sabato 13 maggio 2017

IL NOME DEGLI AUSCI DELL'AQUITANIA NON HA CONNESSIONE CON EUSKARA 'LINGUA BASCA'

Diversi autori, tra cui André Martinet, hanno sostenuto come punto fermo il paragone tra il nome degli Aquitani Ausci e l'endoetnico dei Baschi, Euskaldunak, che deriva da Euskara, Euskera "lingua basca". A un certo punto questa conoscenza è stata data per acquisita. Eppure è fallace e si può dimostrare la sua inconsistenza con argomenti oltremodo solidi.

Il nome degli Ausci significa "Orientali", è da IE *aus- "sorgere del sole, oriente", radice antichissima che troviamo nel latino aurora /au'ro:ra/ "sorgere del sole"auster "vento di Mezzogiorno", oltre che nel gotico austr "oriente". L'etnonimo aquitano sopravvive nel toponimo francese Auch /ɔʃ/ (per ascoltare la pronuncia vai all'mp3), considerato l'unica parola di quella lingua in cui /ʃ/ finale è scritto come -ch senza una -e finale. A mio avviso ne esistono altri esempi: ne avevo trovato uno che purtroppo non mi sono segnato e si è disperso nei miei banchi di memoria stagnante. La forma ricostruita è chiaramente *auskos "orientale". A parer mio questa denominazione è attribuibile alla varietà linguistica indoeuropea preceltica, ma potrebbe benissimo appartenere a qualche forma poco nota di celtico.    

Sono stati tentati raffronti con il nome dell'antica città di Osca (oggi Osca in catalano, Huesca in castigliano), ma anche con il torrente Oscara, oggi chiamato Ouche. Si tratta di false etimologie da rigettare senza indugio, dato che in esse non si ha traccia di dittongo /au/. La vocale tonica di Osca era senza dubbio breve, come mostrato dalla sua evoluzione nello spagnolo Huesca: cfr. focu(m) > fuego; fonte(m)fuentelocu(m) > luego, etc.

Il termine Euskara "lingua basca" deriva invece dal proto-basco *enuskala e la sua antica nasale intervocalica ci è attestata nella forma enusquera (registrata da Garibay, vedi anche Trask per la discussione). Il termine è da analizzarsi come *enu-s-kala e ha la stessa radice di dio "dice", che ha la variante diño e discende da una protoforma *d-ino < *da- + -inau-, dove da- è il prefisso verbale di III persona (singolare e plurale) del verbo presente. La stessa radice si trova in forme più complesse come diñaust, diñost, diost "mi dice"; "gli dico, le dico". La nasale mediana non poteva essersi già dileguata in epoca antica: sappiamo che nella lingua aquitana era conservata, mentre è scomparsa in epoca medievale nei prestiti dal latino e dal protoromanzo. Per quanto riguarda il suffisso -kara < -*kala, si trova anche in erdera "lingua straniera", ma senza la consonante occlusiva iniziale; il primo elemento di tale composto è in questo caso di oscura origine: non si tratta di erdi "mezzo, metà" (per la semantica, cfr. latino barbarus semisermo), visto che entra come primo membro dei composti con la forma ridotta ert-.

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