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lunedì 15 novembre 2021

 
PROMETHEUS 
 
Titolo originale: Prometheus
Paese di produzione: Regno Unito, Stati Uniti d'America
Lingua originale: Inglese
Anno: 2012
Durata: 124 min
Rapporto: 2,40:1 (cinematic view)
Genere: Fantascienza, orrore
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Jon Spaihts, Damon Lindelof
Produttore: Ridley Scott, Tony Scott, David Giler, Walter
     Hill
Produttore esecutivo: Michael Costigan, Michael Ellenberg,
     Damon Lindelof, Mark Huffam
Casa di produzione: Brandywine Productions, Dune
    Entertainment, Scott Free Productions
Distribuzione in italiano: 20th Century Fox
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Pietro Scalia
Effetti speciali: Richard Stammers, Charley Henley,
    Trevor Wood, Paul Butterworth
Musiche: Marc Streitenfeld
Musiche aggiuntive: Harry Gregson-Williams
Scenografia: Arthur Max
Costumi: Janty Yates
Interpreti e personaggi:
    Noomi Rapace: Elizabeth Shaw
    Michael Fassbender: David 8
    Charlize Theron: Meredith Vickers
    Idris Elba: Capitano Janek
    Guy Pearce: Peter Weyland
    Logan Marshall-Green: Charlie Holloway
    Sean Harris: Fifield
    Rafe Spall: Millburn
    Emun Elliott: Chance
    Benedict Wong: Ravel
    Patrick Wilson: Padre di Elizabeth Shaw 
    Giannina Facio: Madre di Elizabeth Shaw 
    Lucy Hutchinson: Elizabeth Shaw bambina
    Kate Dickie: Ford 
    Branwell Donaghey: Mercenario 
    Vladimir "Furdo" Furdik: Mercenario 
    C.C. Smiff: Mercenario 
    Shane Steyn: Mercenario 
    Daniel James: Ingegnere sacrificale
    John Lebar: Ingegnere "fantasma"
    Ian Whyte: Ingegnere sopravvissuto 
    Dr. Anil Biltoo:  Insegnante di linguistica 
    Louisa Staples: Violinista del messaggio di saluto 
    James Embree: Meccanico 
    Florian Robin: Meccanico 
    Matthew Burgess: Meccanico 
    Eugene O'Hare: Meccanico 
    Richard Thomson: Assistente archeologo 
    Philip McGinley: Assistente archeologo 
    Jenny Rainsford: Assistente archeologa 
    Rhona Croker: Assistente archeologa 
    James Currie: Ospite di Weyland 
    Harry Fowler: William Potter (filmato d'archivio)
    Ian McNaughton: Hartley (filmato d'archivio) 
    Peter O'Toole: Lawrence (filmato d'archivio) 
    Phil Martin: Ingegnere elefantino 
    Arnold Montey: Ingegnere elefantino 
    Matt Rock: Ingegnere anziano
Doppiatori italiani:
    Domitilla D'Amico: Elizabeth Shaw
    Francesco Prando: David 8
    Roberta Pellini: Meredith Vickers
    Roberto Draghetti: Capitano Janek
    Claudio Sorrentino: Peter Weyland
    Alessandro Budroni: Charlie Holloway
    Luciano Roffi: Fifield
    Luigi Ferraro: Millburn
    Vittorio Guerrieri: Chance
    Mino Caprio: Ravel
    Roberta Greganti: Ford
    Nicola Braile: Padre di Elizabeth Shaw 
Budget: 120 - 130 milioni di dollari US 
Box office: 403,4 milioni di dollari US

Trama: 
 
Prologo.   
Nelle sequenze iniziali si vede un colossale umanoide alieno completamente glabro, arrivato su un pianeta selvaggio con un disco volante. Il pianeta sembra la Terra. Ecco che il gigante pelato si mette vicino a una cascata imponente e ingurgita un fluido nero animato contenuto in un vasetto simile a quelli degli yogurt. A causa di questa ingestione cade quasi all'istante in uno stato di autolisi, finendo nella cascata e disgregandosi completamente in una pappina genetica. Questa è l'interpretazione più comune: egli è l'Ingegnere Sacrificale, che si è immolato per far esistere la specie umana. 
 
Atto I.  
Anno del Signore 2089. Nell'isola di Skye, in Scozia opera una coppia di archeologi, Elizabeth Shaw e Charlie Holloway. I due scoprono una grotta sulla cui volta è dipinta quella che senza dubbio è una mappa stellare. Subito comprendono che quella stessa configurazione astrale era nota a molte antiche civiltà prive di reciproci contatti. La loro idea è chiara, netta, di apparenza infinitamente più razionale della sicumera del CICAP: sanno per certo che la specie umana è stata creata da alieni denominati "Ingegneri", per qualche ragione sconosciuta quanto sinistra. Sono convinti che tutte queste vestigia archeo-astronomiche siano un invito esplicito da parte degli Ingegneri a raggiungerli per avere la rivelazione del senso ultimo dell'esistenza. Il plutocrate Peter Weyland, presidente della Weyland Corporation, decide di finanziare una spedizione interstellare per fare visita agli Ingegneri. Avvia così la costruzione della nave Prometheus, la cui meta è il solo pianeta in tutto l'Universo che corrisponde alla configurazione ritrovata nella grotta di Skye. Questo corpo celeste è conosciuto come LV-223 ed è un satellite del gigante gassoso denominato Calpamos. Il comando della missione, di cui fanno parte sia Shaw che Holloway, è affidato alla bionda Meredith Vickers. Il capitano della nave è il mandingo Janek; dell'equipaggio fa parte l'androide David, che funge da maggiordono e da manutentore. 

Atto II. 
Anno del Signore 2093. La Prometheus giunge a destinazione e finalmente atterra su una superficie brulla, sterile e montuosa vicino a un'immensa struttura artificiale. La squadra parte per esplorare quei luoghi impervi. All'interno della struttura trovano cilindri di pietra liscia, la colossale statua megalitica di una testa umanoide e il cadavere decapitato di un grande alieno, ritenuto uno degli Ingegneri. Shaw recupera la testa. L'equipaggio trova altri corpi della stessa specie, che a questo punto si può supporre non essere estinta. Due polli scemi, Millburn e Fifield, si sentono a disagio a causa delle scoperte lovecraftiane e tentano di ritornare all'aperto, ma si perdono in un labirinto di passaggi. Nel frattempo gli altri sono costretti a interrompere la spedizione per rientrare sulla Prometheus, a causa di un'incombente e spaventosa tempesta. David porta con sé di nascosto un cilindro che ha pensato bene di trafugare. Dai cilindri rimasti inizia a tracimare un liquido scuro ed oleoso. Nel laboratorio della nave viene condotto un insano esperimento di rianimazione della testa dell'Ingegnere, che si decompone e scoppia. Sequenziando il DNA dell'Ingegnere, si scopre che corrisponde a quello degli esseri umani: è perfettamente compatibile. David indaga sul cilindro e sul liquido all'interno. Capisce subito di cosa si tratta. Contamina intenzionalmente un bicchiere di vodka soda con il materiale alieno, quindi lo offre all'ignaro Holloway. L'uomo aveva dichiarato che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di avere delle risposte ai suoi interrogativi. Poco dopo, Shaw e Holloway fanno sesso. Nulla di originale, beninteso, la solita posizione del frate senza denudarsi: ancor oggi permangono residui del codice Hays che rendono difficile per un regista mostrare un coito more ferarum o una fellatio. Mentre queste cose avvengono, all'interno della struttura aliena una creatura simile a un serpente con la testa di un pesce martello aggredisce Millburn, lo uccide e spruzza un fluido corrosivo che scioglie l'elmo di Fifield. Fifield cade a faccia in giù in una pozza di liquame scuro come il percolato cadaverico. Quando l'equipaggio ritorna sul luogo per cercare i due uomini dispersi, trova il cadavere di Millburn. Nel frattempo David scopre una sala di controllo contenente un ingegnere sopravvissuto in stasi e una mappa stellare olografica che evidenzia la Terra. Holloway si ammala rapidamente. Il suo corpo si corrompe. L'uomo viene riportato d'urgenza sulla Prometheus, ma il direttore della missione, Meredith Vickers, si rifiuta di lasciarlo salire a bordo e lo brucia vivo con un lanciafiamme. Subito dopo, una scansione medica rivela che Shaw, nonostante fosse precedentemente sterile, è ora in stato di gravidanza avanzata. Temendo il peggio, usa un tavolo operatorio automatizzato e riesce ad estrarre dal suo addome una creatura simile a un calamaro. Dopo essersi operata, Shaw scopre che Peter Weyland era in stasi a bordo della Prometheus. Il vecchio plutocrate spiega che vuole chiedere agli Ingegneri come non morire di decrepitezza. La Vickers lo chiama "Padre". Un Fifield mostruoso e mutato ritorna sulla Prometheus e uccide diverse persone prima di essere a sua volta eliminato. Il Capitano Janek ipotizza che la struttura fosse una base militare di un Ingegnere che aveva perso il controllo di un'arma biologica particolarmente virulenta, il liquido oscuro. Le sue conclusioni sono acute: LV-223 è un pianeta artificiale, creato appositamente per produrre armi biologiche; quella merda non deve arrivare sulla Terra.
 
Atto III 
Weyland e la squadra tornano alla struttura, che ospita anche una navicella spaziale. Sono accompagnati da Shaw. David sveglia l'Ingegnere dalla stasi e gli parla in proto-indoeuropeo per cercare di spiegargli cosa vuole Weyland. L'Ingegnere furioso risponde decapitando David e uccidendo Weyland con la sua squadra, prima di riattivare la navicella. Shaw fugge e avverte Janek che l'Ingegnere sta progettando di rilasciare il liquido sulla Terra. Janek e il resto dell'equipaggio si sacrificano lanciando la Prometheus contro il velivolo alieno e speronandolo, espellendo la scialuppa di salvataggio nel processo. L'astronave sinistrata dell'Ingegnere si schianta al suolo, stritolando a morte la Vickers. Shaw va alla scialuppa di salvataggio, scoprendo che la sua prole aliena tentacolata, trattenuta dal tavolo operatorio, è viva ed è cresciuta fino a raggiungere dimensioni gigantesche. L'Ingegnere forza l'apertura della camera di equilibrio della scialuppa di salvataggio e attacca Shaw, che libera su di lui l'essere simile a un calamaro. Il mostro spinge un ovopositore nella gola dell'Ingegnere, iniettandovi il Seme Nero. Shaw recupera i resti di David, la cui testa è ancora funzionante. Con il suo aiuto, riesce a lanciare un'altra navicella spaziale. Ha intenzione di raggiungere il pianeta natale degli Ingegneri nel tentativo di capire perché volevano distruggere l'umanità. Intanto, nella scialuppa di salvataggio lasciata sul pianeta, una creatura aliena esplode dal petto dell'Ingegnere. È il Diacono!  

Citazioni: 

"Tutte le grandi cose hanno piccoli inizi."
(David)

 
Recensione: 
Sono dell'idea che questo sia un ottimo film. Purtroppo la mia opinione è nettamente minoritaria. Reazioni di mortale delusione si sono manifestate ben presto nel Web. I fantascientisti classici, che erano fan della saga di Alien, hanno visto sfidate le loro convinzioni più profonde e sono insorti, pieni di bile. Secondo questi fanatici, lo xenomorfo sarebbe un puro e semplice prodotto naturale dell'Evoluzione su un pianeta molto diverso dalla Terra. Si sono sentiti urtati apprendendo che lo xenomorfo altro non è che una sofisticata arma biologica fabbricata in laboratorio per mezzo dell'ingegneria genetica. Anche l'idea che gli Ingegneri siano i Creatori del genere umano è stata ritenuta offensiva. Tipico. Questi fan sono meccanici classici e non hanno sopportato simili sfregi ai dogmi pierangelisti del CICAP! Non mi stancherò mai di ripetere questo principio fondante: il fantascientista abituato ad aprire una porta con due borchie, se si trova davanti una porta con tre borchie non la apre. Ma anche la porta con due borchie a un certo punto dovette essere una novità. Ci sono stati tempi in cui c'erano quasi soltanto porte con una borchia sola, anche se nessuno sembra più ricordarsene. E prima ancora c'erano porte senza borchie, senza alcun dubbio! Lo stesso Alien (1979) ai suoi tempi fu un'innovazione notevole, ma il pubblico aveva ancora un po' di capacità di meravigliarsi. Poi c'è stato un forte irrigidimento. Ormai va in questo modo: se anche un'idea rivoluzionaria e mai vista prima fosse presentata, non riscuoterebbe successo e finirebbe denigrata. Piace invece ciò che è ripetitivo. Gran parte del pubblico pretende che la Settima Arte riproponga in modo pappagallesco cose già viste un milione di volte, vecchie come il cucù. Questi fatti dimostrano quanto avanzato e profondo sia il processo di autolisi del genere umano, le cui facoltà creatrici sono ormai sclerotizzate e prossime a sprofondare nell'Ade. Alla luce di quanto esposto, penso quindi che Ridley Scott potrebbe evitare di realizzare capolavori, visto che è come dare perle ai porci. Magari sarebbe per lui conveniente tentare un'altra carriera, come quella del regista di film pornografici grotteschi, solo per fare un esempio. 
 
Hybris
 
Ridley Scott ha intitolato il film Prometheus perché riteneva che il nome si adattasse perfettamente alla trama. Questo ebbe a dire: "È la storia della Creazione, degli Dei e dell'uomo che si oppose a loro". Nella mitologia greca, il Titano Prometeo era un servitore immortale degli Dei, che rubò e diede al genere umano il dono del fuoco divino. Questo beneficio incommensurabile cambiò l'umanità per sempre - nel bene e nel male. In altre parole, Prometeo ha reso l'Uomo pericoloso per gli Dei. 
 

Janek festeggia il Natale 

L'equipaggio è appena uscito dalla criostasi e deve ancora orientarsi. Il Capitano Janek ne approfitta subito per celebrare un rituale anacronistico: ha davanti a sé un albero di Natale, chiaramente fatto di plastica, di cui predispone l'illuminazione. Arriva l'odiosa Vickers e lo assalta: "Cosa cavolo sta facendo?" L'uomo non si scompone e risponde: "Festeggio il Natale. Le Feste danno il senso del tempo che passa". Beve un sorso di birra verdognola. La donna, astiosa e acida come uno yogurt avariato, replica: "La riunione sta per cominciare, Capitano. È meglio che inizi a scendere". Il Capitano ribatte: "Dopo un'abbondante colazione." È un eroe cha lotta con fermezza contro gli abominevoli diktat della società della performance. Ha il coraggio di dire NO alla riunionite acuta, al culto della programmazione, agli obiettivi e a tutti i numerosi artifici studiati da Mefistofele per rendere insopportabile la condizione umana! Senza dubbio l'afroamericano Janek è un Identitario, proprio come Marine Le Pen, cosa di cui è fiero.

 
La religione della dottoressa Shaw 
 
È a parer mio sbagliato affermare che la dottoressa Shaw sia l'unica persona religiosa a bordo della Prometheus, o addirittura l'unica persona cristiana. Nonostante porti al collo una croce, l'archeologa il Natale non lo ha festeggiato. Uscita dalla capsula criogenica, si è messa a vomitare copiosamente sul pavimento. L'unico a ricordarsi del Natale è stato Janek. Sicuramente Shaw è cristiana per tradizione familiare. I suoi genitori dovevano essere cristiani, essendo operatori umanitari, medici senza frontiere o missionari impegnati in Africa. Com'era già ai tempi di Diocleziano, i figli di famiglie cristiane tradizionali in molti casi non hanno una fede molto ardente. Il sistema di credenze religiose personali della dottoressa Shaw può essere definito "teismo debole" e paragonato a quello della dottoressa Dana Scully di X Files. Se crede in un potere superiore, a livello emotivo e inconscio, al contempo rifiuta di confermare o negare l'esistenza del Dio cristiano, a causa dell'influenza dei suoi studi scientifici. Un gran numero di spettatori ha ritenuto che la croce portata in modo ben visibile da un personaggio in un film, debba essere una sorta di stenografia per definire le sue credenze religiose. Questo è non è sempre vero. Faccio solo un esempio. Sappiamo che Ilona Staller, in arte Cicciolina, si è sempre definita cristiana e cattolica. Indossava la croce nei film che interpretava, proprio come la dottoressa Shaw, eppure queste pellicole erano pornografiche, non certo in linea con la morale sessuale della Chiesa Romana. Charles Darwin credeva nel Cristianesimo e cercava di spiegare i misteri di Dio attraverso la comprensione della Scienza; allo stesso modo Elizabeth Shaw cerca di conciliare queste filosofie contraddittorie, suggerendo che la creazione del genere umano da parte degli Ingegneri sia una descrizione accurata, mentre la sua convinzione più intima sarebbe ancora quella dell'Universo creato da Dio. Ora della fine, per lei poco conta chi sia stato a creare. Non le interessa tanto sapere "chi", quanto sapere "perché". Nelle scene estese e alternative nelle versioni Blu-Ray e digitale del film, Holloway in stato di ubriachezza furiosa affronta la compagna nel suo alloggio, rinfacciandole la sua ossessione di considerare gli Ingegneri come un sostituto per ottenere risposte da Dio. Cerca di dare una serie di spiegazioni del comportamento della donna, come la ricerca del significato della vita e del perdono per i suoi peccati, oltre alla necessità di esprimere la sua rabbia nei confronti di Dio per averle portato via i genitori in giovane età. Aggiungerei anche la scomoda faccenda della sterilità. Una situazione complessa, caotica.

Secoli di darwinismo al macero!  

Memorabile è la presentazione tenuta all'equipaggio della nave Prometheus dalla coppia di archeologi. Holloway inizia a presentare: "Questi sono reperti archeologici rinvenuti sul pianeta Terra. Quello è egiziano, maya, sumero, babilonese. Quello lì in fondo è hawaiiano e quello è mesopotamico" (ma sia i Sumeri che i Babilonesi erano mesopotamici, Scheisse!). Poi aggiunge: "E questra invece è la nostra scoperta più recente: una pittura rupestre di 35.000 anni fa ritrovata sull'Isola di Skye, in Scozia. Parliamo di civiltà molto antiche, rimaste isolate per secoli, che non hanno avuto alcun contatto l'una con l'altra" (Sumeri e Babilonesi tra loro isolati?!). Prosegue così: "E tuttavia, presso i loro insediamenti è stato rinvenuto lo stesso disegno, e cioè degli uomini che pregano degli esseri enormi che indicano una costellazione. E l'unico sistema galattico che corrisponde era così lontano dalla Terra che queste antiche civiltà primitive non avrebbero mai potuto sapere della sua esistenza" (sistema galattico?!). E ancora: "Ma il caso vuole che quel sistema abbia un sole, molto simile al nostro, e in base ai nostri scanner a lungo raggio sembrava che ci fosse un pianeta. Un pianeta con una luna in grado di sostenere la vita. Siamo su quel pianeta da stamattina." Fifield, un caledone rossiccio e tatuato, reagisce: "Stai dicendo che siamo qui per una mappa che voi due avete trovato in una grotta, dico bene?" L'archeologa esclama: "No! Non è una mappa. È un invito!" Il caledone domanda, in tono di scherno: "Da parte di chi?" Così risponde la donna: "Noi li chiamiamo Ingegneri". Il caledone non demorde: "Cavolo! E ci dite allora che cosa avrebbero progettato questi Ingegneri?". La dottoressa Shaw rivela: "Hanno progettato noi." Il suo detrattore commenta: "Che stronzata!" Interviene Millburn, un biologo irritante, replica alle dichiarazioni eterodosse quanto coraggiose della studiosa: "Va bene, ma avrete delle prove per dimostrarlo! Cioè, insomma, se siete pronti a ritrattare tre secoli di darwinismo, significa che... WOW! Come fate a saperlo?" Mentre lancia la sua sfida, si scaccola il naso. Purtroppo la dottoressa Shaw non riesce a reggere il confronto e si smerda addosso. In tono ieratico, replica: "Io non lo so, infatti. Ma è quello che voglio credere!" Un classico autogoal, provocato dall'emotività (ripete le stesse parole che suo padre le aveva rivolto da bambina, quando cercava di farle metabolizzare l'idea della morte). Sarebbe stato meglio se avesse detto: "Kazzoffiga! Kazzommerda!" Avrebbe difeso meglio la propria posizione, facendo più effetto sul biologo bullo! 
 
Una conversazione sulla morte
 
Ecco il dialogo tra Elizabeth Shaw bambina e il padre: 
 
Elizabeth Shaw: "Che è successo a quel signore?"
Padre di Elizabeth Shaw: "È morto."
Elizabeth Shaw: "Perché non vai ad aiutarlo?"
Padre di Elizabeth Shaw: "Non gli serve il mio aiuto. Il loro Dio è diverso dal nostro."
Elizabeth Shaw: "Perché è morto?"
Padre di Elizabeth Shaw: "Tutti muoiono prima o poi."
Elizabeth Shaw: "Come la mamma?"
Padre di Elizabeth Shaw: "Come la mamma."
Elizabeth Shaw: "E poi dove vanno?"
Padre di Elizabeth Shaw: "Ognuno lo chiama a modo suo: Cielo, Paradiso... Ma comunque lo chiami, è un posto bellissimo."
Elizabeth Shaw: "Come fai a sapere che è bellissimo?"
Padre di Elizabeth Shaw: "Perché è quello che voglio credere... E tu a cosa vuoi credere?"  

La dura realtà 

Certo, è un posto bellissimo! 

Millburn: "Sono reali!"
Fifield: "Certo che sono reali!"
Millburn: "Porca miseria, Fifield, guarda quanti sono! Una montagna di cadaveri!"
Fifield: "Forse stavano scappando da qualcosa!"
Millburn: "Già. Non toccare, capito!"
Fifield: "No."
Millburn: "Questo corpo si è... aperto dall'interno! Sembra quasi che sia esploso."
Fifield: "Questa è la scena di un olocausto, di un genocidio di massa!"
 
Una conversazione sulla creazione 
 
David: "Secondo lei perché voi avete creato me?"
Holloway: "Perché ne siamo stati capaci."
David: "Pensi a che enorme delusione proverebbe se il suo creatore le rispondesse così."
 
 
Umani e xenomorfi:
creature artificiali!


Il discorso dell'origine artificiale, ingegneristica, non vale soltanto per Homo sapiens. Vale a maggior ragione anche per gli xenomorfi, che sono parassitoidi di Homo sapiens, tra le altre cose. Già nel lontano 1979, quando uscì Alien, il pubblico avrebbe dovuto capire che una forma vivente come lo xenomorfo non potrebbe mai svilupparsi da un processo evolutivo naturale, descrivibile per mezzo della teoria enunciata da Charles Darwin. Un sistema di riproduzione così sofisticato si troverebbe a dipendere in modo determinante da un evento rarissimo, che la Natura non può mettere in conto: l'arrivo di equipaggi idonei da altri pianeti. Nessuna specie che si affidasse a un espediente così erratico avrebbe molto successo - per usare un eufemismo. Le probabilità di riproduzione sarebbero microscopiche, infinitesimali, in pratica quasi NULLE. Il problema è che esiste uno zoccolo duro di fantascientisti convinti che l'ortodossia del mondo accademico debba essere legge anche nelle opere letterarie e cinematografiche. Poi non riescono nemmeno a comprendere le conseguenze delle proprie premesse, come in questo specifico caso. Quando David ritrova il flaconi lasciati dagli Ingegneri, con il fluido nero percolante, capisce al volo ogni cosa. In quel liquido sono contenute tutte le istruzioni genetiche, progettate in laboratorio, per produrre l'infezione. È il Seme Nero dell'Abisso, ciò che porta all'Annientamento dell'Essere. In David arde già un messianismo anti-umano che lo porterà ad essere un Demiurgo della xenogenesi. Il suo intento appare chiaro già fin dall'inzio: egli vuole plasmare nuovi viventi da quel sorprendente universo di nuove possibilità. Proprio lui è il vero religioso presente sulla nave Prometheus: porta con sé il Culto dei Grandi Antichi e degli Dei Esterni! 

La primitiva strategia della reiterazione 

Se gli Ingegneri hanno creato il genere umano, chi ha creato gli Ingegneri? A un certo punto la dottoressa Shaw si pone questa fatidica domanda. Quale risposta si può dare partendo da questi presupposti? Un'altra e più potente specie di alieni? E questi altri alieni, dovrebbero risalire a un'altra specie ancora? Allo stesso modo, nel corso dei secoli molti si sono chiesti chi abbia creato Dio. Teologi furibondi hanno potuto opporre a questo interrogativo soltanto cavilli e "verità di fede" imposte. Sopprimere una domanda non è una risposta. In realtà andando avanti di questo passo non si arriva da nessuna parte. La questione è troppo grande per i cervelli umani. Non solvitur. Non disponiamo di informazioni sufficienti. Quindi si dovrebbero applicare i sistemi di Alessandro il Macedone, che recise un nodo con un colpo di spada. 
Domanda: "Chi ha creato gli Ingegneri?" 
Risposta: "Cazzi loro!"

 
Annunaki, Nephilim 

Gli Ingegneri sono facilmente identificabili con quegli esseri giganteschi chiamati Annunaki nei testi dei Sumeri e Nephilim nell'Antico Testamento. Quando il film fu fatto, le idee dello scrittore azero naturalizzato statunitense Zecharia Sitchin godevano di vasta popolarità. Questo autore era ossessionato con la pseudo-archeologia e con gli Antichi Astronauti, che considerava i Creatori della specie umana. Nei suoi testi si parla diffusamente del luogo di origine degli Annunaki, il pianeta Nibiru. Considerate pseudoscientifiche e pseudostoriche dal mondo accademico, che le attacca con vigore, le teorie sitchiniane sono riconoscibili come fonte primaria di ispirazione di Ridley Scott assieme agli scritti di un altro autore controverso, Erich von Däniken. Così il cineasta ha dichiarato: "Sia la NASA che il Vaticano concordano sul fatto che è quasi matematicamente impossibile che possiamo essere dove siamo oggi, senza che ci sia un piccolo aiuto lungo il percorso". A dispetto di tutte le polemiche, questa idea fondante conserva un certo fascino come materiale da cui trarre ispirazione per opere fantascientifiche. Non dimentichiamoci che siamo nel campo di ciò che non può essere misurato. Così sarà finché non sorgerà qualcuno a spiegare in modo certo all'Umanità i misteri ultimi delle sue origini. 

 
Gli Ingegneri elefantini 
 
Un'altra ragione dell'odio scatenato dei fan, con relative "tempeste di merda" sui social, è proprio l'aspetto fisico degli Ingegneri. Nel film Alien del 1979, l'equipaggio della Nostromo esplora il relitto di una nave aliena a ferro di cavallo, rinvenuto sul pianeta che poi sarebbe stato etichettato come LV-426. All'interno del relitto, gli esploratori rinvengono i resti mineralizzati (antichissimi, non risalenti a qualche decennio prima), di un umanoide di proporzioni mastodontiche, dotato di un robusto esoscheletro a costole e di una proboscide la cui struttura ricorda una spina dorsale. Questo essere spettrale, soprannominato dai fan Space Jockey, era il pilota dell'astronave e mostrava uno squarcio sul torace: era come esploso dall'interno. Poi, proseguendo nella visione della pellicola, si capiva che la sua morte era stata causata dal feto di uno xenomorfo. Si presupponeva che l'aspetto degli Space Jockey fosse proprio quello: erano proboscidati con esoscheletro, assolutamente diversi dagli esseri umani. Poco più di 30 anni dopo, sono stati sfidati quelli che erano parsi dati di fatto. In Alien: Covenant (2017), Ridley Scott ha mostrato al mondo qualcosa che è rimasto indigesto al pubblico: quell'esoscheletro e quella proboscide bizzarra altro non erano che una tuta biomeccanica, fatta per proteggere esseri ben più simili a noi, in pratica gigantoni glabri. Gli Ingegneri elefantini sono semplicemente Ingegneri in tuta o scafandro. Perché questa trovata non è piaciuta? Perché ha offeso i fan? Semplice: perché li ha fatti passare per allocchi. Così si sono ribellati.  
 

La protolingua degli Ingegneri 
 
Queste sono le dichiarazioni di Anil Biltoo, il linguista incaricato di costruire la lingua per il film, apparse nel thread "Proto-Indo-European in Prometheus?" sul forum Language Log
 
 
"The language of the engineers in Prometheus is not 'pure PIE' (whatever that's supposed to be, given that all reconstructions are hypothetical). A very pertinent comment was posted by NW, on June 8th, addressing the use of PIE by non-linguists. Any dialogue intended to be learned by actors has to be capable of being pronounced, which does not appear to be a quality discernible in reconstructions proposed thus far. If the dialogue in Prometheus appears to contain words that have an immediate resonance with languages known to the viewer, that is all to the good since it is intended (The use of Proto-Afroasiatic would likely have yielded no such result). The emphasis was less on authenticity with respect to what is generally agreed upon vis-a-vis PIE phonology and roots, and more on ease of articulation, sonorousness and the suggestion of a possible connection of 'Engineer' with terrestrial speech." 

Traduzione: 
 
"La lingua degli Ingegneri di Prometheus non è "puro proto-indoeuropeo" (qualunque cosa si suppone sia, dato che tutte le ricostruzioni sono ipotetiche). Un commento molto pertinente è stato pubblicato da NW*, l'8 giugno, riguardo l'uso del proto-indoeuropeo da parte di non linguisti. Qualsiasi dialogo destinato ad essere appreso dagli attori deve poter essere pronunciato, il che non sembra essere una qualità percepibile nelle ricostruzioni proposte finora. Se il dialogo in Prometheus sembra contenere parole che hanno un'immediata risonanza con le lingue conosciute dallo spettatore, va tutto bene poiché è intenzionale (l'uso del proto-afroasiatico probabilmente non avrebbe prodotto tale risultato). L'enfasi era meno sull'autenticità rispetto a ciò che è generalmente concordato nei confronti della fonologia e delle radici del proto-indoeuropeo, e più sulla facilità di articolazione, sonorità e il suggerimento di una possibile connessione di "Ingegnere" con il linguaggio terrestre." 
 
*NW è il nick di un utente del forum.  
 
Lo stesso Anil compare in un cameo nel corso di una sequenza del film di Scott, nell'atto di descrivere a David alcune caratteristiche del proto-indoeuropeo. Mentre parla attraverso il video, l'androide ingurgita un untuoso porridge accompagnandolo con un succo di color verde smeraldo che ha l'aspetto della Coca Buton, il famoso liquore aromatico. Ecco il testo originale del dialogo, che contiene l'inizio della Favola di Schleicher:
 
Anil: 
"Whilst the spirant articulation is attested in the Indo-European descendants as a purely paralinguistic form, it is phonemic in the ancestral form dating back five millennial or more. Now let's attempt Schleicher's Fable. Repeat after me:" 
("Mentre l'articolazione spirante è attestata nei discendenti dell'Indoeuropeo come una forma puramente paralinguistica, è fonemica nella forma ancestrale che risale a cinque millenni o più. Ora tentiamo la Favola di Schleicher. Ripeti dopo di me:")

*hjewıs - sheep ("pecora")
*jasmǝ - on which ("su cui")
*hwælnǝ nahǝst - wool not-was ("lana non c'era")
*akwunsǝz - horses ("cavalli")
*dadrkta - saw ("vide")

David: 
*hjewıs jasmǝ hwælnǝ nahǝst akwunsǝz dadrkta
"- A sheep that had no wool saw horses..."
("Una pecora che non aveva lana vide dei cavalli...")

Anil: 
"Perfect."
("Perfetto.")

Se fosse così facile, con gli Ingegneri ci potrei parlare anch'io! 

La reazione dell'Ingegnere 
 
Ecco le parole che David rivolge all'Ingegnere da lui appena risvegliato dalla criostasi: 
 
/ida hmanəm aɪ kja namṛtuh zdɛ:taha/…/ghʷɪvah-pjorn-ɪttham sas da:tṛ kredah/ 
Traduzione inglese: "This man is here because he does not want to die. He believes you can give him more life."
Traduzione italiana: "Quest'uomo è qui perché non vuole morire. Egli crede che voi possiate dargli più vita."

Le parole di David si dimostrano tremendamente offensive per l'Ingegnere. Non perché la lingua ricostruita fosse erronea o fraintendibile. Si può pensare a due spiegazioni:  
1) Per gli Ingegneri, la vita del singolo individuo vale meno della merda: è inconcepibile che qualcuno possa chiedere di prolungarla o anche soltanto di salvarla. Una simile pretesa va oltre la vigliaccheria e desta i conati di vomito. Per un Ingegnere è spontaneo e naturale sbudellarsi davanti a tutti quando una sua idea viene confutata. L'immolazione, il sacrificio estremo, sono per gli Ingegneri come per noi un saluto di cortesia. Per un essere capace di navigare negli abissi del Cosmo in assoluta solitudine, sepolto in una spettrale astronave, ogni paura umana della Morte è degna del massimo disprezzo.
2) L'Ingegnere si adira perché apprende che gli umani, già maledetti, hanno reiterato la loro hybris prometeica creando una nuova forma di intelligenza, gli androidi come David. Per questo motivo decapita David, usando la sua testa recisa come un'arma per colpire Weyland. 

 
Un dialogo rimosso  
 
In origine era stato pensato che l'Ingegnere rispondesse a David in proto-indoeuropeo. Non solo: la scena è stata girata realmente in questo modo. Soltanto in seguito hanno optato per la rimozione delle parole pronunciate dall'Ingegnere. Il dialogo perduto è reperibile nel Web, si trova in un video della durata di 1 minuto primo e 31 secondi. La sequenza è come quella che tutti conosciamo: David funge da interprete e la dottoressa Shaw chiede all'Ingegnere la ragione dell'odio che la sua specie nutre nei confronti del genere umano. Tuttavia, l'Ingegnere risponde, prima di scatenarsi contro gli intrusi. Il video, intitolato "The full conversation in Proto-Indo-European between David and the Engineer", è stato caricato su YouTube nel 2015 dall'utente Muhammad al-Khwarizmi. Questo è il link: 
 
 
Qualche spiegazione in più è fornita in questo altro video, in cui le dichiarazioni dell'Ingegnere sono collegate alle Scritture, in particolar modo a Genesi e alla nascita di Cristo. Questo è il link: 
 
 
Stando alla sceneggiatura originale, gli Ingegneri avrebbero collocato gli esseri umani nell'Eden, rimanendo sconvolti nel constatarne la natura violenta. Avrebbero quindi mandato loro Gesù Cristo, per ammansirli e far cessare i conflitti. Ecco il testo: 
 
"Hate? We gave you this emotion. We gave you all emotion We had expected not of your evolution. We took care of you, gave you fire, built yoir structures. We gave you Eden. You woershiped us. We praised our creation from above. We watched you time and time again kill each other, start wars. We came back and saved your souls but we left yoi to make your own fate. But your kind is a barbaric violent species. We tried once more to save you. We took a mothers child back to Paradise and educated him, taught him the meaning of life and creation. We put him back into Eden to educate your kind. But your kind decided to punish him. We gave you the fruits of life and you repay us by leaving it to rot. You talk of me of hate? Prepare for rapture!"
  
Traduzione: 

"Odio? Noi vi abbiamo dato questa emozione. Noi vi abbiamo dato tutte le emozioni che non ci aspettavamo dalla vostra evoluzione. Ci siamo presi cura di voi, vi abbiamo dato il fuoco, abbiamo costruito le vostre strutture. Vi abbiamo dato l'Eden. Ci avete adorato. Abbiamo lodato la nostra creazione dall'alto. Vi abbiamo visto più e più volte uccidervi a vicenda, iniziare guerre. Siamo tornati e abbiamo salvato le vostre anime, ma vi abbiamo lasciato decidere il vostro destino. Ma la vostra stirpe è una specie barbara e violenta. Abbiamo riportato il figlio di una madre in Paradiso e lo abbiamo educato, gli abbiamo insegnato il significato della vita e della creazione. Lo abbiamo riportato nell'Eden per educare la vostra specie. Ma la vostra specie ha deciso di punirlo. Vi abbiamo dato i frutti della vita e voi ci ripagate lasciandoli marcire. Parlate a me di odio? Preparatevi alla Parusia!"
 
Si noti l'uso della parola rapture, da me tradotto con "Parusia" (forse in modo improprio). Questo termine nel gergo dei fondamentelisti Evangelici indica l'improvvisa rimozione dei credenti cristiani dalla Terra prima della Tribolazione o contemporaneamente alla seconda venuta di Gesù Cristo. Tutto ciò è malsano e contraddittorio. Forse che gli Ingegneri sono pacifici? Hanno sempre reagito con furia e hanno concepito un'arma biologica perversa e terrificante per sterminare coloro che hanno creato. Poi, al colmo della loro infinita ipocrisia, pretendono invece che l'essere umano incarni una fantomatica morale. Li reputo esseri di una malvagità assoluta. Qualcosa sfugge. Non si riesce a cogliere ogni aspetto di questa elaborata architettura concettuale. 

Perché l'Ingegnere è stato reso muto? Forse il regista ha voluto dare un'impressione di totale alienità, di incomunicabilità assoluta. Un essere che non parla è eternamente distante, molto più di uno che pronuncia qualche parola, anche se in una lingua sconosciuta. Temo tuttavia che la risposta sia un'altra, ben più deprimente e prosaica: con ogni probabilità l'Ingegnere non parla perché al pubblico non piacciono le cose troppo complicate. Così è accaduta questa cosa disdicevole: il nucleo filosofico del film è stato rimosso e rimpiazzato con qualcosa del tipo "il mostro spaventoso si sveglia e attacca gli astronauti" (johnran6015). Una scelta davvero miope. 


Un singolare approccio
 
A un certo punto, Meredith Vickers provoca il Capitano Janek, un poderoso mandingo con un idrante tra le gambe. La bionda vuole ottenere quell'immenso cazzone, lo vuole dentro. Col suo modo di fare irriverente, riesce infine a raggiungere quanto desidera: ordina all'afroamericano di raggiungerla in cabina. Anche se non si vede nulla, si può star certi che il rapporto sessuale è stato consumato. Le origini di questa sequenza risalgono addirittura alle bozze della sceneggiatura di Alien, che includevano una scena di sesso tra Ripley e Dallas. Lo scopo era quello di mostrare come i membri dell'equipaggio avrebbero fatto sesso occasionale durante i lunghi viaggi spaziali, semplicemente per soddisfare i loro bisogni fisici. Ridley Scott non ha mai filmato la scena, ma l'idea è stata riutilizzata in Prometheus nello scambio di fluidi corporei tra Vickers e Janek.    
 
Etimologia del cognome Fifield 
 
Il cognome Fifield ha una strana storia di distorsioni. Deriva dall'anglosassone, essendo un composto di fīf "cinque" (inglese moderno five) e hīd "unità di terra" (inglese moderno hide). Ci saremmo aspettati *Fifide, pronunciato */'faɪfi:d/. Evidentemente il secondo membro del composto si è alterato per etimologia popolare, essendo percepito come field "campo". Quando mi sono imbattuto in questo cognome, ho pensato che derivasse dal nome del regno pictico di Fife, la cui etimologia, senza dubbio pre-celtica, permane sconosciuta. Sarà mia cura pubblicare un nuovo contributo qualora riuscissi a chiarirla.  
 
Etimologia del cognome Millburn 
 
Il cognome Millburn significa "Ruscello del mulino". La prima parte del composto è mill "mulino". La seconda parte è più problematica. Non c'entra nulla la radice del verbo to burn "bruciare": si tratta di un omofono arcaico, burn "ruscello", la cui etimologia è la stessa del tedesco Brunne "fontana". Famoso è il toponimo Bannockburn che significa "Ruscello del pane" ed è formato con lo stesso elemento -burn. Nel 1314 vi si svolse un'importante battaglia durante la prima guerra d'indipendenza scozzese (1296 - 1328). 
 
Etimologia del cognome Janek 
 
Il cognome Janek è tipicamente slavo: si trova in Polonia, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Deriva tramite il suffisso diminutivo o vezzeggiativo -ek dall'antroponimo Jan "Giovanni", "Gianni". In pratica Janek significa "Giovannino", "Nino". La cosa non deve stupire, dato che molti cognomi derivano dal nome del capostipite della stirpe. Senza dubbio un cognome simile è piuttosto insolito per un afroamericano. Questo ci permette di ricostruire qualcosa sull'ascendenza del Capitano Janek: la madre doveva essere afroamericana, mentre il padre era con ogni probabilità polacco. Non ci sono dubbi: ha preso dal padre la religione cattolica.   
 

Il Diacono 

La creatura sorpannominata Diacono (in inglese Deacon), per via della forma del suo cranio che ricorda una mitra vescovile, è nota anche come Ultramorfo (in inglese Ultramorph) - una chiara abbreviazione di Ultra-xenomorfo. Il termine Ultramorfo mi pare insensato e preferisco Diacono.
Descrivo in sintesi quanto posso affermare con certezza sul Diacono, sulle sue proprietà e sul suo ciclo vitale. 
i) Il patogeno entra nel primo ospite tramite una particella contaminante ingerita. 
ii) Una volta infettato il primo ospite, il patogeno passa nel secondo ospite tramite contagio venereo. 
iii) Il vettore si sviluppa all'interno del secondo ospite. 
iv) Il vettore, una volta cresciuto, erompe e cerca un terzo ospite in cui iniettare il Seme Nero.
v) Non esiste uovo. 
vi) Il Diacono erompe dal terzo ospite, nascendo con un cordone ombelicale.
vii) Il Diacono non ha la coda. 
viii) Il Diacono ha un cranio perforante a forma di cuspide.
ix) Il Diacono ha la doppia mascella: quella interna si estroflette e funziona a scatto. 
x) Il Diacono ha una cute di un intenso color azzurrognolo. 
xi) Questo ciclo non ha alcuna connessione con quello dello xenomorfo classico: si tratta di una specie diversa.  
 
Domanda angosciante: 
Come si chiude il ciclo del Diacono? 
 
Una curiosa interpretazione biblica 
 
La sigla del pianeta su cui si svolge l'azione, LV-223, è stata spiegata così, come una citazione delle Scritture: Levitico 22, 3. Questo passo in qualche misura preconizza il destino dell'equipaggio della Prometheus. Ecco il testo: "Di' loro: 'Qualunque uomo della vostra stirpe che nelle vostre future generazioni, trovandosi in stato di impurità, s'accosterà alle cose sante che i figli d'Israele consacrano all'Eterno, sarà sterminato dal mio cospetto. Io sono l'Eterno.'" Peccato che questo sistema di "decodifica" non si possa applicare tal quale con la sigla del pianeta fratello di LV-223, quello del primo Alien, LV-426, poi chiamato Acheron: non può essere Levitico 42, 6, perché il Levitico ha soltanto 27 capitoli! Si potrebbe quindi pensare a Levitico 4, 26, che dice: "Poi brucerà sull'altare ogni parte grassa, come il grasso del sacrificio di comunione. Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il suo peccato e gli sarà perdonato." Sono istruzioni per compiere l'olocausto, allo scopo di riparare una trasgressione. Interessante. 
 
Un paio di cose le abbiamo potute dedurre: si ha proprio l'impressione che Sir Ridely Scott flirti con ambienti religiosi, settari e complottisti abbastanza estremi. Sempre più interessante. 
 
Curiosità 
 
Il compositore Marc Streitenfeld ha fatto suonare all'orchestra le sue composizioni al contrario, invertendole poi digitalmente per il film finale. Questi trattamenti hanno reso la musica insolita e inquietante: era proprio l'effetto straniante voluto. 
 
Durante la sequenza in cui l'equipaggio ritorna sulla Prometheus con la testa fossilizzata dell'Ingegnere e David porta con sé il Seme Nero, viene mostrata la sommità della struttura a cupola, plasmata in modo da somigliare a un teschio. Si può riconoscere a colpo d'occhio un'opera d'arte realizzata da H.R. Giger per Dune di Alejandro Jodorowsky: il castello del Barone Vladimir Harkonnen su Giedi Prime. 
 
Il film ha attraversato molte bozze di sceneggiatura e molti titoli, a partire dal grossolano Untitled Alien Prequel per poi passare a Alien: Engineers, Alien: Genesis fino ad Alien: Origins. Poiché col tempo l'attenzione si è concentrata così tanto sugli Ingegneri, i parassitoidi hanno iniziato a diventare una semplice nota a piè di pagina. Così sono stati concepiti altri titoli, come Alien: Tomb of the Gods, LV-426 e Paradise. Il titolo finale Prometheus è stato una sorpresa per molti. La nave nel film era originariamente chiamata Magellan (dal nome dell'esploratore portoghese del XVI secolo, che i dementi woke vorrebbero cancellare), ma in seguito fu ribattezzata Prometheus come il film. 

Ridley Scott aveva deciso di non includere l'originale xenomorfo nel film, dichiarando che "i sequel (di Alien) lo hanno spremuto, ha fatto molto bene... e non tornerò mai più lì". Invece, essendo Prometheus un prequel indiretto di Alien, è stato deciso di includere un tipo diverso di creatura. Tuttavia, le critiche dei fan che lamentavano l'assenza dello xenomorfo, hanno fatto cambiare idea al regista, che ha incluso la creatura nel sequel Alien: Covenant.

In un video promozionale incluse nel Blu-Ray, il decrepito Weyland menziona che la luna LV-223 è il "sito di interesse principale" di Elizabeth Shaw - probabilmente perché è l'unica luna in grado di sostenere la vita. Tuttavia, il plutocrate menziona anche che la sua divisione scientifica ha rilevato una debole trasmissione proveniente dalla luna vicina, LV-426, che avverte di un "grande rischio": questo sarebbe ovviamente il "segnale di minaccia" captato dalla Nostromo in Alien. Weyland continua a spiegare che David è stato inserito nella missione Prometheus per "affrontare e sfruttare qualsiasi risorsa che proteggiamo su LV-223". Aggiunge quindi che lo stesso David avrebbe nascosto le informazioni sul segnale da LV-426 all'intero equipaggio, inclusa l'astiosa Vickers, "finché non sarà il momento giusto". In Alien, il sistema consisteva chiaramente in un gigante gassoso con gli anelli e tre lune più piccole; l'ologramma visto all'inizio di Prometheus mostra il gigante gassoso, LV-223 e un piccolo planetoide, ma stranamente manca LV-426. Potrebbe essere stato dietro il gigante gassoso quando è stata effettuata la scansione (il che spiegherebbe convenientemente perché la Prometheus non riceve il segnale), oppure la Compagnia lo ha escluso di proposito per non attirare l'attenzione della spedizione. Dopo il fallimento della missione su LV-223, David non era in condizioni di verificare il segnale su LV-426
 
Il logo a tre triangoli della società Weyland (simile a quello dell'attuale Weinstein Group) doveva essere un incrocio tra il titolo simile a un geroglifico nei titoli di testa di Alien e il logo della Weyland-Yutani che appare sul muro in Aliens - Scontro finale (1986). Il logo può anche essere visto come parte dell'impronta digitale di David. Le toppe colorate dell'uniforme della nave, simili a un arcobaleno viste sull'equipaggio della Nostromo, sono state cambiate in equivalenti molto più scuri dell'uniforme della Prometheus, per enfatizzare Prometeo come un "angelo caduto"
 
David è un fan del film Lawrence d'Arabia (Lawrence of Arabia, 1962), diretto da David Lean e intrerpreto da Peter O'Toole. Si capisce che David nutre una tale sconfinata ammirazione per l'attore britannico da atteggiarsi come lui e da adottare la sua pettinatura. Il film ha avuto un grande impatto: ha ispirato Dune (1965) a Frank Herbert. Lawrence d'Arabia è alla base della nefasta figura di Paul "Muad'Dib" Atreides. Né Herbert né David hanno considerato una cosa importante, che Lawrence d'Arabia è stato sodomizzato dai Turchi.

mercoledì 4 dicembre 2019


ULTIMATUM ALLA TERRA
 
Titolo originale: The Day the Earth Stood Still
Anno:
1951

Paese:
Stati Uniti d'America

Lingua originale:
Inglese, lingua franca galattica

Durata:
92 min

Colore:
B/N

Genere:
Fantascienza 

Regia:
Robert Wise

Soggetto:
dal racconto Addio al padrone (Farewell to the 

     Master
), di Harry Bates

Sceneggiatura:
Edmund H. North

Produttore:
Julian Blaustein

Casa di produzione:
Twentieth Century Fox

Distribuzione in italiano:
Fox

Fotografia:
Leo Tover

Montaggio:
William Reynolds 

Effetti speciali:
Fred Sersen 

Musiche:
Bernard Herrmann
 
Scenografia: Addison Hehr, Lyle Wheeler
Costumi:
Perkins Bailey 

Trucco:
Ben Nye 

Interpreti e personaggi: 

    Michael Rennie: Klaatu/Carpenter 

    Patricia Neal: Helen Benson 

    Hugh Marlowe: Tom Stevens

    Sam Jaffe: Prof. Jacob Barnhardt 

    Billy Gray: Bobby Benson 

    Frances Bavier: Sig.ra Barley 

    Lock Martin: Gort 

    Frank Conroy: Harley 

    Olan Soulé: Sig. Kurll 

    Elmer Davis: Se stesso 

    Drew Pearson: Se stesso

Doppiatori italiani: 

    Emilio Cigoli: Klaatu/Carpenter 

    Giovanna Scotto: Helen Benson 

    Adolfo Geri: Tom Stevens 

    Lauro Gazzolo: Prof. Jacob Barnhardt 

    Enrico Olivieri: Bobby Benson 

    Wanda Tettoni: Sig.ra Barley 

    Mario Besesti: Harley 

    Giovanni Saccenti: Sig. Kurll 

    Amilcare Pettinelli: Elmer Davis 

    Gaetano Verna: Drew Pearson

Titoli in altre lingue:

   Tedesco: Der Tag, an dem die Erde stillstand
   Francese: Le jour où la Terre s'arrêta
   Spagnolo (Spagna): Ultimátum a la Tierra
   Spagnolo (America Latina): El día que la Tierra se detuvo
   Portoghese: O Dia em que a Terra Parou
   Rumeno: Ziua în care Pământul s-a oprit
   Polacco: Dzień, w którym zatrzymała się Ziemia
   Russo: День, когда остановилась Земля
   Svedese: Mannen från Mars
   Finnico: Uhkavaatimus Maalle
   Turco: Dünyanın Durduğu Gün
   Ebraico (moderno): היום בו עמדה האדמה
   Persiano: روزی که دنیا از حرکت ایستاد
   Giapponese: 地球の静止する日
   Cinese: 地球停转之日
   Coreano: 지구 최후의 날
Budget: 995.000 dollari USA (fonte: Solomon, 1989)
Box office: 1.850.000 dollari USA 
 

Trama:

Un'astronave dalla tipica forma di disco volante sfreccia nei cieli della Terra raggiungendo Washington, dove atterra in un parco. La gente, seppur in preda allo shock, si accalca attorno al velivolo alieno. Sopraggiungono prontamente i militari con tanto di carri armati. Nello scafo metallico del disco volante si apre una porta, da cui scende un extraterrestre umanoide avvolto in una tuta argentea, col volto celato da un casco. Questo emissario alieno dice di essere venuto come amico e invita gli astanti a non aver paura. Quando estrae e attiva un piccolo marchingegno, un soldato giovane e coi nervi a fior di pelle si lascia prendere dal panico e spara, ferendo l'umanoide a una spalla. Dall'astronave emerge un gigantesco robot che con un raggio disintegratore colpisce le armi dell'esercito, facendole scomparire nell'aria. Accasciatosi, l'umanoide ordina al robot di fermarsi. Poi si alza e spiega che il congegno che aveva estratto era un dono per il Presidente degli Stati Uniti, qualcosa che gli avrebbe permesso di studiare la vita sugli altri mondi. L'alieno ferito
viene portato in un ospedale militare, dove riceve cure ed è sottoposto ad approfondite analisi; il suo aspetto risulta indistinguibile da quello di un umano caucasico. A questo punto rende noto il proprio nome, Klaatu, e viene visitato dal perfido segretario del Presidente, Mr. Harley, che cerca invano di estorcergli informazioni. Klaatu vuole riunire tutti i capi di stato della Terra per tenere loro un discorso d'importanza cruciale, ma questa iniziativa viene boicottata sul nascere. Intanto le sue capacità di recupero si rivelano prodigiose, così ne approfitta per evadere e mescolarsi all'ignara popolazione terrestre. Adotta il cognome Carpenter e si presenta a una affittacamere, che lo fa accomodare in una stanza della sua dimora dove vive con altri ospiti. Mentre l'extraterrestre in incognito fa amicizia con la giovane vedova Helen Benson e con suo figlio Bobby, i media danno notizia dell'evasione, con gli accenti isterici e frenetici tipici della stramaledetta genia dei giornalisti. L'uomo astrale non si trova ed è ricercato attivamente dai militari, strillano tutti i cronisti, mentre l'astronave chiusa è impenetrabile, con il robot lì davanti immobile e inamovibile. La bella Helen è concupita da un ganzo assillante, Tom Stevens, che la porta spesso fuori. A Klaatu non resta altro da fare che accudire Bobby durante le assenze della madre. Un giorno il ragazzino accompagna l'umanoide in un giro della città, che include una visita al Lincoln Memorial e alla tomba del padre all'Arlington National Cemetery. Ecco a cosa portano le guerre, atrocità organizzate che sugli altri pianeti sono del tutto sconosciute! Klaatu domanda a Bobby chi sia il più grand'uomo d'America, uno come Lincoln. Gli viene risposto che è il professor Barnhardt. Dopo qualche difficoltà, l'umanoide riesce a incontrare il luminare e gli rivela che la Terra è in grave pericolo: la scoperta di una rudimentale forma di energia atomica ha messo in allarme la Confederazione Galattica, che intende distruggere il pericolo sul nascere, entrando in azione qualora il genere umano decidesse di espandersi nello spazio. Su suggerimento del professore, Klaatu chiede di organizzare un incontro con i più importanti esponenti di tutte le nazioni, scienziati ed esperti di tutti i campi; come dimostrazione per convincere dell'assoluta urgenza del convegno, afferma che darà a tutto il mondo una dimostrazione di forza, drammatica ma non distruttiva. All'ora prefissata, l'energia elettrica viene neutralizzata su tutto il pianeta: per mezz'ora qualsiasi dispositivo che ne fa uso resta inutilizzabile. Passato quel breve lasso di tempo, tutto riprende a funzionare. Il problema è che Tom Stevens, spinto dalla gelosia, denuncia Klaatu, la cui identità nel frattempo è stata scoperta da Bobby e da Helen. Si scatenano le forze armate in mobilitazione generale, con l'ordine di sparare a vista all'uomo astrale. Sentendo che il proprio destino sta per compiersi, l'alieno dice alla donna di recarsi dal robot e di pronunciare la frase: "Gort, Klaatu barada nikto!" Soltanto così potrà fermarlo e impedirgli di distruggere l'intero pianeta. Come previsto, Klaatu viene raggiunto dai militari e ucciso. Helen riesce a ricordare la frase e a ripeterla all'automa, il cui nome è Gort, facendo cessare all'istante la sua azione vendicatrice. Il corpo dell'umanoide viene recuperato dal robot, portato nella nave siderale e messo in una macchina che ne attua la resurrezione. Le grandi personalità delle nazioni si riuniscono intorno al veicolo per il convegno organizzato dal professor Barnhardt. Dall'apertura formatasi nello scafo escono Gort e il Klaatu rinnovato, che tiene il suo storico discorso, un vero e proprio ultimatum alla Terra. Le alternative per il genere umano sono soltanto due: aderire alla Confederazione Galattica ed essere sottoposto alla polizia robotica, oppure continuare sulla propria strada e finire annientato. I due rientrano nel disco volante, che decolla e si allontana nelle vastità del Cosmo.
 

Recensione: 
Un film datato ma robusto. Direi che è come il cognac: più passano gli anni e più lo si gusta. Ne facessero ancora di capolavori come questo! Ahimè, non è così! Le fonti dell'Ingegno sembrano essersi esaurite. Non vedo più sgorgare nuove idee paragonabili a quello concepite dagli umani dei decenni trascorsi, quando i mezzi erano pur così limitati rispetto a quelli attualmente disponibili. Tanto appassionante è la trama, che lo spettatore sorvola facilmente sui punti più deboli. Ad esempio non interessa granché ragionare sul fatto che il disco volante di Klaatu sia giunto da un pianeta posto a 400 milioni di chilometri dalla Terra (quindi mediamente più vicino di Giove) impiegando ben 5 mesi a percorrere il tragitto. Più marchiano è il fatto che l'alieno, ben conoscendo l'indole bellicosa delle genti della Terra, non indossi mai alcuna protezione: con tutte le meraviglie tecnologiche del suo mondo, il minimo sindacale sarebbe stato un comune giubbotto antiproiettile. Quando il film di Wise è stato prodotto, si stava imponendo in tutta la sua drammaticità il contesto della Guerra Fredda, caratterizzato dalla pervasiva paura di un imminente conflitto termonucleare. Non fa quindi specie il sostrato politico presupposto dalla narrazione. Klaatu e Gort rappresentano bene la minaccia dell'Unione Sovietica e delle dottrine comuniste che affermano la necessità di sopprimere il concetto stesso di individuo per realizzare una società collettivista in cui ognuno è soltanto un atomo, una particella identica a tutte le altre. Questa esegesi, comune a gran parte della produzione fantascientifica statunitense di quei tempi, è la chiave per decrittare le trame fondate sul concetto di invasione aliena, a cui può essere attribuita una funzione catartica simile a quella della tragedia greca. La rappresentazione filmica degli aspetti più orribili della realtà permetteva al popolo di esorcizzare l'inquietudine proprio quando nuvole nere come l'inchiostro sembravano addensarsi all'orizzonte. Giova notare che proprio quando Edmund H. North assumeva l'incarico di sceneggiatore di Ultimatum alla Terra, il maccartismo stava impadronendosi di Hollywood.      

Il terrore dell'Ignoto

La natura ottusa dei militari descritti da Wise somiglia più a quella di un masso di granito che a quella di un essere senziente. Ogni loro azione è dettata da una coglioneria che non conosce paragoni. Il grottesco è esasperato fino a destare il disgusto nello spettatore. Possibile che di tutte le scelte che si possono fare in una situazione critica si traducano in atto proprio quelle più illogiche e deleterie? Una caratteristica della specie Homo sapiens è quella di essere essenzialmente chiusa alla Conoscenza. Gli umani conducono le loro squallide esistenze considerando il cielo come il guscio di una noce. Quando questa fragile barriera con l'innominabile Spazio Esterno viene rotta, rimangono tutti paralizzati dall'orrore. Abituati a comprendere soltanto l'ABC del piccolo mondo in cui conducono le loro futili esistenze, sono spiazzati da tutto ciò che non possono dominare con le poche regolette apprese con dura fatica. Dalle stelle può venire qualunque cosa. Anche un essere in apparenza identico a noi, che può passare per uno di noi. Un essere che considera una possibilità del tutto naturale spianare New York o distruggere Gibilterra per dare una dimostrazione di forza volta a imporre la pace. Un essere che si convince a usare un mezzo incruento soltanto perché ritiene "affascinante" e "stimolante" il problema concettuale proposto da un anziano professore, una sfida a trovare il modo di dare un'efficace dimostrazione di forza senza danneggiare alcuna creatura vivente.   

 
Il discorso di Klaatu 
 
Riporto le dense parole rivolte da Klaatu agli attoniti rappresentanti delle nazioni della Terra: 
 
"Io sto per partire. Mi perdonerete se vi parlo senza preamboli. L'universo diventa ogni giorno più piccolo, e il pericolo di aggressione da parte di chiunque e dovunque non può essere tollerato. È necessario che ci sia sicurezza per tutti gli esseri viventi. Ciò non vuol dire rinunciare a qualche libertà, se non a quella di agire da irresponsabili. I vostri antenati hanno pensato così quando hanno fatto le leggi per autogovernarsi ma anche una polizia per imporle. Anche noi che abitiamo gli altri pianeti abbiamo accettato questo principio e abbiamo creato un'organizzazione per la mutua protezione di tutti i pianeti e per la totale eliminazione di ogni aggressione. La forza di questa autorità superiore è una polizia che la faccia rispettare, e a questo scopo abbiamo fatto un esercito di automi. Il loro compito è pattugliare i pianeti con aerei astrali come questo, e mantenere la pace. In materia di aggressione abbiamo loro conferita assoluta autorità su di noi, autorità che non può essere revocata. Al primo segno di violenza agiscono automaticamente contro l'aggressore. Gli effetti che la loro azione può causare scoraggiano ogni iniziativa. Il risultato è che viviamo in pace, senza armi né armati, tranquilli perché sappiamo di essere liberi dal pericolo della guerra, e liberi di dedicarci ad attività più proficue. Non ci illudiamo di aver raggiunto la perfezione, ma abbiamo creato un sistema che funziona. Io sono venuto qui per dirvi questo. A noi non importa quello che fate nel vostro pianeta, ma se tentaste di estendere le vostre violenze, questa vostra Terra verrebbe ridotta ad un mucchio di cenere. Potete scegliere: unirvi a noi e vivere in pace o seguitare sulla strada in cui siete e venire annullati. Aspetteremo una risposta: la decisione spetta a voi." 

I contenuti esposti sono nell'essenza quelli della famosa opera di Thomas Hobbes, Il Leviatano. Detto questo, l'etica di Klaatu farebbe rabbrividire Mengele. 
 
 
Gort, Klaatu barada nikto! 
 
Non esiste una traduzione ufficiale (e a quanto mi risulta nemmeno una non ufficiale) del famoso comando che placa le ire del robot vendicatore. Esistono però alcune proposte di traduzione. La più ragionevole è senz'altro questa: "Gort, non vendicare Klaatu!" Probabilmente l'ideatore della frase masticava un po' di tedesco e di russo, da cui è stato inconsciamente influenzato. La parola nikto ricorda la negazione nicht "non", da cui si deduce che barada è il verbo che significa "vendicare". In russo nikto significa "nessuno", ma la traduzione "Gort, Klaatu ordina di non uccidere nessuno!" presenta qualche difficoltà, dato che sarebbe necessario interpretare barada come un verbo complesso, col significato di "ordinare di uccidere". Darei per buona la prima proposta, con barada nikto "non vendicare", anche se non esiste certezza alcuna. A conferma della bontà di questa traduzione sta il fatto che - come afferma lo stesso Klaatu - gli automi sono poliziotti che hanno autorità assoluta in materia di aggressione. Così il comando che disattiva la vendetta non può essere un ordine diretto da Klaatu a Gort, ma più che altro un codice convenuto con funzioni strategiche. Il fatto che funzioni anche se pronunciato da una donna terrestre ne è la prova. A questo punto si potrebbe anche dedurre qualcosa sulla grammatica della lingua aliena. Il nome Gort è al vocativo e non mostra nessuna desinenza. Allo stesso modo Klaatu, che deve essere all'accusativo, non ha desinenza alcuna. Si evince che questi casi sono espressi unicamente dalla posizione della parola nella frase. Questa è una deduzione molto importante. L'ordine sintattico è SOV (soggetto - oggetto - verbo): Klaatu, che è l'oggetto, viene prima del verbo. I grammatici tipologici impazzirebbero dalla gioia se lo sapessero. 
 
Altri possibili elementi grammaticali  
 
Un'altra frase in grado di interrompere le reazioni del robot è la seguente: "Gort, dekleto brasko!" Non è famosa, anche se è  pronunciata con voce chiara da Klaatu all'inizio del film, dopo essere stato ferito a una spalla da un soldato e aver assistito alla rappresaglia dell'automa. Confrontando la struttura di "Gort, dekleto brasko!" con quella di "Gort, Klaatu barada nikto!", emerge qualcosa di interessante. Si potrebbe dedurre che nella lingua aliena in questione il suffisso -to significhi "non" o abbia comunque la funzione di negazione. Esso è infatti contenuto sia in nik-to che in dekle-to, anche se nel secondo caso la -t- non è retroflessa. Vi è poi una frase imperativa solo in apparenza più semplice, usata da Klaatu per farsi seguire dal robot: "Gort, aringa!" La rotica -r- è così retroflessa da sembrare quasi un'approssimante labiovelare -w-. Se siamo certi della sua traduzione "Gort, andiamo!", non sappiamo dire come mai il verbo "aringa!" abbia una struttura tanto bizzarra. 

Un abbozzo di descrizione fonologica

La trascrizione utilizzata per la lingua di Klaatu si fonda sul principio "vocali come in italiano, consonanti come in inglese". Lo stesso che serve anche a trascrivere il giapponese in caratteri romani (rōmaji). Le vocali sono le cinque usuali: a, e, i, o, u. Si nota che la vocale -o finale di parola è sempre aperta, /ɔ/, come in nikto /'nikṭɔ/. Non esiste lo Schwa (vocale indistinta); non esistono vocali bemollizzate. Il sistema consonantico è in apparenza molto semplice, ma presenta qualche peculiarità: t e d sono retroflesse come in inglese, /ṭ/ e /ḍ/, nella maggior parte delle parole. Esistono tuttavia esempi di t e d non retroflesse, pronunciate come in italiano. La rotica r è quasi sempre il flap dell'inglese, /ɹ/. Queste peculiarità fonetiche vengono mantenute con cura anche nel doppiaggio della versione italiana del film. I gruppi consonantici sono abbastanza rari. Se ne trovano all'inizio della parola e in posizione mediana e sono abbastanza semplici (mai più di due consonanti). L'unico caso noto di parola che non finisce con una vocale è proprio il nome del robot, Gort /gɔɹṭ/. Sorge il dubbio che la lingua di Klaatu abbia una fonologia specializzata per classe semantica. Ci si aspetta che i nomi dei robot siano monosillabi e che finiscano con una o più consonanti. Invece i nomi propri di persona finiscono per vocale, ma possono iniziare con un gruppo di consonanti. L'accento è quasi sempre sulla penultima sillaba. Una notevole eccezione è proprio l'antroponimo Klaatu /kla:'ṭu/. Queste sono le parole che l'alieno trasmette con un microfono al suo pianeta di origine: "Inerekato aura, anto garo pipiseta santi pechereko bi a mitiko desokari nokato jeko." La parola mitiko è la sola con più di due sillabe ad avere l'accento sulla prima (suona quasi come l'italiano mitico). Ci si potrebbe azzardare a supporre che la terminazione -to, o forse -ka-to, sia proprio la negazione anche in questa sequenza verbale. Le consonanti affricate palatali trascritte con -ch- (in pechereko) e j- (in jeko) contrastano con tutte le altre occorrenze di -t- non retroflessa: non sembrano allofoni di queste ultime. La -s- di desokari trascrive una consonante sonora, ho evitato il carattere -z- per evitare pronunce erronee.

Un tenace pacchetto memetico

La frase "Klaatu barada nikto" (con omissione del nome del robot) è passata nella leggenda ed è stata utilizzata più volte in diversi film, in massima parte escrementizi. Nell'obbrobrioso film di Sam Raimi, L'Armata delle Tenebre (1992), si usa "Klaatu barada nikto" come una formula magica in grado di muovere potenze sovrannaturali. Ne possiamo trovare menzione persino nell'universo di Star Wars, per l'esattezza ne Il ritorno dello Jedi (1983): alla corte di Jabba si sente dire "Klaatu barada nikto" nel corso di un'orgia - se non ricordo male. L'interpretazione data da Lucas a questa sequenza verbale è ovviamente diversa, dato che Klaatu, Barada e Nikto sono i nomi di tre mercenari al servizio del perverso gangster. La segmentazione è quindi "Klaatu! Barada! Nikto!" (che fantasia!). 
 

Gort e Gnut 
 
Nel racconto di Harry Bates non si trova il nome Gort: il robot si chiama invece Gnut (verosimilmente da pronunciarsi /gnʊṭ/, visto il sistema di trascrizione). Il cambiamento si deve al fatto che è parsa suggestiva l'assonanza tra Gort e l'inglese God (ancor meglio è il tedesco Gott) "Dio", con riferimento alla capacità dell'automa di resuscitare il defunto Klaatu - o meglio di "reintegrarlo" - con l'aiuto di un macchinario che sfida i princìpi della termodinamica. Per quanto il regista Wise abbia sconfessato ogni interpretazione religiosa, lo sceneggiatore North ha ammesso che Gort ha la sua etimologia proprio nel nome anglosassone di Dio. La critica cristiana si è ringalluzzita e ha trovato molte similitudini evangeliche. Klaatu viene dal cielo e parla di pace, vieta a Gort di vendicare il suo ferimento prima e poi addirittura la sua uccisione, resuscita dai morti. Il nome che ha assunto per confondersi tra il volgo terrestre, Carpenter, significa "Falegname", cosa che ricorda le origini di Gesù e il santo schernito dal belluino popolo italico come "patrono dei cornuti e dei segaioli". Dal canto suo, Harry Bates non ha avuto una buona reazione al lavoro di Wise e di North, giungendo a rinnegare ogni legame tra la sua opera e la pellicola. Purtroppo non ho finora avuto occasione di leggere il racconto di Bates, potendo usufruire soltanto di informazioni di seconda mano. Quando l'avrò fatto ne pubblicherò una recensione e aggiornerò lo stato dell'arte sulla lingua di Klaatu, se saranno apportati nuovi dati significativi. Riporto il link a una recensione molto interessante di Farewell to the Master, che contiene informazioni di grande valore:  
 

Apprendiamo che Harry Bates si chiamava in realtà Hiram Gilmore Bates III. Appare subito evidente l'origine massonica della sua famiglia. Soltanto un Libero Muratore, e per giunta di grado molto elevato, darebbe un nome come Hiram a suo figlio. Su questo non ho il benché minimo dubbio. 


Gort e le Leggi della Robotica 

Gort non obbedisce alle famose tre Leggi della Robotica enunciate da Isaac Asimov. Perché si possa capire meglio la delicata questione, riporto il testo delle leggi asimoviane: 

1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Gort e i suoi simili, che chiameremo robot gortiani, agiscono per contro secondo le seguenti Leggi della Vendetta: 

1) Se l'assassinio avviene tra persone della Confederazione Galattica, un robot gortiano ha il dovere di disintegrare l'assassino.
2) Se l'assassinio avviene ai danni di una persona della Confederazione Galattica da parte di un nativo di un pianeta "selvaggio", un robot gortiano ha il dovere di devastare il pianeta d'origine dell'assassino, annientando milioni di persone anche innocenti. 
3) Un robot gortiano si bloccherà e non eseguirà la vendetta se qualcuno gli comunicherà il seguente comando "(nome del robot), (nome dell'ucciso) barada nikto!"

Non è necessario che la persona che dà il comando per bloccare il robot gortiano appartenga alla Confederazione Galattica o addirittura che ne comprenda la lingua: è sufficiente che il comando sia pronunciato correttamente a livello fonetico. Si converrà che tutto ciò è abbastanza strano, per non dire di una fragilità logica molto spinta. In ogni caso l'opera di Bates e quella di Wise ci mostrano che le Leggi della Robotica non sono automaticamente soddisfatte per ogni robot, come molti odierni fantascientisti sono portati a credere. 
 
i) Un robot asimoviano obbedisce al genere umano e ne è al servizio, anche a costo della propria incolumità, essendo la disobbedienza permessa quando si crea un conflitto con la programmazione. 
 
ii) Un robot gortiano è il padrone, il detentore della legge, e ogni cittadino della Confederazione Galattica è al suo servizio nelle situazioni che lo richiedono, anche a costo della propria incolumità. 

Può dunque ora porsi un'altra questione, quella della possibile origine asimoviana delle leggi della robotica gortiana. Immaginiamo di cambiare la definizione di "essere umano" (o meglio di "essere umanoide") nelle famose Tre Leggi enunciate da Asimov. Un individuo che esercitasse la violenza verrebbe a perdere lo status di "essere umanoide" per essere etichettato in diverso modo, come un "patogeno sociale", la cui eliminazione diventa non soltanto lecita, ma anche prioritaria. La prima legge della robotica asimoviana sarebbe dunque soddisfatta. Si capisce che il predominio dei robot gortiani nasce proprio dalla seconda e dalla terza legge asimoviana: nessun essere umanoide può ordinare qualcosa che vada contro la vita di un suo simile. Quindi nessun essere umanoide può ordinare a un robot gortiano di non eliminare un patogeno sociale. 

Nel racconto di Bates, per contro, i rapporti tra il robot Gnut e l'umanoide Klaatu sono a prima vista molto più semplici: il primo è il padrone del secondo. Non è Gnut ad essere il poliziotto, è invece Klaatu ad aver ricevuto da lui il mandato di imporre con ogni mezzo la pace nel Cosmo. 


Limitati poteri di resurrezione 

Come si sa, le genti della Terra dei Liberi hanno un sacro terrore per il Dio dell'Antico Testamento. Così per evitare immediati accostamenti tra Gort e l'Artefice - pure sostenuti in altra sede dallo sceneggiatore - il regista ha stabilito che venissero subito fatte alcune precisazioni. L'umanoide afferma che nessuno può allontanare dai viventi la mortalità. Soltanto in alcune particolari condizioni è possibile per un morto ritornare in vita. 
 
Klaatu: "Salve"
Helen: "Credevo che fosse..."
Klaatu: "Lo ero..."
Helen (alludendo a Gort e invasa dal terrore): "Allora... Lui ha il potere di vita o di morte..."
Klaatu: "No. Questo potere è riservato all'Onnipossente. Noi possiamo, in qualche caso, ridare la vita per un dato periodo."
Helen: "Ma... per quanto?"
Klaatu: "Per quanto vivrò. Questo nessuno può dirlo." 
 
Sorge ora un dubbio ontologico. Il Klaatu resuscitato da Gort è lo stesso Klaatu abbattuto dai militari minchioni? Oppure, parafrasando Milton, è un essere del tutto diverso suscitato dalle Tenebre? Dobbiamo considerarlo come la creatura del dottor Frankenstein o pari al suo stesso Demiurgo? Data la fede nell'Onnipotente professata dall'umanoide, la domanda non è di poco conto. Purtroppo non sono in grado di fornire una risposta.

Mutande robotiche! 

Certo, è una domanda banale. Perché Gort ha un bacino in netto rilievo che imita un abito simile alle mutande? Se anche fosse stato liscio come una bambola, non sarebbe stato lo stesso? Forse il problema non è degli alieni e del loro immaginario, è piuttosto del pernicioso Codice Hays! Per colmo del paradosso, la discontinuità pelvica nella forma del robot finisce col suggerire allo spettatore proprio i pensieri che i censori avrebbero voluto evitare. Se Gort ha qualcosa che somiglia alle mutande, potrebbe anche aver sotto un gigantesco cazzone!  

Musica ermetica 
 
La colonna sonora del film è bellissima quanto inquietante. L'autore, Bernard Hermann, lavorò per Alfred Hitchcock e per George Orson Welles. Gli strumenti usati dall'illustre compositore sono assai numerosi: violino, basso elettrico, ben quattro arpe e quattro pianoforti, una sezione di trenta fiati e due theremin. Sono proprio questi ultimi strumenti elettrici a conferire un carattere ultramondano alla melodia, arcano e assolutamente sublime. C'è qualcosa nel suono del theremin che penetra nel nucleo stesso dell'Essere, insinuando qualcosa di così terribile e maestoso da non poter essere descritto tramite le parole di lingue limitate come quelle umane. 

Opere derivate 

Non era possibile che un capolavoro simile restasse a rifulgere in solitudine tra gli astri di celluloide, illuminando la nera volta celeste del firmamento fantascientifico. Nel 2008 ne è stato fatto un remake, diretto da Scott Derrickson. Klaatu è interpretato da Keanu Reeves. Non ho ancora visionato il film di Derrickson; quando lo avrò fatto ne pubblicherò senz'altro una recensione. Così ad occhio, consultando la pagina di Wikipedia, direi che contiene molte forzature e trovate che rasentano l'assurdo. 

Cineforum Fantafilm 

Ultimatum alla Terra (Robert Wise, 1951) è stato proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il 3 ottobre 2005. Purtroppo non ero presente: all'epoca ero un blogger da poco più di un anno e non conoscevo ancora il buon Andrea. Cosa abbastanza anomala per un appassionato di fantascienza, ho visto questo film per la prima volta quando già avevo compiuto i 50 anni.