Titolo originale: Starcrash
Lingua originale: Inglese, italiano
Paese di produzione: Italia, Stati Uniti d'America
Anno: 1978
Data di uscita: 21 dicembre 1978 (Germania Ovest)
Data di uscita: 21 dicembre 1978 (Germania Ovest)
Durata: 97 min
Colore: Colore
Colore: Colore
Rapporto: 1,85 : 1
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Space opera
Regia: Luigi Cozzi (come Lewis Coates)
Soggetto: Luigi Cozzi (come Lewis Coates),
Nat Wachsberger
Nat Wachsberger
Sceneggiatura: Luigi Cozzi (come Lewis Coates),
Nat Wachsberger
Nat Wachsberger
Produttore: Nat Wachsberger, Patrick Wachsberger
Produttore della distribuzione: Roger Corman
Produttore della distribuzione: Roger Corman
Casa di produzione: Wachsberger Productions
Distribuzione in italiano: Fida Cinematografica
Fotografia: Paul Beeson, Roberto D'Ettorre Piazzoli
Montaggio: Sergio Montanari
Effetti speciali: Germano Natali, Armando Valcauda,
Matteo Verzini
Matteo Verzini
Musiche: John Barry
Scenografia: Aurelio Crugnola
Trucco: Giancarlo De Leonardis
Interpreti e personaggi:
Caroline Munro: Stella Star Marjoe Gortner: Akton
Christopher Plummer: L'Imperatore dell'Universo David Hasselhoff: Raima (Principe Simon)
Robert Tessier: Il Capo della Polizia Thor
Joe Spinell: Conte Zarth Arn
Nadia Cassini: Corelia, la Regina delle Amazzoni
Judd Hamilton: Lo Sceriffo robot Elle
Salvatore Baccaro: Uomo di Neanderthal Cindy Leadbetter: Amazzone
Hélène Chauvin: Amazzone
Dirce Funari: Amazzone
Marina Hedman: Amazzone
Caterina Zinnerman: Amazzone
Omero Capanna: Guardia dell'astronave
Donald Hodson: Prigioniero
Victoria Zinny: Prigioniera
Enrico Chiappafreddo: Prigioniero in fuga
Fortunato Arena: Scagnozzo di Zarth Arn
Domenico Cianfriglia: Scagnozzo di Zarth Arn
Franco Daddi: Scagnozzo di Zarth Arn
Roberto Messina: Scagnozzo di Zarth Arn
Gianfranco Moroni: Scagnozzo di Zarth Arn
Riccardo Petrazzi: Scagnozzo di Zarth Arn
Hélène Chauvin: Amazzone
Dirce Funari: Amazzone
Marina Hedman: Amazzone
Caterina Zinnerman: Amazzone
Omero Capanna: Guardia dell'astronave
Donald Hodson: Prigioniero
Victoria Zinny: Prigioniera
Enrico Chiappafreddo: Prigioniero in fuga
Fortunato Arena: Scagnozzo di Zarth Arn
Domenico Cianfriglia: Scagnozzo di Zarth Arn
Franco Daddi: Scagnozzo di Zarth Arn
Roberto Messina: Scagnozzo di Zarth Arn
Gianfranco Moroni: Scagnozzo di Zarth Arn
Riccardo Petrazzi: Scagnozzo di Zarth Arn
Doppiatori originali:
Candy Clark: Stella Star
Hamilton Camp: Lo Sceriffo robot Elle
Doppiatori italiani:
Rita Savagnone: Stella Star
Massimo Turci: Akton Roberto Chevalier: Raima (Principe Simon)
Maria Pia Di Meo: Corelia, la Regina delle Amazzoni
Titoli in altre lingue:
Francese: Starcrash: Le Choc des étoiles
Tedesco: Starcrash: Sterne im Duell
Russo: Столкновение звёзд
Budget: 4 milioni di dollari US
Box office: 2,25 milioni di dollari US
Titoli in altre lingue:
Francese: Starcrash: Le Choc des étoiles
Tedesco: Starcrash: Sterne im Duell
Russo: Столкновение звёзд
Budget: 4 milioni di dollari US
Box office: 2,25 milioni di dollari US
Trama:
In una galassia lontana in cui le stelle sono canditi luccicanti, un'astronave dell'Imperatore dell'Universo, interamente fatta di Lego, cerca il malvagio Conte Zarth Arn, un nobile decaduto truccato con l'eye liner e con i capelli corvini raccolti in bigodini. Mentre si sta avvicinando a un pianeta, il veicolo spaziale simile a un grottesco giocattolo subisce l'attacco da un'arma misteriosa che fa impazzire l'equipaggio, quindi precipita nell'atmosfera del pianeta dopo aver lanciato tre capsule di salvataggio e si schianta al suolo, finendo distrutto. Nel frattempo due contrabbandieri, la sensuale brunetta Stella Star e il riccioluto rossiccio Akton, si imbattono nella Polizia Spaziale Imperiale, guidata dal Capo Thor, calvo come una boccia, itterico e col nasone, assistito dal suo fido subalterno robotico assemblato con una tecnologia grossolana, lo Sceriffo Elle. Akton e Stella scappano compiendo un balzo nell'Iperspazio, ma vengono raggiunti e acchiappati. Portati davanti a un orribile Giudice-Piovra, vengono giudicati colpevoli di pirateria e di contrabbando. Condannata ai lavori forzati a vita in un bagno penale su un pianeta della stella cerulea di Barnard, Stella Star si dà subito da fare per evadere, riuscendo a far esplodere la rivolta e a distruggere il carcere mandando in criticità un rudimentale reattore nucleare. Thor e il robot Elle la catturano nuovamente, solo per comunicarle che la sentenza è stata annullata su ordine dell'Imperatore: portata su una nave in orbita, ritrova il suo amico Akton. L'Imperatore dell'Universo ringrazia i due contrabbandieri per aver recuperato l'astronave sopravvissuta e ordina loro di trovare un'arma segreta di immenso potere che il Conte Zarth Arn ha occultato. Viene loro offerta clemenza se aiuteranno a trovare altre due capsule di salvataggio della Nave Madre, una delle quali potrebbe contenere il figlio unigenito dell'Imperatore, il Principe Raima-Simon. Accompagnati da Thor e da Elle, Stella e Akton arrivano nella posizione calcolata per la prima capsula di salvataggio. Stella Star ed Elle prendono una navetta e atterrano vicino alla capsula su una spiaggia. Non ci sono sopravvissuti. Stella Star incontra una tribù di Amazzoni e viene scortata alla loro fortezza sotterranea. All'arrivo, Elle cade in un'imboscata, viene colpita e data per morta, mentre Stella Star viene portata davanti a Corelia, la Regina delle Amazzoni, che è in combutta con il perfido Conte Zarth Arn. Elle, che si rivela non essere morta, si dirige verso la sala del trono, prendendo la Regina Corelia in ostaggio per garantire il rilascio di Stella. Fuggono, ma la Regina Corelia attiva un robot colossale fatto di carta stagnola appallottolata. Questo automa ciclopico insegue Stella Star e lo Sceriffo Elle, che vengono salvati dal cannone folgoratore dell'astronave guidata da Akton e Thor.
Su un pianeta ghiacciato e disabitato, Stella Star e lo Sceriffo Elle indagano sul luogo dell'incidente della nave madre. Non trovano alcun sopravvissuto. Al loro ritorno sulla nave, Thor, che ha teso un'imboscata e ha messo fuori combattimento Akton, rivela di essere un agente del Conte Zarth Arn. Così rinchiude Stella Star ed lo Sceriffo robotico Elle fuori sulla superficie del pianeta, dove la temperatura di notte scende di migliaia di gradi sotto lo zero (e lo zero assoluto è una bazzecola da oratorio?). Elle riesce a preservare la vita di Stella usando la sua energia per farle funzionare il cuore, mentre entrambi si stanno congelano nella neve. Akton si rianima e combatte contro l'itterico Thor pelato dal becco adunco (che il Dio del Tuono non si adiri per la sconcia ominimia!), uccidendolo con uno stratagemma: gli rivolge contro i raggi del folgoratore, usando le mani come se fossero specchi! Successivamente il ricciolone salva lo Sceriffo robotico Elle e Stella Star.
Avvicinandosi al pianeta dove è finita la terza capsula di salvataggio, il loro veicolo spaziale viene attaccato dall'arma che già aveva abbattuto l'astronave di Lego dell'Imperatore. Akton riesce a prendere i comandi e a salvarli tutti. Stella Star e lo Sceriffo robotico Elle, ispezionando il relitto della capsula, subiscono l'attacco di uomini delle caverne. Questi Neanderthaliani fanno a pezzi il robot e rapiscono la piratessa. Il figlio dell'Imperatore, il Principe Raima-Simon, arriva e salva Stella Star sparando laser dagli i suoi occhi e palle di fuoco dal culo, proprio come Cú Chulainn. Vengono nuovamente attaccati e sopraffatti dagli uomini delle caverne, ma arriva Akton che respinge i primitivi con la sua spada laser; poi rivela che si trovano sul pianeta armato del perfido Conte Zarth Arn, quello con l'eye liner e i bigodini.
Giunti in un laboratorio sotterraneo, i tre vengono catturati dalle guardie. Il Conte Zarth Arn appare in tutta la sua bruttezza e rivela il suo piano per usarli come esca, in modo tale da attirare l'Imperatore dell'Universo per poi autodistruggere l'intero pianeta con la sua arma definitiva. Ordina quindi ai suoi due giganteschi golem robot di costringere il gruppo di prigionieri a restare lì. Akton ingaggia in un duello con la spada laser i golem robot e li sconfigge, ma nella lotta viene ferito a morte e svanisce. L'Imperatore dell'Universo arriva e spara un raggio verde dalla sua Nave Ammiraglia per "fermare il tempo" per tre minuti, permettendo a tutti di scappare mentre il pianeta esplode.
Inizia una battaglia tra l'Armata dell'Imperatore e quella del Conte Zarth Arn. I soldati imperiali vengono sparati all'interno di bidoni come quelli della spazzatura e prendono d'assalto la stazione spaziale del Conte; l'attacco tuttavia fallisce. Il Conte Zarth Arn è vittorioso e si prepara a distruggere il pianeta natale dell'Imperatore dell'Universo. Quest'ultimo decide di speronare la base del Conte servendosi di un'immensa stazione spaziale, la cosiddetta Città Galleggiante, sferrando un attacco quadridimensionale a cui dà il nome di “Starcrash”. Nel frattempo lo Sceriffo robotico Elle, che ha la fessurina, è stato ricostruito dagli uomini dell'Imperatore. Stella ed Elle fanno volare la Città Galleggiante verso la base del Conte Zarth Arn, producendo uno spaventoso schianto e vincendo la guerra.
Questa è una copro-duzione italo-statunitense. Il prefisso copro- è d'obbligo e rimanda giustamente alle feci, quella benedetta, santissima pasta marrone senza cui la vita non potrebbe sussistere in nessuna sua forma. Dire che questa space opera primitiva mi ha fatto schifo è ancora poco, anche se devo ammettere che qualche risata me l'ha strappata. Quando ho visto Starcrash per la prima volta sono rimasto sconvolto dall'eccessivo grottesco. La seconda volta non ero molto lucido e sono stato pervaso dall'irritazione tutte le volte che mi destavo dal torpore e le sequenze scorrevano davanti ai miei occhi. Non c'è stata una vera e propria terza volta: ho soltanto "sbobinato" vari spezzoni per raccogliere dettagli precisi, necessari per poter scrivere questa recensione. Si potrebbe dire che c'è qualcosa di buono nella pellicola di Coates, perché si vedono donne molto sensuali, basti pensare alla Munro e alla Cassini. Verissimo, ma di questi tempi si vedono donne molto sensuali proprio dovunque, basta avviare una connessione Internet. Se ne vede qualcuna anche in pizzeria!
Scene memorabili:
Akton, baldanzoso e vestito come Mork, affronta Thor: dopo una lunghissima scazzottata alla Bud Spencer, si ricorda di avere poteri paranormali (perché non li ha usati prima?). Thor gli spara col folgoratore ma lui gli deflette addosso i raggi. La comicità è incredibile. "Questi raggi mortali saranno la tua fine!", sentenzia Akton. Il calvo Thor caccia urla spaventose mentre agonizza, come squassato da coliche violentissime, poi stramazza al suolo!
Akton, baldanzoso e vestito come Mork, affronta Thor: dopo una lunghissima scazzottata alla Bud Spencer, si ricorda di avere poteri paranormali (perché non li ha usati prima?). Thor gli spara col folgoratore ma lui gli deflette addosso i raggi. La comicità è incredibile. "Questi raggi mortali saranno la tua fine!", sentenzia Akton. Il calvo Thor caccia urla spaventose mentre agonizza, come squassato da coliche violentissime, poi stramazza al suolo!
Il nome banale Stella Star
All'epoca in Italia non erano conosciute da molte persone neppure le più basilari parole della lingua inglese. Anche se può sembrare paradossale, nonostante fosse in uso la parola star per indicare una stella del cinema (ad esempio in frasi come "è una star di Hollywood"; esisteva anche il diminutivo starletta), erano in pochi a collegare il significato di star a "stella". Così un nome come Stella Star poteva ancora apparire misterioso e affascinante. Oggi appare soltanto ridicolo. Durante il processo farsa, il Giudice-Piovra si sforza di dare una spiegazione formale al nome della sensuale contrabbandiera: "Stella Star, così chiamata per essere nata nel sistema della stella doppia di 61 Cygni". Nonostante gli sforzi fatti, non riesce ad apparire logico e comprensibile.
Potere e pederastia
Non ci sono dubbi sul simbolismo criptico. Si capisce subito che il Giudice-Piovra è un pederasta. Odia mortalmente le donne, al punto di condannare Stella Star a una sentenza draconiana, l'ergastolo ai lavori forzati - mentre il rossiccio ricciolone e concupibile Akton subisce una condanna molto più mite, a 223 periodi di lavori forzati, nella peggiore delle ipotesi corrispondente a pochi anni terrestri. Se si prescindesse da considerazioni sessuali, non sarebbe affatto chiaro su quali elementi concreti dovrebbero essere basate queste due sentenze così discordanti. Una cosa è certa: chi ha avuto l'idea di questo processo non doveva nutrire particolari simpatie nei confronti della macchina della Giustizia della concreta nazione ben conosciuta come Italia, così ne ha approfittato per fare una feroce satira politica. Le sembianze del Giudice-Piovra sembrerebbero addirittura suggerire un paragone tra i magistrati e poteri occulti mafiosi, o una loro commistione, in quello che si potrebbe etichettare come "qualunquismo estremo", del tipo "per chi viene schiacciato, poco importa se ad ammazzare è il martello o l'incudine". Al contempo è sempre stato tipico della criminalità organizzata etichettare i giudici come "ricchioni". La scena del Giudice-Piovra è un pastone davvero oscuro, che potrebbe essere definito "eversivo". Il Giudice-Piovra è considerato da molti fantascientisti un semplice omaggio visivo al condottiero marziano telepatico del film Gli invasori spaziali (Invaders From Mars, 1953), diretto da William Cameron. Che si possano nascondere messaggi complessi nelle immagini, è qualcosa che non sembrano comprendere.
Il tema della pederastia, in una forma attiva e violenta (ben diversa dall'omosessualità femminea che così tanto posto ha nell'immaginario collettivo), è trattato quando si mostra Stella Star prigioniera nel bagno penale della stella cerulea di Barnard (in realtà è una nana rossa), dove le guardie sono ferocemente ostili alle donne e non perdono occasione di massacrarle a sprangate. Adesso mi piacerebbe sapere da dove è saltato fuori il mito woke della cosiddetta "inclusività", e come può conciliarsi con situazioni come quelle che ho descritto, molto lontane dai desiderata ideologici.
L'umido pianeta Arrakis
Fallito il grandioso progetto di Alejandro Jodorowsky, che nel 1975 iniziò l'adattamento del romanzo Dune di Frank Herbert, non ci sarebbe aspettati di sentir pronunciare il nome del pianeta Arrakis fino al 1984, anno in cui uscì l'adattamento di David Lynch. Invece già nel 1978, un pianeta Arrakis comparve proprio in questo film di Lewis Coates! Tuttavia le somiglianze si fermano al nome. L'Arrakis di Coates-Wachsberger è tutt'altro che un mondo desertico. Per molti fantascientisti, questa incongrua menzione di Arrakis è un omaggio all'opera di Herbert. Sono più incline a credere che il nome sia stato preso perché agli sceneggiatori non ne veniva in mente uno migliore. Fossi stato in loro, non lo avrei usato. Si fa notare che all'epoca c'era un approccio estremamente "easy" al tema dei diritti d'autore.
Il problema è che non esiste in Natura qualcosa come "migliaia di gradi sotto lo zero". Esiste un concetto fondamentale della fisica, una cosina piacevole chiamata "zero assoluto". Eccone una sintetica descrizione:
Lo zero assoluto è la temperatura minima possibile teorica di un qualsiasi sistema termodinamico. Il suo valore, estrapolato dall'equazione di stato dei gas perfetti, nelle unità di misura del Sistema Internazionale corrisponde a 0 K, ossia a -273,15 °C. In base alle leggi della fisica si può dimostrare che è una temperatura limite non raggiungibile, anche se valori molto prossimi sono ottenibili sperimentalmente. Alla temperatura dello zero assoluto, gli atomi e le molecole di un sistema si troverebbero allo stato fondamentale, ossia la loro energia cinetica sarebbe la minore possibile permessa dalle leggi della fisica. Questa piccolissima energia è pur sempre maggiore di zero: corrisponde all'energia di punto zero prevista dalla meccanica quantistica per tutti i sistemi che abbiano un potenziale confinante. Tale stato corrisponde a quello di minima entropia di un sistema.
Ecco, per Lewis Coates e Nat Wachsberger, la fisica sembra essere stata un libro chiuso! Non si pretende un capolavoro di hard science fiction approvato da Stephen Hawking, però prima di spararne una grossa sarebbe meglio verificare.
Bidoni spaziali!
Qualche anno dopo l'uscita del film, il regista si sarebbe vantato in un'intervista di un telegiornale RAI, affermando che la sua opera avrebbe avuto un certo successo a livello internazionale. Le cause di questo riscontro, a suo dire, sarebbero state da ricercarsi nel suo pseudonimo anglicizzante e nel cast straniero. Il giornalista rispose con sarcasmo e si congratulò con lui per il bidone (testuale) rifilato al pubblico. Nonostante questa accoglienza caustica, Starcrash fu in seguito rivaluto nei paesi anglosassoni, almeno parzialmente, tanto che alla fine è diventato un cult. Ormai quasi tutto ha una fortissima probabilità di diventare un cult, va precisato.
Starcrash e Star Wars
In un'intervista rilasciata alla rivista Variety, Luigi Cozzi ha affermato che, nonostante la diffusa opinione che Starcrash fosse un tentativo di trarre vantaggio dalla popolarità di Guerre Stellari (Star Wars, 1977), il design del film e la sua sceneggiatura sarebbero stati sviluppati prima. Cozzi ha detto che il produttore e sceneggiatore di Starcrash, l'ashkenazita Nat Wachsberger, e suo figlio, il produttore Patrick Wachsberger (che aveva appena sviluppato la società di produzione americana Film Enterprises Productions), firmarono per il film nel maggio 1977 durante il Festival di Cannes. Questo sarebbe avvenuto dopo aver visto un lavoro campione creato da Cozzi per gli investitori. Quindi il tutto sarebbe avvenuto prima dell'uscita di Star Wars. Sarà davvero così? Tutto è molto contraddittorio. Altri rapporti affermano con sicumera che Nat Wachsberger chiese specificamente a Cozzi di realizzare una space opera come Star Wars e che lo stesso Cozzi non avesse mai visto quel film, avendone tuttavia il romanzo nella sua biblioteca. Così lo avrebbe letto, iniziando a lavorare sulla propria fantasiosa versione, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto fondare un genere space fantasy. Ormai chi potrà appurare i fatti? Il mio sospetto è che si tratti di una marpionata! Non dimentichiamoci i titoli di testa, narrativi e scorrevoli proprio come quelli di Star Wars. Possibile che sia stato George Lucas a copiarli da Lewis Coates? Credat iudaeus Apella, non ego.
Nel 1980 Caroline Munro è apparsa sulla copertina della rivista fantasy di fantascienza Starburst al fianco di Mark Hamill e Kirk Douglas. È stata intervistata su questo film, sui suoi ruoli in altri film, sulla sua infanzia e sulla sua carriera da modella. La rivista includeva un poster bonus della splendida fanciulla in posa davanti alla macchina fotografica.
A un certo punto compare una singola spada laser verdognola, impugnata da Akton e del tutto identica a quelle tipiche dei Cavalieri Jedi. Utilizzando quest'arma, Akton sconfigge i Neanderthaliani in un labirinto di caverne. In seguito affronta due robot del Conte Zarth Arn, ne distrugge uno con la lama lucente, ma viene ferito a un braccio. Il Principe Raima-Simon raccoglie la spada laser caduta e con essa combatte in modo accanito contro il robot superstite, finendo però con l'avere la peggio. Con le sue ultime forze, Akton si getta sul robot e lo scaraventa su un congegno nucleare, facendolo esplodere. Sembrano scene della galassia di Guerre Stellari, tuttavia manca il costrutto. L'arma Jedi in Starcrash non ha alcuna spiegazione, è un masso erratico piovuto da chissà dove. Che altro dire? La mancanza di una spiegazione in genere permette di comprendere la direzione del prestito, proprio come avviene in linguistica!
L'Imperatore dell'Universo
Christopher Plummer ha ammesso di aver realizzato il film per poter visitare l'Italia gratuitamente. In un'intervista ha detto: "Dammi Roma ogni giorno. Farò porno a Roma, finché posso arrivare a Roma. Arrivare a Roma è stata la cosa più bella che mi è capitata." ("Give me Rome any day. I'll do porno in Rome, as long as I can get to Rome. Getting to Rome was the greatest thing that happened in that for me"). Con ogni probabilità esaltato da qualche euforizzante, ha rincarato la dose aggiungendo: "Come puoi interpretare l'Imperatore dell'Universo? Che ruolo meraviglioso da interpretare. Mette Dio in un momento molto rischioso, non è vero? È molto insicuro, Dio, quando c'è l'Imperatore." ("How can you play the Emperor of The Universe? What a wonderful part to play. It puts God in a very dicey moment, doesn't it? He's very insecure, God, when the Emperor’s around."). Non so come l'abbia presa l'Artefice.
Colonna sonora di John Barry
Queste sono le tracce della colonna sonora, che per anni fu considerata l'unica cosa degna di nota del film:
1. "Starcrash Main Title" (2:36)
1. "Starcrash Main Title" (2:36)
2. "Escape Into Hyperspace" (1:49)
3. "Captured" (2:09)
4. "Launch Adrift" (1:42)
5. "Beach Landing" (2:09)
6. "The Ice Planet/Heading for Zarkon" (3:03)
7. "The Emperor's Speech" (3:17)
8. "Strange Planet/The Troggs Attack" (2:37)
9. "Akton Battles the Robots" (2:18)
10. "Network Ball Attack" (1:00)
11. "Space War" (4:40)
12. "Goodbye Akton" (3:34)
13. "Starcrash End Title" (2:57)
14. "Starcrash Suite" (7:14)
Curiosità
Marjoe Gortner aveva un passato molto sorprendente: da giovanissimo era stato un predicatore pentecostale! E sembra anche che avesse un successo travolgente! Questo spiega quella strana luce di fanatismo che scaturisce dai suoi occhi chiari e spiritati.
Caroline Munro inizialmente avrebbe dovuto indossare un bikini succinto in pelle per tutta la durata del film, ma i dirigenti dello studio americano hanno insistito affinché lo scrittore e regista Luigi Cozzi facesse indossare all'attrice abiti meno provocanti nella seconda metà: pensavano che altrimenti il film avrebbe avuto problemi a essere trasmesso sulla reti televisive. La Munro, che durante le riprese fu afflitta da un grave problema gastrointestinale, ebbe un tale bisogno di correre al cesso che rischiò di smerdarsi addosso. In seguito dichiarò in un'intervista che in quell'occasione le avrebbe fatto comodo indossare una veste di plastica sopra il bikini.
I realizzatori di questa pellicola erano molto riluttanti a permettere al grande John Barry di visionarla: dato che la bruttezza di Starcrash è oggettiva, esisteva la temutissima possibilità concreta che il famoso compositore decidesse di abbandonare il progetto! Lewis Coates e soci non volevano certo restare col cerino in mano!
Roger Corman, che era un produttore della New World Pictures, ha scelto proprio questo film per vedere se esisteva un mercato per space opera a basso budget. Ciò influenzò la sua decisione di portare avanti I magnifici sette nello spazio (Battle Beyond the Stars), un film brutto come la merda, che uscì nel 1980.
A Ennio Morricone venne inizialmente offerta l'opportunità di comporre la colonna sonora del film, ma rifiutò. Pensate come sarebbe stato se avesse accettato!
Lewis Coates e la GAFI!
Luigi Cozzi ricorda di aver chiesto a Renato Savino di selezionare una ventina di ragazze che avrebbero dovuto interpretare le Amazzoni. Ecco la conversazione:
"Sono entrato nell'ufficio che mi era stato riservato. Dopo un paio di minuti è entrato Renato Savino insieme alla prima ragazza, che era molto bella. L'ho osservata, era davvero attraente, e mi è sembrato che la scelta fatta da Savino fosse proprio giusta. Stavo per dirlo, quando Savino mi ha preceduto dicendo alla giovane: "Dai, dai, fatti vedere dal direttore come hai già fatto con me." Prima che potessi rendermi conto di ciò che stava accadendo, la ragazza si spogliò velocemente, abbassò le mutandine e rimase completamente nuda davanti a me, con il seno e il pube ben in evidenza. La giovane rimase così per diversi lunghi secondi, mentre io la guardavo stupito. Poi Savino disse: "Va bene, il direttore ha visto. Adesso si vesta e ne faccia entrare un'altra." La ragazza è uscita ed è passato un minuto prima che entrasse quella successiva. Ne ho approfittato per dire a Savino: "Perché l'hai costretta a spogliarsi? Le scene che dovremmo fare non prevedono foto di nudo!" "Certo che lo so," rispose lui con un grande sorriso, "Ma non vuoi vederle comunque nude? Le ho già spogliate tutte... E ora anche tu ti godi lo spettacolo vista, te lo assicuro!" Quasi nello stesso momento entrò nella stanza la seconda ragazza, mentre io davvero non sapevo più cosa dire, Savino le ordinò: "Dai, spogliati, il direttore aspetta..." e la giovane si spogliò in fretta di tutto e cominciò a mostrarmi con orgoglio il suo "cespuglio", sperando che la scegliessi per la piccola parte. E così fecero tutte e venti, quel giorno, le aspiranti Amazzoni, e ognuna di loro mi mostrò la sua florida FIGA, e io continuavo. Oggi, ricordando quello spettacolo incredibile come inaspettato, ancora non so se ho fatto bene o meno a restare a godermelo fino alla fine".
Queste cose sono state raccontate da Cozzi e così le riporto, verbatim ab origine. Fulvio Farfuglioni ne sarebbe stato entusiasta!
"Una folle girandola di situazioni che attingono a Flash Gordon, Barbarella, Star Trek, Guerre stellari (e l'elenco potrebbe continuare), condotta (pensiamo) volutamente su toni da parodia. I personaggi, appena abbozzati, vivono un'avventura in uno spazio intergalattico surrealmente illuminato da stelle e pianeti multicolori o si aggirano tra scenografie di cartapesta. Combattono contro scheletrici robot armati che fanno il verso alle creazioni di Harryhausen, contro inguardabili trogloditi e viaggiano a bordo di astronavi giocattolo."
Alcuni interessanti commenti si trovano sul sito Il Davinotti. Ne riporto in questa sede giusto qualcuno tra quelli che mi paiono particolarmente meritori.
Aco ha scritto:
"La “sfortuna” di questo film è di essere uscito dopo Guerre stellari, kolossal che ha sancito un prima e un dopo nel modo di intendere il cinema di fantascienza. La sua apparizione ha fatto invecchiare di colpo buona parte dei film fino ad allora realizzati. Starcrash rappresenta però la summa, nel bene e nel male, della fantascienza cinematografica degli anni Sessanta e Settanta, quanto ha saputo fare il cinema di genere in quel periodo. Rivedere questo film è come riscoprire le ingenue aspettative sul nostro futuro, connesse al nostro desiderio di evasione e avventura."
Puppigallo ha scritto:
"Applaudo un certo impegno, anche negli effetti, seppur grezzi e nel creare più situazioni (i vari pianeti visitati). Ma ciò non toglie che si tratti, in linea di massima, di una fantascemenza con un cattivo (il conte) in sovrappeso e in piena andropausa. In più, i personaggi vanno oltre il fumetto, risultando spesso ridicoli. Anche una pellicola senza pretese e fumettosa come questa dovrebbe comunque avere una propria dignità, mentre qui si svacca quasi subito, appena si forma l'equipaggio (un mastro lindo grigio verdognolo, un ricciolone, la bellona in costume e il robot da trasferta)."
Markus ha scritto:
"Scontri stellari... a Cinecittà. Che Luigi Cozzi sia un grande appassionato di fantascienza è cosa nota, ma quando si tenta di replicare per sommi capi il ricchissimo Guerre stellari, ci si scontra col più mostruoso degli intoppi: la mancanza di soldi. Questa povertà fa poi il paio (cosa forse ancor più grave) con dialoghi e situazioni da avanspettacolo. Certo, c'è qualche volto allora noto, ma non basta a elevare la pellicola dal limbo dello Z-movie da risate con amici e birra in mano. La Munro in eterno costume... da bagno!"
Cineforum Fantafilm
Il film fu proiettato al Cineforum Fantafilm a Milano il 4 maggio 2009. Ormai un'epoca lontanissima.
Ricordo ancora il riso satirico del carissimo amico Andrea "Jarok" Vaccaro quando, presentando la trama, pronunciò il nome di Stella Star, rimarcandone l'ingenuità e destando nello sparuto pubblico un grande effetto comico. Una reazione di grande ilarità si registrò quando fu nominato Arrakis. A dire il vero non rammento molto altro di quella serata: ero pieno zeppo di vino bianco frizzante e di whiskey del Profondo Sud degli States, al punto che non so nemmeno come sono riuscito a prendere il treno e a tornare a casa! Ricordo quei tempi come qualcosa di beato. Purtroppo simili serate serene, gradevoli come un banchetto a base di pane e Nutella, non sono più realizzabili.
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