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venerdì 18 agosto 2023

TRE PAROLE MACEDONIA ITALIANE ANTERIORI AL XIX SECOLO

Anni fa mi sono occupato di denunciare lo sconcio della diffusione capillare e rampante delle parole macedonia, scrivendo alcuni interventi:
Derivazione: DIABOLE + DOMINE
Note: 
Un professore al liceo ci parlò dell'etimologia dell'interiezione diamine, dicendoci che in origine era una bestemmia. Da un violento e blasfemo Diabole Domine si sarebbe arrivati a diamine, con una contrazione simile a quella delle moderne parole macedonia. Questo diamine, precisò il docente, si ridusse a un "intercalare neutro", utilizzabile senza problemi. 
Secondo alcuni, la bestemmia Diabole Domine sarebbe nata dalla volontà di chiamare a testimoni Dio e Satana. A parer mio Domine "Signore" (vocativo di Dominus) è invece un attributo riferito a Diabole "Diavolo" (vocativo di Diabolus), in un'affermazione di culto satanico, come se si volesse intendere "Diavolo (mio) Signore". Notiamo che Diabole compare per primo. 
Ai tempi, la vita era molto difficile per chi avesse idee religiose dissidenti, contrarie all'ortodossia delle dottrine della Chiesa Romana. Tanto per rendere l'idea, venivano infiltrati fratacchioni camuffati nelle osterie, incaricati di ascoltare con attenzione ogni cosa che veniva detta dagli avventori, per poi riferire all'Inquisizione. Uscirsene con un sonoro Diabole Domine avrebbe attirato l'attenzione, così a qualcuno venne in mente di contrarre l'invettiva in Diamine
Link: 
2) paturnia 
Derivazione: PATIRE + SATURNO 
Uso: in genere si trova al plurale, paturnie, nella frase "avere le paturnie"  
Variante desueta: paturna  
Note:
Con buona pace dei lessicografi della Treccani, ho potuto documentare il raro uso della forma singolare nella frase "è una sua paturnia", traducibile con "è una sua paranoia"
La trafila è la seguente: dapprima è stato formato dal nome del pianeta Saturno il sostantivo *saturnia "melanconia" (variante: *saturna), quindi è stato formato il composto *patisaturnia "patire la melanconia" (variante: *patisaturna), da cui si è avuto come esito finale paturnia (variante: paturna). Si confronti l'aggettivo dotto saturnino "melanconico" (i.e. "che ha il carattere di Saturno"), di cui ho potuto riscontrare l'uso ancora in tempi recenti, quando una blogger mi ha definito "Cavaliere saturnino"
La contrazione segue in tutto e per tutto i principi basilari  di formazione delle parole macedonia. Nonostante tutto ciò sembri ragionevole, l'etimologia di paturnia è tuttora considerata incerta dagli italianisti. 
Link: 

3) panciolle 
Derivazione: PANCIA + MOLLE 
Uso: nella locuzione in panciolle, nella frase "starsene in panciolle"; un tempo la preposizione in poteva anche essere omessa: "starsene panciolle"
Note:
È opinione comune tra gli accademici (Crusca, Treccani) che panciolle sia derivato da pancia tramite l'applicazione di un suffisso -olle che si trova in alcuni toponimi toscani situati in provincia di Firenze: in genere vengono indicati Bracciolle (località nel comune di Pontassieve), Marignolle (una via nel sobborgo sud di Firenze) e Terzolle (torrente che scorre tra i comuni di Firenze e Sesto Fiorentino). Ne esistono altri, meno noti: Serpiolle (piccola frazione del comune di Firenze), Caciolle (via di Firenze), Bettolle (frazione del comune di Sinalunga). Non sono riuscito ad appurare se Branciolle sia una semplice variante di Bracciolle o se sia un toponimo indipendente. 
La semantica proposta ipotizza l'esistenza di un immaginario Paese di Panciolle, una sorta di Bengodi o Cuccagna in cui si passa il tempo ad oziare, non afflitti dalla maledizione del lavoro. Non è stato però possibile trovare una storia o un racconto che ne parli.
L'origine del suffisso toponomastico -olle è considerata incerta. Potrebbe essere un adattamento di un suffisso genitivale etrusco in -(u)l, come quello presente in Neθuns(u)l "di Nettuno", Fufluns(u)l "di Bacco". Non ne sono comunque sicuro e finora non ho trovato proposte etimologiche convincenti per questi enigmatici nomi di luogo. Se valesse la derivazione dall'etrusco -(u)l, sarebbe possibile una trafila irregolare, diversa dagli sviluppi che dal latino volgare hanno portato al romanzo. 
Sono dell'idea che sia molto più semplice ipotizzare la contrazione di pancia molle in panciolle, proprio come nelle moderne parole macedonia. 
Mi sono imbattuto nel web in un navigatore che ipotizzava una derivazione alternativa: PANCIA + SATOLLO. Non si spiegherebbe bene la vocale finale. Non si spiegherebbe nemmeno la vocale tonica, che è aperta (< latino mollis) e non chiusa (< latino satullus). 
Link: 

venerdì 21 luglio 2023

UN RELITTO RETICO IN ROMANCIO: AGNIEU 'PINO MUGO' - E IL SUO DOPPIONE MÜF

In romancio esiste la parola agnieu "pino mugo" (variante agniou; nome scientifico: Pinus mugo; obsoleto Pinus mughus). Esiste anche il sinonimo müf "pino mugo". Ebbene, per quanto possa a prima vista sembrare incredibile, si tratta di due allotropi, che condividono la stessa etimologia - che è identica a quella della parola italiana mugo. In ultima analisi, il vocabolo non ha origini celtiche. Deve risalire al sostrato retico, strettamente imparentato all'etrusco. Si nota che finora non è stato individuato un corrispondente etrusco del fitonimo analizzato. Questo è il mio tentativo di ricostruzione:  

Protoforma retica: *muχa / *muχu "pino mugo" 
Adattamento in latino volgare: mūgus 
Trafila: 
1) lenizione di -g-
(> *müvu
Esiti in romancio: müf 
2) dittongazione 
(> *meu
3) sviluppo di un elemento palatale 
(> *mieu
4) palatalizzazione della consonante 
(> gnieu, gniou
5) sviluppo di una vocale iniziale di supporto 
(> agnieu, agniou
Esiti in romancio: agnieu, agniou 
Varianti dialettali:
  agnía
  anéf 
  aníf 
  anéf "tasso (albero)" (Taxus baccata)
  aneva "pino cembro" (Pinus cembra)

Questo è il link al lemma in questione sul DGR (Dicziunari Rumantsch Grischun), per maggiori dettagli: 

Questi sono i corrispondenti nomi del pino mugo, diffusi in Veneto e assai utili alla ricostruzione: 

muga 
mugo 
buga 
bugo 

C'è grande instabilità: solo per fare un esempio, a Verona convivono le forme mugo, bugo e buga

Questi sono i nomi del pino mugo, diffusi in Lombardia e in una parte del Piemonte, che mostrano sviluppi molto peculiari: 

mugoff  /'müguf/ (Como)
munch (Como) 
munc  /müŋk/ (Milano)
muf (Sondrio) 
muffol (Valtellina) 
meuf  /möf/ (Bergamo, Cremona)
mögh, möff, mügh (Brescia) 
mugh (Novara)

Basti consultare questo importante documento, Nomi volgari adoperati in Italia a designare le principali piante di bosco (Annali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, 1873), a pag 102. 

Un'audace proposta etimologica 

Per trovare qualcosa di simile e di potenzialmente interessante ai fini della comparazione, dobbiamo andare nel remoto Caucaso e oltre, nelle profondità dell'Asia. Il compianto luminare Sergei Starostin dell'Università di Mosca, è riuscito a ricostruire un interessante albero genealogico: 


Proto-nord-caucasico: *bħĭnḳ_wV "pino" 
   Proto-Nakh: 
*b(ɦ)aḳa "pino"; "radice resinosa di pino"
       Ceceno: baga "pino" 
       Ingush: baga "radice resinosa di pino" 
   Proto-Avaro-Andi: *nVḳ:ʷV "pino"  
       Àvaro: naḳ: "pino" 
       Nota: 
       Gli Àvari del Caucaso non hanno nulla a che vedere con
       gli 
Àvari, popolo altaico delle steppe.
       Si tratta di un caso di omonimia. 
    Proto-Tsezi: *niqe "pino" 
       Bezhta: niqe "pino" 
       Gunzib: niqes "pino" 
    Proto-Lak: *miIḳ- "pigna di pino" 
       Lak: 
miIḳiIḳiIj "pigna di pino" 
       Nota: 
       Il carattere I è usato per trascrivere la faringalizzazione.  
    Proto-Lezghi: *miḳʷ- / *niḳʷ- "abete", "pino" 
       Lezghi: 
muḳ-rag "abete" 
       Tabasarano: muḳ-ruḳ "abete" 
       Rutulo: niḳʷ-näχI "pino" 
       Tsakhur: ḳuńaχ "pino" 
       Nota: 
       I Rutuli del Caucaso non hanno nulla a che vedere con i 
       Rutuli dell'antico Lazio, di cui si narra nell'Eneide. 
       Si tratta di un caso di omonimia. 
       Per quanto riguarda la faringalizzazione della consonante
       finale della forma rutula, si veda quanto scritto sul Lak.

La protoforma nord-caucasica a sua volta è supposta essere un esito di una protoforma sino-caucasica: 


Proto-sino-caucasico: *bħĕ́nḳwV "pino"; "resina" 

Dalla protoforma sino-caucasica deriverebbe anche il Burushaski baŋ "gomma", "resina". 
Il professor John Bengtson aggiunge il basco muki "resina"; "muco". Suppone che il significato di "muco" sia stato influenzato dalla forma muku, trovata in alcuni dialetti e derivata dal latino mūcus

Servono ulteriori studi, tuttavia non sembrano esserci dubbi sul fatto che il materiale di Starostin, qui presentato, abbia una diretta attinenza con il nome alpino del Pinus mugo, riuscendo a spiegare l'alternanza m- / b-, altrimenti misteriosa.

mercoledì 19 luglio 2023

UN RELITTO RETICO IN ROMANCIO: AGNIEU 'NIDO D'AQUILA'

In romancio esiste la parola agnieu "nido d'aquila", "nido di rapace", "nido di uccello" (variante gnieu; glosse tedesche: Adlerhorst, Vogelnest). L'origine è chiaramente non celtica e riconducibile a un sostrato retico, imparentato in modo stretto con l'etrusco. 

Protoforma retica: *anθaχ "(cosa) dell'aquila" 
    > "nido dell'aquila"  
Adattamento in latino volgare: *andāgu(m) 
Trafila: 
  1) passaggio da -āgu(m) a -au 
  2) passaggio da -au a -eu 
  3) passaggio da -eu a -ieu
  4) assimilazione: passaggio da -nd- a -nn- 
  (*andieu > *annieu)
  5) palatalizzazione di -nn-  
  (*annieu > agnieu)
  Esiti in romancio: agnieu, gnieu
  Varianti dialettali: 
    ignieu
    ugnieu,
    gniou
    agniou
    igniv
    agnif
    ugnif,
    gnif,
    agnîa,
    gnia,
    nia
    etc.  
Questo è il link al lemma in questione sul DGR (Dicziunari Rumantsch Grischun), per maggiori dettagli: 

 
Note: 
L'adattamento in latino del termine retico presenta qualche peculiartà. 
1) Le consonanti aspirate del retico sono state rese con occlusive sonore. 
2) L'occlusiva -g- intervocalica si lenisce regolarmente e scompare, dando origine ad esiti complessi. Ad esempio, latino egō "io" evolve naturalmente in jeujau
etc. 
3) Il gruppo -nd- generalmente si conserva; tuttavia può benissimo essersi sviluppato in -nn- ed essersi poi palatalizzato per via dell'esito della sillaba finale in -ieu

Questi sono i dati relativi alla lingua etrusca: 

Etrusco: anθa-, anta "aquila";
       anθas- "vento di aquilone", "bora" (i.e. "nord") 
   Glosse etrusche di Esichio: 
       ἄνταρ (ántar) = ἀετός (aetós) "aquila" (TLE 807)
       ἄνδας (ándas) = βορέας (Boréas) "Bora" (TLE 805) 
Note: 
Il singolare Anθa-Anta è documentato come nome proprio di persona (genitivo AnθaiaAnθiaia). L'iscrizione CIE 20434 su vaso riporta anta afr mura. La traduzione erronea e comune è "Antio (e) Murio parenti". Tuttavia, afr non è affatto il plurale di apa "padre", come è stato troppo spesso dato per scontato. La traduzione corretta è invece "Antio il Nero giaccia", dove "Antio" corrisponde al latino Aquila. Avremo modo di discutere con maggior dettaglio questo documento in un'altra occasione.
Il plurale etrusco, *anθar, antar, è la forma glossata erroneamente da Esichio come singolare. Si noti che l'etrusco aesar "Dei" è glossato da Dione Cassio come "deus", ossia "dio", al singolare (TLE 803) - pur essendo un chiaro plurale: è evidente che Greci e Romani non riuscivano a capire bene la natura dei plurali della lingua etrusca. 
Il dativo/pertinentivo Anθasi "al vento di aquilone", ossia "al nord", è attestato come iscrizione di una sola parola sulla figura di un suonatore di flauto durante un incontro di pugilato in occasione di un rito funebre (Tarquinia, Tomba delle iscrizioni, 5351). 

Possibili connessioni indoeuropee 

Appurato che l'etrusco anθa-, anta traduce il latino aquila, andiamo oltre. Il latino aquila è sicuramente connesso all'aggettivo aquilus "scuro" - che a sua volta è un prestito da un'altra radice della lingua etrusca. Il vento di aquilone era così chiamato perché rendeva scuro il cielo. Così possiamo ipotizzare il significato della protoforma originale:

Proto-tirrenico *anθa "scuro", da cui 
   *anθa "uccello scuro" > "aquila" 

Questo permette una connessione con una radice indoeuropea ben nota, anche se non molto produttiva: 

Proto-indoeuropeo: *ondh- < *h2endh- "scuro" 
   Proto-italico: *omβra "ombra" 
      Latino: umbra "ombra" 
   Proto-celtico *andos "cieco" 
     Gallico: andābatā, andobattā "tipo di gladiatore"
         (che combatte con un elmo che gli impedisce la vista) 
         Nota: 
         Termine tecnico passato in latino. 
   Proto-balto-slavo: *unksmiā̃ / *unksnā̃ "ombra" 
      Lituano: unksmē̃, paùnksmē "ombra" 
      Lettone: ūksme "nascondiglio"
   Proto-indoiranico: *andha- "cieco", "scuro" 
      Sanscrito: अन्ध  andha- "cieco", "scuro"
      Avestico: anda- "cieco, scuro" 


Ci limitiamo a riportare i dati, che mi sembrano altamente significativi. Le nostre conoscenze non sono ancora abbastanza mature per approfondire oltre il percorso di questa radice. 

L'opinione dei romanisti 

Ovviamente, i romanisti fanno di tutto per ricondurre al latino anche parole oscure che presentano numerosi problemi. Così reputano che il romancio agnieu "nido (d'aquila, etc.)" sia derivato dal latino nīdus, oppure dalla cristallizzazione di in nīdō "nel nido". Questo però sarebbe compatibile soltanto con varianti in -iv, -if, come igniv, gnif e simili. Una vocale tonica lunga -ī- non dovrebbe dittongarsi in un contesto simile del romancio; qualcuno ha sostenuto, in modo folle, che l'evoluzione anomala sarebbe da imputarsi a un'analogia con l'evoluzione di deus "dio" - che non ha la benché minima somiglianza semantica. Volendo salvare una parvenza di credibilità all'etimologia, sarebbe necessario postulare una forma *nīdicus, anche se è ben lungi dall'essere soddisfacente. Si ha un dittongo problematico anche in aragonese (niedo "nido") e in asturiano (nieru, ñeru "nido"). 

domenica 12 febbraio 2023


TOVTATIS 

Titolo originale: Tovtatis (Toutatis) 
Gruppo: Eluveite 
Album: Evocation II - Pantheon 
Anno: 2017 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio, cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi.
Link: 


Testo in gallico: 

TOVTATIS 

Sondei sistamos 
Toexrexti au noxti
Sepomor ateras seni in cridiiobi
Auii in menuanbi uer oinon sistamos
In ueniia
In touta
In cenetlei
Dlixomos snis
Ne snis dibrogíator
Enepon toutateis toaidíat uer snis
Beramos uolugatun
Silon antumni sexetor
Toutatis toexrexet etic rata buont uer
Snis buont rata esous iccatis dagos suuispe uer snis
Taranis nertacos aresnisueððet 

Testo in inglese (reperibile nel Web, presenta alcune distorsioni): 

Here we stand
Arisen from the night 
Following our ancestors, our forebears in our hearts,
our descendants in our minds
Side by side we stand
In our family
In our tribe
In our nation
May we be found worthy
May we not be banished
May Toutatis lift his face and shine upon us
We will carry the torch
The offspring of Antumnos will follow
May Toutatis arise and bless us
May Esus, the good, wise and panacean bless us
May Taranis, the strong guide us 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

Qui stiamo, 
Risorti dalla notte 
Seguiamo i Padri, antenati nei cuori, 
Discendenti nelle menti, uniti stiamo  
Nella famiglia 
Nella tribù 
Nella Nazione 
Possiamo noi essere degni 
Possa su di noi non essere bando  
Possa il volto di Toutatis stendersi e splendere su di noi 
Noi porteremo la torcia 
Il seme dell'Ade sarà seminato 
Possa Toutatis sorgere e siano su di noi benedizioni  
Siano su di noi le benedizioni di Esus, il Guaritore, buono e saggio 
Possa Taranis, il Forte, guidarci  

Recensione: 
Il nome della divinità celtica Toutatis, adorata nelle Gallie, in Britannia e in Galizia, è conosciuto al grande pubblico per via dei fumetti di Asterix, personaggio creato da René Goscinny e Albert Uderzo. Il minuscolo eroe gallico, il cui nome è derivato da "Asterisco", è solito esclamare "Per Toutatis" (pronunciato Tutatìs). Era ora che si andasse oltre questi stereotipi per recuperare una dimensione autenticamente storica e mitologica, rendendo giustizia a una cultura che nulla aveva da invidiare a quella di Roma e della Grecia antica. I meriti degli Eluveitie sono incommensurabili!  

Glossario gallico: 

aresnisueððet "possa guidarci" 
ateras "padri" (accusativo plurale) 
au noxti "dalla notte" 
auii "discendenti" 
beramos "che portiamo" (congiuntivo) 
buont "siano" 
buonti "saranno" 
dagos suuispe "buono e saggio" 
   dagos "buono" 
   suuið "saggio" 
   -pe "e" 
   (quando è aggiunta a parola finente per vocale, l'enclitica 
   in genere ha la forma -c)
ne snis dibrogiator "non sia su di noi il bando" 
   di- "da" 
   brogis "paese" 
   Il verbo indica l'esilio, l'espulsione dalla propria terra:
   dibrogiator "è espulso dal paese".
dlixomos snis "possiamo noi essere degni" 
enepon "volto"  
enepon Toutateis "il volto di Toutatis" 
iccatis "guaritore" 
  La frase iccatis dagos suuispe "guaritore, buono e saggio"
  è un inciso riferito a Esus; non concorda quindi
  con il genitivo Esous "di Esus". 
in cenetlei "nella stirpe", "nella nazione"  
   cenetla "stirpe", "nazione"  
in cridiiobi "nei cuori" 
   dativo plurale di cridiion "cuore" 
in menuanbi "nei pensieri", "nelle menti" 
in touta "nella tribù"  
in ueniia "nella famiglia" 
rata "benedizioni" (neutro plurale) 
   raton "benedizione", "grazia"  
rata Esous "le benedizioni di Esus" 
seni "antenati"  
  La frase seni in cridiiiobi "antenati nei cuori" si riferisce
  a noi (soggetto di sistamos): 
  seni è un nominativo plurale e non si riferisce ad ateras,
  che è un accusativo. 
sepomor "seguiamo" 
   Il verbo è deponente, come in latino, ma è caratterizzato 
   da polisemia: oltre a "seguire" significa anche "dire".  
sexetor "sarà seminato" 
   Il verbo è passivo. 
   sexeti "egli seminerà" (forma attiva) 
silon Antumni "il seme dell'Ade" 
   silon "seme", "progenie" 
   Antumni "dell'Ade" (genitivo di Antumnos "Ade") 
sistamos "stiamo" 
   La conservazione del gruppo consonantico -st- è un tratto 
   arcaico.  
snis "noi" (accusativo) 
   uer snis "su di noi"  
sondei "qui", "in questo luogo" 
Taranis nertacos "il forte Taranis" 
   Taranis "Dio del Tuono"
   nerton "forza" 
   nertacos "forte" 
toexrexti "sorti", "scaturiti" 
Toutatis "Dio della Tribù" 
uolugatun "torcia" (accusativo) 
   uolugatus "torcia" 

Notevole l'arcaismo di questi versi. Si colgono elementi comuni al Mitraismo. Potrebbero essere dovuti a convergenza evolutiva, o forse al fatto che il Fondatore del Mitraismo romano era a conoscenza della mitologia celtica, così come doveva avere qualche rudimento della lingua etrusca. Incluse quindi nei Misteri di Mithra materiale che non proveniva dalla Persia. Di questo parleremo con maggior dettaglio in altra sede. 

Etimologia di Toutatis 

Il teonimo Toutatis (arcaico Teutatis) deriva da touta "tribù" (arcaico teuta). 
Forma tramandata da Lucano (Pharsalia): Teutates 
Altre varianti: Totatis, Totates 
Teonimi affini documentati in iscrizioni in latino: Teutanus, Teutenus, Teutanicus, Toutiorix 

Secondo alcuni, Toutatis sarebbe derivato dall'aplologia di un originario *Teuto-tatis "Padre della Tribù". Tuttavia questa ipotesi è contraddetta dal fatto che la scansione metrica del nome, testimoniata da Lucano, presuppone una vocale -ā- lunga. 

Pronunce originali: 
Toutatis /'toʊta:tis/ 
Teutatis /'teʊta:tis/ 

Questi dittonghi non erano familiari ai Romani. In particolare, mancava /oʊ/. Tuttavia, va detto che spesso veniva trascritto correttamente nelle iscrizioni monumentali. In epoca tarda, aveva la tendenza ad evolversi in /o:/ o addirittura in /u:/.  

Ho un'idea, che non mi pare sia mai stata enunciata in letteratura: la derivazione da un antico composto *Teuto-potis "Signore della Tribù". A causa della scomparsa dell'occlusiva sorda /p/ in protoceltico, *Teuto-potis sarebbe diventato *Teutōtis, in tempo per partecipare al mutamento di /o:/ in /a:/, dando quindi *Teutātis (e questo è il punto debole della teoria). 

Un'altra possibilità è che il suffisso -ātis sia analogo a quello che si trova in etnonimi come Nantuātes "Valligiani" (da nantus "valle"), con corrispondenze anche in latino: Ravennātēs "abitanti di  Ravenna" (singolare Ravennās), etc. Sono necessari ulteriori studi. 

Interpretatio Romana: Identificato in genere con Marte, nella sua funzione di divinità della guerra. Tuttavia, presiedeva anche alla fertilità e alla ricchezza, prova dell'enorme difficoltà di sovrapporre universi culturali abbastanza distanti. Molto probabilmente, questo nome accomunava molteplici divinità. Esiste la possibilità che ogni tribù celtica avesse un Toutatis diverso.

Un rapido confronto 

Propongo un nuovo elenco di corrispondenze tra il gallico e il latino, dovute all'antica origine comune delle due lingue, entrambe di chiarissima eredità indoeuropea. 

gallico au noxti "dalla notte" : latino a nocte 
gallico beramos "che portiamo" : latino feramus 
gallico buont "siano", buonti "saranno" : latino fiant 
gallico cridion "cuore" : latino cor 
gallico dligeton "legge", "dovere" : latino lex 
gallico in cridiiobi "nei cuori" : latino in cordibus 
gallico -pe, -c "e" : latino -que 
gallico menuan "pensiero", "mente" : latino mens 
gallico senos "vecchio" : latino senex 
gallico seni "vecchi", "antenati" : latino senes 
gallico sepomor "seguiamo" : latino sequimur 
gallico sexetor "sarà seminato" : latino seges "campo seminato" 
gallico sistamos "stiamo" : latino sistimus "collochiamo" 
gallico snis "noi" : latino nos 
gallico Taranis "Dio del Tuono" : latino tonitru(s) "tuono"
gallico touta "tribù" : latino totus "tutto" 
gallico uer snis "su di noi" : latino super nos 

Ricordo gli orribili tempi della scuola. C'era un bullo ripugnante, un certo R., che si menava vanto della sua ignoranza belluina e ciclopica. Un giorno l'insegnante di latino disse che Virgilio, non contento dell'Eneide, aveva incaricato un amico di bruciarla, di non tramandarla ai posteri. Le volontà espresse dal Poeta di Mantova in limine mortis non erano state esaudite, per fortuna. Ecco, R. disse che lui l'Eneide l'avrebbe bruciata con immensa gioia. Gli brillavano gli occhi, pieni di luce maligna. Immagino come sarebbe furioso se, oltre alla lingua di Cesare, a scuola si dovesse studiare anche quella di Vercingetorige! 

venerdì 10 febbraio 2023


ESVS 

Titolo originale: Esvs (Esus) 
Gruppo: Eluveite 
Album: Evocation II - Pantheon 
Anno: 2017 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal 
Paese: Svizzera 
Lingua: Gallico 
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD 
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio,  cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda 
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi.
Link: 


Testo in gallico: 

ESVS 

Cauaros
Cauaros
Iccatis tausiias
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Ateslaððes
Etic atediueððes
Iccatis tausiias
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Cauaros saitlon
Iccatis tausiias
Ateslaððes
Etic atediueððes
Ateslaððes
Etic atediueððes
Pos buet atebrita
Pos ategabat rotos bitous 

Testo in inglese: 

Cauaros
Cauaros
Healing silencer
Healing silencer
Cauaros
Eternal fighter
Cauaros
You will fall again
And you will end again
Healing silencer
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
Eternal fighter
Healing silencer
Eternal fighter
Healing silencer
You will fall again
And you will end again
You will fall again
And you will end again
So there can be resurrection again
So the sempiternal cycle can begin again 

Testo in italiano (tradotto dal gallico): 

Eroe 
Eroe 
Guaritore del silenzio
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli  
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine
Guaritore del silenzio
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Eroe dei secoli 
Guaritore del silenzio 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Tu cadrai di nuovo 
E giungerai di nuovo alla fine 
Così ci sarà la resurrezione 
Così ricominci il ciclo dell'eternità 

Recensione: 
Questo è un testo splendido e prezioso, che potremmo definire druidico. Immagino che fossero così i versi che gli apprendisti dovevano mandare a memoria in grandissimo numero, senza poter fallire nella loro declamazione. È come se la perduta Scienza dei Druidi, ricostruita tramite attestazioni sparse e un potente lavoro filologico, potesse tornare a rifulgere in quest'epoca di assoluta desolazione! Avrò sempre grandissime parole di lode per gli Eluveitie e per gli studiosi che hanno reso possibile il loro progetto! 

Glossario gallico: 

atebrita "resurrezione" 
ategabat "ricominci" (congiuntivo) 
ateslaððes "cadrai di nuovo" 
  ate- "di nuovo" 
  slaððes "tu cadrai" 
atediueððes "giungerai di nuovo alla fine" 
  diueððes "tu giungerai alla fine" 
buet "sarà" 
cauaros "eroe" 
   cauaros saitlon "eroe dei secoli" 
   saitlon "dei secoli" (genitivo plurale di saitlon "secolo")
   Nota:  
   La parola "secolo" indicava la durata della vita umana.  
etic "e" (congiunzione) 
iccatis "guaritore" 
pos "così" 
rotos bitous "il ciclo dell'eternità", "il ciclo del mondo" 
  rotos "ruota", "ciclo"  
  bitous "dell'eternita", "del mondo" (genitivo di bitus "eternità",
     "mondo" 
tausiias "del silenzio" (genitivo di tausiia "silenzio",
     da tausos "silenzioso") 

Iconografia di Esus 

Divinità guerriera, che in epoca preromana richiedeva sacrifici umani tramite impiccagione, Esus è spesso rappresentato in epoca gallo-romana come un giovane uomo nell'atto di abbattere un albero. Spesso lo si vede assieme a un gigantesco toro che ha su di sé tre uccelli: questo bovino mitologico è TARVOS TRIGARANUS, ossia il "Toro con Tre Gru" (gallico tarvos "toro", tri- "tre", garanus "gru"). Finora possiamo dire poco sul significato di queste immagini, ma sono convinto che con un attento e approfondito studio si sarà in grado di chiarire ogni dettaglio, anche il più minuscolo. 

Interpretatio Romana. Esus è principalmente identificato con Marte; in epoca imperale è identificato anche con Mercurio e con Mithra. 

Etimologia di Esus 

Varianti documentate dagli autori latini: Hesus, Aesus, Aisus, Haesus. La consonante h- non è etimologica. Un caso simile si ha in Helvetii

Declinazione latina:
nominativo: Hesus, Aesus, Aisus, Haesus, Esus   
genitivo: Hesi, AesiAisi, Haesi, Esi  
dativo/ablativo: Heso, Aeso, Aiso, Haeso, Eso  
accusativo: Hesum, Aesum, Aisum, Haesum, Esum  
vocativo: Hese, Aese, Aise, Haese, Ese  

Declinazione gallica: 
Il gallico invece il tema è in -u- (equivale alla IV declinazione latina, non alla II).  
nominativo: Esus, Aisus 
genitivo: Esous, Aisous 
dativo: Esou, Aisou 
accusativo: Esun, Aisun 
vocativo: Esu, Aisu 

L'etimologia più accreditata dal mondo accademico è che Esus derivi dalla radice verbale protoindoeuropea h1eis-, che significa "essere riverente, adorare".  A parer mio, la derivazione del teonimo potrebbe essere di per sé ancora più semplice e diretta: come il proto-italico *aisos "dio", è un antico prestito dall'etrusco ais "dio". Non si capisce bene perché l'etimologia sia considerata incerta. Al massimo si può dire che è come un gatto che si morde la coda: è la radice etrusca ad essere un prestito dall'indoeuropeo o è il contrario? In ogni caso mi pare illogico escludere una connessione in nome della "natura non indoeuropea della lingua etrusca".  

Joseph Vendryes ha proposto che Esus derivi dalla parola protoindoeuropea *esu- "buono" (con la vocale e- breve). Tuttavia, Jan de Vries ritiene che questa ipotesi sia improbabile perché non si adatta alla descrizione di Esus come dio temibile. Per contro, Wolfgang Meid ha ipotizzato che Esus possa essere un eufemismo o un epiteto per il dio. Lo ha paragonato al nome divino irlandese Dagda, che significa "Dio Buono" (< *Dagodēuos). Diciamo che basterebbe osservare che Esus ha un antico dittongo ai- per escludere all'istante l'etimologia di Vendryes e la proposta di Meid! 

Antroponimi derivati dal teonimo Esus 

Riportiamo un po' di materiale onomastico trovato in iscrizioni gallo-romane, a mio avviso è interessantissimo, senza la pretesa di essere esaustivi. 

Antroponimi maschili: 

Esugenus < *Aisugenos "Generato da Esus" 
Esumagius < *Aisumagiios "Potente tramite Esus"
Esumopas < *Aisumopað "Schiavo di Esus" 
Esunertus < *Aisunertos "Che ha la Forza di Esus" 
Aesugesli (genitivo) : *Aisugēstlos "Ostaggio di Esus" 

Antroponimi femminili:  

Aesia "Di Esus" < *Aisiā 
Aesicunia "Del Cane di Esus" < *Aisicuniiā 
     (rimanda al mito irlandese di Cú Chulainn!) 

Abbiamo infine un etnonimo: 

Esuvii "Figli di Esus" 

Una buffa controversia 

Nel corso delle mie ricerche nel vasto Web mi sono reso conto dell'abisso dell'ignoranza umana. Un ignoranza che non è assenza di conoscenza, bensì qualcosa di aggressivo, che possiamo paragonare a un patogeno. Sembra che molti, soprattutto in America, credano che Esus sia il nome celtico di Cristo (sic!). Si basano sull'assonanza fortuita con Iesus, privo di qualsiasi connessione etimologica. Tutto ciò dà la misura della follia imperversante, che è stata resa possibile dai social!