cadute dal soffitto, formando una struttura che rimanda all'installazione hirstiana denominata Some Comfort Gained for the Acceptance of the Inherent Lies in Everything (1996). Per realizzare la scena, il regista si rivolse a una clinica veterinaria a Parigi, che conservava sezioni di animali. Questa è purissima Arte Metafisica!  

Prima di accarezzare le donne uccise col proprio glande tumefatto e di coprirle di sperma, il maniaco le sottopone a un rituale che ha l'intento di "purificarle": le dissangua, come se fossero bestie sottoposte a macellazione halal. Per questo il cadavere rinvenuto dagli agenti è così pallido. Il dissanguamento rituale è ovviamente una reminiscenza biblica, che affonda le sue radici nel Pentateuco: il Popolo Eletto ha ereditato leggi che vietano l'assimilazione del sangue e dichiarano impuro ogni contatto con tale fluido vitale - con l'eccezione degli omicidi considerati "leciti". La fonte d'ispirazione della scena del rinvenimento del corpo cosparso di sburra in sfacelo è la celeberrima serie televisiva Twin Peaks. Chi non ricorda Laura Palmer, adolescente sessualmente attiva e dedita a riti satanici, senza vita e chiusa in un sacco di plastica trasparente?

Non manca l'autoreferenzialità. In una sequenza si vede il carnefice seduto accanto a una vasca da bagno piena di sangue in cui è immerso il corpo della sua prima vittima. Tutto ciò rimanda al video del brano Losing My Religion dei R.E.M., dall'albun Out of Time (1991). Ebbene, quel video è opera dello stesso regista indiano. Diverse canzoni del gruppo rock statunitense si sono ben impresse nella mia memoria, anche a causa della pronuncia alterata delle parole (ad esempio consider this giungeva e giunge tuttora alle mie orecchie come consideradàs).

Questa trattazione non esaurisce l'argomento. Tarsem Singh ha tratto ispirazione anche dai video girati da Floria Sigismondi per Marilyn Manson, oltre a Closer di Mark Romanek, a The Perfect Drug dei Nine Inch Nails e a Bedtime Story di Madonna.

Curiosità

Vincent D'Onofrio ammise che sua moglie si rifiutò di dormire con lui per due settimane dopo aver visto la sua performance nel film, come se fosse uno psicopatico genuino e un serial killer. Tra l'altro, l'attore fu sottoposto a svariate umiliazioni: dovette indossare una parrucca e una tuta di plastica aderente per simulare la pelle con i ganci inseriti. Si noterà che rituali in cui l'iniziato viene appeso in modo simile (non ricorrendo a finzioni), erano già diffusi a suo tempo tra gli eroici Sioux e sono tuttora fiorenti in alcune comunità dedite al BDSM. 

L'innato e ipocrita puritanesimo imperante in America ha fatto sì che nella distribuzione domestica fosse tagliata proprio la scena più importante, quella della masturbazione necrofila e dello scaricamento del liquame genetico sui resti mortali femminili, esangui e più pallidi del gesso. Così diventa incomprensibile l'odore pungente di candeggina avvertito dagli agenti dell'FBI al rinvenimento della carcassa! Poi i padri di famiglia amerdicani possono impunemente continuare a seviziare i loro figli e per le autorità morali è tutto OK.   

Quando Carl Stargher sbudella Peter Novak con un brutto arnese, il povero investigatore doveva ricordare a Catherine Deane l'aborto a cui si era sottoposta quando era al college. Questo doveva essere l'episodio centrale della sua esistenza tormentata, la causa prima del senso di colpa che l'accompagnava perennemente. All'ultimo fu deciso un cambiamento nei dialoghi, perché risultò che questa scena avrebbe reso la dottoressa una protagonista piuttosto antipatica al pubblico. Non dimentichiamoci che gli States sono un paese biblico pullulante di adoratori dei feti: un aborto anche soltanto immaginario non sarebbe mai stato perdonato e la stessa Jennifer Lopez, già nel mirino dei fondamentalisti per la storia delle palliti turgide, ne avrebbe avuto un danno d'immagine.

The Cell 2 

Come sempre accade di questi tempi, è stato fatto un sequel: The Cell 2 - La soglia del terrore (Tim Iacofano, 2009), interpretato da Tessie Santiago, Chris Bruno e Frank Whaley (per me sono perfetti sconosciuti, forse perché sono troppo vecchio). Non l'ho visionato, quindi non saprei giudicarlo. Se devo essere franco, nutro una grande diffidenza verso questi prodotti realizzati raschiando il fondo della pentola per raccattare quattro soldi in più. Leggendo la trama e i riassunti nel Web, comprendo che forse qualche elemento originale potrebbe anche esserci. Mi riservo comunque di pubblicare una recensione appena sarà possibile. 

Altre recensioni 

Roger Ebert, critico cinematografico statunitense deceduto nel 2013, ha detto mirabilia del film e del suo artefice: 

"Tarsem, il regista, è un virtuoso visivo che, senza sforzo, fa il giocoliere con la trama. È splendido il modo in cui miscela così tanti stili, generi in un film così originale."

Morando Morandini, critico cinematografico italiano deceduto nel 2015, era tutto fuorché entusiasta dell'opera del Sikh. Così ha scritto: 

"È, come tentativo di thriller visionario, un bluff che, tolti pochi momenti ingegnosi, ha lo spessore narrativo di un videogioco e il valore grafico della copertina di un CD heavy metal." 

Che dire? Nel frattempo Morandini si è spento, mortuus est, etc., così come è tramontata la tecnologia dei CD. Sic transit gloria mundi!  

Lietta Tornabuoni, giornalista e critica cinematografica italiana deceduta nel 2011, ha scritto quanto segue: 

"Sono interessanti sia il tentativo di materializzare in immagini una mente malvagia e mostruosa, sia il fallimento del tentativo: un eccesso di artificio troppo lambiccato toglie forza all'impresa."

Marco Balbi, attore e doppiatore italiano tuttora vivente, è partito in quarta nella sua recensione apparsa su Ciak nel 2000:

"Se c'era bisogno di una conferma «cinematografica» del suo straordinario talento visivo, Tarsem, pluripremiato e geniale autore di videoclip e spot pubblicitari, l'ha data: il suo film è un fasto di immagini traboccanti colori e invenzioni visive, un'opera barocca che fin dai primi fotogrammi delizia l'occhio dello spettatore."

Poi però esprime un certo scetticismo: a suo avviso il problema principale della pellicola "è proprio la sceneggiatura, una storia inverosimile e prevedibile, una scimmiottatura de Il silenzio degli innocenti.

Il campionario dei giudizi è forse un po' scarno, ma a mio avviso si può considerare significativo.

venerdì 29 luglio 2016


HEAVY METAL

Titolo originale: Heavy Metal
Paese di produzione:
Canada
Anno:
1981
Durata: 87 min
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: animazione, fantastico, fantascienza,
     orrore, musicale
Regia: Gerald Potterton
Sceneggiatura:
Len Blum
Produttore: Ivan Reitman
Produttore esecutivo: Leonard Mogel
Fotografia: Claude Lapierre, Brian Tufano, Ron
     Haines
Montaggio:
Janice Brown, Mick Manning
Musiche: Elmer Bernstein
Doppiatori originali:
    Richard Romanus: Harry Canyon
    John Candy: sergente amministrativo / Dan /
        Den / robot
    Alice Playten: Gloria
    Harvey Atkin: alieno / accolito
    Don Francks: Grimaldi / copilota / barbaro
    Jackie Burroughs: Katherine
    Eugene Levy: Capitano Sternn / reporter maschio
        / Edsel
    Al Waxman: Rudnick
    Marilyn Lightstone: prostituta / regina
    Harold Ramis: Zeke
Doppiatori italiani:

    Luca Ward: Harry Canyon
    Alessandro Rossi: Den
    Vittorio Stagni: robot
    Claudia Razzi: Gloria
    Renato Mori: Rudnick
    Renato Izzo: voce narrante
Colonna sonora: 
   "Radar Rider" (Riggs)
   "Veteran of the Psychic Wars" (Blue Öyster Cult)
    "True Companion" (Donald Fagen)
    "Heartbeat" (Riggs)
    "Blue Lamp" (Stevie Nicks)
    "Open Arms" (Journey)
    "Reach Out" (Cheap Trick)
    "Heavy Metal (Takin' a Ride)" (Don Felder)
    "I Must Be Dreamin'" (Cheap Trick)
    "Queen Bee" (Grand Funk Railroad)
    "Crazy? (A Suitable Case for Treatment)"
         (Nazareth)
    "All of You" (Don Felder)
    "Heavy Metal" (Sammy Hagar)
    "Prefabricated" (Trust)
    "The Mob Rules" (Black Sabbath)
    "Through Being Cool" (Devo)
    "Working in the Coal Mine" (Devo)
    "E5150" (Black Sabbath)
    "Vengeance (The Pact)" (Blue Öyster Cult)

Trama e recensione:

Questo splendido film d'animazione è composto da diversi episodi, tutti imperniati sul potere funesto della gemma verde chiamata Loc-Nar, che incarna il Male a livello cosmico e che corrompe irrimediabilmente l'ontologia di chiunque venga a contatto con la sua nefasta luce. Questo misterioso oggetto, che proviene dalle profondità siderali, fa da filo conduttore che lega tra loro personaggi e contesti molto diversi, terrestri e alieni. Così Loc-Nar stesso spiega la sua natura alla ragazzina a cui si manifesta: 

"Non tentare di scappare. Tu sei in mio controllo. Guardami: io sono la somma di tutti i mali. Guarda attentamente. Il mio potere infesta tutti i tempi, tutte le galassie, tutte le dimensioni. Ma molti ancora mi cercano, sono un gioiello verde che devono possedere. Guarda come distruggo le loro vite." 

Questo è l'elenco degli episodi con una breve descrizione: 

Soft Landing
Da uno Space Shuttle in orbita intorno alla Terra esce una Corvette guidata da un astronauta, che fa atterrare il veicolo in un canyon del deserto.

Grimaldi
L'astronauta, Grimaldi, arriva a casa ed è salutato dalla figlia, a cui mostra qualcosa che ha portato dal suo viaggio: una sfera di cristallo verde. Non appena è estratta dalla sua custodia, la gemma riduce l'astronauta in polvere, cresce a dismisura e si presenta alla ragazzina terrorizzata, rivelandole la propria essenza maligna. La costringe ad assistere alla luttuosa influenza che esercita nel tempo e nello spazio. 

Harry Canyon
Siamo nel 2031, in una New York distopica e degradata, in cui l'attuale quadro dell'immigrazione selvaggia sarebbe ritenuto idilliaco, essendo arrivata sulla Terra anche la feccia di altri pianeti. Il cinico e trasandato taxista Harry Canyon narra la sua giornata in perfetto stile noir. Assiste a una sparatoria e mette in salvo una ragazza, figlia di un archeologo ucciso da un gangster. La accoglie in casa e viene da lei a sapere della scoperta che è costata la vita al padre: il rinvenimento del Loc-Nar in un deserto. Gli eventi che susseguono sono convulsi fino al desolante finale: l'aver goduto delle grazie della giovane non impedirà a Harry Canyon di disintegrarla per legittima difesa.

Den
Il nerd diciottenne Dan rinviene il Loc-Nar, e durante un esperimento sui fulmini nel corso di un temporale viene teletrasportato dalla gemma in un altro universo. Si ritrova dotato di un fisico erculeo, su un pianeta abitato da umani e da semiumani. Dan, il cui nuovo nome è Den, si imbatte in un rituale in cui una giovane donna sta per essere sacrificata al demone Uhluhtc (una pronuncia inversa di Cthulhu) da una crudele regina. Trae in salvo la ragazza e scopre che si chiama Katherine. Proviene da Gibilterra ed è finita anche lei su quel misterioso pianeta. Per ringraziare il suo salvatore, gli si concede, e lui la penetra nel vaso procreativo. Prima di poter eiaculare, viene interrotto dai soldati di un tirannello effeminatissimo, Ard, che vuole impadronirsi del Loc-Nar per diventare Imperatore dell'Universo. Den si introduce nel palazzo della Regina per rubare il gioiello, ma viene scoperto. La sovrana, notate le doti fisiche del giovane, gli risparmia la vita in cambio di prestazioni sessuali: accoglie il suo fallo tra le gambe, dentro la vagina. Tuttavia nemmeno questa volta Den riuscirà a raggiungere il culmine. Al termine di una serie di peripezie, Den e Katherine riusciranno a sconfiggere i malvagi, ma rinunceranno al possesso di Loc-Nar e a ogni tentativo di tornare sulla Terra, scegliendo di vivere la loro vita lontano dal Potere e dalle sue conseguenze nefaste. 

Captain Sternn
Su una stazione spaziale in cui convivono umani e alieni di vari tipi, il Capitano Sternn è sotto processo e pende su di lui la condanna capitale. I crimini di cui viene accusato sono innumerevoli e gravissimi. Contro il parere dell'avvocato, Sternn si ostina a proclamarsi innocente, e chiama a deporre come testimone un certo Hanover Fist. Si tratta in apparenza di un povero di spirito, che elogia l'accusato in tutti i modi possibili. Tuttavia a un certo punto, avendo trovato in un corridoio il Loc-Nar, subisce una spaventosa metamorfosi trasformandosi in un colossale energumeno. Prima vomita un torrente di accuse tremende contro il Capitano Sternn, accusandolo anche di pedofilia, poi si mette a devastare l'aula, spargendo il terrore. L'energumeno aggredisce Sternn mettendolo con le spalle al muro, ma presto si capisce che i due si erano accordati. Hanover Fist ritorna al suo stato normale e riceve il compenso per la commedia che ha recitato. Il militare corrotto, stringendo Loc-Nar, fuggirà dalla colonia, pronto a diffondere il Male tra le galassie, come una pestilenza.  

B17
Durante la Seconda Guerra Mondiale, un bombardiere B-17 soprannominato "Pacific Pearl" subisce gravi danni durante un'operazione. Il copilota lascia la cabina di comando per verificare le condizioni dell'equipaggio, constatando che sono tutti morti. A questo punto si accorge della presenza del Loc-Nar, una luce verde che insegue il bombardiere per entrare al suo interno. I cadaveri si animano, trasformandosi in zombie sanguinari, che uccidono lo sventurato copilota. Il fato del pilota sarà peggiore di mille morti! 

So Beautiful and So Dangerous
Il Dottor Anrack è uno scienziato che giunge al Pentagono per un summit sulle misteriose mutazioni genetiche che si stanno diffondendo negli Stati Uniti. Mentre la riunione si svolge, egli nota che la prosperosa stenografa Gloria porta al collo il Loc-Nar e si avventa contro di lei. La donna crede che lo scienziato stia cercando di stuprarla, ma all'improvviso un'astronave immensa irrompe nell'edificio squarciando il tetto e rapisce i due. A bordo ci sono un robot e grotteschi due piloti alieni. Il Dottor Anrack si rivela essere un androide danneggiato e viene lasciato al suo destino. Gloria desta l'interesse morboso del comandante robotico, che la seduce e la convince ad avere una seduta di sesso meccanico. Nel frattempo gli alieni assumono dosi massicce di una droga simile alla cocaina. Troppo storditi per condurre l'astronave, riescono a comunque a portare a termine un atterraggio non proprio morbido in una stazione spaziale di proporzioni inaudite.   

Taarna
Il Loc-Nar, grande come una meteora, si schianta su un vulcano che si mette a eruttare lava verde. Una tribù rimane contaminata e subisce una trasformazione mostruosa: ogni persona diventa un mutante barbarico dalle membra abnormi, votato alla distruzione e alla morte. L'orda tumulta e compie massacri spaventosi, assaltando una città e portandovi la devastazione. I notabili della città, prima di essere uccisi dai mostri, si riuniscono e in preda alla disperazione evocano Taarna la Taarakiana, ultima della sua stirpe guerriera. Taarna è una splendida amazzone albina, dotata di forza sovrumana, che solca i cieli su un volatile spettrale. Arriva troppo tardi per fermare il massacro, così si dirige alla roccaforte dei mutanti in cerca di vendetta. Dopo aver affrontato non poche difficotà, la valorosa Taarna, sebbene gravemente ferita, riesce a uccidere il capo dei mutanti. Si getterà con la sua cavalcatura contro il vulcano, sacrificandosi per distruggere il Loc-Nar.

Epilogo
Il sacrificio di Taarna manda in criticità il Loc-Nar che parla alla figlia di Grimaldi, facendolo esplodere. Come ciò accade, la ragazzina viene raggiunta dalla cavalcatura di Taarna e subisce un inatteso mutamento. I suoi capelli diventano bianchi come la neve, e sul collo si evidenzia il segno tipico della stirpe Taarakiana, un tatuaggio rosso a forma di spada. 


 
Origini del film e sua rilevanzza artistica

Il film attinge alla famosa rivista di fumetti americana Heavy Metal, fondata nel 1977 da Leonard Mogel, a sua volta nata per ispirazione di Métal Hurlant, magazine francese altamente innovativo. Le storie di Métal Hurlant nascevano da un geniale intreccio di fantasy e fantascienza, che generava mondi fino ad allora inimmaginabili, pervasi da un vivido erotismo e da una grande violenza. L'importazione di tutto questo in America ad opera di Mogel fu un autentico atto rivoluzionario che travalicò i confini del fumetto, trasferendo nel cinema le storie della rivista. Fu così che nacque il lungometraggio Heavy Metal, in un'epoca in cui i cartoni animati erano ritenuti un innocuo passatempo per bambini. All'inizio il prodotto ebbe grandi difficoltà a diffondersi, subendo numerose censure: per via delle scene erotiche e violente fu vietato ai minori di 14 anni (R rated).
Ogni singolo elemento che compone quest'opera è eccellente, a partire dall'arte grafica e dalla tecnica di animazione. Notevolissima è la colonna sonora, che si avvale di nomi celebri come i Black Sabbath, i Blue
Öyster Cult, i Devo e Stevie Nicks. Alcune delle canzoni furono composte appositamente per il film. Tra i doppiatori originali merita una menzione John Candy, ottimo attore che intrepretò tra l'altro il Canuomo in Balle Spaziali e l'investigatore Harry Crumb (nervi d'acciaio, muscoli di ferro, cervello di roccia). 
Purtroppo in Italia Heavy Metal ha incontrato difficoltà di distribuzione e avuto una notorietà abbastanza limitata. Uscito nel 1982, fu presto ritirato dalle sale, mentre una versione in VHS apparve dopo un decennio. Segnalo che è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 09/03/2009 a Milano.

Contenuti filosofici

Pietra miliare nella lotta contro ogni tentativo di negazione dell'esistenza del Male, questo capolavoro si pone in nettissima linea di frattura con il pensiero moderno che fa delle categorie morali un'opinione e con il potere mondano delle religioni che affermando una divinità onnipotente e al contempo "buona", finiscono col chiamare "mistero" o "assenza" tutto ciò che sfugge ai loro schemi stoltissimi. Il finale del film non deve indurre a concludere ingenuamente che il Male sia stato sconfitto: la stessa metamorfosi della figlia di Grimaldi nella nuova Taarna è prova inequivocabile del fatto che la battaglia cosmica continua ed è eterna. Ad essere stato distrutto non è il Loc-Nar nella sua essenza maligna, ma soltanto una sua manifestazione in alcune dimensioni. A riprova di questo, è stato realizzato un sequel, Heavy Metal 2000, che non ho ancora avuto occasione di visionare. Quando avrò posto rimedio a questa mancanza, scriverò senza dubbio una recensione. 

Contenuti profetici

Nel film è data una descrizione dettagliata del funzionamento dei palazzi del potere italiani in quest'epoca di decadenza estrema. Le cose vanno nel seguente modo.

1) Prima fase della giornata. Si scaldano i cuori: è arrivata la fornitura di sacchi!


2) Seconda fase della giornata. Il parlamentare di turno colloca un sacco nell'apposita macchinetta erogatrice e comincia a creare le piste.

3) Terza fase della giornata. Inalazione profonda!

sabato 8 marzo 2014

 

A SCANNER DARKLY - UN OSCURO SCRUTARE
(A Scanner Darkly)

Un film di Richard Linklater. Con Keanu Reeves, Robert Downey Jr., Woody Harrelson, Winona Ryder, Rory Cochrane.
Genere Fantascienza, colore 100 minuti. - Produzione USA 2006. -

Riporto una recensione tratta da mymovies.it:

Fred Arctor è un agente della narcotici nascosto dentro una tuta disindividuante e infiltrato in un gruppo di consumatori abituali di Sostanza D, un acido che brucia il cervello e provoca allucinazioni. La tuta cangiante protegge la sua vera identità e la mutua in Bob Arctor, compagno di una schizzatissima brigata di tossici dislocati a Orange County, in California. Incaricato di sorvegliare un trafficante di droga e il suo giro di affari, Fred/Bob finisce per spiare se stesso, sempre più instabile per l’assunzione della sostanza D. L’abuso lo conduce alla schizofrenia, sviluppando una doppia personalità. Denunciato da Barris, un drogato informatore, ai suoi ambigui superiori di polizia, Fred/Bob finisce in una comunità di recupero ai confini col Messico, dove scoprirà che tutto è connesso: chi controlla produce e diffonde. L’“oscuro scrutare” di Richard Linklater ripropone la sperimentazione estetica di Waking Life, il suo film precedente girato come un normale live action e poi ritoccato con l’animazione grafica. Il cast in carne e ossa, capitanato dall’ex hacker Keanu Reeves, viene ripreso dal vivo e successivamente trasformato in disegno animato sullo sfondo mosso dal rotoscope, una tecnica che permette di ottenere un movimento animato a partire da un filmato reale. La scelta di Keanu Reeves e della cifra stilistica sono entrambi funzionali alla storia, raccontata e “clonata” dall’omonimo romanzo di Philip K. Dick. Ancora una volta, come il Neo dei fratelli Wachowski, l’attore si aliena da se stesso recuperando la sua “matrice”, la sua realtà virtuale che finisce per confondere e poi smarrire quella reale. Se le macchine creano Matrix, è un’overdose di Sostanza D. a produrre le alterazioni percettive del protagonista. Il procedimento tecnico, il ridipingere digitalmente l’immagine fotografica dell’attore, restituisce la stratificazione dell’identità del protagonista, Fred Arctor che è anche Bob Arctor, e insieme gli infiniti volti variabili della scramble suite (la tuta) dickiana. L’esperienza alterata della tossicodipendenza, la paranoia, l’incapacità di definire la realtà reale, vissute dallo scrittore statunitense e formalizzate in uno dei suoi più grandi atti di accusa contro il controllo e l’arbitrario scrutare governativo, si traducono in uno psichedelico impasto di carne e digitale. Un incubo dark che crea dipendenza.  

Così scrivevo qualche anno fa (01/01/2008): 

Questo pomeriggio ho visto A Scanner Darkly, che mi ha dato un'interessante occasione per meditare sulla traducibilità di un testo scritto in una sequenza animata. Pur essendomi piaciuto molto il film, condivido l'opinione della carissima Nimiel, che afferma di preferire il libro. Mi spingo anche oltre: a mio avviso un libro e un film sono due opere completamente diverse, legate soltanto da una superficiale pellicola fenomenica e puramente formale. Il titolo, i nomi dei personaggi, un accenno di trama, tutte queste cose hanno l'aria di essere soltanto una mimesi insettoide che nasconde una natura abissalmente dissimile. Non è secondo me un problema tecnico che rende così difficile la trasposizione. È piuttosto la mente del regista, che adducendo le scuse più disparate reinventa lo scritto apportandovi ogni sorta di alterazione. Così il povero Jerry Fabin è stato fuso con Charles Freck. Uno dei brani che più mi avevano colpito nel libro è stato tagliato del tutto. Si tratta del Giorno della Merda di Cane, in cui Bob Arctor in uno stato di paranoia acuta accede alla visione della nuda ontologia dell'universo. Un capolavoro di delirio materico che a parer mio meritava di essere illustrato. Dov'è finito il famoso cefoscopio cortocircuitato dal maligno Barris? Altre volte i cambiamenti riguardano dettagli a prima vista irrilevanti: i capelli di Donna Hawthorne che da corvini diventano castani, il Southern Comfort che diventa Tequila. Naturalmente, consiglio a tutti la visione di A Scanner Darkly dopo aver letto con attenzione Un Oscuro Scrutare di Philip K. Dick.