sabato 18 ottobre 2014

PRONUNCIA RESTITUTA: ALCUNI EQUIVOCI MARCHIANI DA SFATARE

Alcuni hanno ancora al giorno d'oggi un'assurda opinione: credono che la pronuncia restituta del latino derivi da cause recenti e artificiose. In genere citano le seguenti: 

1) La necessità di attribuire a ogni carattere un suono e di scrivere ogni suono con un carattere; 

2) La supposta assenza di suoni palatali nelle lingue del mondo germanico;  

3) L'opposizione alla Chiesa di Roma e alla sua tradizione nei paesi protestanti. 

Persino il famoso Bombolo, quello a cui Er Monnezza dava sberle di continuo, di certo capirebbe subito che queste sono spiegazioni farlocche e degne soltanto di ludibrio. Due sono le origini di questi risibili argomenti: l'ignoranza e la politica, entrambe nemiche giurate della Conoscenza.  

Nel primo caso, si ha un'ignoranza che non è semplice assenza di Conoscenza. La persona che non sa qualcosa è tecnicamente definibile come ignorante, ma non è questo il problema: chi non sa una cosa oggi può tramite lo studio e la ricerca saperla domani. Tutti possono errare, ma colui che segue la Conoscenza si documenterà, elaborerà le informazioni e correggerà i propri errori. Quello che definisce l'ignoranza di cui parlo in questa sede è invece la chiusura alla Conoscenza. La si può chiamare Ignoranza EssenzialeColui che è colpito da Ignoranza Essenziale - perché si tratta di una vera malattia ontologica - non vuole conoscere nulla che vada contro i propri pregiudizi. Come si è fatto un'idea, non prenderà nemmeno in considerazione qualsiasi cosa la possa contraddire. Non leggerà, non commenterà, non cercherà nemmeno di confutare, ma si limiterà ad insulti, assumendo il linguaggio minaccioso dei troll

Nel secondo caso, si ha la manipolazione dei dati di fatto, presentati in modo fuorviante per ingannare gli sprovveduti. La politica fonda la sua stessa esistenza su procedure maliziose. Sappiamo bene che motivi opportunistici possono portare i politicanti ad ignorare la Scienza e a creare a bella posta una realtà inesistente, sostenendo ad esempio che le malattie non possano per principio trasmettersi dalle popolazioni africane a quelle occidentali, perché sostenere il contrario implicherebbe fomentare "xenofobia" e "razzismo" (le virgolette sono d'obbligo, visto che di tali parole si fanno gli usi più impensabili e bizzarri). Allo stesso modo le classi dirigenti delle nazioni ignorano ogni fondamento di fisica nucleare e di radioprotezione, e di fronte a un'imponente contaminazione radioattiva, come quella che colpisce il Giappone e la California, affermano che non esiste alcuna evidenza che l'esposizione ai radionuclidi sia nociva e che i livelli sono nella norma (alzano ad arbitrio il valore massimo tollerabile).

Neppure la linguistica è immune a simili manipolazioni, anche se ovviamente si tratta di una disciplina che non ha la drammaticità della patologia e della fisica. Le procedure tuttavia sono le stesse: nascondere dati di fatto o darne interpretazioni distorte. Un esempio tipico è la teoria trollosa della difficoltà delle genti germaniche a pronunciare suoni palatali, che avrebbe portata i cattedratici inglesi e tedeschi ad "inventarsi" la pronuncia restituta. Ah sì? 

In inglese: English, chip, chop, Winchester, change, cheap, chest, cheese, pitch, jar, John, etc. 

In tedesco: Schuh, Schuster, Deutsch, Deutschland, Peitsche, Nietzsche, etc. 

Quale difficoltà, di grazia?

Per quanto riguarda l'idea di un attentato alla tradizione ecclesiastica ad opera di avversari della Chiesa di Roma, è evidente la natura politica di questa teoria, che non ha la benché minima attinenza con la realtà e ha in sé una forte componente emotiva. Coloro che sono sentimentalmente legati alla pronuncia ecclesiastica non riescono a quanto pare a capire una cosa fondamentale: la pronuncia restituta non è un'arbitraria riforma volta a introdurre una dizione valida per tutto ciò che è scritto in latino. La pronuncia restituta è semplicemente la ricostruzione della fonetica del latino classico. Dovrebbe essere chiaro a tutti che non ha alcun senso utilizzarla nella liturgia, nella lettura di documenti medievali o nei componimenti maccheronici della goliardia. 

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