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giovedì 1 dicembre 2022

LINGUA ITALOAMERICANA E LINGUA ITALIANA: DUE COSE DIVERSE

Un giornalista - credo che fosse di Milano - durante un suo soggiorno a New York ebbe l'occasione di sfogliare un quotidiano cartaceo redatto in "lingua italiana" e rimase colpito nel leggervi il seguente annuncio a dir poco surreale: "vendesi casa senza genitore con stima". Cosa intendeva dire l'inserzionista? Semplice. Intendeva dire questo: "vendesi casa senza portinaio con caldaia centralizzata". Quando il giornalista cercò di spiegare la cosa ai discendenti di Italiani che vivevano della Grande Mela, tutti restarono attoniti, incapaci di comprendere, come se avessero davanti a sé un folle. Nessuno di loro voleva credere che in italiano la parola "stima" non avesse niente a che fare col riscaldamento degli appartamenti e che "genitore" non avesse niente a che fare con il portinaio.  Alla fine non riuscì a convincere nessuno, tanto radicata era l'idea che l'italoamericano di uso corrente fosse davvero la lingua di Dante Alighieri. 

Un carissimo e fraterno amico, P., molti anni fa fu a Cleveland e visitò un quartiere conosciuto come Little Italy. Si trovò di fronte a una realtà del tutto sconosciuta e ne fu traumatizzato. Mangiò in una pizzeria e non riuscì a capire una sola sillaba di quanto dicevano i discendenti degli emigranti, che gli parvero arretrati e dai modi incredibilmente grossolani. Constatò che il loro aspetto era grottesco, non li riconobbe come membri del suo stesso popolo. Loro ricambiarono l'antipatia dicendo che non poteva essere un italiano, che era senza dubbio irlandese. Ogni tentativo di comunicazione si rivelò fallimentare fin da subito. Le genti della Little Italy non comprendevano nemmeno una parola di quanto P. diceva, tanto che la lingua corrente dell'Italia fu da loro considerata "spagnolo". Per intendersi dovettero parlare in inglese. 

Ricordo un paio di tristi fotografie di reliquie della lingua italiana in America, in cui mi sono imbattuto su giornali, a distanza di svariati anni. In una di queste foto, scattata a New York, c'era un uomo che partecipava a una specie di sagra e indossava una maglietta con scritto SUINO D'ORO. Nell'altra si notava un manifestante, ben poco allegro, che reggeva un'insegna religiosa con scritto GLORIA A DIO PADRE. In entrambi i casi sono stato colpito da una sensazione di oblio e di annientamento, conseguenze inevitabili delle migrazioni, il cui risultato presto o tardi è l'etnocidio. 

Tutti coloro che hanno visitato gli States, mi hanno confermato alcuni dati di fatto. Molti sono giunti in America dall'Italia e si sono completamente assimilati in breve tempo, trovando un partner anglosassone e insegnando ai figli soltanto l'inglese americano - cosicché ogni memoria dell'origine è venuta meno in modo irreparabile. Coloro che hanno rifiutato di adattarsi, sono finiti nei ghetti. Per un italoamericano, ogni tentativo di apprendere l'italiano in cui sto formulando i miei pensieri e scrivendo, è puramente velleitario: esistono difficoltà insormontabili. 

L'italoamericano: origini e lessico

Riporto una sintetica scheda tecnica contenente alcuni dati significativi, che illustrano la situazione e che potranno risultare interessanti ad eventuali lettori: 

Lingua: Italoamericano
Altri nomi: Itanglish (*), Italian American Slang
Filogenesi: lingua creola 
Principale uso: domestico; lingua franca   
Numero di locutori domestici: circa 724.000
     (dato 2011, arrotondato) 
Numero di locutori secondari: circa 81.000
     (dato 2009, arrotondato) 
Trend: forte declino 
Nel 2000 i parlanti erano circa 1.000.000 su una popolazione di circa 15,7 milioni di Italoamericani (6,4%). Nel 1990 i parlanti erano circa 1.300.000 su una popolazione di circa 14,7 milioni di Italoamericani (8,8%). Questo significa che dal 1990 al 2011 si è persa quasi la metà dei locutori. 
Motivi del trend: 
Assimilazione, ossia americanizzazione (più o meno forzata); decesso di masse di locutori anziani e mancato passaggio della lingua alle generazioni più giovani. 

(*) Da non confondersi con l'Itanglish o Itanglese inteso come "lingua italiana usata in certi contesti ed ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi" (definizione: dizionario Hoepli) - come ad esempio la lingua del berlusconismo e quella post-berlusconiana, affetta da renzite acuta

Ecco un breve glossario di tipiche voci usate nella parlata delle comunità italoamericane:
 
aisculle "scuola media" (< high school
Alluini "Halloween" (< Halloween)
àusse "a casa" (< house)
baccauso "gabinetto" (< back-house
baisìcolo "bicicletta" (< bicycle
bara "bar" (< bar)
baratenda "barista" (< bartender)
beccheria "panetteria" (< bakery)
becco "dietro" (< back)
   p'o becco "da dietro"  
bentari "piegare" (< to bent
bicci "spiaggia" (< beach)
billo "conto" (< bill)
billi "fatture" (< bills
bisinisse "affare" (< business)
   pl. bisinissi "affari"; "genitali"  
bitte "barbabietola" (< beets
blechiberi "more" (< blackberries)
bòcchise "cassa" (< box
boila "caldaia, boiler" (< boiler)
bosso "capo" (< boss
botti "stivali" (< boots)
botto "barca" (< boat
bricchi "mattoni" (< bricks)
Broccolini "Brooklyn" 
Broccolino "dialetto di Brooklyn"
broscia "pennello", "spazzola" (< brush)
camunì "dai!" (< come on
carapila "trattore" (< caterpiller)
carro "macchina" (< car
ceca, cecco "assegno" (< check
cestenozze "castagne" (< chestnuts)
checca "torta, dolce" (< cake
ciminea "camino" (< chimney)
ciungomma "gomma da masticare" (< chewing gum)
coppesteso "in cima alle scale" (< napoletano ncopp' 
     "in cima" + stairs "scale") 
cricche "ruscello" (< creek)
cuccausse "cucina" (< cookhouse)
Cunailando "Coney Island" 
Danodòcchise "Paperino" (< Donald Duck)
donazzi "frittelle" (< doughnuts, donuts)
draivare "guidare" (< to drive
ezze natingo "non è nulla" (< its' nothing
faiamenne "pompieri" (< firemen
fàitte "lotta" (< fight)
farma "fattoria" (< farm)
fattoria "fabbrica" (< factory
fensa "recinto" (< fence
ferribotte, ferrubottu "traghetto" (< ferry boat)
firma "azienda" (< firm)
fiusa "fusibile" (< fuse)
fornitura "mobili" (< forniture
Forte Giulai "4 Luglio" (< Fourth of July)
frenci bredde "pane francese" (< french bread)
fresciolai "lampadina" (< flash light
frigidea "frigorifero" (< frigidaire
frisa "congelatore" (< freezer)
futteballo "calcio, football" (< football)
genitore "portinaio" (< janitor
germanese "tedesco" (< German)
giobba "lavoro" (< job
goldilòcchisi "biondina" (< goldilocks
gòmitri "eucalipto" (< gum tree)
grosseria "negozio di generi alimentari" (< grossery;
     esempio: teneva 
'na grosseria
guafo "molo" (< wharf
guarramelo, uarramelo "anguria" (< water melon)
guazzamara? "qual è il problema?" (< what's the matter
gunnai "buona notte" (< good night)
gurmoni "buongiorno" (< good morning
Iste "Pasqua" (< Easter)
licenza "patente" (< licence)
loccare "chiudere a chiave" (< to lock
macìna "macchina" (< machine)
mappo "strofinaccio" (< mop)
marchetta "mercato" (< market
merigorau "giostra" (< merry go round)
mecci "fiammiferi" (< matches)
mistecca "sbaglio" (< mistake
morosaico "motocicletta" (< motorcycle)
moscerummi "funghi" (< mushrooms
moscimelo "melone", "popone" (< muskmelon)
mumpiccia "cinema" (< moving picture)
muovere "traslocare" (< to move
nusepepa "giornale" (< newspaper)
orrioppo! "sbrigati!" (< hurry up!
otello "hotel" (< hotel)
parcare "parcheggiare" (< to park)
pènsolo "matita" (< pencil)
pepperoni "salame piccante" (< peppers
pezzo, pezza "dollaro" (< piece)
picce "pesche" (< peaches)
picchinicchio "pic nic" 
piccoppe "furgoncino" (< pick up
pinozze "arachidi" (< peanuts)
pulissemenne "poliziotto" (< policeman
quicche "svelto" (< quick)
quittare "andarsene, dare le dimissioni" (< to quit
rencotto "impermeabile" (< rain coat
rìfolo "fucile" (< rifle)
rotra "macchina rotante" (< rotary
sanguiccio "sandwich, tramezzino" 
Saniclosi "Babbo Natale" (< Santa Claus)
schedulare "programmare" (< to schedule)
schini "magro" (< skinny)
sciaroppe "stai zitto!" (< shut up
sciàvola "pala" (< shovel
sciftare, shiftare "spostare" (< to shift)
scioppa "negozio" (< shop
sciuscià, sciusciàine "lustrascarpe" (< shoe shine)
sciuse "scarpe" (< shoes
sìgoli "gabbiani" (< seagulls
slàida "frana" (< slide
splittare "dividere" (< to split
spràusi "cavolini di Bruxelles" (< sprouts
stecco "bastone" (< stick)
steggio "autobus" (< stage)
stima "caldaia, boiler" (< steamer
stima "vapore" (< steam)
stompo "ceppo" (< stump
stoppasaine "fermata" (< stop sign)
storo "negozio" (< store
strittecarro "tram" (< streetcar
suiccio "interruttore" (< switch)
supportare "sostenere" (< to support)
televigio "televisione" (< television
Tenchisghìvi "Giorno del Ringraziamento"
     (< Thanksgiving
teneria "conceria" (< tannery)
tichetta "biglietto" (< ticket)
tracco, trocco "camion, furgone" (< truck)  
traisìcolo "triciclo" (< tricycle
trette "trattore" (< tractor)
tròbolo "guaio" (< trouble
turco "tacchino" (< turkey)
vachiuma clina "aspirapolvere" (< vacuum cleaner)
vascinga mascina "lavatrice" (< washing machine
zuppa mitte "bollito" (< soup meat)

Il glossario non è del tutto coerente, in quanto include parole di fonti diverse. Del resto, l'italoamericano non è una lingua normata e presenta variazioni anche importanti sia nel tempo che nello spazio, persino a livello familiare o individuale. 


Lingua italoamericana e Anarchia

È risaputo che Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti avevano un tracco, di cui andavano fierissimi. Sono cose che non devono essere dimenticate. Quanto accaduto è tuttora vivissimo nel sapere comune, a dispetto dei molti anni passati. Nel Web sono numerosissime le testimonianze di un trauma indelebile. "Colpevoli solo di essere italiani, furono giustiziati per mere ragioni politiche." (cit.)
Tempo fa mi imbattei su Facebook in una fotografia commemorativa con una didascalia in italoamericano, in cui si precisava che i due anarchici erano vittime dalla "rerealione capitalista". Lì per lì mi sono chiesto: "cosa diavolo sarà mai la rerealione?" Secondo il compianto Giuseppe Lippi (R.I.P.), la parola "rerealione" sarebbe una semplice deformazione di retaliation, ossia "rappresaglia". In effetti è così: il tipico rotacismo americano ha trasformato -t- in -r-, mentre il suffisso -ation è stato assimilato in un più breve e italico -one. Non ci sono difficoltà fonologiche. Sulle prime avevo ipotizzato che la parola d'origine fosse invece reaction, ossia "reazione", poi deformata da un refuso opera del demone Titivillus! Devo ammettere che la mia proposta era scadente e incapace di spiegare la struttura sillabica della parola in analisi. Il defunto curatore di Urania ha quindi contribuito in modo valido al mio studio sulla formazione della lingua italoamericana. 

Alcune note sulle omofonie 

Nel processo lungo e complesso di produzione dell'italoamericano si sono originati numerosi casi di omofonie con parole italiane anche letterarie o arcaiche. Già abbiamo parlato del genitore e della stima. Citiamo giusto qualche altro esempio, tanto per fornire un approfondimento: 

1) bara "bar" è omofono della parola italiana bara, di tutt'altro significato. Pur suonando allo stesso modo, queste due parole non hanno nulla a che fare, dal momento che i rispettivi significati sono diversi, come diverse sono le loro trafile. 

2) checca "torta, dolce" è omofono della parola italiana (regionale) checca "omosessuale, finocchio". Pur suonando allo stesso modo, queste due parole non hanno nulla a che fare, dal momento che i rispettivi significati sono diversi, come diverse sono le loro trafile. 

3) otello "hotel" è omofono dell'antroponimo shakespeariano OtelloPur suonando allo stesso modo, queste due parole non hanno nulla a che fare, dal momento che i rispettivi significati sono diversi, come diverse sono le loro trafile. 

4) sanguiccio "sandwich, tramezzino" è omofono della parola italiana arcaica sanguiccio "sangue pallido perché mischiato a siero". Pur suonando allo stesso modo, queste due parole non hanno nulla a che fare, dal momento che i rispettivi significati sono diversi, come diverse sono le loro trafile. 


Si possono evidenziare anche coppie minime, ossia parole quasi identiche, che differiscono soltanto per un fonema. 

1) mistecca "errore" è quasi omofono della parola italiana (di origine inglese) bistecca. L'unica differenza è il fonema iniziale: /m/ contro /b/

2) pepperoni "salame piccante" è quasi omofono della parola italiana peperoni, che indica invece un vegetale. Nella pronuncia inglese corrente, si perde anche l'opposizione tra la consonante doppia /pp/ e la consonante semplice /p/.

Convergenze evolutive

Alcune parole italoamericane si trovano anche nell'italiano attuale, in cui sono entrate in modo del tutto indipendente. Esempi: supportare, schedulare, shiftare, etc.). Oggi è del tutto normale supportare una politicaschedulare una riunione, rischedulare un appuntamento e via discorrendo. Si tratta di un processo analogo a quello che ha reso i pipistrelli simili agli uccelli, i delfini simili ai pesci e via discorrendo. 

Il mobspeak, gergo dei gangster 

Esiste un complesso e articolato gergo usato dagli affiliati di Cosa Nostra, che include numerosissimi prestiti dall'italiano e da diverse lingue regionali del Meridione: il mobspeak. Queste parole sono generalmente scritte con ortografia anglosassone, a volte alquanto stravagante. Eccone una lista: 

afanabola "vai all'Inferno!" (< vai a fare a Napoli!) 
bash "giù" (< bascia)
bonarm "buonanima" (< buonanima) 
brugad "famiglia mafiosa" (< borgata) 
bubidabetz "donna viziata e sprecona" (< pupa di pezza)
fatti gatti due "fatti gli affari tuoi" (< fatti i cazzi tuoi)
fazool(s) "dollari" (< fasulə "fagioli", vedi sotto)
finook "omosessuale" (< finocchio) 
fongool, fogool "vaffanculo!" (< fanculo)
footit, footitah "vai al diavolo!" (< futtiti
gab "testa" (< capa)
gabbafresh "chiacchierone e pigro" (< capa fresca)
gabbadotz "testa dura" (< capa tosta
gavohn, gavone "grezzo, cafone", "idiota" (< cafone)
gedrool "scemo" (< citrullo) 
gendan "(possa tu vivere) cent'anni!" (< cent'anni)
goombah "amico, compagno" (< cumpà)
goumada, goumadgoomah "donna della malavita"
      (< cummà, cummari
gujans "coglioni" (< coglioni)
mamaluke "idiota" (< mammalucco)
marone! "perbacco" (< Maronna!
mezzamaught, mezzamort "mezzo morto"
       (< mezzo morto) 
mezzamenz "metà e metà" (< mezza mezza)
mooshamoosh "mogio" (< moscio moscio)
mortitavahm "morto di fame" (< morto di fame) 
mully "afroamericano" (< mulignana "melanzana")
skeevy "schifoso" (< schifo!) 
sorda "soldi" (< soldi)
sorda "sorella" (< sòrata)
squistamod "maleducato" (< scustumatə
stendinz "intestini" (< intestini) 
stugots "idiota", "bastardo"; "coglioni"; "stupidata"
      (< stu cazzə
stunod "maldestro, tra le nuvole" (< stunatə
vagaboom "vagabondo" (< vagabondo) 
vangopp "vai su" (< va' in coppa
zoot, zutt "vai giù" (< sotto)

Mentre parole italoamericane come tracco sono adattamenti di parole inglesi alla fonetica italiana, qui si ha invece il processo inverso: parole italiane, siciliane e napoletane che sono state adattate alla fonetica inglese. A volte sembrano quasi irriconoscibili. Uno dei processi fonetici più tipici è il passaggio dalle consonanti occlusive sorde non aspirate a consonanti occlusive sonore - cosa che del resto avviene su vasta scala anche in Italia centro-meridionale, già nell'Urbe. 

Alcune note gastronomiche 

Come dobbiamo riconoscere che la lingua italoamericana non è la stessa cosa della lingua italiana, allo stesso modo dobbiamo riconoscere che la cucina italoamericana non è la stessa cosa della cucina italiana. Molte parole di ambito culinario sono state assimilate alla fonetica anglosassone e trascritte con ortografia anglosassone, in modo analogo a quanto accaduto con i termini del mobspeak sopra riportati. Proprio il mobspeak deve essere stato il tramite della diffusione di questo lessico peculiare, in ambienti che non sono certo separati da comparti stagni: malavita - famiglia - cucina. Ecco un breve elenco di parole di ambito gastronomico: 

aginabeb "chicco di pepe" (< acinə 'e pepə)
balend "polenta" (< polenta) 
basanagol, basinicol "basilico" (< basilico)
brashoot "prosciutto" (< prosciutto) 
busteen "pastina" (< pastina)
calamad "calamari fritti" (< calamari)
fazool "fagioli" (< fasulə "fagioli")
ganool, ganol "cannoli" (< cannoli)
goodageen "cotechino" (< cotechino) 
govadeel "cavatelli" (< cavatelli) 
kookazeel "zucchine" (< cucuzielli "zucchine")
manigot "manicotti" (< manicotti) 
meneste "minestra" (< minestra)
mootzarell "mozzarella" (< muzzarella)
paravaloon "provolone" (< provolone)
pizza gain "pizza ripiena" (< pizza chiena
reegott, rigott "ricotta" (< ricotta)
saseets "salsiccia" (< salsiccia)
sooprasat "soppressata" (< soppressata) 
visgut, bisgott "biscotto" (< biscotto)

Alcuni link utili: 



sabato 26 novembre 2022

ETIMOLOGIA DI MANIGOLDO

Ormai la parola manigoldo è quasi desueta. L'ultima volta che mi sono imbattuto nel suo uso nella lingua scritta al di fuori dei miei studi, è stato in un racconto di Zio Paperone e Paperino, in cui Paperinik era etichettato come "un gran manigoldo". Per quanto riguarda la lingua parlata, esiste maggior riscontro, ho sentito pochi giorni fa un carissimo amico riferirsi a un politicante definendolo "manigoldo". Se qualche giovane della Generazione Z dovesse sentire qualcuno pronunciare questo termine, si chiederebbe: "Chi è questo babbo?" Oppure sentenzierebbe: "OK, boomer!" Come al solito, è necessario procedere nella ricerca dell'etimologia. Partiamo dunque dai dati disponibili:

manigoldo 
Pronuncia: /mani'goldo/ (con -o- tonica chiusa)
Uso: sostantivo 
Forma plurale: manigoldi 
Forma femminile (obsoleta): manigolda 
Significato: 
  1) individuo malvagio e privo di scrupoli
  2) furfante, briccone, mascalzone (epiteto scherzoso
  3) aguzzino, carnefice 
Glossa inglese: rascal, rogue, scoundrel
Derivati (obsoleti): manigoldaccio, manigoldone, manigolderia



Esempi di frasi: 

Razza di manigoldi! 

Guarda che cosa ha combinato quel manigoldo di tuo figlio!

Poi che d'innumberabil battiture 
Si vide il manigoldo Amor satollo 
(Ariosto)

Diffusione nella Romània: 

La voce è tipica della sola lingua italiana: lo spagnolo manigoldo è un evidente prestito dall'italiano.

Alcune note etimologiche

L'opinione corrente è che l'epiteto manigoldo derivi dall'antico alto tedesco Manegold, attestato nel XI secolo come antroponimo maschile (variante: Mangold; forma latina: Manegoldus, Manegaudus). Per l'esattezza, ci è noto un ecclesiastico alsaziano, Manegoldo di Lautenbach (1040 - circa 1119), che fu teologo e filosofo. Viene ricordato come autore di libelli contro gli eretici e per le sue posizioni anti-imperiali, spinte fino alla giustificazione morale del tirannicidio. Sosteneva la riforma monastica nella sua forma più radicale. Queste sono le sue opere, menzionate più volte nel Web ma in concreto difficilmente reperibili: 

i) Ad Gebehardum liber
ii) Ad Wibaldum Abbatem
iii) De psalmorum libro exegesis 
iv) Contra Wolfelmum Coloniensem
      (Liber contra Wolfelmum)

A quanto sono riuscito ad appurare, Manegoldo di Lautenbach era un convinto terrapiattista: sosteneva che i cristiani non devono necessariamente fare affidamento sulle opere degli autori pagani per quanto riguarda la cosmologia. Quindi polemizzò e tentò di confutare i geografi che sostenevano la geometria sferica della Terra. 

Che fondamento c'è in questa connessione tra il nome del teologo alsaziano e la parola manigoldo? Ben poco, a mio avviso. Secondo i sostenitori di questa teoria etimologica, Manegoldo era talmente odiato per le sue idee che il suo nome sarebbe diventato una parola comune per indicare un malfattore. La cosa pare piuttosto implausibile. Per ovviare a questo problema semantico, è stato da lungo tempo supposto che esistesse un altro famoso Manegoldo, che esercitava la professione del carnefice. Un boia quasi proverbiale, una specie di Mastro Titta del medioevo germanico. Resta il fatto che di un simile personaggio, che mi immagino simile al Boia Scarlatto, non esiste traccia alcuna nella storiografia. Tutto ciò ha l'aria di una storiella costruita ex post

Bisognerebbe smetterla di rimandare tutto a un nome proprio di persona, confidando nel fatto che sia incomprensibile per sua intrinseca natura ("è un nome di persona, cosa dovrebbe significare", disse un cinese a una ragazza che gli aveva chiesto lumi sul perché si chiamasse così). Invece i nomi hanno un significato, anche se spesso si è sclerotizzato e non è più chiaro alle genti da tempo immemorabile. 
L'antroponimo Manegold sarebbe di per sé ben comprensibile al filologo appassionato delle lingue degli antichi Germani: 

Protogermanico: *manaγīwaldaz "che domina le masse"
   (< *manaγīn "folla", "moltitudine";
     -waldaz "che domina") 
Possibili esiti antroponimici in antico alto tedesco: 
ManegoldManigoldMangoldManogold, ManogaldManagoldManagolt, ManigoltMenegald, etc.
Nota: 
Esiste il cognome Menegaldo, particolarmente diffuso in Veneto ma presente anche in Lombardia, Piemonte, Umbria e Lazio (con ogni probabilità per migrazione). 



Se questa fosse la vera origine di manigoldo, come sostenuto ad esempio da Reinold Kapff (1889), potremmo ipotizzare questa catena di slittamenti semantici: 

dominatore di folle => capopopolo, sobillatore => tirannello => malvagio,  malfattore 

Il Vocabolario Etimologico di Pianigiani (prima edizione 1907), non si spinge a tanto, fermandosi al significato originale "colui che domina la gente", aggiungendo queste considerazioni: "lo che però se sta in accordo con un onesto nome di persona, si ribella al significato obbrobrioso, che è annesso alla voce Manigoldo." Ne conclude quanto segue: "Dunque è chiaro che siamo dinanzi a una confusione di nomi, con idee separate e diverse, a meno che il senso di spregio non sia puramente aneddotico."


Ebbene, esiste la possibilità, a lungo sostenuta dagli studiosi, che manigoldo abbia avuto origine nella Langobardia e che si sia quindi diffuso in Germania come antroponimo. 

Etimologia: 

Protogermanico: *mundōwaldaz "che esercita l'autorità" 
   (< *mundō / *munduz "mano", "autorità";
   -waldaz "che domina")
   Esito longobardo: mundoald "tutore", "guardiano legale" 
   Varianti: mundualt 
   Forma tedesca attuale: Mundwald
   Forme italianizzate: mundoaldo, mondoaldo,
        mundualdo, mondualdo 

La radice mund- (chiaramente imparentata alla lontana con il latino manus), ha dato origine al termine legale latinizzato in mundium (Rotari et al.). 

Esempi di attestazioni datate:

si autem mundoald eius [puellae] consentiens fuerit, aut tradederit eam ante ... duodecim annos, conponat in sagro palatio solidos trecentos, et mundium eius amittat, et sit ipsa cum rebus suis in mundio palatii
(717)

si quis fream alienam sine uolontatem de mundoald eius mouere de casa, ubi inhabitat, presumpserit, et alibi duxerit, conponat ille, qui in caput est, pro inlecita presumptione ad mundoald eius solidos numero octonta 
(727)

si ... quiscumque homo, in cuius mundium non est, hoc facere presumserit, conponat uuirigild suum in sagro palatium, et ipsa cum rebus suis sit in potestatem mundoaldi sui
(728)

ubi ipsa femina pro sua necessitatem nuda esse uedetur, pungere uel percutere presumpserit, conponat ad mundoald eius solidos octuagenta
(731)

ut si aliqua iniuria aut obprobrium, ... aut mortem ibi acceperint, nihil ad ipsas mulieres aut ad uiros aut ad mundoald earum conponant illi, qui se defendendum eis aliqua fecerint lesionem
(734)

si quis inuenerit libera mulierem aut puellam per campum suum seminatum ambolantem et uiam indicantem, pignerit eam, et parentes aut mundoald eius conponat pro ipsa solidos sex
(735) 

serui ipsi tradantur in manus mundoald eius, et ipse faciat de eis, quod ei placuerit
(755)

cum illa compositione quam in publico dare debuerunt vel mundoaldo eius
(779)

et Pisana civitas habeat plenam iurisdicionem ... faciendi iusticiam et etiam vindictam et dandi tutores et mundualdos et alia
(1162)

et dandi tutores et curatores et mundualdos et cetera omnia que iudex ordinarius ab imperatore debet habere ex sua iurisditione in suo districtu
(1191)


Potremmo ipotizzare questa verosimile catena di slittamenti semantici che ha portato da mundoald al manigoldo

tutore => uomo oppressivo, tirannico => malvagio,  malfattore => aguzzino, boia, carnefice  

Dal momento che sussisterebbe qualche difficoltà fonetica, possiamo immaginare che tutto si spieghi con la traduzione in latino del primo membro del composto: 
 
Traduzione: mund- "mano, autorità" => mani- 
Motivo della traduzione: formazione in epoca tarda di un gergo italo-longobardo. 

A riprova di ciò, in italiano esiste un'antica variante inattesa di mundoaldo, che è nata dalla stessa operazione di adattamento tramite traduzione: manovaldo. Questa è foneticamente molto affine a manigoldo.

Tentativi etimologici fallimentari 

Sono stati fatti anche altri tentativi di spiegazione, per lo più incentrati sull'idea che il significato originale fosse quello di "boia". Non risultano affatto convincenti. 
1) Jacob Grimm (1785 - 1863) ha ipotizzato un composto antico alto tedesco formato da menni, meinni , da lui tradotto come "collo", e da gold "oro", a significare quindi "collo d'oro". Sarebbe stato dato a un boia particolarmente vanesio o come denominazione ironica. Il composto, ammesso che sia esistito, significherebbe invece "oro del collare". Infatti menni non significa affatto "collo", bensì "collare"; l'ordine delle parole nel composto è sbagliato.  
2) C'è poi la ricostruzione di manigoldo come Manowalt, tradotto come "che maneggia il collare". Tuttavia l'antico alto tedesco mana non significa affatto "collare", bensì "criniera". 
3) Friedrich Kluge (1856 - 1926) ha invece preso il nome composto Managold interpretandolo come "molto potente" (tedesco Vielherrscher) anziché "che domina le masse", ritenendolo un sinonimo dell'antroponimo greco Πολυκράτης.  
4) Un blogger, Michele Rondelli, ha ipotizzato che manigoldo sia una termine italoamericano proveniente da money "denaro" con l'aggiunta di gold "oro". C'è da dire che la sua suggestione non ha alcuna pretesa di essere autorevole. Non sembra avere ben chiaro che Ariosto non avrebbe potuto usare una parola italoamericana, per semplici ragioni di cronologia. Il composto "denaro" + "oro" non è molto solido. Ho tuttavia ritenuto utile riportare anche questa paretimologia.


Conclusioni 

Si ravvisa sempre il solito problema delle proposte etimologiche datate che vengono rese nuovamente popolari da Google, soffocando ogni iniziativa. Mancano studi innovativi nel mondo accademico. Mi rendo conto che un blog non sia il mezzo adatto per trovare soluzioni a problemi tanto gravi, tuttavia non ci sono molte alternative. 

giovedì 24 novembre 2022

UN RELITTO LONGOBARDO IN TOSCANO: PATERACCHIO / PATARACCHIO / PATRAFFIO 'PATTO'

Il fraterno amico P., nato e cresciuto in un poco amabile borgo della Brianza, ha spesso usato la parola pateracchio con il senso di "pasticcio, cosa riuscita male" o come sinonimo di "inciucio", "intrigo". Non so come l'uso della parola pateracchio sia giunto a P., che non ha antenati toscani. Probabilmente ha adottato il termine nell'ambiente scolastico, da qualcuno che lo aveva appreso dai genitori. Volendo indagare l'etimologia della bizzarra parola, ho potuto constatare che è tipica del toscano. Questi sono i dati disponibili:  

pateracchio
Varianti: pataracchio, patraffio
Uso: sostantivo
Forma plurale: pateracchi, pataracchi, patraffi 
Significato: 
 1) patto nuziale 
 2) patto, accordo 
 3) accordo ambiguo, non chiaro 
 4) pasticcio, pastrocchio (gergale
Glossa inglese: pact, covenant; muddle 

Esempi di frasi: 

I ragazzi si conobbero, si piacquero e il pateracchio fu fatto colle benedizioni di ben quarantacinque parenti.
(De Marchi) 

Ma non si deve neppure avvilire il rigore speculativo e la serietà della teologia in pateracchi e compromessi, con la scusa della "pastorale", se non vogliamo trasformare il pastore in un affarista faccendiere e maneggione e i fedeli in animali, pecoroni da allevamento. 
(cit.) 



 
Alcune note etimologiche 

Questo è il composto originale: 

Protogermanico: *faðurfeχu "ricchezza del padre" 
Ortografia alternativa: *fadurfehu  
    (< *faðǣr , *faður- "padre"; *feχu "ricchezza")   



Esito antico alto tedesco: *faterfihu "beni del padre"
(cfr. Otto Schrader, 1929) 
  
Esito longobardo:

Longobardo:  faderfio "beni del padre", "dote paterna"  
Pronuncia: /'faderfio/ 
Varianti: fadarfio 
Varianti ortografiche: phaderfio 
Forme corrotte: faderfido 
Nota: 
Questo termine legale, tipico del diritto longobardo, indica i beni assegnati dal padre alla figlia in occasione del matrimonio. Pur appartenendo giuridicamente alla donna, era consentito al marito farne uso. In genere si trattava di una dote di modesto valore. Si noterà che la donna non entrava nell'asse ereditario: il faderfio era tutto ciò che le spettava.    

Traduzione del primo elemento del composto: 
   fader-, fadar- => pater-, patre- 
Causa della traduzione: formazione in epoca tarda di un gergo italo-longobardo. 

Questa è la trafila fonetica ipotizzabile: 

faderfio, fadarfio => *patreffiopatraffio => *patracchio => pataracchio, pateracchio 

Le forti irregolarità fonetiche sono dovute al fatto che la parola doveva essere sentita come estranea dai locutori della lingua romanza. Dalla pronuncia originale con l'accento sulla prima sillaba e con -i- pienamente sillabica, si dovette passare all'adattamento romanzo con l'accento sulla penultima sillaba e con -i- semiconsonante: 

Longobardo: fàderfio /'faderfio/ =>
Romanzo: fadèrfio /fa'derfjo/ 

Queste sono le trafile semantiche ipotizzabili: 

"assegno paterno (alla figlia)" => "accordo matrimoniale" => "compromesso" => "accordo dubbio o fumoso" => "pasticcio, cosa riuscita male"

"assegno paterno (alla figlia)" => "accordo matrimoniale" => "compromesso" => "accordo ambiguo o illecito", "inciucio", "intrigo" 

Un'etimologia falsa e buffa 

Nemmeno il pateracchio si è salvato dalle manipolazioni dei paleocomparativisti, che hanno pensato di farlo derivare tramite un ipotetico *patteracchio dalla parola patto, che è di tutt'altra origine. Il cumulo di "falsi suffissi" ovviamente non si spiega, ma a questo genere di pseudo-etimologi importava ben poco.

Conclusioni 

Sarebbe auspicabile che le indagini etimologiche di ogni settore del lessico di ogni lingua siano condotte in modo incessante e sempre più approfondito, in modo tale da mettere a nudo tesori come quello che abbiamo portato alla luce in questo contributo.

mercoledì 16 novembre 2022

ETIMOLOGIA DELL'INGLESE AUSTRALIANO DINKUM 'VERO', 'GENUINO'

Molti anni fa mi è capitato di imbattermi in una strana parola gergale dell'inglese australiano, il cui suono mi ha subito colpito per il suo aspetto fonetico a dir poco inconsueto: dinkum, che significa "vero", "genuino". Mi sono domandato quale ne potesse essere l'origine, poi ho dovuto occuparmi d'altro e la questione per un po' è sprofondata nei mie banchi di memoria stagnante. Ora ne è riemersa. 

Partiamo dai dati disponibili: 

dinkum
Pronuncia: /'dɪŋk
əm/
Uso: aggettivo 
Comparativo: more dinkum 
Superlativo: most dinkum 
Significato: 
1) vero 
2) genuino  
3) onesto 
Prima attestazione nota: 1879 
Nazione: Australia  
Attestazioni in dialetti inglesi: Derbyshire, Lincolnshire (fine XIX secolo) 
Area di uso attuale: Australia, Nuova Zelanda 
Condizioni: slang in fase di obsolescenza 

dinkum
Pronuncia: /'dɪŋk
əm/
Uso: sostantivo 
Origine: derivazione aggettivale
Significato: 
1) duro lavoro 
2) verità 
Prima attestazione nota: 1882, nel significato 1) 
Area di uso attuale: Australia, Nuova Zelanda 
Condizioni: slang in fase di obsolescenza 

Derivati: 

dinkum oil "la verità" 
fair dinkum "genuino", "onesto" 
straight dinkum "genuino", "onesto" 
dinky-die "genuino", "vero", "onesto" 



Esempi: 

1) aggettivo  

Hon. Sir Ross McLarty: We were always dinkum.
Mr. MAY: The ultimate result showed how dinkum the hon. member was.
(Parlamento dell'Australia Occidentale, dibattiti parlamentari, 1956)

The dinkum Aussie everyone talks about, almost always with a certain unreal sentimentality, is clearly a worker.
(Craig McGregor, Profile of Australia‎, 1966)

Larry's jeep was behind mine, and as I went past an intersection, I saw a lot of their chaps around a dinkum super Mark VI tank — p'raps a Mark VII or VIII. I didn't have a chance for a proper dinkum look-see, what?
(A. J. Liebling, Direction: Paris: Mollie and Other War Pieces, 2004) 

He explained that he was due to have a game of hazards that night with a couple of Italian prospectors and that he was doctoring the dice so that they would do just what he wanted them to do.
‘Tim, is this game dinkum?’ asked Ted.
Highly indignant that such a suspicion should arise, he replied angrily:
‘Of course it's dinkum. They'll have loaded dice too!’
(Ron Fitch, Australian Railwayman: From Cadet Engineer to Railways Commissioner, 2006) 

2) sostantivo 

You look real jockey — thats' the dinkum.
(Ralph Albert Parlette, The Lyceum magazine, 1917)

Etimologia: 

L'etimologia di dinkum è considerata sconosciuta. L'unico raffronto che ha una parvenza di verosimiglianza è con il verbo to ding "colpire", "infliggere un piccolo danno", che nel dialetto del Gloucestershire significa "lavorare duramente". 

to ding
Pronuncia: /tə 'dɪŋ/
Uso: verbo
III persona sing. indicativo presente: dings 
Participio presente: dinging
Passato semplice: dinged, dang *
Participio passato: dinged, dung *
Significato: 
1) colpire (glossa: hit or strike)
2) gettare violentemente 
3) infliggere un danno minore, specialmente colpendo 
4) licenziare 
5) penalizzare, sottrarre punti (alla patente, etc.) 
6) fallire un colpo (di palla da golf) 

*Le forme della coniugazione forte (irregolare) sono ormai obsolete. 

(Etimologia 1)

Questa sarebbe la catena di slittamenti semantici: 

Inglese to ding "colpire" => 
Inglese del Gloucestershire to ding "lavorare duramente" => 
Inglese australiano *ding-come "duro, indefesso" (detto di lavoro)  => "onesto" => "vero", "genuino"; 
=> dinkum "duro lavoro" => "cosa onesta" => "cosa genuina, vera" 

La ricostruzione *ding-come, che cerca di spiegare la strana terminazione della parola, svela un antico composto, il cui secondo elemento ci appare connesso al norreno kvǽmr "utile", a sua volta dal protogermanico *kwǣmiz (*kwēmiz) "utile", "adatto". 

La radice verbale che forma la prima parte del composto, è parimenti di origine protogermanica. Ecco alcuni dati utili:  

Protogermanico: *dingwanan 
Significato: battere 
Discendenti: 
    Antico inglese: dingan "colpire violentemente", 
         "attaccare"; "ottenere vittoria" 
      Medio inglese: dingen "colpire violentemente",
         "attaccare"; "ottenere vittoria" 
      Inglese: to ding "colpire"; "infliggere un piccolo danno"
    Antico svedese: diunga "battere"

Questa è la forma causativa: 

Protogermanico: *dang(w)ijanan 
Significato: battere, colpire, martellare 
Discendenti: 
   Antico inglese: denċgan, denġan "battere", "colpire"
      Inglese: to dinge "battere", "colpire" 
   Norreno: dengja "battere", "martellare" 
      Antico svedese: dængia "battere", "colpire"
   Medio alto tedesco: tengen "martellare"
      
Tedesco: tengeln, dengeln "martellare" 
Derivato nominale: 
Protogermanico: *dang(w)alaz 
Significato: martello 
Discendenti: 
    Antico alto tedesco: tangal "martello" 


Conclusioni: 

Giungo a ricostruire una parola gergale norrena *ding-kvǽmr "che batte in modo utile", "utile nel battere", in origine epiteto poetico del fabbro. Era una tipica kenning. Questo termine deve essere giunto in Inghilterra all'epoca dei Vichinghi, vivendo sotterraneamente per secoli come un fiume carsico in contesti marginali, per poi emergere in Australia e in alcune aree dell'Inghilterra sul finire del XIX secolo. 

lunedì 14 novembre 2022

ETIMOLOGIA DELL'INGLESE AFROAMERICANO TO DIG 'CAPIRE', 'APPREZZARE'

Tutti ormai sanno che in inglese il verbo to dig significa "scavare" (deriva dal medio inglese diggen). Solo pochi sanno che nell'inglese degli States è presente anche un verbo omonimo dal significato del tutto diverso: to dig "capire", "apprezzare". Tipicamente afroamericana, questa parola ha conosciuto giorni di gloria. A quanto pare, ormai è considerata alla stregua di slang datato, obsoleto. Quale ne è l'origine? Provvediamo ad indagare a fondo l'interessante questione. 

Partiamo dai dati disponibili:

to dig 
Uso: verbo 
III persona sing. indicativo presente: digs 
Participio presente: digging 
Passato semplice/participio passato: dug 
Significato: 
1) capire, comprendere 
2) apprezzare
3) mostrare interesse in qualcosa 
Contesto: mondo del jazz 
Diffusione del termine: anni '50 e '60 del XX secolo  

Questo è un derivato: 

to dig on "essere attratto" 

(Etimologia 2) 

Questi sono alcuni esempi dell'uso del verbo to dig

1) "capire", etc.

You dig? "capisci?"

McCord has blown. Mitchell has blown. No tap on my telephone / Halderman, Ehrlichman, Mitchell, and Dean / It follows a pattern if you dig what I mean
(Gil Scott-Heron, "H2Ogate Blues, 1974)

2) "apprezzare"

Baby, I dig you "piccola, mi piaci" 

"And dig her!" yelled Dean, pointing at another woman. "Oh, I love, love, love women! I think women are wonderful! I love women!"
(Jack Kerouac, On the Road, 1947) 

Oh, but California / California, I'm coming home / I'm going to see the folks I dig
(Joni Mitchell, Blue, "California", 1971) 

Louie said, "I dig this Theo. I'm gonna learn Swahili and rap with him."
Saul Bellow, Humboldt’s Gift, 1976 

Etimologia: 

Nella lingua degli Wolof si riesce a trovare facilmente una parola adatta a spiegare l'origine della parola afroamericana. Eccola:

Wolof: déega "udire"; "capire"   
Ortografie alternative:
déglu, dégă "entendre" (Dictionnaire Français-Wolof et Wolof-Français, 1855)
Ortografie inesatte trovate in Wikipedia:
dëgg, dëgga, degu 

Un esempio di frase Wolof contenente questo verbo: 
Déega naa la bu baax "ti sento molto bene" 

Questa è la trafila fonetica ricostruibile: 

Wolof déega => 
neo-Wolof afroamericano *deig /dɪ:g/ => 
inglese afroamericano dig /dɪg/ 

La semantica si è conservata quasi immutata. Infatti è stato perso il significato di "udire" pur essendosi conservato quello di "capire". Si notino i singolari sviluppi fonetici. 

Altre proposte etimologiche: 

1) Il verbo to dig "capire" sarebbe derivato dal Gaelico d'Irlanda tuig "capire", "comprendere", dall'antico irlandese ·tucci, forma protonica di do·uccai "capire" - a sua volta dal proto-celtico *unketi.  
2) Secondo un'altra scuola di pensiero, non ci sarebbe necessità alcuna di postulare un'etimologia per il verbo to dig "comprendere": si tratterebbe di un puro e semplice uso gergale del verbo inglese to dig "scavare": 

"scavare in qualcuno" => "capire qualcuno"
"scavare in qualcosa" => "capire qualcosa" 

I sostenitori di questa teoria, a mio avviso banalizzante, pensano che si tratti di un'abbreviazione di un precedente to dig into one's spirit "scavare nel proprio spirito", con riferimento ad un contesto che poneva la massima enfasi sulla comprensione personale e sulla consapevolezza. Inoltre fanno notare che il verbo è forte (irregolare), dato che la forma del passato semplice e il participio passato è dug, proprio come nel verbo to dig "scavare". Questa caratteristica grammaticale renderebbe difficile pensare a un vocabolo importato.  

Curiosità: 

Si trova questo verbo come prestito gergale in alcune lingue della Scandinavia: norvegese digge "apprezzare, amare" e finlandese digata "apprezzare, amare". Si tratta di articoli di importazione, radicatisi in epoca non troppo remota, dovuti alla diffusione dell'interesse per la musica jazz e per la subcultura correlata.  

Conclusioni: 

Sostengo a spada tratta la teoria Wolof, pur essendo stata ritenuta "improbabile" da molti, Wikipediani inclusi. C'è chi fa notare che la parola emerge molto tardi nel complesso contesto degli slang americani. C'è chi fa notare, numeri alla mano, che il popolo Wolof, residente in Senegal, in Gambia e in Mauritania, sarebbe stato toccato poco dal traffico di schiavi. Eppure resto dell'idea che gruppi di Wolof, trasferiti in Nordamerica, siano riusciti a sopravvivere per qualche tempo e a trasmettere alcuni elementi linguistici della loro eredità.