Ogni lingua del genere umano è piena di trabocchetti e ha punti deboli che non sono sempre chiari ai suoi parlanti. Per pura serendipità mi è capitato di imbattermi in uno di questi nodi problematici.
Ero un moccioso e mi trovavo in Piemonte, nella casa dei miei Padri. Fui molto turbato quando vidi mio zio E. (R.I.P.) macinare un po' di ossa di pollo servendosi di un macinino da caffè, per poi dare da mangiare ai polli il ripugnante impasto ottenuto. Ricordo la sua sofferenza, la sua mente ormai non era più tanto lucida. Trovava simili divertimenti per passare il tempo. Quando macinava le ossa, subito i polli accorrevano schiamazzando e si disputavano quanto veniva loro gettato, abbandonandosi al cannibalismo! Mangiavano le ossa tritate dei loro stessi simili! La cosa mi fece venire i brividi. Non riuscivo a comprendere come potessero non rendersi conto dell'origine del materiale organico che ricevevano dalle mani di mio zio E., eppure non si vede un solo motivo per cui avrebbero dovuto discernere la natura di quel cibo basandosi soltanto sulle proprietà organolettiche. Siamo poi sicuri che gli esseri umani, messi in quelle stesse condizioni degradate di vita, sarebbero capaci di comprendere la natura cannibalica di un pasto?
Questo ricordo disturbante mi porta a qualche riflessione di natura linguistica. A puro scopo di Conoscenza riporto in questa sede alcune semplici definizioni, reperite nel Dizionario Treccani:
Questo ricordo disturbante mi porta a qualche riflessione di natura linguistica. A puro scopo di Conoscenza riporto in questa sede alcune semplici definizioni, reperite nel Dizionario Treccani:
cannìbale s. m. e f. [dallo spagn. caníbal (o caríbal), dal nome dei Caribi delle Piccole Antille, i cui abitanti dopo la scoperta dell’America acquistarono in Europa fama di antropofagi]. – 1. Antropofago, divoratore di carne umana. 2. In similitudini e usi fig., persona crudele, feroce, inumana: si è comportato come un c.; è un c., una cannibale; anche come agg.: è una donna cannibale.
antropòfago agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. anthropophăgus, gr. ἀνϑρωποϕάγος, comp. di ἄνϑρωπος «uomo» e -ϕάγος «-fago»] (pl. m. -gi, pop. -ghi). – Che, o chi, si ciba di carne umana: le tribù a., o gli a., di alcune regioni africane; istinti antropofagi.
Sul Dizionario Italiano Hoepli è contenuta una definizione più estesa della parola "cannibale", come si può facilmente vedere:
cannibale
[can-nì-ba-le]
A s.m. e f. (pl. -li)
1 Antropofago
‖ estens. Animale che mangia carne di individui che appartengono alla sua stessa specie
2 fig. Persona feroce, crudele
‖ Mangiatore insaziabile
B agg.
Antropofago: razze cannibali
Questo è riportato su Wikipedia in italiano:
"Il cannibalismo è la predazione intraspecifica, ovvero la pratica del mangiare organismi appartenenti alla propria specie. In zoologia si verifica quando individui di una specie animale aggrediscono e divorano altri membri della stessa specie a causa, generalmente, di condizioni ambientali sfavorevoli anche se, in alcune specie, è normale consuetudine. Relativamente alla specie umana, in antropologia si parla di antropofagia (dal greco ἄνθρωπος, "uomo" e φαγω "mangio"), sinonimo quindi di cannibalismo umano, che è una pratica ancora diffusa presso alcune società."
E ancora:
"In zoologia il cannibalismo si verifica quando individui di una specie animale si cibano di membri della stessa specie a causa, generalmente, di condizioni ambientali sfavorevoli come la sovrappopolazione o la cattività oppure, come accade in molte specie, può essere una normale consuetudine per limitare la densità di popolazione e quindi aumentare le probabilità di sopravvivenza per i sopravvissuti che hanno così a disposizione maggiori quantità di cibo; questo si verifica ad esempio tra gli insetti, come nel caso delle termiti o delle formiche, e nei pesci, come nel caso dei guppy, che divorano la prole in eccesso, o anche nei vertebrati, in particolar modo nel caso di leoni, iene e macachi."
Proprio l'uso della parola "cannibale", applicato a qualsiasi specie animale diversa da Homo sapiens, si rivela determinante. Possiamo quindi giungere alle seguenti conclusioni:
Un leone antropofago, come quelli di Tsavo, è un leone mangiatore di uomini.
Un leone cannibale è invece un leone che mangia la carne di altri leoni.
Un leone cannibale è invece un leone che mangia la carne di altri leoni.
Sono due cose diverse!
Ne deduciamo che i vocaboli "antropofago" e "cannibale" sono perfetti sinonimi unicamente quando sono applicati alla specie umana.
Ne deduciamo che i vocaboli "antropofago" e "cannibale" sono perfetti sinonimi unicamente quando sono applicati alla specie umana.
Possibile che finora nessuno si sia mai accorto di questo bizzarro inganno semantico? Nemmeno i parrucconi dell'Accademia della Crusca hanno evidenziato la criticità, a quanto pare!
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