giovedì 8 ottobre 2015

I RINOGRADI, ANIMALI FANTASTICI CHE CAMMINAVANO CON IL NASO




Titolo: I rinogradi di Harald Stümpke e la zoologia fantastica
Autore: Massimo Pandolfi 
Anno: 1992
Lingua: Italiano
Genere: Zoologia
Sottogenere: Fantazoologia, fantabiologia
Editore: Franco Muzzio Editore
Collana: Scienze Naturali Testi
Data uscita: 01/1992
Pagine: 152 pagg.
Formato: Illustrato
Curatore: Massimo Pandolfi
Altri contributi: Stefano Benni, Giorgio Celli, Marco Ferrari,
     Alessandro Minelli, Aldo Zullini 
Codice ISBN: 88-7021-485-0
Codice EAN: 9788870214857
Traduttore (fantomatico): A. von Hardenberg

Tutto ebbe origine dall'impresa dello svedese Einar Pettersson-Skämtkvist, prigioniero di guerra dei Giapponesi, che nel 1941 riuscì a fuggire e raggiunse un arcipelago sconosciuto del Pacifico Meridionale, sbarcando sull'isola chiamata dagli indigeni Hiduddify (Aidadaifi). Queste isole, le Hi-iay (il cui nome è a volte trascritto Hi-yi-yi o Aiaiai), erano state completamente separate dalle più vicine masse continentali fin dal Cretaceo, e per questo avevano evoluto una fauna priva di connessioni con alcunché di noto. La scoperta sensazionale di Pettersson-Skämtkvist fu un ordine di mammmiferi fino ad allora del tutto sconosciuto: i Rinogradi (Rhinogradentia), detti anche Nasuti, così battezzati per via del naso, sviluppatissimo e fornito di tutta una serie di funzioni mai viste in altri organismi viventi. Tra questi usi non convenzionali del naso, si menzionano la deambulazione e la caccia. L'ordine dei Rinogradi fu diviso in due grandi generi, corrispondenti a due diverse linee evolutive: da una parte i Monorrini (Monorrhina), provvisti di un'unica appendice nasale, dall'altra i Polirrini (Polyrrhina), provvisti di molteplici appendici nasali. L'antenato comune, speculò lo studioso svedese, doveva essere un minuscolo mammifero affine al toporagno. 


Nell'introduzione scritta da Gerolf Steiner agli scritti di Harald Stümpke, che trattano in dettaglio questi argomenti, si legge:

"L'ordine dei Rinogradi ha particolare importanza poiché in esso compaiono principi strutturali, moduli comportamentali e tipi ecologici a noi sconosciuti non solo per i mammiferi ma per i vertebrati in genere."

Questi sono i generi dei Rinogradi:

Monorrhina:

Archirrhinos
Rhinolimacius
Emunctator
Dulcicauda
Columnifax
Rhinotaenia
Rhinosiphonia
Rhinostentor
Rhinotalpa
Enterorrhinus
Holorrhinus
Remanonasus
Phyllohoppla
Hopsorrhinus
Mercatorrhinus
Otopteryx
Orchidiopsis

Liliopsis

Polyrrhina:

Nasobema
Stella
Tyrannonasus
Eledonopsis
Hexanthus
Cephalanthus
Mammontops
Phinochilopus
Larvanasus
Rhizoidonasus
Nudirhinus

I Rinogradi non erano tra l'altro le uniche meraviglie della fauna locale: esistevano numerosi insetti endemici, vere e proprie reliquie del Paleozoico, e persino un bizzarrissimo uccello-megafono.


L'arcipelago delle Hi-iay era abitato da una piccola e pacifica popolazione umana, gli Hooakha-Hutchi. Sulle loro lingua non si sa nulla: a parte gli impenetrabili e complessi toponimi non risulta nemmeno una lista di parole del lessico di base che possa valere a spiegarne misteri ed eventuali parentele; dato l'assoluto isolamento di quelle genti, c'è da aspettarsi che parlassero una lingua del tutto priva di somiglianze con qualsiasi altra. È scritto che la popolazione aborigena fu colpita da una spaventosa epidemia di raffreddore dopo i primi contatti con Pettersson-Skämtkvist, estinguendosi in breve tempo senza lasciare tracce. Trovo a dir poco sorprendente che gli etnologi e i linguisti non abbiano potuto raccogliere alcun dato utile, né abbiano mostrato a quanto pare alcun interesse a farlo. Lapidario il commento dello stesso Steiner su questi misteriosi aborigeni: 

"Gli abitanti dell'arcipelago - scrive ancora lo zoologo Stümpke - sono ormai estinti per colpa del raffreddore, introdotto involontariamente dall'evaso svedese."

In pratica, oltre al nome dell'arcipelago e all'endoetnico delle genti aborigene ci restano quasi soltanto i nomi delle diciotto isole, scritti in una rudimentale ortografia anglosassone: 

Annoorussawubbissy 
Awkoavussa 
Hiddudify 
Koavussa 
Lowlukha 
Lownunnoia 
Mara 
Miroovilly 
Mittuddinna 
Naty 
Nawissy 
Noorubbissy 
Osovitissy 
Ownavussa 
Owsuddowsa 
Shanelukha 
Towteng-Awko
Vinsy. 

I dati sono davvero troppo scarsi per cercare di ricostruire qualcosa di sensato: evidentemente lo scopritore (e involontario sterminatore) della popolazione locale non ebbe nemmeno il tempo di raccogliere informazioni sensate prima che accadesse l'irreparabile. Si nota che diversi nomi di isole terminano in -issy o in -ussa, ma non sappiamo attribuire una funzione a questi morfi. Oltre ai toponimi di cui sopra, sono stato in gradi di reperire nel Web il nome nativo di un rinogrado, il Nasobema lyricum: honatata.

 

Per 16 anni, le Hi-iay furono visitate in gran segreto da biologi specializzati nello studio dei Rinogradi, tanto che vi venne fondato un nuovo ramo della zoologia: la Rinogradologia. Allo scopo di studiare in modo approfondito i bizzarri animaletti, furono create istituzioni scientifiche in gran numero, ovviamente in un tale clima di riservatezza che in nessuna parte del mondo il pubblico ha potuto usufruire della benché minima fuga di notizie. 

Nel 1957 una catastrofe improvvisa si abbatté sulle isole Hi-iay, spazzandole via e cancellandone ogni traccia: l'esplosione di un ordigno nucleare di inusitata potenza, esploso a centinaia di chilometri di distanza, ha provocato uno tsunami imponente. Come per coincidenza, tutti i rinogradologi del pianeta Terra si trovavano nell'arcipelago proprio in quel frangente per un congresso internazionale, perendo nel modo più misero assieme all'intero ecosistema locale. Un'unica testimonianza dell'esistenza dei Rinogradi riuscì a scampare allo spaventoso disastro: si tratta di un manoscritto dello zoologo tedesco Harald Stümpke, ex curatore del museo dell'Istituto Darwin di Hi-iay. Il prezioso testo è stato rielaborato e pubblicato dal dottor Gerolf Steiner, professore di Zoologia dell'Università di Heldelberg. In Italia è stato pubblicato col titolo "I Rinogradi di Harald Stümpke e la zoologia fantastica". Oltre allo stesso Steiner, il volume contiene interessanti interventi sulla zoologia alternativa, ad opera di personaggi di spicco del mondo accademico e della narrativa: Stefano Benni (scrittore), Giorgio Celli (professore ordinario di Tecniche di lotta biologica, Università di Bologna), Marco Ferrari (biologo e giornalista scientifico), Alessandro Minelli (professore ordinazio di Zoologia, Università di Padova), Massimo Pandolfi (professore incaricato di Ecologia, Università di Urbino), Aldo Zullini (professore ordinario di Zoologia, Università di Milano). 

Qualcuno si chiederà a questo punto come mai non gli sia mai giunta voce dei Rinogradi e delle isole Hi-iay. Ebbene, riporterò la verità in modo molto semplice: si tratta di parti della fantasia, creati proprio dal professor Gerolf Steiner da Heidelberg. L'arcipelago delle Hi-iay non è mai esistito, così come non sono mai esistiti i Nasuti, e neppure gli aborigeni Hooakha-Hutchi. Non c'è mai stato nessun maremoto provocato da un folle esperimento nucleare americano all'origine dello sprofondamento in stile atlantideo dell'arcipelago immaginario. Eppure sappiamo che alcuni membri del mondo accademico hanno abboccato e hanno creduto alla veridicità delle creazioni di Steiner. Nonostante i dettagli anatomici dei Rinogradi siano assolutamente improbabili, la cosa non ha impedito a qualcuno di prendere tutto molto sul serio. Se vogliamo, possiamo dire di trovarci di fronte a una vera e propria truffa scientifica. Poco importa che le intenzioni dello stesso Steiner fossero bonarie, goliardiche e persino edificanti, volendo egli sensibilizzare le genti sul tema del drammatico declino della biodiversità: il meme dei Rinogradi e delle isole Hi-iay è stato inoculato nell'immaginario del genere umano. 

Mettiamoci ora nei panni di un complottista. In tempi in cui si parla tanto di Rettiliani, in cui riemergono antiche teorie sulla Terra piatta, sulla Terra cava di hitleriana memoria, e addirittura sulla Terra cubica dei Monty Python, non sorprenderà se qualcuno si metterà ad elucubrare, producendo una razionalizzazione di questo tipo: "Le Hi-iay e i Rinogradi sono davvero esistiti, il Governo degli USA è davvero responsabile della loro distruzione e ha insabbiato tutto, mettendo poi in giro la voce che sia stata tutta un'invenzione". Come confutare questo meme? Sarò molto schietto: richiederebbe uno sforzo ciclopico e non convincerebbe nessuno. Mostrare che i geni coinvolti nella formazione del naso del toporagno non potrebbero mai produrre appendici nasali tanto specializzate e in alcuni casi fornite persino di scheletro e di articolazioni, trascende le mie conoscenze di genetica e richiederebbe uno studio che non ho il tempo di intraprendere. Anche se riuscissi nell'impresa, a che servirebbe? Farebbe desistere qualcuno dalla propagazione memetica? No, perché nessun lettore convinto dell'esistenza dei Rinogradi acquisirebbe le necessarie conoscenze di genetica solo allo scopo di leggere una confutazione. Allora è meglio lasciar perdere, tanto si tratta di una masturbazione mentale abbastanza innocua. 

Intanto vengo a scoprire la possibile esistenza di rinogradologi annidati nell'Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali dell'Università dell'Insubria, come parrebbero mostrare i seguenti documenti:


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