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sabato 28 novembre 2020


KRULL

Titolo originale: Krull
Lingua: Inglese
Paese: Gran Bretagna, Stati Uniti d'America
Anno: 1983
Durata: 116 min
Rapporto: 2,35 : 1
Genere: Avventura, fantascienza, fantasy
Regia: Peter Yates
Soggetto: Stanford Sherman 
Sceneggiatura: Stanford Sherman
Produttore: Ron Silverman
Produttore esecutivo: Ted Mann
Casa di produzione: Columbia Pictures
Fotografia: Peter Suschitzky
Montaggio: Ray Lovejoy
Effetti speciali: John Evans, Derek Meddings, Mark
     Meddings, Paul Wilson
Musiche: James Horner
Scenografia: Stephen Grimes
Costumi: Anthony Mendleson
Trucco: Alan Boyle, Nick Maley
Interpreti e personaggi 
    Ken Marshall: Principe Colwyn
    Lysette Anthony: Principessa Lyssa
    Freddie Jones: Ynyr il Vecchio
    Bernard Bresslaw: Rell, il ciclope
    Alun Armstrong: Torquil, capo dei banditi
    David Battley: Ergo, il ciarlatano
    Liam Neeson: Kegan
    Francesca Annis: Vedova della Ragnatela
    John Welsh: Veggente cieco degli smeraldi
    Graham McGrath: Titch, l'apprendista del Veggente
    Tony Church: Re Turold
    Bernard Archard: Re Eirig
    Belinda Mayne: Vella
    Dicken Ashworth: Bardolph
    Todd Carty: Oswyn
    Robbie Coltrane: Rhun
    Clare McIntyre: Merith, una delle mogli di Kegan
    Bronco McLoughlin: Nennog
    Andy Bradford: Darro
    Gerard Naprous: Quain
    Bill Weston: Menno
Doppiatori originali   
    Lindsay Crouse: Principessa Lyssa
    Michael Elphick: Rhun
    Trevor Martin: Voce del Mostro
Doppiatori italiani 
    Emanuela Rossi: Principessa Lyssa
    Giorgio Piazza: Ynyr il Vecchio
    Michele Gammino: Rell, il ciclope
    Piero Tiberi: Torquil, capo dei banditi
    Massimo Giuliani: Ergo, il ciarlatano
    Roberto Chevalier: Kegan
    Paila Pavese: Vedova della Ragnatela
    Eleonora De Angelis: Titch, l'apprendista del Veggente 
    Giorgio Villa: Re Turold
    Luciano De Ambrosis: Re Eirig
    Sandro Acerbo: Oswyn
    Angelo Nicotra: Rhun 
Location: Isole Canarie (Spagna); Campo Imperatore
   (Italia); Cortina d'Ampezzo (Italia)
Budget: 47 milioni di dollari US
Box office: 16,5 milioni di dollari US
   (fonte: Boxofficemojo.com)

Trama:
Krull è un pianeta di tipo terrano che orbita intorno a una coppia stretta di stelle simili al nostro sole. Nei suoi cieli splendono due soli. In questo è come Tatooine, ma non è affatto un torrido deserto. Il clima è ottimale, la biosfera ricchissima. Ci sono monti, fiumi, laghi, foreste, oceani, etc. Gli abitanti sono umani e indistinguibili dagli europei, potrebbero benissimo essere Anglosassoni o Celti. La situazione culturale e politica di Krull non è invece tra le più felici, dato che si trova sprofondato in un perenne medioevo, diviso in regni tra loro belligeranti. A un certo punto irrompe una minaccia letale dallo spazio esterno: è un gigantesco mostro che vive in un'astronave tutta fatta di calcinacci, simile a una cometa deforme, fragile, messa assieme con la cazzuola e la malta. Questo essere dal corpo colossale, che è animato da una malvagità incommensurabile, viaggia tra i mondi della Galassia sottomettendoli uno dopo l'altro. Come strumenti di conquista il mostro dell'astronave di calcinacci, nota come Fortezza Nera, si serve di un esercito di guerrieri a cavallo, solo con un aspetto un po' meno medievale dei Krulliani: sono i Massacratori, che indossano una specie di armatura che li rende vagamente simili agli incursori imperiali di Guerre Stellari. Detto in estrema sintesi, il mostro è inferocito perché possiede un membro virile colossale quanto puzzolente, ma non riesce a trovare nessuna che gli titilli le papule sulla corona del glande: con le donne è timidissimo e prova una smisuarata vergogna per il suo odore ripugnante, per il suo aspetto verrucoso. Così egli odia tutto e tutti, al punto da voler ridurre in cenere ogni civiltà umana dell'Universo. 
Di fronte a una minaccia così spaventosa, i sovrani di due importanti regni di Krull decidono di unire le loro forze contro l'invasore. Il Principe Colwyn e la Principessa Lyssa stanno celebrando le loro nozze per cementare questo patto, quando i Massacratori compiono un'incursione, interrompendo la cerimonia e uccidendo entrambi i Re. La Principessa Lyssa viene rapita e portata nella Fortezza Nera. Il Principe Colwyn, rimasto ferito, viene  curato da Ynyr il Vecchio (che è anche la voce narrante della storia), che gli rivela come il Mostro e i Massacratori possano essere sconfitti unicamente tramite il potere di un'arma magica denominata Glaive, simile a una stella metallica a cinque punte, che rifiuta di essere usata dagli indegni. Il Principe Colwyn, che non conosce macchia né paura, riesce a trovare il Glaive nella caverna in cui è custodito e ad usarlo. Questo però è soltanto il primo passo della sua impresa, visto che la Fortezza Nera si teletrasporta ogni giorno in un luogo diverso di Krull e che non è possibile prevedere in anticipo le sue mosse. 
Inizia un lunghissimo peregrinare. Il Principe e il Vecchio incontrano il ciarlatano Ergo, soprannominato "Il Magnifico", una sorta di prestidigitatore da strapazzo, che si unisce alla compagnia. Poi vengono assaliti dai banditi, guidati da Torquil. Questi sono i loro nomi: Kegan, Rhun, Oswyn, Bardolph, Menno, Darro, Nennog e Quain. Col suo coraggio e con la calma olimpica che lo contraddistingue, Olwyn riesce a convincere Torquil e i suoi uomini a unire le loro forze alle sue, combattendo col comune scopo di liberare Krull dalla tirannia del Mostro e dei Massacratori. Alla comitiva si aggiunge infine Rell, un rappresentante dell'antica stirpe dei Ciclopi, che il Mostro ha deportato da un altro mondo. Un tempo erano uomini come tutti gli altri, ma diedero un occhio  per poter avere la conoscenza del futuro. Furono beffati orribilmente, restando con un solo occhio e potendo conoscere soltanto l'istante della loro morte! Ynir il vecchio non ama il popolo di Rell, considerandolo lamentoso e degno di commiserazione. Tuttavia resta il dato di fatto che i Ciclopi sono guerrieri eroici e implacabili nel loro odio verso i Massacratori. 
Dopo innumerevoli avventure, il Principe Colwyn e i suoi seguaci riescono nell'ardua impresa, espugnando l'astronave fatta di calcinacci ove risiede il Mostro e liberando la Principessa Lyssa, seppur con gravi perdite. Il finale è nel segno della più assoluta banalità. Scompare la maledizione che gravava sul pianeta Krull, che realizza la sua unità politica in seguito alle nozze tra Colwyn e Lyssa. Torquil è eletto Gran Maresciallo del Regno e i suoi uomini sopravvissuti, un tempo galeotti, diventano maggiorenti. La voce narrante afferma che i figli della coppia regale avranno il dominio sull'intera Galassia: una profezia da Star Wars!   
 

Recensione:
Quando vidi questo film per la prima volta frequentavo il liceo. Simili mer(d)aviglie le passavano spesso alla televisione e io le divoravo tutte. Quando di recente ho deciso di rivedere Krull, per ritrovare un po' dell'atmosfera di quei tempi, sono rimasto mortalmente deluso. Questo mi sono chiesto: "Ma come faceva a piacermi una simile porcheria?" Mi spiace dirlo, ma si è rivelato un fantasy grossolano quanto banale, noioso al punto di riuscire nauseabondo. Le reminiscenze tolkieniane sono innumerevoli. Basti pensare all'Occhio Malvagio del Signore Oscuro, ai Massacratori le cui figure spettrali ricordano quelle dei Cavalieri Neri, oppure al ragno gigante che somiglia a Shelob, nonostante la diversa pigmentazione. Si nota anche una forte influenza delle leggende di Re Artù. A questo sostrato tolkieniano e arturiano si sovrappone quello fantascientifico di Merde Stellari. Si potrebbe definire un escremento di celluloide della serie Star Wars degli Anelli! Persino il futile mondo dell'editoria americana si accorse subito del carattere ibrido dell'opera, tanto che sulla rivista Variety il film di Yates fu descritto con queste parole: "Excalibur meets Star Wars"


Il Fantasma Formaggino 
 
La vicenda sembra procedere per iterazione infinita di un singolo elemento: la ricerca disperata di un esotico rimedio alla situazione di pericolo. Prima c'è il Veggente Cieco degli Smeraldi, poi la Vedova della Ragnatela, seguita dai Cavalli di Fuoco. Il passo successivo è il Fantasma Formaggino!  

La lingua di Krull

La lingua di Krull sembra affine al gallese per sonorità e struttura (basti pensare a nomi come Rhun, Nennog, Ynyr), anche se non mancano assonanze germaniche come nei suffissi -old e -olph. Oswyn sembra anglosassone, col significato di "Amico degli Asi". Siamo quasi tentati di interpretare Turold come "Dominatore di Thor" e Bardolph come "Lupo dei Longobardi". Potremmo addirittura ricostruire le forme protogermaniche di questi antroponimi e dire che Oswyn deriva da *Ansu-winiz, che Turold deriva da *Þunra-waldaz e che Bardolph deriva da *(Langa-)barda-wulfaz. Con un po' di buona volontà potremmo trovare qualche altra etimologia di questo genere, ma commetteremmo senza dubbio un grave arbitrio: morfi come Os-, Tur-, Bard-, -wyn, -old, -olph avranno infatti valori semantici molto diversi da quelli a noi noti. Sarebbe un campo di sperimentazione molto interessante, purtroppo non vengono fornite glosse e chiavi d'interpretazione degli antroponimi e dei toponimi, così non si può definire granché. Possiamo essere certi in modo ragionevole che Krull (pron. /krʌl/) significhi Terra. Il nome dell'arma magica, Glaive (pron. /gleɪv/, nella versione italiana /glεv/) potrebbe significare "stella" o qualcosa del genere, ma sarà certamente diversa dalla parola comune usata per esprimere questo concetto nella lingua di Krull. Proverrà forse da un'antica lingua estinta, una specie di "latino krulliano"? In realtà glaive è una parola inglese, anche se ormai obsoleta. Indica un'arma dotata di asta e terminante con lama ricurva e dentata. Deriva a sua volta dall'antico francese glaive "lancia; spada" (dal celtico *kladiwos "spada", imparentato col latino gladius). Non si tratta però di un'arma da getto come quella vista nel film. 

 
Rudimentali riflessioni sulla Natura del Tempo 
 
Come Rell ci spiega, ogni ciclope conosce in anticipo il proprio fato. Il Signore Oscuro della Fortezza avrebbe imbrogliato in modo crudele quella stirpe monocola, dando a ogni suo membro la conoscenza di un solo evento futuro, quello della propria morte, e stabilendo anche che ogni tentativo di cambiare gli eventi avrebbe soltanto moltiplicato il dolore della fine. Sembra tutto molto lineare e semplice. Emergono tuttavia stridenti contraddizioni e paradossi. Se il Mostro in questione avesse davvero avuto un simile potere di manipolazione sul Tempo, non sarebbe certo stato sconfitto. Ci sono soltanto due possibilità: 
 
1) Il Mostro è soggetto alle stesse limitazioni imposte ai Ciclopi: prevede unicamente la propria morte e non può evitarla; 
2) Il Mostro non è soggetto alle limitazioni imposte ai Ciclopi: è padrone del Tempo e può manipolarlo a proprio piacimento. 
 
Nel primo caso, avendo egli sostanziali limitazioni, non si capisce come possa imporle ad altri. Paradosso: se qualcuno non può essere padrone della propria esistenza, non sarà a maggior padrone di quella altrui.  
Nel secondo caso, non avendo egli limitazione alcuna, non si capisce come possa permettere ad altri di trovare il suo punto debole e di approfittarne. Paradosso: se qualcuno è padrone della propria esistenza, non potrà essere sopraffatto da qualcuno che non lo è, da qualcuno che ha meno potere di lui. 
Regista e sceneggiatore non sembrano essersi fatti molte domande sull'ontologia temporale del loro universo, se sia presentista o eternista.
 
Possibili fonti d'ispirazione 
 
Il regista e lo sceneggiatore di Krull potrebbero aver preso ispirazione dall'opera di Paul Edwin Zimmer, che mescola il fantasy con elementi fantascientifici. La saga zimmeriana del Dark Border è composta da quattro romanzi, più un quinto ancora inedito: 
 
1) The Lost Prince (Il principe rapito), 1982
2) King Chondos' Ride (Il ritorno del principe), 1982 
3) A Gathering of Heroes (La chiamata degli eroi), 1987 
4) Ingulf the Mad, 1989  
5) The King who was of Old (mai pubblicato)

I primi due di questi romanzi, che furono pubblicati in Italia per la prima volta nel 1987, circolavano già in America quando Yates fece il suo film. Paul Edwin Zimmer, che è deceduto nel 1997, aveva una sorella ben più famosa di lui, Marion Zimmer Bradley, a sua volta deceduta nel 1999. Era anch'essa un'autrice di opere di fantascienza-fantasy, ma molto più prolifica del fratello. La sua creazione più nota è senza dubbio il mondo di Darkover, che ha ispirato innumerevoli romanzi e racconti. La prima opera nota del Ciclo di Darkover è il romanzo The Planet Savers (Le foreste di Darkover), pubblicato negli States nel lontano 1958. Ha fatto seguito  The Sword of Aldones (La spada di Aldones), pubblicato alcuni anni dopo, nel 1962. Sono state pubblicate opere della Zimmer Bradley ancora anni dopo la sua morte. Thunderlord, uscito nel 2016, non è al momento ancora comparso tradotto in italiano. Come è logico aspettarsi, ci sono molte analogie tra il Ciclo di Darkover e la Saga del Dark Border, visto che due parenti tanto stretti condividono in genere molte cose: è una massa caotica di materiale le cui idee fondanti circolavano da un pezzo quando Yates e Sherman si imbarcarono nell'infelice impresa di dar vita a Krull.
 
Curiosità varie 
 
Questa pellicola fu una delle più dispendiose dell'epoca. Ken Marshall fu scelto dopo aver interpretato il ruolo di protagonista nella serie televisiva Marco Polo (1982). Per prepararsi al ruolo del Principe Colwyn, l'attore si è impegnato duramente prima delle riprese principali, allenandosi in sport come l'equitazione, lo scherma e la boxe. 
 
Nel 2018 Lysette Anthony, l'attrice che ha interpretato la Principessa Lyssa, ha dichiarato che Harvey Weinstein l'ha stuprata nel 1983, poco dopo essere stata scelta per questo film. Ha anche fornito alcuni dettagli ripugnanti. Weinstein si sarebbe presentato da lei una mattina, trovandola in camicia da notte. L'avrebbe denudata e messa a terra a carponi, quindi si sarebbe gettato su di lei, schiacciandola con la propria immensa mole di grasso e riuscendo in qualche modo a penetrarla. Auguro a quell'essere immondo che qualcuno possa castrarlo con un coltellaccio. Questo è quanto.  

Quando Yates realizzò il suo film era già in progetto un seguito, Krull 2, che per fortuna non si è mai materializzato a causa del clamoroso fallimento al botteghino, uno dei più catastrofici della storia della Settima Arte. Nonostante l'insuccesso, col passare degli anni Krull è diventato una pellicola cult.
 
Errori

Quando compaiono i Cavalli di Fuoco, si vede che hanno gli zoccoli ferrati. Nei fotogrammi immediatamente successivi, gli zoccoli, da cui escono fiamme, non sono più ferrati. Domanda: chi avrebbe ma osato ferrare tali prodigiosi equini, visto che avevano fama di essere indomabili? A che scopo?  

Un incidente grottesco. Ynyr il  Vecchio torna dalla Vedova della Ragnatela e dichiara che all'alba la Fortezza Nera apparirà nel Deserto di Ferro. Mentre pronuncia queste parole, cade e danneggia la "roccia" su cui si trova, rivelando il polistirolo da cui è composta.
 
Quando il ciclope Rell viene atrocemente stritolato tra due pareti rocciose, non si vede una sola goccia di sangue, né traccia di organi interni. Non è stato fatto nulla per simulare un corpo di carne: lo spettatore può vedere che si tratta di un fantoccio di gomma. Si capisce lontano un miglio che gli stessi muri che schiacciano il ciclope hanno la stessa composizione, essendo morbidi ed elastici. 
 
Alla fine del film, quando Colwyn, Lyssa e i loro seguaci scappano dalla Fortezza Nera e iniziano a scendere, l'immensa struttura di calcinacci inizia a rompersi e viene risucchiata nel cielo da una specie di antigravità. Nella scena successiva il gruppo corre a perdifiato attraverso un campo a un miglio o più di distanza dalla fortezza ancora in via di disgregazione. Com'è possibile ciò? Non basterebbero pochi secondi per scendere dalla fortezza collassante e percorrere un simile tragitto. 
 
La novellizzazione e il suo autore 

Il soggetto è di Stenford Sherman, mentre il romanzo Krull (1983) è un adattamento letterario del film di Yates, compiuto da Alan Dean Foster. Il romanzo di Foster, che apporta ben pochi elementi rispetto alla pellicola, è stato pubblicato su Urania (numero 966) nel Marzo 1984. Questa è la stringata sinossi, tratta da Mondourania.com
 
"La Fortezza Nera piomba dallo spazio portando morte e distruzione sul pianeta Krull. Chi difenderà il pianeta dalla Bestia, il mostruoso uomo-rettile che s'annida nell'Esagono della Fortezza?" 
 
Alan Dean Foster è un autore specializzato in novellizzazioni. Ha scritto tra l'altro le riduzioni a romanzo dei film della serie di Alien: 
 
Alien (Alien) (1979)
Aliens - Scontro finale (Aliens) (1986)
Alien³ (Alien³) (1992)
Alien: Covenant (2017) 
 
Ha collaborato con George Lucas alla novellizzazione di Guerre Stellari, titolo originale Star Wars: From the Adventures of Luke Skywalker, pubblicata nel 1976 dopo l'uscita del film. In Italia la prima edizione è del 1977, col titolo Guerre Stellari. Quest'opera, cosa alquanto insolita, presenta notevoli differenze rispetto al film. Interamente a Foster si deve invece la novellizzazione di Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), film a dir poco esecrabile. Il libro mi rifiuterei persino di toccarlo.
 
Francamente non amo le novellizzazioni. Le reputo opere di una totale inutilità, fatte al solo scopo di raschiare il fondo della pentola dei profitti.  

lunedì 16 settembre 2019


L'ULTIMA ODISSEA 

Titolo originale: Damnation Alley
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1977
Lingua originale: Inglese
Durata: 91 min
Rapporto: 2,35:1
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, postapocalittico, postatomico
Regia: Jack Smight
Soggetto: Roger Zelazny
Sceneggiatura: Alan Sharp, Lukas Heller
Produttore: Paul Maslansky, Jerome M. Zeitman
Produttore esecutivo: Hal Landers, Bobby Roberts
Casa di produzione: 20th Century Fox
Fotografia: Harry Stradling Jr.
Effetti speciali: Milt Rice
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: E. Preston Ames
Trucco: Lon Bentley
Interpreti e personaggi:
    Jan-Michael Vincent: Tanner
    George Peppard: maggiore Denton
    Dominique Sanda: Janice
    Paul Winfield: Keegan
    Jackie Earle Haley: Billy
Doppiatori italiani:
    Giuseppe Rinaldi: maggiore Denton
    Rita Savagnone: Janice
    Michele Gammino: Keegan 



Trama: 
L'Unione Sovietica lancia i missili nucleari contro gli Stati Uniti, che rispondono prontamente all'attacco. Quasi la metà delle testate nemiche vengono intercettate, ma la catastrofe è inimmaginabile. Come conseguenza delle esplosioni, la Terra è portata sull'orlo dell'inabitabilità. L'asse terrestre subisce uno spostamento, i continenti diventano deserti, il clima è sconvolto da tempeste spaventose, i cieli ardono di perenni aurore polari, la flora scompare e la fauna subisce mostruose alterazioni. In questo scenario di desolazione che poco concede alla speranza, il maggiore Eugene "Sam" Denton è tutto ciò che resta del vecchio ordine. In pratica la sua mente sempre vigile è quanto di più complesso sia sopravvissuto della specie Homo sapiens. Con uno sparuto seguito di superstiti caricati su due autoblindo, l'integerrimo e austero militare conta di raggiungere la remota Albany, in quello che era lo Stato di New York - l'unica città a non essere stata distrutta dalle armi atomiche. La traversata da un capo all'altro dell'America è lunga e massacrante. Gli ostacoli si presentano quasi subito. Una delle due autoblindo viene distrutta in un incidente. Solo in pochi arrivano a destinazione, dopo aver affrontato molte insidie e molti orrori. Tra queste mer(d)aviglie spiccano gli eserciti di scarafaggi assassini in una città morta e gli zombie lebbrosi ultraviolenti in un autogrill abbandonato. L'epilogo, contro ogni aspettativa, è degno del magico mondo dei Puffi! 


Recensione: 
Se proprio dobbiamo dirla tutta, Damnation Alley farebbe schifo anche ai porci. Tra i problemi possiamo annoverare il budget insufficiente e per giunta sfruttato male, l'assoluta incapacità tecnica dei responsabili di questo delitto contro l'Arte, oltre alla carenza di idee. Insomma, la pellicola di Smight è un vero e proprio escremento in celluloide, e per giunta formato male, diarroico, pieno di cibo non digerito. Dante metterebbe il regista e tutto il cast a far compagnia a Brunetto Latini, sotto un'eterna pioggia di fuoco! 

Un'ucronia  che lascia di sasso!

Pochi ne sono al corrente. È stato per un puro caso se Star Wars di George Lucas ha avuto un immenso successo - anche se a distanza di tempo si comprende che è soltanto una massa di merda. Qualche oscuro decisore fu posto di fronte a una difficile scelta: concedere un discreto budget a George Lucas per il suo astruso progetto fantascientifico oppure far arrivare tali risorse a Smight per Damnation Alley. Ebbene, fu scelto proprio Lucas come destinatario della maggior parte dei soldi. Fu così che Guerre Stellari divenne uno dei miti fondanti dell'Umanità, mentre L'ultima odissea sprofondò nella sentina dei rifiuti più schifosi mai espulsi dall'intestino retto di questa specie dannata. Se le cose fossero andate diversamente, come sarebbe oggi il nostro pianeta? Star Wars sarebbe un film trash assoluto e inguardabile, come una di quelle invereconde schifezze di Lewis Coates (alias Luigi Cozzi). Nessuno, dico nessuno, avrebbe mai concesso per un suo seguito nemmeno il fantasma di un centesimo forato. Non ci sarebbe stata alcuna trilogia, per non parlare dei prequel e degli spin-off. Del resto, se anche a Smight fosse andato un budget notevole, non avrebbe comunque potuto creare un film avvincente, perché le idee non c'erano proprio! 

Alcune note sul ruolo dei militari 

L'idea portante del film in analisi è assai curiosa. Secondo i suoi ideatori - e forse anche secondo Roger Zelazny (confesso che non ho letto la sua opera e che neppure mi attrae) - i militari sarebbero asettici robot del tutto privi di passioni e programmati per condurre il genere umano verso la Salvezza. Una tesi che mi appare piuttosto discutibile. Il maggiore Denton è la quintessenza dell'abnegazione e della disciplina. Controllo assoluto sul corpo e su qualsiasi impulso. Com'è ovvio, non ha bassi istinti di sorta. Non desidera ubriacarsi. Non eccede mai nel cibo. Non guarda mai un culetto femminile con l'intenzione di infilare la faccia tra le chiappe e di baciare lo sbocco dell'apparato digerente. Non pensa mai ai pompini quando guarda la bocca di una donna. Può benissimo passare anni senza una sola erezione. Non eiacula mai, nemmeno nel sonno. Non c'è una sola cellula che si ribelli all'autorità morale che irradia dal suo intelletto sovrumano. Sa sempre ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, in ogni occasione. Non farebbe mai nulla per il proprio tornaconto. Tutto in lui è al servizio di una Causa Superiore. Si noti che i superiori del maggiore Denton sono tutti morti. Mi domando quale sarebbe dunque la fonte di un'etica così poderosa e indefettibile. Cosa lo obbliga ad agire in modo morale? L'Imperativo Categorico di Kant? "Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me"? Mi sia lecito nutrire fondati dubbi a questo proposito. La Storia del bipede implume ci mostra ben altro. Il detto di Kant che meglio descrive la nostra specie è questo: "Da un legno storto com'è quello di cui l'uomo è fatto non può uscire nulla di interamente dritto"

Rigurgiti acidi di memoria 

Quando ho deciso di visionare il film di Smight, incuriosito dal titolo, non mi sono reso conto che l'avevo già visto ai tempi del liceo. Man mano che le sequenze procedevano, avevo come delle sensazioni di déjà vu. La cosa mi destava una grande irritazione, anche perché quanto vedevo era a metà strada tra la noia mortale e lo schifo. All'improvviso mi sono reso conto. Una battuta sullo spettacolo dei cieli radioattivi mi ha permesso di recuperare l'intera memoria. Una notte d'estate di molti anni prima ero rimasto alzato per vedere L'ultima odissea, che mi aveva però mortalmente deluso. Sonno perso per nulla! Il mio cervello aveva quindi proceduto a censurare ogni ricordo per rimuovere le sensazioni spiacevoli provate, riuscendoci in modo quasi perfetto. 

Curiosità 

Roger Zelazny disapprovò il film tratto dalla sua opera, arrivando addirittura ad odiarlo. Posso capirlo. Dovrebbero farlo santo per non aver assoldato un sicario.

Per realizzare i famigerati "scarafaggi assassini" sono state usate blatte sibilanti del Madagascar - una specie benigna, che i bambini dell'isola usano addirittura come animale da compagnia. Il nome scientifico di questi insetti è Gromphadorhina portentosa. Data la disponibilità di un piccolo numero di esemplari, per simulare gli ammassi di "scarafaggi assassini" sono stati usati giocattoli di gomma. 

La scena più squallida è quella in cui il motociclista viene assalito da scorpioni giganteschi mentre attraversa il deserto. Il progetto iniziale prevedeva di realizzare colossali simulacri di gomma, ma la cosa non funzionò: le riprese furono giudicate inaccettabili. Così furono filmati alcuni scorpioni reali per ingrandirne l'immagine e fare qualche collage con lo sfondo. Non oso pensare come fossero le sequenze originali, quelle bocciate.

Il film si svolge nel 1979, il che è assolutamente ridicolo, essendo stato girato pochi anni prima soltanto! Uno sconvolgente caso di appiattimento delle prospettive, per non dire di assoluta miopia.

Il titolo di questa infame porcheria, per l'appunto Damnation Alley, fu cambiato in Survival Run appena dopo l'uscita nelle sale. Quasi subito fu deciso di tornare al titolo originale. Una scelta comunicativa tutt'altro che felice. I responsabili dello scempio non sono stati murati vivi, purtroppo.

Il regista e gli sceneggiatori mostrano di non avere nemmeno la più esile conoscenza di fisica dell'atmosfera e di ecologia (non so se Zelazny fosse messo meglio). Non deve stupire che all'epoca si favoleggiasse tanto sugli effetti biologici delle radiazioni, immaginando assurdità di ogni genere. Quello che trovo assurdo è pensare che in un pianeta devastato dall'Armageddon nucleare possa sussistere un angolo incantato in cui il cielo è blu e tutto è OK - come se le masse d'aria non si mescolassero, come se la contaminazione restasse confinata. Sarebbe come pensare a una piccola zona di acqua limpida in un immenso bidone di liquami fecali! 

domenica 28 gennaio 2018


STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI

Titolo originale: Star Wars: The Last Jedi
Lingua originale:
Inglese
Paese di produzione:
Stati Uniti d'America
Anno: 2017
Durata: 152 min
Rapporto: 2,39:1
Genere: Fantascienza, azione, avventura
Regia: Rian Johnson
Sceneggiatura: Rian Johnson
Produttore: Kathleen Kennedy, Ram Bergman
Produttore esecutivo: J. J. Abrams, Jason McGatlin,
    Tom Karnowski
Casa di produzione: Lucasfilm
Distribuzione (Italia): Walt Disney Studios Motion
    Pictures
Fotografia:
Steve Yedlin
Montaggio: Bob Ducsay
Effetti speciali: Chris Corbould
Musiche:
John Williams
Scenografia: Rick Heinrichs
Costumi: Michael Kaplan
Trucco: Peter Swords King
Interpreti e personaggi   
    Mark Hamill: Luke Skywalker
    Carrie Fisher: Leia Organa
    Adam Driver: Kylo Ren
    Daisy Ridley: Rey
    John Boyega: Finn
    Oscar Isaac: Poe Dameron
    Lupita Nyong'o: Maz Kanata
    Andy Serkis: Leader Supremo Snoke
    Domhnall Gleeson: Generale Hux
    Anthony Daniels: C-3PO
    Gwendoline Christie: Capitano Phasma
    Kelly Marie Tran: Rose
    Laura Dern: Amilyn Holdo
    Benicio del Toro: DJ
Doppiatori originali
    Frank Oz: Yoda
Doppiatori italiani   
    Francesco Prando: Luke Skywalker
    Ottavia Piccolo: Leia Organa
    David Chevalier: Kylo Ren
    Benedetta Degli Innocenti: Rey
    Luca Mannocci: Finn
    Gabriele Sabatini: Poe Dameron
    Chiara Gioncardi: Maz Kanata
    Massimo Corvo: Leader Supremo Snoke
    Simone D'Andrea: Generale Hux
    Mino Caprio: C-3PO
    Stella Gasparri: Capitano Phasma
    Veronica Puccio: Rose
    Gabriella Borri: Amilyn Holdo
    Adriano Giannini: DJ
    Ambrogio Colombo: Yoda
Budget: 200 milioni di $
Incassi al botteghino: 1.323 milioni di $

Trama:

Il Primo Ordine, successore dell'Impero, ha localizzato la Resistenza sul pianeta verdeggiante D'Qar. L'unica possibilità per i Ribelli è quella di compiere per tempo il balzo nell'iperspazio. Il pilota Poe Dameron decide di disobbedire all'ordine di ritirarsi e si getta all'attacco, riuscendo a distruggere un incrociatore stellare. Questa azione temeraria comporta però l'annientamento di tutti i bombardieri della Resistenza. Dameron rientra, ma appena concluso il passaggio all'iperspazio viene degradato dal generale Leia Organa. Il sinistro Kylo Ren ha un'esitazione e non fa fuoco sulla nave ammiraglia della Resistenza, percependo la presenza della madre. Tuttavia i suoi caccia TIE devastano il ponte dell'ammiraglia, eiettando Leia nello spazio. Anche se sopravvive grazie a un improbabile salvataggio, Leia non è più in grado di svolgere i suoi compiti, così il comando passa ad Amilyn Holdo, una donna che riesce antipatica a Dameron per i suoi modi passivi. Così il turbolento giovane fa imbarcare in segreto il mandingo Finn, l'ammasso di ferraglia BB-8 e l'addetta alle tubazioni Rose Tico su una navetta, con la missione di disabilitare il sistema di tracciamento usato dal Primo Ordine. Nel frattempo, sull'impervio pianeta Ahch-To, l'impavida Rey consegna a Luke Skywalker la sua spada laser, ma questi getta l'arma in una scarpata, affermando di non voler più aver nulla a che fare con la guerra. Non è disposto a insegnare alla ragazza. Si comporta come uno stronzo fatto e finito, trattandola male e restando impassibile alla notizia della morte di Han Solo, trafitto dalla spada laser del figlio rinnegato Kylo Ren. Aggiunge poi di voler estinguere la religione Jedi. Soltanto l'intervento del barattolo di latta R2-D2 con i suoi fastidiosi pigolii riesce a condurre Luke a più miti consigli. Intanto Kylo Ren comunica con Rey usando la Forza: le appare in forma fantasmatica e le narra fatti molto interessanti. Anni prima, Luke aveva scorto in lui il Lato Scuro e a un certo punto aveva tentato di ucciderlo a tradimento. Per questo Kylo Ren aveva distrutto per vendetta il Tempio Jedi edificato da Luke. Tutti i discepoli sono stati corrotti o uccisi. Presa da un sogno romantico, Rey si convince che il figlio di Han Solo e di Leia possa essere salvato, così parte per affrontarlo da sola. Luke, preso dall'euforia, forse per aver ingerito una frittura di psilocybe, decide di bruciare i testi sacri dei Jedi. Tuttavia esita. Gli appare Yogurt... pardon, Yoda, sotto forma di fantasma: è proprio lui a far cadere un fulmine e a provocare la combustione delle reliquie. Quindi il piccoletto rugoso mette Luke di fronte ai propri fallimenti, sperando che possa imparare qualcosa. La situazione per la Resistenza precipita. Amilyn Holdo decide di evacuare quanto resta delle sue forze usando le navette. Poe Dameron la ritiene codarda, così insorge e inizia un ammutinamento. Finn, BB-8 e Rose viaggiano fino al pianeta Cantonica, la cui capitale è un gigantesco casinò. Dopo mille peripezie riescono a trovare un hacker, certo DJ, e a penetrare nella nave di Snoke. Il loro piano tuttavia fallisce: DJ si rivela prontissimo al tradimento e li consegna al nemico. Rey giunge sulla stessa nave per incontrare Kylo Ren, che la porta al cospetto del Leader Supremo Snoke, che non è un gigante e neppure un nano. È poco più alto di un umano medio, vecchio, deformato e sfigurato da orride cicatrici. A questo punto accade un imprevisto: in un mitico combattimento, Rey con la spada laser trancia Snoke in due come un salsicciotto. Kylo Ren è il nuovo Leader Supremo. Rey, che è segretamente innamorata di lui, lo crede tornato al Lato Luminoso della Forza, ma è un inganno. Kylo, più oscuro che mai, le propone di dominare assieme a lui la Galassia. Come Rey si rifiuta, ne nasce un duello in cui la spada di Luke si spezza in due. Amilyn Holdo, creduta a torto vigliacca, si sacrifica lanciando la nave ammiraglia contro la flotta imperiale a velocità della luce. La Resistenza completa l'evacuazione e trova il suo estremo rifugio su Crait, un mondo glaciale, dove subito inizia l'assedio. A questo punto appare Luke come proiezione della Forza e combatte contro Kylo Ren, permettendo a Leia e agli altri, Rey, Finn, BB-8, Poe, Chewbacca, che nel frattempo si sono riuniti, di fuggire a bordo del Millennium Falcon. Concluso il suo compito, Luke muore in pace su Ahch-To, svanendo e lasciando soltanto la sua cappa vuota. Kylo Ren si ritrova con un pugno di mosche e dentro di sé sacramenta, mentre i libri sacri dei Jedi compaiono magicamente sul Falcon.

Recensione:

Senza dubbio questo film è molto meglio di quella porcata immonda di Star Wars: Il risveglio della Forza. Va detto che ci vuole anche poco. Non ho particolarmente apprezzato la vista di Carrie Fisher decrepita e gonfia, mi ha fatto una gran pena, ma almeno non hanno pensato di riesumare il cadavere di Harrison Ford e di servirsi delle arti del dottor Frankenstein: la provvidenziale uccisione di Han Solo ad opera di Kylo Ren a quanto pare è stata ritenuta definitiva. Mark Hamill riesce ancora a reggere, non sembra in procinto di sfaldarsi, anche se è visibilmente ingrassato - tanto l'ascetismo dei Jedi è in larga misura soltanto una finzione. Quando si decideranno a lasciare in pace gli anziani, i decrepiti e i morenti? Presto arriveremo al punto che gli attori e le attrici dovranno farsi cremare prontamente per evitare l'attribuzione di parti post mortem!  


Un cosmo con leggi fisiche peculiari

Relatività di Einstein: questa sconosciuta. I Jedi e i Sith comunicano a distanza proiettando un simulacro immateriale del loro corpo, una specie di spettro che tuttavia è in grado di interagire con gli enti fisici. Quando fanno questo, è come se aprissero una discontinuità nello spaziotempo, una specie di wormhole attraversabile. Le loro comunicazioni sono simultanee in qualsiasi sistema di riferimento, indipendentemente dalla distanza tra il corpo che proietta e il suo fantasma proiettato. Così vediamo Kylo Ren far visita a Rey sul remotissimo pianeta nuragico Ahch-To, mirando a sedurla, mentre Luke si serve dello stesso mezzo per combattere a fianco della Resistenza su un mondo glaciale. Finalmente abbiamo una buona definizione della Forza. È proprio la spaventosa azione a distanza tanto temuta dal Fisico di Ulm! Altra grande differenza tra il nostro universo e quello di Star Wars è la propagazione del suono, che avviene anche nel vuoto. Certe dimostrazioni sono tanto grottesche da far scoppiare a ridere, come quando la non più giovane principessa Leia viene sbalzata dalla sua astronave squarciata e riesce a sopravvivere al vuoto cosmico, riuscendo a raggiungere con la sua sola volontà un luogo sicuro!

I poteri della Forza e le loro conseguenze

Pensiamo un attimo a cosa accadrebbe se i ministri di una religione potessero avere a disposizione le straordinarie capacità mostrate nella saga di Guerre Stellari. Sarebbero i custodi della giustizia e dell'ordine? No. Diventerebbero i più spaventosi tiranni concepibili dalla mente di un mortale. Solo per fare un esempio, cosa avrebbe fatto la Chiesa di Roma se i suoi inquisitori avessero avuto i poteri dei Jedi? Non oso pensarci. Conoscere la natura umana ci porta a conclusioni non proprio ottimiste. Possiamo dire questo per certo: già il primo dei Cavalieri Jedi sarebbe diventato un Sith, in brevissimo volgere di tempo. Oppure sarebbe diventato qualcosa di diverso da un Sith, ma comunque funesto. Forse dovremmo supporre che la natura umana nell'universo ideato da Lucas sia migliore di quella che possiamo riscontrare sulla Terra? Direi proprio di no, anzi, è semmai ancor più corrotta e maligna. Quindi dobbiamo pensare che l'intero Tempio Jedi sia un'organizzazone malvagia ab origine, pur contrastando i Sith, in quanto fondata in toto sulla brama di potere e sull'ipocrisia. E non sono forse queste le conclusioni a cui lo stesso Luke Skywalker giunge? I Jedi si devono estinguere perché sono ipocriti. Sono i Farisei della Galassia, che non meritano una seconda chance. A tal punto arriva Luke nel suo desiderio di far scomparire la propria religione, da procedere a bruciare i testi sacri custoditi in una grotta. Queste conclusioni desolanti i fan non le hanno perdonate, e a motivo di ciò tumultuano in continuazione, lanciando urla isteriche.


Carburante iperspaziale? 

Un'inconsistenza che stride è senz'altro l'allusione all'uso di un carburante per compiere il balzo nell'iperspazio. Anche se abbiamo compreso che l'universo di Lucas ha leggi fisiche particolari, questa trovata è davvero eccessiva. Sarebbe come pensare di poter indurre reazioni di fissione nucleare bruciando benzina! Un'assurdità anche brutta, disarmonica e soprattutto non necessaria. Non bastava alludere ai "motivatori" come nei vecchi film? No, perché qualcuno ha voluto strafare, scendendo nei dettagli della tecnologia iperspaziale senza avere una benché minima nozione di logica elementare. Questa baggianata del carburante iperspaziale è più consona a Balle Spaziali, la celebre parodia dell'ashkenazita Mel Brooks, i cui protagonisti respiravano giulivamente nello spazio ed erano addirittura soggetti alla forza peso. Per inciso, la scena in cui Snoke deride Kylo Ren per via della maschera che indossa si ispira di certo alle umiliazioni inflitte dal Presidente degli Spaceballs a Lord Casco Nero. Che altro dire? Attendiamo con ansia che siano introdotti nella Saga i Puffi e Gargamella! 


Un pianeta circumbinario 

Proprio sul finire della pellicola, ci si rende conto che nel cielo di Ahch-To splendono due enormi soli, a parte le dimensioni simili a quello della Terra. E' un pianeta che ruota intorno a una stella doppia stretta, proprio come Tatooine. Con ogni probabilità ognuno dei due soli ha una luminosità minore rispetto al nostro, cosicché insieme riescono a dare la giusta quantità di energia al pianeta vitale che orbita loro intorno. Rispetto al torrido e desertico Tatooine, Ahch-To è umido, dotato di oceani e ricchissimo di vegetazione. La sua fauna è davvero bizzarra. I Porg sono una specie infestante. Ritenuti simili al pulcinella di mare e senza dubbio ovipari, sembrano in realtà più mammiferi. Se hanno ali e zampe di pinguini, è altrettanto vero che hanno il tipico musetto dei gatti. Forse sono strani monotremi, come gli ornitorinchi e le echidne, con caratteristiche di uccelli e di mammiferi. Hanno i colori dei pettirossi, anche se disposti in modo diverso. Il loro sguardo ha qualcosa di ipnotico e i loro occhioni attirano un'immensa empatia. Chewbacca, che ne aveva arrostito uno e stava per mangiarselo, desiste come incrocia lo sguardo implorante di altri Porg. Forse per rimediare alla propria iniquità, consente loro di colonizzare il Millennium Falcon. In un'intervista Mark Hamill ha affermato che Luke non mangiava queste creature perché era vegetariano. Tuttavia questa sua affermazione sembra contraddirsi da sé, dal momento che vediamo Luke arpionare un pesce. L'ultimo Jedi non era di certo un vegano, visto che masturbava le poppe della femmina d'un lamantino gigante proboscidato, ottenendone fiotti di latte subito raccolti in una bottiglia per la colazione. Finalmente vediamo gli abitanti indigeni del pianeta, che non sono affetto estinti come ho creduto prima di vedere il film. Sembrano in tutto e per tutto rettili dalla testa grossa e ossuta. Hanno abiti monastici e Luke li descrive come custodi degli antichi edifici dei Jedi fin dall'inizio dell'Ordine.   


Kylo Ren e Rey: un incesto abortito

Il climax interruptus colpisce ancora! Quando Kylo Ren si trova di fronte a Rey, a un certo punto sembra proprio che stia per rivelarle un'informazione cruciale sulle sue origini. La scena ricorda a tal punto per tensione e natura quella in cui Darth Vader rivelava al giovane Luke di essere suo padre, che ci si aspettava proprio qualcosa di simile. Mi sembrava quasi che il bel tenebroso fosse lì lì per dire: "Tu sei la mia sorellastra". Invece le dice che i suoi genitori erano nullità e alcolizzati terminali, che l'avevano gettata via appena nata. La irride e la schernisce per questo. Lo vedete? Il climax è stato spezzato. Certo, si può pensare che il figlio degenere di Han Solo e di Leia abbia mentito allo scopo di ferire Rey, di tormentarla. Non sarebbe così improbabile: sappiamo bene che Han Solo non era uno stinco di santo. Perché no? Lasciamo volare l'immaginazione. All'epoca in cui lavorava per Jabba, Han era stato con una prostituta anoressica tenuta alla catena su un mondo desertico, un immondezzaio della Galassia. Ubriaco fradicio, l'aveva penetrata e le aveva eiaculato dentro, provocando il concepimento di una nuova vita dannata e prendendosi l'ennesima gonorrea. Potrebbe essere, ma la si prenda come una perversa fantasia che mi frulla per la testa. Certo avrebbe più senso di tante teorie assurde costruite dai fan a ogni piè sospinto. Vedremo un po' se il prossimo film della serie chiarirà un po' le cose o se davvero Rey è soltanto l'ennesima bambina esposta da una madre snaturata. Ormai tutto il Web fantastica su una storia d'amore tra Kylo Ren e Rey. Quello a cui segretamente il pubblico anela è proprio una storia incestuosa tra fratello e sorella. Non dobbiamo mai dimenticare che l'intero edificio composto dagli episodi di Star Wars è pervaso dall'incesto e dalla bestialità erotica. Molti discutono se Star Wars sia o meno fantascienza. In realtà è pornografia subliminale e pornografici sono i suoi frutti. 


Visiting the Wookiee!

Navigando nel Web, per serendipità sono venuto a conoscenza di un fatto davvero singolare. Una delle fantasie erotiche più diffuse tra le ragazze inglesi è praticare l'anilingus a Chewbacca! Proprio così: le inglesine stravedono per gli ani pelosi e si eccitano follemente pensando di leccarli e di infilarci dentro la lingua, sognando di farlo a un gigantesco wookie. In pratica Chewbacca è il terzo incomodo in ogni relazione! A tal punto è giunta la passione delle lubriche figlie di Albione, che hanno coniato una nuova espressione slang per indicare l'anilingus praticato dalla donna all'uomo: "visiting the Wookiee". Non sono ancora riuscito a trovare un'espressione tratta da Star Wars per indicare l'anilingus praticato dall'uomo alla donna, forse perché non ho cercato abbastanza. In ogni caso anche la May si è accorta del fenomeno e ha addirittura lanciato futili campagne per cercare di distogliere dal deretano la gioventù britannica. A quanto pare diverse nazioni di questo Occidente in sfacelo hanno le loro grottesche crociate anti-anali. Noi abbiamo la De Mari, loro hanno la May. Proprio non si vuole capire che l'intera esistenza biologica ha come centro la merda e lo sfintere che la depone! 


Risolto il mistero di Snoke

Parafrasando il dottor Ian Malcolm (Jurassic Park), dirò innanzitutto questo: "Come mi secca avere sempre ragione". Finalmente giungono prove certe sulla natura del Leader Supremo del Primo Ordine. Snoke è semplicemente... Snoke. Proprio come andavo sostenendo fin dalla sua prima comparsa. Non soltanto: Snoke affettato come un würstel viennese si rivela come privo di qualsiasi importanza, altrimenti non sarebbe uscito di scena in un modo tanto infame. Adesso ce l'hanno nel deretano tutti quei babbei che strepitavano, cianciando che Snoke fosse lo stesso Kylo Ren proiettato nel futuro e poi nel passato con una macchina del tempo, oppure l'Imperatore Palpatine reincarnato in un nuovo corpo. Tutti quei dementi devono tacere! La ritengo una bella rivincita, piacevole come un bicchiere di moscato. Anche se è una cosa difficile a credersi, esistono i complottisti di Star Wars, nullità che consumano le loro inutili esistenze elaborando le teorie più assurde sui personaggi dei film della Saga. Trascorrono notti insonni a inventarsi colossali stronzate. Direi che è abbastanza facile zittirli: basta saper attendere. Purtroppo non è altrettanto agevole trattare i complottisti che riversano le loro aberrazioni nel mondo reale, causando danni immensi, ad esempio facendo morire malati di cancro trattandoli col bicarbonato. 

venerdì 28 luglio 2017


IL CACCIATORE DELLO SPAZIO

Titolo originale: Space Hunter: Adventures in the
     Forbidden Zones
Anno: 1983
Paese: USA
Lingua: Inglese
Durata: 90 min
Regia: Lamont Johnson
Genere: Fantascienza
Specifiche tecniche: girato e proiettato in 35 mm
Rapporto immagine: 1,85 : 1 e 2,35 : 1
Formato audio: Dolby
Compagna di produzione: Columbia Pictures
    Corporation, Delphi I Productions, Zone
    Productions
Distribuzione: CEIAD (1984), Columbia Tristar
    Home Video
Sceneggiatura: David Preston, Edith Rey, Dan
    Goldberg, Len Blum
Fotografia: Frank Tidy
Montaggio: Scott Conrad
Musiche: Elmer Bernstein
Produttore: Ivan Reitman
Locations: Vancouver, British Columbia (Canada),
   Moab, Utah (USA)
Interpreti e personaggi:
   
Molly Ringwald: Niki
    Peter Strauss: Wolff
    Ernie Hudson: Washington
    Andrea Marcovicci: Charlmers
    Deborah Pratt: Meagan
    Michael Ironside: Overdog
    Beeson Carroll: Patterson
    Aleisa Shirley: Reena
    Call Timmins: Nova
    Harant Alianak: Il Chimico
    Paul Boretski
    Patrick Rowe
    Reggie Bennett
    Colin Mochne
Budget: 14,4 milioni di $
Incassi al botteghino (USA): 16,5 milioni di $ 

Trama: 

Il pilota Wolff giunge sul desolato pianeta Terra 11 a seguito di una richiesta di aiuto da parte di tre fantomatiche ragazze. Si troverà nel bel mezzo di un deserto la cui rada popolazione selvaggia è in preda ad una spaventosa epidemia di peste. Approfittando dell'anarchia imperversante, il cyborg Overdog ha creato un piccolo regno all'interno della Zona Proibita, di cui è il signore assoluto. Nel corso del suo arduo cammino in quelle solitudini, Wolff si imbatte in una fanciulla incredibilmente sporca e recalcitrante. Dopo un'aspra lotta riesce a soggiogarla e a imporle elementari norme igieniche. I due si inoltrano nel dominio di Overdog (ossia Supercane), una spaventosa discarica di rottami che sembra la nemesi dell'Era Tecnologica. Contro ogni sano principio, Wolff intende raggiungere la roccaforte del tiranno, forse perché pensa che vi tenga prigioniere le tre ragazze che hanno richiesto il soccorso. La trama, che fino a un certo punto pare promettente, si stempera in men che non si dica. Il viaggio è un po' lento, le sequenze noiose, lo spettatore quasi sonnecchia in attesa di un deus ex machina che si introduca a viva forza nella narrativa facendola esplodere. A un certo punto è facile ingannarsi e aspettarsi di veder comparire da un momento all'altro il palazzo di Jabba the Hutt! Niente da fare: il film resta un po' moscio e  soporifero. Oltre un certo punto non ricordo quasi nulla - e quel poco che ricordo è distorto. Tutto si confonde dopo una serie di improbabili acrobazie in cui il protagonista saltando come un grillo si scontra con un Overdog espanso e furioso che ha subìto la metamorfosi in una macchina da guerra, come i meganoidi di Don Zauker, l'arcinemico di Daitarn III, quello con un gigantesco cervello esposto che spiccava dal cranio di metallo. Il finale non dev'essere eccellente, visto che si è dissolto nei banchi di memoria stagnante senza lasciare nemmeno un'esilissima traccia mnestica. Credo che rivedrò il film una seconda volta quando sarò preso da un intenso attacco di masochismo, di noia assoluta e di voglia di perder tempo. 


Recensione:

L'ho visto al cinema molti anni fa e l'ho trovato un film mediocre, per non dire trash, al punto che non ne raccomanderei la visione nemmeno ai miei peggiori nemici. Va però detto che qualche lampo di ispirazione buca la coltre della nausea esistenziale e di stasi che assale lo spettatore. Memorabili sono ad esempio le sequenze in cui Wolff costringe la giovane nativa a lavarsi, arrivando a strofinarle con una gran quantità di shampoo il cranio lendinoso. Un realismo tale che assistendo alla proiezione ho avvertito nella mia immaginazione il sentore degli effluvi non certo invitanti di quella sudiciona. Dire che il filone non è innovativo è quasi una banalità. Il genere fantascientifico "zozzoni postatomici" ha goduto di un grande rigoglio fino raggiungere il suo apogeo con Mad Max oltre la sfera del tuono (1985), che potrebbe essere ribattezzato Smegma Festival, con un Mel Gibson che per poco non è finito a fare il fellatore in un bordello. Certo, Il cacciatore dello spazio va preso per quello che è, senza filosofarci troppo, o se ne esce con un pugno di mosche morenti. Inutile fare l'ennesima pappardella moralista e lapalissiana su Terra 11 che sarebbe l'immagine del nostro pianeta in seguito alla sua devastazione provocata dall'avidità delle multinazionali e via discorrendo. Ovviamente salterà su qualche buonista a opprimerci con le sue baggianate politically correct, strillando che Overdog è in realtà Hitler o Mussolini e che il suo regno rappresenta il Fascismo, proprio come lo rappresenta un incubo notturno provocato dal troppo formaggio ingurgitato. Forse dovremmo credere piuttosto che Overdog, ex scienziato imbarbarito, rappresenti la vittoria della brutalità e della violenza sulla Scienza e sulla tecnologia, con astronavi e gingilli finiti nell'immondezzaio. Bisognerà vedere se Lamont Johnson avesse in mente proprio questo. Secondo alcuni critici, e mi pare cosa abbastanza ragionevole, questo film è semplicemente nato sull'onda del successo di Guerre Stellari. Peggio ancora, è un mockbuster di Star Wars, pur non avendo nemmeno l'ombra della complessità della Saga. Il pilota Wolff è chiaramente ispirato dalla figura di Han Solo. Sul sito Filmtv.it il navigatore Tex Murphy riassume ben la questione: "Filmetto noioso che dista anni luce da "Guerre stellari" pur cercando di imitarlo. Il protagonista poi, cerca di fare il verso ad Harrison Ford ma è espressivo e simpatico come una tavola di rovere. Adatto solo agli under 10 appassionati di fantascienza."     

Altre recensioni: 

Bellissima la recensione comparsa sul sito Filmbrutti.com, che raccomando vivamente ai visitatori di questo spazio:

martedì 28 marzo 2017

ETIMOLOGIA DI DARTH VADER E ORIGINE DELLA FORMA DART FENER


Fin dall'inizio George Lucas concepì Darth Vader come il Padre Oscuro di Luke Skywalker. Partì ovviamente dall'inglese, Dark Father, ma non poteva usare questa forma come nominativo del tenebroso personaggio. Siccome l'arcano sarebbe stato subito compreso dal pubblico, recando grave nocumento alla fantasia e ai profitti, ecco che Lucas alterò l'aggettivo dark creando Darth per dare un'impressione esotica e misteriosa, quindi prese la parola olandese per indicare il padre, ossia vader. Fu così che ottenne Darth Vader. In olandese la parola vader è pronunciata /'va:der/. Siccome nei paesi anglosassoni le pronunce ortografiche sono una piaga assai diffusa, Lucas decise con grande ingegno di approfittarne: al nome Vader fu data la pronuncia /'veɪdə(ɹ)/, che farebbe rabbrividire un olandese. Così Darth Vader fu pronunciato /'da:θ 'veɪdə/ dai parlanti dei dialetti non rotici e /'da:ɹθ 'veɪdəɹ/ dai parlanti dei dialetti rotici. Infatti l'alterazione della vocale tonica olandese, riprodotta come un dittongo, ha avuto successo nell'oscurare l'etimologia del nome!

In seguito, come il mondo di Star Wars veniva ad accrescersi in modo prodigioso, i dettagli filologici si andavano via via facendo più profondi e verosimili. Fu presto chiaro che Darth doveva essere un titolo dato ai temibili Jedi Oscuri, i Sith. Fu quindi razionalizzato come forma contratta di Dark Sith. Lucas, o qualcuno per lui, si accorse che aveva spianata la strada per definire scenari di estremo interesse. Infatti l'epiteto Vader veniva a somigliare a una forma abbreviata di Invader "Invasore". Darth Vader non è altro che Dark Sith Invader. Lo stesso mutamento fonetico si riscontra anche in Sidious, che è forma abbreviata di Insidious "Insidioso": Darth Sidious non è altro che Dark Sith Insidious. Ormai è charo che la lingua franca della Galassia, il Basic, è una forma di inglese che Lucas ha proiettato in un lontanissimo futuro ignorando le derive fonetiche già in atto. L'antroponimia dei Sith anche in altri casi trae origine dal lessico dotto latino e greco: Darth Tyranus ha un nome la cui etimologia ci è così ben nota che non possiamo nutrire su di essa il minimo dubbio. Darth Plagueis prende il suo nome dall'inglese plague "peste". Darth Nihilus prende il suo nome dal latino nihil "nulla", a simboleggiare la sua natura diabolica. Darth Traya prende il nome dall'inglese betrayer "traditore". Darth Thanaton è chiaramente dal greco thanatos "morte"

L'epiteto Darth è descritto dagli appassionati di fantalinguistica di Star Wars come un portmanteau, ossia come una parola macedonia. In realtà è frutto di un semplice processo di usura fonetica, simile a quello che ha dato origine alle forme verbali contratte in inglese. Seguendo queste premesse, Darth sarebbe soltanto in parte di origine aliena. I Sith hanno tratto il loro nome da quello di una specie aliena umanoide dalla pelle rossa, estinta da lungo tempo. Questo endoetnico ha il significato di "supremo", "divino", "perfetto". L'altisonante titolo di Signore Oscuro dei Sith attribuito a Darth Vader compare per la prima volta nel libro Guerre Stellari, scritto dallo stesso George Lucas in seguito all'immenso successo del primo film della Saga (Episodio IV - Una nuova speranza). La lingua dei Sith è stata creata proprio per gettare qualche raggio di luce in questo abisso di mistero. Per maggiori informazioni rimando alla voce Sith (language) sul sito Wookieepedia


Recentemente qualcuno ha pensato di fornire a Darth un'etimologia interamente aliena, respingendo l'idea della contrazione di Dark Sith e costruendo come origine la lingua dei Rakata, in cui esisterebbero tuttavia due diverse possibilità di spiegazione: 

1) Darth < DARITHA "Imperatore";
2) Darth < DARR "vittoria" + TAH "morte"


Così facendo il problema diventa sopradeterminato e decidere diventa molto difficile a causa dell'insostenibile rumore di fondo che si viene a creare: qui nimis probat nihil probat.

A questo punto è necessario capire come nella nostra Penisola dalla forma Darth Vader si sia arrivati a Dart Fener. Mi sono accorto che ci sono migliaia di siti e di forum che trattano lo spinoso argomento, ma nessuno sembra essersi avvicinato alla verità - che è molto più banale e prosaica di quanto si possa pensare. Semplicemente la colpa è... di un doppiatore raffreddato! Procediamo con ordine. 

1) La pronuncia ortografica di Vader come /'vader/ è stata subito esclusa per evitare un'imbarazzante e ridicola confusione con l'atroce vocabolo water /'vater/ "cesso": non restava altra via che cercare di riprodurre la pronuncia originale del nome del Sith. Per inciso, se dipendesse da me, depennerei senza indugio water dal vocabolario italiano, dato che assomma due caratteristiche peggiori di un cancro: la pronuncia ortografica e il fraintendimento. 
2) In Italia il dittongo /eɪ/ dell'inglese, ben evidente nella versione in lingua originale del film, è riprodotto in modo sistematico come una vocale /e/ chiusa. Così ad esempio Lady suona /'leɪdɪ/ nei dialetti senza rotacismo e in Italia è pronunciato /'ledi/. Il suffisso -ation è /-'eɪʃṇ/ in inglese e in Italia è pronunciato /-'eʃon/. Così si sarebbe dovuto adattare Vader in /'veder/. Siccome alcuni italiani non distinguono /e/ chiusa da /ɛ/ aperta, specie in parole straniere, si è prodotta una pronuncia /'vɛder/.
3) Un doppiatore con un gran raffreddore pronunciava male le parole. Cercava di realizzare Darth Vader come /'dart 'vɛder/, ma non ci riusciva bene. La fricativa /v-/ ha perso la sua sonorità per contatto con l'occlusiva sorda /-t/ finale nella pronuncia bofonchiata dell'individuo in questione. L'occlusiva sonora /-d-/ ha acquisito una pronuncia nasalizzata, così chi ha trascritto il dialogo al momento, ignorando la forma scritta, ha riprodotto /'dart 'fɛner/. L'errore si è quindi propagato. Questo Dart Fener, con la variante Lord Fener, è piaciuto di più di Darth Vader, avendo un suono più sinistro e adatto a descrivere l'orrore del personaggio. Essendo un cultore dei miti nordici, vedo in Fener un'assonanza col nome del lupo Fenrir, e può darsi che altri abbiano avuto la mia stessa impressione. 

sabato 25 marzo 2017

ETIMOLOGIA DI GRAND MOFF


Nel corso degli anni mi sono interrogato molte volte sul perché l'odioso Governatore Tarkin sia noto come Grand Moff. Sono convinto che moltissime persone nel Web e prima del Web si siano poste la stessa domanda. Senz'altro sull'aggettivo Grand non può sussistere il benché minimo dubbio (l'inglese grand è dal francese grand ed è un esito del latino grandis, proprio come l'italiano grande), mentre l'epiteto Moff si è dimostrato a lungo un enigma, tanto da far pensare che il suo ideatore lo abbia inteso come un termine di adstrato o di superstrato di origine extraterrestre. Per purissimo caso sono giunto a trovare una soluzione decisamente ragionevole.

Tutto è cominciato quando mi sono visto comparire nella home di Facebook un post di una carissima amica dei tempi di Splinder, da sempre convinta dell'esistenza di un nesso ontologico tra Nazionalsocialismo e Islam. Credo che sia per questo che ha pubblicato una foto, chiaramente in bianco e nero, che mostrava il Gran Muftì di Gerusalemme Amin al-Husseini nell'atto di passare in rassegna un gruppo di Waffen-SS bosniache di religione islamica. Accade spesso che immagini di questo tipo siano addirittura presentate come la prova delle origini islamiche delle dottrine di Adolf Hitler, cosa che definire opinabile sarebbe di certo eufemistico. Per inciso, l'uso di truppe musulmane bosniache e albanesi nelle SS si rivelò catastrofico, al punto che ci fu lo scioglimento delle tre divisioni Handschar, Kama e Skaderberg. Ogni volta che mi imbatto nella tesi del fantomatico "Reich islamico" abbandono il post e passo ad altro. L'esperienza mi mostra che l'equazione propagandistica Nazismo = Islam è qualcosa di simile a un dogma religioso. Esula dallo scopo di questo articolo mostrare che le dottrine del Mein Kampf e il concetto di Jihad hanno diversa origine e natura, così ne parlerò in un'altra occasione. 


Nonostante quanto da me riassunto, quando ho visto la foto di Amin al-Husseini e delle SS bosniache qualcosa mi ha trattenuto. Un commentatore se ne era uscito con una battuta brillante, chiamando il Gran Muftì di Gerusalemme con il divertente nomignolo Ammuffit, ovviamente calcato sull'italiano ammuffito. Il riferimento doveva essere alle muffe, ossia alle micosi, alla pelle morta e allo smegma. Di colpo ho capito tutto. Sono stato còlto da un improvviso lampo di intuizione. Ecco l'etimologia cercata a lungo e invano! Grand Moff è una semplice derivazione di Grand Mufti. La pronuncia piana inglese /'mʌftɪ/ ha quindi ispirato l'epiteto, pronunciato /mɔf/ nei dialetti britannici e /mɒ:f/, /ma:f/ nei dialetti americani. Non pare inverosimile che tale mutamento si potrebbe produrre nel corso dei secoli - anche se a giudicare dalle tendenze evolutive delle parlate neoinglesi potrebbe accadere di peggio, visto che l'aggettivo grand mostra già la tendenza ad essere pronunciato /gwɛ:n(dʒ)/, /gwɛən(dʒ)/. L'ineffabile Bruce Sterling nel suo idioma neotexano trasformerebbe il povero Grand Moff Tarkin in GWEA MAA TSAGHE, mentre Grand Mufti of Jerusalem diventerebbe addirittura GWEA MAFFE OJIWÚSALA

L'origine ultima del titolo Muftì è il vocabolo arabo muftī "giudice", "esecutore legale", che viene dal verbo fata "egli dà una decisione (legale)", a sua volta da afta "dare". Si noti il tipico prefisso agentivo mu-. Sapendo queste cose è facile capire che la radice è la stessa di fatwa "decisione legale", "sentenza". Questa etimologia araba di Moff è tanto più convincente se si pensa che in origine si scriveva Mouff, verosimilmente pronunciato /mu:f/. Senza senso sono le etimologie popolari escogitate da fan privi di conoscenze filologiche. Alcuni hanno pensato a un acronimo imperfetto di Main Officer Manager, ma questi sono sprovveduti che reputano acronimi anche le parole shit e fuck, costruendosi ridicole narrazioni. Altri hanno proposto una forma olandese mof "tedesco" (dispregiativo, pl. Moffen). Altri ancora propendono per il tedesco Muff, tradotto con "persona orribile". Sia l'olandese mof che il tedesco Muff, che sono senza dubbio termini colloquiali, risalgono al tedesco Muff "muffa" (sinonimo di Schimmel) ... e si ritorna al Grande Ammuffit! A parer mio Grand Mufti resta un'opzione migliore di forme come mof e Muff, dato che ha vasta diffusione e che richiede uno slittamento semantico meno drammatico.

A questo punto resta soltanto da comprendere perché nell'Impero di Star Wars per designare un militare di rango elevato sia stata scelta una denominazione derivata dal nome di un'autorità religiosa islamica sunnita. La soluzione non è difficile. Non è impossibile che le idee che connettono il Nazionalsocialismo all'Islam godessero di un certo seguito negli States già negli anni '70 dello scorso secolo, ben prima che George W. Bush se ne uscisse a parlare di "fascisti islamici". Non appare quindi assurdo che, dovendo battezzare un terribile cattivone, lo stesso Lucas abbia provveduto ad alterare il titolo dell'uomo che era creduto addirittura il burattinaio di Hitler e di Himmler. I teorici dell'equazione Nazismo = Islam cadono infatti in un interessante paradosso logico che contraddice le loro stesse premesse. Se da una parte definiscono Hitler metro e misura del Male, una singolarità nella Storia, dall'altra lo ritengono ispirato dal Grande Ammuffit, quindi non indipendente nella sua malvagità. Per classificare in modo sensato i soggetti genocidari sarebbe richiesta la conoscenza dettagliata dell'intera estensione del passato e del futuro del genere umano, cosa che è impossibile. Si converrà tuttavia che non è mai vissuto su questo mondo un genocida paragonabile al distruttore di Alderaan, o nessuno di noi sarebbe qui a parlarne.