martedì 12 luglio 2016

BASTA COL BUONISMO: I PUFFI DOVREBBERO CHIAMARSI STRONFI


Il nome originario dei Puffi è Schtroumpfs /ʃtrumpf/, parola dalla sonorità tedesca, usata da Peyo per trascrivere un verso gutturale da lui emesso non sapendo come indicare una saliera, in occasione di un pranzo con gli amici. Così disse qualcosa come "Passe-moi le... 'Schtroumpf'!" Quella strana vocalizzazione piacque e ne nacquero le simpatiche creature azzurrine dotate di evidenti simbolismi mithraici. Anzi, si tratta di una vera e propria comunità di fedeli di Mithra in berretto frigio, col Grande Puffo come Pater Patrum. Sui significati esoterici di questo singolarissimo fumetto torneremo in altra occasione.

Si capisce che il nome italiano dei Puffi avrebbe dovuto essere Stronfi, dal semplice adattamento fonetico di Schtroumpf. Tuttavia, data l'assonanza di Stronfi con stronzi, si dovette trovare un nome diverso, una sorta di eufemismo. Questa sostituzione di "Stronfi" con "Puffi" è uno dei tanti effetti deleteri del buonismo. I censori della Repubblica erano terrorizzati all'idea che i bambini di tutt'Italia cominciassero a usare la parola "stronfo" a ogni piè sospinto, inquinando l'aere. Ogni assonanza fecale andava stroncata sul nascere. Così qualche burocrate della Censura esercitò la sua pressione e un geniale traduttore pensò di prendere a prestito dal francese il vocabolo pouf /puf/ - che indica uno sgabello o poggiapiedi interamente costituito da imbottitura - dando così origine al fortunato nome dei Puffi.

Sarebbe un errore credere che il buonismo sia stato introdotto in Italia dai neocomunisti. Sue manifestazioni esistevano già in varie nazioni europee. Ad esempio aveva una tradizione radicata nella Germania Nazionalsocialista: la propaganda di Goebbels può ben essere definita a tratti come buonista. L'esempio più innocente di meme goebbelsiano buonista è il mito di Hitler astemio e vegetariano (in realtà il Cancelliere faceva i suoi assaggi di vino e amava il piccione arrosto di Amburgo). Simili trovate non sono che mezzi per nascondere la realtà e presentarla sotto il manto dell'ideologia. Nell'uso di questo strumento Goebbels deve essere considerato un dilettante: è nell'attuale regime democratico che si hanno i suoi esiti più aberranti e paradossali. In Italia, prima della fine dei PCI e della nascita di mostruose entità politiche come l'Ulivo, seguito dall'ancor più deleterio PD, il buonismo assumeva soprattutto l'aspetto del tabù verbale. Certe parole non si potevano pronunciare. Così i piedi dovevano essere chiamati "pioti" o "estremità"... e gli Stronfi dovevano essere chiamati Puffi.

2 commenti:

  1. Come al solito i suoi articoli son sempre interessanti, gentile Marco.
    Mi riesce impossibile non citare in questo contesto il caso del mago Merdino, che per evitare assonanze fecali diventò il famoso mago Merlino. Perché le assonanze coi volatili erano assai meno problematiche da sopportare.
    Ovviamente queste traduzioni riguardavano gallese vs. francese, o magari piú propriamente normanno; ma le medesime considerazioni si posson estendere benissimo anche all'italiano moderno, viste le minime differenze tra "merda" e "merde" o tra "merle" e "merlo".

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  2. Grazie a te dell'intervento, carissimo! Il percorso di Merlino è davvero lungo. All'origine c'è il toponimo *Moridu:non (attestato in forma latinizzata come Moridunum), che divenne per naturale evoluzione Myrddin in gallese. Gli fu data una falsa etimologia da myrdd "diecimila" (dal latino myrias, a sua volta dal greco). Quindi si ebbe la trasformazione in Merlinus per evitare *Merdinus. Nei dialetti galloitalici non sono ignote trasformazioni eufemistiche di questo genere. A Crema il termine merlòt indica uno stronzo, anziché merdòt, e viene italianizzato in "merlotto". Ricordo che all'università un cremasco descriveva le sue perversioni: faceva fare alla sua ragazza un merlotto per poi depositarvi il suo sperma.

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