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martedì 9 novembre 2021

 
THE WICKER MAN
 
Titolo originale: The Wicker Man
AKA: L'uomo di vimini
Lingua: Inglese
Paese di produzione: Regno Unito
Anno: 1973
Data di uscita: 6 December 1973
Durata: 88 min
   102 min (Director's Cut)
Genere: Orrore
Sottogenere: Horror popolare
Regia: Robin Hardy
Soggetto: David Pinner (non accreditato)
Sceneggiatura: Anthony Shaffer
Produttore: Peter Snell
Casa di produzione: British Lion Films
Fotografia: Harry Waxman
Montaggio: Eric Boyd-Perkins
Musiche: Paul Giovanni e Gary Carpenter
Scenografia: Seamus Flannery
Interpreti e personaggi:
    Edward Woodward: Sergente Howie
    Christopher Lee: Lord Summerisle
    Diane Cilento: Miss Rose
    Britt Ekland: Willow MacGregor
    Ian Campbell: Oak
    Lesley Mackie: Daisy
    Ingrid Pitt: La bibliotecaria
    Aubrey Morris: Il becchino
    Lindsay Kemp: Alder MacGregor
    Russell Waters: Il capitano di porto
    Irene Sunter: May Morrison
    Jennifer Martin: Myrtle Morrison
    Donald Eccles: T. H. Lennox
    Walter Carr: Il maestro di scuola
    Roy Boyd: Broome
    Paul Giovanni: Un musicista
    Peter Brewis: Un musicista
    Geraldine Cowper: Rowan Morrison
    John Young: Pescivendolo
    Myra Forsyth: Signora Grimmond
    Barbara Rafferty: Donna con bambino
    John Sharp: Dottor Ewan
    Alison Hughes: Fidanzata vergine del Sergente Howie
    John Hallam: Conestabile di Polizia McTaggart
    Tony Roper: Postino  
Titoli in altre lingue: 
   Francese (Canada, Belgio): Le dieu d'osier  
   Spagnolo (Spagna): El hombre de mimbre  
   Spagnolo (Argentina, Venezuela): El culto siniestro
   Greco: Το καταραμένο σκιάχτρο 
   Greco (traslitterato): To katarameno skiahtro 
   Ungherese: A vesszőből font ember
   Lituano: Karklu zmogus 
   Norvegese: Narrenes konge 
   Svedese: Dödlig skörd 
   Turco: Lanetli Ada 
   Polacco: Kult 
   Polacco (titolo TV): Slomiane bóstwo
   Sloveno: Moz iz protja 
   Russo: Плетеный человек 
   Giapponese: ウィッカーマン
Budget: 471.600 – 500.000 sterline
Box office: 475.661 dollari US
 
Citazioni:
 
"For believing what you do, we confer upon you a rare gift, these days - a martyr's death."
(Lord Summerisle)
 
Traduzione: 
"Credendo in ciò che credi, ti conferiamo un dono raro in questa epoca - una morte da martire."

Trama:
Il Sergente Neil Howie si reca in idrovolante nella remota isola di Summerisle, nelle Ebridi, dopo aver ricevuto una lettera in cui si denunciava la scomparsa di una giovane ragazza, la fulva Rowan Morrison. Dato che l'isola è impervia, sembra molto difficile che la fanciulla possa essersene andata via di sua volontà. Howie, che è un cristiano devoto e casto appartenente a una setta evangelica particolarmente fanatica, si mette ad indagare ma non ottiene alcun risultato di rilievo, visto che nessuno sembra aver mai sentito parlare di Rowan. L'ufficiale rimane fortemente turbato quando scopre che gli isolani praticano un antico culto pagano celtico. Le coppie fanno sesso apertamente nei campi, ai bambini viene insegnata a scuola la natura fallica dell'Albero di Maggio. Per curare la pertosse vengono messi in bocca i rospi. Le persone portano nomi di alberi, fiori ed erbe. Nell'isola non ci sono ministri o preti cristiani. La sua chiesa e i suoi cimiteri sono stati da lungo tempo sconsacrati e ora vengono utilizzati per i peculiari rituali funebri della gente del luogo, che crede nella reincarnazione. Durante la permanenza alla taverna Green Man Inn, il sergente nota una serie di fotografie che celebrano il raccolto annuale, ciascuna raffigurante una giovane ragazza nei panni della Regina di Maggio. Manca proprio la fotografia dell'ultima celebrazione; tuttavia il gerente gli dice che è stata rimossa perché si era rotta. Persino la donna identificata come la madre di Rowan nega in modo pervicace la sua esistenza. Anche alla scuola locale tutti gli alunni negano che la ragazzina sia mai esistita; tuttavia nel registro scolastico il nome di Rowan risulta presente. Non potendo più sostenere l'omertà, l'insegnante suggerisce a Howie di recarsi al cimitero, dove trova la tomba di Rowan. L'inglese va su tutte le furie, incenerisce con lo sguardo una ragazza venuta a portare un uovo, trattenendosi a stento dal massacrarla a sganassoni come vorrebbe, quindi distrugge le offerte pagane e colloca sulla tomba una croce improvvisata. Sembra Olaf Tryggvason redivivo! Per ottenere il permesso di compiere
l'esumazione, si reca dal signore dell'isola, Lord Summerisle. Il nobiluomo gli spiega che suo nonno, un agronomo vittoriano, sviluppò varietà di alberi da frutto che avrebbero prosperato nel clima scozzese e incoraggiò la convinzione che le antiche divinità avrebbero portato immensa prosperità sull'isola se la popolazione avesse abbracciato la religione pagana. Avendo ottenuto abbondanti raccolti, il culto pagano si impose e i ministri cristiani abbandonarono l'isola. Il sergente si mostra arrogante, arrivando ad ammonire Lord Summerisle e a ricordargli che è un suddito di un paese cristiano. Ottenuto il permesso per l'esumazione, non riesce a trovare il cadavere di Rowan: all'interno della bara c'è soltanto la carcassa di una lepre. Salta invece fuori la fotografia mancante, in cui la giovane è tra le ceste vuote, perché il raccolto è fallito. Tornato nella taverna, la figlia del padrone di casa tenta di sedurlo, ma lui resiste, perché crede nell'istituto del fidanzamento e intende conservarsi vergine per il matrimonio, ovviamente inteso come sacramento cristiano. In seguito ad alcune letture nella biblioteca, si fa strada nel sergente l'idea, niente affatto peregrina, che Rowan sia ancora viva ma nascosta, dovendo essere sacrificata agli dei pagani a causa di questo fallimento. In cerca di assistenza dalla terraferma, Howie torna sul suo idrovolante per scoprire che non funziona più e la sua radio è danneggiata: non può andarsene o chiedere aiuto. Gli eventi precipitano. Quello stesso giorno, durante la celebrazione del Primo Maggio, Howie tramortisce il locandiere, gli ruba il costume e la maschera di Punch, quindi si infiltra nella parata. Viene però scoperto e smascherato. Lord Summerisle gli rivela che Rowan non è mai stato il sacrificio previsto. A dover essere immolato è lo stesso inglese, perché soddisfa i quattro requisiti previsti per essere una vittima adatta: è venuto di sua spontanea volontà, ha "il potere del Re" (ossia rappresenta la legge), è vergine ed è uno sciocco. Howie avverte Lord Summerisle che i raccolti stanno fallendo a causa del clima inadeguato e che gli abitanti del villaggio si rivolteranno gli si rivolteranno contro, sacrificandolo la prossima estate, quando il raccolto fallirà di nuovo. La fede del nobile nelle divinità è incrollabile: afferma che i raccolti non falliranno, perché l'offerta sacrificale sarà gradita. Gli abitanti del villaggio costringono Howie a entrare in una gigantesca statua di un uomo di vimini insieme a vari animali, quindi la danno alle fiamme e la circondano, cantando la canzone popolare inglese medio Sumer is icumen in. All'interno dell'uomo di vimini, Howie recita il Salmo 23, prega Dio e maledice gli isolani, ma non può nulla contro le fiamme, morendo per le ustioni. La testa dell'uomo di vimini crolla ardendo e rivela il sole al tramonto.  
 

Recensione: 
Un film decisamente insolito, bizzarro, forse addirittura unico nel suo genere. Secondo uno stratagemma ben collaudato, analogo al fantomatico manoscritto manzoniano che avrebbe ispirato i Promessi sposi o agli inesistenti testi ossianici che James Macpherson affermò di aver reperito, la vicenda narrata nella pellicola è presentata come reale. Chiaramente non ci casca nessuno, comunque è suggestivo. All'inizio della pellicola compare un avvertimento fittizio: "The producer would like to thank The Lord Summerisle and the people of his island off the west coasts of Scotland for this privileged insight into their religious practices and for their generous co-operation in the making of this film" ("Il produttore vorrebbe ringraziare Lord Summerisle e la gente della sua isola al largo delle coste occidentali della Scozia per questo sguardo privilegiato nelle sue pratiche religiose e per la sua generosa cooperazione nella realizzazione di questo film"). Il soggetto è tratto da un romanzo di David Pinner (che finì non accreditato), risalente al 1967 e intitolato Ritual. Ne riporto in forma sintetica la trama. A un agente di polizia inglese di nome David Hanlin, un cristiano puritano, viene chiesto di indagare su quello che sembra essere l'omicidio rituale di un bambino locale in un villaggio rurale della Cornovaglia. Durante il suo breve soggiorno, Hanlin si confronta con inganni psicologici, seduzione sessuale, antiche pratiche religiose e rituali sacrificali da incubo. L'attore Christopher Lee, il produttore Peter Snell e lo scrittore Anthony "Sleuth" Shaffer, si accordarono per acquistare i diritti sull'adattamento cinematografico del romanzo. Sono stato effettuati numerosi cambiamenti, ad esempio la Cornovaglia è diventata la Scozia insulare. L'opera compiuta è ottima. Vi è ben rappresentato lo scontro di due mondi tra loro incompatibili. Decenni dopo la sua iniziale distribuzione, la pellicola continua a ricevere critiche favorevoli, ed è considerato uno dei migliori film dell'anno 1973.
 
Riconoscimenti: 
 
- Nel 1974 The Wicker Man ha vinto il primo premio nel Festival di film fantastici in Parigi.
- Nel 1977 la rivista statunitense Cinefantastique ha definito The Wicker Man "Il Quarto potere dei film dell'orrore."
- Nel 1999 il British Film Institute ha inserito The Wicker Man al 96º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
- Nel 2003 il Crighton Campus dell'Università di Glasgow ha dedicato una conferenza di tre giorni proprio a The Wicker Man.
- Nel 2006 The Wicker Man ha ricevuto il 45º posto nella lista Bravo dei 100 momenti più spaventosi del cinema.
- Nel 2008, a The Wicker Man è stato dato dal periodico Empire il 485º posto nella sua lista dei 500 film migliori della storia.
- Nel 2010 nel documentario BBC A History of Horror, l'attore Mark Gatiss ha nominato The Wicker Man come un buon esempio del genere da lui definito "folk horror", paragonabile a Il Grande Inquisitore (Michael Reeves, 1968) e La pelle di Satana (Piers Haggard, 1971). 
 
 
Etimologia di Summerisle 
 
In realtà esiste un piccolo arcipelago in Scozia chiamato The Summer Isles, ossia "le Isole dell'Estate" (gaelico Na h-Eileanan Samhraidh). Tuttavia, queste isole non hanno alcuna evidente connessione a questo film, almeno non in modo voluto. Si noterà che anche l'isola di Bermuda era precedentemente conosciuta anche come Somer's Isle, pur essendo una fonte d'ispirazione meno credibile. La parola isle "isola" è arcaica per island e deriva dal francese antico (in francese moderno è île). In ultima analisi la parola francese è l'esito naturale del latino īnsula. In island la -s- è dovuta a una falsa etimologia proprio per analogia ad isle:  in antico inglese era īġland, īeġland, īeġ, corradicale del tedesco -au "stanziamento su un fiume", comunissimo nei toponimi, oltre che del tedesco Eiland "isola" (la parola usuale è Insel) e dell'olandese medio eyland "isola".  
 
 
Howie e la religione nel Regno Unito 
 
Il sergente puritano afferma più volte il concetto secondo cui, essendo il Regno Unito un paese cristiano, ogni singolo suddito sarebbe di conseguenza obbligato ad aderire al Cristianesimo in una sua confessione. Qualcuno farà notare che in effetti il Regno Unito ha una religione di Stato, l'Anglicanesimo, una particolare confessione cristiana di cui il Sovrano d'Inghilterra è in automatico il capo supremo. Tuttavia questo non implica affatto l'inesistenza della tolleranza religiosa, ossia del diritto di ogni suddito britannico di aderire alla fede che preferisce. Se la popolazione di un'isola abbandonasse la propria confessione cristiana per adottare riti pagani ancestrali, vivendo di conseguenza (nei limiti delle leggi), sarebbe liberissima di farlo senza infrangere alcun principio giuridico del Regno. Si può quindi ritenere che il ragionamento del poliziotto inflessibile sia come minimo anacronistico. Ogni dettaglio del suo comportamento è volutamente odioso. Egli non mostra rispetto alcuno per coloro che lo ospitano e finisce col compiere svariati atti di prepotenza. Attacca verbalmente il Lord nella sua dimora signorile. Irrompe in casa d'altri, trova due pupazzi posizionati in modo da mimare una copula, ne rimane offeso e li scaraventa via. Si può dire che il suo comportamento sia tutto il contrario di quello che un rappresenante delle Forze dell'Ordine dovrebbe tenere. Abusa in modo sistematico del suo potere. La sceneggiatura è studiata in modo accurato, proprio per spingere lo spettatore a gioire della combustione finale di un simile molesto personaggio.   

 
Un'incoerenza o fallacia narrativa

A un certo punto Willow MacGregor, la bionda e procacissima figlia del taverniere, vagamente simile a Brigitte Bardot, cerca di sedurre il sergente puritano. In una camera vicina a quella occupata dal poliziotto barricato, la bionda ragazza danza nuda e canta di voler mungere il toro, riempiendo secchi con il suo sperma! Lui la guarda da una fessura ed è sconvolto dalla libidine, suda come un cavallo e si rivolge a Dio cercando con tutte le sue forze di resistere alla tentazione. Peccato che la cosa non abbia il benché minimo senso. Questo per un motivo molto semplice, direi quasi lapalissiano: se il poliziotto avesse ceduto alla tentazione e avesse consumato un atto sessuale con la procace ragazza, non sarebbe stato più vergine e quindi non sarebbe più sussistita la sua idoneità al sacrificio. Alla fine si scopre che i pagani di Summerisle lo hanno attirato sull'isola proprio per immolarlo, sapendolo vergine e rappresentante del Regno; la sua scelta tra le genti della terraferma non è stata senza difficoltà. Certamente avrebbero impedito con fanatica determinazione qualsiasi ostacolo al destino che gli avevano assegnato! 
 
Riporto il testo del canto seduttivo della pseudo-Bardot, biondissima e completamente nuda.
 
Willow's Song
 
Heigh ho.
Who is there?
No one but me, my dear.
Please come say,
How do?
The things I'll give to you.
A stroke as gentle as a feather.
Heigh ho. I am here. 
Am I not young and fair? 
Please come say, 
How do? 
The things I'll show to you. 
Would you have a wond'rous sight 
ummm 
The midday sun at midnight?
Fair maid, 
white and red, 
Comb you smooth and stroke your head, 
umm  
How a maid can milk a bull  
And every strike a bucketful 
 
Traduzione: 
 
Ii-oo
Chi c'è qui
Nessun altro a parte me
mio caro
Per favore
vieni
Dimmi come fare
le cose
Che ti dirò
Una carezza tanto dolce
come una piuma
Catturerò un arcobaleno in cielo
e ne legherò le estremità
insieme
Ii-oo
Sono qui
Non sono giovane
e bella?
Per favore
vieni
Dimmi come fare
che ti mostrerò
Potresti avere
una meravigliosa visione
Mmm hmm-hmm-mmm  
Il sole di mezzogiorno
a mezzanotte
Bella donzella,
rossa e bianca,
(i)
ti pettina con dolcezza
ed accarezza la tua testa
(ii)
Mmm mmm
Mmm mmm-mmm
Come una donzella può mungere un toro
Mm-hmm, mm-hmm
Ed ogni carezza
(iii)
Un secchio pieno


(i) I sottotitoli hanno "rosso e bianco": il traduttore si riferisce alla pelle dell'asta del poliziotto e al suo glande infiammato.  
(ii) È il Priapo rubizzo, il glandone! 
(iii) I sottotitoli traducono abusivamente stroke "colpo" con "carezza".

 
Alcune tracce musicali 
 
La colonna sonora, stranissima, è opera di Paul Giovanni; Gary Carpenter ha fatto l'arrangiatore musicale. Mi sento in dovere di riportare i testi di alcuni brani di sommo interesse.  

The Highland Widows Lament
 
Oh I am come to the low Country
Ochon, ochon,
Ochrie  
Without a penny
In my purse
To buy a meal
For me.  
One time I had
One hundred sheep
Ochon, ochon,
Ochrie
Keeping on yon narrow creek
And growing wool
For me 

Traduzione: 

Oh, arrivo
Alla terra del Nord
Ochon, ochon,
Ochrie
Senza un penny
Nella mia sacca
Per un pasto
Per me
Una volta avevo
Cento pecore
Saltellando in
Questo stretto ritornello
E coltivando lana
Per me

 
Note: 
Nel ritornello Ochon, ochon, ochrie, -ch- ha la pronuncia aspirata, come nel tedesco Achtung e come in Loch Ness. Non ha il suono palatale di much! Trascrizione: 
/o'χɔn, o'χɔn, o'χri:/
Non si capisce come mai purse "sacca" sia tradotto erroneamente come "senza paura" nei sottotitoli. Forse è per uno sbandamento dell'autore.

Corn Rigs and Barley Rigs 

It was upon a Lammas night 
when corn rigs are bonny 
beneath the moon's unclouded light 
I held awhile to Annie 
the time went by with careless heed  
til 'tween the late and early, 
with small persuasion she agreed 
to see me through the barley
Corn rigs and barley rigs, 
And corn rigs are bonny, 
I'll not forget that happy night  
among the rigs with Annie 

Traduzione:

Era una notte di mietitura
Quando le pannocchie sono buone
Sotto la luce senza nuvole della luna
Cedetti un po' con Annie
Il tempo passò senza preoccupazioni
Fin quando arrivò il giorno
Con poca persuasione lei accettò
di vedermi tra il frumento
Pannocchie e frumento
Ed il mais è buono
Non dimenticherò quella notte felice
Tra le pannocchie con Annie


Note: 
L'aggettivo bonny, bonnie in Scozia significa "buono", "bello". Deriva chiaramente dal francese antico bon "buono".
Per quanto riguarda la notte con Annie, che dire? Questa è la gioventù che tutti avremmo voluto vivere. Una gioventù di sperimentazioni, senza problemi e senza paure. Invece certe fortune capitano soltanto ai bulli! 
 
Ed ecco un canto erotico: 
 
Gently Johnny 
 
I put my hand on her knee
And she says do you want to see?
I put my hand on her breast
And she says do you want a kiss? 
I put my hand on her thigh
And she says do you want to try?
I put my hand on her belly
She says do you want to fill me?
Gently, gently 
Gently Johnny 
My jingaloe  
Gently, gently 
Gently Johnny 
My jingaloe
 
Traduzione: 
 
Metto la mano
Sul suo ginocchio
E lei dice
'Vuoi vedere?'
Metto la mano
Sul suo seno
E lei dice
'Vuoi un bacio?'
Metto la mano
Sulla sua coscia
E lei dice
'Vuoi provare?'
Metto la mano
Sul suo ventre
E lei dice
'Vuoi riempirmi?'
Dolcemente, dolcemente
Dolcemente, Johnny
Mio gigolo 
Dolcemente, dolcemente
Dolcemente, Johnny
Mio gigolo  

Note: 
L'enigmatica parola jingaloe /'dʒɪngələʊ/, scritta anche jingalo, è semplicemente un adattamento del francese gigolo alla fonetica inglese. Nei sottotitoli in italiano è lasciata non tradotta. Ho rimediato alla mancanza.

Questa canzone, cantata al suono del marranzanu e del violino, sintetizza la credenza druidica nel ciclo dell'esistenza e nella trasmigrazione, non necessariamente da essere umano ad essere umano. 
 
Maypole Song 

In the woods there grew a tree
and a fine fine tree was he
and on that tree there was a limb
and on that limb there was a branch
and on that branch there was a nest
and in that nest there was an egg
and in that egg there was a bird
and from that bird a feather came
and of that feather was a bed
and on that bed there was a girl
and on that girl there was a man
and on that man there was a seed
and on that seed there was a boy
and from that boy there was a man
and for that man there was a grave  
and from that grave there grew a tree 

Traduzione:

Nel bosco crebbe un albero
Era un bel bell'albero
E in quest'albero c'era un braccio 
E da quel braccio uscì un ramo  
E in questo ramo c'era un nido
E in questo nido c'era un uovo
E in quest'uovo c'era un uccello
E da questo uccello uscì una piuma
E da questa piuma uscì
Un letto
E sopra questo letto c'era una ragazza
E sopra questa ragazza c'era un uomo
E da quest'uomo uscì un seme 
E da questo seme uscì un bambino
E da questo bambino uscì un uomo
E per quest'uomo c'era una tomba
E da questa tomba crebbe
Un albero

Note: 
Si segnala una traduzione libera nei sottotitoli: "and on that man there was a seed" reso con "e da quell'uomo uscì un seme". Anche se tecnicamente non è esatta, la ammettiamo, perché la canzone allude a una cosa soltanto: la sborra!  
Questo tipo di canzone è stato usato da Noam Chomsky per dimostrare l'esistenza di una struttura ricorsiva senza limiti come caratteristica fondante del linguaggio umano. Ho potuto confutare a più riprese questa futile tesi. La ricorsività esiste ma è labile, non può essere infinita e incappa in un enorme numero di ambiguità che la invalidano! 
 
Attorno a un fuoco acceso al centro di un antico cerchio megalitico, danzano ragazze nude, intonando un incantesimo per favorire la gravidanza. Ci si sarebbe aspettati un testo in una lingua celtica, invece è in comune inglese. Alcuni passi della traduzione nei sottotitoli erano scadenti, così li ho messi a posto. 
 
The Fire Dance

Take the flame inside you
Burn and burn below
Fire seed and fire feed
And make the baby grow

Take the flame inside you
Burn and burn belay
Fire seed and fire feed
And make the baby stay

Take the flame inside you
Burn and burn belong
Fire seed and fire feed
And make the baby strong

Take the flame inside you
Burn and burn belie
Fire seed and fire feed
To make the baby cry

Take the flame inside you
Burn and burn begin
Fire seed and fire feed
And make the baby King


Traduzione:

Porta la fiamma dentro di te   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' crescere il bambino

Porta la fiamma dentro di te   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
metti il bambino in piedi

Porta la fiamma dentro di te  
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' rinvigorire il bambino  
 
Porta la fiamma dentro   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
per far piangere il bambino

Porta la fiamma dentro   
brucia e brucia
Infiamma il seme e alimenta il fuoco
e fa' del bambino il Re

 
C'è anche una canzone puttanesca da osteria, dedicata alla bionda e prosperosa pseudo-Bardot, che fa le gangbang con i veci!   
 
The Landlord's Daughter 
 
Much has been said of the strumpets of yore 
Of wenches and bawdy house queens by the score
But I sing of a baggage that we all adore,
The Landlord's Daughter
You'll never love another
Although she's not the kind of girl
to take home to your mother
Her ale it is lively and strong to the taste
It is brewed with discretion, never with haste
You can have all you like if you swear not to waste
The Landlord's Daughter
And when her name is mentioned
The parts of every gentleman
Do stand up at attention
Oh, nothing can delight so
As does the part that lies between
Her left toe
And her right toe
 
Traduzione:

Molto si è detto sulla meretrice dell'anno
Di ragazzate e concupiscenza
prostitute e inoffensività
Ma canto di una puttana
che tutti adoriamo
La figlia del proprietario
Mai ne vorremmo un'altra
Benché non sia il tipo di ragazza
Da presentare a tua madre
La sua birra è intensa
e di forte sapore
Si fa con discrezione,
mai con fretta
Può prendere tutto ciò che vuole
se giura di non sciuparla
La figlia del proprietario
E quando si menziona il suo nome
Gli attributi di tutti
gli uomini si alzano
Sull'attenti
Dice della giovane
tutto il popolo
Che si toglie la cintura
turandola via
Quella bambolina che la guarda
non è più terribile
Mentre prendo la figlia
del proprietario
Oh, niente delizia così tanto
- Come la parte che hai dentro
- Tra la punta del piede sinistro  
E del piede destro
 
 
Note:
Ci sono alcuni punti oscuri nella traduzione, come quando si parla di "ragazzate e inoffensività". 
La birra è una chiara allusione allo squirting.
I versi finali alludono al footjob: la pseudo-Bardot è abilissima nell'arte di masturbare i falli eretti usando i piedi! 
 

Un errore marchiano nei sottotitoli

Nella versione sottotitolata da me vista di Sumer is icumen in, la cosiddetta Canzone del Cuculo, compare un verso che dice "germoglia l'idromele". Molto suggestivo, non ci sono dubbi. Mi fa piacere ogni volta che si menziona la mia bevanza preferita! Il punto è che l'idromele fermenta, non germoglia. Non è un vegetale: è un sublime nèttare. Cos'è successo? Da dove è comparsa l'ambrosia divina? L'errore è stato prodotto da un'omofonia. 

mead /mi:d/ "idromele"
mead /mi:d/ "prato" (omofono): è un'antica variante di meadow /'mɛdəʊ/ "prato" 
 
Ecco svelato l'arcano: il ritornello diceva "germoglia il prato". La causa dell'equivoco è il traduttese, grossolano e incapace di gestire il lessico arcaico o poetico. 
Riporto il testo originale completo della canzone in medio inglese (XIII secolo), in cui la lettera þ è l'antico modo di scrivere th.
 
Sumer is icumen in 
 
Sumer is icumen in 
Lhude sing cuccu
Groweþ sed 
and bloweþ med 
and springþ þe wde nu
Sing cuccu 
 
Awe bleteþ after lomb 
lhouþ after calue cu 
Bulluc sterteþ 
bucke uerteþ 
murie sing cuccu 
 
Cuccu cuccu 
Wel singes þu cuccu 
ne swik þu nauer nu 
 
Sing cuccu nu · Sing cuccu 
Sing cuccu · Sing cuccu nu 
 
Traduzione 
 
L'estate è arrivata,
Canta più forte, cuculo,
Cresce il seme e fiorisce il prato
e spunta il bosco adesso.
Canta ora, cuculo, canta cuculo!  
 
La pecora bela dietro al suo agnello,
La mucca muggisce dietro al suo vitello.
Il torello si impenna,
Il caprone scorreggia.
Canta felice, cuculo! 
 

Cuculo, cuculo,
Tu canti bene, cuculo,
Non fermarti mai adesso!

Canta, cuculo, adesso! Canta, cuculo!
Canta, cuculo! Canta, cuculo, adesso!
 
Questo è puro anglosassone, dialetto del Wessex. Non vi è nemmeno una parola di origine francese, con buona pace dei coglioni che negano la natura germanica dell'inglese dicendo che sarebbe "francese mal pronunciato". 
Nel manoscritto originale della canzone, che riporta la notazione musicale, sono contenute anche alcune istruzioni in latino medievale, utili per cantarla: 
 
Hanc rotam cantare possunt quatuor socii. A paucio/ribus autem quam a tribus uel saltem duobus non debet/ dici preter eos qui dicunt pedem. Canitur autem sic. Tacen/tibus ceteris unus inchoat cum hiis qui tenent pedem. Et cum uenerit/ ad primam notam post crucem, inchoat alius, et sic de ceteris./ Singuli de uero repausent ad pausaciones scriptas et/non alibi, spacio unius longe note. 
 
Traduzione:  
 
Quattro compagni possono cantare in questo giro. Ma non deve essere cantato da meno di tre, o almeno due oltre a quelli che cantano il piede*. Ecco come si canta. Mentre tutti gli altri tacciono, una persona inizia contemporaneamente a chi canta a terra. E quando arriva alla prima nota dopo la croce**, deve cominciare un altro cantore, e così per gli altri. Ciascuno osservi le pause scritte per lo spazio di una nota lunga***, ma non altrove.

*Il piede è l'unità metrica.
**La croce che segna la fine delle prime due battute.
***Indica la terzina. 
 
La versione della canzone cantata nel film è in parte diversa, oltre che adattata in parte all'inglese moderno. Solo il verso iniziale è in medio inglese; non si trova ad esempio la desinenza verbale -eþ. Due sole strofe sono ripetute di continuo: 

Summer is icumen in
Loudly sing Cuckoo
Grows the seed and blows the mead
And springs the wood anew.
Sing Cuckoo!

Ewe bleats harshly after lamb
Cows after calves make moo
Bullock stamps and deer champs
Now shrilly sing Cuckoo ...
... Cuckoo ... Cuckoo.
O wild bird are you!
Be never still Cuckoo!

 
L'Antica Religione 

Alla base del film c'è un'idea molto diffusa ai nostri giorni: quella dell'esistenza di un'unica religione precristiana, detta "The Ould Religion", comune a tutti i popoli del Regno Unito e composta prevalentemente da elementi folklorici e carnevaleschi. In altre parole, questa tradizione sarebbe identica per i popoli di origine germanica, come gli Inglesi, e per quelli di origine celtica, come ad esempio i Gallesi e le genti delle Highlands. Si tratta di un'assurdità semplicistica, che ignora del tutto la geografia culturale e linguistica, oltre che la complessità della Storia. La cristianizzazione non è avvenuta dovunque nello stesso periodo e con le stesse modalità. Si è sovrapposta a tradizioni tra loro molto diverse. Prima di essere cristianizzati, i Sassoni, gli Angli e gli Juti adoravano Wôden e Thunor, a cui offrivano vari tipi di sacrifici anche umani, com'era costume antichissimo tra tutti i Germani. Per contro, i Britanni erano in maggioranza cristiani quando le legioni romane abbandonarono l'isola. 
 

Nel film non si ha la benché minima menzione di una lingua celtica effettivamente parlata dalla popolazione di Summerisle, che sembra essere soltanto anglofona da tempo immemorabile. Sono tuttavia menzionati due teonimi celtici:
1) Nuada (pronunciato erroneamente /nu'a:da/), considerato il nome del Dio del Sole;
2) Avellenau (pronunciato /avələ'naʊ/), considerato il nome della Dea dei Frutteti. 
Lord Summerisle arringa il popolo parlando della necessità un sacrificio congiunto al dio Nuada e alla dea Avellenau. 
Il teonimo Nuada non risulta connesso con il sole. Corrisponde chiaramente al britannico Nodens.   
Il teonimo Avellenau, non attestato, è stato derivato dal gallese antico avallen, avallenn "melo", "albero da frutto" (gallese moderno afallen "melo"), tramite il suffisso plurale -au: avallenau "meli", "alberi da frutto" (gallese moderno afallennau "meli"). In realtà non è plausibile una simile formazione di un nome proprio femminile da un plurale. Il nome è stato scelto perché rimanda al toponimo mitologico Avalon - anche se sembra essere un'etimologia popolare.  
 
Non è difficile comprendere le origini ultime della visione bidimensionale dell'antichità pagana della Gran Bretagna, in cui le più disparate suggestioni finiscono in un calderone indifferenziato: basta davvero poco per scorgere l'ombra le manipolazioni dell'occultista Gerald Gardner (1884 - 1964), fondatore della religione conosciuta come Wicca. Egli era un decostruzionista ante litteram, che ha fatto danni immensi. L'unica cosa positiva che aveva era la sua passione per le pratiche femdom. Va detto che il regista e lo sceneggiatore erano soprattutto interessati a trasmettere al pubblico qualcosa di comprensibile.   
 
 
L'uomo di vimini  

Il concetto di "uomo di vimini" si trova in un passo dei Commentarii de Bello Gallico di Gaio Giulio Cesare (Libro VI, 16). Il condottiero romano affermò che i Druidi dei Galli costruivano effigi con bastoni e vi mettevano uomini vivi, quindi li davano alle fiamme per rendere omaggio agli dei. Afferma inoltre che gli uomini scelti erano tipicamente criminali o schiavi. Ecco l'attestazione: 
 
Natio est omnis Gallorum admodum dedita religionibus, atque ob eam causam, qui sunt adfecti gravioribus morbis quique in proeliis periculisque versantur, aut pro victimis homines immolant aut se immolaturos vovent administrisque ad ea sacrificia druidibus utuntur, quod, pro vita hominis nisi hominis vita reddatur, non posse deorum immortalium numen placari arbitrantur, publiceque eiusdem generis habent instituta sacrificia. Alii immani magnitudine simulacra habent, quorum contexta viminibus membra vivis hominibus complent; quibus succensis circumventi flamma exanimantur homines. Supplicia eorum qui in furto aut in latrocinio aut aliqua noxia sint comprehensi gratiora dis immortalibus esse arbitrantur; sed, cum eius generis copia defecit, etiam ad innocentium supplicia descendunt. 
 
Traduzione: 
 
"I Galli sono molto dediti alle pratiche religiose, perciò quelli che sono gravemente ammalati o si trovano in guerra o in pericolo, fanno sacrifici umani o fanno voto di immolarne e si servono dei druidi come esecutori di questi sacrifici: essi credono infatti che gli dei immortali non possono essere soddisfatti se non si dà loro, in cambio della vita di un uomo, la vita di un altro uomo; fanno perciò anche sacrifici ufficiali di questo genere. Certe popolazioni costruiscono statue enormi, fatte di vimini intrecciati, che riempiono di uomini vivi ed incendiano, facendoli morire tra e fiamme. Credono che cosa più gradita agli dei sia il sacrificio di coloro che sono sorpresi a rubare, rapinare o commettere qualche altro delitto; ma quando mancano costoro, sacrificano anche degli innocenti."
 
Gli incompetenti storici moderni, decostruzionisti e inclini alla puffologia, sono particolarmente ostili al racconto di Cesare, la cui veridicità è stata da loro messa in dubbio a più riprese. Volendo dipingere i Celti come pacifisti New Age macrobiotici e Figli dei Fiori, questi fautori delle storture politically correct e woke cercano con ogni mezzo di correggere l'Universo, ricorrendo all'influenza mediatica per spargere baggianate di ogni sorta. La loro ansia di "riscrivere la storia" è ribadita dai giornalisti malfattori, a ogni piè sospinto. In realtà i Celti erano bellicosissimi e cruenti: non avevano nulla a che vedere con le stronzate moderne e postmoderne. La testimonianza di Cesare non è affatto isolata. Questo ci ha tramandato Strabone (Geographia, IV, 4, 5): 
 
καὶ τούτων δ᾽ ἔπαυσαν αὐτοὺς Ῥωμαῖοι καὶ τῶν κατὰ τὰς θυσίας καὶ μαντείας ὑπεναντίων τοῖς παρ᾽ ἡμῖν νομίμοις. ἄνθρωπον γὰρ κατεσπεισμένον παίσαντες εἰς νῶτον μαχαίρᾳ  ἐμαντεύοντο ἐκ τοῦ σφαδασμοῦ. ἔθυον δὲ οὐκ ἄνευ δρυϊδῶν. καὶ ἄλλα δὲ ἀνθρωποθυσιῶν εἴδη λέγεται: καὶ γὰρ κατετόξευόν τινας καὶ ἀνεσταύρουν ἐν τοῖς ἱεροῖς καὶ κατασκευάσαντες κολοσσὸν χόρτου καὶ ξύλων, ἐμβαλόντες εἰς τοῦτον βοσκήματα καὶ θηρία παντοῖα καὶ ἀνθρώπους, ὡλοκαύτουν.
 
Traduzione: 

"I Romani posero fine a queste usanze, nonché ai sacrifici e alle pratiche divinatorie contrastanti con le nostre istituzioni. Così un uomo era stato consacrato agli dei, lo si colpiva alla spalla con una spada da combattimento e si divinava il futuro a seconda delle convulsioni dell’agonizzante. Non si praticavano mai sacrifici senza l’assistenza dei druidi: così talora uccidevano le vittime a colpi di frecce, o le crocifiggevano nei loro templi o, ancora, fabbricavano un colosso di fieno e di legno, vi introducevano animali domestici e selvatici di ogni tipo assieme a degli uomini e vi appiccavano fuoco." 
 
Abbiamo poi la testimonianza di Diodoro Siculo (Bibliotheca historica, V, 32, 6): 
 
Ἀκολούθως δὲ τῇ κατ᾽αὐτοὺς ἀγριότητι καὶ περὶ τὰς θυσίας ἐκτόπως ἀσεβοῦσι· τοὺς γὰρ κακούργους κατὰ πενταετηρίδα φυλάξαντες ἀνασκολοπίζουσι τοῖς θεοῖς καὶ μετ᾽ἄλλων πολλῶν ἀπαρχῶν καθαγίζουσι, πυρὰς παμμεγέθεις κατασκευάζοντες. Χρῶνται δὲ καὶ τοῖς αἰχμαλώτοις ὡς ἱερείοις πρὸς τὰς τῶν θεῶν τιμάς. Τινὲς δ᾽αὐτῶν καὶ τὰ κατὰ πόλεμον ληφθέντα ζῷα μετὰ τῶν ἀνθρώπων ἀποκτείνουσιν ἢ κατακάουσιν ἤ τισιν ἄλλαις τιμωρίαις ἀφανίζουσι. 
 
Traduzione:
 
"Essi sono - è una conseguenza della loro natura selvaggia - di un'empietà mostruosa nei loro sacrifici. Così, tengono imprigionati i malfattori per un periodo di cinque anni e poi, in onore ai loro dei, li impalano e ne vanno degli olocausti, aggiungendo ad essi molte altre offerte, su immense pire appositamente preparate. Trasformano anche i prigionieri di guerra in vittime per onorare i loro dei. Alcuni usano allo stesso modo anche gli animali catturati in guerra. Li uccidono unitamente agli uomini o li bruciano, o li fanno perire con altri supplizi." 

Sono della convinzione che Cesare, Strabone e Diodoro Siculo siano più autorevoli dei moderni, perché scrivevano di cose e di persone loro contemporanee, senza essere contaminati da ideologie che non potevano nemmeno concepire. Santo Cielo, Cesare ha visto le genti delle Gallie con i propri occhi! Detto questo, non sono affatto inorridito dalle usanze degli antichi Celti: erano popoli gloriosi, del cui valore bisogna essere fieri! A destarmi ripugnanza è l'ipocrisia fondante di questi tempi in cui sono costretto mio malgrado a vivere!
 
Testimonianze moderne 
 
Grandi simulacri fatti di vimini erano bruciati in Francia ancora nel XIX e nel XX secolo, anche se ovviamente non vi erano rinchiusi esseri umani. In ogni caso, questi rituali di origine celtica erano perfettamente integrati all'interno della religione cattolica. Fino al 1743, la figura di un soldato fatto di vimini veniva bruciata il 3 luglio a Parigi, in Rue aux Ours, mentre gli astanti intonavano il Salve Regina (Frazer, 1922). A Brie la combustione di un gigante di vimini avveniva in occasione del Solstizio d'Estate e di questo fu testimone il folklorista e mitologo tedesco Wilhelm Mannhardt (1831 - 1880). Nel comune pirenaico di Luchon, nell'Alta Garonna, erano arsi vivi serpenti all'interno di una colonna di vimini ornata di foglie e fiori, sempre in occasione del Solstizio d'Estate. I giovani uomini danzavano attorno alla colonna in fiamme, mentre il clero e la folla intonavano inni. Un inglese poté assistere alla cerimonia nel 1890 (Davidson, 1988). Nel Portogallo settentrionale, il rituale del Careto si conclude con la combustione di una figura umana cornuta fatta di vimini.   

 
Punch, ovvero Pulcinella  
 
Il poliziotto si documenta nella biblioteca locale, leggendo da un grosso volume quanto riporto in questa sede, trascrivendo i sottotitoli in italiano: 

La festa del Giorno di Maggio 

L'uomo primitivo viveva e moriva per il suo raccolto. Lo scopo delle sue cerimonie primaverili era assicurare un autunno prosperoso. Vestigia di questi drammi di fertilità si trovano in tutta Europa. In Gran Bretagna, per esempio, si possono ancora vedere versioni esangui delle sue danze in remote popolazioni, il Giorno di Maggio. Certi tipi includono personaggi inquietanti, un uomo-animale o maschera-cavallo che galoppa alla testa della processione caricando contro le ragazze, un uomo-donna, il sinistro burlone che interpreta il capo della comunità o sacerdote, e l'uomo sciocco, Punch, la più completadi tutte le figure simboliche, il privilegiato babbeo e re per un giorno. Sei spadaccini seguono queste figure e nel clima della cerimonia uniscono le loro spade come chiaro simbolo del sole. In epoche pagane, senza divieti, queste danze non erano semplicemente pittoresche figure. Erano frenetici riti che finivano con il sacrificio. Con questo i ballerini si aspettavano disperatamente di placare la dea dei campi. In buone epoche, offrivano prodotti agli dei e uccidevano animali. Ma nelle annate cattive, quando il raccolto era povero, il sacrificio era un essere umano. In alcune culture, era proprio il re. In altre, la vergine più bella. Spesso lui o lei rimanevano nascosti durante i mesi prima della cerimonia, proprio come il sole si nasconde alla terra in inverno. I metodi sacrificali differivano. A volte la vittima veniva affogata in mare o arsa fino alla morte su una enorme pira sacrificale. A volte i sei spadaccini decapitavano ritualmente la vergine. Poi il sommo sacerdote scuoiava il bambino e indossando la pelle ancora calda, come un mantello, guidava l'allegra moltitudine per le strade. Poi il sacerdote rappresentava la dea rinata e garantiva un altro buon raccolto per l'anno successivo. 
 
Questa è la "narrazione" a cui il film di Hardy riconduce i culti pre-cristiani. Ebbene, il "re per un giorno" Punch ci è noto: in sostanza è Pulcinella. La famosissima maschera fu introdotta dalla commedia dell'arte italiana, non certo in epoca antica. Il personaggio mascherato apparve in Inghilterra nel XVII secolo. Nel XVIII furono fissate e codificate alcune sue caratteristiche: la gobba e il naso adunco, che quasi sfiora il mento prominente e incurvato verso l'alto. La casacca giullaresca di Punch è gialla e rossa, a differenza di quella bianca dell'originale Pulcinella, che di nero ha solo la maschera e le scarpe. Il nome Pulcinella, Pullicinella venne adattato in Pulchinello, dissimilato in Punchinello, quindi abbreviato in Punch. Elementi antichissimi e ben documentati, come il sacrificio del Re, vengono a mescolarsi in modo inestricabile a moderni articoli d'importazione. Trovo assurdo far apparire Punch come un residuo del paganesimo anglosassone o addiruttura di quello celtico: una simile strategia è pura e semplice disonestà intellettuale.  
 

Curiosità 

La barca a remi Evil Eye ("Malocchio"), che porta il sergente Howie da e verso il suo aereo, non è stata costruita per questo film. Apparteneva a un residente di Plockton. Dopo averla vista, i produttori hanno deciso che sarebbe stata adatta al film, così hanno chiesto al proprietario di poterla utilizzare. La barca è sopravvissuta fino al 2004, quando è stata distrutta da una tempesta. 

Molti anni dopo aver realizzato il film, Edward Woodward ha rivisitato alcuni dei luoghi dove è stato girato. Ha affermato di aver trovato la croce improvvisata, che Howie aveva ricavato da alcuni pezzi di legno, ancora intatta dove era stata lasciata nella scena originale. Sembra quasi che volesse far passare l'accaduto per un miracolo e che il ruolo del sergente puritano gli fosse entrato nel midollo! 

Le riprese sono avvenute in autunno, quando gli alberi non sono certo fioriti. Data l'impellente necessità cinematografica, sono stati realizzati fiori e germogli finti, applicati uno ad uno a mano. Le ragazze che zampettavano nude tra i cerchi megalitici (in realtà erano blocchi di cartapesta) hanno avuto qualche difficoltà per via del clima rigido. Per mitigare le terribili condizioni in cui si girava, furono utilizzate ventole industriali in grado di diffondere un po' di calore. 

Uno dei musicisti, Ian Cutler, ha scritto che il film è stato tagliato male nel corso degli anni. Alcune scene non sono mai apparse in nessuna delle molte versioni. Una di queste sequenze è "Dream". Mentre il sergente Howie dorme, la Mano della Gloria brucia. Il sogno è un caleidoscopio di immagini altamente simboliche. Un'enorme pietra a forma di uovo gira sempre più velocemente. Anche la donna nel cimitero, che sta dando da mangiare al bambino, ha l'uovo in mano e lo schiaccia. L'arrangiatore musicale Gary Carpenter ricorda qualcosa di simile: "Ho un vivido ricordo di aver dovuto realizzare la colonna sonora di una sequenza di sogno straordinariamente complessa per Howie, che era come post-registrare un'animazione, era così intricato. Le dissolvenze e l'uso estensivo di filmati di archivio per questa sequenza hanno seriamente intaccato il budget. Nonostante l'entusiasmo del regista, non ho mai visto più riferimenti ad essa e non è presente in nessuna versione esistente del film." Peccato! 
 
L'attrice che ha interpretato la pseudo-Bardot, la svedese Britt Ekland, era incinta di suo figlio Nic Adler durante le riprese e avrebbe accettato di girare le sue scene di nudo solo dalla vita in su. Una controfigura, Lorraine Peters, è stata segretamente utilizzata per le inquadrature posteriori a corpo intero della danza di Willow: la schiena e le sensualissime chiappe! Le scene sono state girate dopo che lei aveva lasciato il set. Al termine delle riprese, la Ekland era furiosa nell'apprendere di essere stata raddoppiata in quelle riprese, ma il regista ha detto che era lei non voleva che il suo sedere fosse filmato, perché non le piaceva. Ancora oggi, ogni volta che viene avvicinata dai fan per autografare le foto della scena di nudo integrale, rifiuta sempre, perché, come sottolinea continuamente, quella non è lei. Quante tragedie per un morbido culo! 
 
La locanda dell'isola prende il nome dall'Uomo Verde. L'Uomo Verde è una figura folcloristica, simbolo di rinascita che rappresentava il ciclo di nuova crescita che avviene ogni primavera. Si  ritiene che il Cavaliere Verde nel racconto arturiano Sir Gawain e il Cavaliere Verde (XIV secolo) rappresenti una versione medievale di questo racconto.  

Un sequel abortito 

Shaffer intendeva girare un sequel raccapricciante, di cui riuscì a produrre soltanto il copione, intitolato The Loathsome Lambton Worm ("L'odioso Verme di Lambton"). La trama era stupidissima: il Sergente Howie si sarebbe salvato in extremis a causa di una forte pioggia che avrebbe spento le fiamme. Questo appare in netta contraddizione col finale stesso di The Wicker Man, in cui si vede il gigantesco manichino di vimini che crolla in fiamme (è finita, nessuna pioggia può resuscitare un cadavere carbonizzato). Hardy detestava questa idea folle di Shaffer e la contrastò sempre. Gli ricordò anche che nel frattempo era passato un ventennio, con tutte le immaginabili conseguenze sul fisico degli attori. Così commentò il Verme di Lambton di Shaffer: "Lo so che lo aveva scritto, ma credo che non piacesse a nessuno. Se no, sarebbe stato girato". E questo è quanto.  
 
Lo pseudo-sequel: The Wicker Tree  

Lo stesso regista, Robin Hardy, nel 2010 ha girato quello che avrebbe dovuto essere un sequel di The Wicker Man: si è intitolato The Wicker Tree. Questa è la trama grezza, ridotta all'osso. Una coppia americana di missionari casti appartenenti alla Chiesa Evangelica, particolarmente aggressivi e puritani, si sono recati in Scozia per convertire i pagani, della cui esistenza hanno avuto notizia. Arrivati in loco, sono stati ricevuti dal Lord locale, interpretato proprio dal sulfureo Christopher Lee. I fan sono andati in delirio, assolutamente certi che il personaggio fosse quello di Lord Summerisle. A questo punto è accaduto qualcosa di imbarazzante. Dopo che il regista si è sbilanciato, ammettendo che i fan avevano ragione, Christopher Lee lo ha smerdato malamente. Sì, è stato come se gli avesse rovesciato addosso un gran secchio pieno zeppo di diarrea fumante. Ha dichiarato che Lord Summerisle e il nobiluomo visto in The Wicker Tree erano due personaggi diversi. Inoltre ha aggiunto che il film del 2010 non era da intendersi come un sequel di quello del 1973. Sembra che Hardy, mortificato e annichilito, per un po' non si sia mostrato in giro. Ancora oggi non si comprende il perché dell'agire distruttivo di Christopher Lee. Qualcuno ha definito il film un "sequel spirituale". Bah.    

Uno squallidissimo remake 

Nel 2006 fu fatto un remake The Wicker Man, che in italiano fu intitolato Il prescelto, diretto da Neil LaBute e ambientato negli States, dove è stata fatta una connessione con le onnipresenti streghe di Salem. Il ruolo del Sergente Howie, qui chiamato Edward Malus, è stato interpretato da Nicolas Cage. Ormai la Settima Arte è morta, si è ridotta a qualcosa di pappagallesco, ripetitivo fino allo sfinimento. Può soltanto cercare di reinterpretare i precedenti film nel tentativo di riplasmare il genere umano secondo i dettami del politically correct, imponendo al contempo una nuova iconografia asettica e artificiosa, facendo uso ed abuso di effetti speciali computerizzati alquanto insipidi. Non credo che vedrò Il prescelto, ho la netta impressione che sarebbe come infilare le mani in un secchio di cagnotti.      

giovedì 28 ottobre 2021

 
L'ULTIMO DEI MOHICANI 
 
Titolo originale: The Last of the Mohicans
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1992 
Lingua: Inglese, Francese, Cherokee, Mokawk, Lakota, Inupik 
Durata: 112 min
Genere: Azione, storico, drammatico
Regia: Michael Mann
Soggetto: James Fenimore Cooper (romanzo), Philip Dunne, 
   John L. Balderston, Paul Perez, Daniel Moore
   (sceneggiatura film 1936)
Sceneggiatura: Christopher Crowe, Michael Mann
Produttore: Michael Mann, Hunt Lowry
Produttore esecutivo: James G. Robinson
Casa di produzione:
Morgan Creek Productions
Distribuzione in italiano: Penta Film
Fotografia: Dante Spinotti
Montaggio: Dov Hoenig, Arthur Schmidt
Effetti speciali: Thomas L. Fisher, Jim Rygiel
Musiche: Trevor Jones, Randy Edelman
Scenografia: Wolf Kroeger, Robert Guerra, Richard Holland,
     Jim Erickson, James V. Kent
Costumi: Elsa Zamparelli
Trucco: Peter Robb-King, Vincent J. Guastini
Interpreti e personaggi: 
    Daniel Day-Lewis: Nathaniel "Occhio di Falco"
    Madeleine Stowe: Cora Munro
    Russell Means: Chingachgook
    Eric Schweig: Uncas
    Jodhi May: Alice Munro
    Steven Waddington: Maggiore Duncan Heyward
    Wes Studi: Magua
    Maurice Roëves: Colonnello Edmund Munro
    Patrice Chéreau: Generale Louis-Joseph de Montcalm
    Edward Blatchford: Jack Winthrop
    Terry Kinney: John Cameron
    Tracey Ellis: Alexandra Cameron
    Justin M. Rice: James Cameron
    Dennis Banks: Ongewasgone, Capo geli Irochesi
    Pete Postlethwaite: Capitano Beams
    Sebastian Roché: Martin 
    Colm Meaney: Maggiore Ambrose 
    Mac Andrews: Generale Webb 
    Malcolm Storry: Phelps 
    David Schofield: Sergente Major 
    Mike Philips: Il Sachem degli Uroni 
    Dylan Baker*: Capitano De Bouganville 
    Tim Hopper: Ian 
    Gregory Zaragoza: Capo degli Abenaki 
    Scott Means: Guerriero Abenaki 
    William J. Bozic Jr.: Ufficiale d'artiglieria francese 
    Patrick Fitzgerald: Aiutante del Generale Webb 
    Mark Joy: Henri 
    Steve Keator: Rappresentante coloniale
    *Accreditato come Mark Edrys
Doppiatori italiani:
    Massimo Corvo: Nathaniel "Occhio di Falco"
    Cinzia De Carolis: Cora Munro
    Gianni Musy: Chingachgook
    Oreste Baldini: Uncas
    Laura Lenghi: Alice Munro
    Angelo Maggi: Maggiore Duncan Heyward
    Paolo Buglioni: Magua
    Michele Kalamera: Colonnello Edmund Munro
    Carlo Valli: Jack Winthrop 
 
Trama: 
Anno del Signore 1757. Una famiglia un po' anomala viaggia nottetempo per i boschi del Nordamerica, cacciando cervi e cercando di fuggire alla guerra che oppone i Francesi agli Inglesi. Il bizzarro gruppetto è composto da Chingachgook, da suo figlio Uncas e da Nathan "Occhio di Falco", un inglese adottato da bambino dopo essere rimasto orfano dei suoi genitori. Questi superstiti sono tutto ciò che resta della tribù morente dei Mohicani. La loro destinazione è un luogo quasi mitologico dove pensano di trovare la pace: le Pianure Occidentali. Nel corso del tragitto, i tre si imbattono in un reclutatore (non c'era piaga peggiore nell'Impero Britannico), il cui lavoro consiste nell'arruolare "volontari" tra i nativi. Naturalmente non si trattava davvero di volontari, bensì di soggetti a una vera e propria coercizione: l'alternativa era tra l'entrata nei ranghi e l'essere impiccati. Chingachgook e i suoi, che rifiutano con fermezza la leva, riescono a fuggire col favore delle tenebre e ad andare avanti imperterriti. A un certo punto salvano una compagnia inglese da un'imboscata degli Uroni guidati dal fierissimo Magua, animato da propositi di vendetta. Lo scopo della compagnia, guidata dal perfido Maggiore Duncan Heyward, era fare da scorta alle figlie del Colonnello Edmund Munro, Cora e Alice. Proprio Edmund "Capello Grigio" Munro e la sua prole sono l'oggetto dell'odio eterno di Magua, i cui figli sono stati uccisi per opera sua. Gli aggressori finiscono sterminati, tranne Magua che riesce a fuggire. Così Chingachgook e i suoi scortano le figlie del Colonnello fino al forte, che trovano assediato dai Francesi e dagli Uroni loro alleati, riuscendo comunque a intrufolarsi. Cora, che ha rifiutato la proposta di matrimonio dell'odioso Maggiore Heyward, si invaghisce di Nathan, mentre Alice è attratta da Uncas. Questo attira sul figlio adottivo di Chingachgook l'odio del militare respinto. Il Colonnello Munro è sorpreso di vedere le sue figlie: aveva infatti inviato una lettera avvertendole di stare alla larga. La missiva non le ha mai raggiunte. Viene tentata una sortita notturna: un miliziano parte per raggiungere il Generale Webb a Fort Edward e chiedergli rinforzi. Chingachgook e i suoi, appostati sul forte, gli forniscono il fuoco di copertura. Il problema è che Munro vieta l'applicazione di un accordo fatto da Webb, che permetteva ai miliziani di raggiungere le loro fattorie per difenderle in caso di attacco. Per reazione, Nathan aiuta la fuga di alcuni di loro, finendo così arrestato per sedizione e condannato all'impiccagione. Presto il Colonnello Munro apprende che il Generale Webb non gli invierà alcun rinforzo: l'unica alternativa è la resa ai Francesi. Il Generale Louis-Joseph de Montcalm, che concede a Munro e ai suoi uomini di lasciare il forte indossando con onore le armi. Il fierissimo Magua, sentendosi tradito, guida un attacco ai soldati inglesi e ai civili che stanno lasciando il forte, facendone grande strage. Munro viene catturato e  ferito a morte: Magua gli giura che ucciderà le sue figlie con il proprio coltello, quindi gli strappa il cuore dal petto e lo divora! Nathan, Chingachgook e Uncas riescono a fuggire con le canoe portando con sé Cora, Alice e Heyward. Trovando riparo in una grotta dietro una cascata, ma Magua piomba loro addosso. Il gruppo si divide. Nathan dice a Cora e Alice di sottomettersi agli Uroni, quindi si getta nella cascata assieme ai due Mohicani, dopo aver promesso che arriverà a liberarle. Il rancido Heyward resta con le figlie di Munro e accusa Nathan di codardia. Magua porta le sue prede in un grande insediamento degli Uroni. Mentre sono tutti al cospetto del Sachem, arriva Nathan disarmato per implorare la vita dei prigionieri. L'anziano Sachem degli Uroni è colui che decide chi deve vivere e chi deve morire. Stabilisce così che il malevolo Heyward debba essere restituito agli Inglesi. Condanna le due donne a una sorte ben più crudele: Alice deve essere data a Magua come risarcimento, mentre Cora deve essere bruciata viva. Nathan viene lasciato libero, ma in preda alla disperazione si offre di essere arso aposto della sua amata Cora. Il Sachem capisce soltanto la lingua degli Uroni e il francese, quindi Heyward fa da interprete. Sbaglia però a tradurre un pronome personale e finisce lui sul rogo al posto del suo rivale. Il figlio adottivo di Chingachgook lascia il villaggio con Cora e spara a Heyward per risparmiargli un'atroce agonia tra le fiamme: ricambia la perfidia con la misericordia. Nella fuga disordinata che segue, Uncas tenta disperatamente di salvare Alice e attacca battaglia con gli Uroni, ma viene ucciso da Magua e precipita da un dirupo. Annientata dal dolore, Alice rifiuta di consegnarsi a Magua e si suicida gettandosi dallo stesso dirupo. Si scatena una battaglia, in cui Chingachgook riesce a uccidere Magua colpendolo con un Tomahawk a forma di fucile e a vendicare la morte del figlio. Rimasto solo con Nathan, Chingachgook prega il Grande Spirito di ricevere Uncas, proclamandosi "l'ultimo dei Mohicani".  

 
Recensione: 
Se devo essere franco, mi stomaca tutto il romanticume che tanto è piaciuto agli spettatori. Nathan "Occhio di Falco", Chingachgook e Uncas sono personaggi deboli, anodini, privi di carattere, quasi evanescenti. La loro inconsistenza trova una parvenza di riscatto soltanto quando Chingachgook, rimasto l'ultimo del suo popolo, pronuncia parole poetiche per il funerale del figlio Uncas. Sono queste:
 
"Grande Spirito, e Creatore della Vita, un guerriero va a te, veloce e dritto come una freccia lanciata nel sole. Da' lui benvenuto, e lascia lui prendere posto in Gran Consiglio di mio popolo. È Uncas, mio figlio. Dì lui di essere paziente, e da' a me una rapida morte, perché loro sono tutti là, meno uno, io, Chingachgook, l'Ultimo dei Mohicani." 
 
Si deve però notare che egli non riconosce Nathan "Occhio di Falco" come genuino prosecutore della stirpe dei Mohicani, proprio perché vale il Principio del Sangue. Soltanto il Sangue conta. Nathan non è nato dal seme dei Mohicani, bensì da quello degli Inglesi, quindi è e resterà sempre un inglese. Tutto il resto non ha alcun valore. Non esiste nessuno ius soli. Vale unicamente lo ius sanguinis, come è fin dai più remoti tempi della preistoria, anche se questo non piacerebbe ai fautori del politically correct woke autorazzista. 
 
La realtà è questa: l'unico personaggio autentico e possente è Magua. Lui è il fulcro dell'intera narrazione. Senza la sua figura crollerebbe tutto in un istante. Cosa ce ne faremmo di quegli stupidissimi amori di cui è piena la pellicola? Non servono a nulla: sono sdolcinati, privi di qualunque senso, messi lì apposta per compiacere il gusto degenere dei moderni e dei postmoderni. C'è più significato nel crudo atto di cannibalismo compiuto da Magua che in tutto il resto! Quando scrissi su Facebook che ammiravo Magua in modo sviscerato, qualcuno mi accusò: "Perché stai dalla parte del malvagio". Così replicai: "Sto dalla parte di chi è stato stritolato dalla vita!" So bene come decidere chi è il perdente. Lo capisco a pelle, fin da subito. Il perdente odia l'esistenza, che lo ha devastato. Il mio giudizio poi viene puntualmente confermato facendo un bilancio di tutte le vicissitudini del personaggio, dalla sua comparsa nel film fino al triste epilogo. Questo è ciò che ha detto l'Eroe degli Uroni al Marchese Joseph-Louis de Montcalm:
 
"Il villaggio di Magua è stato bruciato e i figli di Magua sono stati uccisi dall'Inglese. Magua è stato fatto schiavo dai Mohawk che combattevano per Capello Grigio. La moglie di Magua, credendo lui morto, è diventata la moglie di un altro. Capello Grigio era il padre di tutto questo. Col tempo, Magua è diventato fratello di sangue dei Mohawk, per tornare libero, ma sempre in suo cuore lui è Urone. E il suo cuore tornerà a volare il giorno che Capello Grigio e suo seme muore." 

Come non commuoversi davanti a queste vibranti parole? I vincenti, i "buoni e giusti", sono tutte persone ipocrite che hanno successo sessuale e procreativo, la cui progenie riesce a prevalere; in aggiunta a ciò, appestano il mondo con le loro boiate idealistiche. L'odio feroce che anima i perdenti non ha invece sfogo alcuno nell'architettura narrativa, per colpa del moralismo schifoso degli autori. Il fuoco degli sconfitti, che dovrebbe ardere il mondo, resta un mero spauracchio. Proprio come i sogni di Magua, che vede un futuro di immensa gloria per il suo popolo: immagina l'ascesa degli Uroni tra le nazioni del mondo, fino a farli diventare "non meno dei Bianchi, e forti come i Bianchi" ("pas moins que les Blancs, et forts comme les Blancs"). Poi finisce tutto nel Nulla. Una cosa senza senso, giusto per garantire la tranquillità allo spettatore conformista. 
 
 
Inconsistenza delle figure femminili 
 
Cora ed Alice non significano nulla. Sono soltanto ombre. Magua le vuole uccidere per annientare ogni traccia della vita del loro padre, che per lui è stato tanto calamitoso. La stupida morale del regista garantisce che il potere dell'Odio non può e non potrà mai prevalere sull'Amore. Mann e Crowe non sono tuttavia riusciti a dar vita a una sceneggiatura decente per personaggi futili come le figlie di "Capello Grigio" Munro. Hanno messo queste sensuali e vuote creature nel film soltanto perché per avere successo ci deve essere un po' di figa! Avendo un animo sanguigno, vendicativo e affine a quello di Magua, non mi lascio certo commuovere dalle infinite stronzate propinate da registi e sceneggiatori melensi!  

 
Un fulvo stranamente odioso 

Ho sempre avuto una grande simpatia per le persone con i capelli rossi, che mi paiono un attributo divino. Ebbene, Michael Mann è riuscito a portare in scena un uomo con i capelli rossi, che tuttavia non ha riscosso il mio favore. Un caso più unico che raro. Il Maggiore Duncan Heyward mi ha ispirato fin da subito un'antipatia vivissima, al punto che ho biasimato Nathan "Occhio di Falco" per avergli concesso l'eutanasia: ho pensato che avrebbe fatto meglio a negargli una rapida morte con un colpo di fucile mentre ardeva orrendamente sul rogo. In fondo, lo stesso Heyward non avrebbe concepito pietà alcuna, non avrebbe esitato per un solo istante a fare impiccare Nathan, se ne avesse avuto la possibilità! 
 
La confusione di due popoli 
 
Lo scrittore James Fenimore Cooper ha confuso due popolazioni diverse, entrambe di lingua algonchina, a causa dell'assonanza dei loro rispettivi nomi. I Mohicani (in origine Mahican), stanziati nel territorio che è attualmente parte dello Stato di New York, erano infatti ben distinti dai Mohegan stanziati nel Connecticut. Il romanzo di Fenimore Cooper ha contribuito in modo determinante a diffondere tra il grande pubblico questa confusione, che ritroviamo ovviamente tal quale nel film di Michael Mann. Il nome Mohegan deriva da Monahiganeuk, che nella lingua algonchina Narragansett significa "Popolo del Lupo": proto-algonchino *mahi·nkana "lupo". La prima attestazione risale al 1614 (Fonte: Dizionario Merriam-Webster). Il nome Mahican significa invece "Popolo dell'Estuario": proto-algonchino *menahanwi "isola". Si vede che la somiglianza con Mohegan è puramente esteriore. Il passaggio da Mahican (con -a-) a Mohican (con -o-) è stato causato proprio dall'influenza di Fenimore Cooper. Come conseguenza di questo marasma cognitivo, la forma Mohican è stata usata anche al posto di Mohegan

 
Etimologia di Chingachgook 
 
L'antroponimo Chingachgook significa "Grande Serpente". Nella lingua dei Lenape, strettamente imparentata a quella dei Mohicani, xinkw- significa "grande" e xkuk significa "serpente": ne deriva così xinkwixkuk "grande serpente". Il suono /x/ in Lenape è la fricativa velare che troviamo nel tedesco Bach /bax/ "ruscello". La sua trascrizione con il digramma ch ha portato alla pronuncia ortografica di Chingachgook con l'affricata postalveolare /tʃ/ che troviamo nell'inglese church /tʃə:(ɹ)tʃ/ "chiesa". Simili fraintendimenti non sono rari nella trascrizione delle lingue della famiglia Algonchina. Il problema è che le pronunce ortografiche, per quanto fuorvianti, hanno la bruttissima tendenza a consolidarsi, fino a diventare induscutibili. Questo è uno dei modi più insidiosi di distorsione della realtà. 
 
 
Etimologia di Uncas 
 
L'antroponimo Uncas significa "Volpe" e deriva dalla lingua dei Mohegan: nella lingua algonchina di quel popolo la volpe è chiamata wonkus /'wɔŋkəs/. In Narragansett è wonkis. Uncas era per l'appunto il nome di un capo storico dei Mohegan stanziati nel territorio del Connecticut, dei Pequot e dei Narragansett - non dei Mohicani stanziati nel territorio dell'attuale Stato di New York. Visse qualche decennio prima degli eventi narrati nel film di Mann e nel libro di Fenimore Cooper. Non ci sono dubbi sul fatto che la figura storica di questo Uncas abbia contribuito in modo sostanziale al mito dell'Ultimo dei Mohicani. 
 
 
Etimologia di Magua 
 
Qui cominciano i problemi. Non è stato agevole trovare l'etimologia dell'antroponimo Magua e nemmeno capirne il significato. Magua è anche conosciuto come Volpe Astuta (in francese Renard Subtil), ma ci sono serie ragioni di dubitare che questa sia la traduzione esatta del suo nome Urone. Nella lingua degli Uroni, che appartiene alla famiglia Irochese, il suono /m/ è molto raro e nella maggior parte dei casi è un semplice allofono dell'approssimante labiale /w/; inoltre /m/ non sembra trovarsi in posizione iniziale di parola. Questa carenza della nasale labiale /m/ è tipica delle lingue irochesi. Un aiuto ci viene dall'etnonimo dei Mohawk /ˈmoʊhɔːk/, che sono un nobile e valoroso popolo del ceppo Irochese. Ebbene, i Mohawk non si chiamano tra loro con questo nome, che non è irochese, bensì algonchino. Si tratta di un esoetnico, che deriva dalla lingua algonchina dei Narragansett: mauquàuog, mohowaúgsuck, che significa "essi mangiano esseri viventi", chiaro eufemismo per "cannibali". Ecco finalmente spiegato il glorioso antroponimo Magua: significa "Cannibale". I Mohawk, nella cui lingua manca del tutto il suono /m/, chiamano se stessi Kanienʼkehá:ka’. Per quale ragione un guerriero degli Uroni dovrebbe darsi un nome in una lingua algonchina? Probabilmente il suo nome serviva a terrorizzare i nemici, che avevano un fortissimo tabù per il cannibalismo. 
 
Etimologia di Uroni  

Il nome con cui tutti conoscono il glorioso popolo degli Uroni in realtà potrebbe essere di origine francese. Certamente si tratta di un esoetnico, ossia di un nome attribuito a una comunità da altri. L'endoetnico è invece Wyandot (Wendat): è così che gli Uroni chiamavano se stessi. Secondo l'opinione accademica più accreditata, l'esoetnico Huron deriva dal francese hure, che significa "testa di animale selvatico", specialmente "testa di cinghiale". La glossa data dal dizionario del Centre Nationale de Resources Textuelles et Lexicales (CNRTL) è "tête d'une sanglier, du porc, p.ext. de certaines bêtes fauves et de poissons à tête allongée" (ossia "testa di un cinghiale, del porco, per est. di certe bestie selvatiche e di pesci dalla testa allungata"), Esempi: une hure d'un sanglier "una testa di cinghiale"; la hure d'un lion "la testa di un leone"; la hure d'un loup "la testa di un lupo"; la hure d'un esturgeon "la testa di uno storione". Il riferimento sarebbe all'acconciatura dei guerrieri Wyandot o al loro aspetto particolarmente belluino. L'etimologia di hure è a sua volta incerta; in genere viene considerato un vocabolo di origine germanica, anche se non ho potuto reperire dati in grado di dimostrarlo. Esite però anche la possibilità che l'esoetnico Huron derivi da una parola contenente la radice Irochese ronon "nazione", presente anche nella lingua Wendat. A riprova di questa genuina derivazione amerindiana, si riporta che le Quattro Nazioni Wyandot derivavano dai resti dei Tionontati, degli Attignawantan e dei Wenrohronon (History - Wyandotte Nation). Ebbene, l'etnonimo Wenrohronon, attestato anche come Wenro, ha tutta l'aria di essere la vera origine di Huron.  
 
 
Etimologia di Sachem "Grande Capo" 

La parola sachem (inglese /'seɪtʃəm/, /'sætʃəm/; francese /sa'ʃɛm/), che indica un capotribù, è di origine Algonchina. Più precisamente, deriva dal Narragansett sâchim, la cui pronuncia è /'sa:tʃem/. In altre parole, non si ritrova l'errore della pronuncia ortografica già vista in Chingachgook, dove il suono /x/ simile a quello del tedesco Achtung è stato realizzato come il suono /tʃ/ dell'inglese much. In ogni caso, l'affricata /tʃ/ si è sviluppata da una più antica occlusiva /k/. L'origine ultima della parola è la radice proto-algonchina *sa·kima·wa "capo (maschio)". Questi sono i suoi discendenti: 
 
Algonchino Orientale: *sākimāw 
Mi'kmaq: saqamaw 
Malecite-Passamaquoddy: sakom 
Abenaki: sôgmô, sôgemô
Penobscot: sagəma, sagama, sagemo, sangemo
Wangunk: sequin
Narragansett: sâchim
Mohegan-Pequot: sôcum
Lenape: sakima

Algonchino Centrale: *okimāwa
Cree: okimahkân
  Cree delle Pianure: okimâw
  Cree Sudorientale: uchimaa
Fox: okimâwa
Ojibwe: ogimaa
  Ottawa: gimaa
Potawatomi: wgema
Miami: akimaawa, akima
 
Dalla lingua Penobscot (non dal Mi'kmaq come qualcuno sostiene) è derivato in inglese il termine sagamore (/'sæɡəmɔː/, /'sæɡəˌmɔɹ/), usato come sinonimo di sachem. In altre parole, sachem e sagamore costituiscono un fenomeno allotropo. 

 
Occhio di Falco 
 
Il soprannome o nome indiano di Nathan nella versione italiana è "Occhio di Falco". Nell'originale inglese è Hawkeye. Nel libro di Fenimore Cooper è Hawk-eye, con il trattino. Trovo interessante questo composto. Si noti l'assenza del genitivo sassone: non è Hawk's Eye. Il vero antroponimo del personaggio è in realtà Nathaniel Bumppo. I soprannomi sono numerosi: Natty, Hawk-eye, Œil de Faucon (traduzione di Hawk-eye in francese), La Longue Carabine (Long Rifle), Leatherstocking ("Calze di Cuoio"). Compare anche in altre opere dello stesso autore: ad esempio è soprannominato Pathfinder ("Esploratore") in The Pathfinder, or the Inland Sea (1840). Il cognome Bumppo mi pare impenetrabile e misteriosissimo. Nel vasto Web non sono stato finora in grado di trovare alcunché di utile a rischiararne l'etimologia.  
 
 
"Capello Grigio" Munro  
 
Il Tenente Colonnello George Monro (talvolta scritto Munro) è il personaggio storico a cui è ispirato il Colonnello Edmund Munro. Mi è sconosciuta la ragione di questo cambiamento del nome di battesimo, da George a Edmund. Era nato a Clonfin, nella Contea di Longford (Contae an Longfoirt), in Irlanda, da una famiglia militare scozzese. Apparteneva alla Libera Muratoria. Nella realtà egli non si accompagnava a donne e non aveva alcuna figlia, ma Fenimore Cooper gli ha attribuito un'indole libidinosa: in gioventù l'ufficiale avrebbe posseduto carnalmente una prosperosa mulatta, procreando Cora. A quanto ho potuto appurare, nel romanzo Munro non è mai menzionato col suo nome di battesimo. Ne deduco che Edmund debba essere un'invenzione del regista. Non capirò mai la tendenza irresistibile degli anglosassoni a cambiare i nomi delle persone. Se i suoi genitori lo hanno chiamato George, perché diamine dovrebbe diventare Edmund?
 
L'enigmatico Ongewasgone 
 
L'antroponimo Ongewasgone, menzionato di sfuggita nel corso del film, ha dato origine a una serie di grottesche distorsioni percettive, essendo stato inteso male dagli spettatori, come "Uncle Wiscone" /ʌŋkḷ wɪ'skoʊn/ o addirittura come "How Go Ascone" /hɑʊ goʊ æ'skoʊn/. Ecco il link alla pagina in cui ho trovato i thread buffoneschi: 
 
 
Questo dimostra che gli stessi parlanti anglosassoni hanno gravissimi problemi acustici, proprio come me, al punto che non sono in grado di intendere in modo corretto qualsiasi nome, di qualsiasi origine. Di fronte a qualcosa di non familiare, reagiscono cercando di ricondurlo a ciò che è loro noto.
In un sito web è stato commesso un grave errore: è stato attribuito il nome Ongewasgone al Capo degli Uroni. Mi sono accorto di questa incongruenza cercando in Google l'etimologia dell'antroponimo irochese - che non è stata trovata.  

L'importanza della Guerra dei Sette Anni 

La Guerra dei Sette Anni (1756 - 1763), di cui la Guerra Franco-Indiana è stata la manifestazione principale in Nordamerica, ha coinvolto tutte le principali potenze dell'epoca. Winston Churchill la considerò la vera Prima Guerra Mondiale, dato che aveva anticipato le caratteristiche di quella che nel XX secolo sarà definita "guerra totale". Gli schieramenti comprendevano da un lato il Regno di Gran Bretagna, il Regno di Prussia, l'Elettorato di Hannover, altri Stati minori della Germania Nordoccidentale e il Regno del Portogallo (dal 1762); dall'altro lato, la coalizione composta da Regno di Francia, Monarchia Asburgica, Sacro Romano Impero (in particolare l'Elettorato di Sassonia), Impero Russo, Svezia e Spagna (dal 1762). Non fu combattuta soltanto in Europa: Francesi e Britannici utilizzarono ampiamente come alleati popolazioni native dell'America settentrionale e dell'India.  
 

Le atrocità dell'assedio di Fort William Henry 
 
Ricordo di aver visto un documentario in cui si parlava del fatto storico su cui si basa il romanzo di Fenimore Cooper: l'assedio di Fort William Henry (provincia di New York), avvenuto nel 1757. Quando gli Uroni assaltarono gli Inglesi che stavano lasciando il forte, si abbandonarono a violenze inimmaginabili. Nel loro furore arrivarono al punto di esumare i cadaveri sepolti nel cimitero, scotennandoli e facendone scempio. Ne nacque una terribile epidemia di vaiolo, che portò sterminio tra gli Uroni. Dai resti ritrovati in loco, si è potuto appurare che le condizioni di salute dei coloni britannici erano tremende. Soffrivano di malformazioni della spina dorsale, di ernie vertebrali e di rachitismo, conseguenze di malnutrizione cronica. Mai avere nostalgia per epoche in cui non si è vissuti!  
 
Curiosità
 
Le riprese del film hanno coinvolto ben 900 nativi amerindiani, in gran parte dei casi appartenenti al popolo Cherokee. Wes Studi, che ha interpretato l'eroico Magua, è per l'appunto un Cherokee. In un'occasione ha dichiarato che quando doveva essere girata una scena in cui avveniva una conversazione tra Indiani, ogni attore parlava la propria lingua, senza badare alla sua comprensibilità da parte degli altri. Così Wes Studi parlava in Cherokee, mentre Mike Philips, che interpretava il Sachem degli Uroni, era un Mohawk e non capiva niente. Allo stesso modo, il supposto dialogo nella lingua dei Mohicani tra Chigachgook e Uncas era incoerente: Russel Means parlava in Lakota e non poteva essere capito da Eric Schweig, che parlava invece in una lingua degli Inuit del Canada occidentale. 
 
I dialoghi in francese sembrano di buona qualità. Tuttavia sono riuscito a individuare un grossolano errore commesso da Wes Studi (o più probabilmente dal suo doppiatore): a un certo punto usa la parola poison "veleno" pronunciandola /poi'zɔ̃/ anziché /pwa'zɔ̃/ o il più arcaico /pwɛ'zɔ̃/: praticamente utilizza il dittongo dell'omografa parola inglese. Potrebbero esserci altre inconsistenze di questo genere, che però mi sono sfuggite. Splendida e risonante la frase "Je n'ai pas peur de les Français!", incarna l'essenza stessa dell'eroismo! Sarebbe bello se Micron trovasse simili avversari.