giovedì 24 agosto 2023

ALCUNI SUONI SCOMPARSI DALL'ITALIANO IN EPOCA RECENTE

Le lingue cambiano lentamente, senza che i parlanti se ne accorgano. Non sono soltanto le parole a scomparire, a formarsi o a essere prese in prestito. Avvengono mutamenti meno appariscenti nel modo di articolare i suoni. Sono questi i mutamenti più importanti e duraturi. A scuola, dove ci sono le maestrine "gnè gnè gnè", la fonologia e la fonetica non sono argomenti capace di riscuotere il benché minimo interesse: l'insegnamento si riduce tutto alla lingua scritta, senza la benché minima possibilità di capire che la scrittura è soltanto un mezzo per registrare la lingua parlata. 

Partiamo da una semiconsonante complessa: 

[jw]
Esempi: aiuola, mariuolo
Trafile:  
aiuola [a'jwɔla] > /ai'wɔla/, /a'jɔla/
mariuolo [ma'rjwɔlo] > /mari'wɔlo/, /ma'rjɔlo/ 
    (prestito dal napoletano) 
Note:
La pronuncia più comune di aiuola a cui sono stato esposto da giovane è /ai'wɔla/. Oggi sembra essere più comune la variante ridotta aiola /a'jɔla/. Per fortuna è una parola abbastanza rara e possono difficilmente sorgere rogne.
La pronuncia trisillabica di mariuolo, prescritta nei dizionari (la grafia è marïuolo con tanto di dieresi), potrebbe essere nata da un tentativo di articolare un suono ormai considerato difficile. Le etimologie più plausibili riconducono questo vocabolo al nome di Mario, oppure a quello di Maria, in questo caso postulando un significato originario di "furfante con apparenza di devoto mariano". Propendo per Mario, da intendersi come antico epiteto della volpe, animale oggetto di numerosi tabù e considerato un'emanazione del Diavolo. In ogni caso, la formazione è con ogni probabilità medievale ed è avvenuta applicando un suffisso -iuolo, molto produttivo.

Notiamo che [jw] non può essere considerato un fonema della lingua italiana. Infatti non esistono coppie di parole distinte tra loro soltanto per la presenza o meno di questo suono. 
Tuttavia, [jw] è tecnicamente un'approssimante palatale labializzata. Non sono convinto che possa essere ridotto a un semplice incontro tra le approssimanti /j/ e /w/.

Un ulteriore esempio:
Pascoli scriveva assiuolo per assiolo "specie di strigiforme simile al gufo". 
Trafila: 
assiuolo [as'sjwɔlo] > /assi'wɔlo/, /assi'ɔlo/, /as'sjɔlo/ 
Nota: 
La pronuncia un tempo più diffusa tra le classi alte era /assi'ɔlo/, tanto che nei dizionari si scriveva assïolo, con la dieresi, per indicare che -i- non era una semiconsonante. In fatto che si sia sviluppata una variante popolare usciolo /uʃ'ʃɔlo/ indica che la semiconsonante esisteva e che era addirittura giunta a palatalizzare la sibilante precedente. 
Come già visto per mariuolo, la pronuncia trisillabica di assiuolo potrebbe essere nata da un tentativo di articolare un suono ormai considerato difficile. 

Origine del suono: 
Questo suono [jw] si è formato nel corso di una complessa trafila che dal latino volgare ha portato al toscano e ad altri derivati come il napoletano. Il primo passo, quello fondamentale, ha prodotto uno spostamento dell'accento in latino. 

i) Trafila latina: 

āréola /a:'rɛɔla/ (diminutivo di ārea "spazio aperto")
    > *ārióla /a:'rjɔla/ 
*axíolus /a'ksiɔlus/ (diminutivo di axiō "gufo")
    > *axiólus /a'ksjɔlus/

In altre parole, le sequenze discendenti di vocali sono diventate ascendenti. L'accento si è trasferito sull'elemento dotato di maggior apertura vocalica.

ii) Trafila romanza:

Una volta che si è prodotto il suono /jɔ/, la presenza della semiconsonante /j/ non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/

Nota: 
Le parole area e areola in italiano sono latinismi a tutti gli effetti. L'esito regolare del latino ārea è aia
Allotropi: 
area - aia 
areola - aiuola 

Altri suoni complessi derivati

w]
Esempi: figliuolo, figliuola  
Trafila: 
figliuolo [fiʎ'ʎwɔlo] > figliolo /fiʎ'ʎɔlo/
figliuola [fiʎ'ʎwɔla] > figliola /fiʎ'ʎɔla/
Nell'italiano parlato in Italia settentrionale la pronuncia è /fi'ʎɔlo/, /fi'ʎɔla/ (senza traccia di consonante forte). 

Questo suono deriva da un precedente [ljw].

i) Trafila latina: 

fīlíolus /fi:'liɔlus/ (diminutivo di fīlius "figlio")
   > *fīliólus /fi:'ljɔlus/

In altre parole, le sequenze discendenti di vocali sono diventate ascendenti. L'accento si è trasferito sull'elemento dotato di maggior apertura vocalica.

ii) Trafila romanza:  

Una volta che si è prodotto il suono /jɔ/, la presenza della semiconsonante /j/ non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/. In seguito, l'elemento /j/ ha palatalizzato la consonante precedente /l/.

w]
Esempio: gragnuola 
Trafila: 
gragnuola /graɲ'ɲwɔla/ > gragnòla /graɲ'ɲɔla/
Nell'italiano parlato in Italia settentrionale la pronuncia è /gra'ɲɔla/ (senza traccia di consonante forte). 
Semantica: 
Dal significato di "grandine piccola" si è poi passati a "serie di colpi fitti", "serie di cose spiacevoli che capitano tutte addosso".

Questo suono deriva da un precedente [njw].

i) Trafila latina: 

*grandíola /gran'diɔla/ (diminutivo di grandō "grandine", gen. grandinis)
   > *grandióla /gran'djɔla/

In altre parole, le sequenze discendenti di vocali sono diventati ascendenti. L'accento si è trasferito sull'elemento dotato di maggior apertura vocalica.

ii) Trafila romanza: 

Una volta che si è prodotto il suono /jɔ/, la presenza della semiconsonante /j/ non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/. La consonante /d/ è scomparsa. In seguito, l'elemento /j/ ha palatalizzato la consonante precedente /n/

[tʃw]

In alcuni cognomi si trovano altri suoni complessi, rarissimi. Nella libreria Feltrinelli a Milano, in Stazione Centrale, mi sono imbattuto in uno di questi suoni inconsueti. Era contenuto nel cognome Urciuolo.
Trafila:  
Urciuolo /ur'tʃwɔlo/ > /urtʃi'wɔlo/, /ur'tʃɔlo/ 

Cercando di rendere agevole la pronuncia, anche qui si formano sillabe dove non c'erano. 

Questo suono deriva da un precedente [tʃjw]

i) Trafila latina: 

urcéolus /ur'kεɔlus/ (diminutivo di urceus "orcio")
   > *urciólus /ur'kjɔlus/ > /ur'tsjɔlus/ 

In altre parole, le sequenze discendenti di vocali sono diventati ascendenti. L'accento si è trasferito sull'elemento dotato di maggior apertura vocalica.

ii) Trafila romanza: 

Una volta che si è prodotto il suono /jɔ/, la presenza della semiconsonante /j/ non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/

Poi mi è venuto in mente che esiste anche un altro cognome, ben più famoso, che contiene lo stesso suono: 

Cannavacciuolo /kannavat'tʃwɔlo/

In questo caso, forse per l'eccessivo numero di sillabe, non sembra che si sia prodotta una pronuncia /*kannavattʃi'wɔlo/. Per contro, la gente per lo più pronuncia come se fosse scritto *Cannavacciolo /kannavat'tʃɔlo/
Il cognome deriva dal napoletano cannavacciuoli "stracci da cucina", "panni di canapa", a sua volta dal latino cannabis "canapa" (latino tardo canapa). 

[dʒw]
Esempi: giuoco, giuocare 
Trafile: 
giuoco /'dʒwɔko/ > gioco /'dʒɔko/ 
giuocare /dʒwo'kare/ > giocare /dʒo'kare/

Forma arcaica e letteraria, "giuoco" compare in alcuni ambiti formali, come ad esempio la locuzione "giuoco del calcio". Comunemente si mette d'accordo la tradizione con la praticità scrivendo "giuoco" e pronunciando "gioco"
Ricordo ancora che alle elementari c'era chi pronunciava /dʒi'wɔko/ con tre sillabe, non riuscendo ad articolare il suono /dʒw/

i) Trafila latina: 

In latino si ha una consonante iniziale /j/ fin dai tempi antichi: 

iocus /'jɔkus/ "scherzo, celia"; "passatempo", "svago" 

Non si è quindi avuto alcun mutamento significativo fino all'epoca romanza. 

ii) Trafila romanza: 

La presenza della semiconsonante /j/ non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/. In seguito si è avuta la regolare evoluzione di /j/ in una consonante affricata /dʒ/.

Ancora esistente, anche se solo in pochissimi casi, è questo suono affricato: 

[tsw
Esempi: 
Pozzuoli (prov. di Napoli)
Pozzuolo (ricorre in diversi toponimi: Pozzuolo Martesana, prov. di Milano; Pozzuolo del Friuli, prov. di Udine; Pozzuolo Umbro, frazione di Castiglione del Lago, prov. di Perugia) 
In altri toponimi si è avuta semplificazione con scomparsa dell'elemento labiale.
Esempio:  
Pozzolo Formigaro (prov. di Alessandria); si nota che gli annunciatori ferroviari pronunciano spesso, in modo erroneo, Pòzzolo Formigaro

i) Trafila latina: 

putéolus /pu'tεɔlus/ (diminutivo di puteus "pozzo")
pl. putéolī /pu'tεɔli:/
   > *putiolus /pu'tjɔlus/ > /pu'tsjɔlus/
   pl. *putiolī /pu'tjɔlī/ > /pu'tsjɔlī/ 

In altre parole, le sequenze discendenti di vocali sono diventate ascendenti. L'accento si è trasferito sull'elemento dotato di maggior apertura vocalica.

ii) Trafila romanza: 

Una volta che si è prodotto il suono /jɔ/, la presenza della semiconsonante /j/, che ha assibilato la consonante precedente /t/ in /ts/, non ha potuto impedire la dittongazione della vocale /ɔ/ in /wɔ/

Conclusioni

Riporto un aneddoto. All'epoca dell'università, chiamavo Fabìolus un compagno di sventura, il cui vero nome era Fabio. Una cameriera di un ristorante cinese dove pranzavamo spesso, non riuscendo a pronunciare Fabìolus, realizzava il soprannome come Fabiòlo. Senza saperlo, aveva introdotto un mutamento simile a quello avvenuto nel latino volgare dei tempi dell'Impero!

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