Ricordo una scena di un film trash. Buzzanca stava copulando selvaggiamente in una grande stanza d'albergo. Mentre era in procinto di eiaculare nella sua maliarda, urlava "vino!", intendendo "vengo!" in rumeno maccheronico (in realtà "vino!" significa "vieni!", mentre "vengo" è "eu vin"). I camerieri, materialoni stoltissimi, gli portavano caraffe di vino rosso, credendo che egli volesse ubriacarsi durante l'amplesso.
Questa è la pagina del Wiktionary che riporta le forme della coniugazione del verbo rumeno in questione:
L'episodio porta ad alcune mortificanti riflessioni:
1) Basta un cambiamento fonetico minimo per rendere incomprensibile una parola
2) Basta una stupida omofonia per trarre in inganno (vedi anche il caso dell'idromele: come la gente ne sente parlare, pone subito la fastidiosissima domanda sulle mele del cazzo).
3) Regna e imperversa la fede cieca nell'assoluta sovrapponibilità e traducibilità di tutte le lingue. Appurata l'esistenza di una frase idiomatica in una lingua, questa viene automaticamente creduta esistente in tutte le altre e tradotta in modo letterale.
No. Non è assolutamente detto che la parola "venire" sia usata dovunque col significato di "avere l'orgasmo", "godere". Nella stessa lingua italiana, potrebbe benissimo essere un calco dell'inglese to cum, diffuso con la pornografia negli anni '70 e '80 dello scorso secolo. Non si può dare nulla per scontato: è necessaria un'indagine rigorosa.
Si noterà che l'inglese non ha parole distinte per indicare i concetti di "avere l'orgasmo" (detto di uomo o di donna) e di "eiaculare" (detto di uomo): entrambi i significati sono resi da to cum.
Esempi di fraseologia:
"godo" => I cum
"sborro" => I cum
"sto godendo" => I'm cumming
"sto per sborrare" => I'm cumming
"sto sborrando" => I'm cumming
"mi fa godere" => she makes me cum
"mi fa sborrare" => she makes me cum
"fammi godere" => let me cum
"fammi sborrare" => let me cum
Questa è la pagina del Wiktionary che riporta le forme della coniugazione del verbo rumeno in questione:
(vedi coniugazione)
L'episodio porta ad alcune mortificanti riflessioni:
1) Basta un cambiamento fonetico minimo per rendere incomprensibile una parola
2) Basta una stupida omofonia per trarre in inganno (vedi anche il caso dell'idromele: come la gente ne sente parlare, pone subito la fastidiosissima domanda sulle mele del cazzo).
3) Regna e imperversa la fede cieca nell'assoluta sovrapponibilità e traducibilità di tutte le lingue. Appurata l'esistenza di una frase idiomatica in una lingua, questa viene automaticamente creduta esistente in tutte le altre e tradotta in modo letterale.
No. Non è assolutamente detto che la parola "venire" sia usata dovunque col significato di "avere l'orgasmo", "godere". Nella stessa lingua italiana, potrebbe benissimo essere un calco dell'inglese to cum, diffuso con la pornografia negli anni '70 e '80 dello scorso secolo. Non si può dare nulla per scontato: è necessaria un'indagine rigorosa.
Si noterà che l'inglese non ha parole distinte per indicare i concetti di "avere l'orgasmo" (detto di uomo o di donna) e di "eiaculare" (detto di uomo): entrambi i significati sono resi da to cum.
Esempi di fraseologia:
"godo" => I cum
"sborro" => I cum
"sto godendo" => I'm cumming
"sto per sborrare" => I'm cumming
"sto sborrando" => I'm cumming
"mi fa godere" => she makes me cum
"mi fa sborrare" => she makes me cum
"fammi godere" => let me cum
"fammi sborrare" => let me cum
Alcune note di grammatichina inglese
A scuola si insegna con grande cura e pedanteria la differenza tra il presente abituale e quello progressivo in -ing, ma ci sono moltissimi usi particolari ed eccezioni.
Per quanto riguarda il verbo to cum "sborrare", "godere", le due forme di presente si equivalgono. Se qualcuno dice "I cum", intende generalmente dire "I'm cumming": non si tratta per necessità di un presente abituale.
"When used as a noun, it usually refers to sperm. When used as a verb, it can be used to describe both men and women. You didn't mention part of speech, although @Kevin made that helpful distinction in his answer, i.e. between noun and verb"
(Ellie Kesselman, 2023)
Traduzione:
"Quando è usato come nome, di solito si riferisce allo sperma. Quando è usato come verbo, può essere usato per descrivere sia gli uomini che le donne. Tu non hai menzionato la parte del discorso, tuttavia @Kevin ha fatto questa utile distinzione nella sua risposta, ossia tra nome e verbo"
Il verbo è considerato regolare (debole) o irregolare (forte)
"he cummed in her mouth"
"he came in her mouth"
Il participio passato è per lo più regolare (debole): cummed. La variante cum sembra un'abbreviazione di cummed. Tuttavia, secondo Wikipedia, le forme irregolari (forti) sono diffuse: cum, come.
"cummed tits":
"Huge cummed tits brunette babe Amy Anderson"
quasi sinonimo: creampied
cum boobs = cummed boobs
"cummed lips"
"Your pussy is so cute, and her cummed lips are so hot"
"Would you kiss me with a cummed lips?"
"The most I love kissing girl cummed lips and cum boobs"
etc.
Appurato questo, qual è la vera origine di to cum "eiaculare; godere" e di cum "sperma"? Il problema è annoso e di difficile soluzione.
Il verbo è considerato regolare (debole) o irregolare (forte)
"he cummed in her mouth"
"he came in her mouth"
Il participio passato è per lo più regolare (debole): cummed. La variante cum sembra un'abbreviazione di cummed. Tuttavia, secondo Wikipedia, le forme irregolari (forti) sono diffuse: cum, come.
"cummed tits":
"Huge cummed tits brunette babe Amy Anderson"
quasi sinonimo: creampied
cum boobs = cummed boobs
"cummed lips"
"Your pussy is so cute, and her cummed lips are so hot"
"Would you kiss me with a cummed lips?"
"The most I love kissing girl cummed lips and cum boobs"
etc.
Appurato questo, qual è la vera origine di to cum "eiaculare; godere" e di cum "sperma"? Il problema è annoso e di difficile soluzione.
Proposte etimologiche
1) Esiste l'idea che si tratti di un'abbreviazione di "come to climax", ossia "giungere al culmine".
"It's an informal way of spelling 'to come', which can mean having an orgasm. How exactly that verb has become associated with sexual acts is unclear (to me). My best guess would be that it was commonly used in a phrase similar to:
I'm coming to an orgasm!"
(Kevin, 2011)
Traduzione:
"È un modo informale di scrivere 'to come', che può significare avere un orgasmo. Non è chiaro (per me) come esattamente quel verbo sia stato associato ad atti sessuali. La mia ipotesi migliore sarebbe che fosse comunemente usato in una frase simile a: Sto arrivando all'orgasmo!"
Un tempo si usava dire anche in Italia "venire all'orgasmo" (esempio: "le faccio un ditalino e la faccio venire all'orgasmo"). Questa locuzione ormai è completamente desueta, non l'ho più sentita dall'epoca in cui ero adolescente.
Quello che manca completamente in italiano è un sostantivo derivato dal verbo calcato sull'inglese: non si è mai usata una parola come "venuta" col senso di "sperma".
"To this, I will add that as far as the verb come is concerned, there are similar constructions in German (kommen) and French (arriver)."
(RegDwigHt, 2011)
Traduzione:
"A questo aggiungo che per quanto riguarda il verbo venire esistono costruzioni simili in tedesco (kommen) e francese (arriver)."
L'argomento di ReDwigHt non è risolutivo: è ben possibile che in tedesco e in francese, proprio come in italiano, sia stata la produzione pornografica a causare un calco dell'inglese to cum.
Anche il tedesco e il francese non dispongono di sostantivi per indicare lo sperma, che siano derivati dai verbi kommen e arriver.
In questo, italiano, tedesco e francese differiscono radicalmente dall'inglese.
2) Esiste l'idea insensata che to cum "eiaculare, etc." derivi dalla preposizione latina cum "con, insieme a" (glossa inglese: with, together with).
Il percorso semantico escogitato dai fautori di questa proposta è ingegnoso ma abbastanza contorto.
John-cum-Paula significherebbe così "John (è) insieme a Paula", ossia "John e Paula fanno coppia", da cui si sarebbe ingenerato lo slittamento semantico "John sborra Paula" (dentro o sul corpo). Da qui il significato si sarebbe esteso, arrivando a indicare anche l'orgasmo femminile.
Detestando i romanisti e gli etimologi popolari, sono incline a irridere questa pseudoetimologia. Devo però riconoscere che chi l'ha avanzata poteva pensare di avere qualche ragione, basandosi sul buon senso e sull'evidenza della vita di coppia.
3) I verbi to come "venire" e to cum "eiaculare, etc." non hanno tra loro alcuna connessione. In altre parole, si tratta di una pura e semplice omonimia dovuta a coincidenza. Possiamo pensare che il verbo relativo all'orgasmo fosse in origine regolare (debole) e che le forme irregolari (forti) si debbano ad analogia con to come "venire".
Conclusioni:
L'argomento di ReDwigHt non è risolutivo: è ben possibile che in tedesco e in francese, proprio come in italiano, sia stata la produzione pornografica a causare un calco dell'inglese to cum.
Anche il tedesco e il francese non dispongono di sostantivi per indicare lo sperma, che siano derivati dai verbi kommen e arriver.
In questo, italiano, tedesco e francese differiscono radicalmente dall'inglese.
2) Esiste l'idea insensata che to cum "eiaculare, etc." derivi dalla preposizione latina cum "con, insieme a" (glossa inglese: with, together with).
Il percorso semantico escogitato dai fautori di questa proposta è ingegnoso ma abbastanza contorto.
John-cum-Paula significherebbe così "John (è) insieme a Paula", ossia "John e Paula fanno coppia", da cui si sarebbe ingenerato lo slittamento semantico "John sborra Paula" (dentro o sul corpo). Da qui il significato si sarebbe esteso, arrivando a indicare anche l'orgasmo femminile.
Detestando i romanisti e gli etimologi popolari, sono incline a irridere questa pseudoetimologia. Devo però riconoscere che chi l'ha avanzata poteva pensare di avere qualche ragione, basandosi sul buon senso e sull'evidenza della vita di coppia.
3) I verbi to come "venire" e to cum "eiaculare, etc." non hanno tra loro alcuna connessione. In altre parole, si tratta di una pura e semplice omonimia dovuta a coincidenza. Possiamo pensare che il verbo relativo all'orgasmo fosse in origine regolare (debole) e che le forme irregolari (forti) si debbano ad analogia con to come "venire".
Conclusioni:
1) è perfettamente nota l'etimologia indoeuropea di to come "venire";
2) l'etimologia di to cum "eiaculare, etc." è sconosciuta e tale potrebbe permanere ancora a lungo.
La prima attestazione di to cum, in realtà to cum off, si trova in una poesia della metà del XVII secolo, Walking in a Meadow Green, contenuta nel cosiddetto Percy Folio, un enorme manoscritto recuperato dal poeta, religioso e antiquario inglese Thomas Percy, Vescovo di Dromore (1729 - 1811). Purtroppo il Percy Folio è rimasto gravemente danneggiato da domestici maligni che ne hanno strappato molte pagine per accendere il camino e con ogni probabilità anche per pulirsi il deretano dopo aver defecato. Riporto la poesia per intero, nella malferma ortografia originale. L'autore secentesco è anonimo. Ecco il testo, tutto incentrato sull'irreversibilità della sborra:
Walking in a Meadow Green
(Bishop Thomas Percy, 1650)
Walking in a meadowe greene,
fayre flowers for to gather,
where p[r]imrose rankes did stand on bankes
to welcome comers thither,
I hard a voice which made a Noise,
which caused me to attend it,
I heard a lasse say to a Ladd,
"once more, & none can mend it."
They lay soe close together,
they made me much to wonder;
I knew not which was wether,
vntill I saw her vnder
then off he came, & blusht for shame
soe soone that he had endit;
yet still shee lyes, & to him cryes,
"Once More, & none can mend it."
His lookes were dull & verry sadd,
his courage shee had tamed;
shee bad him play the lusty lad
or else he quite was shamed;
"then stifly thrust, hee hit me iust,
ffeare not, but freely spend it,
& play about at in & out;
once more, & none can mend it."
And then he thought to venter her,
thinking the ffitt was on him;
but when he came to enter her,
the poynt turnd backe vpon him.
Yet shee said, "stay! goe not away
although the point be bended!
but toot againe, & hit the vaine!
once more, & none can Mend it."
Then in her Armes shee did him fold,
& oftentimes shee kist him,
yett still his courage was but cold
for all the good shee wisht him;
yett with her hand shee made it stand
soe stiffe shee cold not bend it,
& then anon shee cryes " come on
once more, & none can mend it!"
"Adew, adew, sweet hart, "quoth hee,
"for in faith I must be gone"
"nay, then you doe me wronge, "quoth shee,
to leaue me thus alone."
Away he went when all was spent,
wherat shee was offended;
Like a troian true she made a vow
shee wold have one shold mend it.
2) l'etimologia di to cum "eiaculare, etc." è sconosciuta e tale potrebbe permanere ancora a lungo.
Un'importante attestazione
La prima attestazione di to cum, in realtà to cum off, si trova in una poesia della metà del XVII secolo, Walking in a Meadow Green, contenuta nel cosiddetto Percy Folio, un enorme manoscritto recuperato dal poeta, religioso e antiquario inglese Thomas Percy, Vescovo di Dromore (1729 - 1811). Purtroppo il Percy Folio è rimasto gravemente danneggiato da domestici maligni che ne hanno strappato molte pagine per accendere il camino e con ogni probabilità anche per pulirsi il deretano dopo aver defecato. Riporto la poesia per intero, nella malferma ortografia originale. L'autore secentesco è anonimo. Ecco il testo, tutto incentrato sull'irreversibilità della sborra:
Walking in a Meadow Green
(Bishop Thomas Percy, 1650)
Walking in a meadowe greene,
fayre flowers for to gather,
where p[r]imrose rankes did stand on bankes
to welcome comers thither,
I hard a voice which made a Noise,
which caused me to attend it,
I heard a lasse say to a Ladd,
"once more, & none can mend it."
They lay soe close together,
they made me much to wonder;
I knew not which was wether,
vntill I saw her vnder
then off he came, & blusht for shame
soe soone that he had endit;
yet still shee lyes, & to him cryes,
"Once More, & none can mend it."
His lookes were dull & verry sadd,
his courage shee had tamed;
shee bad him play the lusty lad
or else he quite was shamed;
"then stifly thrust, hee hit me iust,
ffeare not, but freely spend it,
& play about at in & out;
once more, & none can mend it."
And then he thought to venter her,
thinking the ffitt was on him;
but when he came to enter her,
the poynt turnd backe vpon him.
Yet shee said, "stay! goe not away
although the point be bended!
but toot againe, & hit the vaine!
once more, & none can Mend it."
Then in her Armes shee did him fold,
& oftentimes shee kist him,
yett still his courage was but cold
for all the good shee wisht him;
yett with her hand shee made it stand
soe stiffe shee cold not bend it,
& then anon shee cryes " come on
once more, & none can mend it!"
"Adew, adew, sweet hart, "quoth hee,
"for in faith I must be gone"
"nay, then you doe me wronge, "quoth shee,
to leaue me thus alone."
Away he went when all was spent,
wherat shee was offended;
Like a troian true she made a vow
shee wold have one shold mend it.
Traduzione:
Camminando in un prato verde,
fiori favolosi da raccogliere,
dove sui banchi si trovavano i ranghi delle primule
per accogliere i visitatori che vengono lì,
Ho forte una voce che faceva rumore,
che mi ha spinto a parteciparvi,
Ho sentito una ragazza dire a un ragazzo,
"Ancora una volta, e nessuno può ripararlo."
Giacevano così vicini,
mi hanno fatto molto meravigliare;
Non sapevo quale fosse il motivo,
finché non l'ho vista sotto
poi lui sborrò, arrossendo per la vergogna
tanto presto ebbe fine;
eppure lei mente ancora, e lo implora,
"Ancora una volta, e nessuno può ripararlo."
Il suo aspetto era spento e molto triste,
il suo coraggio lei lo aveva domato;
gli aveva detto di interpretare il ragazzo voglioso
oppure si vergognava parecchio;
"poi spingi forte, mi ha colpito giusto,
non temere, ma consumalo liberamente,
e gioca dentro e fuori;
ancora una volta, e nessuno può ripararlo."
E allora pensò di ingravidarla,
pensando che il problema fosse per lui;
ma quando venne ad entrare in lei,
la punta si rivoltò contro di lui.
Eppure lei disse: "Resta! Non andare via
anche se la punta è piegata!
ma suona ancora e colpisci la vagina!
Ancora una volta, e nessuno può ripararlo."
Poi nelle sue braccia lo fece piegare,
e spesso lo baciava,
eppure il suo coraggio era tutt'altro che freddo
per tutto il bene che gli augurava;
eppure con la mano lo fece stare in piedi
così rigida che lei non poteva piegarla,
e poi subito implora "andiamo".
Ancora una volta, e nessuno può ripararlo!"
"Addio, addio, tesoro", disse lui,
"perché in fede devo andarmene"
"no, allora mi fai un torto", disse lei,
"a lasciarmi così sola."
Lui se ne andò quando tutto fu trascorso,
per questo lei si offese;
Come una vera troiana, lei fece un voto:
ne vorrebbe uno che lo riparasse.
Glossario:
adew "addio" (1)
cold = could
ffeare not "non temere"
ladd "ragazzo"
lasse "ragazza"
meadowe greene "prato verde" (2)
off he came "eiaculò"
quoth hee "disse lui"
quoth shee "disse lei"
shee kist = she kissed
off he came "eiaculò"
quoth hee "disse lui"
quoth shee "disse lei"
shee kist = she kissed
shold = should
soe = so
soe = so
sweet hart "tesoro" (3)
toot "suona (il corno)", "scorreggia"
vaine "vagina" (4)
vaine "vagina" (4)
wold = would
yett = yet
yett = yet
(1) Deriva dall'antico francese adieu. Secondo l'Oxford English Dictionary, questa parola ricorre soltanto in medio inglese.
(2) Gli aggettivi erano spesso posposti, con buona pace delle odierne maestrine gnè-gnè.
(3) Sta chiaramente per sweet heart e non ha nulla a che fare con hart "cervo maschio".
(4) A quanto mi risulta è un hapax. Deriva dall'antico francese. Nel Web si trova spesso scritto hit the vain anziché hit the vein "colpisci la vena" (nel linguaggio dei medici e in quello dei tossicomani), che a mio avviso non ha nulla a che fare col vaine della poesia.
(4) A quanto mi risulta è un hapax. Deriva dall'antico francese. Nel Web si trova spesso scritto hit the vain anziché hit the vein "colpisci la vena" (nel linguaggio dei medici e in quello dei tossicomani), che a mio avviso non ha nulla a che fare col vaine della poesia.
Walking in a Meadow Green irradia angoscia e senso dell'irreparabile: è una testimonianza di un'epoca in cui era chiaro a tutti che il sesso non è affatto un gioco innocuo.
Derivati e composti
Esistono numerosi derivati di cum "sperma":
cumbucket, cumdump, cum dumpster, cum receptacle
"persona laida" (lett. "serbatoio di sborra")
"persona promiscua" (spesso detto di omosessuali o bisessuali)
cumrag
"fazzolettino usato per pulire lo sperma"
"persona che fa sesso occasionale ricevendo sperma dentro o addosso"
Può dirsi di donne o di omosessuali effeminati.
cum guzzler
"inghiottitrice di sperma", "inghiottitore di sperma"
Note:
Si dice di donne o di omosessuali effeminati che praticano ossessivamente la fellatio a partner promiscui ingurgitando il materiale genetico.
cum towel
"fazzolettino usato per pulire lo sperma"
Note:
Si dice di donne remissive, che si umiliano prendendo spermi differenti.
cumskin
cumskin
termine usato dai MANDINGO per indicare i bianchi, irridendoli (lett. "pelle di sborra").
cum tribute
"foto di una persona, su cui un uomo si masturba e versa lo sperma"
cum catcher
"un condom"; "una persona molto promiscua"
(alla lettera: "che acchiappa lo sperma")
Gli Anglosassoni sono lividi e violenti.
Tentativi di traduzione letterale:
cumrag "straccio zuppo di sborra"
cumslut "troia di sborra"
cumsoaked "zuppo di sborra"
Non fa specie che il politically correct sia nato anche come reazione ad abusi verbali di questa specie, che non ho mai sentito proferire in Italia. Si tratta a mio avviso di un vero e proprio tabù verbale. In Italia c'è una sorta di interdetto che impone di non essere troppo espliciti nell'insultare una donna promiscua e persino un omosessuale. Si sente dire che una è una "troia", che uno è un "frocio", un "finocchio" o un "ricchione", ma non che è una "latrina di sborra", un "cencio sborrato" o simili.
cum tribute
"foto di una persona, su cui un uomo si masturba e versa lo sperma"
cum catcher
"un condom"; "una persona molto promiscua"
(alla lettera: "che acchiappa lo sperma")
Gli Anglosassoni sono lividi e violenti.
Tentativi di traduzione letterale:
cumrag "straccio zuppo di sborra"
cumslut "troia di sborra"
cumsoaked "zuppo di sborra"
Non fa specie che il politically correct sia nato anche come reazione ad abusi verbali di questa specie, che non ho mai sentito proferire in Italia. Si tratta a mio avviso di un vero e proprio tabù verbale. In Italia c'è una sorta di interdetto che impone di non essere troppo espliciti nell'insultare una donna promiscua e persino un omosessuale. Si sente dire che una è una "troia", che uno è un "frocio", un "finocchio" o un "ricchione", ma non che è una "latrina di sborra", un "cencio sborrato" o simili.
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