sabato 12 ottobre 2019


QUARTO: UCCIDI IL PADRE E LA MADRE 

Titolo originale: A Generation Removed 
Autore: Gary K. Wolf 
Anno: 1977
Lingua originale: Inglese

Tipologia: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, sociale, conflitto generazionale

Edizione italiana: 10/6/1079
Editore: Mondadori
Collana: Urania settimanale - I romanzi, n. 787
Numero pagine: 192 
Traduzione: Vittorio Curtoni
Codice ASIN: B00A8N1QZ2
Codice ISBN-10: A000008268 


Sinossi (da Mondourania.com):
Dal 13 al 19 in numeri cardinali inglesi finiscono per teen (thirteen, fourteen, ecc.) e di qui viene la parola teen-ager, che designa il gruppo migliore, più attivo, più impegnato e responsabile dell'umanità. Dopo i teen-agers vengono coloro che pur non essendo più nei loro teens, sono ancora nei loro twenties, non hanno cioè superato i 29 anni, e vanno quindi considerati, se non più con totale ammirazione, perlomeno con profondo rispetto. A entrambi questi gruppi si applica logicamente, la Carta dei Diritti dell'Uomo, mentre ai due gruppi successivi (per gli individui cioè che sono nei loro thirties e nei loro forties) si applica quella dei Doveri. Ma dopo il 49°, massimo 55° anno di età? Che fare di questi gerryes (dal greco geron, vecchio) improduttivi e rompiballe? Quale carta applicargli se non quella del Forno Crematorio? 


Trama:
Herschel Lichter è un poliziotto che si avvicina alla sua età di dismissione dal servizio. La sua carriera è stata inversa rispetto a quanto siamo abituati a pensare: da giovane ha ricoperto un importante incarico di investigatore, ma col passar degli anni le sue mansioni sono diventate sempre più burocratiche e umilianti. In altre parole è stato rimosso dal servizio attivo per essere messo davanto a un computer a inserire dati in schedari informatici. Gli Stati Uniti d'America sono una distopia che ricorda per certi versi la Cambogia di Pol Pot, in cui i ministri e i giudici erano bambini o adolescenti, crudelissimi e privi di qualsiasi empatia. Il diretto superiore di Lichter, noto semplicemente come Capitano (i giovanissimi notabili possono scegliersi il nominativo), è un panzone ripugnante, un ragazzino bulimico dal carattere collerico e tirannico. Qual è il futuro che aspetta chi si avvicina alla fine della propria vita lavorativa? Qualcosa di assai avvilente. Ormai a Lichter mancano pochi anni prima di essere dichiarato un gerry e di perdere ogni diritto umano e civile. Ecco che accade qualcosa di inatteso e in apparenza improbabile: l'attempato poliziotto viene richiamato in servizio attivo per infiltrarsi in un'organizzazione clandestina di gerryes, l'EDA (Esercito Degli Anziani, infelice traduzione dell'originale OPA, ossia Old People Army), che rappresenta una spina nel fianco delle autorità giovaniliste. Lichter, che non è uno stupido, comprende che la sua sola possibilità è la militanza attiva nell'EDA. Non si capisce infatti perché mai un agente dovrebbe continuare a servire uno Stato che gli dà come unica possibilità l'essere infornato in un crematorio alla prima analisi medica sballata. Chiunque si sarebbe potuto aspettare un esito di questo genere, tranne quel coglione di Capitano - che nel frattempo si viene a trovare in una situazione sempre più precaria: avvicinandosi ai vent'anni di età, ossia maturando, la sua autorità pian piano passa al suo secondo in comando, il pestilenziale Falange. Questo essere ripugnante e brutale nutre verso i gerryes un odio assoluto e l'unica cosa che desidera è il loro annientamento. Nel frattempo Lichter riesce ad avvicinarsi ai vertici dell'EDA. A guidare l'organizzazione è un prete cattolico combattivo ma piuttosto antipatico, il segaligno Ed Gilroy. Il secondo in comando è Bo-Blue Bonnera, un gigantesco ex giocatore di football con le mani rese immense come quelle del Gianni Nazionale da iniezioni di silicone polarizzato, che le fanno somigliare a poderosi simbionti di xenomorfo, a facehuggers: non riesce nemmeno a srotolare la carta igienica e necessita di costante assistenza per la pulizia del deretano. Estelle Hopkins è una grannie ancora molto libidinosa, una pasionaria che gestisce una grande bidonville dove i gerryes perseguitati trovano il loro rifugio. Ha un debole per Herschel e gli si concede. Il susseguirsi degli eventi è precipitoso, difficile concentrarlo in poche righe. Le pressioni della polizia di Chicago si fanno insostenibili, così la dirigenza dell'EDA organizza l'esodo degli abitanti della bidonville verso il confine del Canada, nazione tollerante che non sopprime gli anziani. Con l'aiuto di Herschel, tutti i gerryes vengono caricati su una flotta di pullman che sfreccia verso il Settentrione. Non mancano i colpi di scena, tra strepitare incessante di poliziotti isterici e infinite ondate di suspense. Tutto converge verso un drammatico assedio, non diverso da quello di Alamo, in cui l'eroico David Crockett oppose resistenza strenua alle truppe di Satana, pardon, di Santana.
Ben pochi riusciranno a salvarsi dalla carneficina, grazie all'aiuto di volontari canadesi. L'ingenuo finale, in una caduta di stile che rasenta il crasso francesismo, vede Herschel insoddisfatto della sia vita da esule e intenzionato a fare ritorno in patria per fomentare la Rivoluzione - come se un fuggiasco scampato a un incendio morisse dal desiderio di tornare tra le fiamme che quasi lo hanno ucciso. La lotta dell'EDA, com'è ovvio, viene paragonata alla Resistenza contro il Nazifascismo. Le ultime pagine sono riempite di massici assortimenti di pasticcini retorici. L'anacronismo impera, la teologia civica del Male Metastorico permea ogni cosa: gli USA e il Canada finiscono soffocati da un insidioso precursore del politically correct

L'autore: 
Gary K. Wolf, nato nel 1941 a Earlville, Illinois, deve la sua fama soprattutto al romanzo giallo Who Censored Roger Rabbit? (1981), da cui è stato tratto il film Chi ha incastrato Roger Rabbit? (Who Framed Roger Rabbit?, Robert Zemeckis, 1988). Proprio per via di quello squallido film (da me ribattezzato Chi ha castrato Roger Rabbit?) nel 1989 ha vinto il Premio Hugo per la miglior rappresentazione drammatica. Fedele della Chiesa di Roma, è noto per essere amico dell'arcivescovo John J. Myers di Newark, dimessosi nel 2016 per via dell'accusa di aver permesso a preti pedofili di continuare il proprio lavoro nella diocesi di Peoria. Un'ombra non da poco, mi pare. Tutto questo fa sì che lo stesso Wolf, per proprietà transitiva, non mi sia poi particolarmente simpatico.

Recensione: 
Senza dubbio è un romanzo importante e abbastanza inusuale. A quanto mi risulta, ha avuto un'unica edizione italiana. Naturalmente potrei sbagliarmi, questo è quanto deduco da ciò che sono riuscito a reperire nel vasto Web. Anche se non manca qualche incoerenza narrativa, possiamo affermare che quest'opera di Gary Wolf descrive una delle distopie più disturbanti dello scorso secolo. Certo, alcuni lettori rilevano un'ingenuità di fondo: i giovani sono tutti descritti come bestie feroci e mostri sadici, mentre i vecchi sono tutti buoni e nobili come per incanto. Eppure i vecchi non sono una razza a sé: come già è stato spiegato al nobile Principe Siddharta Gautama, è destino di ogni giovane diventare un vecchio attraverso un naturale e ineluttabile processo di decadenza. Proprio questo pare un limite non da poco all'odio antigeriatrico. Un giovane che alimenta nei confronti degli anziani un odio simile a quello che ha causato la morte di moltissimi Israeliti nei pogrom e nei campi di sterminio, non può ignorare che giungerà il giorno in cui subirà a sua volta lo stesso odio con tutte le sue conseguenze. A rigor di logica nessuno potrebbe sottrarsi a questa terribile verità. Il punto è che spesso la logica fallisce e la realtà stessa viene percepita in modo tutt'altro che lucido, per via di qualche inganno della mente. Ai nostri giorni sono assai numerosi i millennials che sognano lo sterminio dei boomers. I giovani senza speranze per il futuro ritengono che i boomers abbiano la colpa di tutti i mali del mondo, quindi pensano che sarebbe una buona cosa ucciderli a sprangate o gassarli. Questo perché i millennials sono convinti che il problema si estinguerà con i boomers, così come Hitler sosteneva che l'antisemitismo sarebbe scomparso con la soppressione dell'ultimo ebreo. In altre parole, questi millennials non credono di finire a loro volta minacciati dai più giovani, che li vedranno come pericolosi parassiti sociali - proprio come essi ora vedono i boomers. Non è quindi possibile escludere a priori che in un futuro non troppo lontano si innescheranno feedback in grado di portare a spaventosi massacri di vecchi. Il XX secolo fu caratterizzato prima dalla lotta razziale e dalla lotta di classe, poi dalla lotta di genere, quella simpatica cosa che ha reso i rapporti tra uomo e donna come Alien contro Predator. Non è difficile fare una profezia: il XXI secolo sarà il tempo in cui esploderà in tutte le sue tragiche conseguenze la lotta tra generazioni, di cui pure si sono registrati i prodromi nelle rivolte del '68.

Origini della distopia antigeriatrica wolfiana 

A quanto ho potuto appurare, sembra che il papista Wolf abbia concepito il suo mondo, dominato dall'odio verso i vecchi, a partire dalla semplice osservazione della realtà in cui viveva da ragazzo. In pratica tutto si riduceva a capelloni contro brontosauri, ma non era difficile immaginarsi un ribaltamento sociale in cui i rivoltosi avrebbero schiacciato i loro oppressori. Come ci ricorda un personaggio del romanzo, in un'epoca non lontana era in vigore una ferrea gerontocrazia, in cui i giovani non contavano nulla e non avevano nessuno spazio. Anzi, accadeva che i vecchi, che controllavano le istituzioni, mandassero i giovani a morire in guerra. 

Cattiva gestione di un'idea geniale 

La coerenza logica dell'impianto narrativo è tutto sommato abbastanza fragile. A Chicago l'odio verso i gerryes giunge a livelli genocidari, di vero e proprio eliminazionismo. Eppure sappiamo che esistono intere aree urbane popolate da gerryes - e anche abbastanza affollate. Esistono meccanismi sociali come le visite mediche da superare e centri per l'eutanasia (i centri Euta, nella versione originale Euth), ove operano energumeni capaci di compiere spedizioni devastanti e di terminare all'istante chi non è in regola. Sono descritte in più occasioni autentiche cremazioni di massa, con infornate di decine di vecchi in una apposita camera di combustione. Eppure gli anziani si accumulano senza sosta, a un ritmo quasi impossibile da computare, come se nascessero dal Nulla o per generazione spontanea. La verosimiglianza demografica non sembra esistere. Dati i presupposti di un odio tanto feroce, resta da capire perché le autorità giovaniliste delle aree metropolitane non provvedano all'eliminazione automatica di chi ha raggiunto il limite di età. In un paesino rurale, il sindaco afferma di aver risolto il problema dei gerryes sopprimendoli all'istante, facendoli passare per il camino. Se Wolf avesse descritto una nazione che uccide in automatico gli ultracinquantenni, non avrebbe avuto più niente da narrare. Ecco spiegata la debolezza concettuale dell'opera. Il sospetto è che l'opera originale potesse anche essere migliore e che le sue imperfezioni siano almeno in parte da attribuirsi ai famigerati tagli di Urania! Non dobbiamo mai dimenticarcelo: nello scorso secolo Urania era una specie di versione moderna del letto di Procuste. Le esigenze del formato tascabile erano tiranniche, così tutto ciò che era giudicato inessenziale veniva amputato!

Una pessima traduzione

Ormai un po' d'inglese lo conosciamo tutti. Non parlo della lingua del Beowulf, che rimane per pochi eletti e che già masticavo prima che esplodessero le ultime ondate di meschine polemiche postmoderniste. La mia fede in Urania, già messa a dura prova, si trasforma in iconoclastia. Che necessità c'era, ditemi, o redattori meritevoli di damnatio memoriae, che necessità c'era di accettare la traduzione di OPA (Old People Army) con un'abominevole EDA, per giunta spiegato come Esercito Degli Anziani? Da quando in qua una miserabile preposizione ha pieno diritto di dare la propria lettera iniziale in un fottuto acronimo? L'inglese WHO (Wolrd Health Organization) è stato reso in italiano con OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), non con un fantomatico *OMDS. Se prendete una preposizione e la trasformate in una parola piena, usandola per ricavarne un'iniziale in una sigla già di per sé depracabile, siete soltanto incompetenti. Fate schifo! 

Il Genocidio Democratico 

Ne vado scrivendo da anni. Ho ripetuto la mia intuizione su Facebook e altrove nella Rete, martellando senza sosta. Gli orridi fatti che accadranno, in qualche modo sono stati preconizzati dal romanzo di Wolf, anche se la genesi dell'Olocausto a venire avrà come punto di partenza la bieca materialità di questo cosmo e delle leggi fisiche che lo governano. 

"Si stanno preparando le basi del Genocidio Democratico. Lo chiamo così perché sarà il primo ad avvenire in pieno regime di democrazia, senza cambiare di un iota le leggi delle nazioni. Macinerà milioni di anziani e di malati, che saranno terminati con un apposito kit e cremati. Le ceneri saranno gettate direttamente nell'immondizia." 
(16 aprile 2018, Facebook)

"ll Genocidio Democratico sta prendendo forma. Il crollo dei sistemi sanitari porterà all'eliminazione dei "non assistibili". Si arriverà al punto che basterà essere infelici, obesi o diabetici per essere terminati. I numeri saranno spaventosi. Ci saranno decine di milioni di morti in tutta Europa, e non c'è nulla al mondo che lo possa evitare."
(20 giugno 2015, Facebook)


"Così, sotto il sole radioso di questa Democrazia, milioni di cittadini verranno terminati e smaltiti nei forni crematori. Quando il sistema sanitario crollerà e il numero di malati di cancro crescerà a dismisura, quando ci saranno milioni di persone con problemi neurologici gravi, allora praticheranno l'eutanasia di massa. Masse di cadaveri finiranno nelle tramogge degli inceneritori di rifiuti urbani e nei forni rotanti dei cementifici. Le ceneri saranno gettate via come immondizia, perché non ci saranno risorse per fare altro. Senza che nulla cambi nell'ordinamento delle nazioni, tutto questo diverrà realtà. Sarà la forza stessa dei fatti ad agire, irriducibile a qualsiasi categoria mentale umana. La macchina dello sterminio non discriminerà nessuno: macinerà tutti senza distinzioni." 
(31 gennaio 2015, blog di Iobloggo, estinto) 

Eppure non è servito a nulla parlarne: nessuno ascolta. 

Altre recensioni e reazioni nel Web

Non sembra che quest'opera di Wolf abbia lasciato un gran segno in Italia. Ho trovato qualche recensione su Anobii.

Stanis ha scritto, con un certo scetticismo:

"Questo romanzo ha una trama talmente assurda che va ascritto alle opere surreali più che alla fantascienza. Senza considerare poi la bassa qualità della scrittura e della caratterizzazione (i personaggi, tagliati con l'accetta, sono nettamente demarcati fra buoni e cattivi - i primi eroici e virtuosi, i secondi covo di ogni vizio ed eccesso). Davvero non capisco come lo si possa considerare un'opera rilevante."

L'intervento di Pinnegialle è lungo e complesso intervento. Ne riporto alcuni passi.

"In Italia, ha fatto discutere la dichiarazione di Beppe Grillo, il guru del movimento cinque stelle, che diceva di togliere il diritto di voto agli ultrasettantenni perché - a suo dire - questi sono giunti oramai alla fine della loro esistenza e non voterebbero con la ragionevolezza di volere costruire un mondo migliore per il tempo futuro. Dichiarazioni come sempre di carattere "folkloristico" (a voler essere buoni) e che dimostrano la totale mancanza di cultura sociale da parte del personaggio, che adotta schemi di pensiero esclusivi e vuoti sul piano della analisi complessiva della società."

Per quanto io detesti vivamente Grillo, i grillini e i loro deliri, devo dire che un riferimento augusto per le controverse dichiarazioni succitate purtroppo esiste. Gli Etruschi ritenevano che superata una certa età nessuno potesse fare qualcosa di valido, così le persone anziane si dovevano astenere dal compiere sacrifici e dall'occuparsi delle cose della religione: ogni loro atto era considerato vano. Per maggiori dettagli si veda ad esempio Facchetti, 2000.

Nessun commento:

Posta un commento