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sabato 20 marzo 2021

 
BRIVIDO CALDO 
 
Titolo originale: Body Heat
Lingua originale
: Inglese
Paese di produzione
: Stati Uniti d'America
Anno
: 1981
Durata
: 113 min
Genere
: Noir
Regia
: Lawrence Kasdan
Soggetto
: James Cain, dal romanzo La morte paga doppio
Sceneggiatura
: Lawrence Kasdan
Produttore
: Fred T. Gallo 
Produttore associato: Robert Grand 
Produttore esecutivo: George Lucas (non accreditato)
Casa di produzione
: The Ladd Company
Distribuzione in italiano
: PIC
Fotografia
: Richard H. Kline
Montaggio
: Carol Littleton
Effetti speciali
: Howard Jensen, Hal Bigger
Musiche
: John Barry
Scenografia
: Bill Kenney, Rick Gentz
Costumi
: Renié
Trucco: Robert A. Sidell
Interpreti e personaggi:
    William Hurt: Ned Racine
    Kathleen Turner: Matty Walker
    Richard Crenna: Edmund Walker
    Ted Danson: Peter Lowenstein
    Mickey Rourke: Teddy Lewis
    Kim Zimmer: Mary Ann Simpson
    Carola McGuinness: Heather Kraft
    James Allen Preston: Detective Oscar Grace 
    Lanna Saunders: Roz Kraft 
    Jane Hallaren: Stella 
    Michael Ryan: Miles Hardin 
    Larry Marko: Giudice Robert Costanza 
    Deborah Lucchesi: Beverly 
    Lynn Hallowell: Angela 
    Thom J. Sharp: Michael Glenn 
    Ruth Thom: Sig.ra Singer 
    Diane Lewis: Glenda 
    Robert Traynor: Curatore della prigione
    Meg Kasdan: Infermiera 
    Ruth P. Strahan: Betty la governante 
    Filomena Triscari: Hostess da Tulio's 
    Bruce A. Lee: Uomo sulla spiaggia 
    Ramiro Velasco: Trio cubano 
    Thomas Choy: Trio cubano 
    Servio T. Moreno: Trio cubano
Doppiatori italiani: 
    Renato Cortesi: Ned Racine
    Rossella Izzo: Matty Walker
    Luciano Melani: Edmund Walker
    Mario Cordova: Peter Lowenstein
    Sergio Di Giulio: Teddy Lewis
    Melina Martello: Mary Ann Simpson
    Angiolina Quinterno: Heather Kraft
    Vittorio Congia: Detective Oscar Grace 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: Heißblütig – Kaltblütig
    Francese: La Fièvre au corps 
    Spagnolo: Fuego en el cuerpo 
    Portoghese (Brasile): Corpos Ardentes 
    Portoghese (Portogallo): Noites Escaldantes 
    Polacco: Żar ciała 
    Russo: Жар тела 
    Finlandese: Huuma 
    Ungherese: A test melege 
    Turco: Vücut Isısı 
Budget: 9 milioni di dollari US
Box Office: 24 milioni di dollari US
 
Trama: 
Una soffocante ondata di caldo avvolge Miranda Beach, in Florida meridionale. Ned Racine è un inetto avvocato, che però la sorte ha favorito, dotandolo di un immenso cazzone. Questa palpitante e turgidissima arma di carne permette all'uomo di supplire alle sue palesi deficienze intellettive. Ha molto successo con le donne: è manipolabile. Sembra che tutto gli vada per il meglio. A un certo punto incontra la bellissima e perversa Matty Walker (interpretata in modo magistrale dalla Turner) e inizia con lei una relazione incandescente. Il marito della donna, Edmund, ha immensi mezzi finanziari ma è affetto da microfallia ed è ai confini dell'impotenza. Durante la settimana, il vecchio plutocrate è via per lavoro e lascia la moglie da sola a casa. Ecco che Ned Racine la raggiunge e sfodera la poderosa asta. Quando la tensione diventa insopportabile, lei allarga le gambe per accogliere il Priapo rubizzo nella vagina fremente. Lui la penetra e ancheggia, le entra dentro in profondità fino a riempirla di denso liquame spermatico. In un'occasione la splendida ninfomane accoglie in bocca il glande tumefatto e lo succhia con avidità. Mentre ciò accade, la nipotina la sorprende nell'atto di fellare e resta impietrita, riesce solo a sussurrare: "Zia Matty..." La cosa creerà in seguito qualche complicazione. Sì, perché l'avvocato superdotato si lascia convincere dall'amante all'omicidio. Lei vorrebbe divorziare, non sopportando più il marito cornuto. C'è però un problema: in caso di divorzio non erediterebbe nulla, avendo diritto soltanto a una provvigione per la durata di un anno. Perché possa mettere le mani sull'eredità è necessario che il marito muoia. L'avvocato si convince ad agire, dato che l'amante gli promette di condividere con lui le ricchezze che acquisirà. Così si reca a trovare Teddy, un amico specializzato in incendi dolosi (interpretato da un giovane Mickey Rourke), ottenendone una bomba artigianale. Nella notte penetra nella casa dell'amata, ha una colluttazione con il becco e lo ammazza fracassandogli il cranio con un grosso pezzo di trave. Il cadavere viene incellofanato e portato fino a un capanno nautico. La bomba viene fatta detonare e causa un incendio: il cadavere finisce cremato. La speranza dei due amanti è che la deflagrazione sia ritenuta un incidente. Il problema è che intorno a Ned Racine accorrono presto due molestissimi tafani che cominciano ad assillarlo: il detective della polizia Oscar Grace, afroamericano, e il vice procuratore Peter Lowenstein, ashkenazita. Saltano fuori di colpo decine di rogne e di cavilli legali sul testamento del defunto Edmund Walker, oltre al fatto che i suoi occhiali, da cui non si separava mai, non sono stati trovati sul luogo della sua morte. Siccome il testamento è stato redatto con un vizio di forma, non è valido, quindi tutte le proprietà vanno alla moglie, escludendo la sorella del morto, che avrebbe dovuto ereditare metà delle sostanze. I sospetti di addensano sulla coppia di amanti. Trovare una soluzione sembra impossibile. All'improvviso diventa importante persino la testimonianza della bambina che ha visto Matty con in bocca l'uccello dell'avvocato. Tuttavia non ne esce nulla, perché la piccola, che è rimasta morbosamente attratta dall'atto sessuale orale a cui ha assistito, decide di non riconoscere l'uomo fellato. Gli eventi precipitano quando Ned incontra per caso un collega che afferma di averlo raccomandato alla signora Walker, ammettendo di averle parlato delle sue limitate capacità mentali. Non basta: Teddy il bombarolo, che ha fornito a Ned l'ordigno, gli racconta di una donna bellissima che gli ha fatto una richiesta simile e a cui lui ha insegnato come costruire una trappola esplosiva. Anche se l'avvocato è un tardone, finalmente arriva alla giusta conclusione di essere stato usato dalla sua maliarda. Non soltanto lei non lo ama, ma non intende affatto dividere con lui le fortune del cornuto morto! Matty lo attira dicendogli che gli occhiali mancanti sono nella sua rimessa per le barche. Giunto sul luogo in piena notte dopo aver mangiato pane e marmellata di volpe, Ned ha acquisito di colpo un acume sovrumano: vede un filo attaccato alla porta della rimessa e capisce che è l'innesco della trappola esplosiva! Quando la donna bellissima arriva, lui le chiede di recuperare gli occhiali. Protestando la propria innocenza e dichiarando il suo amore, si avvicina alla rimessa scomparendo alla vista. Subito dopo si ha l'esplosione. La polizia trova un cadavere che viene identificato come quello di Matty Walker (nata Tyler). Ned finisce in prigione, con la tazza del cesso vicino alla branda. È convinto che Matty sia viva e che il cadavere non sia il suo. Quando riceve una copia dell'annuario della scuola della donna e vi trova le foto di Matty Tyler e della sua compagna Mary Ann Simpson. Il vero nome della donna da lui amata era Mary Ann Simpson, come mostrato dalla foto, sotto cui ci sono il soprannome ("The Vamp") e l'ambizione ("Essere ricca in un paese esotico"). Tutto diventa chiaro: Mary Ann Simpson ha scambiato l'identità con quella di Matty Tyler per poter sposare Edmund Walker, poi l'ha uccisa ed è suo il corpo trovato nella rimessa! Il finale rivela che la donna fatale è riuscita a realizzare la sua ambizione!
 
Citazioni: 
 
"La vita è come la scala di un pollaio, corta e piena di merda."
(Ned Racine) 
 
"A certi uomini basta un'annusatina, e ti seguono come segugi."
(Matty Walker) 
 
"C'è un gran casino con il caldo che fa, perché la gente si infuoca con un niente. Succede di tutto, ogni momento, da quando è arrivata quest'ondata di caldo. In un'atmosfera di crisi totale la gente si veste stranamente, si sveste, suda, si sveglia stanca e non si regge in piedi… e poi tutto va un po' di traverso. Tra un po' la gente se ne infischierà delle regole, le romperà convinta che tanto nessuno interverrà perché questo è un momento d'emergenza. E ha paura!" 
(Detective Oscar Grace)   

Dialoghi:
 
Ned: "Forse non dovresti vestire così."
Matty: "Ho una camicetta, non vedo che altro dovrei portare."
Ned: "Non dovresti portare quel corpo."

Teddy: "Puoi usare l'orologeria o lo monti su qualcosa che si muove. Il botto è forte e brucia tutto come paglia. E se vuoi un fuoco più forte, spruzzaci intorno un po' di accelerante."
Ned: "Benzina normale?"
Teddy: "Sì, normale, super, quello che ti pare, avvocato. Ma devo avvertirti che questo petardo ha un gran difetto."
Ned: "Quale?
Teddy: "Lascia tracce. Anche dopo che si è fuso del tutto scoprono che si tratta di incendio doloso."
Ned: "Non me ne frega niente. Tutto qua?" 
Teddy: "No, no, non è tutto qua. Devi trovare il posto giusto all'ora giusta. Devi entrare, poi devi uscire. E cerca di non farti notare mentre sei in azione. Se non fosse così qualsiasi frescone potrebbe farcela. C'è una cosa che voglio chiederti. E stammi a sentire, maschione! Dato che mi stai simpatico, la domanda te la faccio. Che cazzo vuoi fare? Questi ordigni non sono fatti per le tue mani. E ti dico un'altra cosa, anche se ti suona come un vecchio disco. Ogni volta che tenti un colpo decente, ci sono cinquanta maniere per mandarlo a puttane. Se ne prevedi venticinque sei già un genio. E tu un genio non lo sei."   
 
 
Recensione: 
Certo, nel descrivere la trama ho galoppato un po' con l'immaginazione, espandendo a dismisura i dettagli intimi che restano chiari, pur essendo i genitali rigorosamente off camera: è un film molto erotico ma non pornografico. Eppure l'Eros è reale e sconvolgente! Ho amato fin da subito questo capolavoro! Quando l'ho visto per la prima volta, tutto il profilo psicologico dei personaggi mi è sfuggito. Non appena ho visto la Turner sono rimasto folgorato e i ricordi si sono mescolati alla sborra. Ero troppo concentrato sul torbido sommovimento delle carni per filosofare. Quando ho deciso di scrivere la recensione, ho pensato che fosse il caso di visionare la pellicola un'altra volta. Così è stato. Brivido caldo mi è piaciuto ancora di più, anche se l'età e l'esperienza mi hanno portato a un certo distacco dagli aspetti materiali.   
 
Produzione  

Questa pellicola ha segnato l'esordio alla regia di Lawrence Kasdan, che in precedenza aveva scritto la sceneggiatura de L'Impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back, 1980) e I predatori dell'arca perduta (Riders of the Lost Ark, 1981) per George Lucas; era in procinto di scrivere anche Il ritorno dello Jedi (Return of the Jedi, 1983). Lucas gli ha restituito il favore prestando servizio come sponsor per lo studio Ladd Company e fungendo da produttore esecutivo non accreditato di Brivido caldo
 
Lo sceneggiatore e regista "voleva che questo film avesse la struttura intricata di un sogno, la densità di un buon romanzo e la trama di persone riconoscibili in circostanze straordinarie" (fonte: IMDB.com). Il personaggio di Matty Walker è stato modellato sulla leggenda del film noir, Lauren Bacall. Kathleen Turner è stata scelta per il ruolo a causa delle sue somiglianze con la Bacall, tra cui la peculiare voce roca e le bellissime gambe, lunghe e tornite. La cosa che più mi stupisce è che questo è stato il primo film interpretato dalla Turner. Era alle prime esperienze ed era già così esperta, così morbosa!    
 
Gli adattamenti del romanzo di Cain  

La pellicola di Kasdan è ispirata sul romanzo La morte paga doppio (Double Indemnity, 1943) di James Cain, che era stato adattato nel film La fiamma del peccato (Double Indemnity, 1944), diretto da Billy Wilder. La sceneggiatura di questo adattamento era stata scritta dallo stesso Wilder e da Raymond Chandler, noto autore di narrativa hard boiled. Il ruolo della donna fatale era interpretato da Barbara Stanwyck. Kasdan ha apportato moltissimi cambiamenti, non soltanto nei nomi dei personaggi e nell'ambientazione. Secondo il vecchio modo di concepire un'opera di narrativa o cinematografica, non si poteva mostrare una persona colpevole di omicidio che la faceva franca. Pur non essendo l'autrice materiale del crimine, Matty Walker ne è stata l'istigatrice. Soltanto l'avvocato che ha commesso l'atto concreto dell'omicidio è andato incontro alla Nemesi. La donna fatale del film di Wilder andava incontro alla morte per mano del suo amante, che poi confessava tutto al detective suo socio: nel finale si sarebbe dovuto vedere l'uomo che andava verso la camera a gas, a pubblica edificazione. Matty si ritrova in Brasile a rilassarsi sulla spiaggia e servita da un uomo che sicuramente era usato anche a scopi di sollazzo.       
 
 
Bellissima fellatrice   

La Turner fella il fallo gigantesco dell'amante davanti agli occhi della nipotina di sette anni, che rimane allibita, incapace di staccare gli occhi da quell'azione tanto stravagante e portentosa. La zia lo ciuccia, come se fosse un biberon. Lo ciuccia come se non ci fosse un domani. Lo fa perché ha bisogno di affetto! Oggi una scena simile non potrebbe più essere girata e forse neppure concepita dalla mente di uno sceneggiatore. Non certo per via della fellatio, che nel frattempo è stata sdrammatizzata, essendo ormai considerata quasi come una stretta di mano o una carezza. La sequenza rischia di essere collocata oltre il confine pericolosissimo della pedofilia per via della presenza di una bambina. Va notato che questa recensione, a quanto ne so, sembra essere tra le pochissime nel Web a menzionare questo scabroso episodio: più di frequente se ne parla invece nei commenti, anche se non ne viene compresa la portata. Mi sono addirittura imbattuto in un utente che reputa l'episodio "divertentissimo e umoristico". Detto questo, possiamo notare un altro dettaglio, questa volta sfuggito proprio a tutti, che ci mostra quanto fosse diverso il modo di sentire il sesso soltanto pochi decenni fa. La donna fatale, nell'atto di andare con la bocca verso i genitali dell'amante, gli dice questo: "Lasciami fare...". È come se dovesse chiedere il permesso. È come se la cosa non fosse affatto scontata: l'uomo avrebbe potuto rifiutarsi di ricevere quelle attenzioni. Lui le dice: "Sdraiati...". È preso dall'impulso di penetrarla.      
 
Legislazione antisodomitica   

L'avvocato Peter Lowenstein (interpretato da Ted Danson) afferma che il sesso orale non è illegale in Florida. Ancora agli inizi del XX secolo, la fellatio era vietata sull'intero territorio degli degli Stati Uniti d'America, tramite specifiche leggi contro gli "atti innaturali e lascivi", che la classificavano come una forma di sodomia. Nel corso dei decenni queste leggi sono state abolite in molti Stati, resistendo soprattutto nel profondo Sud. All'epoca in cui il film fu girato, in Florida la legge contro gli "atti innaturali e lascivi" (statuto 800.02) era ancora in vigore, per quanto probabilmente ormai disattesa. Come mai questa contraddizione? Semplice. In origine la storia del film doveva svolgersi nel New Jersey, dove erano da tempo state abolite tutte le leggi antisodomitiche. A causa di uno sciopero dei piloti, fu deciso di spostare le riprese in Florida e di cambiare la sceneggiatura modificando in tal senso anche l'ambientazione. Il direttore tecnico non ha tenuto conto delle leggi locali. Nel 2003 la Corte Suprema degli USA ha abolito tutte le leggi antisodomitiche, residui di una tirannia moralista che pretendeva di espropriare il corpo alle persone.  
 
Il fallimento del Codice Hays 
 
Double Indemnity di Billy Wilder è stato girato in piena epoca di censura, sotto le prescrizioni asfissianti del Codice Hays, che per un trentennio ha dettato legge ai cineasti. Quando Kasdan ha diretto Brivido caldo, il Codice Hays era finito da tempo e non paralizzava più l'inventiva: già nei primi anni '60 era ampiamente disatteso ed è stato abolito nel '68. Nessuno ne sente la mancanza. Nessuno se ne ricorda più. Coloro che hanno imposto agli States il Codice Hays erano convinti che il pubblico dovesse essere eternamente minorenne. Erano censori abietti e bacchettoni, terrorizzati dall'idea che un personaggio al di fuori della loro etica avrebbe potuto riscuotere simpatia. Il perno della loro opera era l'incrollabile convinzione che la simpatia implicasse in automatico il desiderio di emulazione. Erano sicuri di poter moralizzare le passioni. Queste sono state le mie reazioni viscerali quando ho visto il film di Kasdan per la seconda volta:  

1) Ho simpatizzato all'istante con la femmina fatale e ho ammirato il suo nichilismo assoluto! 
2) Ho schifato all'istante quel porco cornuto e minidotato del marito della maliarda! 
3) Ho schifato quell'istituzione abominevole e obbrobriosa che è il matrimonio! La sua essenza è una delle più infami forme di tirannia!
4) Non sono stato certo afflitto nel vedere le sequenze dell'omicidio di quell'affarista maledetto, odiosissimo e peggiore dei porci più laidi!
5) Ho ammirato il finale, in cui in galera ci finisce l'idiota mentre la Dea si salva, realizzando i propri desideri!  
 
Queste cose le affermo con la massima lucidità, in spregio a chi vorrebbe la schiavitù eterna del genere umano! Bisogna sempre tenere a mente una cosa sacrosanta. Quando si schernisce e si maledice il Tiranno, il dominio del Tiranno è finito! E questo è quanto è accaduto!  
 
 
La felice traduzione del titolo 
 
Una traduzione come "Il calore dei corpi" sarebbe stata troppo volgare, avrebbe fatto rivoltare il pubblico femminile. Avrebbe richiamato alla mente qualcosa di animalesco, avrebbe ridotto le persone a bestie. Non c'erano molte alternative: "Calore corporeo" sarebbe stato troppo scientifico, quasi un referto medico, mentre "Calore corporale" sarebbe stato quasi religioso, espresso in un linguaggio da seminaristi, intriso di sensi di colpa. Ecco dunque che giunse una grande ispirazione: "Brivido caldo". La natura ossimorica del titolo italiano è soltanto apparente: tutti sanno che uno dei sintomi più comuni della febbre, oltre al calore, consiste proprio nei brividi. Questo dimostra quanto sia difficile trovare un modo convincente per rendere in una lingua diversa da quella originale anche titoli molto semplici. 
 
Etimologia del cognome Lowenstein

Il cognome Lowenstein è chiaramente yiddish e alla lettera significa "Pietra del Leone". La grafia corretta è Löwenstein. Tempo fa ne avevo già parlato in un'altra occasione, commentando la pronuncia che gli attribuiscono gli anglosassoni. Barbra Streisand aveva infatti interpretato la dottoressa Susan Lowenstein nel suo film Il pricipe delle maree (The Prince of Tides, 1991).       

 
Brivido caldo - Ieri e oggi 
 
Sappiamo tutti bene che questo cruciale film ha lanciato la carriera della Turner: nel 1995 è stata citata da Empire magazine come "una delle 100 Star più sexy della storia del Cinema". Il New York Times nel 2005 ha scritto che la sensualissima attrice, spinta dal suo "esordio cinematografico sbalorditivo in Body Heat ... ha costruito una carriera sull'avventurosità e sulla franca sessualità nata da una robusta fisicità". Eppure anche per lei tutto è finito in merda, purtroppo. Devastata dall'artrite reumatoide, è stata in cura anche per i danni provocati dall'abuso alcolico a cui si era abbandonata, credo per l'impossibilità di trovare l'affetto di cui aveva disperato bisogno. A causa dei seri problemi fisici, l'attuale aspetto dell'attrice è molto diverso da quello dei tempi di Brivido caldo. Sono rimasto colpito da un dettaglio importante della sua biografia. Ha scelto di venire a vivere in Italia, affermando che qui si dà meno importanza alle apparenze: evidentemente in America la bullizzavano senza sosta, non serbandole neppure un minimo di gratitudine per i suoi grandi meriti. Queste sono le sue parole: "In Europa prendono in maggiore considerazione tutta la carriera, tutto il tuo lavoro, e non solo il tuo aspetto attuale. In Italia credo che le donne della mia età siano più rispettate."    
 
Curiosità varie 
 
A quanto è riportato, quando il film è stato girato faceva freddo. La produzione ha dovuto simulare l'ondata di caldo della storia e gli attori hanno dovuto comportarso come se facesse caldo anche se le temperature erano rigide. Ad esempio hanno dovuto succhiare cubetti di ghiaccio prima di parlare per eliminare l'alito nebbioso. Si sono fatti spruzzare dell'acqua sulla pelle e sulle magliette per simulare il sudore corporeo. Il libro di memorie di Kim Zimmer contesta queste informazioni: l'attrice ricorda di aver recitato mentre imperversava un caldo torrido. Eppure, quando Ned e Matty sono sulla passerella, il loro respiro è visibile. 

William Hurt e Kathleen Turner volevano che la troupe si sentisse a proprio agio nel filmare le loro scene di sesso incandescente. Hanno quindi messo in fila la troupe e si sono presentati a ciascun suo membro. Quando lo hanno fatto, erano entrambi nudi.
 
La madre di Ted Danson andò a vedere il film, ma rimase disgustata dalle scene di sessualità e abbandonò la sala. Vergognandosi della cosa, in seguito fece credere al figlio di aver assistito fino in fondo alla proiezione; gli avrebbe rivelato la verità soltanto molti anni dopo. Sembra che l'attore fosse un "bamboccione", morbosamente legato alla figura materna.
 
La parte di Ned Racine fu offerta a Christofer Reeve, che la rifiutò. Così ha commentato la sua scelta: "Non pensavo che sarei stato convincente come avvocato pieno di sperma!" (testuali parole: "I didn't think I would be convincing as a seedy lawyer.")  
 
Quando Kathleen Turner fece la sua seconda lettura per lo sceneggiatore e regista Lawrence Kasdan, questi disse che era la prima volta che qualcuno leggeva la parte di Matty Walker esattamente nel modo in cui l'aveva sentita nella sua testa mentre scriveva la sceneggiatura. In un articolo sulla rivista Photoplay (Regno Unito) pubblicato nell'aprile 1982, affermava che il test sullo schermo "era troppo bello per essere ignorato e Kathleen coincideva esattamente con l'idea di Matty del regista Lawrence Kasdan"
 
Il capo della Ladd Company, Alan Ladd Jr., non amava i baffi di William Hurt, li considerava squallidi e voleva che fossero rimossi. Kasdan si è rifiutato di farlo. Ha impedito un orrido scempio!  

Nel successivo film diretto da Lawrence Kasdan in cui compare William Hurt, Il grande freddo (The Big Chill, 1983), questi interpreta un personaggio impotente, in netto contrasto con la figura dell'esuberante avvocato promiscuo e spermatoso. 
 
Errori 
 
Peter Lowenstein afferma che non vuole essere un assistente procuratore di Contea (County Prosecutor) per sempre. La Florida non ha procuratori di contea. Il suo titolo sarebbe stato vice procuratore di Stato (Assistant State's Attorney). 

Secondo le leggi in vigore in Florida all'epoca in cui si svolgono i fatti narrati nel film, il testamento di Edmund Walker sarebbe stato perfettamente valido: il "vizio di forma" contestato non avrebbe avuto alcuna rilevanza.
 
Quando Ned riceve l'annuario da Wheaton, Illinois, il timbro postale è di Marina del Rey, California. Anche il modo in cui sfoglia le pagine dell'annuario è sbagliato. Prima guarda "Tyler", poi gira la pagina in avanti per "Simpson". Poiché la "S" viene prima della "T", avrebbe dovuto girare le pagine all'indietro per vedere la foto di "Simpson".  
 
La nebbia è presente in alcune scene, come da tradizione dei film noir, ma non si è mai vista sulle coste della Florida meridionale. 
 
Per quanto possa sembrare assurdo, nessuno a Miranda Beach ha l'aria condizionata. Il caldo è un filo conduttore della narrazione, come la passione sessuale dilagante. Eppure il sudore intride ogni cosa, anche in ambienti chiusi, in quella che dovrebbe essere una comunità abbastanza benestante. Si fa presente che il film non si svolge affatto negli anni '20: in una sequenza vediamo che ci sono addirittura primitivi computer con schermo a diodi luminosi.  

mercoledì 25 novembre 2020

 
SICARIO 
 
Titolo originale: Sicario
Lingua originale: Inglese, spagnolo
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2015
Durata: 121 minuti
Rapporto: 2,39:1
Genere: Azione, thriller, drammatico
Regia: Denis Villeneuve
Soggetto: Taylor Sheridan
Sceneggiatura: Taylor Sheridan
Produttore: Basil Iwanyk, Thad Luckinbill, Trent Luckinbill,
       Molly Smith, Edward McDonnell
Produttore esecutivo: Ellen H. Schwartz, Erica Lee
Casa di produzione: Black Label Media, Thunder Road
       Pictures
Distribuzione in italiano: Lionsgate, 01 Distribution
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Joe Walker
Musiche: Jóhann Jóhannsson
Fonico: William Sarokin
Costumi: Renée April
Scenografia: Patrice Vermette
Interpreti e personaggi:
    Emily Blunt: Kate Macer
    Benicio del Toro: Alejandro Gillick
    Josh Brolin: Matt Graver
    Victor Garber: Dave Jennings
    Jon Bernthal: Ted
    Jeffrey Donovan: Steve Forsing
    Raoul Trujillo: Rafael
    Maximiliano Hernández: Silvio
    Daniel Kaluuya: Reginald "Reggie" Wayne
    Julio Cesar Cedillo: Fausto Alarcón
    Hank Rogerson: Phil Coopers
    Bernardo Saracino: Manuel Diaz
    Edgar Arreola: Guillermo Diaz
    Kevin Wiggins: Burnett
    Jesus Nevarez-Castillo: Eliseo
    Dylan Kevin: Charlie (comandante Delta Force) 
    John Trejo: Agente Delta Force 
    Marty Lindsey: Ufficiale SWAT
    Vic Browder: Maresciallo Capo US
    Boots Southerland: Maresciallo US Keith
    Adam Taylor: Maresciallo US Kevin
    David Garver: Bob Fisks
    Lora Martinez-Cunningham: Jacinta
    Kim Larrichio: Moglie di Silvio
    Michael Sheets: Agente del Tesoro
    Julian Ortega: Figlio del boss Fausto Alarc
ón
    Ian Posada: Figlio del boss Fausto Alarc
ón
Doppiatori italiani:
    Francesca Manicone: Kate Macer
    Massimo Corvo: Alejandro
    Fabrizio Pucci: Matt Graver
    Luca Biagini: Dave Jennings
    Alessio Cigliano: Ted
    Giorgio Borghetti: Steve Forsing
    Gianni Giuliano: Rafael
    Alessandro Quarta: Silvio
    Andrea Mete: Reggie Wayne
    Francesco Prando: Fausto Alarcón
    Fabrizio Russotto: Phil Coopers
    Pino Insegno: Guillermo 
Budget: 30 milioni di dollari US
Box office: 84,9 milioni di dollari US 
Sequel: Soldado (), di Stefano Sollima

Trama: 
Chandler, Arizona. Kate Macer, una giovane agente dell'FBI, idealista e con poca cura dell'igiene intima, conduce una delicata operazione assieme al suo collega, il mandingo Reggie Wayne. L'obiettivo è Manuel Diaz, boss del Cartello di Sonora. Durante l'irruzione in una villetta intestata al criminale, per poco gli agenti non soffocano a causa dei pestilenziali lezzi cadaverici. La Macer scopre decine di cadaveri di uomini e donne, avvolti in sacchi di plastica e appesi come carcasse suine. È squassata dal vomito di fronte a quel piccolo genocidio. Proprio quando un agente sta per aprire un tombino, che permette di accedere a un sotterraneo stipato di centinaia di cadaveri, avviene una tremenda esplosione. Rimangono uccisi in due, dilaniati, trasformati in una pappa carnea sparsa dovunque. Terminata l'infelice operazione, la donna viene ricevuta dal suo capo, che la spinge ad accettare un gravoso incarico "volontario", facendola trasferire in una task force diretta dal rozzo Matt Graver e da un inquietante colombiano, Alejandro. Lei finisce con l'accettare, volendo ottenere vendetta. Il compito della squadra consiste infatti nel recarsi in Messico, a Ciudad Juárez, per estradare il fratello di Manuel Diaz, Guillermo. Tutto finisce in merda già fin dal primo momento. Kate si trova suo malgrado nel bel mezzo di una carneficina in cui vengono abbattuti numerosi sicari dei narcos; in più di un'occasione è testimone del modo di agire illegale dei suoi compagni di squadra. Alejandro non esita ad usare la tortura per estorcere informazioni da Guillermo Diaz, riuscendo ad apprendere l'esistenza di un tunnel usato per contrabbandare la droga negli Stati Uniti. Durante una serata tranquilla, il mandingo Reggie fa il paraninfo: porta la collega in uno squallido bar e le presenta un giovane agente di polizia locale, Ted, sperando così di favorire una relazione carnale. La scintilla scocca: la donna è attratta da Ted e gli si vuole concedere, ma la cosa non funziona, anzi finisce in una lotta disperata quando lei scopre che il poliziotto è in realtà un corrotto al soldo dei narcos. Alejandro la salva in extremis, proprio mentre sta per essere strangolata. Ted viene messo alla tortura e confessa tutto ciò che sa. Rivela i nomi di tutti gli agenti americani pagati da Diaz. C'è tutto il necessario per organizzare una nuova spedizione in Messico, percorrendo il cunicolo e giungendo nel cuore del regno dei narcos. La squadra si muove di notte usando visori a raggi infrarossi. Alejandro compie una carneficina: riesce a giungere fino alla dimora di Fausto Alarcón, al vertice del Cartello di Sonora, sorprendendolo con la moglie e i figli piccoli mentre stavano cenando. Prima ammazza la donna e i bambini, come se fossero insetti. Poi sopprime anche il boss, sparandogli nel cranio. Così si viene a sapere qualche antefatto sul misterioso personaggio: Alejandro aveva iniziato la sua carriera come assassino prezzolato del Cartello di Medellín, in Colombia. Poi era diventato procuratore in Messico; proprio Alarcón aveva fatto decapitare sua moglie e sciogliere sua figlia nell'acido. Ora la vendetta è compiuta. Kate Macer riceve una visita dal giustiziere e non regge alle sue rivelazioni. Il mondo non è un idilliaco giardino puffesco pervaso di valori e di sublimi ideali: è una massa di feci grasse e maleodoranti su cui ronzano nuvole di mosche, in mezzo all'acre fumo di olocausto. Gli incoscienti cittadini degli States si dimostrano essere la causa e il motore di questo orrido meccanismo: la loro incessante richiesta di droga alimenta il narcotraffico con annessi e connessi, mattanze in primis. L'unica possibilità è cercare di ridurre al minimo la complessità del problema, evitando la proliferazione dei Cartelli. Piena d'ira, la donna vorrebbe uccidere quello che è soltanto un sicario più intelligente e più dotato degli altri, ma non ci riesce. Troppo ligia alla morale e alla legge, non può concepire un simile rimedio all'orrore che la opprime. La narrazione si conclude con una partita di calcio tra ragazzi: all'improvviso si sentono rumori di mitra in lontanza, che annunciano l'avvento del dominio di Nyarlathotep, Caos Strisciante!   
 

Recensione: 
Questo è l'unico dei film di Villeneuve che mi abbia davvero esaltato. La prima volta che l'ho visto, la qualità del video era pessima e si notava una macchia nera il cui profilo sembrava quello di un grosso cranio bantoide, proprio nell'angolo in basso a sinistra: evidentemente si trattava della registrazione di uno schermo fatta con una telecamera rudimentale. La seconda volta che ho visionato le sequenze la qualità del video era perfetta e mi sono goduto appieno lo spettacolo. I personaggi sono come ombre che si muovono in un universo scuro, caliginoso, lugubre, truculento, soffocante, in cui ogni movimento comporta rischio di una morte atroce. Sempre palpabile è il senso di Morte Termodinamica. Il Cosmo in sfacelo è la sola realtà. Quello che emerge istante dopo istante è l'assoluta mancanza di un qualsiasi senso, anche abbozzato.   
 
Sesso smerdante! 
 
La protagonista attraversa una fase piuttosto difficile della sua esistenza. A un certo punto incontra Ted, un poliziotto brillante, provando presto un'insana passione per lui. Come accade spesso in America, i due finiscono subito a letto, senza tanti preamboli. Si baciano, poi gli eventi prendono una piega grottesca. Lui cerca di metterle la testa tra le gambe e di leccarle la vulva. Lei si vergogna da morire perché da un po' non ha curato molto l'igiene (come le aveva fatto notare il suo collega mandingo). Le puzza ed è piena di smegma. Non vuole che il grossolano amante senta il tanfo di formaggio e che resti schifato, così lo spinge via. Mentre la donna cerca di divincolarsi scalciando all'impazzata, nota che il poliziotto ha un bracciale variopinto che dimostra la sua connessione con il Cartello di Sonora. Questo dettaglio fortuito fa sorgere in lei una ribellione violenta. A volte anche un mancato bidet può salvare la vita: se il sesso non fosse stato smerdante, le cose sarebbero andate ben diversamente!  
 

Penetrazione auricolare!

Il poliziotto corrotto viene catturato e messo alla tortura. Lo gonfiano di pugni, fino a ridurlo a un cencio sanguinolento. Il truce Alejandro gli infila un dito in un orecchio, scavando in mezzo al cerume fino a raggiungere il timpano e a grattarlo. Ancora una lieve pressione ed ecco che la fragile membrana si lacera! Le urla sono atroci. Le implicazioni sessuali dell'accaduto sono annichilenti: l'agente non può più affermare di essere vergine nelle orecchie! Si converrà che non si vedono cose simili tutti i giorni. Questa trovata geniale compensa di certo le innumerevoli stronzate ideate dal regista canadese nel corso della sua carriera! Peccato che i fan villeneuviani non se ne siano nemmeno accorti.
 
Una distorsione percettiva  
 
Non so per quale ragione, ma mi ero convinto che il poliziotto protagonista della scena di sesso smerdante e poi torturato avesse il cranio pelato, liscio come quello del Tenente Kodak! Quando ho visionato il film una seconda volta, mi sono accorto che non era affatto così: il poliziotto corrotto, non solo non aveva nemmeno una vaghissima somiglianza con Teddy Savalas, ma era addirittura provvisto di una folta chioma nera. Come ho fatto a rimuovere alcuni particolari e a deformarne altri? Non so spiegarmelo! Evidentemente i ricordi che si accumulano nei banchi di memoria stagnante non sono statici e immutabili, non sono fatti acquisiti e messi sotto naftalina, come schedari di una biblioteca polverosa. Vivono di vita propria senza che me ne accorga, subiscono trasformazioni, si distorcono!  

 
I blogger macellati 
 
A Ciudad Juárez sono in vigore usanze a dir poco truculente. Ammazzano le donne per un nonnulla e le seppelliscono nella terra molle, senza nemmeno una bara, facendole marcire tra i vermi. Di questo i media hanno parlato a lungo, denunciando l'orrore di quel tristissimo recesso dell'Inferno. Hanno parlato molto meno del destino riservato ai blogger in Messico. Proprio così: da quelle parti macellano i blogger!  Villeneuve ce ne mostra alcuni appesi a un viadotto autostradale. I corpi nudi sono dilaniati, tagliati come quarti di bue, spesso privati delle braccia. Anche se il regista non lo dice in modo esplicito, non ho alcun dubbio: quelli che si vedono penzolare sono cadaveri di blogger! Numerose esecuzioni sono avvenute a Monterrey e altrove: i corpi dei blogger impiccati sono stati mostrati nel Web e tuttora si riescono a trovare foto delle mattanze senza troppe difficoltà. Perché proprio i blogger vengono macellati? Non bisogna faticare troppo per trovare una risposta a un simile interrogativo. Nella terra che ha dato i natali a personalità come Emiliano Zapata e Benito Juárez, i blogger sono convinti di poter migliorare il mondo attraverso opere di denuncia sociale. Ovviamente ai narcos non va molto giù che si diffondano notizie sul genocidio in atto da anni in Messico, con bilanci peggiori di quelli di una guerra. Non va loro a genio nemmeno che qualcuno pretenda di vivere in un mondo in cui regna la Pace, cosa che arrecherebbe non pochi danni a chi guadagna dalla morte altrui. Quindi questi blogger vengono perseguitati e abbattuti. La realtà, non compresa dagli stessi blogger, è che Huitzilopochtli è un essere reale che abita nel sottosuolo del Messico e chiede un tributo di sangue umano! Oggi come ieri.

 
Entropia dilagante 
 
Villeneuve descrive con toni estremamente vividi una società terminale in preda alle metastasi di un cancro ormai inestirpabile. Le stesse forze dell'ordine sono aggredite da un flusso incessante di materiale genetico tumorale, tanto che gli agenti sono diventati nuclei di corruzione. Se ne può anche neutralizzare uno, con sistemi illegali, ma tanto altri dieci prenderanno il suo posto. Le difese immunitarie non mirano nemmeno più alla salute dell'organismo sociale, scopo questo che sarebbe soltanto un pio desiderio: si limitano a rimuovere qualche massa cancerosa qua e là, qualche tentacolo del parassita alieno che ha contaminato ogni cosa. Non c'è speranza alcuna. Ogni ideale umano viene ad essere ridotto a un puro e semplice flatus vocis. La specie Homo sapiens si mostra in tutta la sua desolazione, in tutta la sua demente nudità, al culmine di un processo di degenerazione millenaria! Non esiste rimedio alcuno, a parte un conflitto termonucleare globale che cancelli ogni traccia di biologia dal coprolito chiamato Terra. Qualsiasi sforzo di risanamento in un dato luogo si traduce per necessità fisica in un aumento del disordine in regioni più vaste. Per produrre risultati limitati è necessario spendere risorse che non ci sono, arrecando danni ancora maggiori. La Termodinamica è ineluttabile come un carnefice!        
 

Curiosità e inconsistenze 

L'odioso Matt menziona la città di Sasabe, lungo la frontiera tra Arizona e Messico, affermando che si trova ad est di Nogales. In realtà è a ovest di Nogales. Il toponimo Sasabe deriva dalla lingua O'odham (Papago), appartenente alla famigia Uto-Azteca, e significa "fondovalle". Ovviamente non è spagnolo. 
 
Nella scena dell'attraversamento della frontiera, quando Alejandro sta cercando di disinnescare la situazione pericolosa, dice "compas" ai gangster. Questa parola è stato mostrata erroneamente nei sottotitoli come "con paz", ossia "con pace". Nel Messico settentrionale, come in altre parti dell'America Latina, compas è un'abbreviazione di compadres "compagni", ed è un'espressione che sarebbe con maggior probabilità usata per cercare calmare i manigoldi.  

Nelle scene di traffico ambientate a Ciudad Juárez si notano taxi gialli e rossi. Ci sono anche piccoli autobus grigiastri e verdi denominati "Peseros". In realtà questi veicoli non circolano a Ciudad Juárez, sono invece tipici di Città del Messico. 

Nel film ci sono numerose incoerenze in materia legale. Ad esempio, dopo gli arresti in banca si afferma che gli autori hanno effettuato depositi di $ 9.000 ogni giorno per evitare le segnalazioni del governo. Tuttavia, i dipendenti delle banche negli Stati Uniti sono addestrati a segnalare depositi di contanti sospetti. Depositare $ 9.000 al giorno ogni giorno per anni sarebbe sicuramente considerato sospetto (tecnicamente parlando è un illecito chiamato "structuring"). Molti altri dettagli errati riguardano il modus operandi dell'FBI e della CIA, le loro limitazioni materiali dovute a cavilli complessi, difficilmente traducibili in un linguaggio comprensibile.
 
Quando Alejandro sta parlando con il suo amico e collega alla stazione, il sottotitolo in inglese mostra Monterey. La città nello stato di Nuevo León, in Messico, è Monterrey, con una consonante rotica forte -rr-. È proprio il luogo dove sono stati impiccati numerosi blogger. 
 
Premi e riconoscimenti: 

 2016 - Premio Oscar
     Candidatura per la Migliore fotografia a Roger Deakins
     Candidatura per la Migliore colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
     Candidatura per il Miglior montaggio sonoro a Alan Robert

        Murray
 2016 - Premio BAFTA
    Candidatura per il Miglior attore non protagonista a Benicio del 
        Toro
    Candidatura per il Miglior fotografia a Roger Deakins
    Candidatura per la Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
 2016 - Critics' Choice Movie Awards
    Candidatura per il Miglior film
    Candidatura per la Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura per il Miglior film d'azione
    Candidatura per la Miglior attrice in un film d'azione a Emily Blunt
    Candidatura per la Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
 2016 - Producers Guild of America Award
    Candidatura per il Miglior film
 2016 - Writers Guild of America Award
    Candidatura per la Miglior sceneggiatura originale a Taylor
        Sheridan
 2016 - Satellite Awards
    Miglior montaggio a Joe Walker
    Candidatura al Miglior film
    Candidatura al Miglior attore non protagonista a Benicio del Toro
    Candidatura alla Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura al Miglior suono 
  2015 - National Board of Review Award
    Migliori dieci film
    Spotlight Award
  2015 - Hollywood Film Award
    Miglior attore non protagonista a Benicio del Toro
 2015 - People's Choice Awards
    Candidatura Attrice film d'azione preferita a Emily Blunt
 2015 - Toronto International Film Festival
    Candidatura al People's Choice Awards
 2015 - Festival di Cannes
    Candidatura alla Palma d'oro
 2015 - Washington D.C. Area Film Critics Association Awards
    Miglior colonna sonora a Jóhann Jóhannsson
    Candidatura al Miglior film
    Candidatura alla Migliore fotografia a Roger Deakins
    Candidatura al Miglior montaggio a Joe Walker

giovedì 12 novembre 2020

 
ASSASSINIO AL CIMITERO ETRUSCO 
 
Titolo originale: Assassinio al cimitero etrusco
Titolo in francese: Crime au cimetière étrusque
Titolo in inglese: The Scorpion with Two Tails
Paese di produzione: Italia, Francia
Lingua: Italiano, etrusco
Anno: 1982
Durata: 98 min
Genere: Orrore, thriller
Regia: Christian Plummer (Sergio Martino)
Soggetto: Ernesto Gastaldi, Dardano Sacchetti
Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi, Maria Chianetta, Jacques
     Leitienne
Produttore: Luciano Martino
Casa di produzione: Dania Film S.r.l. (Roma), Medusa Film 
    (Roma), Imp.Ex.Ci.Sa (Nizza), Les Filmes Jacques
    Leitienne (Parigi)
Distribuzione in italiano: Medusa Film
Fotografia: Giancarlo Ferrando
Montaggio: Eugenio Alabiso, Daniele Alabiso
Effetti speciali: Paolo Ricci
Musiche: Fabio Frizzi
Scenografia: Antonello Geleng
Costumi: Antonello Geleng
Trucco: Franco Rufini, Giovanni Rufini
Interpreti e personaggi:
    Elvire Audray: Joan Mulligan Barnard
    Paolo Malco: Mike Grant
    Claudio Cassinelli: Archeologo Paolo Dameli
    Marilù Tolo: Contessa Maria Volumna
    Wandisa Guida: Heather Hull
    Gianfranco Barra: Commissario
    Franco Garofalo: Fotografo Gianni Andrucci
    Maurizio Mattioli: Masaccio
    Carlo Monni: Senaldi
    Anita Sagnotti Laurenzi: Prof.ssa Sorensen
    Jacques Stany: Nick Forte
    Luigi Rossi: Vecchio suonatore di aulos
    John Saxon: Arthur Barnard
    Van Johnson: Mulligan, padre di Joan
    Nazzareno Cardinali: Guardia del corpo della Contessa
    Angela Doria: Hilda
    Antonino Maimone: Boss a New York
    Fulvio Mingozzi: Ufficiale doganale
    Lucia Monaco: Julie
    Mario Rovelli (Novelli): Guadia del corpo della Contessa
    Gennarino Pappagalli: Archeologo
    Bruno Alias 
    Giuseppe Marrocco
    Mario Cecchi
    Bruno Rosa
    Ettore Martini
    Anna Maria Perego
Doppiatori originali:
    Paila Pavese: Joan Barnard
    Pino Colizzi: Paolo Dameli
    Sandro Iovino: Arthur Barnard
    Luciano De Ambrosis: padre di Joan, Mulligan
    Vittorio Stagni: Gianni Andrucci
Location: Volterra, Cerveteri, Formello, New York, R.P.A.
     Elios Studios di Roma

Trama: 
Joan, la bionda moglie dell'archeologo americano Arthur Barnard, ha le notti sconvolte da incubi atroci in cui assiste a sacrifici umani officiati dagli Etruschi in un'orrida grotta. Le modalità dell'offerta agli Dei Inferi sono terribili: il sacrificatore afferra il cranio della vittima e lo gira a 180 gradi, facendo sì che la faccia venga trovarsi proprio sopra alla parte posteriore della spina dorsale. Joan è scossa da premonizioni e teme per la vita del flaccido marito, impegnato in importanti scavi. A un certo punto l'uomo le telefona, cercando di dirle qualcosa, ma nel corso della chiamata viene ucciso. L'assassino parla in etrusco nella cornetta: "Ecn turce Šarún". Joan, sconvolta, decide di mettersi in viaggio per l'Italia, determinata a far luce sul mistero. Giunge in una Toscana molto diversa da quella che conosciamo, caratterizzata da fenomeni di vulcanismo, abitata da un'accozzaglia di truci banditi intabarrati e tombaroli. Ne sono certo, non è un frutto di qualche distorsione percettiva: questi manigoldi hanno un aspetto rignanesco! L'aristocrazia ha cognomi di origine etrusca: una tipica nobildonna è la contessa Maria Volumna. Alcuni cognomi dei violenti popolani sono invece di origine longobarda, come ad esempio Senaldi. La statuaria Joan nel corso delle sue indagini si imbatte in diversi personaggi. Incontra l'affascinante contessa Volumna, ma non riesce a ottenere dalla sua conoscenza alcun risultato utile. In bosco trova un vecchio suonatore di flauto doppio, che sa molte cose sugli antichi abitanti di quelle terre, da lui chiamati Raséni. Pian piano emerge la verità, che ha un sapore spiritico. Joan conosce la lingua etrusca senza mai aver compiuto alcuno studio, proprio perché è la reincarnazione di una sacerdotessa. Colpo di scena, non è una vera bionda, in realtà ha i capelli castani! Grazie al potere della reminiscenza l'ardimentosa eroina riesce a ritrovare la grotta che ha visto nei suoi sogni. L'anziano auleta si rivela essere proprio il sacrificatore che all'epoca le ha girato la testa fino a spezzarle il collo. A queste arcane rivelazioni si intrecciano vicende più prosaiche: si scopre che l'ingenuo Arthur nel corso dei sui scavi archeologici è rimasto coinvolto in un brutto affare coi gangster rignaneschi, che depredavano le tombe per poi nascondervi colossali quantità di letale polvere bianca (non certo borotalco o zucchero a velo, è ovvio). Il culmine si ha quando la protagonista raggiunge un luogo occulto, il Sancta Sanctorum degli Etruschi, in cui le stesse leggi della fisica sono violate! 
 
 
 
Recensione: 
Mi si perdonino i francesismi, ma ogni volta che guardo film come questo mi sento immerso in pieno nella stagione degli escrementi di celluloide, veri e propri ammassi di scorie espulsi dall'ano della senescente Settima Arte. Un ano che non è certo sensuale e desiderabile come quello di Rita Hayworth! Credo che non sia poi un caso se lo stesso regista abbia in seguito rinnegato la sua opera, motivando la sua ardua scelta con le seguenti parole: "<Il film> non ha aggiunto nulla alla mia carriera, nemmeno dal punto di vista economico". Detto questo, la pellicola di Martino è uscita dieci anni dopo il capostipite del giallo italiano archeologico, L'etrusco uccide ancora (Armando Crispino, 1972). Sembra quasi che le due opere in questione segnino l'inizio e la fine di un'epoca. In origine Martino intendeva dirigere una serie televisiva in ben otto parti, il cui titolo doveva essere Il mistero degli Etruschi, o in alternativa Lo scorpione a due code. Negli archivi SIAE si trovano due diverse sceneggiature, una di Ernesto Gastaldi e l'altra di Dardano Sacchetti, entrambe risalenti al 1982. Il nome del produttore cinematografico francese, Jacques Leitienne, compare per ragioni legate a un'asfissiante burocrazia. Un dettaglio tecnico: nonostante l'opera martiniana sia stata concepita per essere trasmessa in televisione, è stata girata in 16mm e montata come se dovesse essere proiettata nei cinematografi. La fonte di queste informazioni è Roberto Curti, Italian Gothic Horror Films, 1980-1989, McFarland, 2019. Gli sviluppi successivi sono stati prettamente berlusconiani: il film, acquistato da Reteitalia, è stato trasformato in una miniserie TV per essere trasmesso in due puntate su Canale 5. Questo riarrangiamento, firmato da Claudio Lattanzi, non è tuttavia mai stato trasmesso, né sulle reti di Berlusconi né altrove. In buona sostanza, Assassinio al cimitero etrusco è un pastone acido che mescola elementi polizieschi e horror come se fosse stato vomitato da un gigante ingozzatosi di trash. Non ha affatto goduto dello stato di cult raggiunto dal film di Crispino, pur dando un contributo all'immagine degli Etruschi sepolcrali, lugubri, posseduti dall'ossessione del proprio annientamento nell'Ade. In realtà non tutto è da buttare, qualche trovata buona c'è: ad esempio il senso della putrefazione immanente connessa alla reminiscenza, un orrore ontologico che prende forma tramite i cagnotti. Molto bella la musica, composta da Fabio Frizzi, storico collaboratore di Lucio Fulci: a cui si deve la colonna sonora di film horror fulciani come Zombi 2 (1979) Paura nella città dei morti viventi (1980), ... e tu vivrai nel terrore! - L'aldilà (1981).
 
 
Il fantaetrusco di Gastaldi-Chianetta  

La caratteristica precipua della lingua etrusca ricostruita dagli sceneggiatori è la trasformazione delle consonanti velari in palatali davanti alle vocali anteriori -e-, -i-. Così turce "donò", che i Rasna pronunciavano /'turke/, suona invece /'turtʃe/, con la cosiddetta "c di cena". Allo stesso modo muluvanice "donò, diede in dono" viene pronunciato /mulu'vanitʃe/. Manca la benché minima nozione di grammatica. Locuzioni corrette come tular Rasnal "i confini dell'Etruria" sono ripetute durante il rito che si vede all'inizio del film, soltanto perché sono prese di peso dalle attestazioni reali e incorporate nella trama. Quando si tratta di costruire una frasettina, tutto è sbagliato: non viene nemmeno compreso il concetto di declinazione. Il capolavoro di Gastaldi-Chianetta è la frase "Ecn turce Šarún", che dovrebbe significare "Egli è stato dato a Šarún". Qualcosa non quadra: il verbo è attivo, il pronome ecn è chiaramente all'accusativo: Šarún non è il destinatario, bensì il soggetto. La frase dovrebbe quindi tradursi con "Šarun lo ha dato", che significa poco. Se ecn "lui" (complemento oggetto) e turce "ha dato" sono ineccepibili (a parte la pronuncia della forma verbale), dovremmo domandarci cosa possa essere Šarún, con quell'accento anomalo sull'ultima sillaba. Stando all'intenzione degli sceneggiatori, Šarún sarebbe una sorta di divinità ctonia dell'Etruria, che presiede ai fenomeni vulcanici. Non stupisce che non risultino corrispondenze né attestazioni, trattandosi di un'invenzione. Se gli sceneggiatori fossero stati furbi, avrebbero usato il nome estrusco di Efesto, Šeθlans, oppure avrebbero formato un teonimo dalla ben nota parola verse "fuoco", qualcosa come Versens (non attestato). Al pubblico le parole con troppe consonanti piacciono poco. Perché una parola sconosciuta che finisce con una o più consonanti possa colpire l'immaginazione, è preferibile che l'accento cada sull'ultima sillaba. Ecco com'è nato l'improbabile Šarún. Con tutti i nomi etruschi di donna che si conoscono, bellissimi e affascinanti, la sacerdotessa ne ha ricevuto uno tutto sommato banale e inverosimile: Cere. Com'è ovvio attendersi è pronunciato come in italiano. Si tratta chiaramente del nome dell'antica città di Cere, in latino Caere, attestato in etrusco come Caisra, Cisra, Ceizr-, Χaire-. Che altro dobbiamo dire? Considerato che la lingua etrusca non ha avuto un'immensa fortuna cinematografica, dovremmo accontentarci e non pretendere troppo. Magari in qualche spettatore incuriosito si sarà acceso il nobile interesse per l'etruscologia!

 
Il mito dei Criptoetruschi  
 
Pellicole di etruscheria spicciola come quella di Martino hanno contribuito a diffondere il mito dei Criptoetruschi, ossia l'idea che da qualche parte, nei distretti più impervi e selvosi della Toscana, sopravvivano ancora oggi in un segreto catacombale persone continuatrici della lingua e della religione etrusca. Ne avevo già parlato qualche anno fa in un mio brevissimo contributo pubblicato su questo stesso portale: 
 

In un paese, credo fosse nel Casentino, si era diffusa una favola. I suoi abitanti si reputavano genuini discendenti degli Etruschi, mantenutisi nei secoli senza senza alcuna contaminazione esterna. In un articolo su una rivista c'erano anche fotografie di queste persone, di cui ricordo le sembianze oltremodo grottesche - cosa che confermerebbe la presenza di una lunga tradizione endogamica. Lovecraft avrebbe di certo preso spunto da queste cose per uno sconvolgente racconto su qualche antichissimo orrore dalla Toscana. Il problema è che la rivista in questione era ben lungi dall'essere fidedigna; con ogni probabilità si trattava di una squallida trovata per attrarre turisti in un borgo remoto e non certo prospero. In ogni caso, non c'è stata alcuna rivendicazione di una pretesa conoscenza della lingua etrusca o della pratica di sacrifici pagani. Come ho già fatto notare nel 2014, si trovano alcuni individui col cognome Rasna in un'area montuosa a nord di Firenze. 
 
Elementi  di fantafisica etrusca 
 
L'accesso dantesco al Sancta Sanctorum degli Etruschi emerge a causa dei sommovimenti di Šarún. Joan vi si inoltra, arrivando a un luogo che potrebbe essere uscito dalla fantasia di H.R. Giger o di Ridley Scott, tanto ricorda il pianeta degli Ingegneri del film Alien: Covenant (2012). Si vedono alcune teste gigantesche scolpite nella nuda roccia, massi a cui sono state date sembianze umanoidi. Le loro proporzioni ciclopiche opprimono e schiacciano chiunque si trovi in quel tempio, illuminato da un enorme diamante appeso al soffitto come un sole artificiale. Arriva anche Paolo Dameli, l'archeologo, che si rivela corrotto e pericolosissimo. Anzi, è proprio l'assassino che ha ucciso Arthur, il marito di Joan. Ecco il surreale dialogo che si svolge nell'arcana cripta:
 
Joan: "L'ultimo grande potere: la Sfera Cosmica, l'Anti-Universo. La Spirale del Tempo."
Paolo: "Joan, dov'è il tesoro? Joan, Joan, il posto è questo, tu l'hai trovato. Il sacro tesoro della Dodecapoli. Dimmi dov'è il tesoro!"
Joan: "I ciechi non sanno che la luce esiste, mostrargliela sarebbe inutile, non la vedrebbero. Paolo, il tesoro è là. Là c'è la Fine e l'Inizio del Tempo e la materia ha il segno contrario e opposto."
Paolo: "Sembra un grosso diamante. Se lo fosse varrebbe più di mille Kon-ai-Noor (sic!). Se riesco..."
Joan: "Non lo toccare, Paolo! Non lo toccare! Antimateria! Antigravità! Se lo tocchi, Paolo, se tu lo tocchi!" 
(- Paolo rimane colpito da una forte scossa, accompagnata da un rumore simile a quello di un gigantesco flipper! -)
Joan: "Il cristallo è completamente avvolto dal vuoto, è protetto da una forza che è contraria alla forza di gravità e respinge via l'aria. Altrimenti non potrebbe esistere, si sarebbe dissolto all'inizio del Tempo. La materia e l'antimateria non potrebbero coesistere se non ci fossero anche la gravità e l'antigravità. Solo così l'Universo può essere."
Paolo: "Da quanto tempo sai tutto questo?"
Joan: "È come se voci antiche mi parlassero dentro. Andiamo via da qui! Qui tutto appartiene agli Immortali!" 
Paolo: "Allora sei tu l'ultima degli Immortali. Sei tu. Adesso mi dirai dov'è il tesoro! E mi dirai la verità questa volta! Altrimenti... ho già spezzato il collo a molta gente e potrei farlo anche a te!"
Joan: "Allora sei tu che hai ucciso Arthur e tutti gli altri!" 
Paolo: "Certo. A volte con l'aiuto di quelli che volevano la droga."
Joan: "E adesso tu vuoi uccidere anche me." 
Paolo: "Se tu sei veramente immortale, non dovresti avere nessuna paura, non credi?"
Joan: "Io sono la Guardiana del Sacro Tesoro!" 
Paolo: "E se non mi dici subito dove si trova, resterai qui per il resto dell'Eternità!"
Joan (esagitata): "L'ultima conoscenza è il Tesoro degli Dei!!"   
 
A questo punto arriva il Deus ex Machina, che salva una situazione catastrofica. Collega di Joan e agente segreto in incognito, Mike Grant fa la sua irruzione, vincendo il malvagio e riportando l'ordine. Direi che la lunga digressione fantafisica della sacerdotessa etrusca reincarnata non era proprio necessaria. 

Dameli o Domelli? 

L'archeologo corrotto si presenta come Paolo Dameli, ma in diversi siti del Web il suo nominativo è scritto Paolo Domelli. Probabilmente Domelli, pronunciato Dameli nella versione in inglese, è stato mantenuto anche nella versione in italiano con la pronuncia americanizzata.
 
Scene memorabili 
 
I cagnotti che escono dagli occhi di un'antica scultura raffigurante un auleta. Pullulano, spingono, trascinano con sé anche alcune ributtanti pupe rossicce, cadono in massa e si spargono dovunque, contorcendosi.
 
Mike Grant che emerge dagli Inferi, simile a uno zombie avvolto dai gas sulfurei del vulcanismo, procedendo in modo retrogrado come un gambero, guidato dalla testa girata sulla schiena.   
 
Altre recensioni e reazioni nel Web 
 
Arrivati a questo punto, non resta che riportare alcuni significativi estratti davinottiani.  
 

Cotola ha scritto: 
 
"Desolante thriller di Martino (che si firma con uno pseudonimo) che non provoca il benché minimo spavento nello spettatore e non avvince per nulla. Che dire poi della pasticciatissima sceneggiatura che serve un finale a dir poco delirante e ridicolo? Meglio stendere un velo pietoso e passare avanti" 
 
Deepred89 ha scritto:  
 
"Mediocre film di Sergio Martino che combina con scarsi risultati thriller, horror e poliziesco. La regia è insolitamente rozza e la sceneggiatura arranca stancamente senza decidere che strada prendere, fino ad un finale con uno dei colpi di scena più ridicoli di tutto l'horror made in Italy. Cast interessante sfruttato nel peggiore dei modi e penalizzato da un doppiaggio indegno. Insufficiente." 
 
Puppigallo ha scritto:
 
"Pagliacciata horror poliziesca con attori dati in pasto a un copione ridicolo, che li trasforma inevitabilmente in macchiette viventi, credibili come l'esistenza di un politico onesto. Se non altro, si sorride quando subentrano le visioni della bionda e, soprattutto quando viene recitata la "raggelante" frase, o formula antica "Echen turce sciarù!". Da non dormire la notte...E non dimentichiamo le uccisioni tramite rottura del collo "Crac!" ed è tutto finito (gli etruschi erano per la rapidità). La colonna sonora è riciclata da vari zombimovie, mentre il resto è O.T. (Original Trash)."
 
Markus ha scritto:
 
"Tra le grotte degli etruschi con qualche rancore di troppo trascinato ai nostri giorni e la modernissima New York si consuma uno pseudo-horror con venature poliziesche. Sergio Martino dirige senza nerbo un film che ha la pecca maggiore nel non suscitare la benché minima paura. Resta però un certo desiderio di vedere come andrà a finire e un secondo tempo stranamente più avvincente del primo, quasi a voler tenere le scene "migliori" per il gran finale. Si nota una certa povertà di mezzi (statue di evidente cartongesso, attori perlopiù mediocri)."