mercoledì 26 dicembre 2018

NOTE SUL LAVORO DI ENGBERG-LUBOTSKY

Nel 1992, durante lo studio di un manoscritto liturgico bizantino nella biblioteca dell'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, uno degli autori, la bizantinista danese Sysse Engberg (Università di Copenhagen), ha scoperto una trentina circa di note marginali. Queste note sono scritte in caratteri greci, ma per la maggior parte in una lingua non greca. La Engberg, di ritorno a Copenhagen, ha mostrato le glosse ai suoi colleghi, che non hanno saputo in alcun modo identificarne la lingua. Alla fine di una lunga ricerca, Alexander Lubotsky (Università di Leida) è stato in grado di risalire all'origine delle glosse: sono redatte nella lingua degli Alani, in pratica una forma di pre-ossetico. Una scoperta sensazionale, di cui nessun giornalista ha anche solo pensato di dare notizia al mondo. Già nel 2003 i due autori erano impegnati a preparare un'edizione di tutte queste note marginali con un esteso commentario sulla lingua, sulla paleografia e sul contesto liturgico. A quanto ho potuto appurare, tale edizione ha visto la luce oltre un decennio dopo, nel 2015, ma non è comunque consultabile né scaricabile gratuitamente in alcun sito Web. Il titolo è Alanic marginal notes in a Greek lyturgical manuscript. Sono invece disponibili su Academia.edu alcuni brevi articoli che riportano qualche informazione interessante. Purtroppo un corpus completo delle glosse alaniche non sono riuscito a trovarlo.



Il manoscritto di San Pietroburgo è un Prophetologion contenente lezioni sull'Antico Testamento, da leggersi nel corso dell'anno liturgico.  È stato copiato nel 1275 da un diacono di nome Ioannes per un prete di nome Chrysos in qualche luogo della sfera d'influenza bizantina, dove era presente una comunità di Alani, genti di lingua indoiranica, dello stesso ceppo a cui appartiene il persiano moderno. Un'analisi paleografica ha permesso di datare le glosse marginali al XIV o al XV secolo. Se tra gli Alani nessuno avesse avuto la discutibile abitudine di pasticciare i libri, non sarebbero giunte a noi le preziose informazioni trovate dalla Engberg. Per il sistema scolastico italiano, questo popolo glorioso è  una semplice nota a piè di pagina nei manuali di storia, un nome a cui è stato apposta la solita etichetta degradante: "barbari". Riporto alcune delle glosse estratte dal Prophetologion in questione e trattate da Lubotsky:  

ἀστέμακ /a'stemag/ "ottavo" 
    ossetico: æstæjmag 
ἀυτεσήρ /avde'sɛr/ "lunedì"
    ossetico (Digor): avdisær (lett. "settima testa")
ἠστιπαν /esti'ban/ "giorno di festa"
    ossetico (Digor): istbon
ζιρὴν /dzi'rɛn/ "aureo, d'oro"
    ossetico: zærijnæ / zærin
κὰμ /kam/ "bocca"
    ossetico: kom
πάν /ban/ "giorno"
    ossetico: bon
στούρ /stur/ "grande"
    ossetico: (æ)stur / styr 
χουτζάου πάν /χu'tsau ban/ "domenica"
  ossetico: xwycawbon / xucawbon 


L'uso di lettere corrispondenti alle occlusive sorde per trascrivere le occlusive sonore non deve stupire: all'epoca la lettera beta trascriveva una fricativa simile alla nostra /v/, così non poteva essere adatta per trascrivere un'occlusiva sonora /b/. Per questo motivo lo scriba ha usato la lettera pi allo scopo. Lubotsky fa notare che questo uso era già vigente in una frase trascritta da Giovanni Tzetzes nella sua Teogonia (XII sec.): 

ταπαγχὰς /dabaŋ'χas/ "buon giorno a te"
   ossetico (Digor): dæ bon xwarz   

   Lista di glosse di Jász (XV sec.): daban horz

Sul foglio 107r del Prophetologion, vicino al greco μη(νὶ) σεπτ(εμβρίω) η´ εἲς τ(ήν) γέννησιν τῆς ὑπ(εραγίας) θ(εοτό)κου, ossia l'8 settembre, il compleanno della Santissima Madre di Dio, compare la scritta alanica ἀστέμακ πάν "l'ottavo giorno". Corrisponde alla perfezione all'ossetico moderno æstæjmag bon. 

Sul foglio 116v del Prophetologion, vicino al greco μη(νὶ) νοεμβρίω ιγ´ τοῦ χρ(υσοστόμου), ossia il 13 novembre, vigilia di San Giovanni Crisostomo, compare la scritta alanica ζιρὴν κὰμ: il nome Crisostomo "Bocca d'Oro" è tradotto alla lettera. Deve essere sottinteso πάν "giorno": il nome della festa corrisponde alla perfezione all'ossetico moderno zærin kom bon, in Digor zærijnæ kom bon

Si noterà che nel greco bizantino i nomi dei mesi erano stati presi a prestito dal latino. 

Gli Alani: origine ed etimologia 

Il nome di queste fiere genti, trascritto come Ἀλανοί (Alanoi) dagli autori greci, si trova in latino come Alānī, più raramente Alaunī e in qualche caso persino Halānī. L'accento nelle forme latine è sulla penultima sillaba. Onde prevenire risolini e con buona pace della professoressa Fullin di Zelig, dirò che i cani chiamati alani prendono proprio il nome dall'omonimo popolo, che per primo li ha selezionati e allevati. Se vogliamo trovare due parole note a tutti e aventi la stessa origine del nome etnico in questione, queste sono Ariani e Iran. La radice è la stessa del sanscrito arya- "signore, nobile" e ārya- "ariano", dell'antico persiano ariya- "ariano" e dell'avestico airyō "ariano" - dove "ariano" indica i membri all'aristocrazia indoiranica. Le possibilità sono due: o l'etnico Alani deriva da un aggettivo *aryāna- "ariano", o da un genitivo plurale *Aryānām "degli Ariani". Gli ultimi superstiti degli Alani che parlano una forma moderna della loro lingua sono senza dubbio gli Osseti. Scampati ai massacri compiuti dai Mongoli, hanno trovato riparo nel Caucaso, dove tuttora abitano. Il nome che si danno è infatti Iron, la cui origine è subito evidente: Iron < *Alaun- < *Alān-. Cosa bizzarra, gli Osseti hanno una cattiva fama tra i loro vicini. Il georgiano Stalin fu sospettato di avere ascendenza ossetica, tanto che era soprannominato "Boia Osseto". 

Un infelice poeta bizantino

Ci è giunto un testo in alanico scritto da un poeta bizantino, il sopracitato Giovanni Tzetzes (circa 1100 - 1180). Questo infelice aveva sposato una donna di quel popolo... solo per trovarsi le corna! Si tratta di due frasi rivolte alla nobile signora, intercalate tra versi in greco. Riporto il componimento in questa sede, evidenziando la parte in alanico in corsivo grassetto.  

Τοῖς ἀλανοῖς προσφθέγγομαι κατά τήν τούτων γλῶσσαν
Καλή ημέρα σου αὐθεντα μου αρχόντισσα πόθεν εἶσαι
Ταπαγχὰς μέσφιλι χσινὰ κορθὶ κάντα καὶ τ’άλλα
ἂν ὃ ἒχη ἀλάνισσα παπὰν φίλον ἀκούσαις ταῦτα
οὐκ αἰσχύνεσσι αὐθέντρια μου νὰ μου γαμὴ τὸ μουνί σου παπᾶς
τὸ φάρνετζ κίντζι μέσφιλι καίτζ φουὰ σαοῦγγε

Su Wikipedia le frasi alaniche sono così translitterate:

"dæ ban xwærz, mæ sfili, (æ)xsinjæ kurθi kændæ"
"du farnitz, kintzæ mæ sfili, kajci fæ wa sawgin?"


Questa è la traduzione, con evidenziate in corsivo grassetto le parti tradotte dall'alanico:

Saluto gli Alani nella loro lingua: "Buon giorno a te, signora del mio signore, di dove sei?"
"Buon giorno a te, signora del mio signore, di dove sei?", e altre cose 
Quando una donna alana prende un prete come amante, puoi sentire questo:
"Non provi vergogna, mia nobile signora, che la tua fica sia fottuta da un prete?"
"Non provi vergogna, mia nobile signora, di avere una relazione con un prete?" 


Questo è il testo in ossetico moderno: 

"Dæ bon xwarz, me’fšini ‘xšinæ, kurdigæj dæ?"
"(De’) f(s)arm neč(ij), kinźi æfšini xæcc(æ) (ku) fæwwa sawgin"
 


E chi l'ha mai detto che lo studio delle antichità debba per forza riuscire privo di interesse ai moderni? 

Le glosse di Jász 

A Jász, in Ungheria, è stato trovato un testo contenente una raccolta di glosse risalenti al 1422. La lingua è di ceppo alanico: è considerata una dialetto ossetico. Forniamo alcune parole con il corrispondente in ossetico moderno per il confronto.

acca "anatra"
    ossetico: acc, accæ
ban "giorno"
    ossetico: bon
basa "minestra" 
    ossetico: bas, basæ
bax "cavallo"
    ossetico: bæx
carif "burro"
    ossetico: sarv, carv
da "tuo"
    ossetico:
dan "acqua"
    ossetico: don
docega "vacca"
   ossetico: dusgæ, docgæ
fit "carne" 
   ossetico: fyd
fus "pecora"
   ossetico: fys
gal "toro"
   ossetico: gal
gist "tipo di formaggio"
   ossetico: ængist
jaika "uovo"
   ossetico: ajk, ajka
kapken "pesce"
   ossetico: kæf
karak "pollo"
   ossetico: kark
kurajna "mulino"
   ossetico: kwyroj, kurojnæ
manavona "frumento"
   ossetico: mænæw, mænæwæ 
na "nostro"
   ossetico: n
æ 
odok "cucchiaio"
   ossetico: widyg, jedug
oras "lievito" 
   ossetico: wæras
osa "donna"
   ossetico: us, os
æ
qaz "oca"
   ossetico: qazh, qaz
saka "capra"
   ossetico: sh
ægwyt
sana "vino"
   ossetico: s
æn, sænæ 
vas "vitello"
   ossetico: w
æss 

Migrazioni ad Occidente

Gli Alani hanno partecipato alle migrazioni dei popoli germanici verso Occidente. Passarono il Reno nel 406 d.C. assieme ai Vandali e ai Suebi per stabilirsi dapprima nelle Gallie, poi in Iberia e addirittura in Africa, assieme ai Vandali fondarono il Regnum Vandalorum et Alanorum. Giunsero anche in Britannia e in Italia settentrionale. Esistono in Lombardia e in Piemonte due paesi che prendono nome da questi nomadi iranici: Alagna Lomellina (prov. di Pavia) e Alagna Valsesia (prov. di Vercelli). Entrambi i toponimi derivano da *Alānia. Sono rimaste tracce anche nell'onomastica personale. Il nome proprio maschile francese Alain, passato poi in inglese come Alan, altro non è che una continuazione di Alānus.

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