martedì 15 giugno 2021

 
LA DONNA VESPA 
 
Titolo originale: The Wasp Woman 
AKA: Insect Woman; The Bee Girl
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1959
Durata: 73 min
Dati tecnici: B/N
Rapporto: 1,85 : 1
Genere: Orrore, fantascienza
Regia: Roger Corman
Sceneggiatura: Leo Gordon 
Soggetto: Kinta Zertuche 
Produttore: Roger Corman
Casa di produzione: Film Group Feature, Santa Cruz
     Productions
Fotografia: Harry Neumann
Montaggio: Carlo Lodato
Musiche: Fred Katz
Scenografia: Daniel Haller
Trucco: Grant Keate
Interpreti e personaggi: 
    Susan Cabot: Janice Starlin
    Anthony "Fred" Eisley: Bill Lane
    Barboura Morris: Mary Dennison
    William Roerick: Arthur Cooper
    Michael Mark: Eric Zinthrop
    Frank Gerstle: Les Hellman
    Bruno VeSota: Guardiano notturno
    Roy Gordon: Paul Thompson
    Carolyn Hughes: Jean Carson
    Lynn Cartwright: Maureen Reardon
    Lani Mars: Segretaria
    Frank Wolff: Primo uomo della consegna
    Philip Barry: Secondo uomo della consegna
    Roger Corman: Medico all'ospedale
    Aron Kincaid: Renfrew, l'apicoltore 
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: Die Wespenfrau 
   Francese: La Femme Guêpe 
   Portoghese (Brasile): A Mulher Vespa 
   Spagnolo (Spagna): La mujer avispa 
   Spagnolo (Venezuela): La mujer insecto 
   Polacco: Kobieta-osa 
   Russo: Женщина-оса 
Budget: 50.000 dollari US (stimato) 

Trama: 
Prologo: uno scienziato pazzo, il dottor Eric Zinthrop, viene licenziato dal suo lavoro in una fattoria di miele per aver condotto perigliosi esperimenti con le vespe. La fondatrice e proprietaria di una grande azienda di cosmetici, la milf brunetta Janice Starlin, è turbata quando capisce che le vendite della sua azienda iniziano a diminuire dopo il suo incipiente invecchiamento è divento evidente alla sua base di clienti. Zinthrop è stato capace di estrarre fantomatici enzimi dalla cacca reale, pardon, dalla pappa reale estratta della vespa regina. Questa poltiglia viscosa è in grado di invertire il processo di invecchiamento negli esseri umani. La volitiva e dispotica Janice accetta di finanziare ulteriori ricerche, senza badare a spese, a condizione di poter servire come suo soggetto umano, ossia come cavia. Non sopporta l'idea di essere destinata ad invecchiare e sogna un elisir di eterna giovinezza. Scontenta della lentezza dei risultati, irrompe fuori orario nel laboratorio dello scienziato. Presa dalla pazzia furiosa e dall'isterismo, si inietta dosi extra della formula. Zinthrop si rende conto che alcuni degli imenotteri su cui aveva condotto i test stanno diventando violenti. Così si muove per avvertire Janice del pericolo, ma prima che possa raggiungere qualcuno, subisce un improvvido incidente d'auto. La donna ha grossi problemi a rintracciarlo, ma alla fine riesce a identificare l'ospedale in cui è ricoverato e si occupa delle cure mediche necessarie. Nel frattempo lei continua a iniettarsi il siero anti-invecchiamento, ottenendo risultati portentosi: arriva a perdere vent'anni di età nel corso di un fine settimana. Presto però capisce che c'è uno spiacevole effetto collaterale, ben peggiore di una malattia venerea: le iniezioni innescano sempre più spesso la sua trasformazione in un'orrida creatura con caratteri teriomorfi di vespa, posseduta da una bramosia omicida. Alla fine, dopo una girandola di eventi rocamboleschi, Zinthrop le lancia in faccia un contenitore pieno di acido carbonico (un acido debolissimo), mentre un ex spasimante la colpisce con una sedia facendola precipitare da una finestra. Nella rovinosa caduta, la donna-vespa si schianta al suolo e perde la vita.  

 
Recensione: 
Trovo che sia un prodotto scadente, certo non uno dei migliori esempi della filmografia cormaniana. Banale fino alla nausea, prevedibile, caratterizzato da effetti speciali grossolani quanto grotteschi, deve la sua fama principalmente al fatto che negli States era trasmesso a ciclo continuo dalla TV horror a tarda notte. Era in rotazione permanente! In pratica è stato fatto un vero e proprio lavaggio del cervello agli spettatori: sono ancora numerosissime le persone che ricordano di aver visto questo film un gran numero di volte, al punto di conoscere a memoria le sequenze e le battute. Questa è un'interessante testimonianza: "Non posso dirvi quante volte la mia mente è stata deformata da questo piccolo gioiello nel corso degli anni. Sembrava che fosse sempre in onda e praticamente tutti quelli che conoscevo lo vedevano più e più volte. È diventato una specie di scherzo, come la quintessenza del "brutto film". Il suo mostro dagli occhi di insetto in calzamaglia era esattamente il tipo di mostro che non volevate vedere in un film." (Fonte: IMDb). Qui in Italia per fortuna questo escremento di celluloide non è così conosciuto e non si sembrano essersi dati simili casi di trasmissione aggressiva.   
 
Questa pellicola non sarebbe stata possibile senza L'esperimento del dottor K., diretto da Kurt Neumann (1958), anche se i presupposti dell'ibridazione umano-insetto sono diversi. Neumann mostra gli effetti di un imprevisto in un congegno del teletrasporto, mentre Corman parla di un siero in grado di alterare il genoma - anche se a quell'epoca le idee sul DNA dovevano essere abbastanza nebulose (il primo modello accurato della struttura a doppia elica è del 1953, ma per i non addetti ai lavori non si andava oltre i piselli di Mendel). Il fatto che così poco tempo separi l'uscita dei due film rende l'idea di come nel mondo di Hollywood imperasse un plagio spudorato, anche soltanto parziale, e di come il meccanismo della rapacità agisse rapidamente.   
 
 
Errori concettuali e ignoranza 
 
Il concetto portante del film di Corman si basa su un errore provocato dall'ignoranza della lingua greca, che porta in molti a ritenere che ciò che cura sia sempre per necessità distinto da ciò che intossica e uccide. Già ai mocciosi dovrebbe essere insegnato che la parola farmaco deriva dal greco φάρμακον (phármakon), che ha un duplice significato: 
 
1) medicina;
2) veleno. 

Esistono anche altri significati, come "incantesimo", "pigmento" e via discorrendo. L'etimologia ultima della parola greca è assai oscura e l'ipotesi più credibile è che sia un relitto del sostrato pre-ellenico. Questo però non cambia di un iota ciò che intendo dire. Una sostanza che è in grado di curare una malattia se usata a una certa dose, potrebbe diventare dannosissima o addirittura letale se usata in dose eccessiva. Purtroppo questa verità non è così diffusa e compresa come dovrebbe. Quando ero giovane, in Brianza era ancora molto radicata una grave stortura mentale. Moltissime persone, soprattutto anziane, erano convinte che ogni medicina in grado di apportare un effetto benefico, avrebbe sortito in automatico un beneficio doppio applicando un raddoppio della dose. In modo deterministico e lineare. I bugiardini di moltissime medicine raccomandano di non raddoppiare la dose per compensare una dose saltata. La protagonista del film va anche oltre nella sua follia: non si limita ad applicare il raddoppio della dose, la moltiplica.

Un'altra delittuosa forma di ignoranza è quella che porta a confondere specie di imenotteri sociali tra loro molto diverse. Così per il regista e per lo sceneggiatore non esiste alcuna reale differenza tra api e vespe. "È facile confondere un'ape da una vespa per via del colore: entrambe sono a strisce gialle e nere. Puoi notare, però, delle differenze: le vespe presentano un corpo più snello e liscio, le api sono più robuste e pelose. Le api pungono solo se minacciate: dopo aver punto, perdono il pungiglione e muoiono." (Fonte: Insectum.it). In realtà nemmeno i colori sono gli stessi: l'ape da miele (Apis mellifera) non presentano lo stesso giallo sgargiante tipico delle vespe (famiglia Vespidae), bensì una tonalità di arancione pallido. Quando si tratta di distinguere la forma di insetti diversi, sono numerosissime le persone che mostrano soprendenti forme di agnosia. Nonostante il titolo e le ripetute affermazioni secondo cui il siero proverrebbe dagli "enzimi" della vespa, i titoli di testa sono sovrapposti a filmati di repertorio di un alveare di api e lo stesso filmato viene mostrato dopo la prima iniezione.  
 

Pubblicità ingannevole 
 
Nella locandina del film compare una creatura che ha testa di donna e corpo di vespa. Non si trova la benché minima traccia di un simile essere nel film: è soltanto una trovata pubblicitaria. Anche la scritta in fondo alla locandina è concepita a bella posta per trarre in inganno lo spettarore: "Una bella donna di giorno, una lussuriosa vespa regina di notte" (originale "A beautiful woman by day - A lusting queen wasp by night"). Non ho ravvisato alcun contenuto di natura sessuale nel film. La creatura che si vede è l'esatto contrario di quella mostrata nella locandina. Ha una testa che nella delirante fantasia del regista dovrebbe essere quella di una vespa, mentre il corpo resta quello di una donna. 
 

Curiosità 

L'attrice protagonista, la bellissima Susan Cabot, purtroppo soffriva di gravi malattie mentali. Cercò di curarle assumendo l'ormone della crescita con cui era trattato suo figlio, affetto da nanismo ipofisario. Questo trattamento che la donna intraprese contro ogni sano principio, proprio come Janice Starlin nel film, esacerbò la sua follia. In un attacco particolarmente furioso aggredì il figlio, che la uccise a sprangate; il tribunale decise che si era trattato di autodifesa. Il vero nominativo della Cabot era Harriet Shapiro. Dal cognome si evince all'istante che la sua stirpe era ashkenazita, cosa che non la risparmiò da un'infanzia disagiata e infelice. Nel film cormaniano La leggenda vichinga (1957) ha interpretato il ruolo di Enger, la Sacerdotessa di Thor. 
 
Esiste anche una versione colorizzata del 1964, conaltri 11 minuti in cui lo scienziato viene licenziato dal suo lavoro di apicoltore per aver condotto esperimenti sulle vespe anziché sulle api, il che conclude la trama del film da quando smette di lavorare per Janice Starlin. Nella versione originale in bianco e nero, il film inizia con un incontro in cui la Starlin discute del fallimento dei suoi affari con i subalterni; poi incontra lo stesso dottore nella scena successiva, dove anche il pubblico lo vede per la prima volta. Trovo che la pratica della colorizzazione dei vecchi film in bianco e nero sia deleteria quanto inutile: se dipendesse da me applicherei ai colorizzatori i sistemi usati dai Tokugawa per eradicare il Cristianesimo dal Giappone. 
 
In una delle scene finali, una bottiglia di acido viene lanciata a Susan Cabot, ma lei non sta recitando quando alza le mani dopo essere stata colpita. Qualcuno aveva riempito d'acqua la "bottiglia separabile", ed era così pesante che quando è stata colpita l'attrice ha detto: "Pensavo che i denti mi fossero stati sbattuti nel naso!" ("I though my teeth had been knocked through my nose!"). Anche il finto fumo usato per simulare l'acido la soffocava; dopo essere caduta dalla finestra, incapace di respirare, si è strappata via un po' di pelle insieme al suo trucco abnorme, lasciando un gigantesco livido sul collo. 
 
Il copyright del film è del 1959, ma alcune parti sono state girate nel 1964 o addirittura successivamente. Quando l'investigatore privato ottiene l'indirizzo di Eric Zinthrop, chiama Jerry e gli dice di mettersi subito al lavoro. Nella scena seguente, mentre lui e un altro ragazzo vanno in giro alla ricerca di Zinthrop, passano accanto a diverse Chevrolet del 1961-1964. Quando i due si fermano all'ingresso dell'ambulanza e Jerry scende dall'auto, una Chevy Impala bianca del 1964 è parcheggiata sul lato destro dello schermo. A stento saprei distinguere una Ferrari da una Cinquecento, ma mi fido di chi ha fatto notare questi dettagli. Sarebbe anche bene che un film non venisse più manipolato dopo la sua uscita. Che senso ha andare avanti a masturbarlo per anni?  

Anche se i detective stanno cercando il signor Zinthrop a Manhattan, la loro auto ha una targa della California, lo skyline dietro di loro è quello di Los Angeles. Si vedono infatti solo edifici bassi e molti spazi aperti anziché gli edifici alti e compressi di Manhattan. Si notano poi almeno tre palme da dattero che non potrebbero mai sopravvivere e crescere nei freddi inverni di New York.
 
Remake 
 
Il brutto vizio americano, quello di fare remake dei film, si è manifestato con la produzione di ben due pellicole: Rejuvenatrix (Brian Thomas Jones, 1988) e il film per la televisione The Wasp Woman (Jim Wynorski, 1995). Si segnala che Roger Corman è stato uno dei produttori esecutivi dell'opera di Wynorski. Credo che di simili rifacimenti si sentisse scarso bisogno.  

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