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lunedì 26 luglio 2021

IL MISTERO DELLA LINGUA BRAHUI

La lingua Brahui (براہوئی /bra:hu:i/, scritto anche Brahoi, Brahvi) appartiene alla famiglia delle lingue dravidiche ed è parlata da una parte dell'omonimo gruppo etnico di pastori. I Brahui abitano in prevalenza una ristretta area del Pakistan centrale (Provincia del Belucistan), che comprende Quetta a nord, proprio dove è stato abbattuto Osama bin Laden, spingendosi a sud fino a Las Bela. Se ne trovano comunità sparse anche in Afghanistan, in Iran e in Turkmenitan (intorno alla città di Merv). Si stima che in totale i parlanti siano circa 2.864.000, di cui 2.640.000 in Pakistan, in massima parte bilingui: i Brahui del Pakistan utilizzano anche il Beluci (بلۏچی Balochi, Baluchi), una lingua iranica nordoccidentale. Va notato che per molti gruppi tribali il Brahui è ormai una seconda lingua, mentre altri hanno perso completamente la sua conoscenza.  
 
Se si dà anche solo un'occhiata alla mappa che mostra la diffusione delle lingue dravidiche, si vede subito che la lingua Brahui è un outlier, assai distante dalle aree in cui le lingue della stessa famiglia sono parlate (più di 1.500 km, corrispondenti a 930 miglia). Come spiegare una simile anomalia?

Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Dravidian_subgroups.png 
Mappa originale di User:BishkekRocks, ricolorata da User:Kanguole
 
Il problema, non di poco conto, riguarda l'origine storica della lingua Brahui, su cui non c'è in ultima analisi alcun consenso. Queste sono in estrema sintesi le opinioni sull'argomento: 
 
1) Il Brahui è un residuo di una situazione anteriore alla diffusione delle lingue indoarie, in cui erano parlate lingue dravidiche anche nel nord dell'India; 
2) Il Brahui è l'esito di una migrazione recente dal subcontinente indiano, in genere fatta risalire all'XI secolo e secondo alcuni ancor più tarda (vedi sotto). 
 
Purtroppo nel corso degli anni la spinosa questione si è intrecciata senza sosta all'ideologia e alla politica, come c'era da aspettarsi, ingarbugliandosi sempre più. Va comunque detto che l'idea dell'origine antica del Brahui è prevalente nel mondo accademico, anche se non mancano polemiche. Un punto ancor più controverso è la possibilità o meno di una connessione di quest'isola linguistica dravidica con la misteriosa civiltà della Valle dell'Indo, che andò in crisi nel 1800 a.C. e scomparve. Brancoliamo nel buio e sono costretto a proseguire il discorso in altra sede. Tornando alla nostra discussione sulla lingua Brahui, questi sono i punti di vista di alcuni autorevoli studiosi:
 
    i) Josef Elfenbein (1989) ha sostenuto la teoria dell'origine antica, ritenendo che i parlanti della lingua Brahui fossero parte della migrazione dravidica verso l'India settentrionale, avvenuta nel III millennio a.C.; essi sarebbero rimasti nelle regioni attualmente chiamate Sarawan e Jahlawan, non seguendo il movimento demico dei loro parenti diretti nel sud e nell'ovest del subcontinente. 
   ii) Paul Sergent (2007) è invece un convinto sostenitore dell'origine recente e della provenienza dall'India centrale, addirittura nel XIII o nel XIV secolo. Ha scritto quanto segue: 

"Les bases factuelles de cette opinion ont été ruinées dès 1987... En fait le brahoui a quitté tardivement, durant notre Moyen Âge, le nord-Ouest du Deccan pour s'installer au Baloutchistan, il ne peut donc plus constituer ni une preuve, ni un indice du caractère dravidophone des hommes qui vivaient au bord de l'Indus plus de 3 000 ans avant."
 
Traduzione: 

"Le basi fattuali di questa opinione sono andate in rovina già nel 1987... Infatti, il Brahui ha lasciato il nord-ovest del Deccan in epoca tarda, durante il nostro Medioevo, per stabilirsi in Belucistan, quindi non può più costituire né una prova, né un'indicazione di il carattere dravidofono degli uomini vissuti sulle rive dell'Indo più di 3.000 anni prima." 

Si nota subito che tale teoria si scontra con svariate evidenze, non soltanto linguitiche. Non credo che sia possibile identificare la lingua parlata da un individuo ormai mummificato partendo dall'analisi del genoma e dal reperimento di alcuni aplogruppi; tuttavia ci si aspetterebbe che i Brahui, se fossero davvero migrati in epoca tanto recente dal subcontinente indiano, manterrebbero una somiglianza genetica con i Dravida. Non è stato riscontrato nulla di simile: i Brahui non hanno alcuna differenza genetica evidente rispetto ai loro vicini iranici e indoarii.
    iii) David McAlpin (1975), ossessionato dall'idea di una stretta parentela tra il proto-dravidico e l'elamico, ha ritenuto il Brahui come una prova delle sue argomentazioni. A conti fatti, mi sembra che non sia possa ricostruire una protolingua elamo-dravidica. In altre parole, l'antica lingua di Elam non mostra speciali affinità con le lingue dravidiche: le presunte somiglianze nella morfologia, elencate da McAlpin, sembrano tutto fuorché convincenti. Un'origine comune dell'elamico e del protodravidico sarebbe in ogni caso remota.  

I Brahui non hanno alcuna memoria tradizionale di una migrazione dall'India centrale o meridionale. Hanno invece l'idea stravagante di una remota provenienza dalla Siria.
 
La sopravvivenza di una lingua di origine dravidica parlata da comunità senza alcun contatto con i Dravida dell'India è potuta avvenire soltanto a prezzo di una penetrazione profonda di elementi lessicali indoeuropei e arabi, questi ultimi importati per influsso dell'Islam. I Balochi, con cui i Brahui hanno avuto intensissimi contatti linguistici, si sono stanziati nell'area soltanto a partire dall'XI secolo. Ho sentito dire dai sostenitori delle idee di Sergent che mancherebbero in Brahui prestiti dall'avestico e dal persiano antico. Benissimo, ribatto con una domanda: dove diamine sono i prestiti dal sanscrito?     
 
Ecco la composizione del lessico Brahui: 
 
Origine dravidica: 15% 
Altra origine iranica (Balochi, Farsi e altro): 20% 
Altra origine indoiranica (Sindhi e altro): 20% 
Arabo (tramite il Farsi): 35%  
Origine ignota (sostrato ignoto): 10% 

Per via della natura estremamente composita del suo lessico e per l'incertezza di molte etimologie, la lingua Brahui è stata definita un "incubo etimologico". 
Le informazioni da me riportate si possono trovare facilmente nel Web. A me piace però fornire la ciccia. Elenco così una lista di parole di origine dravidica nel Brahui, tratta dai lavori di George Starostin, figlio del compianto Sergei (zikhrono livrakha), che sono consultabili nell'immenso database online The Tower of Babel. Ho selezionato i lessemi con estrema attenzione; non escludo però che ce ne siano altri.  



Note sull'ortografia adottata per trascrivere le parole Brahui: 

c è un'affricata palato-alveolare /tʃ/ (come ch in inglese) 
lh è una laterale sorda aspirata /ɬ/ (come ll in gallese) 
sh è palatale /ʃ/ (come sh in inglese) 
x è una fricativa velare sorda /x/ (come ch in tedesco) 
gh è una fricativa velare sonora
, , , sono suoni retroflessi (cacuminali) 
j è un'affricata palato-alveolare /dʒ/ (come j in inglese) 
Le protoforme dravidiche seguono un'ortografia in parte diversa, in cui j è un'approssimante palatale (come y in inglese) o una coda di dittongo. 

Parole di origine dravidica:

aḍ "riparato; riparo, protezione"
   proto-dravidico *áḍḍa-, *aḍái- "ostacolare"

ainō, annō "oggi"
   proto-dravidico *i-ned- "oggi"

all-, prefisso verbale negativo
   proto-dravidico *al-, morfema negativo

alla "commozione"
   proto-dravidico *alá- "soffrire"

allī "schema di ricamo"
   proto-dravidico *al- "tessere, intrecciare"

ammā "madre; nonna; termine onorifico per riferirsi a una donna" 
   proto-dravidico *áma- "madre" (onorifico)

anning "essere" (temi: an-, ar-, as-, a-)
   proto-dravidico *ā- / *an-

appā "cibo per bambini"
   proto-dravidico *ápa- "torta di farina di riso"

arē "uomo, individuo di sesso maschile; persona; marito", 
pl. arisk "uomini"
   proto-dravidico r-, d-
"maschio"

asiṭ "uno" (un'entità) 
asi "uno" (forma aggettivale) 
   proto-dravidico *or- "uno" (derivazione dubbia)

avalēnging "diventare confuso, sentirsi in imbarazzo"
   proto-dravidico *aval- "turbamento; confusione"

āvāning "sbadigliare"
   proto-dravidico *āv- "sbadigliare"

balun "grande, grosso, anziano, adulto"
   proto-dravidico *val- "grande; molto"
 
banning "venire" (temi: bar-, ba-)
   proto-dravidico *vā-[r]- "venire"

"bocca, apertura; filo di un coltello"
   proto-dravidico *vāj- "bocca; filo (di una lama)"

bārring, bārringing "seccarsi; allenarsi per una gara; maturare 
     (di mais), inaridirsi, appassire, irrigidirsi",
bārifing "essiccare",
bārun "secco"
   proto-dravidico *vad- / *vat- "seccarsi, appassire"

bāsing, bāsinging "diventare caldo"
   proto-dravidico *v
ē- "essere caldo"

bei "erba adatta al pascolo; qualsiasi arbusto adatto al pascolo"
   proto-dravidico *vaj- "paglia di riso"

"su, sopra"
   proto-dravidico *mē-[l-] "su; altezza; bello, buono"

bēnifing, bērifing "coprire di paglia"
   proto-dravidico *ve[ń]s- "coprire di paglia"

bil "arco"
  proto-dravidico *vil1 "arco"

bining "udire, sentire"
   proto-dravidico *ven- "udire, sentire"

birr "selvaggio, indomito; timido"
   proto-dravidico *ver- "matto"

birring "separare, selezionare, distinguere"
   proto-dravidico *vēt- / *vēd- "separare"

bising, bisinging "essere cotto, essere maturo"
   proto-dravidico *vis- "cuocere, scaldare al sole"

biṭ "mucchio, collinetta"
   proto-dravidico *veṭ- "montagna; costa"

biṭing "gettare, buttare giù, scaricare, lasciar cadere, vagliare, buttare via, gettare; scendere, scendere, stabilirsi, (la neve) cade, stendersi"
   proto-dravidico *viḍ[i]- "lasciare"

bīra "semplicemente, soltanto"
   proto-dravidico *vejr- "vuoto; solo"

calēnging "incrinarsi, spaccarsi"
   proto-dravidico *sel-, *cel- "spaccare"

cāing "comprendere, conoscere, realizzare, considerare"
   proto-dravidico *tēr- "essere chiaro, evidente"

cōṭ "storto, a zigzag; di carattere storto"
   proto-dravidico *coṭ- "zoppo"  

cugh "nuca"
   proto-dravidico *Cu[g]- "spalla; nuca"

cunak "piccolo"
   proto-dravidico *čin- "piccolo"

curring "fluire, zampillare"
   proto-dravidico *cor- "fluire"

cuṭ "goccia"
   proto-dravidico *Coṭ- "gocciolare, goccia"

cūping "succhiare"
   proto-dravidico *cu[b]- succhiare

darō "ieri"
   proto-dravidico *nēr- "ieri"

daṛing "scendere, andar giù, smontare"
   proto-dravidico *tā- "cadere in basso; abbassare"

"questo"
   proto-dravidico *a- / *ā- "quello"

"sole, luce del sole; giorno, tempo"
   proto-dravidico *nē-r- "tempo; sole"

dē(r) "chi" (base interrogativa, sing. o pl.)
   proto-dravidico *jā-, *ja-, base interrogativa

ditar "sangue"
   proto-dravidico *nej-tor "sangue"

dīr "acqua; succo"
   proto-dravidico *ńīr- "acqua"

durrēnging "osare, avventurarsi"
   proto-dravidico *toḍ- "cominciare; essere pronto"

gaṭ "morso"
   proto-dravidico *k̂aṬ- "mordere"

ghuḍḍū, guḍḍū "piccolo; monello"
   proto-dravidico *guḍ- "piccolo"

ghurring "grugnire"
   proto-dravidico *gur- "ruggire; russare"

hal "ratto"
   proto-dravidico *èl- "ratto"

halling "afferrare; comprare; prendere assieme"
   proto-dravidico *aḷ-a- "mescolare; raggiungere, avvicinarsi"

hamping "caricare, caricare e andare; iniziare; partire; essere cancellato"
   proto-dravidico *an-p- "caricare; mandare via"

hanēn "dolce"
   proto-dravidico *in- "dolce"

haninging "copulare" (detto di esseri umani)
   proto-dravidico *aṇái- / *anḍ- "congiungere, unire"

harrifing "indagare, chiedere"
   proto-dravidico *jed-, *jer- "conoscere"

harring "rompere, frantumare"
   proto-dravidico *ar- (*ad-) "tagliare"

(h)aṛsing "girare qualcosa indietro o girare, cambiare, tornare indietro; riprendersi; attaccare di nuovo (detto di malattia)"
   proto-dravidico *eḍ- "essere distante, separato"
   (attribuzione dubbia)

hēl "conoscenza, saggezza"
   proto-dravidico *ēḷ- "saggezza"

hēling "stendere (tappeti, panni da asciugare, tovaglie)
   proto-dravidico l- "ricevere; conferire"

hēṭ "capra femmina"
   proto-dravidico *jōḍ- "capra"

hining "andare, partire, sparire; avere la diarrea"
   proto-dravidico *ej- "arrivare"

hīning "dare alla luce" (detto di pecora, capra, vacca, etc.)
   proto-dravidico *īn- "partorire giovane"

lh "mosca"
   proto-dravidico *īp- "ape; mosca" 
   (attribuzione dubbia)

hōr "dito (della mano)"
   proto-dravidico *ògir "artiglio, unghia"

hunning "guardare, cercare, aspettare, considerare"
   proto-dravidico *un- "pensare"

hushing "dare fuoco, bruciare, bruciare, rendere febbricitante, bruciare di rabbia"
   proto-dravidico *kos- "bruciare"
   (attribuzione dubbia)

(h)ūling, hūlāiing "ululare"
   proto-dravidico *ūḷ- "ululare"

hūring "scoppiare (di foruncoli), germogliare (di raccolti)"
   proto-dravidico *ur-, *ūr- (-d-) "trapelare, trasudare"

(h)ūringing, (h)ūrēnging "gonfiarsi, rompersi (detto di bolle, etc.); germogliare"
   proto-dravidico *ur-, *ūr- "traboccare, gonfiarsi"

iragh "pane, cibo"
   proto-dravidico *ir- "cibo"

iraṭ "due" (due entità), 
irā "due" (forma aggettivale)
   proto-dravidico *ir- "due"

iris "pettine"
   proto-dravidico *ir-Vc- "grattare (il terreno); pettinare"

ī "io" (obl. kan-)
   proto-dravidico *njān "io"

ī-, base declinata per caso, a cui si aggiungono i pronomi suffissi
      enclitici
   proto-dravidico *i- "questo"

īlum "fratello", 
īṛ "sorella"
   proto-dravidico *
īḷ-[aj-] "giovane"  

jaxxing "imbattersi; trafiggere"
   proto-dravidico *ǯak- "forare"

kahing "morire; spegnersi (detto del fuoco)", 
kasfing, kasifing "uccidere" 
   proto-dravidico *k̂āi- "morire"

kalūṛ "ceneri"
   proto-dravidico *kāḷ- "bruciare" (attribuzione dubbia)

kanning "fare; fingere se stesso; essere capace"
   (temi: kar-, ka-, kē-
   proto-dravidico *kej- "fare"

karrak "banco, riva, orlo, bordo, bordo, vicino"
   proto-dravidico *kar- "banco; ponte; bordo"

kā- "andare; partire"
   proto-dravidico *k̂ā- "andare"

ki-, kī-, kē- "sotto, giù"
   proto-dravidico *kīẓ- "inferiore; in basso"

kirēng "abuso",  
kirk "rancore"
   proto-dravidico *kir- "rabbia; arrabbiato, dispiaciuto"

kishking "strappare, staccare"
   proto-dravidico *kic- "pizzicare"

kīsh "pus; muco"
   proto-dravidico *k̂ī- "pus; marcire"

kubēn "pesante"
   proto-dravidico *k̂um- "portare sulla testa"

kuning "mangiare; bere; mordere; soffrire; sopportare"
   proto-dravidico *uṇ- "bere; mangiare"
   (attribuzione dubbia)

kūring "arrotolare, fare piazza pulita"
   proto-dravidico *k̂ūr-[Vḷ-] "girare, torcere"

malēnṭ "pecora o capra che ha smesso di produrre latte"
   proto-dravidico *mal- "sterile"

maling "aprire; disfare; slegare"
   proto-dravidico *mal- "aprire" (es. un fiore)

manning "divenire; essere"
   proto-dravidico *man- "essere"

margh "corno"
   proto-dravidico *mar-[g-] "corno"

mash "collina, montagna"
   proto-dravidico *màl- "montagna" (attribuzione dubbia)

mashāx "sfregiato"; "privo di corna (detto di animali)"
   proto-dravidico *mac- "macchia, chiazza"

maṭ "denso, spesso" (detto di capelli, giungla, tessuto o fior di latte)
   proto-dravidico *manḍ- "chiuso,
serrato; affollato"

maun "nero, scuro (detto di notte)"
   proto-dravidico *mā- "nero; scuro"

māmā "zio materno"
   proto-dravidico *mām- "fratello della madre"

mār "figlio, ragazzo"
   proto-dravidico *màd- "figlio"

miring "stuccare, intonacare"
   proto-dravidico *meẓV- "ungere"

lh "fumo"
   proto-dravidico *mōl- "fumo" (ricostruzione dubbia)

mōn "davanti"
   proto-dravidico *mun- "davanti"

mōṭ "scemo, stupido"
   proto-dravidico *mōṭ "scemo"

mukking "balbettare"
   proto-dravidico *muk- "fare uno sforzo; grugnire"

murū "lepre"
   proto-dravidico *mundjal "lepre" (ricostruzione dubbia)

musiṭ "tre" (tre entità), 
musi "tre" (forma aggettivale), 
musīka "tre volte"
   proto-dravidico *mū- "tre"

must "chiuso"
   proto-dravidico *muj-S- "coprire"

mutkun "vecchio; cosa vecchia"
   proto-dravidico *mūt- "vecchio"

muṭṭux "nodo, fascio; annodato"
   proto-dravidico *muṬ- "nodo (di capelli); annodare i capelli"

mux "cintola, fianchi"
   proto-dravidico *mòl- "grembo; cintola"

nan "noi"
   proto-dravidico *njām "noi" (esclusivo)

nan "notte"
   proto-dravidico *ńaḷ- "notte"

narring "fuggire, scappar via"   
   proto-dravidico *ńar- / *ar- "aver paura"

"tu"
   proto-dravidico *njīn "tu"

num "voi" (obl. num-)
   proto-dravidico *njīm "voi"

nusing "macinare"
   proto-dravidico *nūd- "macinare"

pacx "guscio, corteccia"
   proto-dravidico *pač- "pelle, corteccia" 
   (ricostruzione incerta)

paddām "gonfiore, distensione"
   proto-dravidico *padd- "umidità, disteso, gonfiato"

lh "latte; succo lattiginoso delle piante"
   proto-dravidico *pāl "latte"

pāning "dire, parlare, raccontare, parlare di qualcosa, chiamare una cosa, dire a se stessi"
   proto-dravidico *paṇ- "comandare, parlare; mandare"

pic "muco degli occhi"
   proto-dravidico *pic- "muco degli occhi"

piḍ "ventre, stomaco"
   proto-dravidico *piẓig- "viscere, interiora"

pillōta "povero bambino, bambino piccolo, orfano, miserabile"
   proto-dravidico *piḷ- "giovane ragazza"

pilhing "schizzare, far schizzare, massaggiare, spremere"
   proto-dravidico *piẓ- / *pinḍ- "far schizzare; mungere"

pin "nome"
   proto-dravidico *pendj-[ar] "nome"

pinning "essere intrecciato"
   proto-dravidico *piṇ- / *pīnḍ- "intrecciare, torcere"

pir "pioggia"
   proto-dravidico *pid- "pioggia"

pirghing "intrecciare (una corda, etc.)"
   proto-dravidico *pir- "torcere, girare"

pirghing "rompere, trasgredire, risolvere (un indovinello)"
   proto-dravidico *pir-i- "spaccare, aprire"

piring "gonfiarsi"
   proto-dravidico *Per- "grande"

"merda, escrementi" (di umani o di uccelli)
   proto-dravidico *pī- "escremento"

gh "carbonella"
   proto-dravidico *bog- / *posaŋ- "carbonella"
   (ricostruzione dubbia)

pōling "macchia; macchia sul proprio carattere"
   proto-dravidico *pol- "cattivo, meschino; sporco, inquinamento"

pōrring "covare uova"
   proto-dravidico *pōr- "covare uova"

pōs "vagina"
   proto-dravidico *poč- "vulva"

pudēn "freddo, fresco, non infiammato; stantio (detto di pane)"
   proto-dravidico *podr- "inzupparsi, inumidirsi, gonfiarsi

putunk "fascio, nodo, corda annodata"
   proto-dravidico *pot- "seppellire; coprire; bosco"

puṭ "capelli"
   proto-dravidico *buẓC- "piuma; capelli" 

"verme, cagnotto, bruco" 
   proto-dravidico *puẓ- "verme; insetto"

pūskun "nuovo, fresco; recentemente"
   proto-dravidico *pucn- "nuovo"

pūshkun "giallo"
   proto-dravidico *pūc- "verde; giallo"

pūt "ombelico; cordone ombelicale"
   proto-dravidico *boḍ- "ombelico"

pūtuṛō "vescica"
   proto-dravidico *poṭ- "vescica"

saling, salīng "stare in piedi, alzarsi in piedi; restare con; sopravvivere;  fermarsi, cessare da"
   proto-dravidico *sal- "stare in piedi" (ricostruzione dubbia)

sil "pelle, pelle di serpente, buccia di frutta, scorza"
   proto-dravidico *Sil- "staccarsi"

"carne"
   proto-dravidico *Sav- "carne" (ricostruzione dubbia)

taḍ "potere di resistere"
   proto-dravidico: *tanḍ- "ostruire, ostruzione"

tafing "legare; stregare; costruire (un terrapieno); diventare congelato, raccogliere (di nuvole)"
   proto-dravidico *taḷ- "legare, incatenare"

tahō "vento"
   proto-dravidico *tāk- "vento" (ricostruzione dubbia)

lh "scorpione"
   proto-dravidico *tēḷ- "scorpione"

tēn "sé, me stesso, te stesso, se stesso, noi stessi, ecc."
   proto-dravidico *tān "egli, se stesso"

tining "dare"
   proto-dravidico *ta- "portare; dare (a I/II pers.)"

tīn "caldo torrido, calura"
   proto-dravidico *tjī- "bruciare"

-tōl "uovo", in zartōl "uovo di tartaruga"
   proto-dravidico *tōl- "uovo"

tōla "sciacallo"
   proto-dravidico *tōnḍl- "lupo, sciacallo"

tōning "mantenere, trattenere, respingere, frenare"
   proto-dravidico *toṬ- "toccare 

trikkal "treppiede di tre bastoni su cui è appesa la tenda"
(tri- "tre" è indoario)
   proto-dravidico *kāl- "gamba, piede"  

trikking "germogliare; sporgere"
   proto-dravidico *ter- "grinza; piega"

tugh "sonno, sogno"
   proto-dravidico *turŋ- "appendere; oscillare; dormire"

tusing, tusēnging "svenire, perdere i sensi"
   proto-dravidico *dos- "afflizione; calamità; stanchezza"

tūling "sedere, sedersi, rimanere seduti; aspettare; abitare; fare
      qualcosa con calma; rimanere zitella"
   proto-dravidico *Cunǯ- "dormire"
   (attribuzione dubbia)

urā "casa; moglie"
   proto-dravidico *ūr- "villaggio"

ust "cuore, mente; dentro; nòcciolo"
   proto-dravidico *uS- "vita, vivere"

uṭ "essere" (pres. I pers. sing.)
   proto-dravidico *ul-[u-]/[d-] "essere"

xaf "orecchio"
   proto-dravidico *kev- "orecchio"

xal "pietra, masso"
   proto-dravidico *kal- "pietra"

xalling "abigeare
   proto-dravidico *kaḷ- "rubare"

xalling "sradicare; raccogliere (verdure, erba per foraggio)
   proto-dravidico *kaḷ- "sradicare"

xalling "colpire, uccidere, sparare (con una pistola), lanciare pietre  
   proto-dravidico *kol- "uccidere"

xan "nodo nel legno"
   proto-dravidico *gaṇ- "giuntura"

xan "occhio"
   proto-dravidico *kaṇ- "occhio"

xaning "vedere"
   proto-dravidico *qan- "vedere"

xar "arrabbiato"
   proto-dravidico *kar- "rabbia; inimicizia"

xarās "toro, torello"
   proto-dravidico *k̂aḍ- "vitello; cervo"

xarēn "amaro"
   proto-dravidico *kaḍ- "amaro; affilato; severo, crudele;
   eccessivo, grande"

xarring "germogliare",  
xarrun "verde"
   proto-dravidico *kōẓ-, *koẓ- "giovane; germoglio"

xarring "procedere a piedi; fare la propria strada"
   proto-dravidico *k̂aḍ-a- "attraversare"

xāxar "fuoco; rabbia, gelosia"
   proto-dravidico *kāj- "essere caldo; secco"

xāxō "corvo"
   proto-dravidico *kāk- "corvo"

xāxūr "damigella di Numidia" (tipo di gru)
   proto-dravidico *korŋ- "gru; airone"
   (attribuzione dubbia)

xēr "dietro" (prep., avv.)
   proto-dravidico *kēr- "lato"

xīsun "rosso; oro"
   proto-dravidico *ke- "rosso scuro"

xōl "grembo; prole; viscere; trama"
   proto-dravidico *kōl- "ventre, grembo"

xuling (xulī-) "temere"
   proto-dravidico *kul- "scuotere; temere"

xuning, xinzing, xīzzing, xuzzing "muoversi in posizione seduta o
      accovacciata"
   proto-dravidico *gunǯ- "spingere"

xurrukāv "il russare"
   proto-dravidico *kūr- "abbaiare; fare rumore"

xurrum "granaio sotterraneo"
   proto-dravidico *koẓ- "tubo, buco, fossa"

xutting "scavare; sondare"
   proto-dravidico *kut- "forare; scavare"

xwāfing "far pascolare; portare a pascolare"
   proto-dravidico *kā- "aspettare; stare attento" 
   (attribuzione dubbia) 

Alcune osservazioni su questo materiale lessicale:  

1) Ho fatto un rapido conto: sono in tutto 186 radici Brahui a cui è attribuita un'origine dravidica, mentre le protoforme dravidiche ricostruite ono 2211. Quindi soltanto l'8,4% delle protoforme dravidiche elencate da Starostin ha un esito in Brahui. Una percentuale davvero esigua.
2) La somiglianza con il dravidico settentrionale (Malto, Kurukh) è stata evidenziata; mi pare tuttavia che moltissime radici presenti in Malto e in Kurukh siano del tutto sconosciute in Brahui. Sono andate perdute o non sono mai state presenti? Ignoramus
3) Le parole Brahui per cui è possibile ricostruire una protoforma dravidica sono soltanto in pochi casi pertinenti al lessico di base (ad esempio dīr "acqua", "sole", ditar "sangue, xāxar "fuoco", etc.); in molti casi sono invece parole tecniche o particolarissime, ad esempio verbi per esprimere concetti come "dondolare", "sporgere", "far scoppiare un foruncolo", etc.). 

Parole di origine sconosciuta (non dravidiche, non indoeuropee, non semitiche): 

alēj "sacrificio (in cui il paziente assiste al massacro imbrattato di sangue)"

ant "che cosa" 
  Forme derivate:
  antei "perché"
  arā, arād "quale"
  arāfk "quali"
  aṭ "quanti"

axa "quanto"

bash "su" 

bāmus "naso"

"sale; piccantezza; spirito, gusto"

bēl "grande torrente collinare"

bēning "indossare un vestito"

bīṛing "mungere"

bilum "corda al collo, cavezza"

bīn "fame"

cirrēnging "girovagare, divagare" (significato incerto)

cīring "squarciare, affettare"

cōshing "immergere, macerare; lavare strofinando, strofinare"

danning "tagliare (detto di coltello), rovinare (es. gelare il raccolto), usurpare (una proprietà), portare via (un premio), vincere, portare via, rimuovere"

dēṛū "prestito di animali da latte"

dranzing, drãzing "gettare in aria, setacciare" 
 
"mano; braccio" 
 
dūī, duvī "lingua"

dūn "pozzo"

ē, base pronominale distale

ēlō "l'altro, il secondo"

-glūnṭ, -gulōnṭ, -klōnṭ "lucertola", in garrīglūnṭ "lucertola spinosa", tazīglūnṭ "lucertola comune"

guḍḍing "mozzare, abbattere; ammaccare"

hēfing, harfing "sollevare, sostenere, portare, tollerare, portare via"

hikking "singhiozzare"
(voce onomatopeica)

hilh "febbre" 
 
hījing, hījēnging "essere spaventato"  

hīt "discorso, conversazione; promessa; argomento" 

ghing "piangere" 

huf "soffio di vento; esplosione; discorso vano" 

(h)ullī "cavallo"

huṛing "succhiare"

hūrra "tuono"
 
hūrī "ricettacolo di fango" (giara di creta non cotta) 

kakāring "schiamazzare"

kal "luogo dove si raccolgono le acque"

kalanḍ "pentola rotta di terracotta; pentola vecchia"

kanḍ "divario, breccia apertura; passo collinare"

karghing "tosare, falciare, mietere" 
 
kasar "via, strada"
 
kāṭum "testa"

kēb "vicinanza; vicino"

kōnḍō "a quattro zampe; piegato in due"

kurāṛa "gonfiore infiammato" (specie sul collo)

kūṭī "senza corna" 
 
lix "collo"

malh "figlio"

maringing "coagularsi, cagliare"

marrām "urlo, chiamata; fama"

marrī "domestico, addomesticato"

mashing "lavarsi la testa (con un'argilla apposita)" 
 
maxing "ridere" 
 
lh "capra" (traduzione incerta)

milinj "un'erba selvatica usata come foraggio" 

milī "midollo; cervello; gheriglio di noce" 

miṛing "scacciare, allontanare" 
 
murghun "lungo", 
murīfing "estendere, allungare" 
 
murr "lontano"

ṛk "tappo" 
 
palhing "essere in ebollizione",  
palēfing "far bollire" (la carne)  

paṛēfing "istigare; provocare" 

paṭak "basso (di statura); rachitico" (traduzione incerta)

paṭṭī "femmina" 
(esistono parole simili in Sindhi e nelle lingue dravidiche, anche se sussistono difficoltà fonetiche e l'etimologia permane dubbia)
 
pīun, pīhun "bianco"

pōlō "vuoto, cavo"

prishk "scintilla" 
 
puc "vestiti, abiti" (traduzione incerta)

punḍū "fondo di un ricettacolo; natiche; ano" 
 
rūsing "tirare fuori, strappare"

sālum "genero; cognato"

sār "soddisfatto, sazio" 
 
tamming "giacere"

taṛing "tagliare, recidere, macellare"

tataring, tatarēnging "lottare in modo convulso" 
 
traḍḍing "saltare, saltellare, ballare" 
 
trujjing "soffocare prendendo un boccone troppo grande; soffocare per la confusione, soffocare per l'orgoglio"
 
trukking "strappare, spogliare" 
 
tuṛinging "disfarsi (di punti); chiaro (di nuvole); separato (di latte)"

tūbē "luna", 
"mese"

xaning "far nascere"

xaṛīnk "lacrime"

xarmā "lupo"

xēr "dietro" (prep., avv.)

"pentola per cucinare"

xōlum "frumento"

xulling "forare; pugnalare"

xumb "abbraccio" 
 
xuṛk "vicino, a portata di mano"

Sono necessari ulteriori studi per classificare questi elementi di sostrato. Da una superficiale analisi non ho potuto rilevare somiglianze con l'elamico ma mi riprometto di ritornare sull'argomento.
 
Questi sono invece alcuni esempi di prestiti indoeuropei e arabi, tutti ben riconoscibili: 

baida "uovo" (< arabo)
banda "persona, essere umano" (< Balochi)
dandān "dente" (< persiano) 
draxt "albero" (< persiano)
ḍaghār "terra" (< Balochi) 
istār "stella" (< persiano)
parra "penna, piuma" (< persiano)
pūra "pieno" (< Sindhi)

mercoledì 23 giugno 2021

 
THE DESCENT -
DISCESA NELLE TENEBRE
 
 
Titolo originale: The Descent 
Anno: 2005
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Neil Marshall
Sceneggiatura: Neil Marshall 
Produttore: Christian Colson, Paul Ritchie
Produttore esecutivo: Paul Smith 
Produttore associato: Keith Bell
Casa di produzione: Celador Films
Distribuzione in italiano: Eagle Pictures, Videa
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: John Rafique
Musiche: David Julyan
Scenografia: Simon Bowles, Jason Knox-Johnston
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Jennifer Harty 
Interpreti e personaggi:
    Shauna Macdonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Nora-Jane Noone: Holly Mills
    MyAnna Buring: Samantha "Sam" Vernet
    Oliver Milburn: Paul Carter
    Molly Kayll: Jessica Carter
    Craig Conway: Ominide
    Mark Cronfield: Ominide 
    Catherine Dyson: Ominide 
    Julie Ellis: Ominide
    Justin Hackney: Ominide
    Stephen "Steve" Lamb: Ominide 
    Stuart Luis: Ominide
    Tristan Matthiae: Ominide
    Leslie Simpson: Ominide 
    Sophie Trott: Ominide
Doppiatori italiani:
    Sabrina Duranti: Sarah Carter
    Monica Ward: Juno Kaplan
    Alessandra Korompay: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Raffaella Castelli: Rebecca Vernet
    Monica Bertolotti: Holly Mills
    Emanuela D'Amico: Samantha "Sam" Vernet
    Francesco Bulckaen: Paul Carter
    Giulia Luzi: Jessica Carter 
Titoli in altre lingue: 
   Tedesco: The Descent: Abgrund des Grauens 
   Spagnolo: El Descenso 
   Portoghese (Brasile): Abismo do Medo
   Rumeno: Coborâre întunecată 
   Finnico: The Descent - loukussa 
   Svedese: Istängd  
   Ceco: Pád do tmy
   Russo: Спуск 
   Lituano: Nusileidimas
   Greco: Η κάθοδος 
   Greco traslitterato: I káthodos
   Ungherese: A barlang
Budget: 3,5 milioni di dollari US
Box Office: 57,1 milioni di dollari US
 
Trama: 
Un gruppo affiatato di sei ragazze si incontra per una vacanza da brividi. Sono tutte appassionate di sport estremi. I loro nomi sono Juno, Beth, Sarah, Sam, Rebecca e Holly. Passano una notte in una casupola tra abbondanti libagioni di birra, per conoscersi meglio: tre di loro (Juno, Beth e Sarah) formano un gruppo storico, mentre le altre si sono aggiunte in un secondo tempo. Sarah è la più problematica: un anno prima ha avuto un terribile incidente d'auto in cui sono morti suo marito Paul e sua figlia Jessica. Il giorno successivo, le ragazze salgono fino all'ingresso di una caverna in un'area montuosa e vi si calano. Dopo che il gruppo si è mosso attraverso uno stretto passaggio, la volta crolla dietro di loro, intrappolandoli. Si scatena un'accesa discussione e Juno, che è una bulla, ammette di aver condotto il gruppo in un sistema di grotte sconosciuto anziché in quello completamente esplorato che avevano programmato di visitare. Il salvataggio è quindi impossibile. Mentre il gruppo esplora l'ambiente, scopre vecchie attrezzature da scalata e un dipinto rupestre che suggerisce l'esistenza di una via di uscita. Holly, pensando di vedere la luce del sole, corre avanti, ma cade in un buco e si rompe una gamba. Mentre le altre aiutano Holly, Sarah si allontana e osserva una pallida creatura umanoide che beve in una piscina, fuggendo subito via. Successivamente, il gruppo si imbatte in una tana piena di ossa di animali e viene improvvisamente attaccato dall'ominide. Holly viene uccisa quando un ominide le squarcia la gola. Sarah corre e cade in un buco, perdendo i sensi. Juno cerca di impedire che il corpo di Holly venga trascinato via, uccide un ominide con il suo piccone ma colpisce accidentalmente Beth al collo. Beth crolla e la implora di non lasciarla, ma lei è traumatizzata e fugge. Sarah si sveglia e si ritrova in una distesa di carcasse umane e animali, dove vede il corpo di Holly sbranato e divorato dagli ominidi. Juno scopre segni di precedenti esploratori che indicano un percorso specifico attraverso le caverne, quindi individua Sam e Rebecca. Sam ha dedotto che gli ominidi sono ciechi: si affidano all'udito per cacciare. Nel frattempo, Sarah incontra Beth, che la implora di sopprimerla per evitarle una morte atrocissima. Sarah, seppur con riluttanza, le fracassa il cranio con una roccia. Viene quindi aggredita da numerosi ominidi e riesce a ucciderli tutti. Cade in una fossa piena di escrementi e ne emerge coperta di sozzure innominabili. In un altro recesso, Juno, Sam e Rebecca sono inseguiti da un folto gruppo di ominidi. Raggiungono un baratro e Sam cerca di scavalcarlo, ma un ominide che scala il soffitto la attacca e le strappa la gola. Sam lo accoltella prima di morire dissanguata di fronte a Juno e a Rebecca. Rebecca viene quindi trascinata via e sbranata viva. Juno incontra Sarah, che le mente sulla morte di Beth. Dopo aver sconfitto un gruppo di ominidi vicino a un'uscita, Sarah affronta Juno, vede che porta un particolare ciondolo e la accusa: il defunto marito le faceva le corna con lei! Così per vendicarsi la colpisce a una gamba col piccone e la lascia morire mentre un branco di ominidi si avvicina. Si sente Juno urlare per l'ultima volta mentre Sarah scappa, solo per cadere in un buco e perdere i sensi. Sarah si risveglia nella grotta dopo aver fatto un sogno in cui riusciva a fuggire. Si alza a sedere e vede la Jessica seduta di fronte a lei, con in mano una torta di compleanno. Mentre Sarah sorride, l'inquadratura si allarga per rivelare che il lume di candela del compleanno della torta è in realtà la luce della sua torcia. L'oscurità assoluta circonda la donna mentre si sentono gli ominidi avvicinarsi. 
 
 
Recensione:
Come ho visto il film, sono subito stato affascinato dalla sua idea portante, quella della deriva genetica che ha dato origine agli spettrali cannibali imperanti nei sotterranei. Un recensore classico scriverebbe per ore dei tecnicismi e dei giochi di luce, delle riprese e dei parallelismi con altri film. Nulla di tutto ciò è di mio interesse. Quando sono messo di fronte a una creatura immaginaria, sono portato a indagarne la natura e l'ascendenza come se fosse assolutamente reale.      
Neil Marshall ha descritto gli ominidi come uomini delle caverne che sono rimasti sottoterra. Il regista lo ha spiegato in modo assai chiaro: 
 
"Si sono evoluti in questo ambiente nel corso di migliaia di anni. Si sono adattati perfettamente per prosperare nella grotta. Hanno perso la vista, hanno un udito e un olfatto acuti e funzionano perfettamente nel buio pesto. Loro Sono scalatori esperti, quindi possono scalare qualsiasi parete rocciosa e questo è il loro mondo."
(originale: "They've evolved in this environment over thousands of years. They've adapted perfectly to thrive in the cave. They've lost their eyesight, they have acute hearing and smell and function perfectly in the pitch black. They're expert climbers, so they can go up any rock face and that is their world."). 
 
E ancora: 
 
"È una colonia e ho pensato che fosse molto più credibile che renderli i classici mostri. Se fossero stati tutti maschi, non avrebbe avuto senso, quindi ho voluto creare un contesto più realistico per loro. Volevo avere questa specie molto selvaggia e primordiale che vive sottoterra, ma volevo renderli umani. Non volevo renderli alieni perché gli umani sono le cose più spaventose."
(originale: "It is a colony and I thought that was far more believable than making them the classic monsters. If they had been all male, it would have made no sense, so I wanted to create a more realistic context for them. I wanted to have this very feral, very primal species living underground, but I wanted to make them human. I didn't want to make them aliens because humans are the scariest things."). 

Queste considerazioni restano senza dubbio vere, quale che sia l'esatta collocazione tassonomica di una specie tanto portentosa! Questa è purissima fantapaleontologia! Mille volte meglio delle baggianate viste in infiniti remake di fantascienza spicciola!
 
Etimologia di crawler 
 
La parola con cui nelle descrizioni della pellicola di Marshall  sono denominati gli ominidi cavernicoli è crawler. Non mi pare che nel film le creature ctonie fossero menzionate. Alla lettera crawler significa "strisciatore", dal verbo to crawl "strisciare" (sinonimo di to creep). Attestato nel medio inglese come creulen "muoversi lentamente trascinando il corpo sul terreno" (circa 1200, varianti: crewlen, crallen), l'origine ultima è il norreno krafla "gattonare". Non trovo soddisfacente chiamare "crawlers" i mostruosi antropoidi degli Appalachi e non m'interessa granché il fatto che questo nome sia diventato generale tra i fan.    
 
Ipotesi I: Homo sapiens mutante 

Una comunità di umani moderni, ossia di Homo sapiens proprio come noi, sarebbe passata dall'Asia alle Americhe tramite la Beringia, non diversamente dagli antenati degli Amerindiani. Si sarebbe quindi arroccata in un sistema di grotte, finendo col non uscirvi mai più, proprio come postulato da Marshall. L'aspetto particolare di questi esseri deriverebbe da una grave forma di una malattia  genetica che è forse all'origine del mito dei vampiri: la porfiria. L'effetto del fondatore e dei suoi geni recessivi sarebbe stato determinante. Si dovrebbe ipotizzare che i discendenti rimasti intrappolati nel sistema di grotte abbiano subìto una serie di mutazioni radicali. Avrebbero perso la vista, tanto per fare un esempio. La porfiria spiegherebbe l'ipersensibilità alla luce solare. Anche se cieche, queste creature hanno gravi reazioni al minimo contatto coi raggi del sole, cosa che spiegherebbe come mai facessero brevi sortite dal loro ambiente sotterraneo soltanto di notte. La cosa che più mi colpisce è però un'altra: la perdita dell'uso del linguaggio articolato. Che si sappia, non si sono mai dati casi simili. Non conosciamo alcuna comunità umana priva della capacità di esprimersi in una lingua dotata di struttura. Già Darwin, che pure era pieno di pregiudizi sui cosiddetti "selvaggi", dovette ammettere che non esistono "lingue primitive" e che l'intelligenza dell'essere umano è frutto dell'uso continuo di una lingua perfetta. 
 
Ipotesi II: Una specie diversa da Homo sapiens 
 
Nelle Americhe non sono mai stati trovati resti di specie ominidi diverse da Homo sapiens. I geni neanderthaliani e denisovani presenti negli Amerindiani sono frutto di incroci avvenuti in Eurasia: Homo neanderthalensis e Homo denisova non sembrano aver messo piede nel Nuovo Mondo. Si potrebbe pensare che gli ominidi del film di Marshall siano i discendenti di una specie particolarmente arcaica migrata precocemente. Ho letto che la colonizzazione della Siberia da parte di Homo sapiens è stata a lungo impedita dalla presenza di una specie ferale, la terribile iena delle caverne (Crocuta crocuta spelaea), che infestava quelle regioni inospitali, dilaniando qualsiasi intruso. Non mi convince molto pensare a una specie ominide in grado di farsi strada in una contesto così ostile fino ad attraversare la Beringia. Dovrei verificare i dettagli, ma sono portato a credere che sia un'assurdità. 
 
Una proposta di denominazione 
 
Possibile nome scientifico della creatura: Homo appalachiensis.  
 
Questa denominazione sarebbe coerente in ogni caso. Rimarrebbe valida sia nel caso che Homo appachiensis fosse un discendente di Homo sapiens per mutazione dovuta a porfiria, sia che fosse un ramo indipendente e separato derivato da Homo heidelbergensis (l'antenato comune di Homo neanderthalensis, Homo denisova e Homo sapiens). Queste difficoltà tassonomiche non mi preoccupano troppo: un giorno ogni ostacolo sarà appianato.   
 

Il lago di merda! 
 
Gli ominidi hanno fogne comuni, proprio come il ratto talpa (Heterocephalus glaber). Quello in cui Sarah si immerge non è sangue, come gli ingenui potrebbero credere: è merda. I riflessi rossastri del pastone semiliquido sono dovuti al fuoco della torcia. La visione di donne arroganti immerse nelle feci è uno spettacolo catartico. Aggressive e determinate, le sensuali creature giunte dal mondo esterno sono più feroci dei cannibali, eppure sono costrette a puzzare, a fare schifo, ad essere umiliate fin nella più intima essenza. Il loro genere è infinitamente più pericoloso di una sparuta comunità di subumani isolati dal mondo, visto che il pianeta è infestato da più di sette miliardi di creature voraci e brulicanti, tutte partorite da fighe umane! Non sono i cannibali i veri predatori e carnefici: sono invece vittime di un genocidio, visto che finiscono massacrati, col cranio fracassato, ridotti a pura e semplice immondizia.

Possibili incoerenze da spiegare 
 
Come può un sistema di caverne permettere la sussistenza di una comunità di ominidi tanto numerosa? Certamente c'è abbondanza di acqua, ma il cibo sarebbe in ogni caso un problema. Le trappole in cui cadono gli animali, soprattutto cervi, non sarebbero sufficienti ad assicurare nutrimento per tutti. Anche le sortite per battute di caccia notturna non basterebbero. Si dovrebbe anche spiegare la mancata interazione tra queste creature e la popolazione caucasica degli Appalachi nel corso dei secoli. Si converrà che in America se sparisce qualcuno fanno un cancan dell'ostrega.     

 
Il mito di Wendigo  

La tesi di Marshall ha una conseguenza semplice e interessante: gli ominidi divoratori di carne umana avrebbero interagito nei secoli passati con gli Indiani Algonchini, dando così origine al mito di Wendigo, il temibile mostro cannibale dall'aspetto emaciato e dalla forza portentosa. La descrizione del mostro chiamato Wendigo è alquanto varia e differisce a seconda delle tribù. Alcuni lo ritenevano dotato di una testa di cervo con palchi imponenti, quasi tutti lo consideravano irsuto. Potremmo credere che gli ominidi nel corso della loro involuzione abbiano perduto alcuni costumi, come quello di indossare pelli strappate ai cervi e maschere fatte con i crani di quegli animali.  
 
Curiosità 
 
L'intero film è stato girato nel Regno Unito. L'ambientazione negli Appalachi è stata simulata in modo eccellente: nessuno direbbe mai che le sequenze sono state riprese in Albione. La carcassa trovata dalle donne prima di entrare nella grotta è quella di un cervo rosso (Cervus elaphus), una specie del Vecchio Mondo, che non esiste in North Carolina. Per qualche misterioso motivo, la Wikipedia in italiano riporta come ambientazione i Monti Catskill, sempre parte della catena montuosa degli Appalachi ma situati nello Stato di New York anziché nel North Carolina. 
 
Gli ominidi sono stati progettati per assomigliare al Nosferatu del film Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens, Friedrich Wilhelm Murnau, 1922). All'inizio le creature dovevano avere enormi occhi bianchi, sporgenti dalle orbite, ma questa caratteristica è stata presto cancellata perché ne sarebbe risultato un aspetto troppo buffo. Il titolo tedesco, The Descent - Abgrund des Grauens, ricorda molto quello del film di Murnau.  
 
I cineasti hanno tenuto nascosta alle attrici l'esistenza stessa degli ominidi fino a quando non hanno fatto irruzione nelle scene dell'esplorazione del sistema di caverne. Questa trovata è stata escogitata per consentire la reazione più naturale possibile, pur non essendo esente dal rischio di poco piacevoli inconvenienti (infarto, morte improvvisa, etc.). Il trucco necessario per trasformare gli attori nei sanguinari ominidi ha comportato in tutto tre ore e mezza di trucco, inclusa la depilazione completa dell'intero corpo dei maschi: soltanto le femmine di quella specie avevano i capelli. 

Sono stati fatti due diversi finali. Nella versione originale nel Regno Unito, viene presentato il finale completo, che però è stato tagliato per il rilascio negli Stati Uniti perché i dannati buonisti politically correct temevano che fosse troppo deprimente. Certo, se un bambino prende la pistola della madre e le spara nella schiena, la cosa non è considerata deprimente. Se invece un film non ha un finale ottimista, si spappolano tutti come bruchi.
 
Pochi sembano aver notato una sequenza alquanto singolare: durante una lotta nell'acqua, l'indomita Sarah afferra il pene di un ominide e lo strappa. Una donna pericolosa! 
 
I bastoncini luminosi al neon visti nel film sono stati acquistati in un sexy shop: erano in realtà falli finti e certamente le attrici se li sono infilati fino in fondo nella vagina e nel retto, con immensa libidine! 
 
Una continuazione
 
Un notevole seguito del film di Marshall è stato concepito come una sua seconda parte. Anche se è stato considerato un sequel, in realtà è non dovrebbe essere costretto in una definizione tanto riduttiva. Eccone tutti i dettagli. 

 
THE DESCENT - PART 2 
 
Titolo originale: The Descent - Part 2
Anno: 2009
Lingua: Inglese 
Paese: Regno Unito  
Durata: 99 min
Genere: Horror 
Regia: Jon Harris
Sceneggiatura: James McCarthy, J Blakeson, James Watkins
Produttore: Christian Colson, Ivana MacKinnon
Produttore esecutivo: Paul Smith, Neil Marshall
Casa di produzione: Celador Films
Fotografia: Sam McCurdy
Montaggio: Jon Harris
Effetti speciali: Paul Hyett
Musiche: David Julyan
Costumi: Nancy Thompson
Trucco: Kirstie Stanway
Interpreti e personaggi:
    Shauna MacDonald: Sarah Carter
    Natalie Mendoza: Juno Kaplan
    Krysten Cummings: Elen Rios
    Michael J. Reynolds: Ed Oswald
    Jessica Williams: Susanne Small
    Douglas Hodge: Dan
    Joshua Dallas: Greg
    Anna Skellern: Cath
    Gavan O'Herlihy: Vaines
    Doug Ballard: Dr. Roger Payne
    Josh Cole: Lynch
    Saskia Mulder: Rebecca Vernet
    Alex Reid: Elizabeth "Beth" O'Brien
    Myanna Buring: Samantha "Sam" Vernet 
    Robin Berry: Ominide
    Adam Harvey: Ominide
    Nicholas Daines: Ominide
    Kengo Oshima: Ominide 
Titoli in altre lingue: 
    Tedesco: The Descent 2 - Die Jagd geht weiter
    Spagnolo: El descenso: parte 2
    Russo: Спуск 2
 
Trama: 
Due giorni dopo gli eventi del primo film, Sarah emerge dal sistema di grotte traumatizzata e ricoperta di sangue misto a merda, senza alcun ricordo di quanto accaduto. Viene portata in ospedale, dove il medico scopre che parte del sangue su di lei è dello stesso gruppo sanguigno di Juno, una delle sue amiche scomparse. Lo sceriffo Vaines e il vicesceriffo Rios portano con sé l'amnesica Sarah e tre specialisti di esplorazioni speleologiche - Dan, Greg e Cath - per trovare le donne scomparse nel sottosuolo. Vengono fatti scendere attraverso un vecchio pozzo minerario gestito da Ed, un vecchio custode. Il gruppo scopre il cadavere mutilato di Rebecca vicino all'ingresso, facendo sperimentare a Sarah dei flashback degli eventi nelle caverne prima della sua fuga. Vaines la crede responsabile della scomparsa delle altre donne. Mentre striscia attraverso un tunnel, Sarah attacca improvvisamente Vaines e Greg prima di fuggire. Quando la squadra si divide alla sua ricerca, Vaines scarica accidentalmente la sua pistola dopo che un ominide lo ha spaventato. Di conseguenza, parte della caverna crolla e intrappola Cath sotto un mucchio di rocce, separandola dagli altri. Decidono di trovare un modo alternativo per cercare di liberare Cath, ma arrivano in una stanza piena di ossa, trovando la videocamera danneggiata di Holly tra i detriti. Guardano le registrazioni e si rendono conto che le donne scomparse erano state attaccate dagli ominidi. Sarah, nascosta nelle vicinanze, ascolta la registrazione e riacquista i suoi ricordi. Rios, in preda al panico, inizia a chiedere aiuto, attirando i predatori. Sarah la salva coprendosi la bocca, sapendo che gli ominidi sono ciechi e cacciano affidandosi all'udito. I due guardano e aspettano mentre un ominide uccide Dan e trascina via il suo corpo. Nel frattempo, Cath si fa strada e uccide un ominide schiacciandolo sotto le rocce. Si imbatte in Greg; scappano da un altro aggressore e trovano il cadavere di Samantha che penzola dal soffitto attraverso un baratro. Decidono di usare quei resti umani per attraversare l'abisso, ma vengono nuovamente attaccati. Greg si sacrifica per guadagnare tempo per Cath. Sebbene lei arrivi dall'altra parte del baratro, attira un ominide. Urla il nome di Greg e viene uccisa. In un altro recesso, Vaines viene attaccato da un ominide ma viene salvato da Juno, che si rivela essere ancora viva e capace di combattere i nemici. Sarah e Rios uccidono un ominide in una pozza piena di feci. Presto incontrano Vaines e Juno. Sarah è traumatizzata nel vedere Juno viva, furiosa per essere stata ferita con un piccone e abbandonata. Rios la calma dicendo che Sarah li ha portati a trovarla volontariamente. Quindi Juno li conduce a una fossa che conduce in superficie in superficie e che viene usata dagli ominidi come trappola, facendovi precipitare animali. L'ottuso Vaines ammanetta Sarah a se stesso in modo che non li abbandoni; quando cade da una sporgenza, quasi la trascina con sé. Mentre gli ominidi si avvicinano, Juno ordina a Rios di tagliare la mano di Vaines per salvare Sarah. Lei lo fa: Vaines e a lui attaccati precipitano nell'abisso. Sarah, Juno e Rios raggiungono l'uscita, dove vengono bloccati da un gruppo di ominidi guidati dal loro grosso capobranco. Cercano di sgattaiolare ma Greg, che sta morendo per le ferite riportate, appare e afferra la gamba di Juno in un ultimo tentativo di salvarsi. Lei urla e attira gli ominidi. Greg muore e le donne devono combattere ancora una volta. Dopo che tutti gli aggressori sono stati uccisi, Sarah cerca di salvare Juno dal loro capo, ma lui le strazia lo stomaco, ferendola mortalmente. Sarah uccide il subumano prima che Juno le muoia tra le braccia. Quando arrivano altri ominidi, Sarah attira la loro attenzione su di sé urlando, dando a Rios la possibilità di scappare. Rios fugge dalla spelonca e cerca di chiedere aiuto. Tuttavia viene raggiunta dal vecchio Ed, che la tramortisce con una pala e la trascina di nuovo all'ingresso della caverna, lasciandola lì. Mentre Rios riprende lentamente conoscenza, un ominide coperto di sangue emerge dalla sottosuolo con le braccia tese.
 
 
Recensione: 
Ho visto questo film in spagnolo, con tutti gli effetti surreali che ne derivano, semplicemente perché non è stato rilasciato in italiano. Non credo nell'utilità dei sequel, eppure non mi è affatto dispiaciuta la sua visione. Ho analizzato le sequenze con estremo interesse, arrivando a conclusioni inattese.
 
A parte i toni della pelle più scuri e una migliore capacità di mimetizzazione, le creature ctonie sembrano più selvagge, piene di cicatrici e con più deformità che suggeriscono anni di connubi incestuosi. Inoltre hanno diverse file di denti come gli squali, per strappare meglio la carne. Va da sé che sono scarse le possibilità di spiegare scientificamente una simile eruzione dentale in una specie del genere Homo.   
 
Inizialmente gli ominidi dovevano essere esclusivamente maschi, come nel primo film, ma è stato deciso di aggiungere femmine e bambini al film per mostrare che si trattava di una colonia attiva. Una decisione di buon senso! Avere a che fare con soli maschi non avrebbe avuto alcun significato, dato che l'esistenza di una simile colonia sarebbe stata impossibile. Si nota che le femmine sono dotate di una folta chioma, ovviamente impastata di sporcizia, a differenza dei maschi glabri.
 
Il lago di merda 2! 

Troviamo una fossa fecale simile a quella già vista nel primo film, questa volta senza i riflessi rossastri del fuoco di una torcia: vediamo subito che il pastone è di un color bruno nerastro. Questa volta nessuno spettatore può avere dubbi o indulgere in interpretazioni da sempliciotto: si vede arrivare un ominide che si accovaccia sul bordo del pozzo e a un certo punto escono le polpette!
 
Curiosità 
 
Sono state ricostruite 30 caverne artificiali per questo film. Il regista ha riprogettato leggermente gli ominidi per questo sequel. Come il primo film, la storia si svolge nei Monti Appalachi del Parco Nazionale delle Great Smoky Mountains negli Stati Uniti. Come già il primo film, anche questo non è stato girato in America, bensì nelle foreste del Regno Unito e della Scozia.
 
Neil Marshall, che è il creatore, sceneggiatore e regista del primo film, ha rifiutato di dirigere questo sequel. Ha argomentato la cosa in modo alquanto strano: sentiva che avrebbe distrutto l'ambientazione e l'atmosfera di mistero che il primo film si era lasciato alle spalle. Marshall riteneva che il vero terrore consistesse nel dubbio dello spettatore sulla realtà di quanto accaduto, essendo possibile spiegarlo come un'allucinazione di Sarah. Alla fine del primo film non viene davvero rivelato se le creature sono reali o se Sarah è la vera assassina delle sue amiche. A seguito della decisione di Marshall di non scrivere o dirigere questo sequel, è stato sostituito da Harris, che aveva lavorato come montatore del primo film, mentre sono subentrati tre nuovi sceneggiatori. Marshall è rimasto solo come produttore e non ha avuto un gran potere decisionale. 
 
Una delle sceneggiature scartate per il film era composta da 6 personaggi maschili, tutti studenti di giornalismo, che sarebbero entrati nella grotta per portare a termine il loro progetto universitario di indagine sulla misteriosa scomparsa dei protagonisti del primo film. Anche se la sceneggiatura è stata scartata, alcuni suoi elementi sono stati conservati: la scoperta dei cadaveri delle esploratrici, lo scontro tra Beth e Juno. 
 
Conta dei morti 

Homo sapiens: 7 
Homo appalachiensis: 13
 
Gretti calcoli e fede nel randello 
 
Diversi ranger e residenti degli impervi distretti degli Appalachi si sono dimostrati molto contrari alla pellicola di Harris. Affermavano di trovare particolarmente disgustosa la scena in cui un ufficiale è stato lanciato in un dirupo per salvare una prigioniera affetta da gravi turbe mentali. In certe zone degli States, basta che uno sia po' strano e lo spedirebbero nel braccio della morte. Va poi detto che in Appalachia vivono numerose persone il cui sostentamento dipende dal turismo: naturale che abbiano sostenuto questo film. Immagino che non abbia riscosso particolare entusiasmo nemmeno l'opera di Marshall.  
 
Il vecchio che nutriva i cannibali 
 
Si intravede la possibilità di una sorta di inquietante collaborazione tra l'anziano guardiano della miniera e gli ominidi antropofagi. L'uomo procura numerose prede a quella tribù sanguinaria, facendole cadere in un canale che conduce al sistema di caverne. Prede animali e prede umane. Se questo fosse confermato, si dovrebbe per necessità concludere che gli ominidi non siano poi così stupidi e involuti come potrebbe sembrare a prima vista. Anche questo è un motivo della feroce opposizione al film da parte del White Trash degli Appalachi: nuoce al turismo mostrare un vecchiaccio perverso che dà da mangiare a Wendigo.  
 
Una folle interpretazione decostruzionista  
 
Qualcuno ha pensato che tutte le vicende speleologiche dei due film, dall'inizio alla fine, siano soltanto il prodotto delle allucinazioni di Sarah, causate dalla mancata somministrazione dei farmaci prescritti dagli strizzacervelli - cosa che risolverebbe tutti i problemi di coerenza che abbiamo descritto con dovizia di particolari. Eppure non sono soddisfatto di una simile spiegazione, la reputo puerile.