domenica 4 marzo 2018


L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI

Titolo originale: Invasion of the Body Snatchers
Paese di produzione: USA
Anno: 1956
Lingua: Inglese
Durata: 80 min
Colore: B/N
Genere: Orrore, fantascienza, thriller
Sottogenere: Fantabiologia, fantabotanica
Regia: Don Siegel
Soggetto: The Body Snatchers, romanzo di Jack
    Finney (1954)
Sceneggiatura: Daniel Mainwaring, Richard
    Collins, Sam Peckinpah (non accreditato)
Produttore: Walter Wanger per Walter Wanger
    Production
Casa di produzione: Allied Artists
Fotografia: Ellsworth Fredericks
Montaggio: Robert S. Eisen
Effetti speciali: Milt Rice, Don Post
Musiche: Carmen Dragon
Scenografia: Ted Haworth
Trucco: Emile LaVigne, Mary Westmoreland
Interpreti e personaggi   
    Kevin McCarthy: dottor Miles J. Bennell
    Dana Wynter: Becky Driscoll
    Larry Gates: dottor Dan 'Danny' Kauffman
    King Donovan: Jack Belicec
    Carolyn Jones: Theodora Belicec
    Jean Willes: Sally Withers
    Ralph Dumke: Nick Grivett
    Virginia Christine: Wilma Lentz
    Jean Andrew: zia Eleda Lentz
    Everett Glass: dottor Ed Pursey
    Tom Fadden: Ira Lentz
    Kenneth Patterson: Stanley Driscoll
    Eileen Stevens: sig.ra Grimaldi
    Guy Way: Sam Janzek
    Bobby Clark: Jimmy
    Whit Bissell: dottor Hill
    Richard Deacon: Dr. Harvey Bassett
    Sam Peckinpah: operaio del gas
    Robert Osterloh: guidatore dell'ambulanza
Doppiatori italiani   
    Nando Gazzolo: dottor Miles J. Bennell
    Maria Pia Di Meo: Becky Driscoll
    Emilio Cigoli: dottor Dan 'Danny' Kaufman
    Gualtiero De Angelis: Jack Belicec
    Fiorella Betti: Theodora Belicec
    Dhia Cristiani: Sally Withers
    Lydia Simoneschi: Wilma Lentz
    Giovanna Scotto: zia Eleda
    Loris Gizzi: dottor Ed Pursey
    Bruno Persa: Stanley Driscoll
    Wanda Tettoni: sig.ra Grimaldi
    Carlo Romano: dottor Hill
    Renato Turi: dottor Harvey Bassett
    Aleardo Ward: operaio del gas
Remake:
Terrore dallo spazio profondo
, di Philip Kaufman
    (1978)
Ultracorpi - l'invasione continua, di Abel Ferrara
    (1993)
Invasion, di Oliver Hirschbiegel (2007)
N.B. Non è un remake il film franco-spagnolo The Pod People, di Juan Piquer Simón (1983). Potrebbe invece essere considerato un mockbuster il film Invasion of the Pod People, di Justin Jones (2007).

Trama:

In un ospedale della California, il dottor Miles J. Bennell, sconvolto ed esagitato, rivela una storia raggelante allo psichiatra dottor Hill. L'uomo, che si identifica come medico, descrive gli eventi che hanno portato al suo arresto e al suo arrivo nel nosocomio. La narrazione inizia nella vicina città di Santa Mira, dove il dottor Bennell si imbatte in alcuni casi di sindrome di Capgras, una rara patologia psichiatrica i cui pazienti sono convinti che un proprio familiare o amico sia stato sostituito da un impostore. Tornando da un viaggio di lavoro, il dottor Bennell incontra la sua ex ragazza, Becky Driscoll, che non vedeva da anni. La donna gli racconta che sua cugina Wilma si comporta in modo strano e va affermando che suo zio Ira sia in realtà un estraneo. Lo psichiatra dottor Kaufman consiglia al suo collega di non preoccuparsi, dato che simili casi sarebbero soltanto una "semplice" epidemia di isteria di massa. La sera stessa Jack Belicec, un amico del dottor Bennell, rinviene un corpo con le proprie fattezze, ma non pienamente sviluppato. Subito dopo nello scantinato della casa di Becky viene scoperto un duplicato della donna. Quando Kaufman arriva, il corpo con le sembianze di Becky è scomparso misteriosamente. Lo psichiatra è convinto che a causare tutto ciò siano allucinazioni prodotte dall'isteria epidemica. Tuttavia, la notte seguente Miles Bennell, Becky, Jack e sua moglie Teddy scoprono che i propri duplicati emergono da mostruosi baccelli nella serra dello stesso dottor Bennell. Giungono così alla conclusione che l'intera cittadinanza sta per subire un processo di sostituzione, in cui ogni persona viene rimpiazzata da una sua esatta copia fisica durante il sonno. Jack e Teddy Belicec si allontanano in auto in cerca di aiuto nella città vicina, mentre il dottor Bennell e Becky Driscoll tentano invano di allertare i federali. La dura realtà delle cose non tarderà a palesarsi. Le copie delle persone sono alieni che in qualche modo dissolvono e fagocitano le loro vittime. Sono completamente privi di empatia e sono mossi da un solo scopo: sostituire l'intera popolazione del pianeta! Dopo mille peripezie, soltanto Miles Bennell riesce a salvarsi, mentre la sua donna cade vittima degli extraterrestri, divenendo a sua volta un duplicato senz'anima. Così finisce il racconto. Il dottor Hill considera pura follia la storia raccontata dal collega, finché viene a sapere che un camion carico di baccelli gianteschi ha subìto un incidente, rovesciando i vegetali aberranti sull'autostrada. A questo punto lo psichiatra allerta l'FBI e l'esercito, che riescono a riportare l'ordine. 


Recensione:

Il film è stato tratto dal romanzo di Jack Finney The Body Snatchers, pubblicato nel 1954. Direi che si tratta di un adattamento cinematografico eseguito con estrema prontezza, a soli due anni dall'uscita del libro. Prodotto con scarsi mezzi (416.911 dollari), all'inizio fu quasi ignorato dal pubblico e dalla critica, divenendo un cult soltanto in seguito. Il produttore, l'ashkenazita Walter Wanger, nato Walter Feuchtwanger, aveva goduto di grande fama dagli anni '20 ai '40, arrivando persino a finanziare alcuni film di Alfred Hitchcock. Tuttavia in seguito era caduto in disgrazia: avendo sorpreso la moglie in pose equivoche, aveva aggredito l'amante di lei, piantandogli una pallottola nei testicoli e scontando otto mesi di carcere. Per fortuna è riuscito a riprendersi dalla disgrazia e a finanziare questo capolavoro, che è stato capace di mantenere la sua orrifica potenza fino ai nostri giorni, sfidando il trascorrere degli anni. L'unico difetto che riesco a trovare è il poco spazio lasciato al fato delle vittime degli alieni, che si limitano a dileguarsi nel nulla alla comparsa dei loro ultracorpi, in pratica lasciando tutto all'immaginazione. Credo che sia perché all'epoca vigevano codici molto severi su ciò che poteva essere o meno mostrato al pubblico.


Film e romanzo: finali incompatibili

Rispetto al film di Don Siegel, il romanzo di Finney era decisamente più ottimistico. Gli alieni restavano stupiti dalla determinazione con cui il dottor Bennell e la sua amata si opponevano all'invasione, così i baccelli finivano con l'abbandonare la Terra, prendendo la via delle profondità cosmiche alla ricerca di altri mondi da infettare. Per quanto riguarda i duplicati rimasti, era specificato che il loro ciclo vitale era di soli cinque anni: non essendo in grado di riprodursi senza i baccelli, potevano essere facilmente identificati e annientati. Non solo Becky non moriva, ma anche i coniugi Belicec restavano incolumi. In pratica finiva a tarallucci e vino. Siccome mi sono imbattuto in un navigatore che riteneva il finale del romanzo più pessimistico di quello del film, mi prendo la briga di smentirlo riportando un brano significativo, in cui viene sancita la sconfitta degli invasori alieni:

«Una cosa era chara: i baccelli lasciavano un pianeta che si era dimostrato ostile e nocivo. Questo lo seppi subito e un'onda di grandissima esultanza, così forte che mi lasciò tremante, mi attraversò tutto, perché sapevo che Becky e io avevamo recitato una parte importante nel provocare il fenomeno che si svolgeva sotto i nostri occhi. Non eravamo, non potevamo essere stati i soli a combattere disperatamente contro la minaccia di distruzione totale che incombeva non solo su Santa Mira e la California, ma su tutta l'umanità. C'erano stati altri che, individualmente o in piccoli gruppi, avevano fatto quello che avevano potuto, che avevano lottato o che avevano semplicemente rifiutato di arrendersi. Parecchi erano stati sconfitti, ma tutti quelli che non erano stati presi si erano battuti decisamente, implacabilmente, e mi tornò alla mente il brano di un discorso fatto in tempo di guerra: "Li combatteremo nei campi e nelle strade, li combatteremo sui monti, non ci arrenderemo mai". E questo incitamento valido per un popolo valeva per tutta la razza umana.
E capii che nulla, in questo sterminato universo, avrebbe potuto mai sconfiggerci.»

Sembra un inno di apoteosi dell'umanità! In netto contrasto con la visione di Finney, in origine il finale del film doveva essere tragico: la narrazione si sarebbe conclusa con il dottor Bennell urlante mentre vedeva un camion carico di baccelli passargli accanto. Puntando il dito contro gli spettatori, il protagonista doveva urlare "You're next", un meme che in ogni caso avrebbe conosciuto una certa fortuna in seguito. Temendo il pessimismo come la peste, la compagnia di produzione impose a Siegel e a Mainwaring la macchinosa costruzione del racconto in forma di flashback e del ricovero del protagonista in psichiatria. Naturalmente avrei preferito un finale privo di scampo per il genere umano. 


Ultracorpi e politica

Più volte è stata avanzata l'ipotesi che la pellicola di Don Siegel debba essere interpretata in chiave politica come un'allegoria anticomunista. Non bisogna mai dimenticarsi del plumbeo clima dell'epoca in cui L'invasione degli anticorpi vide la luce: si era da poco conclusa la carriera del senatore Joseph McCarthy, che aveva scatenato la famosa caccia alle streghe contro i comunisti, veri o presunti che fossero. Solo pochi anni prima aveva destato grande scalpore e isteria il caso dei coniugi Julius ed Ethel Rosenberg, condannati alla sedia elettrica con l'accusa di spionaggio sovietico. La caratteristica saliente degli ultracorpi era senz'altro la loro totale assenza di sentimenti umani e di individualità, cosa che li faceva rassomigliare in modo sorprendente ai sovietici stereotipati che infestavano l'immaginario collettivo americano. In realtà questa interpretazione, a prima vista ragionevole, è stata negata più volte e in modo reciso dal regista, oltre che da numerose altre persone coinvolte. Raccolgo a questo proposito un paio di testimonianze significative.

Questo è l'intervento di Walter Mirisch: "La gente cominciò a leggere nei film significati che non sono mai stati voluti. L'invasione degli ultracorpi è un esempio. Ricordo di aver letto un articolo su un giornale, in cui si sosteneva che il film era concepito come un'allegoria sull'infiltrazione comunista dell'America. Dalla mia conoscenza personale, né Walter Wanger né Don Siegel, che lo diresse, né Dan Mainwaring, che scrisse la sceneggiatura, né l'autore Jack Finney, né io stesso lo vedemmo come altro che un puro e semplice thriller." 

Lo stesso Don Siegel affermò: "Ho avuto il sentore che questa fosse una storia molto importante. Penso che il mondo sia popolato da baccelli e io voglio mostrarli. Penso che così tante persone non abbiano sentimenti sulle cose culturali, né sentimenti di pena, di dolore […] Il riferimento politico al senatore McCarthy e al totalitarismo sembrava ineludibile, ma io ho tentato di non enfatizzarlo perché sento che i film servano innanzitutto a intrattenere e io non voglio predicare."

J.P. Telotte scrisse che Siegel volle che i baccelli fossero seducenti; il loro portavoce, uno psichiatra, è stato scelto per fornire una voce autorevole che avrebbe fatto appello al desiderio di "abdicare dalla responsabilità umana in un mondo moderno sempre più complesso e confuso".

Mi lascia un po' perplesso il fatto che Mirisch parlasse con tanta sicurezza a nome di Jack Finney. Infatti lo scrittore in altre occasioni ha dato prova di essere capace di complicati ragionamenti fantapolitici. Nel romanzo Time and again (Indietro nel tempo, 1970), pubblicato quindici anni dopo The Body Snatchers, descrive un complotto dell'esercito americano, che vorrebbe cambiare gli eventi del 1890 per far sì che Cuba divenisse un possedimento degli USA, evitando così l'esistenza stessa del regime di Fidel Castro. Non posso usare come prova della malafede di Mirisch questo dettaglio, data la cronologia, tuttavia è molto probabile che Finney avesse una mente facile alla paranoia e che la fobia verso le spie rosse non gli fosse estranea già negli anni del maccartismo.

Una curiosa espressione gergale

Deve essere ricercata ne L'Invasione degli ultracorpi l'etimologia della locuzione pod people, alla lettera "gente del baccello", sorta in America nel tardo XX secolo per designare persone prive di emozioni. Si tratta di un pacchetto memetico interessante, il cui corredo concettuale è costituito da un'istruzione debolissima: ogni persona apatica sarebbe in realtà un alieno infiltrato tra gli umani. Nel Web si trovano alcune descrizioni più dettagliate, in cui non è sempre facile distinguere tra goliardia e creduloneria complottista volutamente inoculata. Oltre a pod people, si trova anche la forma pod person, che ha una sua diffusione nel gergo urbano, indicando semplicemente un impostore. Riporto alcuni utili link: 


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