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martedì 8 settembre 2020

I GRUPPI DI FACEBOOK: PICCOLE AUTOCRAZIE DIGITALI

"Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne, e questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato... tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava come è nel carattere degli italiani."
(Indro Montanelli) 

Trovo oltremodo interessante il concetto espresso dal giornalista dal grande cranio pelato. Non sono sicuro che Mark Zuckerberg lo abbia ripreso scientemente quando ha avuto l'idea di dare origine ai gruppi di Facebook. Certo, non c'è un Mussolini del Web che forma una gerarchia adornando le uniformi delle folle oceaniche con galloni appariscenti. C'è soltanto il capofabbricato, che i galloni se li mette da sé. Mi si dirà che il problema potrebbe non essere universale, che ha più l'aria di essersi formato nella realtà tipicamente italiana, sviluppandosi in modo spontaneo dalla nostrana avidità di micropoteri, per quanto inconsistenti e futili. Forse è così, ma non mi faccio illusioni: l'essere umano in quanto tale è un legno storto, come diceva Kant, e lo è in tutte le nazioni. In ogni caso, avendo esperienza soprattutto di gruppi in lingua italiana, non me la sento di estendere all'intero globo terracqueo ciò che vi ho riscontrato. Mi limiterò a farne una sommaria descrizione. Ogni gruppo che abbia un sufficiente numero di iscritti è uno spazio chiuso, governato da un tirannello con un suo stuolo di bravacci pronti a tutto pur di fare valere i suoi diktat. Direi che la soglia minima perché si formi una simile cloaca è quella dei 100 iscritti. Non appena la si supera, ecco che le più belluine dinamiche sociali si impongono in modo ineluttabile. Non ci sono dubbi sul fatto che l'atmosfera in tali ambienti è irrespirabile. I tirannelli di Facebook sono soltanto squallidi falliti e insignificanti narcisisti che si credono divinità sulla Terra, come se fossero i Figli del Faraone dell'Egitto. Tutti questi Figli del Sole potrebbero fornire energia al pianeta per un milione di anni, se le loro bizze e le loro pretese potessero far funzionare i pannelli fotovoltaici. Cosa vogliono gli stramaledetti tirannelli chiamati "amministratori"? Semplice: pretendono che siano loro tributati atti di fellatio virtuale in grado di gonfiare il loro ego smisurato! Se qualcuno pubblica un commento giudicato irritante o anche solo critico, capace di sgonfiare suddetto ego, si scatena il finimondo! Essendo tutti dotati di personalità infantile e capricciosa, i tirannelli non sanno gestire le situazioni che via via si presentano. Quando qualcosa sfugge loro di mano, cadono in preda a crisi isteriche e convulsioni. Si capisce che questo è accaduto tutte quelle volte che si vede un post i cui commenti sono stati disabilitati. 
 
Il teatrino dei like  

Ecco un modus agendi tipico, riscontrato nella maggior parte dei gruppi di Facebook in lingua italiana: non appena qualcuno pubblica un commento critico o non in linea col pensiero imperante, subito accorrono gli scherani dell'autocrate. Non potendo ricorrere al tirapugni o al manganello, questi tirapiedi usano una tattica più subdola. Uno di loro scrive qualcosa per rispondere a quella che è percepita come una provocazione. Gli altri suoi compari sommergono il suo commento di like. Se si osa ribattere, il canovaccio si ripete: nuovi commenti da parte dei bravacci, a turno, ciascuno tempestato di like. Così l'utente percepito come provocatore, i cui interventi non ricevono ovviamente l'approvazione di nessuno, viene isolato e spinto a lasciare il gruppo. Chiamo questa tattica invereconda "teatrino dei like". Ho visto accadere questo schifo centinaia di volte, tanto che a un certo punto mi sono obbligato a non apporre quasi più commenti in alcun gruppo. Mi limito a scrivere "Splendida creatura!" quando vedo la foto di un pettirosso in un gruppo dedicato all'avifauna, oppure "Che bell'addome sensuale!" quando vedo la foto di un vellutato ragno crociato in un gruppo dedicato agli invertebrati. Cose di questo genere, e basta. 
 
La logica del branco, ovunque!  

Quello che mi sorprende e a cui non so dare spiegazioni razionali è la varietà estrema degli argomenti trattati dai gruppi autocratici in cui ho avuto gravi problemi. Sono argomenti nobilissimi! Si va dall'etruscologia alla produzione casalinga di idromele, dalla filosofia all'ornitologia, dallo studio dei funghi all'entomologia. Tutto ciò che mi interessa e che mi ha sempre appassionato! Com'è possibile che la belluina natura degli energumeni abbia potuto contaminare anche questi panorami di immensa bellezza? Lo ignoro e sono basito. Eppure questa è la triste realtà dei fatti. Provate ad aggregare un numero sufficiente di persone, dando loro un capoccia, e diventeranno dei bulli, simili a lupi in un branco, pronti a sbranare ogni intruso!
 
Etruscologi dilettanti e molesti  
 
Sono stato in un gruppo dedicato alla lingua degli Etruschi, il nobilissimo popolo dei Rasna. Ho subito riscontrato una grande sete di conoscenza da parte di molti membri, unita però a una sostanziale mancanza di basi e di nozioni elementari. Imperava il paleocomparativismo, fondato interamente sulle assonanze. A questo approccio non scientifico, era dato il nome di "scienza degli umili". Con grande pazienza cercavo di spiegare come un tale modo di procedere fosse fallace e portasse a conclusioni erronee. Questo mio impegno è stato scambiato per sete di protagonismo e ha destato un'immensa irritazione. Ecco che un giorno, dopo aver definito "aberrante" un'enormità letta nel gruppo, ho ricevuto diverse email piene di insulti: erano state mandate da un bullo affiliato a una loggia massonica, che aveva firmato i suoi interventi con elaborati simboli criptici della Libera Muratoria, apponendo come sigillo una frase in latino: ABSIT INIURIA VERBIS. Certo, come no. Perché vedete, un cittadino può dire qualunque cosa, anche che uno è un mongoloide figlio della merda, e poi basta pronunciare la formula magica per annullare l'insulto. Il bravaccio ha agito nel modo più subdolo, codardo e infame: ha commentato i miei interventi su Facebook, cancellandoli subito dopo, facendoli così giungere nella mia mailbox come notifiche. Ho esplorato il profilo di questo individuo e ho visto diverse sue foto. Il bello è che la Sorte me lo ha fatto incontrare sul treno proprio il giorno dopo! Me lo sono visto proprio seduto davanti a me sul treno per Milano! Avrei potuto riconoscerlo tra mille, le foto del suo profilo non lasciavano adito a dubbi. Era un individuo simile al capitano Picard di Star Trek, alto, massiccio e pelato, con un'espressione brutale e assente, un cranio a forma di ogiva. Possibilità di errore nell'identificazione: 0%. Sono stato preso dall'impulso di palesarmi e di tirargli una gragnola di pugni sul grugno fino a distruggergli il setto nasale. Invece ho dato prova di un aplomb da lord britannico: mi sono astenuto dalla violenza e l'ho lasciato perdere. Se avessi potuto professare la legge dei Longobardi, non se la sarebbe cavata così. Perché capita che qualcuno agisca da demente fottuto (ABSIT INIURIA VERBIS), in un modo tanto insensato? Ho formulato un'idea che è molto più di un'ipotesi: quello era il comandante dei bravacci al servizio del tirannello del gruppo! E questi sono gli umili di Facebook.
 
Funghi esuberanti 

In un gruppo di micologia c'era un individuo irritante che pubblicava foto di funghi giganteschi, simili a falli rigonfi. Era un giovane paffuto che si vestiva con un copricapo faraonico ed esibiva i suoi carnosi trofei, in genere porcini. Nella mia ingenuità, pensavo che il problema fosse lui. Non intervenivo spesso, mi astenevo quasi dall'apporre commenti che non fossero telegrafici. Eppure quando ho scritto qualcosa in occasione di un post sui devastatori di boschi, è stata una catastrofe. Ho dato notizia degli scempi di cui ero stato testimone molte volte, affermando che i peggiori devastatori di boschi sono proprio le genti della provincia di Varese! In Val Vigezzo, nel piovoso paese dell'Ossola, ogni estate giungevano molte persone dalle infelicissime lande del Varesotto. Armati di bastoni, quei tristi figuri distruggevano il sottobosco. La loro ignoranza era duplice: da una parte colpivano tutti i funghi da loro creduti velenosi, dall'altra erano tanto avidi da raccogliere esemplari non commestibili, scambiandoli per mangerecci e ingozzandosi fino a intossicarsi. Una volta capitò a me e al fraterno amico P. di trovare alcuni esemplari di Boletus satanas, già raccolti da qualcuno e abbandonati sul ciglio della strada. Li prendemmo perché eravamo intenzionati a essiccarli per compiere uno stravagante esperimento (mio padre mi aveva raccontato anni prima che piccolissime quantità di quei funghi davano un aroma particolare ai porcini secchi). Così lasciammo i boleti di Satana fuori dalla porta di casa. La mattina seguente erano spariti: alcuni ingordi di Varese li avevano trafugati! Venimmo poi a sapere che i ben noti ladri di funghi erano stati ricoverati in ospedale per via di terribili crisi gastroenteriche. Cos'è accaduto nel gruppo dei micologi quando ho parlato dei pessimi costumi dei famigerati fungiatt de Varés? L'amministratrice, che era proprio di Varese, ha preso il mio intervento come lesa maestà e insulto personale, battendo i piedi, sfuriando e pretendendo le mie scuse: come si è accorta che queste non giungevano, ha reagito scatenandomi contro i bravacci! Prima che mi colpisse appieno l'onda di merda gettatami addosso da quei furiosi mirmidoni, me ne sono andato via di mia sponte dallo staterello tirannico in cui avevo avuto la sventura di capitare. L'abuso dei micropoteri non conosce distinzioni di sesso! 

Logica fallace 

Sembrava un gruppo oltremodo utile e interessante, dedicato alle fallacie logiche, un argomento filosofico affascinante. Come un coglione ci sono cascato e mi sono iscritto. Col tempo ho visto che qualcosa non quadrava. C'era un'isterica che continuava a menarla senza sosta sul Satanismo razionalista, affermando che la definizione stessa fosse una fallacia logica. Non conosceva nulla di Anton Szandor LaVey e parlava senza alcuna cognizione di causa. Più volte sono stato tentato di intervenire, ma non l'ho fatto, perché capivo che mi sarei impantanato senza ottenere nulla. Poi un giorno mi sono deciso a pubblicare un questito in quello squallidissimo gruppo, la cui vera natura ancora non conoscevo a fondo. Proposi come esempio di fallacia logica la furia di certi antirazzisti, che giungevano ad usare epiteti ferocemente razzisti contro i razzisti stessi. Ero stato testimone per molti anni di comportamenti di questo genere. Solo pochi giorni prima mi ero imbattuto nel post di un contatto di Facebook, che etichettava i razzisti come "geneticamente tarati", "esseri inferiori meritevoli di sterminio" e simili, usando un frasario nazista della più bell'acqua. Mi sono limitato a chiedere conto di un paradosso così marchiano, ma sono stato frainteso. Mi si è scatenato contro un branco di bravacci infami, che hanno messo in atto la tattica del "teatrino dei like". Ne ricordo uno in particolare, che ha cominciato a tirare in ballo Popper e il Paradosso della Tolleranza, usando come una clava argomentazioni inconsistenti e fuori luogo. Rammento ancora il suo avatar: era un energumeno dai tratti grossolani e scimmieschi, un pitecantropo animato da immenso furore! Magari avrebbe fatto meglio ad annusarlo, il popper! Non avevo affatto chiesto se il razzismo dovesse essere tollerato. Avevo soltanto segnalato un paradosso marchiano, sesquipedale. Niente da fare. Dopo un estenuante quanto inutile thread, è arrivata l'amministratrice del gruppo, ossia l'autocrate. Pensando che con la mia domanda volessi giustificare il razzismo, ha osato definire "merda" il mio post, che invece era perfettamente razionale. Quella non era gente interessata a discutere fallacie logiche: erano adepti di una setta che venerava Karl Popper come una divinità sulla Terra e che cercava con un atteggiamento dogmatico di imporne a tutti il culto! Ho abbandonato il suo gruppo escrementizio, non prima di averle scagliato contro una maledizione in enochiano, augurandole di finire divorata dal Dragone della Morte! E questi sono i tolleranti di Facebook.
 
Fermentatori altezzosi 
 
Sono capitato in un gruppo sulla produzione domestica di idromele e di altre antiche bevande, pensando che fosse un'ottima occasione per conoscere persone con interessi comuni. Nulla di più lontano dal vero! Ho potuto constatare che gli iscritti pubblicavano foto delle loro produzioni, caratterizzate da un'assurda complessità della strumentazione utilizzata e da tempi di fermentazione quasi biblici. In particolare mi colpivano le foto dei gorgogliatori, manufatti grotteschi simili a tubi di laboratori di chimica, la cui funzione è quella di far uscire l'anidride carbonica dal bottiglione usato per la fermentazione. Perché diavolo usare qualcosa di tanto contorto e antiestetico? Ho sempre usato come "tappo valvola" dei semplici fazzolettini di carta assicurati con elastici! Metto questi fazzolettini uno sopra l'altro fino a formare una barriera sufficiente a impedire all'alcol di uscire, permettendo però la fuga dell'anidride carbonica. Perché usare un complesso gorgogliatore se bastano dei semplici fazzolettini di carta? Diabole, non lo sono riuscito a capire! Il tirannello del gruppo aveva deciso che i gorgogliatori fossero indispensabili, imposti dalla sua legge, così ad ogni mia critica andava su tutte le furie. Un altro motivo di contrasto era la mia passione per l'idromele fresco, da me bevuto appena ha raggiunto un buon grado alcolico (bastano due settimane o poco più). Di solito la bevanda è frizzante e simile a un moscato, ma marcatamente dolce. Tutto ciò irritava i fermentatori del gruppo, sostenitori di una bevanda ferma invecchiata per molti mesi. Il loro era una specie di dogma di una religione, qualcosa di arbitrario portato avanti con fanatismo e livore. La mia abitudine di bere l'idromele fresco era ritenuta esecrabile, addirittura "il peggior consiglio mai sentito". Anche in questo caso si è giunti alla lite. Ho reagito con furia e ho tirato strali di maledizione usando la lingua enochiana, invocando la combustione eterna del tirannello nella Geenna! Vedete che odiosi ricettacoli di oppressione sono sorti nel Web? Uno non è neppure più libero di avere i propri gusti: cercano anche di imporgli cosa gli deve piacere tracannare e cosa no! Forse Mussolini è giunto a simili eccessi? No di certo! A quanto mi consta ha soltanto detto: "Bevo e me ne frego! Barcollo ma non mollo!"  

Conclusioni 

Forse sono io che ho qualcosa in me che non va? Ho dentro di me qualcosa di stravagante che mi porta a litigare con tutti? Oppure c'è davvero qualcosa che non va nelle persone con cui ho interagito? Lascio agli eventuali lettori il giudizio. Sapete cosa ha detto Philip K. Dick in un'occasione? Ha detto che quando si colpisce uno scrittore bisogna essere sicuri di ucciderlo, perché altrimenti si rialzerà e si metterà a scrivere, ottenendo così la sua vendetta. 

sabato 5 settembre 2020

L'OPERA DI EDWARD BERNAYS E LA MORTE DELLA BLOGOSFERA

 

Edward Bernays (Vienna, 1891 - Cambridge, 1995) era nipote di Sigmund Freud: suo padre Ely era fratello di Martha Bernays, moglie del Padre della Psicanalisi - ed era sposato con la sorella di quest'ultimo, Anna Freud Bernays. Oggi sono pochi a ricordare il suo nome, eppure la sua importanza nella storia del genere umano è stata capitale. Egli conosceva i segreti del potere della comunicazione, che gli furono rivelati direttamente da Satana. Fu una delle persone più potenti, spietate e maligne mai apparse sulla faccia di questo pianeta.  

Fu giustamente definito Padre delle relazioni pubbliche. Egli fu anche il primo spin doctor, alla lettera "esperto in colpi a effetto", specializzato nel procurare consenso elettorale ai personaggi politici di cui era consulente, servendosi di opportune "strategie di immagine"

Le idee di partenza sono quelle dell'antropologo Gustave Le Bon, del chirurgo Wilfred Trotter, dello scrittore Walter Lippmann e dello stesso Sigmund Freud. Le masse sono come colonie di batteri. Inutile cercare di convincerle di qualcosa in cui non credono. Qualsiasi argomentazione razionale si utilizzerà nel tentativo di far cambiare loro idea su qualcosa, non si otterrà successo alcuno. Per raggiungere lo scopo prefisso è necessario manipolare l'opinione pubblica. Si può dire che Bernays sia stato il primo a utilizzare sugli esseri umani le teorie di suo zio, allo scopo di controllare la popolazione e di mutarne le proprietà definitorie. Così è iniziata la progressiva metamorfosi dei cittadini americani in consumatori, promossa con nefasto successo dal Padre delle relazioni pubbliche. Riporto in estrema sintesi alcune delle sue imprese più significative, che hanno lasciato nella Storia conseguenze durature, talvolta drammatiche. 
 
Bernays scatenò l'odio antitedesco 
 
A soli 26 anni, Bernays era un consulente del Committee on Pubblic Information (anche noto come Creel Committee), nato poco dopo l'entrata degli Stati Uniti nella Grande Guerra contro la Germania e l'Austria. Il popolo americano era ostile all'intervento bellico e questo era imbarazzante per il governo. Bernays diede un contributo determinante nel produrre un'isteria antitedesca nelle plebi e rendere desiderabili le ostilità. I suoi slogan: "Portare la democrazia in tutta Europa" e "Fare del mondo una democrazia più sicura". Si riconosce il suo zampino nei manifesti dello Zio Sam con la scritta "I want you for the US Army" e in quelli con il Kaiser rappresentato come un gigantesco scimmione con l'elmo chiodato e una clava con scritto KULTUR, intento a rapire una giovane donna bionda.
Alcune conseguenze:
Ci furono linciaggi, ondate di panico e persecuzioni di cittadini di origine tedesca; molte persone con cognome tedesco furono costrette a cambiarlo per salvarsi la pelle. Questo è il motivo per cui negli States ci sono tanti Goodman (che in origine erano Gutmann), Weaver (che in origine erano Weber), Wood (che in origine erano Wald), etc. 

Bernays diede fama di filantropi ai tiranni
 
John Davison Rockefeller era odiato mortalmente dagli operai, perché era uno spietato tiranno che stritolava le loro vite. I comunisti volevano addirittura rapirlo e ucciderlo. Ebbene, Bernays riuscì a trasformarlo in un filantropo, donatore di smisurati patrimoni! Il mutamento promosso fu più profondo di quanto non si immagini. Se l'operaio viene costretto a turni massacranti coi caporali pronti a randellarlo, se le sue condizioni di vita sono malsane, se la sua alimentazione è scarsa, si manterrà un permanente focolaio di odio e di insurrezione. Le idee socialiste e anarchiche diverranno prevalenti, fino a portare ad attentati e ad altre violenze. Se invece all'operaio saranno dati quattro spiccioli in più con cui comprarsi del cibo in quantità sufficiente, se gli sarà data la possibilità di avere una casetta prefabbricata, se si potrà permettere l'acquisto e il mantenimento di un'utilitaria, ecco che i focolai socialisti ed anarchici saranno soffocati. Nessuno penserà più ad insorgere. Così è stato: Bernays ha fatto sì che per molti anni le idee considerate pericolose dai datori di lavoro perdessero il loro fascino tra i lavoratori. Nel 1939, all'Esposizione Universale che si tenne a New York, lo Spin Doctor fece esibire in un padiglione una famiglia di ex comunisti, per dare testimonianza del trionfo della società dei consumi.
 
Bernays cambiò le abitudini alimentari americane 
 
Una ditta produttrice di salumi lamentava le scarse vendite di bacon. Ormai la pancetta affumicata era considerata un cibo antiquato, fuori moda, addirittura rustico. Nelle città si era imposta una colazione molto leggera: una tazza di caffè, un bicchiere di succo di frutta e un paio di fette di pane tostato. Proprio a Bernays fu dato l'incarico di incrementare le vendite di bacon. Egli non usò una campagna pubblicitaria classica, basata sulle qualità del prodotto. Fece molto di più. Si attivò per cambiare le abitudini degli Americani e ci riuscì. Assoldò diversi medici famosi perché sostenessero la necessità di una colazione abbondante e diffuse le loro interviste, in modo tale che ogni famiglia fosse martellata dalla propaganda. I giornalisti fecero partire il tam tam mediatico ed ecco: la colazione a base di uova fritte e bacon fu presentata come "la colazione di tutti gli Americani" (All Americans' breakfast). Il successo fu travolgente: in breve tempo le vecchie abitudini frugali furono abbandonate. Di più, furono dimenticate. La colazione di tutti gli Americani era diventata tale retroattivamente, da tempi immemorabili! 
Conseguenze:
Il cambiamento dell'alimentazione in America non si è limitato alle uova col bacon, ma ha generato un'epidemia di voracità che ha indotto sempre più persone a ingurgitare quantità immense di cibo spazzatura (junk food). L'obesità è diventata un autentico flagello, portando a un aumento enorme dei casi di infarto e di ictus.
 
Bernays fece fumare le donne 
 
Negli anni '20 dello scorso secolo il rapporto tra le donne e il fumo non era semplice come ai nostri giorni. Non era ritenuto conveniente che una donna fumasse. Anzi, l'atto era un vero e proprio tabù. Le cosa sono cambiate in modo drastico a partire dal 1929, quando a Bernays fu dato dall'industria del tabacco l'incarico di incrementare le vendite. Un comune pubblicitario si sarebbe limitato a vantare i prodotti di una marca di sigarette. Bernays ebbe un'idea mefistofelica: comprese quanto sarebbe stato imponente il successo se fosse riuscito a espandere il mercato, facendo fumare non soltanto gli uomini, ma anche le donne. Se avesse cercato di convincere la società americana usando sofismo, di certo non ci sarebbe riuscito. Così presentò il cambiamento come una cosa già compiuta, come un dato di fatto. Ciò che era sconveniente sarebbe sembrato desiderabile! Ecco che fece sfilare alcune splendide modelle intente a fumare sigarette e incaricò alcuni giornalisti di comporre un articolo intitolato "Le Torce della Libertà" (Torches of Freedom). Fu qualcosa di travolgente. Le donne si buttarono in massa sulle sigarette, mettendosi a fumare come comignoli! Secondo le fonti, il trionfo di Bernays sarebbe stato causato dal fatto che tramite il fumo ogni donna poteva pensare di avere un pene. Secondo me è qualcosa di più sottile: ogni donna poteva mostrare un simbolo della fellatio e del potere della sua bocca sul fallo!
Alcune conseguenze:
Tutti i cancri che nel corso del decenni hanno ucciso milioni di donne a causa del fumo sono da imputarsi interamente a Bernays.   
 
Bernays mandò Hitler al potere 
 
L'ascesa di Adolf Hitler al potere fu condizionata da molte concause e non è facile comprenderne i meccanismi in dettaglio. Sappiamo però per certo che Bernays ebbe la sua parte, e fu una parte molto importante. La consapevole manipolazione delle tremende energie dell'inconscio collettivo fu qualcosa in cui l'Uomo di Braunau divenne un maestro indiscusso, animato dalla certezza di poter controllare in ogni momento le forze ctonie che aveva scatenato. Il Ministro della Propaganda del III Reich, Joseph Goebbels, era un grandissimo ammiratore di Bernays, al punto che non si curava minimamente di un dettaglio di non poco conto su di lui: l'appartenenza al Popolo Eletto. Lesse i suoi libri e ne applicò senza scrupolo alcuno gli insegnamenti. Adottò le tecniche bernaysiane per mantenere con pugno di ferro il potere conquistato da Führer e per diffondere in modo capillare un antisemitismo virulento, talmente violento da arrivare al parossismo. A quanto si dice, il nipote di Freud rimase inorridito dall'uso che la dirigenza della NSDAP faceva delle sue dottrine e delle sue tecniche, ma non poté farci nulla. Una reazione vana: chi inventa un'arma micidiale, dovrebbe essere consapevole dell'uso che se ne potrà fare e delle sue conseguenze.
Per quanto bizzarra la cosa possa essere, il ruolo di Bernays nel plasmare il Reich Millenario è considerato un tabù in America. A quanto ho constatato se ne trovano poche menzioni nella Wikipedia in inglese, ma non uno specifico paragrafo. 
Olasky (1984) ha scritto questo: 
"Bernays stesso ha aggiunto benzina a questo fuoco quando ha sostenuto, come ha fatto Goebbels, la necessità che uomini forti, dèi umani, emergano come influenzatori dell'opinione pubblica; per esempio, in un discorso alla Financial Advertisers Association nel 1935, Bernays ha affermato che la risposta principale ai problemi finanziari è 'acquisire un'intera nuova serie di eccezionali simboli viventi umani. che manterranno la fiducia del pubblico... Pubblicisti, economisti, leader nella ricerca, i capi delle grandi istituzioni educative possono e devono essere resi simboli umani per portare nuova fede e forza." I giornalisti hanno paragonato questo tipo di dichiarazioni di Bernays ai pensieri di Goebbels o, in alternativa, di Stalin."
Il paragone è una delle poche cose sensate proferite dalla genia dei giornalisti, mi sento in dovere di aggiungere.
Alcune conseguenze:
La II Guerra Mondiale e la distruzione degli Israeliti in Europa difficilmente avrebbero avuto corso senza il contributo di Bernays.
 
L'eredità dello Spin Doctor  

Edward Bernays morì nel 1995 alla venerabile età di 103 anni. Eppure, nonostante quasi nessuno più parli di lui, le sue dottrine ancora vivono e sono applicate in modo pervasivo! 

La morte della Blogosfera 

I Blog davano un immenso fastidio. Erano considerati un autentico flagello. Pensate soltanto alla situazione in Italia: Berlusconi tentò per molti anni di distruggere la Blogosfera, usando sistemi come l'intimidazione, le leggi ad hoc e innumerevoli altri mezzi iniqui. Eppure tutti i suoi tentativi di controllo del Web sono sempre falliti. Questo è un dato di fatto. Ovviamente la situazione di insofferenza verso la Blogosfera era qualcosa di planetario, non esclusiva della realtà italiana. I maggiorenti di Google, Satrapi di Ahriman, sono riusciti a risolvere il problema una volta per tutte, proprio facendo ricorso agli insegnamenti di Bernays. 
 
Non si poteva convincere il volgo che la funzione dei Blog non fosse quella di comunicare e diffondere informazioni, magari peculiari e scomode. È invece bastato presentare i propri desiderata come realtà compiute e incontrovertibili. Così un giorno è stato rivelato alle masse: "Il blog è un'azienda!" Così è accaduto qualcosa di incredibile. Un blogger si poneva questa domanda, più che legittima: "Come posso far sì che i miei contenuti abbiano una maggior diffusione?" Gli eredi dello Spin Doctor, che ha appreso i Misteri dell'Iniquità dal Libro Apadno, scritto da Lucifero con inchiostro verde, hanno rivelato: "Devi ottimizzare i tuoi contenuti servendoti del SEO, mettendone in pratica gli arcani!" La sigla SEO sta per "search engine optimizer" (ottimizzatore dei motori di ricerca). Così si è giunti a quella che dovrebbe essere considerata una vera e propria aberrazione: "Per far valere i tuoi contenuti, li devi modificare! Li devi cambiare! Devi scrivere quello che vogliamo noi!" 

Si introduce il concetto di "contenuto di qualità", la cui definizione è oltremodo nebulosa e gestita dagli algoritmi impenetrabili dell'Idiozia Artificiale. Ti dicono che un contenuto di qualità è orginale. Benissimo. Se io cito un autore, come ad esempio Poe, allo scopo di commentarlo, ecco che l'Idiozia Artificiale non capisce e mi accusa di non essere originale. Basta usare una parola al di sopra delle righe, come ad esempio "pompino", per essere messi nella lista nera. Se poi qualcuno ha l'idea di parlare del Nazismo, ha finito di vivere. Per l'Idiozia Artificiale, non c'è differenza alcuna tra il ricorrere della parola "genocidio" nelle invettive di un neonazista o nel sito dello Yad Vashem.
 
Il concetto di "articolo pillar", unito alla "cannibalizzazione dei contenuti", è in pratica una forma di draconiana censura universale. Nell'Inghilterra del XIX era inflessibile il potere censorio del Lord Ciambellano, che impediva di portare in scena qualsiasi argomento seriamente politico o religioso. Ecco, è come se fossimo soggetti all'arbitrio di un Lord Ciambellano invisibile. Funziona così: se vuoi parlare di un argomento, puoi farlo una volta sola, componendo un articolo che lo riassume interamente, appunto un "articolo pillar" (ossia "pilastro"). Se scrivi altri articoli sullo stesso argomento, l'Idiozia Artificiale ti annienta. Per l'appunto, è come se i tuoi contenuti si distruggessero a vicenda, come se Google ti considerasse un auto-plagiario. Orbene, si potrà scrivere un solo articolo su come impastare gli escrementi di una influencer per farne una torta, ma come si fa a ridurre argomenti scientifici a un unico contributo? Si può parlare della Natura del Tempo in un unico "articolo pillar"? Si può parlare della lingua degli Etruschi in un unico "articolo pillar"? Diabole, no! 
 
Di fronte a questi subdoli cambiamenti, presentati come innovazioni desiderabili, non si sono viste insurrezioni di massa. Vuoi chiedere aiuto per qualcosa? Subito tutti presentano come panacea universale i princìpi di funzionamento del SEO, danto per assodata la natura aziendale dello stesso concetto di blog. Ti dicono che l'unica opzione è pubblicare contenuti commerciali. Se protesti, arrivano i troll (ovviamente prezzolati) e affermano con furore talebano che il blog è una realtà commerciale. Ecco il dogma fondante di questa campagna bernaysiana. Nonostante tutte le evidenze che ho riportato, le genti si crogiolano nella rassicurante equazione "democrazia = libertà". Tutto ciò mi dà i conati di vomito!

giovedì 3 settembre 2020

L'IMPERMANENZA DEL WEB

Spesso si sente dire: "Se una cosa è nel Web resta per sempre!" Esistono anche varianti come questa: "Se una cosa si trova in Google ci resta per sempre! Non si cancella più!" Queste opinioni circolavano già quando iniziai a navigare in Internet e godono tuttora di una notevole diffusione. Basta fare qualche indagine per scoprire che il pacchetto memetico della memoria immortale della Rete è stato inventato da un protoblogger e giornalista, Joseph Daniel Lasica, nel lontano giugno del 1998. Un suo post storico si intitolava "The Net never forgets" (reso in italiano con "Internet non dimentica niente"). In un'epoca anteriore al Web 2.0 aveva scritto "Dio perdona e dimentica, la Rete no". L'articolo, comparso sul sito Salon.com, è tuttora leggibile:
 
 
Eppure le cose non stanno esattamente come descritto da questo autore. Non sempre. Quante volte si cerca qualcosa di importante che non si riesce più a trovare da nessuna parte! Posso dimostrare con alcuni esempi concreti che anche l'informazione presente nella Rete delle Reti è soggetta alla degradazione e all'annichilimento. 
 
Il culo di Ramona 
 
Esisteva uno strano blog sull'estinta piattaforma blogosferica di Splinder: Neodecadenza. L'url era neodecadenza.splinder.com. Il blogger che gestiva il portale aveva come nick Appestato. Aveva una scarsa opinione di sé: spesso scriveva cose come "sono un merdone". Un giorno pubblicò una poesia oscenissima ma originale, che brillava per laidezza e genio nel firmamento splinderiano. Si intitolava Il culo di Ramona. Parlava di una ragazza di nome Ramona, bruttina ma lasciva, che era ancora vergine e curava poco l'igiene intima. La sua vulva velata dall'imene emanava lezzi ed era piena di smegma: nulla che non si potesse sistemare passandoci sopra un semplice panno umido. Non era però il pertugio anteriore l'attrazione principale, bensì lo sfintere dell'ano, disponibile alla penetrazione. Ricordo soltanto i versi finali del componimento, che incitavano a iniettarle lo sperma nell'intestino: 
 
un culo pieno di merda scorreggiona, 
un culo da sborrarci dentro è quello di Ramona. 

Devo ammettere che mi è capitato di masturbarmi pensando a Ramona, plasmandola nella mia fantasia morbosa, con grande realismo. Ora, quando ho pensato bene di cercare la poesia nel Web, ho fallito miseramente. Non ve ne è più la benché minima traccia da nessuna parte. Adesso si potrà dire che il Web abbia un ricordo di Ramona, del suo culo e delle sue attività sodomitiche: ho reimmesso io le informazioni tramite questo post! Qualcuno dirà di utilizzare la Wayback Machine (https://wayback.org/web/), la famosa macchina del tempo del Web, che permette di visualizzare degli snapshot di siti e blog ormai estinti. Se un utente inserisce nell'apposita finestra l'url da ricercare, la macchina del tempo gli mostra le varie catture, simili a fotografie. Bisogna precisare che non è possibile fare ricerche più estese servendosi di questi snapshot: sono resti cristallizzati e monadici di un passato perduto. Tra gli Splinderiani della Diaspora si trovano spesso imbecilli convinti di poter recuperare persino i commenti e i messaggi privati. In realtà questi snapshot sono catture casuali e non salvataggi completi di tutto un portale: i link che contengono sono quasi tutti rotti. Un amico aveva il brutto vizio di mettere il tag <-br-> (detto anche break row, su Splinder funzionava con i trattini) per non mostrare nel blog post troppo lunghi: il lettore premeva su questo tag e il post si apriva nella sua interezza. Peccato che la Wayback Machine abbia salvato soltanto le parti dei post prima del fatidico tag, rendendo inaccessibile il resto. Tornando al culo di Ramona, ho provato molte volte ad andare nella macchina del tempo e a digitare neodecadenza.splinder.com. Niente da fare. Esiste un unico snapshot, risalente al 2011 e per giunta inaccessibile! Ritorna una schermata bianca. Quindi si è dimostrato che un contenuto messo nel Web da un utente ora non esiste più, non può più essere recuperato.  
 
 
Chiunque può vedere cosa si può leggere: assolutamente niente! In ogni caso, nel 2011 il blog di Appestato non conteneva più la poesia Il culo di Ramona: qualche anno prima il portale era stato distrutto da qualche hacker e rifatto ex novo. Il gestore mi confidò che in quell'occasione aveva perduto tutto il precedente materiale e non riuscì più a produrre nulla di paragonabile.   
 
Il lignaggio di Sylvester Stallone 
 
Qualche anno fa mi è capitato di leggere una notizia bizzarra su Sylvester Stallone. Egli era tormentato dall'assenza di notizie sui suoi Avi, così ha commissionato qualche ricerca in proposito. Purtroppo è caduto nella trappola ordita da alcuni imbroglioni, che gli hanno comunicato la sua origine dalla stirpe degli Stallonizzi, definiti "fornaretti di Venezia". Egli si è fatto fabbricare persino un anello araldico. In occasione di un suo viaggio in Italia, egli si è accorto tuttavia che gli Stallonizzi erano soltanto il parto di una fantasia malata. Così ha commissionato ulteriori indagini, stabilendo alla fine la sua discendenza da una famiglia nobiliare pugliese, gli Stallone, il cui motto è SINE METU, ossia "senza paura".  Ho anche letto che Stallone avrebbe gettato di persona l'anello fittizio degli Stallonizzi nel crogiolo, facendone forgiare l'autentico anello degli Stallone di Puglia. Non so quanto di vero esista in tutto questo. La fonte potrebbe essere poco fidedigna, essendo una rivista scandalistica che avevo trovato nella sala di attesa di un medico. Queste amenità sono emerse nella mia mente per puro caso, in seguito a una libera associazione. Ho fatto qualche ricerca in Google, giungendo alla conclusione che degli Stallonizzi e della complessa truffa non esiste alcuna testimonianza nel motore di ricerca. Stallone ha esercitato il diritto all'oblio? Oppure era tutta un'invenzione di un giornalista in cerca di scoop? Ebbene, la cosa non può più essere determinata. Quando sarò morto, quando questo blog si sarà inabissato, quando la Wayback Machine sarà stata dismessa, quando non esisterà più nemmeno un'esile traccia della Blogosfera, queste notizie saranno per sempre inaccessibili. Apparterranno all'Entropia! Tutto muore, perché questa Creazione è fallibile e fondata sul Nulla: anche i contenuti del Web si stemperano e lasciano come unica traccia residui e cenere. Niente in questo universo demoniaco è immune alla corruzione e allo sfacelo. La dissoluzione nell'Oblio attende tutti, anche Zuckerberg, Bill Gates, Bezos e gli ideatori di Google.
P.S.
Attualmente il Web riporta informazioni del tutto diverse sulla genealogia stallonesca: 
 
 
Un ago in un pagliaio 
 
Non basta sapere che esiste un ago in un pagliaio. Devi anche sapere in che pagliaio è nascosto. Immagina ora di avere una sola informazione: da qualche parte c'è un ago, in un pagliaio che si trova in Francia. Può essere in Alta Savoia o in Bretagna, a Bordeaux o in Piccardia. Come puoi contare anche soltanto di iniziare a cercarlo? La Wayback Machine è assolutamente inutile. Oltre al fatto che permette soltanto di visualizzare le catture per un dato url e non di fare ricerche per stringhe scandagliando tutte le pagine stoccate, non è possibile impostare una ricerca sulla storia passata di un sito web se non si conosce il suo url. Può sembrare una cosa banale, ma non è così. Tu sai che c'era un certo blog sui ramarri, ma non ricordi assolutamente il suo url, che non era ovvio. Immaginiamo che tu non lo riesca a ricostruire, che non ricordi neanche il nick del blogger per fare qualche prova. Qualcuno dirà che nel Deep Web sono conservate le tracce di tutto ciò che è scomparso dal Web che tutti conosciamo. Benissimo, sfido chiunque a recuperarle. Lancio la sfida all'Ordalia! Che qualcuno vada negli abissi e trovi il testo completo della poesia di Appestato, Il culo di Ramona! Che qualcuno vada negli abissi e trovi la cronistoria completa delle ricerche genealogiche di Stallone da me citate (vere o fantomatiche che siano)! Se qualcuno potrà riuscire in queste imprese, allora e soltanto allora sarò disposto ad ascoltarlo.

giovedì 20 agosto 2020

BRUCE STERLING E LA PROFEZIA SULL'ESTINZIONE DEI BLOG

Il 16 marzo 2007 è stata riportata sul quotidiano La Stampa, nella sezione Tecnologia, una notizia a dir poco singolare: Bruce Sterling al South by Southwest Festival di Austin (Texas) ha dichiarato che i blog sono in via di estinzione, aggiungendo che entro un decennio, nel 2017, la stragrande maggioranza di tali portali sarebbe scomparsa. Ecco il link al (poco) mirabile articolo: 
 
 
I giornalisti come al solito hanno concepito un titolo in grado di generare fraintendimenti. Il lettore medio entra a malapena negli articoli, di cui legge in modo disattento poche righe. Così è l'impatto del titolo ad essere determinante nel formare l'opinione pubblica. Il problema è questo: dal titolo si sarebbe dedotto che nel 2017 ci sarebbe stato un evento catastrofico, come l'impatto di un asteroide, che all'improvviso avrebbe spazzato via l'intera blogosfera mondiale. I giornalisti hanno trasformato le dichiarazioni di Sterling in qualcosa di simile alla famosa "Profezia del Maya" che nel 2012 avrebbe dovuto colpire il pianeta (e che si è rivelata una merdata colossale). In realtà Sterling non ha mai parlato di un annientamento subitaneo: alludeva soltanto a un declino e a un lento processo di sfacelo che avrebbe infine portato alla quasi estinzione dei blog. Stramaledetti giornalisti, che fanno deformazione anziché informazione! Ecco alcuni estratti:
 
“Ci sono cinquantacinque milioni di blog, qualcuno di loro deve essere buono”, ha detto Sterling, ripetendo ironicamente lo slogan che campeggia sul portale Technorati. “In realtà, non è così. Non sono buoni e nel giro di dieci anni ne rimarranno pochi. Sono un fenomeno passeggero”. E neanche poi troppo innovativo, ha concluso, più che altro una declinazione in larga scala delle vecchie forme di comunicazione tribale.
 
Interessante notare che nel frattempo si è estinto proprio il portale Technorati, da lungo tempo ingorgato e inservibile, meno utile di un peto sulfureo. 
 
E ancora: 
 
Poche ore dopo aver sconvolto la platea di blogger radunati ad Austin (da festival essenzialmente musicale, il SXSW sta diventando sempre più un raduno high tech, con decine di incontri dedicati a Internet e alle nuove tecnologie), Sterling ha utilizzato proprio un blog, quello che cura su Wired.com, per puntualizzare alcuni aspetti del suo intervento. 
 
Vista la reazione del pubblico sconvolto dalla Profezia, il Texano avrebbe fatto qualche precisazione: 
 
“Non credo che i blog siano una moda destinata a svanire”, ha scritto. “Ma che sta svanendo la forma originaria del blog: noi usiamo ancora quel termine, ma ormai non coincide più con lo sviluppo di Internet”. Sterling fa riferimento a YouTube, a Flickr, a MySpace, ai social network. “E’ questo ciò che intendevo quando ho detto che non ci saranno più blog nel giro di dieci anni. Ci saranno un sacco di contenuti post-blog. Megatoni di importanti contenuti. Ma non blog”.   
 
(Nota: Immagino che un originale megatons sia stato tradotto con "megatoni", anche se lo scrittore intendeva certamente dire "milioni di tonnellate"!)
 
Questo è il link al post di Sterling: 
 
 
Peccato che sia un link rotto: nel frattempo il blog dell'augusto texano si è estinto! Come mi secca avere sempre ragione! 
 
Come spesso accade, risulta essenziale confrontare le cose scritte dai giornalisti italici con le fonti in inglese da cui hanno attinto. Infatti in alcuni casi mi sono imbattuto in articoli presi per intero e copiati per poi inserire nel traduttore di Google. Da allora sono abbastanza cauto. Cercando nel Web, ho facilmente trovato un articolo che in teoria dovrebbe riportare il discorso di Sterling verbatim ab origine. È apparso sul quotidiano online The Register e si intitola Bruce Sterling gives blogs 10 years to live. Come se fosse l'annuncio di una diagnosi di cancro. Sempre il solito pacchiano sensazionalismo giornalistico. 
 
 
Questo è un estratto particolarmente significativo: 
 
Science fiction writer and professional pundit Bruce Sterling has cracked bloggers with the extinction stick, saying the plebs will crawl back into their ooze by 2017.

"There are 55 million blogs and some of them have got to be good," Sterling said, during a speech here at the SXSW conference in reference to the slogan on blog search site technorati.com. "Well, no, actually. They don't."

"I don't think there will be that many of them around in 10 years. I think they are a passing thing." 
  

Ho preso il testo e l'ho messo tal quale nel traduttore di Google. Questo è il risultato, da confrontare con l'articolo in italiano: 

Lo scrittore di fantascienza ed esperto professionista Bruce Sterling ha incrinato i blogger con il bastone dell'estinzione, dicendo che la plebe tornerà a strisciare nella sua melma entro il 2017.

"Ci sono 55 milioni di blog e alcuni di loro devono essere buoni", ha detto Sterling, durante un discorso qui alla conferenza SXSW in riferimento allo slogan sul sito di ricerca di blog technorati.com. "Beh, no, in realtà. Non lo fanno."

"Non credo che ce ne saranno così tanti in giro tra 10 anni. Penso che siano una cosa passeggera".

 
Spettacolare! Almeno i giornalisti italici non hanno scritto che Sterling ha incrinato i blogger con il bastone dell'estinzione e non hanno maledetto le plebi!!! :) 
 
Poi tutto dipende da cosa gli astanti hanno capito davvero delle dichiarazioni di Sterling. Siccome la lingua che parla abitualmente è meno comprensibile di un idioma alieno, i fraintendimenti sono all'ordine del giorno. Che un ascoltatore sia o meno di lingua madre anglosassone, le difficoltà sono notevoli. Non dimenticherò mai quella volta in cui un giornalista napoletano, incapace di capire il neotexano, ha trasformato il Guru del Cyberpunk in un pistolero!  
 
Il punto è questo, con buona pace di Sterling. I blog sono irrilevanti. Che muoiano o meno non significa proprio nulla. L'essenza di un blog è di per sé meno importante della cacchina depositata da uno scarafaggio sul pavimento di una latrina! Presi singolarmente, questi portali contano meno delle feci di una mosca su uno specchio in un bordello indiano. Non sono i blog ad essere morti, bensì la Blogosfera!
 
Tanatologia blogosferica
 
La Blogosfera non è definibile come la semplice somma algebrica dei blog che la compongono. All'epoca in cui la Blogosfera era una realtà in espansione, era un insieme di proprietà emergenti, date dai legami tra i blogger, dalle loro continue interazioni, dal flusso di informazioni. Queste proprietà si esprimevano nei modi più svariati. Esisteva il blogroll, in cui venivano linkati un gran numero di blog di persone con cui si interagiva. Nei post erano spesso incorporati i link a post altrui, i commenti che formavano spesso estesi thread. In alcuni casi queste discussioni avevano la mole di poemi epici e contenevano autentiche gemme. Tutte queste cose sono svanite nel Nulla. Se la Blogosfera nel 2007 era paragonabile a un pianeta vivo come la Terra, con i suoi complessi cicli, oggi esiste soltanto la desolazione di Plutone! Dove un tempo fiorivano ecosistemi rigogliosi e caotici, oggi si scorgono soltanto rocce nude e gelide alla deriva nell'Abisso!
 
Contenuti post-blogosferici  
 
Bruce Sterling, nel suo ottimismo gioviale, nel 2007 si diceva convinto che dopo un decennio sarebbero comunque esistiti moltissimi contenuti interessanti nel Web. Aveva ragione! Non esito a dire che posso fornirne qualche esempio. Un fan della Ferrigni riporta la ricetta di una torta ottenuta dalla cacca della sua biondissima diva e aromatizzata al castoreo, l'aroma di vaniglia ottenuto dalle ghiandole anali dei castori: un'autentica ghiottoneria giannesca! Sono state posate le fondamenta del Tempio dei Coprofagi! Questo è un piccolo passo per il post-blogger, ma un passo gigantesco per l'umanità! Grazie all'incessante lavorio di qualche eroe post-blogosferico stanno ritrovando vigore alcune vecchie leggende. Mi sono imbattuto nella storia di Rod Stewart quasi morto per aver ingerito un'immensa quantità di sperma, donato da un folto gruppo di marinai nerboruti!

domenica 24 maggio 2020

RELIGIONE NEOLITICA, PREGIUDIZIO ANTISODOMITICO... E BUFALE!

 
Era il 16 gennaio 2019. Il carissimo amico Lukha B. Kremo disquisiva su un cruciale argomento, che ha sempre attratto la mia curiosità: il rinvenimento di materiale genetico nel retto della Mummia del Similaun, eccezionale reperto chiamato affettuosamente Ötzi (varianti ortografiche Oetzi, Otzi). Riporto in questa sede il thread iniziato dal Kremo:
 
Lukha B. Kremo: 
comunque l'argomento del giorno non è che 10 anni fa avevamo 10 anni di meno, ma che Otzi è il primo omicidio documentato causato da omofobia, ca. anno 3200 a.C.

Luigi Straneo:
non credo sia un caso di omofobia, gli hanno trovato del liquido seminale nel retto, dev'essere un gioco erotico finito male

Lukha B. Kremo:
no, gli hanno trovato ferite compatibili con frecce alla scapola, inoltre era in un ghiacciaio; molto più probabile che sia stato colto in flagrante che abbiano ammazzato l'altro e che lui sia riuscito a scappare ma sia stato colpito lo stesso, poi ha cercato di superare le montagne per non farsi trovare più e lì è caduto.

Lukha B. Kremo:
mi pare che si conferma che le idee che abbiamo noi delle società neolitiche sono da rivedere, che abbiamo una concezione di primitivismo e che invece già nel 3200 ac in italia del nord c'erano comunità con leggi proprie. Di poco è la scoperta di una battaglia epocale del IV millennio ac in un remoto paese della germania settentrionale che indica come non fossero in lizza due tribù, ma due fazioni multietniche e quindi un esercito di un vero e proprio regno, di cui ovviamente non sappiamo nulla.
 
Lukha B. Kremo:
in fondo circa 100 anni dopo Otzi regnava il primo faraone in egitto

ALex CutWay:
Vi sono stati non rari eventi di fallace marcatura del DNA tramite datazione al carbonio. In realtà, un'altra teoria avvicente che i ricercatori stanno seguendo , sono voci di corridoio, è un successivo atto di necrofilia verso una mummia, avvenuto molti secoli dopo, anche se l'esatta datazione temporale è ancora piu' complicata. Sarebbe inoltre il primo caso della storia umana.

A distanza di tempo sono tornato sul thread e con mia grande sorpresa ho trovato che il link condiviso dal Kremo era stato nascosto da un minaccioso avvertimento. Infatti la notizia
sulla morte violenta del nostro uomo preistorico preferito, apparsa a suo tempo su Le Cronache Lucane, è stata bollata da Zuckerborg come "fake news". La mannaia di una censura occhiuta si è abbattuta sul contenuto eterodosso, implacabile come un androide, inquietante e temibile come lo swibble di dickiana memoria. Ecco la documentazione: 
 

Facta - Fact-Check  

Independent fact-checkers say this information has no basis in fact.
 
Notizia priva di fondamento: "sperma nel retto di Ötzi".
 
Il 16 gennaio il sito Le Cronache lucane ha pubblicato un articolo dal titolo “La conferma dei ricercatori di Bolzano: sperma nel retto di Ötzi”.

Nel testo si legge che una biopsia che sarebbe stata effettuata dal team di Archeologia Biomolecolare di Bolzano avrebbe confermato un dettaglio inedito sul ritrovamento, avvenuto nel 1991, della mummia neolitica denominata Ötzi: la presenza di sperma nel canale rettale.
 
Questa è una notizia priva di fondamento, probabilmente nata come pesce di aprile e poi continuata a girare per oltre 25 anni. Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla fonte. Le Cronache Lucane ha ripreso interamente (senza specificarlo) un articolo pubblicato dal sito CTRL ALT WRITE il 9 febbraio 2016.

Passiamo alla vicenda. Il 19 settembre del 1991, sulle Alpi Venoste al confine tra Italia e Austria, durante un'escursione viene ritrovata da due coniugi tedeschi una mummia di oltre 5 mila anni fa. Alla mummia viene dato il nome di Ötzi.

Nel 1992 il sito The Straight Dope aveva spiegato che, poco tempo dopo la scoperta di Ötzi, si era diffusa la notizia secondo cui tracce di sperma erano state trovate nell'ano della mummia ma che questa storia era in realtà comparsa sul numero del primo aprile di una rivista austriaca ed era quindi probabilmente uno scherzo.

Questa notizia inventata ha comunque continuato a girare ma, come scrive il sito di fact-checking Butac.it, non ha mai trovato conferma. Nel 2012, anzi, riguardo le voci di corridoio che sostenevano che dello sperma fosse stato trovato nel canale anale di Ötzi, Angela Graefen, ricercatrice di genetica umana all'Istituto Eurac a Bolzano, aveva chiarito all'agenzia di stampa Reuters, che la voce era priva di fondamento e che poteva derivare «dal fatto che dei semi sono stati trovati nel suo intestino. I termini per i semi di piante e lo sperma sono, in effetti, gli stessi in tedesco».
 
Con infinito paternalismo, Zuckerborg ha quindi impresso il suo sigillo: 
 
Learn more about how Facebook works with independent fact-checkers to stop the spread of false information. 
 
A questo punto tutto sembra chiaro. In un commento poi aggiunto al thread, lo stesso Kremo ha ammesso di essere stato tratto in inganno dai media. 
 
Lukha B. Kremo:
ok, qualche giornalista del cazzo ha tradotto semen (sic) con sperma. Erano semi, non sperma 
 
Benissimo! Tutto sembra essere a posto. Il pacchetto memetico fatto di informazione degenerata è stato identificato e neutralizzato. I Sommi Sacerdoti dell'Antibufalismo hanno sentenziato e il loro giudizio è reperibile con grande facilità nel Web. Davanti al loro magistero si prosternano le masse, cadendo in adorazione! Ecco i link agli articoli di fact-checking:    
 
 
 
In ultima analisi, le fonti addotte sono due: 
 
1) Reuters;
2) The Straight Dope.
 
Come vedremo nel seguito, le tesi riportate dalle due fonti sono tra loro incompatibili e si escludono a vicenda. Procediamo con ordine, ripercorrendo le tappe della ricerca. 

L'ipotesi dell'errore di traduzione
 
Cominciamo dall'analisi delle informazioni diffuse dall'agenzia britannica Reuters, alla cui parola è attribuito un valore pari a quello del Vangelo, se non addirittura superiore. Questo è il testo fondante: 
 
 
One sticky rumor was that semen had been found in his anal canal, prompting headlines about his supposed homosexuality. But Graefen set the record straight.

“This comes from the fact that seeds have been found in his intestine. The words for plant seeds and semen are actually the same in German,” she laughed.

 
A quanto pare possiamo stare tutti più tranquilli: l'ennesimo rigurgito di entropia cognitiva è stato rintuzzato. Ma è davvero così? Diabole Domine, direi proprio di no. La questione è un tantino più complessa di come la si dipinge. Sintetizzo i miei dubbi: 
 
1) Possibile che tutto sia nato da uno studio in cui la parola Samen indicava i semi, senza che nessuno si sia preso la briga di specificare la specie vegetale di appartenenza?
2) Possibile che non si faccia la minima menzione a come questi benedetti semi sarebbero giunti nel canale rettale del defunto? Sono passati indenni per tutto l'intestino o sono stati introdotti in un improbabile gioco erotico? 
3) Possibile che nessuno menzioni in modo esplicito la fonte da cui Reuters avrebbe attinto? Perché cercando stringhe come "Angela Graefen Samen Ötzi" non si trova un bel nulla di utile? Qual è lo studio in cui la parola Samen avrebbe generato l'equivoco? Chi sono i suoi autori? Dove reperirlo nel Web? Non è dato sapere.
4) Possibile che con chiavi di ricerca non contenenti il nominativo della Graefen, come ad esempio "Ötzi Samen hintern", "Ötzi Samen Darm" e via discorrendo, Google si ostini a mostrare soltanto siti in italiano? Faccio notare che nelle impostazioni di Google ho selezionato "Qualsiasi lingua" e non "Pagine in italiano"
 
Questa è una menzione di "Samen" in relazione alla Mummia del Similaun (il neretto è mio), da Die Urgeschichte Europas, di Reinhard Pohanka (2016): 
 
Der Pilz hat eine desinfizierende Wirkung und wird außerdem als Aufguss gegen Würmer und Magenbeschwerden verwendet (in der Gegenwart zum Beispiel bei den Samen).

"Il fungo ha un effetto disinfettante e viene utilizzato anche come infuso contro vermi e problemi di stomaco (in presenza di semi, ad esempio)."  
 
Questa è un'altra citazione (anche qui il neretto è mio), tratta dal sito www.alimentarium.org
 
Begleitfunde sind Überreste von Tierknochen, Muschelschalen und Fischgräten sowie pflanzliche Funde wie Getreidekörner, Nüsse und Samen, die bei Siedlungs- und Bestattungsausgrabungen freigelegt werden. 
 
"I reperti di accompagnamento sono resti di ossa di animali, gusci di cozze e lische di pesce, nonché reperti vegetali come cereali, noci e semi che vengono scoperti durante gli scavi di insediamenti e sepolture."

Come si vede, non si ha alcuna ambiguità che possa giustificare la genesi del mito memetico dello sperma nel retto di Ötzi. Certo, districarsi in un mare di disinformazione non è facile, ma con un po' di buona volontà si dovrebbe trovare il bandolo della matassa. Invece non si viene a capo di nulla. Cosa molto sospetta. Possibile che l'intervista alla Graefen non abbia avuto alcuna eco nel Web in lingua tedesca? 
 
Con un po' di pazienza, sono riuscito a trovare una menzione più pertinente, su una rivista online tedesca di area LGBT, Queer.de (ancora una volta i neretti sono miei): 

Manche Geschichten sind wirklich lustig, und die erzähle ich auch gerne selbst, beispielsweise, dass Ötzi schwul war. Das war lediglich ein Übersetzungsfehler: Da hat man aus dem deutschen Wort Samen den englischen semen gemacht, was im Deutschen so viel bedeutet wie Sperma. Deswegen wurde das sozusagen in die falsche Richtung interpretiert. Es wurden keine Spermien in seinem Darm gefunden, sondern Pflanzensamen.

"Alcune storie sono davvero divertenti e mi piace raccontarle io stesso, ad esempio che Ötzi era gay. È stato solo un errore di traduzione: la parola tedesca "Samen" è stata trasformata nell'inglese "semen", che in tedesco significa "sperma". Ecco perché è stato interpretato nella direzione sbagliata, per così dire. Nessuno spermatozoo è stato trovato nel suo intestino, solo semi di piante."
 
Nemmeno questa è la menzione che cerco: è ancora un aneddoto simile a quello riportato da Angela Graefen di Bolzano, privo di riferimenti validi. Potrebbe addirittura essere stato preso da fonti italiane ed essere entrato nel mondo germanico come un boomerang. Perché se io racconto un aneddoto finisco linciato, mentre gli altri possono fondare i loro giudizi sugli aneddoti? Sono il solo a non essere esonerato dal riportare le fonti? Il Kremo allude a un giornalista del cazzo che ha sbagliato la traduzione. Ebbene, voglio sapere nome e cognome di questo giornalista del cazzo. Voglio sapere la sua testata di appartenenza e il titolo dell'articolo da cui l'errore ha avuto inizio. Di che nazionalità è il giornalista del cazzo? Questo giornalista del cazzo è italiano o anglosassone? Si converrà che tutto è molto vago. 
 
Totale: le confutazioni fatte dagli Antibufalisti del Web non soddisfano i criteri minimi di trasparenza e di tracciabilità. Per gli attivisti italiani la lingua tedesca è tabù, dato che le attribuiscono il potere di evocare lo spettro del III Reich. Quindi nessuno di loro la conosce davvero. A nessuno di loro interessa scandagliare fonti in tedesco. Citano qualche parola tedesca solo se indispensabile, lo fanno male e mostrando di esserne schifati, a dir poco inorriditi. Per i canoni della loro religione civica sarei considerato un pagano. Ho così licenza di conoscere la lingua tedesca e non ho alcun problema ad usarla, facendo notare che non è stata inventata da Hitler! 
 
L'ipotesi del Pesce di Aprile 
 
Passiamo ora ad analizzare i contenuti del post apparso su The Straight Dope. Vero è che Bufale.net ne riporta il link e che anche il disclaimer apposto da Zuckerborg menziona questa fonte, ma nessuno sembra essere stato in grado di trarne le debite conclusioni, molto diverse da quelle fornite da Reuters. Invito tutti alla lettura:
 
 
Gli italici Antibufalisti si sono fissati sulla traduzione errata del tedesco Samen "seme; sperma", ma hanno anche menzionato una possibilità più attendibile, quella di un Pesce di Aprile. Tutto sarebbe nato da uno scherzo, ossia da una articolo diffuso a bella posta da un'associazione LGBT austriaca, il cui organo di stampa è la rivista LAMBDA-Nachrichten. Tra l'altro giova notare che nei siti Web in lingua tedesca in cui la cosa viene menzionata, non compare mai la parola Samen, bensì un termine più scientifico: Sperma
 
"“Otztal Valley, Italy — The mainstream media reported widely on ‘Otzi,’ the 5,477-year-old Stone Age man found mummified in a melting glacier high in the Italian Tyrolean Alps. The U.S. media did not, however, share a gripping detail that was reported in Italy, Austria, Switzerland, and elsewhere: there was sperm in Otzi’s anal canal. ‘The Tyrolean scholars have not given this little detail any special significance,’ according to Lambda Nachrichten, the magazine of Homosexual Initiative Vienna, Austria’s leading gay organization, ‘but there can only be one explanation: Otzi had sex with another man in the Alps!"
 
L'argomento devastante riportato su The Straight Dope è però un altro. Non può essere stato trovato sperma nel buco del culo di Ötzi. Questo per un fatto molto semplice: Ötzi non ha un buco del culo. Le parti intime del corpo mummificato sono andate perdute, forse divorate dai vermi o da qualche animale carognaro. Comunque sia, niente ano, niente sperma nell'ano.  
 
"But the real problem is this: judging from the photos, Otzi has no anus. His entire crotch, including penis and testicles, is gone, presumably having been eaten by scavengers shortly after his demise." 
 
Diventa superfluo notare che lo sperma non sarebbe in ogni caso rilevabile dopo tanto tempo. 
 
Quanto appena esposto mette in serio dubbio le dichiarazioni attribuite da Reuters ad Angela Graefen. Ecco le conclusioni:
 
1) Non c'è stato nessun equivoco, nessuna confusione semantica tra il materiale genetico e i semi delle piante: siamo invece di fronte a un vero e proprio pacchetto memetico diffuso cum dolo;
2) A quanto pare la Graefen ignorava che il canale anale del corpo mummificato è andato perduto. Cosa a dir poco sorprendente, essendo una studiosa che si è occupata proprio di Ötzi; 
3) I gestori dei siti antibufala hanno citato The Straight Dope ma non sembrano aver letto la fonte con la dovuta attenzione. La storia del culo mancante avrebbe vanificato all'istante la necessità di supporre la cattiva traduzione di una parola tedesca!  
 
I fact checkers devono essere a loro volta sottoposti a fact-checking! Le bufale somigliano ai virus e sono caratterizzate da un corredo memetico che può subire mutazioni. Così da una bufala ne possono nascere altre, ancora più devastanti. 
 
Alcune note 

L'uomo del Similaun visse nel Calcolitico, il periodo che ha segnato la transizione tra l'industria litica del Neolitico e la metallurgia dell'Età del Bronzo. Nel Neolitico fece la sua comparsa l'agricoltura, che portò un nuovo modo di intendere l'Uomo e l'Universo. Assieme all'agricoltura e al culto della fecondità comparve la consapevolezza dell'associazione tra l'atto sessuale e la procreazione. Oggi sembra un concetto scontato. Eppure gli Aborigeni dell'Australia, che sono rimasti nel Paleolitico fino a tempi recenti (attrezzi di pietra scheggiata erano usati ancora negli anni '60 del XX secolo), non erano consci del fatto che il concepimento fosse la naturale conseguenza dell'atto sessuale: attribuivano la gravidanza agli spiriti delle acque o delle pietre. Nel Paleolitico imperava la credenza in una divinità uranica non interessata all'ordine morale del mondo. Un Essere Supremo simile a quello che in Australia era chiamato Nurrendere. Nel Neolitico si è avuto il passaggio cruciale alla credenza in una divinità uranica interessata all'ordine morale del mondo. Una divinità iraconda che considera offensive determinate azioni dei suoi adoratori. Nelle società agricole si diffuse l'idea che lo sperma fosse una sostanza preziosa e che il suo contatto con le feci fosse un sacrilegio. Nacque così l'avversione verso il sesso anale e in particolar modo verso il rapporto sodomitico tra uomini. Qualcuno a questo punto si chiederà: "E i Greci? E i Romani? E il dissoluto politeismo?" Ebbene, nel corso dell'Età del Bronzo c'è stata una radicale trasformazione, non solo tecnologica ma anche e soprattutto culturale. Le società neolitiche in Europa furono travolte dall'invasione di genti indoeuropee giunte a più ondate dalle steppe orientali. Questi invasori avevano sentimenti del tutto dissimili da quelli dei popoli su cui si erano abbattuti come una tempesta: erano bellicosissimi e vivevano di predazione. Consideravano l'agricoltura un'occupazione degna soltanto degli schiavi. Dovunque arrivassero uccidevano gli uomini e stupravano le donne, costringendole a consumare le loro vite macinando cereali. L'omosessualità virile era altamente considerata. Ancora ai tempi di Cesare, i Celti della Gallia Transalpina continuavano questo modo di vivere: disprezzavano l'agricoltura, ritenuta un'occupazione servile, e praticavano la sodomia, anche violenta. Si comprende a questo punto che le religioni monoteiste abramitiche hanno la loro origine in una sopravvivenza della religiosità del Neolitico. Si sono formate da un vero e proprio rigurgito di un'epoca precedente a quella in cui si sono imposte le religioni politeiste. È un gravissimo errore proiettare indietro nel tempo categorie postmoderne come quelle di "omofobia" (analizzeremo in altra sede la natura contraddittoria di questa parola), fondate su una specie di mistica della "paura della diversità": le motivazioni dell'avversione antisodomitica erano di natura religiosa, avevano la loro radice nel tabù e non possono essere lette alla luce delle ideologie femministe e politically correct. Mi opporrò sempre con tutte le forze alla riscrittura del passato a partire dalle storture concettuali del presente!