sabato 5 aprile 2014


DARK RESURRECTION

Paese: Italia
Anno: 2007
Lingua originale: Italiano
Durata: 61 min 
Regia: Angelo Licata
Produttore: Angelo Licata
Produttore esecutivo: Davide Bigazzi
Produttore associato: Spencer M. Rohan
Genere: Fantascienza, fantasy
Soggetto: Angelo Licata
Sceneggiatura: Angelo Licata, Andrea Scibilia
Colonna sonora: Aldo De Scalzi, Pivio, Pierluigi
     Piucci, Mattia Panzarini, Gianluca Cerchiello
Effetti speciali: Angelo Licata, Davide Bigazzi
Fotografia: Angelo Licata
Costumi: Carmen Caci, Rosi Caci, Amedeo Tecchio,
    Stefania Zeni
Casa di produzione: Guerre Stellari Net, RCL Sound
    FX, Lords of Illusion
Casa di distribuzione: Machiavelli Music 
Interpreti e personaggi: 
    Marcella Braga: Hope
    Riccardo Leto: Leto
    Giuseppe Licata: Lord Sorran
    Sergio Múñiz: Muniza
    Grazia Ogulin: Nemer
    Fabrizio Rizzolo: Zorol
    Sara Ronco: His
    Elisa Werneck: Lady Organa
    Giorgia Wurth: Meres
    Maurizio Zuppa: Zui Mar Lee
    Fabrizio Brezzo: Zeb Soundar
    Lidia Napoli: Apprendista Jedi
Voce fuori campo: Claudio Sorrentino 


Recensione:

STAR WARS DEGLI ANELLI 

Degno di essere visto è senza dubbio Dark Resurrection, definito dal suoi stessi autori come "film sperimentale senza scopo di lucro, liberamente ispirato a Star Wars e diviso in due volumi della durata di 60 minuti ciascuno" e ritenuto dalla Lucasfilm "truly amazing". È alla proiezione della prima parte che ho avuto modo di assistere alla AstraCon. Meditando a lungo, io e il carissimo amico Evertrip aka Zorrokamikaze siamo giunti alla conclusione che si tratta di un'ibridizzazione tra Guerre Stellari e il Signore degli Anelli. Più che non l'esigua trama, trovo notevole la capacità di descrivere mondi medievali pervasi da una profonda decadenza. 

L'epopea dei Jedi nel periodo terminale della Nuova Repubblica è tutta incentrata su Eron, un pianeta boscoso dove a ogni passo si rischia di calpestare grassi vermi corazzati e zampettanti. Mentre le esauste forze Imperiali avanzano nella disorganizzazione, l'ordine monastico-cavalleresco vegeta in scenari polverosi e di grande abbandono, tra piramidi neoazteche già vecchie di millenni e gli avanzi di una tecnologia non più compresa appieno. Consumandosi in un letargo embrionale, i Jedi vengono a scoprire l'esistenza di un grave pericolo, e presto si rendono conto di essere alle prese con una nuova generazione di adepti del Lato Oscuro.

Il nuovo Signore Nero dei Sith è Lord Sorran, la cui etimologia rimanda direttamente a Sauron. La chiave del mistero è facile a trovarsi. Suppongo infatti che milioni di lettori anglosassoni non diano ai nomi Eldarin la loro pronuncia corretta, e riducano impietosamente i dittonghi a vocali semplici. Una profezia tramandata da antiche iscrizioni guida l'Oscuro su Eron alla ricerca di un sigillo da aprire (è proprio l'Anello?), atto che conferirà al Predestinato l'immortalità e la Conoscenza infinita.


La bellissima Hope, il cui nome proviene probabilmente dalla lingua Tlaxtlah (nel qual caso significherebbe Fellatrice), è l'apprendista del Maestro Zui Mar. Una venatura di Oscurità si insinua in lei, che concupisce invano il suo mentore mentre sta armeggiando con un saldatore per assemblare una spada laser. La pulzella deve sopprimere la sua libidine tramite un duro allenamento.

La lotta tra Lord Sorran e il Maestro Zui Mar si conclude con la sconfitta e la morte di quest'ultimo. Si lascia indovinare un seguito con la resurrezione del morto come Sith, sullo sfondo di una storia con Hope caratterizzata da sesso torbido, perverso, morboso, purulento. Mi diverte pensare alla somiglianza tra il padawan oscuro di Sorran e D. V., un pazzoide di mia conoscenza: stesso sguardo insano, stessi nei sulla faccia, stessi tratti caratteriali.

Per riassumere, in assoluto Dark Resurrection è il capolavoro della filmografia dentistica.

Il video è disponibile online, ai lettori non resta che visionarlo.


A questo punto ripropongo la recensione pubblicata a suo tempo dal buon Evertrip, che nel frattempo sembra essere scomparsa dal Web: 

"Ci sono due cose al mondo che odio: i fan di Star Wars e gli omaggi amatoriali. Mischiare insieme queste due cose equivale non solo a non avere idee ma anche essere “succube” delle proprie passioni al punto da non vedere altro. Come dicevamo io e Antares666, si tratta di una fusione fra Il Signore degli Anelli e Star Wars: okay, si tratta di uno science fantasy ma a tutto c’è un limite. Belli effetti speciali, conditi dalla presenza di un paio di stangone che non ci stanno mai male, ma per il resto, nulla. La protagonista Hope (che nome originale) e il suo maestro Wui Mar devono affrontare il cattivone di turno: Sorran (pronuncia francese di Sauron?), il quale anela a diventare la Living Force attraverso lo scioglimento di un sigillo che si trova sul pianeta Eron. L’ennesima lotta fra bene e male, flashback della protagonista col classico “ritorno alle origini”, e tante spade laser. Il regista, dentista di professione, non contento di aver girato un pessimo film con ottimi mezzi, ci anestetizza durante l’interminabile ora con astronavi e viaggi astrali, jedi e sith che si ammazzano di botte fino al prossimo “continua nel volume 2”, che farò a meno di vedere, se possibile. Decisamente uno spreco di risorse, persone e strumenti."

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