mercoledì 25 maggio 2016


SPIRITI NELLE TENEBRE

Titolo originale: The Ghost and the Darkness
Paese di produzione: USA
Anno: 1996
Durata: 109 min
Colore: colore
Audio: sonoro 
Genere: avventura, drammatico 
Regia: Stephen Hopkins
Soggetto: dal romanzo di John Henry Patterson
Sceneggiatura: Stephen Hopkins, William Goldman
Produttore: Paul Radin, Gale Anne Hurd, A.
    Kitman Ho
Fotografia: Vilmos Zsigmond
Montaggio:
Sally Menke, Robert Brown Jr., Steve
     Mirkovich, Roger Bondelli
Effetti speciali: Stan Wingston
Musiche: Jerry Goldsmith
Scenografia: Stuart Wurtzel
Costumi: Ellen Mirojnick
Interpreti e personaggi:
    Val Kilmer: John Henry Patterson
    Michael Douglas: Charles Remington
    John Kani: Samuel
    Tom Wilkinson: Robert Beaumont
    Om Puri: Abdullah
    Bernard Hill: il dottor David Hawthorne
    Brian McCardie: Angus Starling
    Emily Mortimer: Helena Patterson 
Doppiatori italiani:
    Roberto Pedicini: Val Kilmer
    Oreste Rizzini: Michael Douglas
    Kalongo Tsh Imanga: Samuel
    Sergio Fiorentini: Tom Wilkinson
    Fabio Boccanera: Brian McCardie
    Bruno Alessandro: Om Puri

Trama:
Siamo in Africa, nella regione dello Tsavo, in Kenya. Corre l'Anno del Signore 1898. Il colonnello Patterson deve costruire un ponte sul fiume Tsavo per incarico delle autorità coloniali britanniche, ma nonostante sia un eccellente ingegnere si trova subito in difficoltà: gli operai vengono predati e uccisi da due giganteschi leoni, che presto seminano il terrore in tutta l'area. La strage assume proporzioni inaudite e tutti i tentativi messi in opera da Patterson per porre un freno a tale calamità sono destinati all'insuccesso. Le fiere non sono soltanto bramose di carne umana: dimostrano un'intelligenza, un'astuzia e una capacità di sfuggire a ogni trappola che sembrano quasi sovrannaturali. Tra gli operai il panico aumenta, perché comincia a diffondersi la credenza che non si tratti realmente di due leoni, ma degli spiriti di due stregoni che hanno assunto la forma delle belve e che cercano vendetta. A questo punto interviene il cacciatore statunitense Remington, alla guida di un gruppo di cacciatori Masai. Nonostante la sua prosopopea, non riesce nel suo intento. Non soltanto i leoni sfuggono a un tentativo di accerchiamento, ma la furia con cui si abbattono sull'accampamento degli operai aumenta a dismisura. Tante sono le vite spezzate, tanto è il sangue che scorre, che i nativi abbandonano il cantiere. Restano soltanto pochi uomini ad affiancare Patterson e Remington, il cui unico scopo è quello di abbattere i felini aberranti. Quando seguono le tracce delle fiere e arrivano fino alla caverna che serve loro da tana, si spalancano le porte dell'Inferno: centinaia di scheletri e di altri resti umani giacciono in orridi mucchi, denotando l'innaturale volontà sterminatrice dei mangiatori di uomini. Com'è possibile che i leoni si comportino in questo modo? La caccia prosegue senza quartiere, con sequenze da incubo. Remington riesce a uccidere un leone, ma il superstite riesce a vendicarsi, uccidendo il cacciatore americano la notte successiva. Alla fine Patterson uccide anche il secondo leone, rendendo sicura l'area e permettendo la ripresa dei lavori.    

Recensione:
Un film eccellente, basato sul romanzo The Man-Eaters of Tsavo (Mangiatori di uomini dello Tsavo) che fu scritto di suo pugno dal protagonista degli eventi narrati, il tenente-colonnello John Henry Patterson. La valutazione di questo capolavoro resta più che entusiastica, nonostante ci siano alcune discrepanze rispetto alla narrazione dell'ufficiale coloniale britannico. Il personaggio di Remington, solo per fare un esempio, è fittizio. I leoni portentosi avevano inoltre una caratteristica del tutto inusuale per gli esemplari maschi della specie: erano sprovvisti di criniera. Questo fatto singolare non trova riscontro alcuno nel film, che mostra due felini dotati di splendida criniera, allo scopo di rendere le sequenze più spettacolari. Va infine riportato che il romanzo di Patterson ha ispirato altri due film, Bwana Devil (1952) e Killers of Kilimanjaro (1956), che spero avremo occasione di recensire.  

La necessità della demonologia

Ci sono cose che l'approccio materialista del mondo scientifico non è in grado di spiegare. Si capisce che qualcosa non quadra non appena si coglie un eco di grottesco e di inverosimile nelle affermazioni di Piero Angela e di suo figlio. Si rimane come sbalorditi dai loro tentativi di banalizzare autentiche enormità riducendole a "strategie riproduttive". Se il genere umano durerà abbastanza a lungo, sono convinto che un giorno la Scienza riuscirà a descrivere in termini perfettamente razionali mondi che oggi sfuggono ancora alla comprensione. In altre parole, sarà possibile includere la demonologia nel novero delle scienze esatte, con tanto di classificazioni, di teorie evolutive e di equazioni. 


L'esistenza di animali diabolici che uccidono esseri umani per odio 

Si sono dati casi di belve dal comportamento anomalo, spinte da un inestinguibile odio verso gli esseri umani. Particolare menzione merita il caso dei Leoni Assassini di Tsavo. Due leoni maschi più grandi della norma vivevano assieme in una spelonca e conducevano spietati attacchi contro gli operai impegnati nella costruzione della ferrovia lungo il fiume Tsavo. Aggredivano gli esseri umani di notte, trascinandoli nelle tenebre per poi divorarli. Quando i felini mostruosi furono finalmente uccisi, e per finirne uno fu necessario sparargli per dieci giorni di seguito, furono trovati nella caverna i resti di moltissime vittime orrendamente dilaniate. L’analisi delle feci rivelò la presenza di tessuti umani digeriti e di resti di cheratina. I materialisti hanno cercato di dare varie spiegazioni all’accaduto, ma nessuna di queste convince davvero. Secondo alcuni, i leoni sarebbero stati privati delle loro naturali prede a causa di un’epidemia di peste bovina e si sarebbero così abituati a cacciare umani per poter sopravvivere. Per altri invece sarebbe stata la tratta degli schiavi a rendere disponibile una gran quantità di carne umana, facendo familiarizzare i predatori al sapore delle carogne. Ma i leoni non hanno costumi carognari, né vi si abituano in caso di carenza di cibo. Quello che manca a queste futili spiegazioni, con tutta la loro patina di “ragionevolezza” è la comprensione della Natura del Male. 

(Compendio del Dualismo Anticosmico, cap. 4 - L'osservazione della Natura a conferma delle tesi dualiste)

Un'ultima nota

Se non convincono i tentativi di spiegare i comportamenti anomali degli animali partendo dai dogmi di Piero Angela, ancor più grotteschi sono i farfugliamenti di chi vorrebbe estendere all'intera Natura le baggianate behavioriste che già hanno prodotto danni spaventosi al genere umano. Possiamo ben immaginarci Vittorino Andreoli spiegare in un suo articolo che i mostruosi leoni dello Tsavo uccidevano per via del disagio o perché l'avanzare dei lavori della ferrovia rendeva incerti i loro progetti per il futuro. Ancor più facile è indovinare cosa accuseranno i boldrinisti delle stragi compiute dai felini in questione: il colonialismo

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