lunedì 20 aprile 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI GIZMO 'COSO, AGGEGGIO'

L'inglese d'America ha generato un numero immenso di parole che non hanno alcun riscontro nell'inglese britannico, a meno che non vi siano penetrate come prestiti. Tra queste peculiarità lessicali possiamo annoverare senza dubbio gizmo "coso, aggeggio, oggetto di cui non si conosce il nome". La consonante iniziale è un'occlusiva velare (la cosiddetta "g dura"). La -z- è sonora e suona come la -s- nella parola "rosa". La trascrizione fonetica IPA è /'ɡɪzmoʊ/ o /'gizməʊ/. Si trova anche la variante ortografica gismo, ma la pronuncia è identica. Questo vocabolo bizzarro ci è familiare perché è stato usato come nome di una simpatica creatura vista nel film Gremlins di Joe Dante (1984): il mogwai, un esserino che sembra una via di mezzo tra un omuncolo e un ghiro con orecchie di pipistrello, dal manto pezzato. Il mogwai ispira tenerezza, ma non è affatto innocuo: è una pericolosa forma di vita che si riproduce per abiogenesi. Perché è stato chiamato proprio Gizmo? Perché il moccioso che gli ha dato il nome, non sapendo cosa fosse, non ha trovato di meglio per definirlo. In pratica, quasi qualsiasi cosa che non si sa come chiamare è passibile di essere etichettata come gizmo. Esistono altri sinonimi come thingum, thingumy, thingamajig, thingamabob, whatchamacallit (< what you may call it), whatchamacallum (< what you may call me), whatsis (< what is it?), doodad (< do it dad), doohickey (< do a hickey), gimmick (< give me a hack) e simili. Non va poi dimenticato il celeberrimo gadget "congegno", anch'esso di etimologia incertissima. Sono tutte opere del fervido ingegno dello Zio Sam: simili stravaganze sarebbero inconcepibili nel paese di Jimmy Savile. Si converrà che la parola gizmo è di grandissima utilità. Infatti è molto usata dai marinai e dai meccanici, la cui vita sarebbe ben dura senza un gran numero di attrezzi difficilmente definibili, che spesso risolvono problemi di non poco conto e che sono tutti conosciuti come gizmos. La prima attestazione documentabile dello stravagante vocabolo in analisi risale al 1945, l'ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale.
 
Un'audace proposta etimologica 
 
In ebraico geshem (גֶּשֶׁם) significa "corpo" (attestato 5 volte nelle Scritture); esiste anche una variante gishmā (גִּשְׁמָא) "corpo", che è in realtà un prestito dall'aramaico. La forma possessiva di terza persona maschile di geshem sarebbe proprio gishmō (גִּשְׁמוֹ) "il suo corpo", "il corpo di lui". Non sono sicuro se sia attestata nella letteratura rabbinica, ma la sua formazione è ineccepibile. La parola in questione non va confusa con l'omofono geshem (גֶּשֶׁם) "pioggia", pl. geshāmīm (גְּשָׁמִים). Ebbene, sono più che convinto della fondatezza di questa etimologia. Il corrispondente arabo di questa parola è jism "corpo", la cui consonante affricata iniziale è un naturale sviluppo dell'antica occlusiva. A partire da questi dati si può quindi ricostruire una forma protosemitica *gišmu "corpo". La domanda che sorge a questo punto è la seguente: com'è possibile che una forma protosemitica possa manifestarsi a distanza di millenni nell'inglese d'America nel 1945? 
 
Le possibilità a questo punto sono tre: 

1) Dall'ebraico geshem si è arrivati a gismo, gizmo tramite un suffisso espressivo -o, che ricorre anche in altre formazioni nell'inglese d'America. Basti citare ratso "sudicio", derivato da rats "ratti" con l'aggiunta di -o, oppure weirdo "soprannaturale", accrescitivo di weird.
2) Dalla forma possessiva ebraica gishmō "il corpo di lui" si è arrivati direttamente a gismo, gizmo, senza alcuna necessità di adattamenti morfologici. 
3) Dalla variante gishmā si è arrivati direttamente a gismo, gizmo, senza la necessità di postulare una forma possessiva. Del resto non è raro trovare pronunce ashkenazite della vocale lunga /a:/ realizzata come /o:/
 
La semantica sarebbe perfetta (corpo => oggetto => coso), l'unica difficoltà fonetica starebbe nella consonante sibilante: dovremmo infatti postulare il passaggio da -sh- a -s- e quindi alla sonora -z- a causa del contatto con -m-, in una lingua come l'inglese, che notoriamente non presenta alcuna difficoltà nella pronuncia di -sh-. Una criticità di non poco conto. A mio avviso l'ostacolo non è tuttavia insormontabile come potrebbe sembrare a prima vista. Il tramite potrebbe essere la pronuncia difettosa di qualche studente. Spesso le stravaganze più impensabili fermentano proprio negli ambienti universitari, che sono calderoni di tossine in perenne ebollizione.
 
Esistono altre ipotesi: in fondo una parola come gizmo non può passare inosservata. Sulla piattaforma di aggregazione Reddit.com mi sono imbattuto nell'utente Subpleiades, che fornisce la seguente spiegazione, frutto del suo ingegno e formulata sempre nell'ambito semitico: 
 
"gizmo is a corruption of the Maltese word "x'jismu" meaning "what's its name". It is used when the person momentarily cannot recall the name of a thing that they are referring to at the moment. It was picked up by the British when they were stationed in Malta and they integrated it into the English language. Also there are plenty of Maltese persons who had emigrated to Canada and the USA and they could have integrated the word."  
 
Pochi in Italia sanno che negli States vivono molti cittadini di origine maltese, la cui lingua d'origine è un dialetto dell'arabo. Tra questi possiamo menzionare anche un esponente politico, il democratico Pete Buttigieg (pron. /'butədʒɛdʒ/), il cui cognome significa alla lettera "Quello dei Polli". L'equivalente arabo della frase maltese x'jismu è ما هو اسمها  ma hu aismuha "qual è il suo nome?", che sembra un antenato un po' improbabile per il nostro gizmo
 
I romanisti non sono soddisfatti, com'è ovvio aspettarsi, da queste teorie semitizzanti, così frugano a fondo nel loro vocabolari alla ricerca di qualche appiglio. Favoleggiano dunque di una forma spagnola gisma, variante non ben spiegata di chisme "pettegolezzo; aggeggio; cosa di cui non si ricorda il nome", a sua volta ritenuto un diretto derivato dal latino cīmex "cimice, insetto" (gen. cīmicis). Si noterà che il latino c- davanti a vocale anteriore non diventa ch- in spagnolo: la derivazione non mi sembra ben fondata. La catena di slittamenti semantici sarebbe in ogni caso la seguente: 
 
cimice, insetto => essere di cui si ignora il nome => coso, oggetto => aggeggio  
 
Attualmente sembra prevalere l'opinione di quei linguisti inclini a scoraggiare con ogni mezzo la ricerca etimologica. L'idea di base è questa: parole come gizmo non hanno realmente un'origine, essendo piuttosto creazioni capricciose di singoli individui (in genere studenti degeneri), nate senza un perché e poi diffuse a macchia d'olio attraverso le reti sociali - universitarie ed extrauniversitarie. Si tratterebbe in altre parole di creazioni che potremmo definire "made of thin air", ossia "fatte di aria sottile", generate dall'intervento di folletti o di simili spiritelli. Se devo essere franco, a me tutto ciò non soddisfa affatto. Trovo ripugnante questo concetto secondo cui certe parole sarebbero prive di etimologia - pur riconoscendo il ruolo dell'univerisità e della goliardia nella formazione di neologismi. Neologismo che però devono avere un motivo e un fondamento, evidente a tutti o criptico, esoterico. Resto a cullarmi nei miei sogni e sostengo a spada tratta la derivazione di gizmo dal protosemitico!

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