mercoledì 23 giugno 2021

 
THE DESCENT -
DISCESA NELLE TENEBRE
 
 
Titolo originale: The Descent 
Anno: 2005
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Neil Marshall
Sceneggiatura: Neil Marshall 
Produttore: Christian Colson, Paul Ritchie
Produttore esecutivo: Paul Smith 
Produttore associato: Keith Bell
Casa di produzione: Celador Films
Distribuzione in italiano: Eagle Pictures, Videa
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: John Rafique
Musiche: David Julyan
Scenografia: Simon Bowles, Jason Knox-Johnston
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Jennifer Harty 
Interpreti e personaggi:
    Shauna Macdonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Nora-Jane Noone: Holly Mills
    MyAnna Buring: Samantha "Sam" Vernet
    Oliver Milburn: Paul Carter
    Molly Kayll: Jessica Carter
    Craig Conway: Ominide
    Mark Cronfield: Ominide 
    Catherine Dyson: Ominide 
    Julie Ellis: Ominide
    Justin Hackney: Ominide
    Stephen "Steve" Lamb: Ominide 
    Stuart Luis: Ominide
    Tristan Matthiae: Ominide
    Leslie Simpson: Ominide 
    Sophie Trott: Ominide
Doppiatori italiani:
    Sabrina Duranti: Sarah Carter
    Monica Ward: Juno Kaplan
    Alessandra Korompay: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Raffaella Castelli: Rebecca Vernet
    Monica Bertolotti: Holly Mills
    Emanuela D'Amico: Samantha "Sam" Vernet
    Francesco Bulckaen: Paul Carter
    Giulia Luzi: Jessica Carter 
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: The Descent: Abgrund des Grauens 
   Spagnolo: El Descenso 
   Portoghese (Brasile): Abismo do Medo
   Rumeno: Coborâre întunecată 
   Finnico: The Descent - loukussa 
   Svedese: Istängd  
   Ceco: Pád do tmy
   Russo: Спуск 
   Lituano: Nusileidimas
   Greco: Η κάθοδος 
   Greco traslitterato: I káthodos
   Ungherese: A barlang
Budget: 3,5 milioni di dollari US
Box Office: 57,1 milioni di dollari US
 
Trama: 
Un gruppo affiatato di sei ragazze si incontra per una vacanza da brividi. Sono tutte appassionate di sport estremi. I loro nomi sono Juno, Beth, Sarah, Sam, Rebecca e Holly. Passano una notte in una casupola tra abbondanti libagioni di birra, per conoscersi meglio: tre di loro (Juno, Beth e Sarah) formano un gruppo storico, mentre le altre si sono aggiunte in un secondo tempo. Sarah è la più problematica: un anno prima ha avuto un terribile incidente d'auto in cui sono morti suo marito Paul e sua figlia Jessica. Il giorno successivo, le ragazze salgono fino all'ingresso di una caverna in un'area montuosa e vi si calano. Dopo che il gruppo si è mosso attraverso uno stretto passaggio, la volta crolla dietro di loro, intrappolandoli. Si scatena un'accesa discussione e Juno, che è una bulla, ammette di aver condotto il gruppo in un sistema di grotte sconosciuto anziché in quello completamente esplorato che avevano programmato di visitare. Il salvataggio è quindi impossibile. Mentre il gruppo esplora l'ambiente, scopre vecchie attrezzature da scalata e un dipinto rupestre che suggerisce l'esistenza di una via di uscita. Holly, pensando di vedere la luce del sole, corre avanti, ma cade in un buco e si rompe una gamba. Mentre le altre aiutano Holly, Sarah si allontana e osserva una pallida creatura umanoide che beve in una piscina, fuggendo subito via. Successivamente, il gruppo si imbatte in una tana piena di ossa di animali e viene improvvisamente attaccato dall'ominide. Holly viene uccisa quando un ominide le squarcia la gola. Sarah corre e cade in un buco, perdendo i sensi. Juno cerca di impedire che il corpo di Holly venga trascinato via, uccide un ominide con il suo piccone ma colpisce accidentalmente Beth al collo. Beth crolla e la implora di non lasciarla, ma lei è traumatizzata e fugge. Sarah si sveglia e si ritrova in una distesa di carcasse umane e animali, dove vede il corpo di Holly sbranato e divorato dagli ominidi. Juno scopre segni di precedenti esploratori che indicano un percorso specifico attraverso le caverne, quindi individua Sam e Rebecca. Sam ha dedotto che gli ominidi sono ciechi: si affidano all'udito per cacciare. Nel frattempo, Sarah incontra Beth, che la implora di sopprimerla per evitarle una morte atrocissima. Sarah, seppur con riluttanza, le fracassa il cranio con una roccia. Viene quindi aggredita da numerosi ominidi e riesce a ucciderli tutti. Cade in una fossa piena di escrementi e ne emerge coperta di sozzure innominabili. In un altro recesso, Juno, Sam e Rebecca sono inseguiti da un folto gruppo di ominidi. Raggiungono un baratro e Sam cerca di scavalcarlo, ma un ominide che scala il soffitto la attacca e le strappa la gola. Sam lo accoltella prima di morire dissanguata di fronte a Juno e a Rebecca. Rebecca viene quindi trascinata via e sbranata viva. Juno incontra Sarah, che le mente sulla morte di Beth. Dopo aver sconfitto un gruppo di ominidi vicino a un'uscita, Sarah affronta Juno, vede che porta un particolare ciondolo e la accusa: il defunto marito le faceva le corna con lei! Così per vendicarsi la colpisce a una gamba col piccone e la lascia morire mentre un branco di ominidi si avvicina. Si sente Juno urlare per l'ultima volta mentre Sarah scappa, solo per cadere in un buco e perdere i sensi. Sarah si risveglia nella grotta dopo aver fatto un sogno in cui riusciva a fuggire. Si alza a sedere e vede la Jessica seduta di fronte a lei, con in mano una torta di compleanno. Mentre Sarah sorride, l'inquadratura si allarga per rivelare che il lume di candela del compleanno della torta è in realtà la luce della sua torcia. L'oscurità assoluta circonda la donna mentre si sentono gli ominidi avvicinarsi. 
 
 
Recensione:
Come ho visto il film, sono subito stato affascinato dalla sua idea portante, quella della deriva genetica che ha dato origine agli spettrali cannibali imperanti nei sotterranei. Un recensore classico scriverebbe per ore dei tecnicismi e dei giochi di luce, delle riprese e dei parallelismi con altri film. Nulla di tutto ciò è di mio interesse. Quando sono messo di fronte a una creatura immaginaria, sono portato a indagarne la natura e l'ascendenza come se fosse assolutamente reale.      
Neil Marshall ha descritto gli ominidi come uomini delle caverne che sono rimasti sottoterra. Il regista lo ha spiegato in modo assai chiaro: 
 
"Si sono evoluti in questo ambiente nel corso di migliaia di anni. Si sono adattati perfettamente per prosperare nella grotta. Hanno perso la vista, hanno un udito e un olfatto acuti e funzionano perfettamente nel buio pesto. Loro Sono scalatori esperti, quindi possono scalare qualsiasi parete rocciosa e questo è il loro mondo."
(originale: "They've evolved in this environment over thousands of years. They've adapted perfectly to thrive in the cave. They've lost their eyesight, they have acute hearing and smell and function perfectly in the pitch black. They're expert climbers, so they can go up any rock face and that is their world."). 
 
E ancora: 
 
"È una colonia e ho pensato che fosse molto più credibile che renderli i classici mostri. Se fossero stati tutti maschi, non avrebbe avuto senso, quindi ho voluto creare un contesto più realistico per loro. Volevo avere questa specie molto selvaggia e primordiale che vive sottoterra, ma volevo renderli umani. Non volevo renderli alieni perché gli umani sono le cose più spaventose."
(originale: "It is a colony and I thought that was far more believable than making them the classic monsters. If they had been all male, it would have made no sense, so I wanted to create a more realistic context for them. I wanted to have this very feral, very primal species living underground, but I wanted to make them human. I didn't want to make them aliens because humans are the scariest things."). 

Queste considerazioni restano senza dubbio vere, quale che sia l'esatta collocazione tassonomica di una specie tanto portentosa! Questa è purissima fantapaleontologia! Mille volte meglio delle baggianate viste in infiniti remake di fantascienza spicciola!
 
Etimologia di crawler 
 
La parola con cui nelle descrizioni della pellicola di Marshall  sono denominati gli ominidi cavernicoli è crawler. Non mi pare che nel film le creature ctonie fossero menzionate. Alla lettera crawler significa "strisciatore", dal verbo to crawl "strisciare" (sinonimo di to creep). Attestato nel medio inglese come creulen "muoversi lentamente trascinando il corpo sul terreno" (circa 1200, varianti: crewlen, crallen), l'origine ultima è il norreno krafla "gattonare". Non trovo soddisfacente chiamare "crawlers" i mostruosi antropoidi degli Appalachi e non m'interessa granché il fatto che questo nome sia diventato generale tra i fan.    
 
Ipotesi I: Homo sapiens mutante 

Una comunità di umani moderni, ossia di Homo sapiens proprio come noi, sarebbe passata dall'Asia alle Americhe tramite la Beringia, non diversamente dagli antenati degli Amerindiani. Si sarebbe quindi arroccata in un sistema di grotte, finendo col non uscirvi mai più, proprio come postulato da Marshall. L'aspetto particolare di questi esseri deriverebbe da una grave forma di una malattia  genetica che è forse all'origine del mito dei vampiri: la porfiria. L'effetto del fondatore e dei suoi geni recessivi sarebbe stato determinante. Si dovrebbe ipotizzare che i discendenti rimasti intrappolati nel sistema di grotte abbiano subìto una serie di mutazioni radicali. Avrebbero perso la vista, tanto per fare un esempio. La porfiria spiegherebbe l'ipersensibilità alla luce solare. Anche se cieche, queste creature hanno gravi reazioni al minimo contatto coi raggi del sole, cosa che spiegherebbe come mai facessero brevi sortite dal loro ambiente sotterraneo soltanto di notte. La cosa che più mi colpisce è però un'altra: la perdita dell'uso del linguaggio articolato. Che si sappia, non si sono mai dati casi simili. Non conosciamo alcuna comunità umana priva della capacità di esprimersi in una lingua dotata di struttura. Già Darwin, che pure era pieno di pregiudizi sui cosiddetti "selvaggi", dovette ammettere che non esistono "lingue primitive" e che l'intelligenza dell'essere umano è frutto dell'uso continuo di una lingua perfetta. 
 
Ipotesi II: Una specie diversa da Homo sapiens 
 
Nelle Americhe non sono mai stati trovati resti di specie ominidi diverse da Homo sapiens. I geni neanderthaliani e denisovani presenti negli Amerindiani sono frutto di incroci avvenuti in Eurasia: Homo neanderthalensis e Homo denisova non sembrano aver messo piede nel Nuovo Mondo. Si potrebbe pensare che gli ominidi del film di Marshall siano i discendenti di una specie particolarmente arcaica migrata precocemente. Ho letto che la colonizzazione della Siberia da parte di Homo sapiens è stata a lungo impedita dalla presenza di una specie ferale, la terribile iena delle caverne (Crocuta crocuta spelaea), che infestava quelle regioni inospitali, dilaniando qualsiasi intruso. Non mi convince molto pensare a una specie ominide in grado di farsi strada in una contesto così ostile fino ad attraversare la Beringia. Dovrei verificare i dettagli, ma sono portato a credere che sia un'assurdità. 
 
Una proposta di denominazione 
 
Possibile nome scientifico della creatura: Homo appalachiensis.  
 
Questa denominazione sarebbe coerente in ogni caso. Rimarrebbe valida sia nel caso che Homo appachiensis fosse un discendente di Homo sapiens per mutazione dovuta a porfiria, sia che fosse un ramo indipendente e separato derivato da Homo heidelbergensis (l'antenato comune di Homo neanderthalensis, Homo denisova e Homo sapiens). Queste difficoltà tassonomiche non mi preoccupano troppo: un giorno ogni ostacolo sarà appianato.   
 

Il lago di merda! 
 
Gli ominidi hanno fogne comuni, proprio come il ratto talpa (Heterocephalus glaber). Quello in cui Sarah si immerge non è sangue, come gli ingenui potrebbero credere: è merda. I riflessi rossastri del pastone semiliquido sono dovuti al fuoco della torcia. La visione di donne arroganti immerse nelle feci è uno spettacolo catartico. Aggressive e determinate, le sensuali creature giunte dal mondo esterno sono più feroci dei cannibali, eppure sono costrette a puzzare, a fare schifo, ad essere umiliate fin nella più intima essenza. Il loro genere è infinitamente più pericoloso di una sparuta comunità di subumani isolati dal mondo, visto che il pianeta è infestato da più di sette miliardi di creature voraci e brulicanti, tutte partorite da fighe umane! Non sono i cannibali i veri predatori e carnefici: sono invece vittime di un genocidio, visto che finiscono massacrati, col cranio fracassato, ridotti a pura e semplice immondizia.

Possibili incoerenze da spiegare 
 
Come può un sistema di caverne permettere la sussistenza di una comunità di ominidi tanto numerosa? Certamente c'è abbondanza di acqua, ma il cibo sarebbe in ogni caso un problema. Le trappole in cui cadono gli animali, soprattutto cervi, non sarebbero sufficienti ad assicurare nutrimento per tutti. Anche le sortite per battute di caccia notturna non basterebbero. Si dovrebbe anche spiegare la mancata interazione tra queste creature e la popolazione caucasica degli Appalachi nel corso dei secoli. Si converrà che in America se sparisce qualcuno fanno un cancan dell'ostrega.     

 
Il mito di Wendigo  

La tesi di Marshall ha una conseguenza semplice e interessante: gli ominidi divoratori di carne umana avrebbero interagito nei secoli passati con gli Indiani Algonchini, dando così origine al mito di Wendigo, il temibile mostro cannibale dall'aspetto emaciato e dalla forza portentosa. La descrizione del mostro chiamato Wendigo è alquanto varia e differisce a seconda delle tribù. Alcuni lo ritenevano dotato di una testa di cervo con palchi imponenti, quasi tutti lo consideravano irsuto. Potremmo credere che gli ominidi nel corso della loro involuzione abbiano perduto alcuni costumi, come quello di indossare pelli strappate ai cervi e maschere fatte con i crani di quegli animali.  
 
Curiosità 
 
L'intero film è stato girato nel Regno Unito. L'ambientazione negli Appalachi è stata simulata in modo eccellente: nessuno direbbe mai che le sequenze sono state riprese in Albione. La carcassa trovata dalle donne prima di entrare nella grotta è quella di un cervo rosso (Cervus elaphus), una specie del Vecchio Mondo, che non esiste in North Carolina. Per qualche misterioso motivo, la Wikipedia in italiano riporta come ambientazione i Monti Catskill, sempre parte della catena montuosa degli Appalachi ma situati nello Stato di New York anziché nel North Carolina. 
 
Gli ominidi sono stati progettati per assomigliare al Nosferatu del film Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, Friedrich Wilhelm Murnau, 1922). All'inizio le creature dovevano avere enormi occhi bianchi, sporgenti dalle orbite, ma questa caratteristica è stata presto cancellata perché ne sarebbe risultato un aspetto troppo buffo. Il titolo tedesco, The Descent - Abgrund des Grauens, ricorda molto quello del film di Murnau.  
 
I cineasti hanno tenuto nascosta alle attrici l'esistenza stessa degli ominidi fino a quando non hanno fatto irruzione nelle scene dell'esplorazione del sistema di caverne. Questa trovata è stata escogitata per consentire la reazione più naturale possibile, pur non essendo esente dal rischio di poco piacevoli inconvenienti (infarto, morte improvvisa, etc.). Il trucco necessario per trasformare gli attori nei sanguinari ominidi ha comportato in tutto tre ore e mezza di trucco, inclusa la depilazione completa dell'intero corpo dei maschi: soltanto le femmine di quella specie avevano i capelli. 

Sono stati fatti due diversi finali. Nella versione originale nel Regno Unito, viene presentato il finale completo, che però è stato tagliato per il rilascio negli Stati Uniti perché i dannati buonisti politically correct temevano che fosse troppo deprimente. Certo, se un bambino prende la pistola della madre e le spara nella schiena, la cosa non è considerata deprimente. Se invece un film non ha un finale ottimista, si spappolano tutti come bruchi.
 
Pochi sembano aver notato una sequenza alquanto singolare: durante una lotta nell'acqua, l'indomita Sarah afferra il pene di un ominide e lo strappa. Una donna pericolosa! 
 
I bastoncini luminosi al neon visti nel film sono stati acquistati in un sexy shop: erano in realtà falli finti e certamente le attrici se li sono infilati fino in fondo nella vagina e nel retto, con immensa libidine! 
 
Una continuazione
 
Un notevole seguito del film di Marshall è stato concepito come una sua seconda parte. Anche se è stato considerato un sequel, in realtà è non dovrebbe essere costretto in una definizione tanto riduttiva. Eccone tutti i dettagli. 

 
THE DESCENT - PART 2 
 
Titolo originale: The Descent - Part 2
Anno: 2009
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Jon Harris
Sceneggiatura: James McCarthy, J Blakeson, James Watkins
Produttore: Christian Colson, Ivana MacKinnon
Produttore esecutivo: Paul Smith, Neil Marshall
Casa di produzione: Celador Films
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: Paul Hyett
Musiche: David Julyan
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Kirstie Stanway
Interpreti e personaggi:
    Shauna MacDonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Krysten Cummings: Elen Rios
    Michael J. Reynolds: Ed Oswald
    Jessica Williams: Susanne Small
    Douglas Hodge: Dan
    Joshua Dallas: Greg
    Anna Skellern: Cath
    Gavan O'Herlihy: Vaines
    Doug Ballard: Dr. Roger Payne
    Josh Cole: Lynch
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Myanna Buring: Samantha "Sam" Vernet 
    Robin Berry: Ominide
    Adam Harvey: Ominide
    Nicholas Daines: Ominide
    Kengo Oshima: Ominide 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: The Descent 2 - Die Jagd geht weiter
    Spagnolo: El descenso: parte 2
    Russo: Спуск 2
 
Trama: 
Due giorni dopo gli eventi del primo film, Sarah emerge dal sistema di grotte traumatizzata e ricoperta di sangue misto a merda, senza alcun ricordo di quanto accaduto. Viene portata in ospedale, dove il medico scopre che parte del sangue su di lei è dello stesso gruppo sanguigno di Juno, una delle sue amiche scomparse. Lo sceriffo Vaines e il vicesceriffo Rios portano con sé l'amnesica Sarah e tre specialisti di esplorazioni speleologiche - Dan, Greg e Cath - per trovare le donne scomparse nel sottosuolo. Vengono fatti scendere attraverso un vecchio pozzo minerario gestito da Ed, un vecchio custode. Il gruppo scopre il cadavere mutilato di Rebecca vicino all'ingresso, facendo sperimentare a Sarah dei flashback degli eventi nelle caverne prima della sua fuga. Vaines la crede responsabile della scomparsa delle altre donne. Mentre striscia attraverso un tunnel, Sarah attacca improvvisamente Vaines e Greg prima di fuggire. Quando la squadra si divide alla sua ricerca, Vaines scarica accidentalmente la sua pistola dopo che un ominide lo ha spaventato. Di conseguenza, parte della caverna crolla e intrappola Cath sotto un mucchio di rocce, separandola dagli altri. Decidono di trovare un modo alternativo per cercare di liberare Cath, ma arrivano in una stanza piena di ossa, trovando la videocamera danneggiata di Holly tra i detriti. Guardano le registrazioni e si rendono conto che le donne scomparse erano state attaccate dagli ominidi. Sarah, nascosta nelle vicinanze, ascolta la registrazione e riacquista i suoi ricordi. Rios, in preda al panico, inizia a chiedere aiuto, attirando i predatori. Sarah la salva coprendosi la bocca, sapendo che gli ominidi sono ciechi e cacciano affidandosi all'udito. I due guardano e aspettano mentre un ominide uccide Dan e trascina via il suo corpo. Nel frattempo, Cath si fa strada e uccide un ominide schiacciandolo sotto le rocce. Si imbatte in Greg; scappano da un altro aggressore e trovano il cadavere di Samantha che penzola dal soffitto attraverso un baratro. Decidono di usare quei resti umani per attraversare l'abisso, ma vengono nuovamente attaccati. Greg si sacrifica per guadagnare tempo per Cath. Sebbene lei arrivi dall'altra parte del baratro, attira un ominide. Urla il nome di Greg e viene uccisa. In un altro recesso, Vaines viene attaccato da un ominide ma viene salvato da Juno, che si rivela essere ancora viva e capace di combattere i nemici. Sarah e Rios uccidono un ominide in una pozza piena di feci. Presto incontrano Vaines e Juno. Sarah è traumatizzata nel vedere Juno viva, furiosa per essere stata ferita con un piccone e abbandonata. Rios la calma dicendo che Sarah li ha portati a trovarla volontariamente. Quindi Juno li conduce a una fossa che conduce in superficie in superficie e che viene usata dagli ominidi come trappola, facendovi precipitare animali. L'ottuso Vaines ammanetta Sarah a se stesso in modo che non li abbandoni; quando cade da una sporgenza, quasi la trascina con sé. Mentre gli ominidi si avvicinano, Juno ordina a Rios di tagliare la mano di Vaines per salvare Sarah. Lei lo fa: Vaines e a lui attaccati precipitano nell'abisso. Sarah, Juno e Rios raggiungono l'uscita, dove vengono bloccati da un gruppo di ominidi guidati dal loro grosso capobranco. Cercano di sgattaiolare ma Greg, che sta morendo per le ferite riportate, appare e afferra la gamba di Juno in un ultimo tentativo di salvarsi. Lei urla e attira gli ominidi. Greg muore e le donne devono combattere ancora una volta. Dopo che tutti gli aggressori sono stati uccisi, Sarah cerca di salvare Juno dal loro capo, ma lui le strazia lo stomaco, ferendola mortalmente. Sarah uccide il subumano prima che Juno le muoia tra le braccia. Quando arrivano altri ominidi, Sarah attira la loro attenzione su di sé urlando, dando a Rios la possibilità di scappare. Rios fugge dalla spelonca e cerca di chiedere aiuto. Tuttavia viene raggiunta dal vecchio Ed, che la tramortisce con una pala e la trascina di nuovo all'ingresso della caverna, lasciandola lì. Mentre Rios riprende lentamente conoscenza, un ominide coperto di sangue emerge dalla sottosuolo con le braccia tese.
 
 
Recensione: 
Ho visto questo film in spagnolo, con tutti gli effetti surreali che ne derivano, semplicemente perché non è stato rilasciato in italiano. Non credo nell'utilità dei sequel, eppure non mi è affatto dispiaciuta la sua visione. Ho analizzato le sequenze con estremo interesse, arrivando a conclusioni inattese.
 
A parte i toni della pelle più scuri e una migliore capacità di mimetizzazione, le creature ctonie sembrano più selvagge, piene di cicatrici e con più deformità che suggeriscono anni di connubi incestuosi. Inoltre hanno diverse file di denti come gli squali, per strappare meglio la carne. Va da sé che sono scarse le possibilità di spiegare scientificamente una simile eruzione dentale in una specie del genere Homo.   
 
Inizialmente gli ominidi dovevano essere esclusivamente maschi, come nel primo film, ma è stato deciso di aggiungere femmine e bambini al film per mostrare che si trattava di una colonia attiva. Una decisione di buon senso! Avere a che fare con soli maschi non avrebbe avuto alcun significato, dato che l'esistenza di una simile colonia sarebbe stata impossibile. Si nota che le femmine sono dotate di una folta chioma, ovviamente impastata di sporcizia, a differenza dei maschi glabri.
 
Il lago di merda 2! 

Troviamo una fossa fecale simile a quella già vista nel primo film, questa volta senza i riflessi rossastri del fuoco di una torcia: vediamo subito che il pastone è di un color bruno nerastro. Questa volta nessuno spettatore può avere dubbi o indulgere in interpretazioni da sempliciotto: si vede arrivare un ominide che si accovaccia sul bordo del pozzo e a un certo punto escono le polpette!
 
Curiosità 
 
Sono state ricostruite 30 caverne artificiali per questo film. Il regista ha riprogettato leggermente gli ominidi per questo sequel. Come il primo film, la storia si svolge nei Monti Appalachi del Parco Nazionale delle Great Smoky Mountains negli Stati Uniti. Come già il primo film, anche questo non è stato girato in America, bensì nelle foreste del Regno Unito e della Scozia.
 
Neil Marshall, che è il creatore, sceneggiatore e regista del primo film, ha rifiutato di dirigere questo sequel. Ha argomentato la cosa in modo alquanto strano: sentiva che avrebbe distrutto l'ambientazione e l'atmosfera di mistero che il primo film si era lasciato alle spalle. Marshall riteneva che il vero terrore consistesse nel dubbio dello spettatore sulla realtà di quanto accaduto, essendo possibile spiegarlo come un'allucinazione di Sarah. Alla fine del primo film non viene davvero rivelato se le creature sono reali o se Sarah è la vera assassina delle sue amiche. A seguito della decisione di Marshall di non scrivere o dirigere questo sequel, è stato sostituito da Harris, che aveva lavorato come montatore del primo film, mentre sono subentrati tre nuovi sceneggiatori. Marshall è rimasto solo come produttore e non ha avuto un gran potere decisionale. 
 
Una delle sceneggiature scartate per il film era composta da 6 personaggi maschili, tutti studenti di giornalismo, che sarebbero entrati nella grotta per portare a termine il loro progetto universitario di indagine sulla misteriosa scomparsa dei protagonisti del primo film. Anche se la sceneggiatura è stata scartata, alcuni suoi elementi sono stati conservati: la scoperta dei cadaveri delle esploratrici, lo scontro tra Beth e Juno. 
 
Conta dei morti 

Homo sapiens: 7 
Homo appalachiensis: 13
 
Gretti calcoli e fede nel randello 
 
Diversi ranger e residenti degli impervi distretti degli Appalachi si sono dimostrati molto contrari alla pellicola di Harris. Affermavano di trovare particolarmente disgustosa la scena in cui un ufficiale è stato lanciato in un dirupo per salvare una prigioniera affetta da gravi turbe mentali. In certe zone degli States, basta che uno sia po' strano e lo spedirebbero nel braccio della morte. Va poi detto che in Appalachia vivono numerose persone il cui sostentamento dipende dal turismo: naturale che abbiano sostenuto questo film. Immagino che non abbia riscosso particolare entusiasmo nemmeno l'opera di Marshall.  
 
Il vecchio che nutriva i cannibali 
 
Si intravede la possibilità di una sorta di inquietante collaborazione tra l'anziano guardiano della miniera e gli ominidi antropofagi. L'uomo procura numerose prede a quella tribù sanguinaria, facendole cadere in un canale che conduce al sistema di caverne. Prede animali e prede umane. Se questo fosse confermato, si dovrebbe per necessità concludere che gli ominidi non siano poi così stupidi e involuti come potrebbe sembrare a prima vista. Anche questo è un motivo della feroce opposizione al film da parte del White Trash degli Appalachi: nuoce al turismo mostrare un vecchiaccio perverso che dà da mangiare a Wendigo.  
 
Una folle interpretazione decostruzionista  
 
Qualcuno ha pensato che tutte le vicende speleologiche dei due film, dall'inizio alla fine, siano soltanto il prodotto delle allucinazioni di Sarah, causate dalla mancata somministrazione dei farmaci prescritti dagli strizzacervelli - cosa che risolverebbe tutti i problemi di coerenza che abbiamo descritto con dovizia di particolari. Eppure non sono soddisfatto di una simile spiegazione, la reputo puerile.  

domenica 20 giugno 2021

 
 JOHNNY MNEMONIC
 
Titolo originale: Johnny Mnemonic
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1995
Lingua: Inglese
Durata: 96 min
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Cyberpunk, distopia
Regia: Robert Longo
Soggetto: William Gibson (dall'omonimo racconto)
Sceneggiatura: William Gibson
Produttore: Dan Carmody
Fotografia: François Protat
Montaggio: Ronald Sanders
Effetti speciali: Rory Cutler
Musiche: Brad Fiedel
Scenografia: Nilo Rodis-Jamero
Interpreti e personaggi:
    Keanu Reeves: Johnny Mnemonic
    Dina Meyer: Jane
    Ice-T: J-Bone
    Takeshi Kitano: Takahashi
    Dennis Akayama: Shinji
    Dolph Lundgren: Karl, il predicatore di strada
    Henry Rollins: Spider
    Barbara Sukowa: Anna Kalmann
    Udo Kier: Ralfi
    Tracy Tweed: Pretty
    Falconer Abraham: Yomamma
    Don Francks: Hooky
    Diego Chambers: Henson
    Sherry Miller: Segretaria di Takahashi 
    Gene Mack: Laslo
    Jamie Elman: Toad 
    Douglas O'Keeffe: Guardia della Pharmakom 
    Marlow Vella: Bambino LoTek
    Howard Szafer: Strike
    Paul Brogren: Stump
    Arthi Sambasivan: Infermiera
    Michael A. Miranda: Stick
    Coyote Shivers: Buddy
    Susan Tsagkaris: Cantante d'opera
    Christopher Comrie: Cronista della rivolta di Pechino
    Robin Crosby: Ragazza nella stanza d'albergo
    Lynne Adams: Yakuza col lanciarazzi
    Caitlin Carmody: Gemella nella hall
    Erin Carmody: Gemella nella hall
Doppiatori italiani
    Francesco Prando: Keanu Reeves
    Cristina Boraschi: Jane
    Nino Prester: J-Bone
    Dario Penne: Takahashi
    Sergio Di Stefano: Shinji
    Alessandro Rossi: Karl, il predicatore di strada
    Francesco Pannofino: Spider
    Vittoria Febbi: Anna Kalmann
    Antonio Sanna: Ralfi
    Stefanella Marrama: Pretty
    Enrico Pallini: Yomamma  
 
Trama: 
Anno del Signore 2021. La società è governata dalle multinazionali. Un Internet virtuale e 3D pervade in modo capillare ogni aspetto della vita. A causa della continua esposizione ai computer e alle loro radiazioni si è diffusa una malattia neurologica pandemica chiamata NAS, ossia "Nerve Attenuation Syndrome" ("Sindrome da attenuazione nervosa"). Johnny è un corriere mnemonico, che riesce a stoccare un'immensa quantità di dati nel cervello grazie a un innesto, anche a costo di perdere i suoi ricordi d'infanza per fare spazio. Questi dati innestati sono molto sensibili e di somma importanza per le multinazionali, quindi devono essere contrabbandati. Johnny ha un incarico da un gruppo di scienziati a Pechino e mostra qualche riluttanza quando scopre che i dati superano la sua capacità di memoria anche con la compressione. Riesce comunque a convincersi visto che la tariffa elevata sarà sufficiente a coprire il costo dell'operazione per rimuovere il dispositivo. Il corriere avverte che deve far estrarre i dati entro pochi giorni, altrimenti subirà danni permanenti che potrebbero anche causargli la morte. Gli scienziati crittografano i dati con tre immagini casuali tratte da un filmato televisivo e iniziano a inviare queste immagini al ricevitore a Newark, nel New Jersey. A questo punto vengono attaccati e uccisi da sicari della Yakuza, guidati dal terribile Shinji, che fa una strage prima che le immagini crittografate possano essere completamente trasmesse. Johnny scappa con una parte delle immagini ma viene inseguito sia dalla Yakuza che dalle forze di sicurezza della Pharmakom, una multinazionale farmaceutica gestita da Takahashi, a cui appartengono i dati trafugati. Johnny inizia ad assistere a brevi immagini della proiezione femminile di un'Intelligenza Artificiale che tenta di aiutarlo, ma lui è costretto a interrompere la comunicazione. A Newark, il corriere deve incontrare il suo boss Ralfi, che però gli fa il bidone, facendolo inoltrare nel territorio degli anarchici LoTek guidati da J-Bone. Nel frattempo Jane, una guardia del corpo potenziata dalla cibernetica, sorprende Ralfi in un locale mentre è intento a smaialare con due transex. Si scatena una rissa tremenda. Jane trova Johnny immobilizzato e lo salva: il suo boss stava lavorando con la Yakuza e voleva ottenere il dispositivo di archiviazione a qualunque costo. Shinji si irrita e fa a pezzi l'isterico Ralfi con un laser, mentre Jane porta il corriere in una clinica gestita da Spider, un benefattore dell'umanità che rivela di essere il destinatario dei dati degli scienziati di Pechino: quello che è nascosto in quel cranio è la cura della NAS sottratta alla Pharmakom. Spider afferma che la Pharmakom si rifiuta di rilasciare questa cura risolutiva poiché ottiene maggiori guadagni con rimedi palliativi. Sfortunatamente, anche la parte delle immagini di crittografia che Johnny ha preso non è sufficiente per decifrare i dati, e Spider suggerisce di vedere Jones alla base dei LoTeks. Proprio in quel momento arriva il gigantesco Karl, un biondo vichingo cristiano e fanatico che di mestiere fa sia il predicatore che il sicario. Lo aveva assunto Takahashi per portargli la testa di Johnny, da cui estrarre i dati. Spider viene crocifisso, torturato e ucciso da Karl, mentre Johnny e Jane riescono a fuggire. I due raggiungono la base LoTek e apprendono da J-Bone che Jones è un delfino un po' incrostato, usato una volta dalla Marina militare. Il cetaceo può aiutare a decifrare i dati nella mente di Johnny. Proprio mentre iniziano la procedura, Shinji e la Yakuza, Takahashi e il vichingo cristiano attaccano la base. Takahashi affronta Johnny ma viene ucciso da Shinji, che vuole i dati per sé. Johnny combatte Shinji e dopo una lotta estenuante riesce a decapitarlo. Takahashi moribondo ha un ripensamento e consegna una parte della chiave di crittografia a Johnny prima di morire, ma questo ancora non basta. J-Bone gli dice allora che dovrà hackerare la sua stessa mente con l'aiuto di Jones. Johnny, Jane, J Bone e i Lo Tek riescono a sconfiggere le restanti forze nemiche. Il brutale religioso Karl viene fulminato da un potentissimo flusso di raggi gamma durissimi e bruciato fino alle ossa cibernetiche. Inizia il secondo tentativo di recupero dei dati. Aiutato dall'intelligenza artificiale femminile, il corriere mnemonico riesce a scaricare il suo contenuto craniale e allo stesso tempo recuperare i perduti ricordi d'infanzia. L'intelligenza artificiale si rivela essere la versione virtuale della madre dello stesso Johnny, che era anche la fondatrice di Pharmakom, prima di ribellarsi all'azienda che tratteneva la cura. Mentre J-Bone trasmette le informazioni sulla cura del NAS attraverso Internet, Johnny e Jane guardano da lontano mentre il quartier generale di Pharmakom va in fiamme a causa della protesta pubblica. J-Bone per festeggiare si sbarazza anche del cadavere bruciato del vichingo cristiano facendolo gettare nelle acque lutulente del Miskatonic, il fiume che attraversa Newark. 
 

Recensione:  
Il film di Longo ha tratto la sua ispirazione da un racconto cyberpunk di William Gibson, Johnny Mnemonico (Johnny Mnemonic), uscito nel 1981 e candidato in quello stesso anno al Premio Nebula per il miglior racconto breve. Nel 1986 questo racconto è stato incluso nell'antologia gibsoniana La notte che bruciammo Chrome (Burning Chrome). In ogni caso, si deve notare che il film non è un semplice adattamento dell'opera di Gibson, che pure ha lavorato alla sceneggiatura: ne ricalca soltanto in parte la trama e introduce svariati elementi nuovi. Si ravvisa soprattutto una forte influenza del romanzo cyberpunk Luce virtuale (Virtual Light, 1993), dello stesso autore, che assieme ad Aidoru (1996) e American Acropolis (1999) forma la Trilogia del Ponte. Questa trilogia non mi piace granché e presenta molteplici contraddizioni. In pratica sono stati compiuti innesti di Virtual Light in Burning Chrome. Secondo quanto affermato dallo stesso Gibson, il film è stato rieditato dai produttori per renderlo più "mainstream", posto che questa parola abbia ancora un senso. Si dice che l'uscita giapponese sia più vicina alla visione originale del regista e dello sceneggiatore, ma non sono riuscito a visionarla. L'ambientazione è perennemente notturna, come se il mondo intero non conoscesse più la luce del sole. Non mancano tuttavia precedenti, basti pensare alla tenebrosa Gotham City, il teatro delle gesta di Batman, in cui non si è mai vista un'alba da secoli. Credo che lo si possa definire un capolavoro assoluto e lo riguardo sempre volentieri.
 
 
Ralfi smaiala! 
 
Nell'ecosistema criminale in cui imperversa la Yakuza, Ralfi è un pesce piccolo che vegeta nel sottobosco. Oltre che di contrabbando di dati, si occupa dell'ingaggio di guardie del corpo e ha una netta predilezione per le transessuali. Fa una battaglia di lingue con la bionda Pretty, che è già in erezione, pronta a inginocchiarsi per continuare a leccare, mentre l'afroamericana Yomamma preferisce mettersi a pecora per ricevere il fallo nel budello. Le due shemale scherniscono Jane facendo esplicita menzione delle loro attività preferite. Ecco la conversazione: 
 
Ralfi (rivolto a Jane): "Hai mai consideratà un'attività fisica... un po' violenta?" 
Yomamma: "Come quella che si fa sulla schiena..." 
Pretty (facendo la linguetta): "O sulle ginocchia!" 
 
Questi dettagli sono passati inosservati, a quanto pare gli spettatori non hanno nemmeno intuito la presenza del cazzone tra le gambe di queste scherane.
 
 
Occhi divini! 
 
Memorabile è lo sguardo da folle di Jane, interpretata magistralmente da Dina Meyer. Avrei voluto incontrarla io una donna che mi guardasse in quel modo, con quegli occhi spiritati! Piena zeppa di adrenalina e sensualissima: non si potrebbe desiderare di meglio. Combatte contro due guardie del corpo transessuali che la bullizzano. Una di queste shemale, l'afroamericana Yomamma, finisce sgozzata con un rapidissimo colpo di stiletto e ha soltanto il tempo di esalare l'ultimo insulto: "Brutta puttana!" L'altra, la bionda Pretty, riesce invece a sottrarsi alla morte, pur finendo massacrata a pugni e a calci. Al giorno d'oggi questo film non potrebbe più essere girato: sarebbe considerato omofobo e trànsfobo.
 

Il vichingo cristiano 
 
Karl, chiamato semplicemente "spazzatura" dagli Anarchici LoTek, è quanto nel XXI secolo di Gibson si avvicina di più al Re Olaf II di Norvegia. Rido degli idioti decostruzionisti che si affannano a ritenere il sovrano norvegese come un "democratico fautore della tolleranza religiosa" e a descrivere i Vichinghi come "nani scuri di pelle coi capelli corvini e crespi" o "simili ai Mandingo". Notiamo le pose grottesche e teatrali di Karl, che fa ridicoli gesti religiosi con le dita, facendo danzare un pugnale sagomato come un crocefisso. Il suo linguaggio è pieno di kenningar molto significative: "far tornare a Gesù" significa "uccidere". Quando il visore di un LoTek inquadra il vichingo cristiano, compare questa sintetica descrizione: 
 
RADICAL HUMAN
MODIFICATION
CYBER-ENHANCED
MUSCULAR STRUCTURE
 
 
FULL CUSTOM
BIOMECHANICS
EXERCISE
EXTREME CAUTION
 
J-Bone: "A quel figlio di puttana non gli è rimasto nemmeno un osso naturale nel corpo." 
Toad: "E davvero un predicatore?"
J-Bone: "Predicatore? Quel gran bastardo ha preso Dio e tecnologia per il verso sbagliato. Farebbe fuori chiunque per pagarsi gli impianti che ha nel corpo." 
Toad: "Vuoi che lo segua?"
J-Bone: "No, staglio lontano. È pericoloso." 
 
Nel finale allo spettatore viene un brivido: sembra che lo scheletro biomeccanico del redivivo Olaf II, morto bruciato dai raggi gamma durissimi, cominci a muoversi e a rianimarsi! Uno zombie cristiano! Per fortuna il brivido dura poco: il movimento delle ossa metalliche è dovuto al gancio di un paranco, con cui la carcassa del fanatico viene issata e scaraventata nei tristi flutti del Miskatonic. 
 
 
Gli affascinanti paradossi dell'Anarchia 
 
I LoTek traggono il loro nome dalla locuzione Low Technology, ossia "bassa tecnologia", perché si oppongono alla riduzione dell'essere umano a una macchina. Sono luddisti irriducibili e sono nemici giurati di ogni forma di autorità. Eppure sono costretti a utilizzare la tecnologia per combattere contro l'establishment. Questa è la base del loro paradosso intrinseco, definitorio. Vagano tra le macerie per sfuggire al controllo delle classi dominanti e hanno il loro rifugio inespugnabile nel Ponte. Utilizzano meccanismi per fare incursioni nelle trasmissioni televisive, cercando di risvegliare la gente obnibilata con messaggi traumatici. Dipendono in tutto e per tutto da un delfino rifatto da molteplici innesti di piastre e di meccanismi, che di biologico conserva ben poco. Per portare avanti la loro guerra sono costretti ad avere una struttura gerarchica. J-Bone dà ordini e i suoi sottoposti li eseguono. J-Bone e Spider sono capi. Toad è uno sfigato che non ha voce in capitolo. Questo contraddice in modo radicale il presupposto dell'Anarchia. Ricordo ancora quando un amico, C., mi parlava degli Anarchici, dicendomi che in gioventù aveva frequentato il Circolo del Ponte della Ghisolfa. Gli chiesi come potessero prendere delle decisioni in quel contesto, dato che un anarchico non dovrebbe riconoscere autorità alcuna senza venir meno ai suoi princìpi. C. mi rispose che il costume era quello di ricorrere alla votazione tramite un'assemblea. La cosa mi parve incredibilmente grottesca e lasciai cadere l'argomento. Tanto non si cavava un ragno dal buco. Bizzarra è comunque la coincidenza tra la denominazione della comunità anarchica milanese, il Ponte, e la creazione di Gibson.      
 

Archeofuturo e incongruenze

Quando correva il 1995, il 2021 sembrava un futuro lontanissimo. Innumerevoli casi dimostrano come sia insidioso ambientare storie in un tempo che dista dal proprio soltanto pochi decenni. Si corre il rischio di costruire uno pseudo-futuro grottesco, con una tecnologia troppo progredita per certi aspetti e incredibilmente arretrata per altri. Ci limitiamo a fare alcuni esempi. A un certo punto Johnny prende un Concorde per Newark, nel New Jersey, proprio dove abitava Portnoy, l'enfant terrible che costringeva le donne puritane a succhiarglielo e faceva mangiare il suo sperma alla madre nascondendolo tra le bistecche. Nel mondo reale, i Concordes sono stati ritirati nel 2003. Notiamo immediatamente altre incoerenze spaventose, stridenti. I teleschermi funzionano con il telecomando, in un mondo dotato di cielo televisivo e pullulante di visori immersivi per la realtà virtuale 3D. Ci aspetteremmo che personaggi che hanno congegni installati nel cervello fossero capaci di accendere e di spegnere un teleschermo servendosi del pensiero o di un semplice gesto. Poi ci sono ancora i fax come normale mezzo di trasmissione dei dati (esempio: "Mando il fax a Newark"). Ebbene sì, tiro fuori per l'ennesima volta il fatto che in Neuromante si usano ancora i telefoni a gettoni. Il prete-sicario Karl usa un videotelefono, ma non è uno smartphone. Non esiste il concetto di smartphone come computer portatile. Non è stata prevista la civiltà dello smartphone. Certo, i visori 3D immersivi esistono anche nella nostra realtà, ma sono ancora poco diffusi, non sono certo il modo usuale di connettersi al Web. Il nostro Web è ancora bidimensionale, si fonda sul principio della pagina che viene sfogliata dal browser. Quando Johnny si connette a un terminale, indossando il visore 3D, mima la presenza di una tastiera inesistente, facendo gesti nel vuoto come se stesse premendo tasti. Siamo ancora lontani da questo livello tecnologico, sempre ammesso che sia proprio questa la tendenza verso cui ci stiamo dirigendo. Nel Web 3D gibsoniano non esiste praticamente socialità. Non troviamo nulla di anche remotamente simile a un blog o a un social: gli sviluppi della Rete Sociale non sono stati previsti da Gibson. Per quanto riguarda i congegni installati nel cervello, siamo ancora ai primi passi, con esperimenti fallimentari portati avanti da Elon Musk, uno stravagante magnate che ha le immense disponibilità finanziarie per mettere in atto i propri deliranti desiderata. Anche l'evoluzione dell'universo criminale nella pellicola non somiglia a quella del nostro corso storico. Mafia e Triadi sono state assorbite dalla Yakuza, che domina il pianeta. Un processo accelerato e forse semplicistico, che non tiene conto della complessità estrema e dell'intrinseca entropia tumorale di queste realtà.    
 

 
Contenuti profetici 
 
Il lavoro di Gibson e di Longo mostra tutta la sua potenza profetica negli sviluppi dell'industria farmaceutica, non nella descrizione dei gingilli tecnologici. Quando i produttori di farmaci hanno come sola legge il profitto, si arriva a paradossi le cui ricadute sono estremamente nocive per l'intero genere umano. Può sembrare banale ma non è affatto così. Facciamo un semplice esempio che mi riguarda molto da vicino. Sarebbe possibile guarire dal diabete II con un intervento agevole e privo di complicanze, asportando un'esigua quantità di grasso presente all'interno del pancreas, causa primaria della spiacevole disfunzione. Ovviamente questa terapia risolutiva spiace all'industria farmaceutica: se fosse possibile guarire dal diabete II, crollerebbe tutta la produzione di farmaci per la sua difficile terapia, oltre a tutto l'indotto di aggeggi (aghi, pungidito, strisce reattive, etc.). Continuare a curare il diabete II è molto più redditizio che eliminarlo una volta per tutte. Così, avendo bisogno di insulina e di altri medicamenti, sono condannato a rimanere uno schiavo vita natural durante, condannato a una morte atroce se mi venissero a mancare le cure necessarie. Per uno come me che si ribella alla dieta e che si ingozza di panettone a colazione, ce ne sono decine che in preda al terrore si costringono a una dieta da Auschwitz, finendo col ridursi a scheletri. Chi paga per tutto questo dolore?  
 
 
Il mito del fantasma nella macchina  

Uno dei cardini del Cyberpunk e più in generale del Transumanismo, è senza dubbio il mind uploading, ossia il caricamento su computer dell'autocoscienza di una persona morta. La fede nella realizzabilità pratica del mind uploading nasce dall'idea che il cervello umano funzioni esattamente come un elaboratore elettronico. A sua volta, Gibson aveva uno strano concetto che lo portava a considerare come organismi biologici, funzionanti per mezzo di organi simili a quelli del corpo umano. Da tutti questi equivoci si è formato il singolare modo di vedere la realtà proprio degli scrittori di questo peculiare sottogenere della fantascienza. Così ebbe a dire in un'occasione il padre del Cyberpunk: "In realtà sono stato in grado di scrivere Neuromante perché non sapevo nulla di computer... non sapevo letteralmente nulla. Quello che ho fatto è stato decostruire la poetica del linguaggio di persone che già lavoravano sul campo. Stavo nel bar dell'hotel alla convention di fantascienza di Seattle ad ascoltare questi ragazzi che sono stati i primi programmatori di computer che abbia mai visto parlare del loro lavoro. Non avevo idea di cosa stessero parlando, ma quella era la prima volta che sentivo la parola “interfaccia” usata come verbo. E sono svenuto. Wow, questo è un verbo. Seriamente, poeticamente è stato meraviglioso." (Gibson, 2020). In un'altra intervista, che purtroppo non sono più in grado di reperire, lo stesso autore dichiarava di essere rimasto molto perplesso quando ha potuto osservare l'interno di un computer. Fino a quel momento aveva creduto che anche i computer avessero qualcosa di corrispondente al fegato, al cuore e al pancreas. La sua delusione è stata immensa. Abbiamo così chiarito l'idea che tra l'organismo biologico e la macchina possa esistere una prosecuzione, una compatibilità assoluta, tale da poter permettere all'autocoscienza di trasmigrare dal suo supporto naturale a un processore artificiale.     
 
  
Curiosità 
 
Robert Longo e William Gibson originariamente intendevano realizzare un film d'autore con un budget limitato, ma non sono riusciti a ottenere finanziamenti necessari. In seguito Longo avrebbe commentato che il progetto "è iniziato come un film d'autore da 1,5 milioni di dollari, ed è diventato un film da 30 milioni di dollari, perché non siamo riusciti a ottenere <solo> un milione e mezzo".  

Il personaggio Molly Millions, dalla storia originale, è stato cambiato in Jane per il film. Sono personaggi molto simili, tranne per il fatto che Molly aveva lame di rasoio retrattili sotto le unghie e una vista aumentata. Si ritiene che il cambiamento sia dovuto al fatto che il personaggio di "Molly" è stato annesso ai diritti per qualsiasi possibile futuro adattamento cinematografico di Neuromante.
 
Durante la scena nella stanza sul retro del Crazy Bob's Computer Store, sembra che Johnny chieda un "iPhone", dodici anni prima che fosse lanciato. Certo, sarebbe bello poter credere che lo sceneggiatore abbia inventato la parola, diventata poi il nome di un onnipresente pezzo di tecnologia dell'informazione. In realtà le cose non stanno così. Johnny chiede un "Eyephone", una rudimentale interfaccia montata su testa e progettata da Jaron Lanier. Infatti chiama il congegno "Thomson Eyephone", con riferimento al fatto che il brevetto di Lanier è stato acquistato da Thomson Electronics. La pronuncia di iPhone e di Eyephone è identica: /'aɪfoʊn/. Nonostante questo, né Gibson né Longo sono stati in grado di prevedere gli sviluppi della telefonia mobile. Un articolo di fede della narrativa cyberpunk è la facilità di innestare impianti nel cervello delle persone, mentre un semplice smartphone rimane inconcepibile.   

La diffusione illimitata di Internet nei primi anni '90, e la conseguente rapida crescita della cultura dell'alta tecnologia, avevano reso il cyberpunk sempre più rilevante: questa è stata una motivazione primaria per la decisione della Sony Pictures di finanziare il progetto con decine di milioni. La Sony si è resa presto conto del potenziale per raggiungere il proprio target demografico attraverso il marketing su Internet e la sua nuova divisione tecnologica ha promosso il film con una caccia al tesoro online che offre 20.000 dollari US in premi. Un dirigente è stato citato per aver osservato: "Vediamo Internet come un passaparola turbo. Invece di una persona che dice a un'altra persona che sta accadendo qualcosa di buono, è una persona che lo dice a milioni!" Il sito web del film ha facilitato un'ulteriore promozione incrociata vendendo prodotti Johnny Mnemonic emessi da Sony Signatures, come una maglietta "Hack your own brain" e tazze di caffè Pharmakom. Gibson è stato schierato per rispondere alle domande sul videogioco dei fan online. Il romanziere, abitualmente solitario, nonostante abbia creato nel cyberspazio una delle metafore centrali dell'era di Internet, non era mai stato personalmente su Internet. 0Ha paragonato l'esperienza a "fare una doccia con l'impermeabile addosso" e a "cercare di fare filosofia in codice Morse". La sua tecnofobia è sorprendente. 

Nel 2021, Robert Longo ha creato una nuova versione del film, interamente in bianco e nero. Come ha detto a Screen Slate, "Quando ho visto la prima versione del film in bianco e nero, ero così felice. Era molto più vicino a quello che immaginavo che fosse, di sicuro. Sapevo che trasformarlo in nero- e-bianco lo avvicinerebbe a come l'avevo immaginato fin dall'inizio.Nel mio lavoro, mi ispiro a film come Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville (1965), La jetée (1962), cose del genere. I film in bianco e nero non sono realmente in bianco e nero. Sono un po' grigi. Il contrasto è davvero aumentato ora (in questo montaggio), quindi è molto in bianco e nero". 

Circa al minuto 44 della pellicola, il vichingo cristiano Karl usa un videotelefono nascosto in un libro. Piuttosto che una Bibbia latina, sembra essere incastonato nelle pagine 103-104 del "Venerabilis Caesaris Baronii SRE Cardinalis Bibliothecarii Epistolae Et Opuscula Pleraqve Nunc Primum Ex Archetipis In Lucem Eruta", una raccolta di opere latine del Venerabile Cesare Baronio (1538 -1607), cardinale e storico cattolico italiano. I passaggi di queste pagine recano un testo elogiativo dell'imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II (1552-1612). Sebbene entrambi i personaggi siano interessanti, il libro e il passaggio non hanno alcuna relazione significativa con il film, quindi molto probabilmente sono stati scelti solo per via del loro aspetto cristiano. 

Altre recensioni e reazioni nel Web

Segnalo la dottissima recensione dell'amico Giovanni "X" De Matteo, Johnny Mnemonic: se vi pare che questo 2021 sia brutto, pubblicata sul sito Quaderni d'altri tempi. Il titolo rimanda a una raccolta di Philip K. Dick, Se vi pare che questo mondo sia brutto (The Shifting Realities of Philip K. Dick, 1995). Il citazionismo estremo ha sempre impreziosito i trattati di Giovanni "X". Non potrei mai stare al suo pari in quanto a conoscenze letterarie e cinematografiche. Questo è il link: