Autore: Luigi Lunari
Anno di composizione: 1990
Prima assoluta: 10 luglio 1990
Lingua originale: Italiano
Genere: Commedia
Sottogenere: Commedia paradossale
Tempi: 2
Edizione di debutto (1990): Teatro dei Filodrammatici
II edizione (1993): Compagnia Pambieri-Tanzi-Beruschi
III edizione (1994): Compagnia Campogalliani
Edizione di debutto (1990): Teatro dei Filodrammatici
II edizione (1993): Compagnia Pambieri-Tanzi-Beruschi
III edizione (1994): Compagnia Campogalliani
- Seguono numerose altre edizioni -
Regia (Filodrammatici, 1990): Silvano Piccardi
Regia (Pambieri-Tanzi-Beruschi, 1993): Silvano Piccardi
Regia (Filodrammatici, 1990): Silvano Piccardi
Regia (Pambieri-Tanzi-Beruschi, 1993): Silvano Piccardi
Regia (Campogalliani, 1994): Aldo Signoretti
Titoli in altre lingue:
Francese: Fausse adresse
Tedesco: Drei auf der Schaukel
Inglese: Three on the swing
Spagnolo: Tres en el columpio
Russo: трое на качелях
Spagnolo: Tres en el columpio
Russo: трое на качелях
Interpreti e personaggi (1993):
Antonio Guidi: Il Commendatore
Enrico Beruschi: Il Professore
Giuseppe Pambieri: Il Capitano
Lia Tanzi: La donna delle pulizie
Nota:
In almeno un'altra edizione successiva ci sono stati "cambi di sesso": il Commendatore è diventato la Signora, il Professore è diventato la Professoressa, la donna delle pulizie è diventata l'uomo delle pulizie. Inoltre il Capitano, oltre al sesso ha cambiato grado, è diventato Sergente. Questi sono gli interpreti e i personaggi dell'edizione con regia di Sebastiano Boschiero (2021):
Marisa Gianni: La Signora
Alessandra Tesser: Il Sergente
Angela Caltanella: La Professoressa
Mattia Mometti: L'uomo delle pulizie
N.B.
A differenza di quanto accade nel cinema, nel teatro si rivela un'impresa quasi disperata reperire informazioni complete e attendibili. Ad esempio, mancano gli interpreti della versione di debutto del 1990.
Sinossi (da Teatro.it):
Un commendatore, un capitano dell'esercito ed un professore, si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse: il primo per un incontro galante, il secondo per trattare un acquisto di materiale bellico, il terzo per ritirare le bozze di un suo libro. Ma cos'è esattamente quel luogo? Un albergo “discreto”, un luogo di affari, o una casa editrice? È possibile che tutti e tre abbiano avuto l'indirizzo sbagliato? La strana situazione si aggrava per la circostanza di un'improvvisa esercitazione anti-inquinamento che impedisce loro di uscire da questo posto ambiguo, costringendoli a passarvi la notte. I tre cominciano a sospettare che potrebbero trovarsi in un'anticamera per l'aldilà... probabilmente loro sono morti e stanno lì in attesa del Giudizio!
Un estratto:
IL PROFESSORE - No, no, non è niente di complicato. Le faccio un esempio. La frase "Finché la barca va, lasciala andare". Tratta, come dice lei, da una canzone... non è particolarmente intelligente. Giusto?
IL CAPITANO - Giusto.
IL PROFESSORE - Bene. Ora state a sentire. (Apre il librone nero che gi abbiamo visto nelle mani del Commendatore e legge, con tono biblico) Ed egli allora vide la barca di Simon Pietro e dei suoi fratelli che, spezzati gli ormeggi, veniva trascinata dalla corrente al largo del lago di Tiberiade. Simon Pietro sporgevasi dal bordo, e tendendo le braccia verso di lui, gridava tra le lacrime: "Rabbi, rabbi, non vedi che si sono spezzati gli ormeggi, e la corrente ci trascina verso la malvagia Samaria? Perché non ci soccorri?". Ed egli, senza allontanarsi dal gruppo dei fedeli che lo circondavano, così gli rispose: "Simon Pietro, uomo di poca fede, credi tu che un ormeggio possa spezzarsi senza che ciò sia da sempre previsto nella mente del padre mio che nei cieli? In verità in verità ti dico: finché la barca va, lasciala andare."
IL CAPITANO - Hai visto i parolieri? Copiano proprio da tutto.
IL COMMENDATORE - Questo sarebbe nel Vangelo?
IL PROFESSORE - No. L'ho inventato io.
IL CAPITANO - Come, come?...
IL PROFESSORE - Ma semplicissimo. In letteratura ma che dico, in letteratura: nella vita! non è vero che non è l'abito che fa il monaco! L'abito fa il monaco. La stessa identica frase, in una canzonetta è una cretinata, ma ben ambientata sul lago di Tiberiade, in bocca a uno tutto drappeggiato, con opportuna messa in scena, preceduta da "in verità in verità vi dico" diventa una di quelle cose che poi dai pulpiti te le commentano per duemila anni.
(Pausa e perplessità)
IL COMMENDATORE - E allora, cosa significa?
IL PROFESSORE - Wittgenstein l'aveva detto: la filosofia è la lotta dell'uomo contro le ambiguità del linguaggio.
IL COMMENDATORE - Lasci perdere Vitt... quello là. Arrivi al dunque.
IL PROFESSORE - Il dunque, caro signore, è che effettivamente può avere ragione lei. Il significato di tutto quello che quell'uomo ha detto dipende da chi è, o anzi: da chi crediamo che sia. Se è lo Spirito Santo... e beh: ogni sillaba pronunciata ha una valenza incredibile e misteriosa. Ma se è uno spazzino, come ovviamente non può che essere, non esiste nessun doppio fondo: la cretinata rimane cretinata.
Edizioni del copione:
Titolo: Tre sull'altalena
Autore: Luigi Lunari
Ia edizione: 1994
IIa edizione: 2009
Lingua: Italiano
Editore (1994): Rizzoli
Collana: BUR Teatro
Editore (2009): Book Time
Lunghezza stampa: 96 pagine
Codice ISBN (1994): 9788817169844
Codice ISBN-10 (2009): 8862181450
Codice ISBN-13 (2009): 978-8862181457
L'autore (da Ibs.it):
Luigi Lunari (1934-2019) drammaturgo, romanziere, storico e saggista, è stato per vent’anni al Piccolo Teatro di Milano con Grassi e Strehler. Nel 1991 ha scritto Tre sull’altalena che, dopo un trionfo al Festival di Avignone, è stata tradotta in ventisette lingue, è correntemente rappresentata in tutto il mondo e ha aperto la strada ad altri testi, quali Il senatore Fox, Nel nome del padre e Sotto un ponte, lungo un fiume… (rappresentati anche a Parigi, Tokyo e New York). Al di fuori dell’impegno drammaturgico, ha scritto diversi saggi e tre romanzi. Per la collana i “Classici” di Feltrinelli ha curato I Viceré di Federico De Roberto (2011) e Il Cid di Pierre Corneille (2012). Ha tradotto e curato anche Ritratto di signora (2013) e Giro di vite (2017) di Henry James e tradotto Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll (2013).
Recensione:
Vidi quest'opera teatrale molti anni fa in televisione. Era la versione interpretata da Enrico Beruschi. Mi è rimasto impresso il suo faccione barbuto, perennemente contratto in smorfie e tic, con gli enormi occhi strabuzzati che sembravano essere sul punto di uscire dalle orbite. Più che una commedia, direi che è una tragedia ontologica, non meno angosciante del Faust di Christopher Marlowe (The Tragical History of Life and Death of Doctor Faustus, 1590) o del film sulfureo Angel Heart - Ascensore per l'inferno (Angel Heart, Alan Parker, 1987). Solo in Italia si può reputare comica o umoristica quella che a tutti gli effetti è la dannazione eterna. Con grande fatica, sono riuscito a reperire informazioni più precise sulla rappresentazione beruschiana di Tre sull'altalena: fu trasmessa il 18 novembre 1995, su RaiDue. Per pura fortuna, a un certo punto mi sono imbattuto in una pagina di programmazione della Rai, sopravvissuta ai decenni allo stato fossile. Se già nel 1995 la commedia paradossale era stata trasmessa in televisione su RaiDue, non è possibile che la prima della Compagnia Pambieri-Tanzi-Beruschi fosse lo spettacolo del 1996 al Teatro Carcano di Milano, come pure è riportato su molti siti Web. Se anche il 18 novembre 1995 la commedia fosse stata trasmessa in diretta, c'è un altro fatto da considerare. Siccome nel libro edito da Rizzoli (1994) compare in copertina il faccione di Beruschi, in ogni caso la Compagnia Pambieri-Tanzi-Beruschi avrà portato in scena l'opera non oltre il 1994.
Fisica quantistica in scena:
il paradosso del gatto di Schrödinger
il paradosso del gatto di Schrödinger
I personaggi non sono né vivi né morti. Esistono e al contempo non esistono. Sono reali e al contempo sono irreali. La loro condizione è qualcosa che appartiene sia al mondo terreno che all'Oltretomba. Viene in mente qualcosa di ben preciso: la meccanica quantistica e un famosissimo Gedanken (esperimento concettuale) immaginato nel 1935 da Erwin Schrödinger. Eccolo illustrato per sommi capi:
1) La scatola:
Il gatto è chiuso in una scatola ermeticamente sigillata, di cui non si può osservare l'interno.
2) Il meccanismo:
Nella scatola è presente un meccanismo che, a seguito di un evento quantistico (ad esempio il decadimento di un atomo radioattivo), può rilasciare un veleno e uccidere il gatto.
3) L'evento quantistico:
Il decadimento radioattivo, con conseguente uccisione del gatto, è un evento casuale, con una certa probabilità di verificarsi.
4) Lo stato del gatto:
Fino a quando non si osserva la scatola, il gatto si trova in uno stato di sovrapposizione: è sia vivo che morto, con una certa probabilità per ciascuno stato.
5) L'osservazione:
Quando si apre la scatola e si osserva il gatto, lo stato di sovrapposizione "collassa" e il gatto è o vivo o morto, con una probabilità determinata dallo stato dell'evento quantistico.
Schrödinger usò questo esperimento concettuale per rimarcare la differenza tra il mondo microscopico (descritto dalla meccanica quantistica) e il mondo macroscopico (descritto dalla meccanica classica). Le leggi della meccanica quantistica, che permettono la sovrapposizione, non sembrano applicabili a oggetti macroscopici come un gatto. L'esperimento evidenzia anche la questione dell'osservazione e del ruolo dell'osservatore nella meccanica quantistica. Eppure, a quanto pare, è stato possibile applicarle a Beruschi!
La scatola in cui sono rinchiusi i personaggi sembra una buca di potenziale con dentro alcune particelle confinate: ogni tentativo di fuga è impossibile. Quando il Professore cerca di uscire, trova un'insormontabile barriera di pioggia battente che lo costringe a rientrare. Lo stesso meccanismo d'azione vanifica nel finale ogni possibilità di ristabilire la normalità del mondo dei vivi!
Traendo spunto dalle stranezze estreme della fisica quantistica, Lunari fa riflettere sull'impossibilità sostanziale di conoscere ciò che si estende oltre la soglia della misurabilità. L'esistenza, descritta da leggi che ci appaiono logiche, non è tuttavia logica: possiamo sempre chiederci perché diamine esista qualcosa e non il Nulla - oppure perché diamine le cosa stiano proprio come stanno e non in modo diverso. Anche la metafisica non è logica: se ci ritrovassimo all'Inferno, non dovremmo poi stupirci più di tanto!
Curiosità
Talvolta l'autore, Luigi Lunari, viene erroneamente citato come Luigi Lunardi.
Altre recensioni e reazioni nel Web
Riporto alcuni frammenti trovati nel Web, riferiti ad alcune tra le innumerevoli edizioni.
"In scena l’equivoco della vita, la drammaticità dell’ironia e l’irresistibile risata nel dramma insolubile e insoluto. Se fuori tutto è fermo, a causa di una prova anti inquinamento, sarà il nostro futuro?, che costringe tutti al chiuso con tutto spento, in quella sala anonima che potrebbe essere una casa editrice, o una ditta o una pensione per incontri d’amore, la vita non si ferma, perché si parla, ci si confronta, si litiga anche, si ride, si ha paura. Ma di cosa si parla, si litiga, si ha paura? Della vita? Della morte? E a che serve parlare della vita se basta viverla? E a che serve parlare della morte se è assenza di vita? E perché averne paura?"
(Isabella Ferrara, 2016, apemusicale.it)
"La regia è attenta al ritmo, ai movimenti, gradazioni di toni, luci e ombre sono ben rese. Gli attori, bravi a rendere vive non solo le parole, ma anche le emozioni, le sfumature dei personaggi. Ogni gesto è studiato. La scena è scarna, essenziale, tutto in bianco e nero, linee rette, figure geometriche sul pavimento, si sta giocando una partita a scacchi? Un punto di domanda sul cuscino del divano evoca un “non luogo”. Se i contesti e i luoghi creano le parole, che cosa creano i “non luoghi”? Precarietà? Provvisorietà? Insicurezze? Le persone transitano nei non luoghi, ma nessuno li abita, nulla è definitivo. Nel finale, un improvviso e inaspettato coup de théâtre, ci spinge a dubitare ancora."
(Angela Villa, 2012, dramma.it)
"Lo spettacolo, scritto nel 1989 da Luigi Lunari, affronta in chiave comica i dilemmi dell’esistenza: l’importanza del caso nella vita, la paura della morte e dell’ignoto, la religione, il senso della vita stessa, il libero arbitrio. Molto essenziale la scenografia. In un “non luogo” dove i tre si incontrano, infatti, predominano solo il colore grigio e il nero. Protagonista è la parola. Ci sono molte citazioni di autori famosi come Pirandello, Vico, Boccaccio, Schopenhauer, ciascuno vede ciò che desidera vedere. Shakespeare (la vita è una favola narrata da uno sciocco, piena di strepito, ma senza significato alcuno); Cartesio (cogito ergo sum); dei filosofi stoici (finché vivi la morte non c’è, quindi perché averne paura? Quando la morte arriva tu non ci sei più, come potresti averne paura?). Ma anche del parroco del paese (dalla vita nessuno esce vivo!) e della canzone famosa di Orietta Berti (finché la barca va lasciala andare). Il ritmo è incalzante e coinvolgente. Il pubblico si diverte. Finale a sorpresa!?"
(Filomena Brancaccio, 2016, mydreams.it)
"Il ritmo serrato e la fine ironia sono gli ingredienti forti di questa commedia definita da Dario Fo: “Una macchina di fantastica fattura. Io l’ho letta di un fiato, ridendo a bocca spalancata. E’ una delle poche invenzioni teatrali per le quali valga la pena uscire la sera, sobbarcarsi il rito della vestizione, prenotare il biglietto e starsene seduti in una sala stipata di gente…”"
(Sebastiano Boschiero, 2021, strebenteatro.it)