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giovedì 28 ottobre 2021

 
L'ULTIMO DEI MOHICANI 
 
Titolo originale: The Last of the Mohicans
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1992 
Lingua: Inglese, Francese, Cherokee, Mokawk, Lakota, Inupik 
Durata: 112 min
Genere: Azione, storico, drammatico
Regia: Michael Mann
Soggetto: James Fenimore Cooper (romanzo), Philip Dunne, 
   John L. Balderston, Paul Perez, Daniel Moore
   (sceneggiatura film 1936)
Sceneggiatura: Christopher Crowe, Michael Mann
Produttore: Michael Mann, Hunt Lowry
Produttore esecutivo: James G. Robinson
Casa di produzione:
Morgan Creek Productions
Distribuzione in italiano: Penta Film
Fotografia: Dante Spinotti
Montaggio: Dov Hoenig, Arthur Schmidt
Effetti speciali: Thomas L. Fisher, Jim Rygiel
Musiche: Trevor Jones, Randy Edelman
Scenografia: Wolf Kroeger, Robert Guerra, Richard Holland,
     Jim Erickson, James V. Kent
Costumi: Elsa Zamparelli
Trucco: Peter Robb-King, Vincent J. Guastini
Interpreti e personaggi: 
    Daniel Day-Lewis: Nathaniel "Occhio di Falco"
    Madeleine Stowe: Cora Munro
    Russell Means: Chingachgook
    Eric Schweig: Uncas
    Jodhi May: Alice Munro
    Steven Waddington: Maggiore Duncan Heyward
    Wes Studi: Magua
    Maurice Roëves: Colonnello Edmund Munro
    Patrice Chéreau: Generale Louis-Joseph de Montcalm
    Edward Blatchford: Jack Winthrop
    Terry Kinney: John Cameron
    Tracey Ellis: Alexandra Cameron
    Justin M. Rice: James Cameron
    Dennis Banks: Ongewasgone, Capo geli Irochesi
    Pete Postlethwaite: Capitano Beams
    Sebastian Roché: Martin 
    Colm Meaney: Maggiore Ambrose 
    Mac Andrews: Generale Webb 
    Malcolm Storry: Phelps 
    David Schofield: Sergente Major 
    Mike Philips: Il Sachem degli Uroni 
    Dylan Baker*: Capitano De Bouganville 
    Tim Hopper: Ian 
    Gregory Zaragoza: Capo degli Abenaki 
    Scott Means: Guerriero Abenaki 
    William J. Bozic Jr.: Ufficiale d'artiglieria francese 
    Patrick Fitzgerald: Aiutante del Generale Webb 
    Mark Joy: Henri 
    Steve Keator: Rappresentante coloniale
    *Accreditato come Mark Edrys
Doppiatori italiani:
    Massimo Corvo: Nathaniel "Occhio di Falco"
    Cinzia De Carolis: Cora Munro
    Gianni Musy: Chingachgook
    Oreste Baldini: Uncas
    Laura Lenghi: Alice Munro
    Angelo Maggi: Maggiore Duncan Heyward
    Paolo Buglioni: Magua
    Michele Kalamera: Colonnello Edmund Munro
    Carlo Valli: Jack Winthrop 
 
Trama: 
Anno del Signore 1757. Una famiglia un po' anomala viaggia nottetempo per i boschi del Nordamerica, cacciando cervi e cercando di fuggire alla guerra che oppone i Francesi agli Inglesi. Il bizzarro gruppetto è composto da Chingachgook, da suo figlio Uncas e da Nathan "Occhio di Falco", un inglese adottato da bambino dopo essere rimasto orfano dei suoi genitori. Questi superstiti sono tutto ciò che resta della tribù morente dei Mohicani. La loro destinazione è un luogo quasi mitologico dove pensano di trovare la pace: le Pianure Occidentali. Nel corso del tragitto, i tre si imbattono in un reclutatore (non c'era piaga peggiore nell'Impero Britannico), il cui lavoro consiste nell'arruolare "volontari" tra i nativi. Naturalmente non si trattava davvero di volontari, bensì di soggetti a una vera e propria coercizione: l'alternativa era tra l'entrata nei ranghi e l'essere impiccati. Chingachgook e i suoi, che rifiutano con fermezza la leva, riescono a fuggire col favore delle tenebre e ad andare avanti imperterriti. A un certo punto salvano una compagnia inglese da un'imboscata degli Uroni guidati dal fierissimo Magua, animato da propositi di vendetta. Lo scopo della compagnia, guidata dal perfido Maggiore Duncan Heyward, era fare da scorta alle figlie del Colonnello Edmund Munro, Cora e Alice. Proprio Edmund "Capello Grigio" Munro e la sua prole sono l'oggetto dell'odio eterno di Magua, i cui figli sono stati uccisi per opera sua. Gli aggressori finiscono sterminati, tranne Magua che riesce a fuggire. Così Chingachgook e i suoi scortano le figlie del Colonnello fino al forte, che trovano assediato dai Francesi e dagli Uroni loro alleati, riuscendo comunque a intrufolarsi. Cora, che ha rifiutato la proposta di matrimonio dell'odioso Maggiore Heyward, si invaghisce di Nathan, mentre Alice è attratta da Uncas. Questo attira sul figlio adottivo di Chingachgook l'odio del militare respinto. Il Colonnello Munro è sorpreso di vedere le sue figlie: aveva infatti inviato una lettera avvertendole di stare alla larga. La missiva non le ha mai raggiunte. Viene tentata una sortita notturna: un miliziano parte per raggiungere il Generale Webb a Fort Edward e chiedergli rinforzi. Chingachgook e i suoi, appostati sul forte, gli forniscono il fuoco di copertura. Il problema è che Munro vieta l'applicazione di un accordo fatto da Webb, che permetteva ai miliziani di raggiungere le loro fattorie per difenderle in caso di attacco. Per reazione, Nathan aiuta la fuga di alcuni di loro, finendo così arrestato per sedizione e condannato all'impiccagione. Presto il Colonnello Munro apprende che il Generale Webb non gli invierà alcun rinforzo: l'unica alternativa è la resa ai Francesi. Il Generale Louis-Joseph de Montcalm, che concede a Munro e ai suoi uomini di lasciare il forte indossando con onore le armi. Il fierissimo Magua, sentendosi tradito, guida un attacco ai soldati inglesi e ai civili che stanno lasciando il forte, facendone grande strage. Munro viene catturato e  ferito a morte: Magua gli giura che ucciderà le sue figlie con il proprio coltello, quindi gli strappa il cuore dal petto e lo divora! Nathan, Chingachgook e Uncas riescono a fuggire con le canoe portando con sé Cora, Alice e Heyward. Trovando riparo in una grotta dietro una cascata, ma Magua piomba loro addosso. Il gruppo si divide. Nathan dice a Cora e Alice di sottomettersi agli Uroni, quindi si getta nella cascata assieme ai due Mohicani, dopo aver promesso che arriverà a liberarle. Il rancido Heyward resta con le figlie di Munro e accusa Nathan di codardia. Magua porta le sue prede in un grande insediamento degli Uroni. Mentre sono tutti al cospetto del Sachem, arriva Nathan disarmato per implorare la vita dei prigionieri. L'anziano Sachem degli Uroni è colui che decide chi deve vivere e chi deve morire. Stabilisce così che il malevolo Heyward debba essere restituito agli Inglesi. Condanna le due donne a una sorte ben più crudele: Alice deve essere data a Magua come risarcimento, mentre Cora deve essere bruciata viva. Nathan viene lasciato libero, ma in preda alla disperazione si offre di essere arso aposto della sua amata Cora. Il Sachem capisce soltanto la lingua degli Uroni e il francese, quindi Heyward fa da interprete. Sbaglia però a tradurre un pronome personale e finisce lui sul rogo al posto del suo rivale. Il figlio adottivo di Chingachgook lascia il villaggio con Cora e spara a Heyward per risparmiargli un'atroce agonia tra le fiamme: ricambia la perfidia con la misericordia. Nella fuga disordinata che segue, Uncas tenta disperatamente di salvare Alice e attacca battaglia con gli Uroni, ma viene ucciso da Magua e precipita da un dirupo. Annientata dal dolore, Alice rifiuta di consegnarsi a Magua e si suicida gettandosi dallo stesso dirupo. Si scatena una battaglia, in cui Chingachgook riesce a uccidere Magua colpendolo con un Tomahawk a forma di fucile e a vendicare la morte del figlio. Rimasto solo con Nathan, Chingachgook prega il Grande Spirito di ricevere Uncas, proclamandosi "l'ultimo dei Mohicani".  

 
Recensione: 
Se devo essere franco, mi stomaca tutto il romanticume che tanto è piaciuto agli spettatori. Nathan "Occhio di Falco", Chingachgook e Uncas sono personaggi deboli, anodini, privi di carattere, quasi evanescenti. La loro inconsistenza trova una parvenza di riscatto soltanto quando Chingachgook, rimasto l'ultimo del suo popolo, pronuncia parole poetiche per il funerale del figlio Uncas. Sono queste:
 
"Grande Spirito, e Creatore della Vita, un guerriero va a te, veloce e dritto come una freccia lanciata nel sole. Da' lui benvenuto, e lascia lui prendere posto in Gran Consiglio di mio popolo. È Uncas, mio figlio. Dì lui di essere paziente, e da' a me una rapida morte, perché loro sono tutti là, meno uno, io, Chingachgook, l'Ultimo dei Mohicani." 
 
Si deve però notare che egli non riconosce Nathan "Occhio di Falco" come genuino prosecutore della stirpe dei Mohicani, proprio perché vale il Principio del Sangue. Soltanto il Sangue conta. Nathan non è nato dal seme dei Mohicani, bensì da quello degli Inglesi, quindi è e resterà sempre un inglese. Tutto il resto non ha alcun valore. Non esiste nessuno ius soli. Vale unicamente lo ius sanguinis, come è fin dai più remoti tempi della preistoria, anche se questo non piacerebbe ai fautori del politically correct woke autorazzista. 
 
La realtà è questa: l'unico personaggio autentico e possente è Magua. Lui è il fulcro dell'intera narrazione. Senza la sua figura crollerebbe tutto in un istante. Cosa ce ne faremmo di quegli stupidissimi amori di cui è piena la pellicola? Non servono a nulla: sono sdolcinati, privi di qualunque senso, messi lì apposta per compiacere il gusto degenere dei moderni e dei postmoderni. C'è più significato nel crudo atto di cannibalismo compiuto da Magua che in tutto il resto! Quando scrissi su Facebook che ammiravo Magua in modo sviscerato, qualcuno mi accusò: "Perché stai dalla parte del malvagio". Così replicai: "Sto dalla parte di chi è stato stritolato dalla vita!" So bene come decidere chi è il perdente. Lo capisco a pelle, fin da subito. Il perdente odia l'esistenza, che lo ha devastato. Il mio giudizio poi viene puntualmente confermato facendo un bilancio di tutte le vicissitudini del personaggio, dalla sua comparsa nel film fino al triste epilogo. Questo è ciò che ha detto l'Eroe degli Uroni al Marchese Joseph-Louis de Montcalm:
 
"Il villaggio di Magua è stato bruciato e i figli di Magua sono stati uccisi dall'Inglese. Magua è stato fatto schiavo dai Mohawk che combattevano per Capello Grigio. La moglie di Magua, credendo lui morto, è diventata la moglie di un altro. Capello Grigio era il padre di tutto questo. Col tempo, Magua è diventato fratello di sangue dei Mohawk, per tornare libero, ma sempre in suo cuore lui è Urone. E il suo cuore tornerà a volare il giorno che Capello Grigio e suo seme muore." 

Come non commuoversi davanti a queste vibranti parole? I vincenti, i "buoni e giusti", sono tutte persone ipocrite che hanno successo sessuale e procreativo, la cui progenie riesce a prevalere; in aggiunta a ciò, appestano il mondo con le loro boiate idealistiche. L'odio feroce che anima i perdenti non ha invece sfogo alcuno nell'architettura narrativa, per colpa del moralismo schifoso degli autori. Il fuoco degli sconfitti, che dovrebbe ardere il mondo, resta un mero spauracchio. Proprio come i sogni di Magua, che vede un futuro di immensa gloria per il suo popolo: immagina l'ascesa degli Uroni tra le nazioni del mondo, fino a farli diventare "non meno dei Bianchi, e forti come i Bianchi" ("pas moins que les Blancs, et forts comme les Blancs"). Poi finisce tutto nel Nulla. Una cosa senza senso, giusto per garantire la tranquillità allo spettatore conformista. 
 
 
Inconsistenza delle figure femminili 
 
Cora ed Alice non significano nulla. Sono soltanto ombre. Magua le vuole uccidere per annientare ogni traccia della vita del loro padre, che per lui è stato tanto calamitoso. La stupida morale del regista garantisce che il potere dell'Odio non può e non potrà mai prevalere sull'Amore. Mann e Crowe non sono tuttavia riusciti a dar vita a una sceneggiatura decente per personaggi futili come le figlie di "Capello Grigio" Munro. Hanno messo queste sensuali e vuote creature nel film soltanto perché per avere successo ci deve essere un po' di figa! Avendo un animo sanguigno, vendicativo e affine a quello di Magua, non mi lascio certo commuovere dalle infinite stronzate propinate da registi e sceneggiatori melensi!  

 
Un fulvo stranamente odioso 

Ho sempre avuto una grande simpatia per le persone con i capelli rossi, che mi paiono un attributo divino. Ebbene, Michael Mann è riuscito a portare in scena un uomo con i capelli rossi, che tuttavia non ha riscosso il mio favore. Un caso più unico che raro. Il Maggiore Duncan Heyward mi ha ispirato fin da subito un'antipatia vivissima, al punto che ho biasimato Nathan "Occhio di Falco" per avergli concesso l'eutanasia: ho pensato che avrebbe fatto meglio a negargli una rapida morte con un colpo di fucile mentre ardeva orrendamente sul rogo. In fondo, lo stesso Heyward non avrebbe concepito pietà alcuna, non avrebbe esitato per un solo istante a fare impiccare Nathan, se ne avesse avuto la possibilità! 
 
La confusione di due popoli 
 
Lo scrittore James Fenimore Cooper ha confuso due popolazioni diverse, entrambe di lingua algonchina, a causa dell'assonanza dei loro rispettivi nomi. I Mohicani (in origine Mahican), stanziati nel territorio che è attualmente parte dello Stato di New York, erano infatti ben distinti dai Mohegan stanziati nel Connecticut. Il romanzo di Fenimore Cooper ha contribuito in modo determinante a diffondere tra il grande pubblico questa confusione, che ritroviamo ovviamente tal quale nel film di Michael Mann. Il nome Mohegan deriva da Monahiganeuk, che nella lingua algonchina Narragansett significa "Popolo del Lupo": proto-algonchino *mahi·nkana "lupo". La prima attestazione risale al 1614 (Fonte: Dizionario Merriam-Webster). Il nome Mahican significa invece "Popolo dell'Estuario": proto-algonchino *menahanwi "isola". Si vede che la somiglianza con Mohegan è puramente esteriore. Il passaggio da Mahican (con -a-) a Mohican (con -o-) è stato causato proprio dall'influenza di Fenimore Cooper. Come conseguenza di questo marasma cognitivo, la forma Mohican è stata usata anche al posto di Mohegan

 
Etimologia di Chingachgook 
 
L'antroponimo Chingachgook significa "Grande Serpente". Nella lingua dei Lenape, strettamente imparentata a quella dei Mohicani, xinkw- significa "grande" e xkuk significa "serpente": ne deriva così xinkwixkuk "grande serpente". Il suono /x/ in Lenape è la fricativa velare che troviamo nel tedesco Bach /bax/ "ruscello". La sua trascrizione con il digramma ch ha portato alla pronuncia ortografica di Chingachgook con l'affricata postalveolare /tʃ/ che troviamo nell'inglese church /tʃə:(ɹ)tʃ/ "chiesa". Simili fraintendimenti non sono rari nella trascrizione delle lingue della famiglia Algonchina. Il problema è che le pronunce ortografiche, per quanto fuorvianti, hanno la bruttissima tendenza a consolidarsi, fino a diventare induscutibili. Questo è uno dei modi più insidiosi di distorsione della realtà. 
 
 
Etimologia di Uncas 
 
L'antroponimo Uncas significa "Volpe" e deriva dalla lingua dei Mohegan: nella lingua algonchina di quel popolo la volpe è chiamata wonkus /'wɔŋkəs/. In Narragansett è wonkis. Uncas era per l'appunto il nome di un capo storico dei Mohegan stanziati nel territorio del Connecticut, dei Pequot e dei Narragansett - non dei Mohicani stanziati nel territorio dell'attuale Stato di New York. Visse qualche decennio prima degli eventi narrati nel film di Mann e nel libro di Fenimore Cooper. Non ci sono dubbi sul fatto che la figura storica di questo Uncas abbia contribuito in modo sostanziale al mito dell'Ultimo dei Mohicani. 
 
 
Etimologia di Magua 
 
Qui cominciano i problemi. Non è stato agevole trovare l'etimologia dell'antroponimo Magua e nemmeno capirne il significato. Magua è anche conosciuto come Volpe Astuta (in francese Renard Subtil), ma ci sono serie ragioni di dubitare che questa sia la traduzione esatta del suo nome Urone. Nella lingua degli Uroni, che appartiene alla famiglia Irochese, il suono /m/ è molto raro e nella maggior parte dei casi è un semplice allofono dell'approssimante labiale /w/; inoltre /m/ non sembra trovarsi in posizione iniziale di parola. Questa carenza della nasale labiale /m/ è tipica delle lingue irochesi. Un aiuto ci viene dall'etnonimo dei Mohawk /ˈmoʊhɔːk/, che sono un nobile e valoroso popolo del ceppo Irochese. Ebbene, i Mohawk non si chiamano tra loro con questo nome, che non è irochese, bensì algonchino. Si tratta di un esoetnico, che deriva dalla lingua algonchina dei Narragansett: mauquàuog, mohowaúgsuck, che significa "essi mangiano esseri viventi", chiaro eufemismo per "cannibali". Ecco finalmente spiegato il glorioso antroponimo Magua: significa "Cannibale". I Mohawk, nella cui lingua manca del tutto il suono /m/, chiamano se stessi Kanienʼkehá:ka’. Per quale ragione un guerriero degli Uroni dovrebbe darsi un nome in una lingua algonchina? Probabilmente il suo nome serviva a terrorizzare i nemici, che avevano un fortissimo tabù per il cannibalismo. 
 
Etimologia di Uroni  

Il nome con cui tutti conoscono il glorioso popolo degli Uroni in realtà potrebbe essere di origine francese. Certamente si tratta di un esoetnico, ossia di un nome attribuito a una comunità da altri. L'endoetnico è invece Wyandot (Wendat): è così che gli Uroni chiamavano se stessi. Secondo l'opinione accademica più accreditata, l'esoetnico Huron deriva dal francese hure, che significa "testa di animale selvatico", specialmente "testa di cinghiale". La glossa data dal dizionario del Centre Nationale de Resources Textuelles et Lexicales (CNRTL) è "tête d'une sanglier, du porc, p.ext. de certaines bêtes fauves et de poissons à tête allongée" (ossia "testa di un cinghiale, del porco, per est. di certe bestie selvatiche e di pesci dalla testa allungata"), Esempi: une hure d'un sanglier "una testa di cinghiale"; la hure d'un lion "la testa di un leone"; la hure d'un loup "la testa di un lupo"; la hure d'un esturgeon "la testa di uno storione". Il riferimento sarebbe all'acconciatura dei guerrieri Wyandot o al loro aspetto particolarmente belluino. L'etimologia di hure è a sua volta incerta; in genere viene considerato un vocabolo di origine germanica, anche se non ho potuto reperire dati in grado di dimostrarlo. Esite però anche la possibilità che l'esoetnico Huron derivi da una parola contenente la radice Irochese ronon "nazione", presente anche nella lingua Wendat. A riprova di questa genuina derivazione amerindiana, si riporta che le Quattro Nazioni Wyandot derivavano dai resti dei Tionontati, degli Attignawantan e dei Wenrohronon (History - Wyandotte Nation). Ebbene, l'etnonimo Wenrohronon, attestato anche come Wenro, ha tutta l'aria di essere la vera origine di Huron.  
 
 
Etimologia di Sachem "Grande Capo" 

La parola sachem (inglese /'seɪtʃəm/, /'sætʃəm/; francese /sa'ʃɛm/), che indica un capotribù, è di origine Algonchina. Più precisamente, deriva dal Narragansett sâchim, la cui pronuncia è /'sa:tʃem/. In altre parole, non si ritrova l'errore della pronuncia ortografica già vista in Chingachgook, dove il suono /x/ simile a quello del tedesco Achtung è stato realizzato come il suono /tʃ/ dell'inglese much. In ogni caso, l'affricata /tʃ/ si è sviluppata da una più antica occlusiva /k/. L'origine ultima della parola è la radice proto-algonchina *sa·kima·wa "capo (maschio)". Questi sono i suoi discendenti: 
 
Algonchino Orientale: *sākimāw 
Mi'kmaq: saqamaw 
Malecite-Passamaquoddy: sakom 
Abenaki: sôgmô, sôgemô
Penobscot: sagəma, sagama, sagemo, sangemo
Wangunk: sequin
Narragansett: sâchim
Mohegan-Pequot: sôcum
Lenape: sakima

Algonchino Centrale: *okimāwa
Cree: okimahkân
  Cree delle Pianure: okimâw
  Cree Sudorientale: uchimaa
Fox: okimâwa
Ojibwe: ogimaa
  Ottawa: gimaa
Potawatomi: wgema
Miami: akimaawa, akima
 
Dalla lingua Penobscot (non dal Mi'kmaq come qualcuno sostiene) è derivato in inglese il termine sagamore (/'sæɡəmɔː/, /'sæɡəˌmɔɹ/), usato come sinonimo di sachem. In altre parole, sachem e sagamore costituiscono un fenomeno allotropo. 

 
Occhio di Falco 
 
Il soprannome o nome indiano di Nathan nella versione italiana è "Occhio di Falco". Nell'originale inglese è Hawkeye. Nel libro di Fenimore Cooper è Hawk-eye, con il trattino. Trovo interessante questo composto. Si noti l'assenza del genitivo sassone: non è Hawk's Eye. Il vero antroponimo del personaggio è in realtà Nathaniel Bumppo. I soprannomi sono numerosi: Natty, Hawk-eye, Œil de Faucon (traduzione di Hawk-eye in francese), La Longue Carabine (Long Rifle), Leatherstocking ("Calze di Cuoio"). Compare anche in altre opere dello stesso autore: ad esempio è soprannominato Pathfinder ("Esploratore") in The Pathfinder, or the Inland Sea (1840). Il cognome Bumppo mi pare impenetrabile e misteriosissimo. Nel vasto Web non sono stato finora in grado di trovare alcunché di utile a rischiararne l'etimologia.  
 
 
"Capello Grigio" Munro  
 
Il Tenente Colonnello George Monro (talvolta scritto Munro) è il personaggio storico a cui è ispirato il Colonnello Edmund Munro. Mi è sconosciuta la ragione di questo cambiamento del nome di battesimo, da George a Edmund. Era nato a Clonfin, nella Contea di Longford (Contae an Longfoirt), in Irlanda, da una famiglia militare scozzese. Apparteneva alla Libera Muratoria. Nella realtà egli non si accompagnava a donne e non aveva alcuna figlia, ma Fenimore Cooper gli ha attribuito un'indole libidinosa: in gioventù l'ufficiale avrebbe posseduto carnalmente una prosperosa mulatta, procreando Cora. A quanto ho potuto appurare, nel romanzo Munro non è mai menzionato col suo nome di battesimo. Ne deduco che Edmund debba essere un'invenzione del regista. Non capirò mai la tendenza irresistibile degli anglosassoni a cambiare i nomi delle persone. Se i suoi genitori lo hanno chiamato George, perché diamine dovrebbe diventare Edmund?
 
L'enigmatico Ongewasgone 
 
L'antroponimo Ongewasgone, menzionato di sfuggita nel corso del film, ha dato origine a una serie di grottesche distorsioni percettive, essendo stato inteso male dagli spettatori, come "Uncle Wiscone" /ʌŋkḷ wɪ'skoʊn/ o addirittura come "How Go Ascone" /hɑʊ goʊ æ'skoʊn/. Ecco il link alla pagina in cui ho trovato i thread buffoneschi: 
 
 
Questo dimostra che gli stessi parlanti anglosassoni hanno gravissimi problemi acustici, proprio come me, al punto che non sono in grado di intendere in modo corretto qualsiasi nome, di qualsiasi origine. Di fronte a qualcosa di non familiare, reagiscono cercando di ricondurlo a ciò che è loro noto.
In un sito web è stato commesso un grave errore: è stato attribuito il nome Ongewasgone al Capo degli Uroni. Mi sono accorto di questa incongruenza cercando in Google l'etimologia dell'antroponimo irochese - che non è stata trovata.  

L'importanza della Guerra dei Sette Anni 

La Guerra dei Sette Anni (1756 - 1763), di cui la Guerra Franco-Indiana è stata la manifestazione principale in Nordamerica, ha coinvolto tutte le principali potenze dell'epoca. Winston Churchill la considerò la vera Prima Guerra Mondiale, dato che aveva anticipato le caratteristiche di quella che nel XX secolo sarà definita "guerra totale". Gli schieramenti comprendevano da un lato il Regno di Gran Bretagna, il Regno di Prussia, l'Elettorato di Hannover, altri Stati minori della Germania Nordoccidentale e il Regno del Portogallo (dal 1762); dall'altro lato, la coalizione composta da Regno di Francia, Monarchia Asburgica, Sacro Romano Impero (in particolare l'Elettorato di Sassonia), Impero Russo, Svezia e Spagna (dal 1762). Non fu combattuta soltanto in Europa: Francesi e Britannici utilizzarono ampiamente come alleati popolazioni native dell'America settentrionale e dell'India.  
 

Le atrocità dell'assedio di Fort William Henry 
 
Ricordo di aver visto un documentario in cui si parlava del fatto storico su cui si basa il romanzo di Fenimore Cooper: l'assedio di Fort William Henry (provincia di New York), avvenuto nel 1757. Quando gli Uroni assaltarono gli Inglesi che stavano lasciando il forte, si abbandonarono a violenze inimmaginabili. Nel loro furore arrivarono al punto di esumare i cadaveri sepolti nel cimitero, scotennandoli e facendone scempio. Ne nacque una terribile epidemia di vaiolo, che portò sterminio tra gli Uroni. Dai resti ritrovati in loco, si è potuto appurare che le condizioni di salute dei coloni britannici erano tremende. Soffrivano di malformazioni della spina dorsale, di ernie vertebrali e di rachitismo, conseguenze di malnutrizione cronica. Mai avere nostalgia per epoche in cui non si è vissuti!  
 
Curiosità
 
Le riprese del film hanno coinvolto ben 900 nativi amerindiani, in gran parte dei casi appartenenti al popolo Cherokee. Wes Studi, che ha interpretato l'eroico Magua, è per l'appunto un Cherokee. In un'occasione ha dichiarato che quando doveva essere girata una scena in cui avveniva una conversazione tra Indiani, ogni attore parlava la propria lingua, senza badare alla sua comprensibilità da parte degli altri. Così Wes Studi parlava in Cherokee, mentre Mike Philips, che interpretava il Sachem degli Uroni, era un Mohawk e non capiva niente. Allo stesso modo, il supposto dialogo nella lingua dei Mohicani tra Chigachgook e Uncas era incoerente: Russel Means parlava in Lakota e non poteva essere capito da Eric Schweig, che parlava invece in una lingua degli Inuit del Canada occidentale. 
 
I dialoghi in francese sembrano di buona qualità. Tuttavia sono riuscito a individuare un grossolano errore commesso da Wes Studi (o più probabilmente dal suo doppiatore): a un certo punto usa la parola poison "veleno" pronunciandola /poi'zɔ̃/ anziché /pwa'zɔ̃/ o il più arcaico /pwɛ'zɔ̃/: praticamente utilizza il dittongo dell'omografa parola inglese. Potrebbero esserci altre inconsistenze di questo genere, che però mi sono sfuggite. Splendida e risonante la frase "Je n'ai pas peur de les Français!", incarna l'essenza stessa dell'eroismo! Sarebbe bello se Micron trovasse simili avversari. 

mercoledì 23 giugno 2021

 
THE DESCENT -
DISCESA NELLE TENEBRE
 
 
Titolo originale: The Descent 
Anno: 2005
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Neil Marshall
Sceneggiatura: Neil Marshall 
Produttore: Christian Colson, Paul Ritchie
Produttore esecutivo: Paul Smith 
Produttore associato: Keith Bell
Casa di produzione: Celador Films
Distribuzione in italiano: Eagle Pictures, Videa
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: John Rafique
Musiche: David Julyan
Scenografia: Simon Bowles, Jason Knox-Johnston
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Jennifer Harty 
Interpreti e personaggi:
    Shauna Macdonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Nora-Jane Noone: Holly Mills
    MyAnna Buring: Samantha "Sam" Vernet
    Oliver Milburn: Paul Carter
    Molly Kayll: Jessica Carter
    Craig Conway: Ominide
    Mark Cronfield: Ominide 
    Catherine Dyson: Ominide 
    Julie Ellis: Ominide
    Justin Hackney: Ominide
    Stephen "Steve" Lamb: Ominide 
    Stuart Luis: Ominide
    Tristan Matthiae: Ominide
    Leslie Simpson: Ominide 
    Sophie Trott: Ominide
Doppiatori italiani:
    Sabrina Duranti: Sarah Carter
    Monica Ward: Juno Kaplan
    Alessandra Korompay: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Raffaella Castelli: Rebecca Vernet
    Monica Bertolotti: Holly Mills
    Emanuela D'Amico: Samantha "Sam" Vernet
    Francesco Bulckaen: Paul Carter
    Giulia Luzi: Jessica Carter 
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: The Descent: Abgrund des Grauens 
   Spagnolo: El Descenso 
   Portoghese (Brasile): Abismo do Medo
   Rumeno: Coborâre întunecată 
   Finnico: The Descent - loukussa 
   Svedese: Istängd  
   Ceco: Pád do tmy
   Russo: Спуск 
   Lituano: Nusileidimas
   Greco: Η κάθοδος 
   Greco traslitterato: I káthodos
   Ungherese: A barlang
Budget: 3,5 milioni di dollari US
Box Office: 57,1 milioni di dollari US
 
Trama: 
Un gruppo affiatato di sei ragazze si incontra per una vacanza da brividi. Sono tutte appassionate di sport estremi. I loro nomi sono Juno, Beth, Sarah, Sam, Rebecca e Holly. Passano una notte in una casupola tra abbondanti libagioni di birra, per conoscersi meglio: tre di loro (Juno, Beth e Sarah) formano un gruppo storico, mentre le altre si sono aggiunte in un secondo tempo. Sarah è la più problematica: un anno prima ha avuto un terribile incidente d'auto in cui sono morti suo marito Paul e sua figlia Jessica. Il giorno successivo, le ragazze salgono fino all'ingresso di una caverna in un'area montuosa e vi si calano. Dopo che il gruppo si è mosso attraverso uno stretto passaggio, la volta crolla dietro di loro, intrappolandoli. Si scatena un'accesa discussione e Juno, che è una bulla, ammette di aver condotto il gruppo in un sistema di grotte sconosciuto anziché in quello completamente esplorato che avevano programmato di visitare. Il salvataggio è quindi impossibile. Mentre il gruppo esplora l'ambiente, scopre vecchie attrezzature da scalata e un dipinto rupestre che suggerisce l'esistenza di una via di uscita. Holly, pensando di vedere la luce del sole, corre avanti, ma cade in un buco e si rompe una gamba. Mentre le altre aiutano Holly, Sarah si allontana e osserva una pallida creatura umanoide che beve in una piscina, fuggendo subito via. Successivamente, il gruppo si imbatte in una tana piena di ossa di animali e viene improvvisamente attaccato dall'ominide. Holly viene uccisa quando un ominide le squarcia la gola. Sarah corre e cade in un buco, perdendo i sensi. Juno cerca di impedire che il corpo di Holly venga trascinato via, uccide un ominide con il suo piccone ma colpisce accidentalmente Beth al collo. Beth crolla e la implora di non lasciarla, ma lei è traumatizzata e fugge. Sarah si sveglia e si ritrova in una distesa di carcasse umane e animali, dove vede il corpo di Holly sbranato e divorato dagli ominidi. Juno scopre segni di precedenti esploratori che indicano un percorso specifico attraverso le caverne, quindi individua Sam e Rebecca. Sam ha dedotto che gli ominidi sono ciechi: si affidano all'udito per cacciare. Nel frattempo, Sarah incontra Beth, che la implora di sopprimerla per evitarle una morte atrocissima. Sarah, seppur con riluttanza, le fracassa il cranio con una roccia. Viene quindi aggredita da numerosi ominidi e riesce a ucciderli tutti. Cade in una fossa piena di escrementi e ne emerge coperta di sozzure innominabili. In un altro recesso, Juno, Sam e Rebecca sono inseguiti da un folto gruppo di ominidi. Raggiungono un baratro e Sam cerca di scavalcarlo, ma un ominide che scala il soffitto la attacca e le strappa la gola. Sam lo accoltella prima di morire dissanguata di fronte a Juno e a Rebecca. Rebecca viene quindi trascinata via e sbranata viva. Juno incontra Sarah, che le mente sulla morte di Beth. Dopo aver sconfitto un gruppo di ominidi vicino a un'uscita, Sarah affronta Juno, vede che porta un particolare ciondolo e la accusa: il defunto marito le faceva le corna con lei! Così per vendicarsi la colpisce a una gamba col piccone e la lascia morire mentre un branco di ominidi si avvicina. Si sente Juno urlare per l'ultima volta mentre Sarah scappa, solo per cadere in un buco e perdere i sensi. Sarah si risveglia nella grotta dopo aver fatto un sogno in cui riusciva a fuggire. Si alza a sedere e vede la Jessica seduta di fronte a lei, con in mano una torta di compleanno. Mentre Sarah sorride, l'inquadratura si allarga per rivelare che il lume di candela del compleanno della torta è in realtà la luce della sua torcia. L'oscurità assoluta circonda la donna mentre si sentono gli ominidi avvicinarsi. 
 
 
Recensione:
Come ho visto il film, sono subito stato affascinato dalla sua idea portante, quella della deriva genetica che ha dato origine agli spettrali cannibali imperanti nei sotterranei. Un recensore classico scriverebbe per ore dei tecnicismi e dei giochi di luce, delle riprese e dei parallelismi con altri film. Nulla di tutto ciò è di mio interesse. Quando sono messo di fronte a una creatura immaginaria, sono portato a indagarne la natura e l'ascendenza come se fosse assolutamente reale.      
Neil Marshall ha descritto gli ominidi come uomini delle caverne che sono rimasti sottoterra. Il regista lo ha spiegato in modo assai chiaro: 
 
"Si sono evoluti in questo ambiente nel corso di migliaia di anni. Si sono adattati perfettamente per prosperare nella grotta. Hanno perso la vista, hanno un udito e un olfatto acuti e funzionano perfettamente nel buio pesto. Loro Sono scalatori esperti, quindi possono scalare qualsiasi parete rocciosa e questo è il loro mondo."
(originale: "They've evolved in this environment over thousands of years. They've adapted perfectly to thrive in the cave. They've lost their eyesight, they have acute hearing and smell and function perfectly in the pitch black. They're expert climbers, so they can go up any rock face and that is their world."). 
 
E ancora: 
 
"È una colonia e ho pensato che fosse molto più credibile che renderli i classici mostri. Se fossero stati tutti maschi, non avrebbe avuto senso, quindi ho voluto creare un contesto più realistico per loro. Volevo avere questa specie molto selvaggia e primordiale che vive sottoterra, ma volevo renderli umani. Non volevo renderli alieni perché gli umani sono le cose più spaventose."
(originale: "It is a colony and I thought that was far more believable than making them the classic monsters. If they had been all male, it would have made no sense, so I wanted to create a more realistic context for them. I wanted to have this very feral, very primal species living underground, but I wanted to make them human. I didn't want to make them aliens because humans are the scariest things."). 

Queste considerazioni restano senza dubbio vere, quale che sia l'esatta collocazione tassonomica di una specie tanto portentosa! Questa è purissima fantapaleontologia! Mille volte meglio delle baggianate viste in infiniti remake di fantascienza spicciola!
 
Etimologia di crawler 
 
La parola con cui nelle descrizioni della pellicola di Marshall  sono denominati gli ominidi cavernicoli è crawler. Non mi pare che nel film le creature ctonie fossero menzionate. Alla lettera crawler significa "strisciatore", dal verbo to crawl "strisciare" (sinonimo di to creep). Attestato nel medio inglese come creulen "muoversi lentamente trascinando il corpo sul terreno" (circa 1200, varianti: crewlen, crallen), l'origine ultima è il norreno krafla "gattonare". Non trovo soddisfacente chiamare "crawlers" i mostruosi antropoidi degli Appalachi e non m'interessa granché il fatto che questo nome sia diventato generale tra i fan.    
 
Ipotesi I: Homo sapiens mutante 

Una comunità di umani moderni, ossia di Homo sapiens proprio come noi, sarebbe passata dall'Asia alle Americhe tramite la Beringia, non diversamente dagli antenati degli Amerindiani. Si sarebbe quindi arroccata in un sistema di grotte, finendo col non uscirvi mai più, proprio come postulato da Marshall. L'aspetto particolare di questi esseri deriverebbe da una grave forma di una malattia  genetica che è forse all'origine del mito dei vampiri: la porfiria. L'effetto del fondatore e dei suoi geni recessivi sarebbe stato determinante. Si dovrebbe ipotizzare che i discendenti rimasti intrappolati nel sistema di grotte abbiano subìto una serie di mutazioni radicali. Avrebbero perso la vista, tanto per fare un esempio. La porfiria spiegherebbe l'ipersensibilità alla luce solare. Anche se cieche, queste creature hanno gravi reazioni al minimo contatto coi raggi del sole, cosa che spiegherebbe come mai facessero brevi sortite dal loro ambiente sotterraneo soltanto di notte. La cosa che più mi colpisce è però un'altra: la perdita dell'uso del linguaggio articolato. Che si sappia, non si sono mai dati casi simili. Non conosciamo alcuna comunità umana priva della capacità di esprimersi in una lingua dotata di struttura. Già Darwin, che pure era pieno di pregiudizi sui cosiddetti "selvaggi", dovette ammettere che non esistono "lingue primitive" e che l'intelligenza dell'essere umano è frutto dell'uso continuo di una lingua perfetta. 
 
Ipotesi II: Una specie diversa da Homo sapiens 
 
Nelle Americhe non sono mai stati trovati resti di specie ominidi diverse da Homo sapiens. I geni neanderthaliani e denisovani presenti negli Amerindiani sono frutto di incroci avvenuti in Eurasia: Homo neanderthalensis e Homo denisova non sembrano aver messo piede nel Nuovo Mondo. Si potrebbe pensare che gli ominidi del film di Marshall siano i discendenti di una specie particolarmente arcaica migrata precocemente. Ho letto che la colonizzazione della Siberia da parte di Homo sapiens è stata a lungo impedita dalla presenza di una specie ferale, la terribile iena delle caverne (Crocuta crocuta spelaea), che infestava quelle regioni inospitali, dilaniando qualsiasi intruso. Non mi convince molto pensare a una specie ominide in grado di farsi strada in una contesto così ostile fino ad attraversare la Beringia. Dovrei verificare i dettagli, ma sono portato a credere che sia un'assurdità. 
 
Una proposta di denominazione 
 
Possibile nome scientifico della creatura: Homo appalachiensis.  
 
Questa denominazione sarebbe coerente in ogni caso. Rimarrebbe valida sia nel caso che Homo appachiensis fosse un discendente di Homo sapiens per mutazione dovuta a porfiria, sia che fosse un ramo indipendente e separato derivato da Homo heidelbergensis (l'antenato comune di Homo neanderthalensis, Homo denisova e Homo sapiens). Queste difficoltà tassonomiche non mi preoccupano troppo: un giorno ogni ostacolo sarà appianato.   
 

Il lago di merda! 
 
Gli ominidi hanno fogne comuni, proprio come il ratto talpa (Heterocephalus glaber). Quello in cui Sarah si immerge non è sangue, come gli ingenui potrebbero credere: è merda. I riflessi rossastri del pastone semiliquido sono dovuti al fuoco della torcia. La visione di donne arroganti immerse nelle feci è uno spettacolo catartico. Aggressive e determinate, le sensuali creature giunte dal mondo esterno sono più feroci dei cannibali, eppure sono costrette a puzzare, a fare schifo, ad essere umiliate fin nella più intima essenza. Il loro genere è infinitamente più pericoloso di una sparuta comunità di subumani isolati dal mondo, visto che il pianeta è infestato da più di sette miliardi di creature voraci e brulicanti, tutte partorite da fighe umane! Non sono i cannibali i veri predatori e carnefici: sono invece vittime di un genocidio, visto che finiscono massacrati, col cranio fracassato, ridotti a pura e semplice immondizia.

Possibili incoerenze da spiegare 
 
Come può un sistema di caverne permettere la sussistenza di una comunità di ominidi tanto numerosa? Certamente c'è abbondanza di acqua, ma il cibo sarebbe in ogni caso un problema. Le trappole in cui cadono gli animali, soprattutto cervi, non sarebbero sufficienti ad assicurare nutrimento per tutti. Anche le sortite per battute di caccia notturna non basterebbero. Si dovrebbe anche spiegare la mancata interazione tra queste creature e la popolazione caucasica degli Appalachi nel corso dei secoli. Si converrà che in America se sparisce qualcuno fanno un cancan dell'ostrega.     

 
Il mito di Wendigo  

La tesi di Marshall ha una conseguenza semplice e interessante: gli ominidi divoratori di carne umana avrebbero interagito nei secoli passati con gli Indiani Algonchini, dando così origine al mito di Wendigo, il temibile mostro cannibale dall'aspetto emaciato e dalla forza portentosa. La descrizione del mostro chiamato Wendigo è alquanto varia e differisce a seconda delle tribù. Alcuni lo ritenevano dotato di una testa di cervo con palchi imponenti, quasi tutti lo consideravano irsuto. Potremmo credere che gli ominidi nel corso della loro involuzione abbiano perduto alcuni costumi, come quello di indossare pelli strappate ai cervi e maschere fatte con i crani di quegli animali.  
 
Curiosità 
 
L'intero film è stato girato nel Regno Unito. L'ambientazione negli Appalachi è stata simulata in modo eccellente: nessuno direbbe mai che le sequenze sono state riprese in Albione. La carcassa trovata dalle donne prima di entrare nella grotta è quella di un cervo rosso (Cervus elaphus), una specie del Vecchio Mondo, che non esiste in North Carolina. Per qualche misterioso motivo, la Wikipedia in italiano riporta come ambientazione i Monti Catskill, sempre parte della catena montuosa degli Appalachi ma situati nello Stato di New York anziché nel North Carolina. 
 
Gli ominidi sono stati progettati per assomigliare al Nosferatu del film Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, Friedrich Wilhelm Murnau, 1922). All'inizio le creature dovevano avere enormi occhi bianchi, sporgenti dalle orbite, ma questa caratteristica è stata presto cancellata perché ne sarebbe risultato un aspetto troppo buffo. Il titolo tedesco, The Descent - Abgrund des Grauens, ricorda molto quello del film di Murnau.  
 
I cineasti hanno tenuto nascosta alle attrici l'esistenza stessa degli ominidi fino a quando non hanno fatto irruzione nelle scene dell'esplorazione del sistema di caverne. Questa trovata è stata escogitata per consentire la reazione più naturale possibile, pur non essendo esente dal rischio di poco piacevoli inconvenienti (infarto, morte improvvisa, etc.). Il trucco necessario per trasformare gli attori nei sanguinari ominidi ha comportato in tutto tre ore e mezza di trucco, inclusa la depilazione completa dell'intero corpo dei maschi: soltanto le femmine di quella specie avevano i capelli. 

Sono stati fatti due diversi finali. Nella versione originale nel Regno Unito, viene presentato il finale completo, che però è stato tagliato per il rilascio negli Stati Uniti perché i dannati buonisti politically correct temevano che fosse troppo deprimente. Certo, se un bambino prende la pistola della madre e le spara nella schiena, la cosa non è considerata deprimente. Se invece un film non ha un finale ottimista, si spappolano tutti come bruchi.
 
Pochi sembano aver notato una sequenza alquanto singolare: durante una lotta nell'acqua, l'indomita Sarah afferra il pene di un ominide e lo strappa. Una donna pericolosa! 
 
I bastoncini luminosi al neon visti nel film sono stati acquistati in un sexy shop: erano in realtà falli finti e certamente le attrici se li sono infilati fino in fondo nella vagina e nel retto, con immensa libidine! 
 
Una continuazione
 
Un notevole seguito del film di Marshall è stato concepito come una sua seconda parte. Anche se è stato considerato un sequel, in realtà è non dovrebbe essere costretto in una definizione tanto riduttiva. Eccone tutti i dettagli. 

 
THE DESCENT - PART 2 
 
Titolo originale: The Descent - Part 2
Anno: 2009
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Jon Harris
Sceneggiatura: James McCarthy, J Blakeson, James Watkins
Produttore: Christian Colson, Ivana MacKinnon
Produttore esecutivo: Paul Smith, Neil Marshall
Casa di produzione: Celador Films
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: Paul Hyett
Musiche: David Julyan
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Kirstie Stanway
Interpreti e personaggi:
    Shauna MacDonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Krysten Cummings: Elen Rios
    Michael J. Reynolds: Ed Oswald
    Jessica Williams: Susanne Small
    Douglas Hodge: Dan
    Joshua Dallas: Greg
    Anna Skellern: Cath
    Gavan O'Herlihy: Vaines
    Doug Ballard: Dr. Roger Payne
    Josh Cole: Lynch
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Myanna Buring: Samantha "Sam" Vernet 
    Robin Berry: Ominide
    Adam Harvey: Ominide
    Nicholas Daines: Ominide
    Kengo Oshima: Ominide 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: The Descent 2 - Die Jagd geht weiter
    Spagnolo: El descenso: parte 2
    Russo: Спуск 2
 
Trama: 
Due giorni dopo gli eventi del primo film, Sarah emerge dal sistema di grotte traumatizzata e ricoperta di sangue misto a merda, senza alcun ricordo di quanto accaduto. Viene portata in ospedale, dove il medico scopre che parte del sangue su di lei è dello stesso gruppo sanguigno di Juno, una delle sue amiche scomparse. Lo sceriffo Vaines e il vicesceriffo Rios portano con sé l'amnesica Sarah e tre specialisti di esplorazioni speleologiche - Dan, Greg e Cath - per trovare le donne scomparse nel sottosuolo. Vengono fatti scendere attraverso un vecchio pozzo minerario gestito da Ed, un vecchio custode. Il gruppo scopre il cadavere mutilato di Rebecca vicino all'ingresso, facendo sperimentare a Sarah dei flashback degli eventi nelle caverne prima della sua fuga. Vaines la crede responsabile della scomparsa delle altre donne. Mentre striscia attraverso un tunnel, Sarah attacca improvvisamente Vaines e Greg prima di fuggire. Quando la squadra si divide alla sua ricerca, Vaines scarica accidentalmente la sua pistola dopo che un ominide lo ha spaventato. Di conseguenza, parte della caverna crolla e intrappola Cath sotto un mucchio di rocce, separandola dagli altri. Decidono di trovare un modo alternativo per cercare di liberare Cath, ma arrivano in una stanza piena di ossa, trovando la videocamera danneggiata di Holly tra i detriti. Guardano le registrazioni e si rendono conto che le donne scomparse erano state attaccate dagli ominidi. Sarah, nascosta nelle vicinanze, ascolta la registrazione e riacquista i suoi ricordi. Rios, in preda al panico, inizia a chiedere aiuto, attirando i predatori. Sarah la salva coprendosi la bocca, sapendo che gli ominidi sono ciechi e cacciano affidandosi all'udito. I due guardano e aspettano mentre un ominide uccide Dan e trascina via il suo corpo. Nel frattempo, Cath si fa strada e uccide un ominide schiacciandolo sotto le rocce. Si imbatte in Greg; scappano da un altro aggressore e trovano il cadavere di Samantha che penzola dal soffitto attraverso un baratro. Decidono di usare quei resti umani per attraversare l'abisso, ma vengono nuovamente attaccati. Greg si sacrifica per guadagnare tempo per Cath. Sebbene lei arrivi dall'altra parte del baratro, attira un ominide. Urla il nome di Greg e viene uccisa. In un altro recesso, Vaines viene attaccato da un ominide ma viene salvato da Juno, che si rivela essere ancora viva e capace di combattere i nemici. Sarah e Rios uccidono un ominide in una pozza piena di feci. Presto incontrano Vaines e Juno. Sarah è traumatizzata nel vedere Juno viva, furiosa per essere stata ferita con un piccone e abbandonata. Rios la calma dicendo che Sarah li ha portati a trovarla volontariamente. Quindi Juno li conduce a una fossa che conduce in superficie in superficie e che viene usata dagli ominidi come trappola, facendovi precipitare animali. L'ottuso Vaines ammanetta Sarah a se stesso in modo che non li abbandoni; quando cade da una sporgenza, quasi la trascina con sé. Mentre gli ominidi si avvicinano, Juno ordina a Rios di tagliare la mano di Vaines per salvare Sarah. Lei lo fa: Vaines e a lui attaccati precipitano nell'abisso. Sarah, Juno e Rios raggiungono l'uscita, dove vengono bloccati da un gruppo di ominidi guidati dal loro grosso capobranco. Cercano di sgattaiolare ma Greg, che sta morendo per le ferite riportate, appare e afferra la gamba di Juno in un ultimo tentativo di salvarsi. Lei urla e attira gli ominidi. Greg muore e le donne devono combattere ancora una volta. Dopo che tutti gli aggressori sono stati uccisi, Sarah cerca di salvare Juno dal loro capo, ma lui le strazia lo stomaco, ferendola mortalmente. Sarah uccide il subumano prima che Juno le muoia tra le braccia. Quando arrivano altri ominidi, Sarah attira la loro attenzione su di sé urlando, dando a Rios la possibilità di scappare. Rios fugge dalla spelonca e cerca di chiedere aiuto. Tuttavia viene raggiunta dal vecchio Ed, che la tramortisce con una pala e la trascina di nuovo all'ingresso della caverna, lasciandola lì. Mentre Rios riprende lentamente conoscenza, un ominide coperto di sangue emerge dalla sottosuolo con le braccia tese.
 
 
Recensione: 
Ho visto questo film in spagnolo, con tutti gli effetti surreali che ne derivano, semplicemente perché non è stato rilasciato in italiano. Non credo nell'utilità dei sequel, eppure non mi è affatto dispiaciuta la sua visione. Ho analizzato le sequenze con estremo interesse, arrivando a conclusioni inattese.
 
A parte i toni della pelle più scuri e una migliore capacità di mimetizzazione, le creature ctonie sembrano più selvagge, piene di cicatrici e con più deformità che suggeriscono anni di connubi incestuosi. Inoltre hanno diverse file di denti come gli squali, per strappare meglio la carne. Va da sé che sono scarse le possibilità di spiegare scientificamente una simile eruzione dentale in una specie del genere Homo.   
 
Inizialmente gli ominidi dovevano essere esclusivamente maschi, come nel primo film, ma è stato deciso di aggiungere femmine e bambini al film per mostrare che si trattava di una colonia attiva. Una decisione di buon senso! Avere a che fare con soli maschi non avrebbe avuto alcun significato, dato che l'esistenza di una simile colonia sarebbe stata impossibile. Si nota che le femmine sono dotate di una folta chioma, ovviamente impastata di sporcizia, a differenza dei maschi glabri.
 
Il lago di merda 2! 

Troviamo una fossa fecale simile a quella già vista nel primo film, questa volta senza i riflessi rossastri del fuoco di una torcia: vediamo subito che il pastone è di un color bruno nerastro. Questa volta nessuno spettatore può avere dubbi o indulgere in interpretazioni da sempliciotto: si vede arrivare un ominide che si accovaccia sul bordo del pozzo e a un certo punto escono le polpette!
 
Curiosità 
 
Sono state ricostruite 30 caverne artificiali per questo film. Il regista ha riprogettato leggermente gli ominidi per questo sequel. Come il primo film, la storia si svolge nei Monti Appalachi del Parco Nazionale delle Great Smoky Mountains negli Stati Uniti. Come già il primo film, anche questo non è stato girato in America, bensì nelle foreste del Regno Unito e della Scozia.
 
Neil Marshall, che è il creatore, sceneggiatore e regista del primo film, ha rifiutato di dirigere questo sequel. Ha argomentato la cosa in modo alquanto strano: sentiva che avrebbe distrutto l'ambientazione e l'atmosfera di mistero che il primo film si era lasciato alle spalle. Marshall riteneva che il vero terrore consistesse nel dubbio dello spettatore sulla realtà di quanto accaduto, essendo possibile spiegarlo come un'allucinazione di Sarah. Alla fine del primo film non viene davvero rivelato se le creature sono reali o se Sarah è la vera assassina delle sue amiche. A seguito della decisione di Marshall di non scrivere o dirigere questo sequel, è stato sostituito da Harris, che aveva lavorato come montatore del primo film, mentre sono subentrati tre nuovi sceneggiatori. Marshall è rimasto solo come produttore e non ha avuto un gran potere decisionale. 
 
Una delle sceneggiature scartate per il film era composta da 6 personaggi maschili, tutti studenti di giornalismo, che sarebbero entrati nella grotta per portare a termine il loro progetto universitario di indagine sulla misteriosa scomparsa dei protagonisti del primo film. Anche se la sceneggiatura è stata scartata, alcuni suoi elementi sono stati conservati: la scoperta dei cadaveri delle esploratrici, lo scontro tra Beth e Juno. 
 
Conta dei morti 

Homo sapiens: 7 
Homo appalachiensis: 13
 
Gretti calcoli e fede nel randello 
 
Diversi ranger e residenti degli impervi distretti degli Appalachi si sono dimostrati molto contrari alla pellicola di Harris. Affermavano di trovare particolarmente disgustosa la scena in cui un ufficiale è stato lanciato in un dirupo per salvare una prigioniera affetta da gravi turbe mentali. In certe zone degli States, basta che uno sia po' strano e lo spedirebbero nel braccio della morte. Va poi detto che in Appalachia vivono numerose persone il cui sostentamento dipende dal turismo: naturale che abbiano sostenuto questo film. Immagino che non abbia riscosso particolare entusiasmo nemmeno l'opera di Marshall.  
 
Il vecchio che nutriva i cannibali 
 
Si intravede la possibilità di una sorta di inquietante collaborazione tra l'anziano guardiano della miniera e gli ominidi antropofagi. L'uomo procura numerose prede a quella tribù sanguinaria, facendole cadere in un canale che conduce al sistema di caverne. Prede animali e prede umane. Se questo fosse confermato, si dovrebbe per necessità concludere che gli ominidi non siano poi così stupidi e involuti come potrebbe sembrare a prima vista. Anche questo è un motivo della feroce opposizione al film da parte del White Trash degli Appalachi: nuoce al turismo mostrare un vecchiaccio perverso che dà da mangiare a Wendigo.  
 
Una folle interpretazione decostruzionista  
 
Qualcuno ha pensato che tutte le vicende speleologiche dei due film, dall'inizio alla fine, siano soltanto il prodotto delle allucinazioni di Sarah, causate dalla mancata somministrazione dei farmaci prescritti dagli strizzacervelli - cosa che risolverebbe tutti i problemi di coerenza che abbiamo descritto con dovizia di particolari. Eppure non sono soddisfatto di una simile spiegazione, la reputo puerile.