martedì 8 ottobre 2019

ETIMOLOGIA E PRONUNCIA DI QUECHUA

La parola quechua indica la lingua ufficiale dell'Impero Inca (Tawantinsuyu), e ciascuna delle lingue che ne sono derivate, parlate attualmente da quasi 10 milioni di persone su un vastissimo territorio che include aree della Colombia meridionale (dipartimento di Nariño) e dell'Ecuador, il Perù e la Bolivia, fino alla regione di Santiago del Estero in Argentina e alla provincia di El Loa in Cile. Per estensione, la parola in questione è usata per designare ogni popolo che parla una lingua di origine incaica. Molti navigatori italici si domandano quale sia la corretta pronuncia di quechua, dato che sembrano trovare grande difficoltà a comprenderla a partire dalla sua ortografia, che è ispanica. Ebbene, si deve pronunciare /'ketʃwa/. Accento sulla prima sillaba, la prima consonante è una /k/ come la c nella parola cosa (qu è solo un artificio ispanico per trascrivere il suono davanti alle vocali e e i), la -ch- ha un suono palatale come la c nella parola cena. Per rendere comprensibili le cose a chiunque, basti dire che la -ch- di quechua ha lo stesso suono che ha nel nome del Che Guevara - che a quanto pare tutti pronunciano in modo corretto. Un tempo si usava un obbrorioso e fuorviante adattamento all'ortografia italiana: checiua. Una simile trascrizione può ingenerare gravi distorsioni e deve essere evitata.

Orbene, quechua è l'adattamento di qhichwa "valle temperata". La traduzione usuale è "valle di montagna", in spagnolo "valle de la sierra", "quebrada". Una traduzione più tecnica è "altezza andina compresa tra i 2.300 e i 3.500 metri". La pronuncia varia a seconda delle lingue quechua: quella originale ha una consonante iniziale particolarmente ardua, un'occlusiva uvulare aspirata /qh/. Questa consonante ha alterato il suono della vocale /i/ in molte varietà della lingua, facendolo diventare [e]. Nell'originale lingua incaica i fonemi vocalici sono soltanto tre, /a/, /i/, /u/; la vocale [e] è un allofono di /i/, la vocale [o] è un allofono di /u/. In altre parole, si può prevedere dal contesto dove si deve pronunciare [e] e dove [i], dove si deve pronunciare [o] e dove [u]. Si registrano forme come /qiswa/, /qiʃwa/, /qhiʃwa/, /qheswa/, /qeʃwa/, etc. 

Questa è la declinazione di qhichwa "valle temperata":

Nominativo: qhichwa
    pl. qhichwakuna "valli temperate" 
Accusativo: qhichwata "valle temperata"
    pl. qhichwakunata "valli temperate"
Dativo: qhichwaman "alla valle temperata"
    pl. qhichwakunaman "alle valli temperate"
Genitivo: qhichwap (qhichwaq)* "della valle temperata"
    pl. qhichwakunap (qhichwakunaq) "delle valli temperate"
Locativo: qhichwapi "nella valle temperata"
    pl. qhichwakunapi "nelle valli temperate"
Terminativo: qhichwakama "fino alla valle temperata"
    pl. qhichwakunama "fino alle valli temperate"
Ablativo: qhichwamanta "dalla valle temperata"
    pl. qhichwakunamanta "dalle valli temperate"
Strumentale: qhichwawan "con la valle temperata"
   pl. qhichwakunawan "con le valli temperate"
Comitativo: qhichwantin "assieme alla valle temperata"

   pl. qhichwakunantin "assieme alle valli temperate"
Abessivo: qhichwannaq "senza la valle temperata"

   pl. qhichwakunannaq "senza le valli temperate"
Comparativo: qhichwahina "come la valle temperata"
   pl. qhichwakunahina "come le valli temperate"
Causativo: qhichwarayku "a causa della valle temperata"
   pl. qhichwakunarayku "a causa delle valli temperate"
Benefattivo: qhichwapaq "per la valle temperata"
   pl. qhichwakunapaq "per le valli temperate"
Associativo: qhichwapura "tra le valli temperate"
   pl. qhichwakunapura "tra le valli temperate"
Distributivo: qhichwanka "valle temperata per ognuno"
   pl. qhichwakunanka "valli temperate per ognuno"
Esclusivo: qhichwalla "solo la valle temperata"
   pl. qhichwakunalla "solo le valli temperate"


*I genitivi in -q anziché in -p sono tipici della lingua di Cuzco.

Ci sono poi le forme possessive, a loro volta declinate, ma elencarle in questa sede sarebbe troppo lungo.

L'uso del vocabolo qhichwa per indicare la lingua incaica è ben documentato e non si deve a un'errata interpretazione ispanica. Ecco un esempio: 

Ñuqanchik qhichwata rimachanchik "stiamo parlando in quechua" 

Queste locuzioni sono degne di nota: 

qhichwa runa "uomo di lingua quechua"
qhichwa simi "lingua quechua"


Va detto che in genere è sufficiente dire runa "uomo" per indicare l'uomo di lingua quechua, in contrapposizione a wiraqhucha "uomo di lingua spagnola". La lingua stessa è chiamata runa simi (scritto anche runasimi), ossia "lingua dell'uomo": simi significa "lingua", (sia organo della bocca che linguaggio). Per contro, la parola runa è passata nello spagnolo andino colloquiale per indicare un "campesino indio", con accezione profondamente spregiativa, ad esempio in frasi come "es un verdadero runa", etc. 

Sappiamo che gli Incas stessi, ossia i regnanti dell'antico Perù, chiamavano la propria lingua qhapaq simi o qhapaq runasimi, ossia "lingua nobile". C'è chi traduce con "lingua imperiale", da cui discende in via diretta la nozione che così fosse denominata la lingua ufficiale del Tawantinsuyu. Ciò ha ingenerato molti equivoci. Infatti ho il fondato sospetto che con questa locuzione gli Incas non indicassero la lingua a noi nota come quechua, bensì la propria particolare lingua segreta, ignota al volgo e del tutto diversa da quella corrente. Alcuni credono che questa lingua segreta fosse il puquina, una lingua andina isolata e oggi verosimilmente estinta; ritengo del tutto inattendibile questa opinione. 


Il primo uso della parola quechua per indicare la lingua incaica risale al XVI secolo, per l'esattezza al 1540: si trova nella grammatica di Pedro de Aparicio. Non si può quindi nemmeno dire che si tratti di un'innovazione recente e artificiosa. 

Confutazione di un'etimologia alternativa 

Molti autori riportano una diversa etimologia per quechua, facendone risalire l'origine al vocabolo trascritto come kkechuwa e glossato con "ladrone, predone" (in inglese "plunderer, robber"). La parola, che non è usata nelle attuali lingue del ceppo quechua, deve essere un antico derivato del verbo qichuy "sottrarre, rubare, espropriare", trascritto come quechuy, kkechuy, etc. Così possiamo ricostruire kkechuwa come *qichuwa "ladro", anche se il suffisso -wa mi risulta piuttosto oscuro. Si noterà che l'accento deve collocarsi sulla seconda sillaba, ossia sulla vocale -u- (*qi-chù-wa), in netta opposizione con quanto visto per qhichwa "valle temperata", che ha l'accento sulla prima sillaba, ossia sulla vocale -i- (qhì-chwa). Ho notato che nel quechua degli Wanka (Perù meridionale) si dice qitruy "sottrarre, rubare", e questo ci permette di capire che la protoforma aveva una consonante originale -tr-, una retroflessa che si pronunciava come nel siciliano quattru, poi confusa con -ch-. Nella stessa lingua locale si ha qitrwa "valle temperata", con il medesimo fonema. Così possiamo ricostruire con sicurezza il seguente quadro per il proto-quechua: 

    *qhitrwa "valle temperata"
    *qitruy "sottrarre, rubare"


Appare chiaro che sono due radici totalmente distinte, che mostrano qualche somiglianza soltanto per omofonia. 

La wikipediana Mary Tania ha scritto quanto segue: 

    It is important to know that the word "Quechua" or "Qheswa" is not the real name of the language of the Incas. The proper title to their language given by the Incas was "Qhapaq Runasimi", "The Great Language of the people" (Qhapaq = great, Runa = People, Simi = language). The word Quechua was given by Dominican priest Pedro Aparicio in the times of the conquest in 1540 misundestanding the meaning. The root of the word 'quechua' means, taken away by force,"quechuanchis" were called the Spaniards by the Incas an expression that means all together, killers, thiefs.

    Quechuy = means, expropiar, robar by force.
    Quechuypa = is a verb wich it means = the action of stealing.


Ebbene: tutto ciò è viziato da gravi distorsioni. Ovviamente il fatto che gli Spagnoli fossero chiamati "ladroni" non desta scalpore; la confusione tra "ladroni" e "zona temperata" non attecchisce in chi ha qualche rudimento della lingua incaica e ne comprende la fonetica. Ecco qual è il funesto effetto del Web sulle Scienze: non solo ne rallenta lo sviluppo, ma lo ostacola nei modi più subdoli. Costringe gli studiosi a reinventare ogni volta la ruota. Ripropone costantemente etimologie errate e concetti superati. Diffonde assurdità di ogni genere, obbligando ogni volta a combattere contro chi le sostiene a spada tratta. Distorce ogni cosa, impedendo di formarsi opinioni chiare.

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