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lunedì 14 ottobre 2019


LE GUIDE DEL TRAMONTO

Aka: L'Angelo custode
Titolo originale: Childhood's End
Autore: Arthur C. Clarke 
Anno: 1953
Prima edizione italiana: 1955
Lingua originale: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Fantascienza apocalittica, fantascienza hard,
      invasione aliena
Editore: Mondadori
Edizioni italiane:
    Il Girasole - Biblioteca Economica Mondadori n° 37
    Urania (Millemondinverno) n° 467
    Classici Urania n° 53
    I Massimi della Fantascienza n°3
    "Per tutti i diavoli dell'Universo", Editoriale Corno e Club
        degli Editori
Traduzione: Giorgio Monicelli

Sinossi (da Mondourania.com): 
Per sei giorni le immense astronavi, silenziose e immobili, restarono sospese sulle metropoli della Terra. Poi vennero gli ordini, e ai terrestri non restò che obbedire. Ma per anni e anni nessuno poté vederli, gli Esseri venuti con le astronavi. Nessuno poté sapere chi erano. Per quale misteriosa ragione “Essi” non volevano essere conosciuti? Forse perché (ma nessuno lo sospettò) non volevano essere “ri-conosciuti”? Arthur C. Clarke è uno degli scrittori di fantascienza in cui risuona più intensa la nota metafisica: il suo tema è l’avventura della razza umana fra i misteriosi fondali dell’universo, l’enigma del nostro destino nello spazio. È da lì, a pensarci bene, che viene il brivido dei brividi: Clarke ce lo dimostra con questa calata dal cielo di invisibili angeli del bene o del male.

Trama:
Proprio quando un razzo parte verso lo spazio, le porte del cosmo vengono sbattute in faccia all'umanità. I Superni (in inglese Overlords, alla lettera "Super-Signori"), prendono il controllo del pianeta, in modo silenzioso, senza manifestarsi agli umani. L'unico contatto tra la specie aliena e i popoli terrestri è per molti anni il Supercontrollore Karellen, che si guarda bene dal mostrarsi al suo interlocutore, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Rikki Stormgren. Passa così mezzo secolo. Allo scadere di questo periodo, arriva finalmente il Giorno del Contatto. I Superni si mostrano, rivelando di avere l'aspetto che i Cristiani attribuiscono al Diavolo:
corna, coda e ali di pipistrello. Ecco svelato il mistero della riservatezza dei visitatori alieni. Temevano di traumatizzare i terrestri e di essere ritenuti Demoni. Ha inizio quella che potrebbe sembrare un'Età dell'Oro. Unità del genere umano; un'immensa prosperità per tutti, dato che le ingenti spese militari sono ormai destinate a usi più proficui; fine di ogni conflittualità e instaurazione di una società basata sull'edonismo. Eppure qualcosa non va. Anche se pochi lo capiscono, è come se fosse stato posto termine alla Storia. Non si può sognare più nulla: il paternalismo dei Superni rende vana ogni iniziativa. Viene imposto un divieto draconiano a qualsiasi tentativo di espansione spaziale del genere umano. "Le stelle non sono per l'uomo", decretano i Superni. Jan Rodricks è uno spirito inquieto e non riesce a rassegnarsi allo stagno termodinamico che è diventata la Terra, così elabora un ingegnoso piano per nascondersi in una nave aliena e raggiungere il mondo madre dei Superni, che si trova a una quarantina di anni luce dal nostro sistema solare. Il progetto di Rodricks riesce: egli arriva a destinazione ed è testimone di molte meraviglie. C'è però un prezzo da pagare per tutto questo. Intanto, sulla Terra, un fenomeno inquietante ha cominciato a manifestarsi. Si tratta dello "sfondamento". Sempre più bambini hanno visioni di mondi lontani e precipitano in uno stato di assoluta irrealtà. Come Rodricks stesso apprende dagli stessi Superni, la spiegazione è molto semplice. Esiste un essere mostruoso, immane, simile a un Dio panteista. È la Supermente (in inglese Overmind), che estroflette i suoi tentacoli per fagocitare i viventi colpiti dallo "sfondamento", assimilandoli, facendo perdere loro ogni parvenza di individualità. Eccolo, il segreto dei Superni, che sono sotanto servi di un simile mostro galattico. Quando Rodricks viene ricondotto sulla Terra, a causa della relatività sono trascorsi molti anni. Egli è l'ultimo uomo propriamente detto sull'intero pianeta. Oltre a lui sopravvivono solo alcuni esemplari degenerati, relitti delle generazioni pre-sfondamento destinati al Nulla. Così si conclunde la vicenda terrena di quest'uomo, che a buon diritto può essere chiamato il Superstite, mentre i Superni si allontanano dal desolato globo terracqueo. La Supermente maledetta ha ormai consumato il suo fiero pasto!   

Recensione: 
Tra i primi romanzi di fantascienza che ho letto, mi ha lasciato un segno profondo. Mi piace moltissimo l'atmosfera di decadenza che ispira, quel senso di funesta inutilità di ogni agire umano in vista della consunzione escatologica. A mio parere il più bel libro che Clarke abbia mai scritto. Per questo bisognerebbe ricordarlo, più che non per 2001: Odissea nello spazio. Mentre 2001: Odissea a nello spazio parla dell'Alba dell'Uomo e di un'intelligenza cosmica benevola che favorisce la nascita della vita e della consapevolezza dovunque sia possibile, qui vediamo all'opera veri e propri becchini delle specie senzienti. Il ruolo dei Superni è quello di comparire al capezzale di un moribondo che non sospetta nulla della propria malattia, mettendosi a prepararne i funerali ancor prima che arrivi Azrael, l'Angelo della Morte. Com'è facile immaginarsi, la gente ama poco ciò che parla di Thanatos evocandone la presenza. Per questo da 2001: Odissea nello spazio è stato tratto da Kubrick il film omonimo di immenso successo, mentre Le guide del tramonto ha avuto soltanto - che io sappia - come adattamento un'oscura serie TV in tre episodi, trasmessa nel 2015 dal canale statunitense Syfy.  

Un anello temporale retroattivo

Un brivido teologico sulfureo si insinua nella narrazione. Sembra evidente che i Superni hanno l'aspetto dei Demoni. La spiegazione di tutto ciò sta in un entanglement macroscopico che lega gli ultimi istanti della specie Homo sapiens alle orribili visioni promonitrici di qualche nostro antenato in una lontana preistoria, millenni prima della Rivelazione apocalittica ricevuta da Giovanni a Patmos. I Superni lo riconoscono: siccome sono stati visti sul teatro della Fine, ne sono stati ritenuti la causa. Il Superno Rashaverak lo spiega molto bene con queste parole:

«Quando le nostre astronavi penetrarono nel vostro cielo, un secolo e mezzo fa, quello fu il primo incontro delle nostre due razze, sebbene vi avessimo studiato da lontano per secoli e millenni, naturalmente. Eppure voi ci avete riconosciuti e temuti, come sapevamo che avreste fatto. Non era precisamente un ricordo, il vostro; avevate già avuto la prova che il tempo è molto più complesso di quanto la vostra scienza abbia mai potuto prevedere. Vedete, quel ricordo non era del passato, ma del futuro: di quegli anni in cui la vostra razza avrebbe saputo che tutto era finito. Noi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, ma non era una conclusione facile da raggiungere. E poiché eravamo presenti, siamo stati identificati con la fine della vostra specie. Sì, anche se questa fine era lontana diecimila anni! È stato come se un'eco invertita fosse rimbalzata lungo il circolo chiuso del tempo, dal futuro al passato. Chiamatela così, più che una reminiscenza, una premonizione.»

L'ontologia temporale sostenuta da Clarke è eternista non tensionale, ossia B-eternista. In essa non esiste differenza concreta tra presente, passato e futuro, che sono semplici dettagli geometrici di un panorama multidimensionale. 

La dissoluzione delle religioni 

Una religione dimostra la sua vanità estrema quando la realtà dei fatti confuta la sua cosmologia, l'idea che ha del posto dell'Uomo nell'Universo. Così avviene quando i Superni finalmente si rivelano: 

C'erano mutamenti anche più profondi. Era un evo del tutto laico. Delle fedi esistite prima dell'avvento dei Superni, solo una forma puritana di buddismo, la più austera, forse, di tutte le religioni, sopravviveva ancora.  

Eppure soltanto pochi decenni prima della vicenda di Jan Rodricks, le religioni erano vive e vegete. Il principale oppositore dei Superni, Wainwright, era un ex prete: ci viene detto che dai suoi discorsi sembrava che portasse ancora la tonaca. Ci viene anche detto che una delegazione delle principali chiese del mondo aveva espresso il suo sostegno al Supercontrollore Karellen e alla sua politica. Purtroppo il romanzo non ci spiega in dettaglio il processo di estinzione di un così gran numero di fedi. Che sarà accaduto in concreto? Sarebbe bello leggere in qualche opera lettearia il racconto dell'ultimo Papa, dell'ultimo prete, dell'ultimo rabbino, dell'ultimo imam. Certo, Nietzche ci parla della Festa dell'Asino e dell'ultimo Papa. Nulla però ci vene detto sulla fine del meccanismo di successione spirituale. 

Il triste declino della Scienza 

Con buona pace dei neopositivisti pierangelisti, Clarke ci descrive un futuro di stagnazione proprio in concomitanza con l'estinzione di ogni credenza in una realtà trascendente. La fine della religione non porta al genere umano alcun beneficio concreto, anzi, porta con sé la decadenza stessa del progresso scientifico. 

Ma sebbene pochissimi, per il momento, se ne accorgessero, il declino della religione fu accompagnato dal declino della scienza. C'era una pletora di tecnologi, ma pochi erano gli originali pensatori che sapessero estendere le frontiere delle conoscenze umane. Restava la curiosità, insieme con il tempo e l'agio di potervi indulgere, ma dalle ricerche scientifiche fondamentali era stato strappato il cuore. Sembrava futile spendere un'intera esistenza alla ricerca di segreti che i Superni avevano già svelato da millenni. 

In altre parole, questa è la morte di ogni illusione di raggiungere la Conoscenza. L'anelito all'episteme diventa un puro e semplice prurito cognitivo. La parola "curiosità" usata da Clarke concentra in sé interi abissi di entropia concettuale. 

Alcune note sulla questione razziale 

Nel romanzo di Clarke, la parola "negro" ricorre in tutto quattro volte: in un caso è usata come aggettivo, poi la si trova due volte al singolare e una al plurale ("negri"). Nel testo originale abbiamo due volte "negro", una come aggettivo e una come sostantivo; inoltre ricorre una volta il plurale "negroes" e una volta la forma colloquiale "nigger". Riporto i brani in questione, perché ritengo che sia cosa molto utile (i grassetti sono miei). 

Nel primo brano si parla di "sangue negro", inoltre viene fatto il paragone tra il colore della pelle e quello del cioccolato, che di solito manda in bestia gli afroamericani più tumultuosi. Ecco la descrizione dell'ennesima compagna del poligamo Rupert Boyce:  

Soltanto un aggettivo poteva descriverla adeguatamente: sconvolgente. Anche in un mondo dove la bellezza muliebre era ormai comune, gli uomini voltavano la testa al suo passaggio. Doveva avere nelle vene, sospettò George, una discreta percentuale di sangue negro: il profilo era squisitamente greco, e i capelli lunghi, folti e morbidi. Solo la trama bruna, compatta, della pelle, la troppo usata parola "cioccolata" era l'unica che potesse definirla, rivelava la sua origine mista. 

Nel secondo brano la parola "negro" viene usata per descrivere un giovane, che viene al contempo lodato per il suo aspetto:

Alla fiamma dell'accendino - George aveva la mania di quelle anticaglie - riconobbe finalmente l'altro invitato, un giovane negro, straordinariamente bello. Gliene avevano detto il nome, ma George si era fatto un dovere di dimenticarlo subito, assieme a quelli degli altri venti sconosciuti che gli erano stati presentati.  

Il terzo brano fa un riassunto storico e ci parla di come la parola "negro" viene intesa all'epoca dei Superni.

Jan Rodricks, sebbene apprezzasse molto di rado la sua fortuna, in un'epoca precedente sarebbe stato ancora più scontento e insoddisfatto. Un secolo prima il colore della sua pelle sarebbe stato un ostacolo tremendo. Oggi, non aveva più nessun significato. Passato anche il senso di superiorità, venuto come reazione, che i negri avevano trovato nel ventunesimo secolo. La parola "negro" non era più tabù tra persone educate e veniva usata da chiunque senza il minimo impaccio. Non aveva più contenuto emotivo di quanto non ne potessero avere etichette da repubblicano o metodista, conservatore o liberale.   

Forse Clarke ha avuto scarsa capacità predittiva, non immaginando l'imporsi del politically correct, quella peste che pretende di rimuovere i problemi tramite l'eufemismo. Tuttavia in altre cose è stato profetico. Ha previsto un secolo di tumulti razziali. Per il resto, mi sembra di ravvisare qualche contraddizione. Esisterebbero ancora repubblicani, metodisti, conservatori e liberali nella realtà descritta nel testo sopra riportato? L'autore ci dice che le religioni e le nazioni erano state dissolte, sopravvivendo soltanto una setta buddhista puritana. Senza la definizione stessa degli Stati Uniti d'America, senza confini tra nazioni, non ci sarebbero chiaramente né repubblicani, né conservatori, né liberali. Le etichette evocate sarebbero dunque archeo-etichette, un po' come se uomo dei primi anni del XXI secolo fosse definito "unionista", "confederato", "giacobino", "bonapartista" o "sostenitore di Nabucodonosor"

In un altro passo si manifesta la capacità profetica di Clarke, in modo a dir poco inquietante. All'arrivo dei Superni, il Sudafrica è descritto come una nazione pervasa dalla guerra civile e avvelenata dall'odio. A seguito dell'intervento degli alieni, che oscurano il sole per mezz'ora, vengono restituiti i pieni diritti civili alla minoranza bianca. Questo veniva scritto in un'epoca in cui era in vigore l'Apartheid e in cui erano i neri a non avere diritto alcuno. Clarke è stato un profeta, perché ha visto con chiarezza il futuro del Sudafrica post-Mandela, in cui i Boeri vengono trucidati, in cui la vita di una persona di origine europea ha meno valore di un pezzo di sterco di cane sulla strada.

La lingua dei Superni 

Nulla sappiamo della lingua usata dai Superni, testimoniata soltanto da pochi nomi propri di persona, Karellen, Vindarten e Rashaverak, di cui però ignoriamo il significato. Sono riportati anche alcuni nomi di stelle o pianeti: Alphanidon, Rhamsanidon, Pharanidon, Sidenens, Hexanerax (ciascuno è seguito da un numerale, ovviamente tradotto).  Ci viene tuttavia detto che si tratta di un idioma molto complesso, come ci si può aspettare. Gli organi fonatori dei Superni sono tali da trasmettere le sequenze verbali a una velocità incredibile, molto superiore a quella caratteristica della specie umana:

Un ascoltatore umano avrebbe al massimo udito un fiotto di suoni rapidamente modulati, non molto diversi da quelli di una trasmissione in alfabeto Morse fatta a grande velocità. Sebbene fossero stati registrati molti saggi dell'idioma Superno, la loro estrema complessità sfocava qualsiasi analisi. La velocità di trasmissione garantiva l'impossibilità, da parte di qualunque interprete che avesse anche assimilato il linguaggio, di stare alla pari con i Superni in una loro normale conversazione. 

Non è a questo punto difficile comprendere che Karellen e Rashaverak sono soltanto vocalizzazioni arbitrarie, molto distanti dall'originale. Forse sono addirittura invenzioni degli stessi Superni. Immagino che il sistema fonetico della lingua aliena di esseri così diversi da noi non sia necessariamente sovrapponibile a quello di una qualsiasi lingua terrestre, nemmeno a livello elementare. 

Il Superstite 

Jan Rodricks è l'Ultimo Astronauta e l'ultimo esemplare consapevole dell'umanità. Egli è l'Ultimo Uomo. Dopo di lui non c'è altro che l'Estinzione. Proprio la sua audacia ha reso possibile il suo ruolo di testimone di Armageddon. Una condizione senza dubbio invidiabile!

Una traduzione indecente 

Navigando nella Rete, mi sono reso conto che spesso i Superni sono chiamati "Supremi". Così nella pagina di Wikipedia relativa al romanzo e anche in quella dedicata alla serie TV. La radice di "Superni" è ovviamente la stessa di "Supremi", la differenza è morfologica. Probabilmente alla base c'è stato un fraintendimento: un compilatore wikipediano o un traduttore (non ho visionato tutte le traduzioni del testo di Clarke) deve aver usato un correttore automatico, non conoscendo la parola "superno" e sostituendola così con un più comune "supremo".

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Segnalo la recensione di Flavio Alunni, pubblicata sul sito web di Andromeda Rivista di Fantascienza, e ne consiglio vivamente la lettura. 


Su Anobii si possono leggere numerosi interventi. 

Cane Fantasma ha scritto: 

"Romanzo ricco di idee, quasi un distillato di quello di buono che la fantascienza classica può offrire: incontri con razze superiori, paradossi temporali, descrizioni di mondi alieni, narrazioni catastrofiste secondo il punto di vista degli ultimi sopravvissuti, ipotesi sociologiche sull'evoluzione umana. Mi è piaciuto il modo in cui il libro svela progressivamente la reale natura dei fatti, con rivelazioni successive che scompaginano le idee che ci eravamo costruiti: così i Superni vengono visti dapprima come benevoli tutori dell'umanità, poi come oscuri esecutori di volontà superiori e infine come malinconici assistenti del genere umano nel suo balzo evolutivo finale, che essi per quanto avanzati non potranno mai compiere. La stessa forma fisica dei Superni è al centro di un vertiginoso ribaltamento di prospettiva: quando finalmente viene rivelata, la paura che genera negli uomini sembra collegata a un infelice incontro all'alba della storia umana i cui effetti si sono riverberati nei millenni successivi sotto forma di miti e leggende oscure; si scoprirá invece che la causa di tale terrore va cercata nella direzione opposta del flusso temporale… Forse ho apprezzato meno il finale "metafisico", ma rimane davvero un libro meritevole." 

A Song for Simeon ha scritto: 

"Childhood's end è un romanzo di fantascienza con poca scienza e tantissima malinconia. Niente battaglie spaziali e dissertazioni sul funzionamento della propulsione supraluminale: solo un coro della necessità, come nelle tragedie greche. è la storia di due specie segnate dal destino, prigioniere nei rispettivi ruoli in nome di un ordine universale: gli Overlord, con la loro dedizione quieta, la vacuità emotiva, la rassegnazione di intelligenze titaniche senza null'altro da indagare; e gli umani, placidamente arresi alla pace prima dell'estinzione, sullo sfondo di un universo che tende agli assoluti, una mietitura ontologica delle differenze. Un libro escatologico, in larga parte, ma scritto con uno stile asciutto che sfiora l'inevitabilità: gran parte della sua bellezza è nel non-detto, come avviene in un certo Lovecraft, ma senza angoscia e soprassalto. Solo l'annullamento di fronte all'altro-da-noi, immenso." 

Non tutti sono entusiasti. Molti di loro sono fantascientisti classici, materialisti, fissati col feticismo del gingillo tecnologico, assolutamente incapaci di guardare oltre l'ennesima astronave e l'ennesimo robot. Soprattutto si nota che lettori di questo tipo insorgono contro quella che chiamano "deriva metafisica"

Ad esempio Timendum ha scritto: 

"Sarà il mio gusto personale, ma la deriva metafisica e filosofica che prende il libro e con cui si conclude, non mi è piaciuta per nulla. Peccato" 

C'era da aspettarselo. In fondo lo stesso concetto di filosofia è considerato superstizione dai neopositivisti pierangelisti. Mod ha idee simili a quelle espresse da Timendum: 

"Personaggi piatti, infodump lunghissimi e noiosissimi, niente sense of wonder. Per non parlare della forma fisica degli alieni: una boiata... Non so, forse l'ho letto con superficialità e mi è sfuggito qualcosa."  

Ne sono sempre più convinto. Il primo cancro della Fantascienza è costituito proprio da certi fantascientisti! 

sabato 12 ottobre 2019


QUARTO: UCCIDI IL PADRE E LA MADRE 

Titolo originale: A Generation Removed 
Autore: Gary K. Wolf 
Anno: 1977
Lingua originale: Inglese

Tipologia: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, sociale, conflitto generazionale

Edizione italiana: 10/6/1079
Editore: Mondadori
Collana: Urania settimanale - I romanzi, n. 787
Numero pagine: 192 
Traduzione: Vittorio Curtoni
Codice ASIN: B00A8N1QZ2
Codice ISBN-10: A000008268 


Sinossi (da Mondourania.com):
Dal 13 al 19 in numeri cardinali inglesi finiscono per teen (thirteen, fourteen, ecc.) e di qui viene la parola teen-ager, che designa il gruppo migliore, più attivo, più impegnato e responsabile dell'umanità. Dopo i teen-agers vengono coloro che pur non essendo più nei loro teens, sono ancora nei loro twenties, non hanno cioè superato i 29 anni, e vanno quindi considerati, se non più con totale ammirazione, perlomeno con profondo rispetto. A entrambi questi gruppi si applica logicamente, la Carta dei Diritti dell'Uomo, mentre ai due gruppi successivi (per gli individui cioè che sono nei loro thirties e nei loro forties) si applica quella dei Doveri. Ma dopo il 49°, massimo 55° anno di età? Che fare di questi gerryes (dal greco geron, vecchio) improduttivi e rompiballe? Quale carta applicargli se non quella del Forno Crematorio? 


Trama:
Herschel Lichter è un poliziotto che si avvicina alla sua età di dismissione dal servizio. La sua carriera è stata inversa rispetto a quanto siamo abituati a pensare: da giovane ha ricoperto un importante incarico di investigatore, ma col passar degli anni le sue mansioni sono diventate sempre più burocratiche e umilianti. In altre parole è stato rimosso dal servizio attivo per essere messo davanto a un computer a inserire dati in schedari informatici. Gli Stati Uniti d'America sono una distopia che ricorda per certi versi la Cambogia di Pol Pot, in cui i ministri e i giudici erano bambini o adolescenti, crudelissimi e privi di qualsiasi empatia. Il diretto superiore di Lichter, noto semplicemente come Capitano (i giovanissimi notabili possono scegliersi il nominativo), è un panzone ripugnante, un ragazzino bulimico dal carattere collerico e tirannico. Qual è il futuro che aspetta chi si avvicina alla fine della propria vita lavorativa? Qualcosa di assai avvilente. Ormai a Lichter mancano pochi anni prima di essere dichiarato un gerry e di perdere ogni diritto umano e civile. Ecco che accade qualcosa di inatteso e in apparenza improbabile: l'attempato poliziotto viene richiamato in servizio attivo per infiltrarsi in un'organizzazione clandestina di gerryes, l'EDA (Esercito Degli Anziani, infelice traduzione dell'originale OPA, ossia Old People Army), che rappresenta una spina nel fianco delle autorità giovaniliste. Lichter, che non è uno stupido, comprende che la sua sola possibilità è la militanza attiva nell'EDA. Non si capisce infatti perché mai un agente dovrebbe continuare a servire uno Stato che gli dà come unica possibilità l'essere infornato in un crematorio alla prima analisi medica sballata. Chiunque si sarebbe potuto aspettare un esito di questo genere, tranne quel coglione di Capitano - che nel frattempo si viene a trovare in una situazione sempre più precaria: avvicinandosi ai vent'anni di età, ossia maturando, la sua autorità pian piano passa al suo secondo in comando, il pestilenziale Falange. Questo essere ripugnante e brutale nutre verso i gerryes un odio assoluto e l'unica cosa che desidera è il loro annientamento. Nel frattempo Lichter riesce ad avvicinarsi ai vertici dell'EDA. A guidare l'organizzazione è un prete cattolico combattivo ma piuttosto antipatico, il segaligno Ed Gilroy. Il secondo in comando è Bo-Blue Bonnera, un gigantesco ex giocatore di football con le mani rese immense come quelle del Gianni Nazionale da iniezioni di silicone polarizzato, che le fanno somigliare a poderosi simbionti di xenomorfo, a facehuggers: non riesce nemmeno a srotolare la carta igienica e necessita di costante assistenza per la pulizia del deretano. Estelle Hopkins è una grannie ancora molto libidinosa, una pasionaria che gestisce una grande bidonville dove i gerryes perseguitati trovano il loro rifugio. Ha un debole per Herschel e gli si concede. Il susseguirsi degli eventi è precipitoso, difficile concentrarlo in poche righe. Le pressioni della polizia di Chicago si fanno insostenibili, così la dirigenza dell'EDA organizza l'esodo degli abitanti della bidonville verso il confine del Canada, nazione tollerante che non sopprime gli anziani. Con l'aiuto di Herschel, tutti i gerryes vengono caricati su una flotta di pullman che sfreccia verso il Settentrione. Non mancano i colpi di scena, tra strepitare incessante di poliziotti isterici e infinite ondate di suspense. Tutto converge verso un drammatico assedio, non diverso da quello di Alamo, in cui l'eroico David Crockett oppose resistenza strenua alle truppe di Satana, pardon, di Santana.
Ben pochi riusciranno a salvarsi dalla carneficina, grazie all'aiuto di volontari canadesi. L'ingenuo finale, in una caduta di stile che rasenta il crasso francesismo, vede Herschel insoddisfatto della sia vita da esule e intenzionato a fare ritorno in patria per fomentare la Rivoluzione - come se un fuggiasco scampato a un incendio morisse dal desiderio di tornare tra le fiamme che quasi lo hanno ucciso. La lotta dell'EDA, com'è ovvio, viene paragonata alla Resistenza contro il Nazifascismo. Le ultime pagine sono riempite di massici assortimenti di pasticcini retorici. L'anacronismo impera, la teologia civica del Male Metastorico permea ogni cosa: gli USA e il Canada finiscono soffocati da un insidioso precursore del politically correct

L'autore: 
Gary K. Wolf, nato nel 1941 a Earlville, Illinois, deve la sua fama soprattutto al romanzo giallo Who Censored Roger Rabbit? (1981), da cui è stato tratto il film Chi ha incastrato Roger Rabbit? (Who Framed Roger Rabbit?, Robert Zemeckis, 1988). Proprio per via di quello squallido film (da me ribattezzato Chi ha castrato Roger Rabbit?) nel 1989 ha vinto il Premio Hugo per la miglior rappresentazione drammatica. Fedele della Chiesa di Roma, è noto per essere amico dell'arcivescovo John J. Myers di Newark, dimessosi nel 2016 per via dell'accusa di aver permesso a preti pedofili di continuare il proprio lavoro nella diocesi di Peoria. Un'ombra non da poco, mi pare. Tutto questo fa sì che lo stesso Wolf, per proprietà transitiva, non mi sia poi particolarmente simpatico.

Recensione: 
Senza dubbio è un romanzo importante e abbastanza inusuale. A quanto mi risulta, ha avuto un'unica edizione italiana. Naturalmente potrei sbagliarmi, questo è quanto deduco da ciò che sono riuscito a reperire nel vasto Web. Anche se non manca qualche incoerenza narrativa, possiamo affermare che quest'opera di Gary Wolf descrive una delle distopie più disturbanti dello scorso secolo. Certo, alcuni lettori rilevano un'ingenuità di fondo: i giovani sono tutti descritti come bestie feroci e mostri sadici, mentre i vecchi sono tutti buoni e nobili come per incanto. Eppure i vecchi non sono una razza a sé: come già è stato spiegato al nobile Principe Siddharta Gautama, è destino di ogni giovane diventare un vecchio attraverso un naturale e ineluttabile processo di decadenza. Proprio questo pare un limite non da poco all'odio antigeriatrico. Un giovane che alimenta nei confronti degli anziani un odio simile a quello che ha causato la morte di moltissimi Israeliti nei pogrom e nei campi di sterminio, non può ignorare che giungerà il giorno in cui subirà a sua volta lo stesso odio con tutte le sue conseguenze. A rigor di logica nessuno potrebbe sottrarsi a questa terribile verità. Il punto è che spesso la logica fallisce e la realtà stessa viene percepita in modo tutt'altro che lucido, per via di qualche inganno della mente. Ai nostri giorni sono assai numerosi i millennials che sognano lo sterminio dei boomers. I giovani senza speranze per il futuro ritengono che i boomers abbiano la colpa di tutti i mali del mondo, quindi pensano che sarebbe una buona cosa ucciderli a sprangate o gassarli. Questo perché i millennials sono convinti che il problema si estinguerà con i boomers, così come Hitler sosteneva che l'antisemitismo sarebbe scomparso con la soppressione dell'ultimo ebreo. In altre parole, questi millennials non credono di finire a loro volta minacciati dai più giovani, che li vedranno come pericolosi parassiti sociali - proprio come essi ora vedono i boomers. Non è quindi possibile escludere a priori che in un futuro non troppo lontano si innescheranno feedback in grado di portare a spaventosi massacri di vecchi. Il XX secolo fu caratterizzato prima dalla lotta razziale e dalla lotta di classe, poi dalla lotta di genere, quella simpatica cosa che ha reso i rapporti tra uomo e donna come Alien contro Predator. Non è difficile fare una profezia: il XXI secolo sarà il tempo in cui esploderà in tutte le sue tragiche conseguenze la lotta tra generazioni, di cui pure si sono registrati i prodromi nelle rivolte del '68.

Origini della distopia antigeriatrica wolfiana 

A quanto ho potuto appurare, sembra che il papista Wolf abbia concepito il suo mondo, dominato dall'odio verso i vecchi, a partire dalla semplice osservazione della realtà in cui viveva da ragazzo. In pratica tutto si riduceva a capelloni contro brontosauri, ma non era difficile immaginarsi un ribaltamento sociale in cui i rivoltosi avrebbero schiacciato i loro oppressori. Come ci ricorda un personaggio del romanzo, in un'epoca non lontana era in vigore una ferrea gerontocrazia, in cui i giovani non contavano nulla e non avevano nessuno spazio. Anzi, accadeva che i vecchi, che controllavano le istituzioni, mandassero i giovani a morire in guerra. 

Cattiva gestione di un'idea geniale 

La coerenza logica dell'impianto narrativo è tutto sommato abbastanza fragile. A Chicago l'odio verso i gerryes giunge a livelli genocidari, di vero e proprio eliminazionismo. Eppure sappiamo che esistono intere aree urbane popolate da gerryes - e anche abbastanza affollate. Esistono meccanismi sociali come le visite mediche da superare e centri per l'eutanasia (i centri Euta, nella versione originale Euth), ove operano energumeni capaci di compiere spedizioni devastanti e di terminare all'istante chi non è in regola. Sono descritte in più occasioni autentiche cremazioni di massa, con infornate di decine di vecchi in una apposita camera di combustione. Eppure gli anziani si accumulano senza sosta, a un ritmo quasi impossibile da computare, come se nascessero dal Nulla o per generazione spontanea. La verosimiglianza demografica non sembra esistere. Dati i presupposti di un odio tanto feroce, resta da capire perché le autorità giovaniliste delle aree metropolitane non provvedano all'eliminazione automatica di chi ha raggiunto il limite di età. In un paesino rurale, il sindaco afferma di aver risolto il problema dei gerryes sopprimendoli all'istante, facendoli passare per il camino. Se Wolf avesse descritto una nazione che uccide in automatico gli ultracinquantenni, non avrebbe avuto più niente da narrare. Ecco spiegata la debolezza concettuale dell'opera. Il sospetto è che l'opera originale potesse anche essere migliore e che le sue imperfezioni siano almeno in parte da attribuirsi ai famigerati tagli di Urania! Non dobbiamo mai dimenticarcelo: nello scorso secolo Urania era una specie di versione moderna del letto di Procuste. Le esigenze del formato tascabile erano tiranniche, così tutto ciò che era giudicato inessenziale veniva amputato!

Una pessima traduzione

Ormai un po' d'inglese lo conosciamo tutti. Non parlo della lingua del Beowulf, che rimane per pochi eletti e che già masticavo prima che esplodessero le ultime ondate di meschine polemiche postmoderniste. La mia fede in Urania, già messa a dura prova, si trasforma in iconoclastia. Che necessità c'era, ditemi, o redattori meritevoli di damnatio memoriae, che necessità c'era di accettare la traduzione di OPA (Old People Army) con un'abominevole EDA, per giunta spiegato come Esercito Degli Anziani? Da quando in qua una miserabile preposizione ha pieno diritto di dare la propria lettera iniziale in un fottuto acronimo? L'inglese WHO (Wolrd Health Organization) è stato reso in italiano con OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), non con un fantomatico *OMDS. Se prendete una preposizione e la trasformate in una parola piena, usandola per ricavarne un'iniziale in una sigla già di per sé depracabile, siete soltanto incompetenti. Fate schifo! 

Il Genocidio Democratico 

Ne vado scrivendo da anni. Ho ripetuto la mia intuizione su Facebook e altrove nella Rete, martellando senza sosta. Gli orridi fatti che accadranno, in qualche modo sono stati preconizzati dal romanzo di Wolf, anche se la genesi dell'Olocausto a venire avrà come punto di partenza la bieca materialità di questo cosmo e delle leggi fisiche che lo governano. 

"Si stanno preparando le basi del Genocidio Democratico. Lo chiamo così perché sarà il primo ad avvenire in pieno regime di democrazia, senza cambiare di un iota le leggi delle nazioni. Macinerà milioni di anziani e di malati, che saranno terminati con un apposito kit e cremati. Le ceneri saranno gettate direttamente nell'immondizia." 
(16 aprile 2018, Facebook)

"ll Genocidio Democratico sta prendendo forma. Il crollo dei sistemi sanitari porterà all'eliminazione dei "non assistibili". Si arriverà al punto che basterà essere infelici, obesi o diabetici per essere terminati. I numeri saranno spaventosi. Ci saranno decine di milioni di morti in tutta Europa, e non c'è nulla al mondo che lo possa evitare."
(20 giugno 2015, Facebook)


"Così, sotto il sole radioso di questa Democrazia, milioni di cittadini verranno terminati e smaltiti nei forni crematori. Quando il sistema sanitario crollerà e il numero di malati di cancro crescerà a dismisura, quando ci saranno milioni di persone con problemi neurologici gravi, allora praticheranno l'eutanasia di massa. Masse di cadaveri finiranno nelle tramogge degli inceneritori di rifiuti urbani e nei forni rotanti dei cementifici. Le ceneri saranno gettate via come immondizia, perché non ci saranno risorse per fare altro. Senza che nulla cambi nell'ordinamento delle nazioni, tutto questo diverrà realtà. Sarà la forza stessa dei fatti ad agire, irriducibile a qualsiasi categoria mentale umana. La macchina dello sterminio non discriminerà nessuno: macinerà tutti senza distinzioni." 
(31 gennaio 2015, blog di Iobloggo, estinto) 

Eppure non è servito a nulla parlarne: nessuno ascolta. 

Altre recensioni e reazioni nel Web

Non sembra che quest'opera di Wolf abbia lasciato un gran segno in Italia. Ho trovato qualche recensione su Anobii.

Stanis ha scritto, con un certo scetticismo:

"Questo romanzo ha una trama talmente assurda che va ascritto alle opere surreali più che alla fantascienza. Senza considerare poi la bassa qualità della scrittura e della caratterizzazione (i personaggi, tagliati con l'accetta, sono nettamente demarcati fra buoni e cattivi - i primi eroici e virtuosi, i secondi covo di ogni vizio ed eccesso). Davvero non capisco come lo si possa considerare un'opera rilevante."

L'intervento di Pinnegialle è lungo e complesso intervento. Ne riporto alcuni passi.

"In Italia, ha fatto discutere la dichiarazione di Beppe Grillo, il guru del movimento cinque stelle, che diceva di togliere il diritto di voto agli ultrasettantenni perché - a suo dire - questi sono giunti oramai alla fine della loro esistenza e non voterebbero con la ragionevolezza di volere costruire un mondo migliore per il tempo futuro. Dichiarazioni come sempre di carattere "folkloristico" (a voler essere buoni) e che dimostrano la totale mancanza di cultura sociale da parte del personaggio, che adotta schemi di pensiero esclusivi e vuoti sul piano della analisi complessiva della società."

Per quanto io detesti vivamente Grillo, i grillini e i loro deliri, devo dire che un riferimento augusto per le controverse dichiarazioni succitate purtroppo esiste. Gli Etruschi ritenevano che superata una certa età nessuno potesse fare qualcosa di valido, così le persone anziane si dovevano astenere dal compiere sacrifici e dall'occuparsi delle cose della religione: ogni loro atto era considerato vano. Per maggiori dettagli si veda ad esempio Facchetti, 2000.

mercoledì 21 novembre 2018


COME CE LA CAVAMMO QUANDO IL PASSATO SE NE ANDÒ 

Autore: Robert Silverberg
Anno: 1969
Titolo originale: How It Was When the Past Went Away
Aka: Quando il passato se ne andò
Lingua: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo breve 
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Innerspace SF, fantareligione, fantascienza
     apocalittica e post-apocalittica
1a edizione it: 1970
2a edizione it.: 1984
Editore (it.): Arnoldo Mondadori Editore
Edizioni italiane (antologie):
     1970: La fabbrica dei flagelli, Urania 551
     1984: Catastrofi!, Oscar 1767 
Traduttori:
     Beata della Frattina (1970),
     Giuseppe Lippi (1984)
Dettagli dell'antologia Catastrofi!:
   Titolo originale: Catastrophes!
   Curatore: Isaac Asimov
   Sezione:
Catalogo Vegetti: 


Trama:

Un soggetto particolarmente interessante, Haldersen, è definito "psicotico" dalle autorità sanitarie. Preso da un'ispirazione divina, tenta un esperimento che ritengo meritorio e benefico in sommo grado. Egli trova il modo di rilasciare nell'acquedotto di San Francisco una droga che cancella la memoria. Coloro che si abbeverano con l'acqua del rubinetto, subiscono una rimozione di parti dei loro archivi mnemonici o vengono addirittura formattati completamente. Si segnala il caso di un nocivo guitto, che intratteneva il pubblico con esercizi di memoria e che, trovatosi privato delle sue facoltà, opta per un dignitoso suicidio. Innumerevoli sono gli effetti positivi di questa cancellazione della memoria tra le masse: in questo modo ogni ferita viene sanata, ogni cuore infranto rinasce e rifiorisce rigoglioso, ritorna l'ispirazione di chi ne era da tempo rimasto privo, tutti i debiti vengono cancellati, le fauci dell'usura vengono spezzate, decenni di bassezze politiche e di similare immondizia si avviano alla formattazione definitiva rilasciando al contempo una benefica folata di aria purissima, tutte le determinazioni delle logge massoniche si dissolvono e via discorrendo. Haldersen fonda così una nuova religione, la Chiesa dell'Oblio, che si basa su fatti concreti e non su futili dispute dottrinali: grazie alla cancellazione di ogni memoria, essa offre una Salvezza concreta, facendo tornare i sofferenti al Vuoto beato in cui stavano prima di essere gettati in questo mondo di aberrazioni!

Recensione:

Grande Silverberg! La Chiesa dell'Oblio è un concetto geniale che meriterebbe proprio di essere tradotto in pratica! Un santo lavacro in grado di ripulire una volta per tutte la Terra dalle infinite storture dei suoi abitanti! È davvero grande la mente dello scrittore ashkenazita, che irradia lampi di purissimo genio.

L'amnesia può essere molto pericolosa e insidiosa quando colpisce una singola persona, perché pone la sua vittima in uno stato di assoluta debolezza, gettandola inerme in balia di un mondo in cui il "prossimo" è un lupo vorace e un diavolo. Senza dubbio la cancellazione della memoria ha sempre colpito l'immaginazione popolare e suscitato il massimo interesse, come anche la sua simulazione - basti pensare al caso del cosiddetto Smemorato di Collegno. Meno facile è immaginare cosa accadrebbe se ad essere colpita dalla perdita della memoria fosse un'intera comunità o - perché no? - addirittura l'intero pianeta! Ebbene, proprio Silverberg si è cimentato nell'impresa con ottimi risultati. 

Posso azzardarmi a ipotizzare qualcosa sul funzionamento della droga utilizzata da Haldersen per formattare i banchi di memoria delle genti di San Francisco: con ogni probabilità attacca i corpi mammillari, di fatto agendo come la sindrome di Wernicke-Korsakoff. Oliver Sacks nel suo libro L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello descrive un caso molto interessante nel capitolo Il marinaio perduto. Questo militare, distrutto dall'etilismo, non riusciva a ricordare alcunché degli ultimi 30 anni della sua vita passata e, a complicare le cose, anche la sua memoria a breve termine era stata aggredita: i ricordi gli si dissolvevano già a distanza di poche ore o addirittura di pochi minuti. Eppure Sacks fu colpito da un comportamento religioso del paziente e discrisse con quale "piena, intensa e tranquilla disposizione d'animo, con quale calma di una concentrazione e di attenzione assolute, egli si accostò e partecipò alla Santa Comunione. Era totalmente trattenuto, assorbito da un sentimento. In quel momento non c'era smemoratezza, non c'era sindrome di Korsakoff, né la loro esistenza pareva possibile o immaginabile". Non posso fare a meno di notare la somiglianza con il rito della Chiesa dell'Oblio fondata da Haldersen, in cui l'Eucarestia è proprio l'assunzione della pozione che dona l'Oblio. Luis Buñuel, citato dallo stesso Sacks, scrisse: "La memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire. Senza di essa non siamo nulla". Verissimo. Va però precisato che non siamo nulla in ogni caso. 

Biblioteca galattica

Questa è la pagina della Biblioteca Galattica dedicata al romanzo breve, con annessa valutazione:


Un interessante progetto 

A quanto ho appreso, la Focus Features ha acquisito i diritti di quest'opera di Silverberg e ne progetta l'adattamento cinematografico. Questa pagina del sito Comingsoon.net risale al 2014: 


Questo è quanto è riportato sul sito Cineblog.it:

"La Focus Features adatterà il romanzo sci-fi di Robert Silverberg How It Was When the Past Went Away, inizialmente pubblicato nel 1969 con l'antologia "Three of Tomorrow". Alex e David Pastor si occuperanno dello script, per una storia che si svolgerà all'indomani di un evento che causa la perdita di memoria di massa. Tutta colpa di un folle, che mette dell'anfetamina nell'acqua di San Francisco, con la città che lentamente inizia a cadere a pezzi. Gli abitanti non sanno più chi sono, con chi vivono, dove lavorano e senza memoria. Effetti devastanti della droga, per una storia raccontata come 'disaster movie'. Tra i produttori Wyck Godfrey e Marty Bowen della saga Twilight."  

Per raggiungere il frammento sopra riportato, anch'esso abbastanza datato, sono giunto su una pagina che riportava il nome di Ben Stiller, così ho pensato che il ruolo di Haldersen sarebbe stato assegnato a quell'attore - che ricordo soprattutto perché in un film rifiutava un pompino da una milf.

Nonostante l'adattamento di How It Was When the Past Went Away sia stato annunciato anni fa, dalle informazioni raccolte nel Web, sembra che il progetto non sia stato portato a compimento. Il mio timore è che possa andare alla deriva, come spesso accade alle cose in questo universo in sfacelo. 

mercoledì 14 novembre 2018


NEL CENTRO

Autore: Larry Niven
Anno: 1966
Titolo originale: At the Core
Aka: Pubblicità negativa
Lingua: Inglese
Tipologia narrativa: Racconto
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Space opera, grottesco, fantascienza
     apocalittica
1a edizione it.: 1974
2a edizione ita: 1984
Editore (it.): Arnoldo Mondadori Editore 

Edizione italiana (antologie):
    1974: Reliquia dell'Impero, Urania 642
    1984: Catastrofi!, Oscar 1767

Traduttori:

     Beata della Frattina (1974),
     Giuseppe Lippi (1984)
Dettagli dell'antologia Catastrofi!:     
    Titolo originale: Catastrophes!
    Curatore: Isaac Asimov
    Sezione: Distruzione della Terra

Catalogo Vegetti:


Trama:

Un'avventura spaziale con i Burattinai, che sono grotteschi e bizzarrissimi alieni con due teste. Questi alieni bicipiti inviano Beowulf Shaeffer fino al nucleo galattico perché da quelle regioni cosmiche inesplorate provengono segnali a loro avviso assai preoccupanti. L'uomo, avvicinatosi alla destinazione con un'astronave innovativa, la Lunga gittata, scopre che la distruzione è in atto: una serie di supernove in esplosione ha già reso inabitabile il centro della galassia. Anzi, l'espansione del fronte apocalittico non lascia speranza: la galassia è destinata a diventare intabitabile, anche se ci vorranno circa 20.000 anni prima che le radiazioni giungano a devastare l'Ecumene. Shaeffer ritorna e fa il suo rapporto ai Burattinai, ricevendo il compenso pattuito. A questo punto le creature bicipiti fanno subito qualcosa di molto logico, di cui nessun umano a parte l'eroico Shaeffer potrebbe sospettare il motivo... 

Recensione:

Notevole e interessante, anche se purtroppo è fantascienza obsoleta a tutti gli effetti: all'epoca in cui fu scritta le conoscenze sugli esopianeti e sulla loro formazione erano praticamente nulle. I viaggi interstellari li si faceva abbastanza facili nel mondo della fantascienza, concependo a getto continuo ogni sorta di escamotage per aggirare i vincoli imposti dalla teoria della relatività di Albert Einstein. Negli anni '70 si credeva ancora che l'intera galassia fosse potenzialmente abitabile. Lo stesso Asimov non vedeva nulla di assurdo nell'idea di pianeti simili alla terra posti proprio nel bel mezzo della Via Lattea. Ricordo ancora i primi timidi sospetti di inabitabilità causati dall'elevata densità stellare nel nucleo della galassia, che avrebbero innalzato temperatura e radiazione di eventuali pianeti formatisi in condizioni tanto estreme. Oggi siamo consapevoli del fatto che le regioni del nucleo galattico sono inabitabili a causa della spaventosa intensità delle radiazioni cosmiche dovuta non soltanto alla densità di stelle, ma anche alla presenza di buchi neri supermassicci, autentiche mostruosità al cui confronto i biblici Leviathan e Behemoth ci apparirebbero tranquillizzanti come la favola di Cappuccetto Rosso... o come i Puffi! Se sospendiamo l'incredulità, quest'opera di Larry Niven resta tuttora godibile. L'umorismo del protagonista Beowulf Shaeffer è leggero ma penetrante, ha l'effetto di una boccata d'ossigeno. 

Alcune parole aliene

Kdatlyno è il nome di una civiltà galattica. Non si capisce se sia un endoetnico o se sia il nome attribuito loro dai Burattinai. Bizzarramente il traduttore, il buon Giuseppe Lippi, utilizza gli articoli "il, i, un, etc." con questo nome: i Kdatlyno, dei Kdatlyno, quando a me parrebbe assai più logico usare gli articoli "lo, gli, uno, etc.", ossia gli Kdatlyno, degli Kdatlyno. Questo accade perché la maggior parte della gente fatica molto a pronunciare gruppi consonantici iniziali e immagina che le consonanti K- e -d- debba esserci una vocale sfuggente, come se fosse Kadatlyno. Come viene precisato, questi Kdatlyno sono ciechi a tutte le lunghezze d'onda tranne le onde radar. Una loro opera d'arte, esposta in un museo dei Burattinai e mostrata a Beowulf Shaeffer, è chiamata Hrodenu e ha come titolo SPAZIO IPERLUCE. Sul reale significato della parola non posso avanzare che timide ipotesi. Sarà un vocabolo dei Burattinai o degli Kdatlyno? A quanto pare, il modo migliore per godere dell'esperienza artistica con questo Hrodenu è leccarlo, come se fosse un succoso cunnus o un ano femminile simile a un bocciolo di rosa. Evidentemente le questioni igieniche derivanti da stratificazioni di salive promiscue non preoccupano troppo i Burattinai, che sotto sotto devono essere ben laidi.

Kzinti è il nome di una civiltà galattiva di energumeni assai bellicosi, di abitudini puramente carnivore. Anche questa volta non si capisce se Kzinti sia un endoetnico o se sia un epiteto poco lusinghiero appioppato dai Burattinai. L'unico modo per trattare con questi Kzinti è, a detta degli stessi Burattinai, assestare terribili mazzate ma astenersi dallo sterminio, concedendo qualcosa al commercio, vendendo loro cibarie, acquistando strani metalli e inviando come ludo-terapista qualche fellatrice particolarmente disinibita. Bizzarramente, il buon Giuseppe questa volta utilizza nella sua traduzione gli articoli "lo, gli, uno, etc." davanti al nome di questo popolo alieno: gli Kzinti, degli Kzinti. Perché gli Kzinti ma i Kdatlyno? Misteri della linguistica aliena!

Che dire? Larry Niven aveva una gran fantasia che ne avrebbe fatto un buon creatore di lingue costruite. Sapeva plasmare parole assai peculiari, con una fonotassi stravagante quanto suggestiva. Peccato a quanto pare che la glottopoiesi non fosse per lui una passione dominante! 

I Burattinai, che bizzarramente hanno dato alla loro società commerciale il nome inglese General Products, sono senza dubbio la forma di vita più intelligente della galassia plasmata da Niven. Consapevoli che l'annientamento incombe, lasciano precipitosamente la Via Lattea: anche un lasso di tempo di molti millenni li mette in grande allarme e li incoraggia a non perdere tempo, come se l'arrivo delle radiazioni mortifere potesse violare le leggi stesse della fisica ed essere questione di pochi giorni. Di fronte a questa trovata geniale, possiamo dire che la paranoia sia uno svantaggio evolutivo? Certo che no! 

Biblioteca Galattica

Questa è la pagina della Biblioteca Galattica dedicata al racconto, con annessa valutazione:


NAVE DA PREDA

Autore: Cyril M. Kornbluth
Anno: 1958
Titolo originale: Shark Ship

Aka:
Nave squalo, La Nave-Squalo, La virtù
     sterminatrice  

L
ingua:
Inglese
Tipologia narrativa: Racconto lungo / romanzo breve 
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, fantascienza sociale,
     fantareligione, fantascienza post-apocalittica 
1a edizione it.: 1964

2a edizione it.:
1967
3a edizione it.: 1984
4a edizione it.: 1987
Editori (it.):
     Arnoldo Mondadori Editore (1964, 1984, 1987),
     Giacomo Feltrinelli Editore (1967)
Edizioni italiane (antologie): 
   1964:
Dimensioni vietate, Urania 334
   1967:
Fantasesso, Il brivido e l'avventura 25
   1984:
Catastrofi! Oscar 1767
   1987: Oltre la luna, Urania 1056

Traduttori:

    Cesare Scaglia (1964, 1967),
    Giuseppe Lippi (1984),
    Delio Zinoni (1987)

Dettagli dell'antologia Catastrofi!: 

   Titolo originale: Catastrophes! 

   Curatore: Isaac Asimov 

   Sezione: Distruzione della civiltà

Catalogo Vegetti:
 


Nota: Nel catalogo il titolo del racconto è riportato con il trattino (hyphen)Shark-Ship. Eppure non sembrano trovarsi riscontri di questa variante nel mondo anglosassone.

Trama:

Un futuro cupissimo. Gli abitanti dell'AMEN (Area Metropolitana del Nord Est), un opprimente megalopoli, avevano da tempo abbandonato il loro brulicante formicaio umano per vivere su una flotta di navi di acciaio, vincolati da un solenne giuramento a non avvicinarsi mai alla terraferma. L'unico sostentamento per questo popolo di navigatori è il pesce catturato nelle acque degli oceani. La flotta è formata da più convogli, ognuno agli ordini di un commodoro, ma ogni nave è autosufficiente e il suo capitano ha il potere assoluto. La disciplina è rigidissima: anche un'insignificante macchia di ruggine può compromettere la sopravvivenza e quando il pescato è scarso gli ultrasessantenni sono obbligati all'eutanasia. Le peregrinazioni della flotta duravano ormai da circa tre secoli, quando la nave del comandante Salter perde la rete. L'unica possibilità di salvezza è raggiungere la costa, sperando di riuscire a trovare acqua e cibo. Quello che i marinai vedono è spaventoso. Le antiche nazioni sono crollate, ci sono state morie catastrofiche su tutto il pianeta e sono sopravvissuti alcuni sparuti gruppuscoli di adepti di una setta sanguinaria di sadici cannibali che adorano il loro fondatore, un profeta chiamato Merdeka, il Prescelto, soprannominato anche Il Completo Straniero e l'Arci-Forestiero. Morto a causa di un aneurisma, il suo spirito aveva continuato ad aleggiare sui continenti, dando origine a spaventosi olocausti! 

Recensione:

Angosciante quanto geniale e profetico parto dell'ingegno di Cyril M. Kornbluth (1923-1958), l'uomo dai denti verdi che si innamorò perdutamente di una maliarda appartenente a un'importante famiglia mafiosa e diede inizio alla diffusione delle dottrine anarcocapitaliste, che ancora oggi affliggono il genere umano. Pregevole la trattazione di un tema che ancor oggi è visto come un tabù dalle istituzioni come dalle masse decerebrate: la sovrappopolazione con annesse conseguenze funeste. 

La storia del fanatico religioso all'origine del crollo della civiltà su cui si fonda il racconto è di una tristezza assoluta. Bambino esposto nell'immondizia - ci spiega Kornbluth - Merdeka aveva avuto un inizio più difficile di altri. Cresciuto in strada, tra i gangster, i lenoni e le prostitute, ha presto manifestato tratti di grave psicopatia, associati però a un immenso carisma che lo portava a lanciarsi in una violenta predicazione. Come la popolarità di Merdeka cresceva, si delineavano in lui tratti di estrema ferocia e di puritanesimo radicale: egli era la reazione stessa della Natura alla sovrappopolazione che soffocava il pianeta. La sua lotta contro la pornografia era senza quartiere. Preso dall'ira, diceva che i giornali pornografici "tu li bruci e quelli si moltiplicano come vermi in un secchio della spazzatura". Se l'eiaculazione era un delitto, il sadismo più efferato era incoraggiato, tanto che gli adepti iniziarono a massacrarsi a vicenda, persino in seno alla stessa famiglia. "La famiglia che prega assieme, si ammazza assieme" divenne un motto. In una vivida descrizione, ecco un bambino usare la fiamma ossidrica per farsi strada nella camera blindata dei suoi genitori, strangolando il padre nel sonno con un filo di acciaio e colpendo la madre al cranio con un pomolo massiccio: prima di morire la madre la aveva freddato a pistolettate nel cranio. Eppure Merdeka in indonesiano significa "libertà"! Il Prescelto, quando gli chiedevano che razza di nome fosse il suo, "rispondeva che lui non era un inglese bugiardo o un irlandese dalla voce assordante o un francese pervertito o un ebreo spilorcio o un russo barbaro o un tedesco dal grugno di rospo o uno scandinavo con la testa di segatura". Il buonismo politically correct gli era del tutto sconosciuto, e per lui una ragazza nuda era il Male personificato. Sarebbe bello se Valentina Nappi leggesse il racconto.

Un condominio dell'Apocalisse

A un certo punto il comandante Salter e i suoi uomini si imbattono in iscrizoni su targhe d'ottone, apposte all'entrata di un massiccio edificio formato da cubi di cemento, ormai in rovina. Eccone il testo:

APPARTAMENTI HERBERT J. BROWNELL JR. 

Nota a tutti gli inquilini

Un appartamento del Progetto è un Privilegio e non un Diritto. L'Ispezione Quotidiana è un Punto Fondamentale del Progetto. La Presenza almeno una volta alla settimana in una Chiesa o in una Sinagoga di vostra Scelta è Richiesta a tutte le Famiglie che vogliono mantenere la Buona Condotta; su Richiesta, la Famiglia dovrà fornire Prova della sua Presenza. Il possesso di Alcool e di Tabacco verrà considerata Prova Inoppugnabile di Indesiderabilità. Eccessivo uso d'Acqua, Eccessivo uso d'Energia e Spreco di Cibo saranno considerati come capi sufficienti a una completa Revisione della Desiderabilità. L'uso di una lingua diversa dall'Americano da parte di persone di età superiore ai Sei Anni sarà considerato Prova Inoppugnabile di Inassimilabilità, sebbene questo punto non vieti di usare lingue diverse dall'Americano a scopo liturgico.

Sotto c'era una targa più piccola, sempre in ottone:

Nulla di quanto detto potrà essere usato per sorvolare su Pratiche di Depravazione mascherate da Religione di qualsiasi tipo, e tutti gli Inquilini sono avvertiti che ogni tentativo di coprire Pratiche di Depravazione risulterà nell'immediata Espulsione e Denuncia. 

L'autore specifica che qualcuno vi aveva disegnato sopra un immenso cazzo, definito "volgare dettaglio anatomico". Come se il cazzo lo avessero soltanto gli uomini del volgo.

Il Costruttore di Ponti

Il finale interlocutorio, una raffinatezza stilistica poco apprezzata al giorno d'oggi, è stato evitato per un soffio: la narrazione si conclude con una nota etimologica sul significato della parola Pontifex, tradotta alla lettera come "Costruttore di Ponti", seguita dal sospiro di sollievo del cappellano della nave di Salter, felice di constatare che qualcuno ancora pregasse. A dover esser franco, sospiro di sollievo al pensiero che l'autore immaginasse che qualcuno tra gli epigoni di un'umanità terminale ancora rammentasse qualche nozione dell'augusta lingua di Roma!

Capacità profetiche e fallimenti

Come spesso accade, un'opera di fantascienza presenta elementi profetici. In questo caso, senza dubbio ha anticipato i tempi la capacità dell'autore di prevedere  qualche avvisaglia della spaventosa crisi ambientale causata dagli eccessi procreativi della popolazone planetaria. Suppongo che Kornbluth sia stato molto ottimistico a plasmare con la sua immaginazione una soluzione efficace come quella proposta da Merdeka il Prescelto, che ora della fine porrebbe fine a non pochi problemi. Molto più nociva è la cecità dell'IPCC con le sue baggianate sull'ossimoro chiamato "sviluppo sostenibile". Quel branco di moralisti ipocriti quanto pingui si dimostra incapace di comprendere e di ammettere che la causa dell'aumento delle emissioni climalteranti con conseguenti scovolgimenti climatici è una sola: la sovrappopolazione. Visto che non si vuole accettare questa verità innegabile e che non si vogliono controllare le nascite, si manifesteranno spaventosi genocidi e olocausti, di proporzioni mai viste. Una volta Charles Manson, uomo mitissimo, disse che per salvare l'Amazzonia bisognerebbe massacrare un miliardo di persone. Non basterebbe: i procreatori sopravvissuti colmerebbero i buchi demografici in men che non si dica. La speranza è che si insinuerà un virus capace di fare ciò che alla ragione appare impossibile. Quello che Kornbluth non è riuscito a prevedere è la rovina degli oceani, che è già in atto ai nostri giorni e che porterà presto all'anossia globale delle acque marine, con conseguenze catastrofiche. La flotta dei discendenti dell'AMEN non garantirebbe alcuna possibilità di sostentamento a nessuno in un mondo i cui oceani sono privi di vita e pieni di continenti fatti di plastiche galleggianti compattate.   

Biblioteca Galattica

Questa è la pagina della Biblioteca Galattica dedicata al racconto lungo di Kornbluth, ai confini col romanzo breve, con annessa valutazione:

martedì 5 dicembre 2017

 

TEMPO DI MOSTRI, FIUME DI DOLORE 

Autore: James Kahn
Titolo originale: World enough, and time (1980)
Anno: 1980
Lingua originale: Inglese
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Fantascienza catastrofica, Fantasy/SF
Editore (Italia): Mondadori
Pubblicazione (Italia): 26/12/1982Urania: n. 934 
Traduzione: Beata della Frattina
Copertina: Karel Thole
Sinossi:


"Un urlo rauco, profondo, inumano lacera il tessuto della notte. I sei abitanti della capanna di tronchi si guardano sbigottiti l'un l'altro poi guardano la finestra e la porta. "Dio mio!" dice la Madre. "Che sarà stato?" "Ho paura, mamma" dice il bambino più piccolo. Dopo un intervallo di silenzio l'urlo si rinnova più vicino, poi d'improvviso la porta scoppia all'indietro, strappata dai cardini, e tre esseri orrendi si precipitano sulla famigliola facendone scempio... Ma siamo appena all'inizio. Il romanzo - uno dei più lunghi e spettacolari presentati quest'anno da Urania - procede con lo stesso ritmo mozzafiato fino all'ultima delle sue fittissime pagine."

Trama:

In seguito a una tremenda calamità geologica, la calotta artica si è espansa giungendo fino alla California. La geologia del pianeta è stata stravolta e si è avuta la diffusione di numerose specie di esseri mostruosi. Alcuni di loro, come i Centauri, sono benigni e dotati di intelletto. Altri, come gli Abominii, i Vampiri, i Grifoni, sono invece potenze devastatrici in grado di apportare danni spaventosi ai superstiti del genere umano. Joshua è un cacciatore e appartiene alla setta degli Scribi, gli unici a conservare la scrittura in un'epoca di barbarie e di oblio. Rientrando da una spedizione, si trova di fronte a una drammatica realtà: la sua famiglia è stata distrutta e che la sua promessa sposa, Dicey è stata rapita da un gruppo di mostri: un Abominio, un Grifone e un Vampiro. Assieme al suo amico, il Centauro Beauty, Joshua inizia l'inseguimento. Nel rapire l'indomita Rose, amante di Joshua e moglie del Centauro, l'Abominio è rimasto ferito da una pugnalata e ha lasciato la fetida traccia del suo sangue, ben distinguibile. Così Beauty e il cacciatore-scriba si avventurano in un territorio ignoto e pericoloso, alla ricerca delle donne sottratte. Si imbatteranno in molte meraviglie e in molti orrori, facendo nuove sorprendenti conoscenze.   

Recensione:

Kahn disegna uno scenario surreale e sommamente implausibile, che può comunque essere goduto sospendendo l'incredulità, rinunciando ad applicare ogni minimo criterio di coerenza interna e tuffandosi nell'onirismo. Al giorno d'oggi una simile lettura potrebbe allontanare un neofita dalla Fantascienza anziché avvicinarlo, eppure all'epoca il romanzo aveva avuto qualche successo. Questo scrive l'anobiano Brush Steven: "Rileggerlo da adulto è stata una delusione". E ancora: "Premesso che lo avevo valutato 5 stelline, sulla base dei miei ricordi delle letture da adolescente. Mi è capitato sotto mano in libreria e ho deciso di rileggerlo... che delusione! quanto mi aveva entusiasmato 30 anni fa, oggi mi ha deluso. Degradato a tre stelline. mi sono ripromesso anche di rileggere il seguito, speriamo bene". Visto che non ho mai letto questa opera di Kahn quando ero giovane, ho deciso di imbarcarmi nell'impresa. All'inizio sono rimasto un po' perplesso. Mi sono subito trovato ai confini tra la Science Fiction obsoleta e un denso Fantasy, ma addentrandomi nella lettura ne sono in qualche modo rimasto avvinto e ho compreso che è un opera non priva di qualche contenuto interessante. Pertanto si perdoneranno alcune assurdità affioranti qua e là nella trama - come ad esempio questa perla di grande valore: "Estratti i coltelli, Josh ne impugnò uno per mano e cominciò a girare la maniglia." A poco a poco, tutto ciò che c'è di Fantasy trova una sua spiegazione scientifica ineccepibile: ad esempio si scopre che le numerosissime creature mitologiche sono in realtà il frutto dell'ingegneria genetica che imperversava prima del crollo tecnologico. Allo stesso modo si comprendono gli elementi incongrui come il fanatico culto di Nettuno, il Doge di Venezia, il Papa e via discorrendo: queste cose non hanno una continuità col nostro passato, essendo sorte nei giorni caotici del declino del genere umano. Ad esempio, Venezia non è la città italiana, bensì l'evoluzione di un parco giochi nei pressi di Los Angeles, diventato la capitale di un regno quando la costa californiana si è staccata dalla terraferma e hanno avuto origine nuovi arcipelaghi. 

La lingua degli Abominii

Una delle peculiarità del romanzo di Kahn è che dà spazio a una lingua non umana. Riportiamo alcuni brani molto interessanti, commentandoli brevemente. 

1) Le ultime parole di un Abominio morente.

     L'Abominio era là, appeso per il collo al grosso cavo spezzato che univa le pale al generatore. Stava per morire. Josh si arrampicò sulla scala, tagliò il cavo e l'orrida creatura cadde pesantemente a terra.
I due amici gli s'inginocchiarono accanto.
Uluglu domo — disse l'Abominio. Aveva il ventre squarciato. Era il marchio del Grifone.
— Cosa dice? — chiese Josh. — Conosci la sua lingua?
Beauty annuì. — Domo dulu — disse all'Abominio. — Odooo glutamo nol?
Il mostro aprì l'occhio e li guardò. — Ologlu Bal — disse, sputando sangue. — Bal ongamo, na ayrie gludemos, oglo du, Bal neglor nopar dos. Gluanda Bal seco, ologlu tas ululu. Endera Gor Murruru, gul endamo eglor.

Beauty annuì. — Nglimo tu? Nagena gli asta log mak to.
Glumpata no glas enti bora, ma noglu esta tas Bal o Scree tudama glu. Tudama gluanda, Gor es to narag.
Ednatu? — chiese Beauty.
Glisanda nef. Riaglo tor ologlu mindamo. Orogra tomo orogra mu. Ti do gorogla mel donu.
Beauty scrollò la testa. — Gluana no tomo, ululu gorono Gor.
Nef nef gliamo — disse l'Abominio. — Ologlu Bal enta gashto boro, ologlu lev Scree, es piram glu. Gogolasma. Engelli tor, glidon gliamo, miralli aj gol.
Fece una smorfia e spirò.

Come si può vedere, la lingua parlata dall'Abominio è complessa e articolata. Meriterebbe uno studio approfondito. Purtroppo non sono in grado di ottenere traduzioni per le singole parole a partire dalle frasi riportate, essendo il contesto combinatorio alquanto incerto. L'unica cosa sicura, perché spiegata nel seguito del brano riportato, è che Gor è il nome dell'Abominio, Bal è il nome del Vampiro e Scree è il nome del Grifone: Gor parla del tradimento e di come i suoi compagni gli abbiano teso un'imboscata, squarciandolo. L'Abominio poco prima di spirare dichiara una grandissima verità: "La vita è un fiume di dolore". Contenuti profondi che non ci si aspetterebbe da un bruto. Purtroppo non sono riuscito a isolare questi concetti e a conoscere le parole per "vita", "fiume", "dolore".  

2) Un Abomino esprime il suo disprezzo per gli esseri umani.

Ma Bal intervenne poco dopo dicendo: — Basta, Messer Uli. Un Umano morto è inutile. — Un Abominio, che aveva sentito, si voltò verso un suo compagno e disse: — Uman dugro. Oglo dor. — Tutti gli Abominii risero.

È possibile che "Uman dugro. Oglo dor" significhi proprio "Un umano morto è inutile". Certo, sarebbe davvero singolare se "uman" fosse un banale prestito dall'inglese human e significasse proprio "umano"

3) Un Abominio cerca di catturare la Gatta, volendo mangiarne le carni. Impreca quando capisce che l'impresa è al di là delle sue possibilità.

Iside aveva quasi finito di rosicchiare la corda quando l'Abominio sternuti e si svegliò. I suoi acuti occhi gialli si posarono istantaneamente sulla Gatta. — Glombo tog! — grugnì. La carne di gatto era una leccornia rara per gli Abominii.
Iside non attese oltre e con un balzo si precipitò fra i cespugli protetta dall'oscurità della notte.
Tog lumpu! — tuonò l'Abominio. — Oglondo tog! — e corse dietro a Iside.
Bal uscì dalla tenda. — Cosa sta borbottando quel bestione? — mormorò seccato.
— Mah, qualcosa a proposito di un gatto — rispose Uli che era uscito con lui.
L'Abominio le arrancava appresso finché non si fermò perché aveva capito che non sarebbe mai riuscito a raggiungerla. — Tog debluk — imprecò e tornò furibondo dai prigionieri che riteneva responsabili del contrattempo.

Mi sembra evidente:
tog = gatto
debluk = maledetto 
Infatti il vocabolo tog ricorre in tutte le frasi pronunciate dall'Abominio e indica anche l'oggetto dei suoi voraci desideri del momento: lo stesso felino. Se, come credo, gli aggettivi seguono i sostantivi e il nome del possessore precede il nome della cosa posseduta, si potrebbe postulare che valga lumpu = carne. Per il resto, posso soltanto dire che non ho la minima idea dell'origine di questo idioma così singolare.

Residui di francese e altre bizzarrie linguistiche

A quanto pare, oltre a una lingua veicolare derivata dall'inglese, esiste ancora una qualche conoscenza del francese, almeno in alcune espressioni tecniche ormai stereotipe usate dagli spadaccini: épée "spada", en garde "in guardia", allez! "su!", prét "pronto" (al posto del corretto prêt) e persino coupé-degagé dessous, che indica un tipo di attacco (degagé sta per il corretto dégagé). Si noterà che Beauty è chiamato Beauté Centauri da un suo compagno d'armi, un orso parlante il cui nome, D'Ursu Magna, reca traccia di una qualche lingua romanza non ben precisata o forse di una forma di latino sine flexione del tutto priva di concordanze grammaticali, non molto lontana dal famigerato latino dei metallari. Ovviamente Kahn, come tutti gli anglosassoni, non è in grado di comprendere le gravi condizioni di instabilità della lingua inglese d'America e i mutamenti a cui potrebbe dare origine in breve volgere di tempo. Si è limitato a proporre dialetti grafici (es. il nome della Neurumana Sum-Thin, formato a partire da "something"), o a cimentarsi in cervellotiche false etimologie basate su acronimi, come PINEAL fatto assurdamente derivare dalle iniziali di "Passion, Intuition, Nullity, Energy, Altruism, Libration". Una labile eco della lingua norrena si trova nel nome del Re Orso, Jarl - anche se non è in alcun modo spiegato come quel colossale orso dotato di favella abbia ricevuto quel nome. Interessanti le antiche e potenti formule che la promessa sposa di Joshua, essa stessa una Scriba, traccia sulla sabbia umida sperando di averne giovamento: Heil Hitler, A-OK, Abbacadabba e Apiti Sesamo (le ultime due nella versione italiana sono alterazioni per Abracadabra e Apriti Sesamo).

Bestialità erotica

Quando E-Doll di Francesco Verso vinse il Premio Urania, l'autore fu sottoposto a un linciaggio morale da parte di numerosi troll. Moltissimi uranisti insorsero contro di lui perché a detta loro la Science Fiction dovrebbe essere asettica, del tutto priva di qualsiasi allusione sessuale. Vediamo allora cosa ha da offrirci il libro di Kahn. Rose è sposata a un Centauro di nome Beauty e si capisce che non è un matrimonio bianco: è quindi inevitabile che gli provochi la fuoriuscita dello sperma, masturbandolo, fellandolo o copulando more ferarum. I numeri migliori però avvengono in un bordello che è un tempio della zoofilia tale da far impallidire il paese di Sodoma e Gomorra. Un gatto nero dagli occhi umani lecca avidamente una donna calva tra le gambe. Uno stallone in preda al calore molta una Centaura. Un Vampiro si fa sedere una piccola Driade in grembo, la penetra, le tocca i seni e le conficca i canini nel collo - lei ne prova grande piacere, visto che rivolge uno sguardo complice a Josh che la spia dalla finestra. Anche nel seguito scopriamo cose interessanti. Il Centauro Beauty fa l'amore con la Neurumana Jasmine, che si scopre aver avuto un'intensa relazione saffica con una sua simile, nella turpe città di Magas. Nelle bettole e negli angiporti di quel covo di depravazione si consumano orge al di là di ogni immaginazione e si allude persino ad atti di necrofilia. Diabole, direi che questi uranisti sono piuttosto disattenti nelle loro letture! 

Neurumani e Transumanismo 

La Neurumana Jasmine, una splendida semidea dai capelli fulvi, spiega per filo e per segno i misteri della sua origine. In un lontanissimo passato era un'umana, che si è ammalata di cancro a causa della contaminazione radioattiva. Per salvarsi si è sottoposta a un complesso intervento. Tutto il suo corpo, tranne il sistema nervoso centrale, è stato attaccato da un batterio divoratore ed è scomparso. Quindi il cervello, il midolo spinale e gli altri nervi, tenuti in animazione sospesa, sono stati collegati a vasi sanguigni in grado di veicolare sangue artificiale. Poi è stato ricostruito il resto del corpo, ricorrendo a materiali sintetici, fino a formare una nuova donna. Certamente questi contenuti appartengono al Transumanismo. Anche se le idee transumaniste hanno cominciato a fare la loro comparsa già nei primi anni '20 del XX secolo con l'opera di J.B.S. Haldane, si sono sviluppate nella loro forma moderna proprio a partire dagli anni '80, quindi il libro di Kahn può essere considerato come una testimonianza profetica e di estremo interesse.  

Altri contenuti profetici

Così dice Jasmine la Neurumana:

"Sono nata nel millenovecentoottantasei, l'anno del Grande Mutamento. Sai cosa accadde quell'anno?"
Lo Scriba Josh risponde:
"Non ne so molto, ma dai racconti che ho sentito credo che ci sia stato l'Avvento del Ghiaccio."
La Neurumana spiega:
"No, l'Avvento del Ghiaccio non si verificò in quell'anno, ma subito dopo l'estate del Grande Terremoto, l'estate del duemilacentonovantuno."
E ancora:
"Qualcuno l'aveva predetto, ma allora circolavano tante profezie che non si erano mai avverate, quindi... Bene, tornando all'anno della mia nascita, fu allora che si verificò il disastro del grande impianto nucleare all'est, nel quale perirono un milione di persone. Non lo ricordo personalmente perché ero appena nata, ma la gente continuò a parlarne a lungo commossa per anni e anni."

Ebbene, proprio nl 1986 ci fu il disastro di Chernobyl. Le stime delle morti in eccesso dovute alla contaminazione sono estremamente incerte e vanno da 5.000 a 6.000.000. Un milione di vittime sull'intero pianeta nel corso degli anni potrebbe anche essere una stima verosimile. Certo, se si prosegue la lettura ci si rende conto che la fulva Neurumana parla di un atto di terrorismo alla centrale nucleare di Oceanspring, con un milione di morti nell'immediato, affermando che quella fu la fine dell'energia atomica. Resta comunque la singolare coincidenza dell'anno.

Energia nucleare e ingegneria genetica

Nel romanzo di Kahn, l'incidente di Oceanspring ha traumatizzato talmente il genere umano da portare all'immediata abolizione delle centrali nucleari. Nella nostra realtà un simile risultato sarebbe puramente utopico: nemmeno la sindrome oceanica prodotta dall'incidente di Fukushima del 2011 ha insegnato qualcosa, e il pianeta è in ostaggio della vetustà di molti impianti, che minacciano di cedere in ogni istante o di essere colpiti da attentati terroristici. Per contro, il rapporto che il mondo descritto da Kahn aveva con l'ingegneria genetica era estremamente disinvolto, mentre nella nostra realtà si è ben lontani dalla produzione di esseri ibridi, essendovi una fortissima ripugnanza verso tali opere. Se anche qualcuno sapesse in concreto come produrre centauri, hobbit e sirene, non riuscirebbe nemmeno a mettere per iscritto gli schemi genetici di tali creature senza incontrare una feroce opposizione.   

Il Ciclo del Nuovo Mondo

Tempo di mostri, fiume di dolore ha avuto un seguito: L'oscuro fiume del tempo (Time's Dark Laughter, 1982), pubblicato in Italia da Mondadori nel 1983 (Urania n. 948). Si menziona poi un terzo romanzo, Timefall (1987), che a quanto mi risulta non è mai stato tradotto in italiano. Sembra che non sia un vero e proprio seguito dei primi due, ma una sorta di contorto spin-off fondato su un'architettura di universi paralleli in cui pullulano doppioni dei personaggi (doppelgänger). Non ho mai letto né L'oscuro fiume del tempo né tantomeno Timefall. Quando l'avrò fatto, non mancheranno le recensioni. 

Alcune note sull'autore

A quanto pare, James Kahn non è molto noto in Italia, pur essendo l'autore delle novellizzazioni di alcuni importanti film: Il ritorno dello Jedi, Indiana Jones e il tempio maledetto, Poltergeist, Poltergeist II e I Goonies. Ha anche scritto per alcune serie televisive come Melrose Place e Star Trek: The Next Generation. Oltre ad essere uno scrittore, si è laureato in medicina all'Università di Chicago e ha completato i suoi studi specialistici in medicina di emergenza all'Università della California (UCLA). Senza dubbio una personalità stravagante e degna di nota.