martedì 26 aprile 2016

ULTERIORI PROVE DELLA DEMENZA CHE SCONVOLGE GLI ATENEI

Tra gli accademici decerebrati e i divulgatori più ignoranti dei somari, non so davvero quale sia la piaga peggiore. Un ricercatore ha una grande responsabilità, perché se fa passare per serio lavoro scientifico quelle che sono autentiche stronzate, a soffrirne sarà la Scienza medesima. Anche il divulgatore scientifico avrà la sua parte di responsabilità, perché se a causa della propria ignoranza distorcerà i risultati dei ricercatori, arrecherà all'intero genere umano un grave pregiudizio. 

Il caso dello studio sulla popolazione dell'Isola di Pasqua ad opera della sciagurata Università di Binghamton non è stato sufficiente. Con immensa sorpresa mi sono imbattuto in un articolo ancor più deprecabile ed inverecondo, pubblicato da ANSA.


Cancellato anche il DNA dei popoli precolombiani.
Non è sopravvissuto nemmeno un gene.

Udite udite! 

"Nessuna traccia, nemmeno l'ombra di un gene: delle antiche popolazioni precolombiane non è rimasto più nulla, sono state completamente cancellate dai colonizzatori spagnoli. A indicare quanto l'arrivo dei Conquistadores sia stato devastante è la mappa del Dna prelevato da 92 fra mummie e scheletri che risalgono al periodo compreso fra 500 e 8.600 anni fa.
Pubblicata sulla rivista Science Advances, la ricerca è la più vasta mai condotta su un Dna così antico ed è stata coordinata dall'Università australiana di Adelaide. Vi hanno partecipato l'Università della California a Santa Cruz (Ucsc) e quella di Harvard."

E ancora: 

"E' sorprendente, ma in nessuna delle linee genetiche trovate nei circa 100 resti umani che abbiamo esaminato indica che ci siano dei discendenti nelle popolazioni attuali", ha osservato il coordinatore della ricerca, Bastien Llamas, del Centro australiano per l'analisi del Dna antico (Acad) dell'università di Adelaide. "Questa separazione - ha aggiunto - sembra essersi stabilita circa 9.000 anni fa ed era completamente imprevista".  

La demenza nelle università colpisce ancora! Un'epidemia sempre più spaventosa. Questa volta sono coinvolti atenei davvero illustri e insospettabili, come l'Università di Larvard.

Secondo questi pazzi drogati, le mummie da loro analizzate implicherebbero una delle seguenti alternative:

1) Gli attuali nativi amerindiani sarebbero scaturiti dal nulla; 
2) Gli attuali nativi amerindiani proverrebbero dalla Spagna;
3) Gli attuali nativi amerindiani avrebbero origini non genetiche.

Quanto affermato da Bastien Llamas, secondo cui "in nessuna delle linee genetiche trovate nei circa 100 resti umani che abbiamo esaminato indica che ci siano dei discendenti nelle popolazioni attuali", parrebbe far propendere per la soluzione 3): a detta sua è possibile che un figlio non erediti alcun gene dai suoi genitori. Magari potrebbe tornare a scuola a studiare gli esperimenti di Mendel sui piselli. Sembra invece che i suoi colleghi preferiscano la soluzione 2): provenienza dalla Spagna. I nativi dell'America Latina si sarebbero in realtà formati dalla popolazione preromana della penisola Iberica. Al momento non mi sono ancora imbattuto in decisi fautori della soluzione 1). 

Il problema non è la scoperta di resti umani il cui genoma non ha corrispondenza con le popolazioni moderne, ma la conclusione indebita che ne è stata tratta. Che numerose linee genetiche siano scomparse senza lasciare traccia nel corso dei secoli è una cosa del tutto normale. Questo non significa affatto che tutte le linee genetiche presenti prima della Conquista siano state spazzate via. Non ci sono poi soltanti i geni: le antiche popolazioni hanno lasciato le loro lingue, che in molti casi sono sopravvissute. Il fatto è che per questi imbecilli l'intera molteplicità delle lingue native del Sudamerica avrebbe le sue radici nella penisola iberica! I Cahuapana, gli Itonama e gli Yanomami si sarebbero formati nel distretto di Siviglia. I Messicani che tuttora parlano idiomi di ceppo Azteco e Maya sarebbero in realtà Catalani. I milioni di parlanti Quechua proverrebbero direttamente dalla stessa Estremadura che ha dato i natali a Hernán Cortés, a Francisco Pizarro e a Pedro de Valdivia, e identica provenienza avrebbero i Mapuche. Anzi, Valdivia si sarebbe portato i Mapuche con sé da casa. Mi fermo qui, visto che le genti non comprendono il concetto stesso di sarcasmo.

Reduce dalla lettura dell'articolo, sono rimasto in preda all'ira e di malumore per diverse ore. 

Se diamo un'occhiata alla versione in inglese del deleterio articolo, pubblicato su The Telegraph, sembra che il testo sia più soft. Evidentemente gli articolisti di ANSA ci hanno messo del loro, anche se compare comunque l'idea folle della completa distruzione della popolazione amerindiana (disease carrying Europeans really did wipe out Native Americans). Questo è il link: 


In realtà la mancanza di corrispondenza tra genomi antichi e moderni aveva già trovato la sua spiegazione in un altro studio, in cui si parlava di derive genetiche occorse in tempi relativamente brevi.


Yucatan (TMNews) - Lo scheletro di una 15enne vissuta 12mila anni fa ha risolto un mistero lungo decenni e ha fatto luce sulle origini dei nativi americani. Naia, così è stata battezzata, è stata trovata dagli archeologi al largo della penisola dello Yucatan, in Messico, in una grotta sommersa dopo lo scioglimento dei ghiacciai, in cui la ragazza probabilmente è caduta mentre cercava dell'acqua. "Naia è lo scheletro più antico e completo che ha ci ha dato la possibilità di fare studi ad altissimo livello", spiega l'archeologa Pilar Luna Erreguerena. Il suo dna infatti è preziosissimo: gli studiosi non erano mai riusciti a spiegarsi perché i primi abitanti del continente, detti paleoamericani, e i nativi americani contemporanei fossero così diversi fra loro. Per anni si è pensato che fossero due gruppi distinti arrivati con ondate migratorie diverse. Ora invece il dna di Naia dimostrerebbe che entrambi i gruppi hanno lo stesso codice genetico e derivano dalle popolazioni arrivate nel continente americano attraverso lo Stretto di Bering. Le differenze fra le due popolazioni sarebbero causate dunque solo da un'evoluzione molto rapida. 

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