martedì 10 ottobre 2017



IL LINGUAGGIO DESTRUTTURATO
DEI GIORNALISTI

Apro la sezione “Salute e Benessere” di ANSA e mi imbatto nella seguente perla: “Oetzi, la mummia di Similaun trovata in Alto Adige, era più geneticamente predisposta all'infarto rispetto all'uomo moderno”. Forse i giornalisti non riescono a capire una cosa molto semplice: quella povera mummia, essendo un corpo morto da millenni, difficilmente può esserere affetta da infarto. Nessuno insegna più il metodo logico-deduttivo di Sherlock Holmes? Evidentemente no. Eppure non ci sarebbe voluto molto a scrivere “Oetzi, l’uomo la cui mummia è stata trovata in Alto Adige, era geneticamente più predisposto all’infarto rispetto all’uomo moderno”. Già, perché non ha senso neanche dire che una mummia era “più geneticamente predisposta all’infarto”. Si deve dire che quell’uomo (da vivo) era “geneticamente più predisposto all’infarto”. L’ordine delle parole in italiano dovrebbe avere ancora un senso. Si consideri poi la locuzione “uomo moderno”. Nel linguaggio corrente sta per “uomo attuale”, mentre per i paleontologi indica la specie Homo sapiens, di cui anche l’individuo soprannominato Oetzi faceva parte. Anche se Homo sapiens fa parte della famiglia degli ominidi, il sottotitolo “Studi sul suo corpo e su quello di altri ominidi” fa pensare che Oetzi fosse una specie di uomo arcaico come l’uomo di Neanderthal e i Denisovani, il che è falso. Anche un articolo così interessante è stato guastato da giornalisti privi di qualsiasi competenza scientifica e linguistica, della stessa pasta di quelli che tempo fa hanno scritto “Casetta per uccelli antincendio” e “Cadavere trovato in appartamento in avanzato stato di decomposizione”.

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