venerdì 28 luglio 2017


IL CACCIATORE DELLO SPAZIO

Titolo originale: Space Hunter: Adventures in the
     Forbidden Zones
Anno: 1983
Paese: USA
Lingua: Inglese
Durata: 90 min
Regia: Lamont Johnson
Genere: Fantascienza
Specifiche tecniche: girato e proiettato in 35 mm
Rapporto immagine: 1,85 : 1 e 2,35 : 1
Formato audio: Dolby
Compagna di produzione: Columbia Pictures
    Corporation, Delphi I Productions, Zone
    Productions
Distribuzione: CEIAD (1984), Columbia Tristar
    Home Video
Sceneggiatura: David Preston, Edith Rey, Dan
    Goldberg, Len Blum
Fotografia: Frank Tidy
Montaggio: Scott Conrad
Musiche: Elmer Bernstein
Produttore: Ivan Reitman
Locations: Vancouver, British Columbia (Canada),
   Moab, Utah (USA)
Interpreti e personaggi:
   
Molly Ringwald: Niki
    Peter Strauss: Wolff
    Ernie Hudson: Washington
    Andrea Marcovicci: Charlmers
    Deborah Pratt: Meagan
    Michael Ironside: Overdog
    Beeson Carroll: Patterson
    Aleisa Shirley: Reena
    Call Timmins: Nova
    Harant Alianak: Il Chimico
    Paul Boretski
    Patrick Rowe
    Reggie Bennett
    Colin Mochne
Budget: 14,4 milioni di $
Incassi al botteghino (USA): 16,5 milioni di $ 

Trama: 

Il pilota Wolff giunge sul desolato pianeta Terra 11 a seguito di una richiesta di aiuto da parte di tre fantomatiche ragazze. Si troverà nel bel mezzo di un deserto la cui rada popolazione selvaggia è in preda ad una spaventosa epidemia di peste. Approfittando dell'anarchia imperversante, il cyborg Overdog ha creato un piccolo regno all'interno della Zona Proibita, di cui è il signore assoluto. Nel corso del suo arduo cammino in quelle solitudini, Wolff si imbatte in una fanciulla incredibilmente sporca e recalcitrante. Dopo un'aspra lotta riesce a soggiogarla e a imporle elementari norme igieniche. I due si inoltrano nel dominio di Overdog (ossia Supercane), una spaventosa discarica di rottami che sembra la nemesi dell'Era Tecnologica. Contro ogni sano principio, Wolff intende raggiungere la roccaforte del tiranno, forse perché pensa che vi tenga prigioniere le tre ragazze che hanno richiesto il soccorso. La trama, che fino a un certo punto pare promettente, si stempera in men che non si dica. Il viaggio è un po' lento, le sequenze noiose, lo spettatore quasi sonnecchia in attesa di un deus ex machina che si introduca a viva forza nella narrativa facendola esplodere. A un certo punto è facile ingannarsi e aspettarsi di veder comparire da un momento all'altro il palazzo di Jabba the Hutt! Niente da fare: il film resta un po' moscio e  soporifero. Oltre un certo punto non ricordo quasi nulla - e quel poco che ricordo è distorto. Tutto si confonde dopo una serie di improbabili acrobazie in cui il protagonista saltando come un grillo si scontra con un Overdog espanso e furioso che ha subìto la metamorfosi in una macchina da guerra, come i meganoidi di Don Zauker, l'arcinemico di Daitarn III, quello con un gigantesco cervello esposto che spiccava dal cranio di metallo. Il finale non dev'essere eccellente, visto che si è dissolto nei banchi di memoria stagnante senza lasciare nemmeno un'esilissima traccia mnestica. Credo che rivedrò il film una seconda volta quando sarò preso da un intenso attacco di masochismo, di noia assoluta e di voglia di perder tempo. 


Recensione:

L'ho visto al cinema molti anni fa e l'ho trovato un film mediocre, per non dire trash, al punto che non ne raccomanderei la visione nemmeno ai miei peggiori nemici. Va però detto che qualche lampo di ispirazione buca la coltre della nausea esistenziale e di stasi che assale lo spettatore. Memorabili sono ad esempio le sequenze in cui Wolff costringe la giovane nativa a lavarsi, arrivando a strofinarle con una gran quantità di shampoo il cranio lendinoso. Un realismo tale che assistendo alla proiezione ho avvertito nella mia immaginazione il sentore degli effluvi non certo invitanti di quella sudiciona. Dire che il filone non è innovativo è quasi una banalità. Il genere fantascientifico "zozzoni postatomici" ha goduto di un grande rigoglio fino raggiungere il suo apogeo con Mad Max oltre la sfera del tuono (1985), che potrebbe essere ribattezzato Smegma Festival, con un Mel Gibson che per poco non è finito a fare il fellatore in un bordello. Certo, Il cacciatore dello spazio va preso per quello che è, senza filosofarci troppo, o se ne esce con un pugno di mosche morenti. Inutile fare l'ennesima pappardella moralista e lapalissiana su Terra 11 che sarebbe l'immagine del nostro pianeta in seguito alla sua devastazione provocata dall'avidità delle multinazionali e via discorrendo. Ovviamente salterà su qualche buonista a opprimerci con le sue baggianate politically correct, strillando che Overdog è in realtà Hitler o Mussolini e che il suo regno rappresenta il Fascismo, proprio come lo rappresenta un incubo notturno provocato dal troppo formaggio ingurgitato. Forse dovremmo credere piuttosto che Overdog, ex scienziato imbarbarito, rappresenti la vittoria della brutalità e della violenza sulla Scienza e sulla tecnologia, con astronavi e gingilli finiti nell'immondezzaio. Bisognerà vedere se Lamont Johnson avesse in mente proprio questo. Secondo alcuni critici, e mi pare cosa abbastanza ragionevole, questo film è semplicemente nato sull'onda del successo di Guerre Stellari. Peggio ancora, è un mockbuster di Star Wars, pur non avendo nemmeno l'ombra della complessità della Saga. Il pilota Wolff è chiaramente ispirato dalla figura di Han Solo. Sul sito Filmtv.it il navigatore Tex Murphy riassume ben la questione: "Filmetto noioso che dista anni luce da "Guerre stellari" pur cercando di imitarlo. Il protagonista poi, cerca di fare il verso ad Harrison Ford ma è espressivo e simpatico come una tavola di rovere. Adatto solo agli under 10 appassionati di fantascienza."     

Altre recensioni: 

Bellissima la recensione comparsa sul sito Filmbrutti.com, che raccomando vivamente ai visitatori di questo spazio:

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