Tutto noi conosciamo Mark Zuckerberg. Entrato di prepotenza nelle nostre vite, ne ha preso il completo controllo. Scandaglia le nostre menti in tempo reale tramite meccanismi di captazione telepatica e ha acquisito su tutti noi un potere superiore a quello esercitato da qualsiasi dittatore del passato. Molti però si pongono una domanda che potrà sembrare futile. Come si deve pronunciare il cognome Zuckerberg? Anche a costo di essere impopolare, affermo e affermerò sempre una sacrosanta verità. I
cognomi ashkenaziti sono in gran parte composti formati a partire da parole della lingua
tedesca, quindi appartengono ipso facto alla lingua tedesca. Mi si dirà che si tratta di adattamenti dallo yiddish. Benissimo, ricordo che lo yiddish è una lingua eminentemente germanica, per la precisione una varietà dell'alto tedesco. Reputo pertanto una aberrazione
insopportabile qualsiasi pronuncia ortografica anglosassone di questi cognomi - e di ogni cognome tedesco in generale, quale che sia la sua origine. Tutti sappiamo che Frankenstein si deve pronunciare /'fɹaŋkǝnʃtaɪn/ e non /'fɹaŋkǝnsti:n/ (come se fosse scritto Fronkensteen) o addirittura /'fɹæŋkǝnstɪn/ (come se fosse scritto Frankenstin). Spero che lo abbiano imparato anche nella Terra dei Liberi, visto che l'acuto Mel Brooks ha pensato di insegnarlo a quella progenie incolta tramite il suo film Frankenstein Junior (1974). Allo stesso modo Zuckerberg è e
sarà sempre da pronunciarsi /'tsʊkəɹbɛɹg/, non /'zʌkəɹbəɹg/ o simili, come invece fanno negli Stati Uniti d'America e in altre nazioni di lingua inglese. La prima sillaba del cognome ha una vocale -u- (persino la vocale /u/ italiana è un'approssimazione migliore di quella usata dagli anglosassoni!) e inizia con una consonante affricata sorda /ts/, come quella che si trova nelle parole italiane razzismo, tazza e cozza. Non ha la consonante fricativa sonora /z/, come quella che si trova nelle parole italiane rosa, cosa e casa, che in tedesco si trova anche in posizione iniziale in parole come Sonne "sole", Saft "succo", sein "essere" e Sieg "vittoria". Trovo assolutamente deprecabile e priva di senso l'abbreviazione Zuck, pronunciata /zʌk/ e oggi tanto popolare, dato che oscura completamente
l'etimologia del cognome. Anche se gli Stati Uniti d'America hanno fatto una bandiera dell'ignoranza
e dell'incapacità di comprendere l'etimologia dei nomi, bastano poche nozioni di tedesco
per sapere cosa significa il cognome del plenipotenziario di Satana sulla Terra: Montagna
di Zucchero. Non è un concetto troppo arduo. Né mi sembra impossibile memorizzare parole semplici come Zucker "zucchero" e Berg "montagna". Seguendolo, si comprende che questi cognomi sono trasparenti, ossia traducibili. Così come Zuckerberg significa "Montagna di Zucchero", possiamo tradutte all'istante moltissimi cognomi ashkenaziti: Weinstein "Pietra del Vino", Goldberg "Montagna d'Oro", Goldblum "Fiore d'Oro", Goldstaub "Polvere d'Oro", Goldstein "Pietra d'Oro", Goldschmiedt "Orafo", Rosenberg "Montagna della Rosa", Schwartzkopf "Testa Nera", etc. Perché queste ovvietà vengono bellamente ignorate?
Qualcuno mi dirà che persino lo stesso Mark Zuckerberg pronuncia in modo anglizzato il proprio cognome come /'zʌkəɹbəɹg/, favorendo tra i suoi dipendenti l'abbreviazione /zʌk/ e andando volentieri contro la fonetica stessa della lingua tedesca. La cosa è irrilevante. La natura di una lingua non cambia per l'arbitrio di uomini tirannici. Altri mi diranno che è un fatto politico: moltissimi Ashkenaziti hanno favorito l'anglizzazione della pronuncia dei loro cognomi per reazione contro il Reich. Ciò è una pura e semplice assurdità: la lingua tedesca non è un'invenzione di Adolf Hitler e della NSDAP! Una persona che deturpa il proprio cognome, quale ne sia il motivo, si fa servitrice della Menzogna. Lo stesso Mel Brooks ha fatto allusione a questa tendenza: il discendente di Victor Frankenstein pronunciava stizzosamente il proprio cognome come Frankenstin a causa di un senso di vergogna, per dissociarsi da un passato per cui provava un'invincibile ripugnanza. Riacquistato l'orgoglio dell'appartenenza ai propri Padri, ecco che lo scienziato ripudiava Frankenstin per tornare a farsi chiamare Frankenstein. Perché Mark Zuckerberg non fa lo stesso? Per una lingua non c'è maledizione peggiore dell'ortografia storica, generatrice di storture e di errori a non finire. A questo punto, alterazione per alterazione, pronuncerò il cognome Zuckerberg in un nuovo modo, inedito: Zuckerborg. La logica soggiacente è chiara. Se una persona ha un account su Facebook, significa che è stata assimilata. Ogni resistenza è futile.
Qualcuno mi dirà che persino lo stesso Mark Zuckerberg pronuncia in modo anglizzato il proprio cognome come /'zʌkəɹbəɹg/, favorendo tra i suoi dipendenti l'abbreviazione /zʌk/ e andando volentieri contro la fonetica stessa della lingua tedesca. La cosa è irrilevante. La natura di una lingua non cambia per l'arbitrio di uomini tirannici. Altri mi diranno che è un fatto politico: moltissimi Ashkenaziti hanno favorito l'anglizzazione della pronuncia dei loro cognomi per reazione contro il Reich. Ciò è una pura e semplice assurdità: la lingua tedesca non è un'invenzione di Adolf Hitler e della NSDAP! Una persona che deturpa il proprio cognome, quale ne sia il motivo, si fa servitrice della Menzogna. Lo stesso Mel Brooks ha fatto allusione a questa tendenza: il discendente di Victor Frankenstein pronunciava stizzosamente il proprio cognome come Frankenstin a causa di un senso di vergogna, per dissociarsi da un passato per cui provava un'invincibile ripugnanza. Riacquistato l'orgoglio dell'appartenenza ai propri Padri, ecco che lo scienziato ripudiava Frankenstin per tornare a farsi chiamare Frankenstein. Perché Mark Zuckerberg non fa lo stesso? Per una lingua non c'è maledizione peggiore dell'ortografia storica, generatrice di storture e di errori a non finire. A questo punto, alterazione per alterazione, pronuncerò il cognome Zuckerberg in un nuovo modo, inedito: Zuckerborg. La logica soggiacente è chiara. Se una persona ha un account su Facebook, significa che è stata assimilata. Ogni resistenza è futile.
Finalmente una fonte autorevole che conferma quanto vado predicando da anni.
RispondiEliminaGrazie e benvenuto!
RispondiEliminaAldilà del giusto orgoglio ashkenazita, ritengo giustissimo il principio di rispettare i nomi secondo le loro origini. Anche se non parliamo 7 o 20 lingue, dovremmo tutti informarci a dovere quando si una un nome straniero sulla sua origine, quindi sulla sua corretta pronuncia, e magari persino sul suo significato. È una questione di rispetto interculturale. A me da fastidio sia quando i francesi pronunciano alfaromeò, con quella loro mania di mettere sempre l'accento sulla ultima parola, gli inglesi dicono "m'togazi" intendendo Moto Guzzi, ma anche quando gli italiani chiamano la citroen, /citroèn/ (ovviamente con la forte erre italiana) o peggio ancora /cìtroen/ con l'accento sulla i. In Italia trovo che il fenomeno è accentuato dai giornalisti della RAI, che pure si dichiara ad ogni occasione "Servizio Pubblico" con giornalisti che non sanno neanche l'Inglese, figuriamoci le altre lingue. Quante volte abbiamo sentito giornalisti RAi dire "rèport" (accento sulla e, mentre andrebbe sulla o) o /airuay/ mentre la pronucia è /earuay/ o /muntanbaike/ ma la pronuncia corretta è /mant'nbaike/, a e non u! - Cerchiamo di non seguire il percorso della ignoranza, piuttosto quello della cultura e pronunciamo Zuckerberg secondo la sua origine tedesca/ashkenazita.
RispondiEliminaCiao! Grazie dell'intervento!
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