mercoledì 12 ottobre 2016

IL MISTERO DELLA SCOMPARSA DEGLI AFROAMERICANI ARGENTINI


Molti anni fa mi capitò di imbattermi in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera cartaceo, in cui si parlava di un fatto ben strano: la presenza di una forte componente afroamericana in Argentina. A Buenos Aires alla fine dell'XVIII secolo e all'inizio del XIX, quasi metà della popolazione era composta da schiavi importati dall'Africa. Ora, è chiaro a tutti che l'Argentina è una delle nazioni più bianche dell'intero Sudamerica. Non è certo famosa per avere una popolazione nera rilevante. Anzi, nell'immaginario collettivo, per le strade di Buenos Aires non cammina nemmeno una persona di colore. L'articolista raccoglieva questo dato di fatto e lanciava una domanda interessante e provocatoria, che suonava così: "Dove sono finiti gli afroamericani argentini?" Non si azzardava a fornire la risposta, che tuttavia si stagliava chiarissima nella mia mente ancor prima di aver finito la lettura del testo. Semplice: sono stati trucidati. C'è stato un genocidio che ha rimosso dalla sera alla mattina migliaia di persone. Tutto questo è stato dimenticato, semplicemente cancellato: per qualche ragione non interessa ai buonisti.  

Questo è quanto riportato su Wikipedia alla voce Afro-latinoamericano a proposito della scomparsa dell'elemento afroamericano in Argentina (12/10/2016): 


"Tradizionalmente è stato sostenuto che la popolazione nera in Argentina è diminuita fino ad essere insignificante all'inizio del XX secolo. Comunque, il censimento avvenuto in due quartieri dell'Argentina nel 2006 riguardo alla popolazione con antenati africani ha portato alla luce che il 5% della popolazione sa di avere antenati africani, e un altro 20% dice che è possibile, ma non ne ha la certezza. Dato che l'immigrazione europea in Argentina rappresentava la metà della crescita nel 1960, alcuni ricercatori sostengono che, piuttosto che di diminuzione, si dovrebbe parlare di "invisibilità" della popolazione afro-argentina e delle sue radici culturali. Altri ricercatori hanno asserito che ci fu un deliberato genocidio ai danni degli afro-argentini, che fu apertamente descritto da molti euro-argentini come Domingo Faustino Sarmiento e fu messo in atto probabilmente usando una politica repressiva durante le epidemie e le guerre."

Quando entrano in ballo fattori politici e razziali, Wikipedia diventa un ricettacolo di pappina incoerente che va vagliata con grande cura, con la stessa abilità degli scrutatori di feci del Faraone nell'Antico Egitto. In realtà agli inizi del nostro secolo di persone afroamericane nel Paese dell'Argento ne sono state rilevate ben poche. Il Censimento Nazionale del 2010 dà una popolazione afroamericana di 149.493 persone, soltanto lo 0,4% dell'intera popolazione argentina. Questi comprendono anche circa 10.000 discendenti di pescatori e marinai migrati da Capo Verde nei primi decenni del XX secolo. L'immigrazione europea in Argentina di per sé non spiega nulla. Avrebbe certo fatto diminuire la preponderanza dell'elemento africano ma non lo avrebbe fatto sparire. C'erano intere province del Nordovest in cui la popolazione di colore costituiva circa la metà del totale. Un censimento del 1778 dà queste percentuali: 

Santiago del Estero: 54%
Catamarca: 52%
Salta: 46%
Cordoba: 44%

Tucumán: 42%

Mendoza: 24%

La Rioja: 20%
San Juan: 16%
Jujuy: 13%

Fornisco il link a un documento molto interessante sulla situazione nella provincia di Tucumán: 


Nel 1810 a Buenos Aires un censimento fornisce la seguente composizione etnica della popolazione cittadina:

22.793 bianchi
9.615 neri e mulatti
150 indigeni

È un dato di fatto incontrovertibile: di tutti questi individui di origine africana, un tempo numerosissimi, non resta quasi traccia. Semplicemente sono stati annientati. Inutile edulcorare i fatti e inutile girare sempre intorno alla stessa colonna. Wikipedia parla della descrizione del genocidio da parte di alcuni autori, facendo credere che si tratti di coraggiose denunce dell'accaduto. A sentire chi ha scritto il testo wikipediano, Domingo Faustino Sarmiento sarebbe stato uno di questi denunciatori di un crimine spaventoso. Ebbene, le cose stanno diversamente. Tutti gli indizi convergono proprio sul presidente Domingo Faustino Sarmiento, un adepto della setta massonica che evidentemente ha dato l'ordine di sterminio e che deve essere considerato responsabile del genocidio.

Si noterà che il tanto temuto Ku Klux Klan non è riuscito a cambiare la composizione etnica degli Stati del Sud, che rimane ancora oggi simile a quella dell'Argentina dell'epoca anteriore alla presidenza di Sarmiento. Nessun Grande Mago del Klan ha mai potuto fare quello che ha fatto un politicante che amava definirsi umanitario. Ancora oggi, con tutta l'ipersensibilità che c'è sul razzismo, anche in Europa migliaia di persone si cagano in mano soltanto a vedere la sigla KKK. Eppure, ripeto, in Alabama e nel Mississippi i neri sono ancora tutti là. Hanno subito tremende vessazioni e molti linciaggi, questo nessuno lo nega, ma non sono scomparsi. Non è avvenuto alcun genocidio per mano del Klan e questo è lampante: se ci fosse stato, l'elemento afroamericano sarebbe scomparso da tempo dagli Stati in cui in cui era massimo il potere dell'Invisibile Impero. Invece in Argentina, nazione arretrata con mezzi rudimentali, il genocidio c'è stato eccome: hanno preso i neri e li hanno ammazzati tutti con un'efficacia simile a quella dei giannizzeri Turchi. Secondo la mia ricostruzione dei fatti, solo a Buenos Aires in quasi 10.000 sono stati sterminati in una notte. Evidentemente Sarmiento era un lupo vestito da agnello, aveva un animo genocidario e ha finto di avere idee sociali per affascinare le belle signore e ottenere da loro i pompini, come tanto spesso accade. Dato che all'epoca esistevano grandi resistenze da parte delle donne a compiere atti orali e siccome l'igiene dei genitali era ben misera, occorreva più impegno per riuscire ad eiaculare in una bocca femminile. Sempre diffidare di filantropi e di simile canaglia: tra loro si troveranno i più neri furfanti.


Prove della natura genocidaria del pensiero
massonico di Sarmiento

Non soltanto Domingo Sarmiento sterminò fin quasi all'ultimo gli afroamericani dell'Argentina, ma aveva in progetto anche di sterminare le popolazioni indigene dell'Argentina e del Cile, in particolare i Mapuche, nei cui confronti nutriva un odio assoluto e implacabile. Non basta. Intendeva anniantare anche i Gauchos, ritenuti barbari e indegni di esistere: affermava che il loro sangue è concime e che non può essere risparmiato. Il motivo di tanto disprezzo, presente anche in altri autori, era fondato sulla condanna di alcune usanze di quelle genti, come ad esempio la sodomia violenta. Nei suoi deliri, Sarmiento sognava addirittura di muovere guerra al Paraguay, di devastarlo e di sterminare la sua popolazione, discendente quasi per intero dagli Indios Guaranì. Tutte queste opere sanguinarie, le chiamava con linguaggio tipicamente massonico "progresso glorioso". Il Ku Klux Klan, che pure è un output della Massoneria, è in confronto a Sarmiento come un gallinaccio spennacchiato in confronto a un giaguaro. Pure il gallinaccio desta orrore dovunque mentre il giaguaro è ritenuto un "santo laico".

Si noterà che Sarmiento è descritto su Wikipedia come un riformista che aveva fede assoluta nell'istituzione scolastica e nella cultura. La sua massima preferita era: "Hombres, Pueblo, Nación, Estado, todo: todo está en los humildes bancos de la escuela", ossia "Uomini, Popolo, Nazione, Stato, tutto: tutto sta negli umili banchi della scuola". Riporterò ora alcuni pensieri di questo riformista esaltatore del progresso, tradotti in italiano: 

"Riusciremo a sterminare gli Indios? Per i selvaggi dell'America provo un'invincibile ripugnanza senza potervi porre rimedio. Queste canaglie non sono altro che indios ripugnanti che farei appendere se si riapparissero. Lautaro e Caupolicán sono indios pidocchiosi, perché così sono tutti loro. Incapaci di progresso, il loro sterminio è provvidenziale e utile, sublime e grande. Li si deve sterminare senza nemmeno perdonare il più piccolo, che ha già l'odio istintivo per l'uomo civilizzato".  

"Le elezioni del 1857 sono state le più libere e le più ordinate che si sono presentate in America". "Per vincerle, la nostra base operativa è consistita nell'audacia e nel terrore, che impiegati abilmente hanno dato questo risultato (delle elezioni del 29 marzo). I gauchos che hanno mostrato resistenza a votare per i nostri candidati sono stati messi alla gogna o deportati alle frontiere con gli Indios, e le loro capanne sono state bruciate. Bande di soldadi armati si aggiravano per le strade accoltellando e perseguitando gli oppositori. Tale fu il terrore che seminavano tra tutta questa gente, che il giorno 29 abbiamo trionfato senza opposizione. La paura è un'infermità endemica di questo popolo. Questa è la leva con cui sempre si governerà sui locali, che sono stolti, fatui e sciocchi".

“Odio la barbarie popolare… La plebaglia e il popolo gaucho ci sono ostili… Avendo un chiripá non avrà cittadini, - sono forse le masse l'unica fonte di potere e di legittimità? Il poncho, il chiripá e la capanna sono di origine selvaggia e  formano una divisione tra la città colta e il volgo, facendo sì che i cristiani si degradino… Voi avrete la gloria di stabilire in tutta la Repubblica il potere della classe colta annichilendo l'insurrezione delle masse”.

“Nelle province vivono animali bipedi di condizione tanto perversa che non so cosa si possa ottenere trattandoli meglio”.

“Dubitiamo che esista il Paraguay. Discendenti di razze guaraní, ossia indios selvaggi e schiavi che agiscono per istinto in mancanza di ragione. In loro si perpetua la barbarie primitiva e coloniale. Sono cani ignoranti dei quali ne sono già morti centocinquantamila. La loro avanzata, guidata da discendenti degenerati di spagnoli, porterà all'arresto di ogni progresso e al ritorno alla barbarie… Il frenetico, idiota, brutale e feroce ubriacone Solano López è accompagnato da migliaia di animali che gli obbediscono e muoiono di paura. È provvidenziale che un tiranno abbia fatto morire tutta questa gente guaraní. Era necessario purgare la terra di tutta questa escrescenza umana, razza perduta del cui contagio ci si deve liberare”.

“Non cercare di risparmiare il sangue dei gauchos. Esso è un concime che è necessario rendere utile al Paese. Il sangue di questa feccia creola, incivile, barbara e rozza, è l'unica cosa che hanno di umano”.

"La schiavitù negli Stati Uniti è oggi una domanda senza soluzione possibile; sono quattro milioni di negri, e tra vent'anni saranno otto. Riscattati? Chi paga i mille milioni di pesos che valgono? Liberti? Che se ne fanno di questa razza negra odiata dalla razza bianca?... Gli stati liberi sono superiori in numero e in ricchezza rispetto agli stati di schiavi... Però dove andranno quattro milioni di liberti? Ho qui un nodo gordiano che la spada non può recidere e che riempie di ombre lugubri l'avvenire dell'Unione Americana, così chiaro e radioso senza di esso. Non possono avanzare né retrocedere, e mentre la razza negra pullula tanto, si sviluppa, si civilizza e cresce. Una guerra tra razze per un secolo, guerra di sterminio, oppure una nazione negra arretrata e vile, a fianco di un'altra bianca, la più poderosa e colta della Terra!" 

L'ultima citazione è illuminante. Il cold case è risolto. Sarmiento ha scelto di recidere il nodo gordiano. Ogni ulteriore commento mi pare superfluo.

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