venerdì 7 ottobre 2016


LE PARTICELLE ELEMENTARI

Titolo originale: Elementarteilchen
AKA: Atomised; The Elementary Particles
Paese di produzione: Germania
Lingua originale: Tedesco
Anno: 2006
Durata: 113 min
Colore: Colore
Audio: Sonoro
Genere: Drammatico
Regia: Oskar Roehler
Produttori: Oliver Berben, Bernd Eichinger
Soggetto: Michel Houellebecq (Les Particules
   élémentaires)
Sceneggiatura: Oskar Roehler
Fotografia: Carl-Friedrich Koschnick
Montaggio: Peter R. Adam
Musiche: Martin Todsharow
Scenografia: Ingrid Henn
Distribuzione: Momentum Pictures
Interpreti e personaggi:
    Moritz Bleibtreu: Bruno Klement
    Christian Ulmen: Michael Djerzinski
    Martina Gedeck: Christiane
    Franka Potente: Annabelle
    Nina Hoss: Jane
    Uwe Ochsenknecht: padre di Bruno
Premi:
    Festival di Berlino 2006: miglior attore (Moritz
       Bleibtreu)

Trama:
Il film è incentrato sulla sessualità disturbata di due fratellastri molto diversi tra loro: Michael Djerzinski e Bruno Klement. Figli di una donna lasciva e un po' disinvolta infatuata della subcultura hippie, sono stati abbandonati alla nascita. Michael è diventato uno studente dotato e si è dato alla carriera universitaria, crescendo ossessionato dall'abiogenesi e cercando il modo per abolire la sessualità umana. Bruno è cresciuto con la nonna, che un giorno è morta per via delle ustioni provocate da una pentola di brodo bollente che le si è rovesciata sulla testa. Così al bambino è toccato finire in un terribile collegio pullulante di bulli scatenati che lo costringevano a prendere in bocca lo spazzolone del cesso tutto sporco di feci.

Un giorno Michael e Bruno si ritrovano. Michael è diventato un ricercatore brillante. Tornato dall'Irlanda, dove lavorava, incontra un'amica dell'adolescenza, che non ha mai avuto il coraggio di avvicinare. Saputo che lui non si è mai giaciuto con una donna, lei finisce col sedurlo e col guidarlo nella penetrazione, portandolo a eiacularle nella vagina. Bruno è in tutto e per tutto un fallito che ha da poco lasciato la moglie dopo una fellatio andata male. Lei non lo aveva mai fatto ed è stata spinta a provarci per cercare di salvare il matrimonio, ma ha usato i denti, procurando al marito un serio fastidio. Così lui l'ha fatta smettere e dall'episodio è scaturito il divorzio. Bruno, già annichilito perché un editore gli aveva rifiutato uno scritto contenente frasi molto aggressive contro i Mandingo, definiti "organi genitali deambulanti", si consola ingurgitando fiumi di alcol. Facendo una gran fatica a procurarsi una partner, finisce in un camping frequentato da moltissime adepte della New Age, convinto di riuscire a rimorchiarne qualcuna. Finalmente trova ciò che cerca: si immerge in una vasca di acqua calda in cui una bella mora ha appena finito di copulare con uno sconosciuto. Si mette al posto del ganzo appena andato via e infila il suo salsicciotto nella vulva ancora calda dello sperma da poco deposto. Comincia ad ancheggiare fino ad aggiungere anche il suo contributo seminale. Ne nasce una storia ardente. Quando i due sono convinti di aver trovato la felicità, questa sfuggirà loro di mano senza rimedio. La vita per Bruno si trasformerà in un incubo ad occhi aperti. 

Recensione: 
 Pur trattandosi a mio avviso di un prodotto valido, la cui visione è senz'altro raccomandata, rimangono alcune perplessità. Mi domando spesso se ci sia un film, anche uno solo, che traspone in sequenze un libro senza apportarvi alcuna modifica. Sarebbe inutile cercare: non se ne troverà neppure uno. Se la vicenda narrata nel libro di Houellebecq si svolge in Francia, quella del film è ambientata in Germania. Come conseguenza di questa scelta, cambia qualcosa nell'onomastica. Il signor Bruno Clément /kle'mã/ si ritrova trasformato in Bruno Klement /'kle:mənt/ (in neotedesco è /'kli:mənt/). Anche se la diversa ambientazione può sembrare un dettaglio marginale, in realtà cambia la natura stessa della storia. Non è tuttavia questo il punto più importante.

Appiattimento bidimensionale 

Il film sembra una mera proiezione bidimensionale del romanzo di Houellebecq. Mi pare talmente riduttivo rispetto alla fonte da cui è stato tratto che potrebbe essere visto come un'impalcatura scheletrica in confronto a un edificio compiuto con tutta la complessità delle genti che lo abitano. È come un disegno paragonato alla realtà a tre dimensioni che ritrae. Tutto ciò che riguarda i due fratellastri è a malapena accennato, il che rende abbastanza difficile comprenderne a fondo la personalità. Solo per fare un esempio, tutto il catastrofico vissuto di Bruno, vessato in modo atroce dai bulli durante l'infanzia in collegio, si riduce a una singola scena - mentre nel romanzo si fanno profonde digressioni sul concetto di "animale alpha" e sulla crudeltà nelle società primitive. Allo stesso modo la micropenia che tanto condiziona la vita dello sventurato erotomane non viene nemmeno menzionata. Houellebecq ci descrive la genealogia di Michel e di Bruno, partendo da Martin Ceccaldi che sposò Géneviève July, generando Janine Ceccaldi. Questa non soltanto perse la verginità a 13 anni (fatto che l'autore si premura di definire anomalo per quei tempi), ma eccelse negli studi riuscendo a conseguire grandi risultati. Si sposò in prime nozze con Serge Clément, il cui aspetto era quello di una scimmia dotata di telefono portatile, generando Bruno. In seconde nozze sposò poi Marc Djerzinski, figlio di un minatore originario del bacino carbonifero di Katowice, in Polonia. Tutti questi dettagli, non trasponibili nel film, sono stati completamente espunti. Mentre Houellebecq fornisce un gran numero di informazioni che permettono di comprendere quanto sta accadendo, in tutto il suo squallore, Roehler presenta ogni cosa come se fosse un meteorite caduto dal cielo e non suscettibile di analisi. Alcuni eventi sono presentati in un ordine diverso rispetto al romanzo. Ad esempio il funerale della madre dei due fratellastri, che nel libro è il Capolinea, nel film precede temporalmente la sciagura che ha macinato Bruno. Come può tutto questo non tradursi in una struttura narrativa del tutto diversa?   

Houellebecq e la Fantascienza 

Il libro Le particelle elementari - che lo si voglia o no - è un'opera fantascientifica. Sì, ne sono consapevole: questa mia affermazione mi attirerà le ire funeste di numerosi fantascientisti. Strepiteranno tutti i fanatici che comprano soltanto libri con un robot o un'astronave sulla copertina. I commessi delle librerie avranno le convulsioni: per loro dire che Houellebecq va nello scaffale della SF è empietà e bestemmia. Eppure quanto affermo è la pura e semplice verità. Houellebecq descrive come Michel Djerzinski è diventato l'uomo che ha sconfitto la Morte. Lo ha fatto in concreto, ponendo le basi per l'immortalità dei corpi. Non soltanto egli è uno scienziato geniale: è anche un filosofo molto profondo. Il libro di Houellebecq gronda filosofemi complessi ed è pieno zeppo di dialoghi sui massimi sistemi. Orbene, il film Le particelle elementari di tutto questo non conserva nemmeno una sillaba. Michael Djerzinski vi è sì descritto come un ricercatore di grandissimo talento, ma nulla di più. Non si ha proprio niente di fantascientifico nelle sequenze dell'opera di Roehler. Siamo a mio avviso di fronte a uno dei pochi casi, se non l'unico, di film drammatico non fantascientifico tratto da un libro di Science Fiction

Erotismo e sesso compulsivo

Senza dubbio il sesso rappresenta la massima ossessione di Michel Houellebecq, che la trasfonde a piene mani nelle sue opere. Questa continua descrizione dell'ipersessualità non è tuttavia una pura e semplice esaltazione degli atti materiali. Quando si leggono i passaggi erotici di un libro dell'autore francese non si è indotti in stato di eccitazione, quanto di depressione: si viene permeati da un profondissimo senso di sfacelo e di morte ontologica. Roehler riesce a rendere bene questo sentire annichilente. Quando Christiane si presenta a Bruno in abbigliamento sexy e i due escono per andare in un locale di scambisti, si avvertono i lezzi dello stato terminale in cui l'intero genere umano versa. Siamo di fronte a una società putrefatta, simile a una grande carogna brulicante di cagnotti, dalle cui membra trasuda un fetidissimo percolato caustico. Bruno è convinto di aver trovato il Paradiso in quel ricettacolo di contatti tra corpi, ma la Nemesi è in agguato. Mentre uno sconosciuto energumeno sta cavalcando Christiane, avviene la catastrofe. La spina dorsale della donna, già provata dall'artrosi, cede e si spezza, lasciandola sul pavimento, inerme e paralizzata. La miseria morale di Bruno si manifesta con il suo indugio, restando egli troppo tempo senza farsi vivo, le dita paralizzate ad ogni tentativo di telefonare alla sua amata. Lei viene stritolata dalla nitida consapevolezza del Nulla Assoluto che è l'esistenza, così si suicida arrampicandosi sul davanzale del balcone e precipitando nel vuoto. Il sesso descritto da Houellebecq è parte di una complessa metafora dell'insostenibilità della condizione umana, e il regista tedesco nulla toglie alla sua potenza. Il senso di vuoto e di desolazione che si prova è totale. 

La spagnola

Mettendosi nei panni del povero Bruno, Houellebecq esprime alcune riflessioni sulla pratica detta "spagnola" o "sega spagnola" (branlette espagnole in francese, in inglese titjob), che come ognuno saprà, consiste nel mettere il fallo eretto tra i seni di una donna, che col loro moto ritmico finiscono col provocare l'eiaculazione. A quanto nel romanzo si dice, è difficile ottenerla dalle prostitute, così Bruno passa anni senza sperimentarla. Ecco le querule lamentazioni a questo proposito: 

"Dopotutto, si diceva speranzosamente, la squaw di ieri, per esempio, è passabilmente scopabile. Seno grosso un po’ moscio, ideale per una bella spagnola; erano tre anni che non si faceva fare una spagnola. Eppure le spagnole gli piacevano un sacco; solo che in genere le puttane non ne fanno. Forse non amano ricevere lo sperma in faccia? Forse la spagnola richiede più tempo e investimento personale rispetto a una sega semplice? È che la prestazione risultava atipica: in genere la spagnola non si pagava, ergo non era prevista, ergo era difficile da ottenere. Per loro era qualcosa di intimo, qualcosa che facevano col loro uomo. Soltanto col loro uomo, purtroppo. Più di una volta, Bruno, in cerca di una bella sega alla spagnola, aveva dovuto accontentarsi di una sega semplice, o tutt’al più di un bocchino. Ben riusciti, peraltro; tuttavia, in fatto di spagnole l’offerta era strutturalmente insufficiente, ecco come la pensava Bruno." 

Del tutto diversa la situazione in Germania, dove molte ragazze prosperose concedono con gioia tale pratica. Così ecco che Bruno Klement, trasposizione germanofona di Bruno Clément, durante il funerale di sua nonna, si apparta con una bionda formosa e le mette il fallo tra i seni esuberanti. Lei muove quella sua bellezza fino a fare eiaculare il suo amante occasionale, che ansima come una scimmia in calore. Non solo è una delle poche occorrenze di questa pratica erotica in un film non pornografico, ma è un'altra sostanziale differenza tra l'opera di Houellebecq e quella di Roehler. 

L'incesto tra figlio e madre

Come nel libro, Bruno prova attrazione sessuale per la sua disinibita madre, osservandola mentre dorme con le gambe un po' aperte. Houellebecq accenna alla cosa. "Io sono tua madre", puntualizza la donna al giovane figlio erotomane. "In genere, a quel punto, Bruno si chiedeva con angoscia se magari quel mattino non si fosse svegliata mentre lui tuffava lo sguardo nella sua vulva. Eppure la puntualizzazione fatta dalla madre non aveva niente di sorprendente; l’incesto è considerato tabù già tra i mandrilli e le oche." Non ci sono risparmiate dense pornografie sulle scellerate attività di Janine Ceccaldi, che iniziò il tredicenne figlio del new ager Di Meola alle attività sessuali. Roehler raccoglie queste suggestioni e accentua la morbosità dello sguardo che Bruno riserva al cunnus della madre. Non solo, ci mostra Bruno che si allontana dalla tentazione e va ad appartarsi, masturbandosi furiosamente pensando al vaso procreativo che lo ha messo al mondo.

Un implacabile atto di accusa

Sono in perfetto accordo con Michel Houellebecq e con Oskar Roehler nell'accusare la subcultura hippie e le conventicole New Age di aver portato la società occidentale alla rovina. Tuttavia a differenza dello scrittore francese e del regista tedesco, non esito a utilizzare un linguaggio violento e streicheriano. Lo stramaledetto paradigma New Age è cancrena e metastasi esiziale, chi lo ha propalato è un bacillo della lebbra, è il treponema pallido che ha causato la tabe al genere umano. 

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