A tutti è ben noto il verbo italiano obbedire, variante ubbidire. Da dove deriva questa voce? Semplice, è dal verbo latino oboedio, oboedis, oboedivi, oboeditum, oboedire, scritto col dittongo -oe-.
I nostri avversari vorrebbero che tale dittongo fosse sempre e comunque meramente grafico, e questo fin dai tempi di Romolo e Remo. Abbiamo già dimostrato con ottimi argomenti che questo non è possibile, ma vediamo di fornire una prova in più proprio a partire dall'etimologia di oboedio.
Anche se a scuola non insegnano ad indagare l'origine delle parole, dirò questo: dovrebbe essere a tutti evidente che il verbo in questione deriva dal prefisso ob- (confronta la preposizione ob "verso; davanti a; a causa di") e dal verbo audio, audis, audivi, auditum, audire "udire". Come mai allora si trova un dittongo -oe-? Semplice, perché si è partiti dalla forma arcaica *ob-audio, e attraverso un indebolimento su è giunti ad *ob-oudio. A questo punto la sequenza -ou- + -i- si è evoluta in -oi- + -i- per assimilazione, generando in epoca successiva il dittongo -oe-. L'origine del verbo obbedire si sintetizza così:
oboedio < *ob-oidio < *ob-oudio < *ob-audio
Questo dimostra che il dittongo -oe-, naturale evoluzione di -oi-, non può essere stata una semplice notazione grafica per /e/ in questa parola. La futile idea della pronuncia ecclesiastica italica vigente sin dal Paleolitico si scontra in infinite occasioni con la stessa realtà dei fatti, in quanto è incapace di rendere conto dell'etimologia di importanti parole.
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