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giovedì 4 giugno 2020

UNA GLOSSOLALIA RIVELATAMI IN UNO STATO EUFORICO

Presento per il vostro piacere filosofico una lingua che ho assemblato con grande facilità, mentre ero in stato di veglia e perfettamente lucido. Il fatto risale al 2016. All'improvviso, mentre stavo davanti al computer durante una fredda giornata, mi sono messo a proferire glossolalie del cui significato e della cui struttura grammaticale ero consapevole. Questo è un fenomeno che di norma non capita ai glossolalici.
 
Tutto è cominciato con una sola parola, lunga e complessa. L'ho subito trasritta, usando un'ortografia semplice (χ indica un forte suono aspirato, come ch nel tedesco Achtung, ma più intenso; γ indica lo stesso suono, ma sonoro; z indica la s sonora di rosa, mentre dz indica la z sonora di gazza; v si pronuncia come in italiano; i dittonghi, -au- e -iu-, hanno l'accento sulla prima vocale, così -iu- trascrive -ìu-; l'accento cade sempre sulla prima sillaba). Le vocali sono soltanto quattro: a, i, o, u. Manca la vocale e. Ecco la sorprendente parola che ha dato inizio a questa esperienza:
 
awaχ-miudziks-aramfuzd-nasχapχ = animale che uccide i gatti, li mette nella merda e li mangia pieni di vermi. 

La parola composta indica il panda rosso (animale tabù). L'attribuzione di tali abitudini alimentari al simpatico animaletto è frutto di un'intensa superstizione. Il vero nome della creatura non può essere pronunciato, così si ricorre a una complessa perifrasi.  
 
Così ebbi a scrivere, pieno di entusiasmo: 

"Uno spirito mi insegna una lingua, che sto apprendendo in modo rapido: fu = merda; ara = corpo; arafu = merda del corpo; nasχ = verme; aranasχ = verme del corpo; funasχ = verme della merda; apt = egli mangia; apχ = che mangia; furapχ = coprofago. Come ho composto la frase "Gianni furapt" lo spirito ha mostrato segni di grande allegria. Adesso lo sanno anche gli spettri del Neolitico il segreto dell'ottimo Gianni." 
 
Mi sono fatto l'idea di un popolo di cacciatori dell'epoca neolitica, che viveva nella gelida tundra asiatica. Genti molto bellicose dagli strani caratteri somatici: pelle chiara, capelli rossi e occhi con la plica mongolica, naso schiacciato, corporatura tarchiata. 
 
La grammatica è molto complessa per il gran numero di forme, ma non è difficile capire le regole della declinazione, della coniugazione dei verbi e della formazione dei composti.
 
Faccio una breve lista di elementi grammaticali. 

I plurali sono spesso invariati, mentre in numerosi casi sono formati in modo irregolare, talvolta addirittura suppletivo.
Non esiste alcuna distinzione di genere grammaticale in alcuna parte del discorso. Con buona pace delle femministe, questa è la lingua di una società a privilegio maschile.
 
Suffissi pronominali:  

-mb, io; mio 
-r, tu; tuo 
-d (-t), egli, ella; suo 
-γu, noi; nostro 
-sva, voi; vostro 
-m, essi, esse; loro  
 
Questi suffissi servono sia a costruire le forme possessive dei sostantivi che a coniugare i verbi.
 
Pronomi personali separati: 
 
himb, io 
hir, tu 
hid, egli, ella 
hiγu, noi 
hisva, voi 
him, essi, esse 

Alcuni suffissi della declinazione: 

-nu, di (genitivo) 
-ni, a (dativo)
-s, in (locativo) 

Sono presenti concatenazioni di suffissi. L'ordine è il seguente: 

genitivo in -nu + suffisso possessivo
dativo in -ni + suffisso possessivo 
suffisso possessivo + locativo in -s 
 
Questa è la lista di vocaboli e di forme declinate o coniugate, che ho iniziato a trascrivere, spinto dall'ispirazione: 
 
awa-, vivere 
awamb, io vivo 
awar, tu vivi 
awad, egli vive 
auγu, noi viviamo 
ausva, voi vivete 
awam, essi vivono 
awaχ, animale
auχomb, il mio animale
auχor, il tuo animale
awaχt, il suo animale
auχoγu, il nostro animale 
auχosva, il vostro animale 
auχom, il loro animale
auχo, bestiale; ricco di animali
 
miu, gatto, gatti
dzik-, uccidere
dzikimb, io uccido 
dzikir, tu uccidi
dzikt, egli uccide
dzikiγu, noi uccidiamo 
dziksva, voi uccidete
dzikim, essi uccidono 
dziks, uccisore (< *dzik-χ)
miudzik-, uccidere gatti (termine tabù)
miudzikt, egli uccide gatti
miudzikim, essi uccidono gatti
miudziks, uccisore di gatti 
awaχdzik-, uccidere animali 
awaχdzikt, egli uccide animali
awaχdzikim, essi uccidono animali
awaχdziks, uccisore di animali
 
ara, corpo 
aramb, il mio corpo 
arar, il tuo corpo
arad, il suo corpo
araγu, il nostro corpo
arasva, il vostro corpo
aram, il loro corpo
fu, merda
arafu, merda del corpo
aratfu, merda del suo corpo
aramfu, merda del loro corpo
fus, nella merda
fuz-, mettere nella merda
fuzd, egli mette nella merda
aradzik-, uccidere corpi, sterminare
aradzikt, egli stermina
aradzikim, essi sterminano
aradziks, uccisore di corpi, brotoloigòs
aras, nel corpo
araz-, mettere nel corpo 
arambz, nel mio corpo 
arambz-, mettere nel mio corpo
arambzimb, io metto nel mio corpo
arars, nel tuo corpo 
ararz-, mettere nel tuo corpo
aradz, nel suo corpo
aradz-, mettere nel suo corpo 
araγus, nel nostro corpo 
araγuz-, mettere nel nostro corpo 
arasvas, nel vostro corpo 
arasvaz-, mettere nel vostro corpo
aramps, nel loro corpo
arambz-, mettere nel loro corpo  
arambzumb, io metto nel loro corpo 

nasχ, verme
nasχo, verminoso 
nasχomb, il mio verme
nasχor, il tuo verme
nast, il suo verme
nazγu, i nostri vermi
naχsva, i vostri vermi (< *nasχ-sva)
nasχom, i loro vermi
ap-, mangiare
apχ, mangiante, che mangia 
apamb, io mangio 
apar, tu mangi
apt, egli mangia
abγu, noi mangiamo
apsva, voi mangiate
apam, essi mangiano
nasχap-, mangiare vermi
aranasχ, verme del corpo, cagnotto
aranasχapt, egli mangia i cagnotti
aranasχo, pieno di cagnotti
furap-, mangiare merda
furapt, egli mangia la merda
furapam, essi mangiano la merda
furapχ, coprofago
Gianni furapχ, Gianni è un coprofago
Gianni furapt, Gianni mangia la merda
miufu, merda di gatto
awaχdzik-, uccidere animali
awaχdziks, uccisore di animali
auχap-, mangiare animali, i.e. mangiare carne
auχapamb, io mangio carne 
auχapar, tu mangi carne
auχapt, egli mangia carne
auχabγu, noi mangiamo carne
auχapsva, voi mangiate carne
auχapam, essi mangiano carne
awaχfu, merda di animali
funasχ, verme della merda
funasχo, pieno di vermi della merda 

mivap-, mangiare gatti (termine tabù)
mivapχ, mangiatore di gatti (termine tabù) 
mivara, il corpo di un gatto

bir, nero
pniχ, bianco
mars, giallo
goza, cane
gosχo, lupo
χo, il male
dar-, fare 
daramb, io faccio 
darar, tu fai 
dard, egli fa 
darγu, noi facciamo 
darsva, voi fate 
daram, essi fanno 
darχo, azione malvagia 
χodar, assassino, uomo tabù
χodar-, assassinare
midir, miele
midirχo, miele tossico
midirdar, ape (termine tabuistico)
arabir, uomo nero; pigmeo
arapniχ, albino
aramars, uomo del sud 
araχo, malattia
fubir, merda nera, i.e. melena
fupniχ, merda bianca, i.e. epatite
fumars, merda gialla, i.e. diarrea
fu
χo, tifo   
miubir, gatto nero
miupniχ, gatto bianco

pamp, sangue
pambdar, sanguinario
pambir, sangue nero, i.e. coagulo
arapamp, sangue del corpo
pampapχ, vampiro
awaχpamp, sangue di animale
awaχpampaχ, animale che si nutre di sangue  
χuv, mosca 
γvi, mosche
fuχuv, mosca della merda, i.e. moscone verde 
fuγvi, mosche della merda, i.e. mosconi verdi
araχuv, mosca dei cadaveri, i.e. moscone azzurro
araγvi, mosche dei cadaveri, i.e. mosconi azzurri 
fudar, defecatore
fudar-, defecare 
fudard, egli defeca
fudaram, essi defecano
gozabir, cane nero
gosχobir, lupo nero (un totem)
gozapniχ, cane bianco
gozapamp, sangue di cane
gosχopniχ, lupo albino (un totem)  
gosχopamp, sangue di lupo
midirχuv, ape (termine tabuistico) 
midirγvi, api
gozafu, merda di cane
gosχofu, merda di lupo 
gozamb, il mio cane 
gozar, il tuo cane
gozad, il suo cane 
gozaγu, il nostro cane 
gozasva, il vostro cane 
gozam, il loro cane
fumb, la mia merda
fur, la tua merda
fud, la sua merda 
fuγu, la nostra merda
fusva, la vostra merda
fum, la loro merda 
miumb, il mio gatto
miur, il tuo gatto
miud, il suo gatto 
miuγu, il nostro gatto
miusva, il vostro gatto
mium, il loro gatto
χomb, il mio male, il mio tabù
χor, il tuo male, il tuo tabù
χod, il suo male, il suo tabù 
χoγu, il nostro male, il nostro tabù
χosva, il vostro male, il vostro tabù
χom, il loro male, il loro tabù
pampomb, il mio sangue
pampor, il tuo sangue
pampt, pamt, il suo sangue
pambγu, il nostro sangue
pampsva, il vostro sangue
pampom, il loro sangue
pampo, sanguinario; pieno di sangue

howoχ, vento
anim, occhio
nur, occhi
fons, naso
pni, nasi
aχma, corno
γamud, corna 
nra, orecchio 
narud, orecchi
χimχ-, sanguinare 
χimχimb, io sanguino
χimχir, tu sanguini
χimkt, egli sanguina 
χimγu, noi sanguiniamo 
χimksva, voi sanguninate 
χimχim, essi sanguinano
χimks, sanguinante 
ramχ-, oscurare; diventare buio
ramχo, eclisse 

animps, nell'occhio
nurs, negli occhi 
fonts, nel naso 
pnis, nei nasi 
nras, nell'orecchio 
narudz, negli orecchi

anmimb, il mio occhio
nurumb, i miei occhi
anmir, il tuo occhio
nurur, i tuoi occhi
animd, il suo occhio
nurd, i suoi occhi
nurγu, i nostri occhi 
nursva, i vostri occhi
nurum, i loro occhi 
fonomb, il mio naso 
fonor, il tuo naso 
fond, il suo naso 
pniγu, i nostri nasi
pnisva, i vostri nasi 
pnim, i loro nasi

isχ, piuma 
sχi, piume
χra, marcio
fuχra, merda marcia
fuχ, bruno  
γors, verde 
pmaχ, rosso 
izγbir, piuma nera 
sχibir, piume nere
isχpniχ, piuma bianca 
sχipniχ, piume bianche
iwa, azzurro
fuχbir, marrone scuro
fuχpniχ, marroncino, beige 
pmaχbir, rosso scuro
pmaχmars, rossiccio
χrau, cadavere
χraunasχ, verme dei cadaveri
χrawo, pieno di cadaveri 
araχra, corpo putrefatto
fuχmars, arancione 
fuγγors, verde militare
nurbir, occhi neri
nurfuχ, occhi castani
nuriwa, occhi azzurri
nurγors, occhi verdi 
 
mosχ-, essere ubriaco; ubriacarsi
mos
χomb, io sono ubriaco
mosχor, tu sei ubriaco
most, egli è ubriaco 
mozγu, noi siamo ubriachi 
moχsva, voi siere ubriachi (< *mosχ-sva)
mosχom, essi sono ubriachi 
mosχo, ubriachezza
mosχ, bevanda inebriante 
midirmosχ, idromele  

amp, bocca 
ampamb, la mia bocca 
ampar, la tua bocca 
amt, la sua bocca 
ambγu, la nostra bocca 
ampsva, la vostra bocca 
ampam, la loro bocca 
amps, in bocca 
ampambz, nella mia bocca 
ampars, nella tua bocca 
amdz, nella sua bocca 
ambγus, nella nostra bocca
ampsvas, nella vostra bocca 
ampamps, nella loro bocca
gul, testa 
gulumb, la mia testa 
gulur, la tua testa 
guld, la sua testa
gulγu, la nostra testa 
gulsva, la vostra testa 
gulum, la loro testa  
guls, in testa 
gulumbz, nella mia testa 
gulurs, nella tua testa 
guldz, nella sua testa
gulγus, nella nostra testa 
gulsvas, nella vostra testa
gulumps, nella loro testa 

svamχ, orso
sχmi, orsi
svamχpamp, sangue d'orso 
sχum, fungo
sχumpmaχ, Amanita muscaria 
sχumpmaχmosχ, bevanda ottenuta dall'Amanita muscaria 
sχumnasχ, verme dei funghi
sχumnasχo, fungo pieno di vermi 
sχumχuv, mosca dei funghi 
 
gon, sole; giorno 
gons, nel giorno, di giorno
gnud, giorni
γanra, luna; mese
γanras, nel mese
dziu, stella 
dzvi, stelle
kraχ, pietraia, rupe 
, seme, chicco, granaglia
iχmosχ, tipo di birra di granaglie
lanχ, abbondanza di acqua
dzar, segno 
dzarχo, portento funesto

gozanu, del cane 
gozani, al cane 
gozanumb, del mio cane  
gozanimb, al mio cane 
gozanur, del tuo cane 
gozanir, al tuo cane
gozanud, del suo cane 
gozanid, al suo cane 
gozanuγu, del nostro cane 
gozaniγu, al nostro cane 
gozanusva, del vostro cane 
gozanisva, al vostro cane 
gozanum, del loro cane 
gozanim, al loro cane
χonu, del male, del tabù
χoni, al male, al tabù 
χonumb, del mio male, del mio tabù
χonimb, al mio male, al mio tabù 
χonur, del tuo male, del tuo tabù
χonir, al tuo male, al tuo tabù
χonud, del suo male, del suo tabù
χonid, al suo male, al suo tabù 
χonuγu, del nostro male, del nostro tabù
χoniγu, al nostro male, al nostro tabù 
χonum, del loro male, del loro tabù
χonim, al loro male, al loro tabù 

gosχo godnu, eclisse di sole, i.e. lupo del giorno 
gonramχo, eclisse di sole
gosχo γanranu, eclisse di luna, i.e. lupo della luna
γanraramχo, eclisse di luna
 
Possibili contatti con altre lingue: 
 
Noto che miu "gatto" potrebbe essere un prestito dalla lingua dell'antico Egitto (mjw "gatto", mjw.t "gatta", da cui è derivato il copto emou /e'mu:/). In ogni caso non ci sono elementi per escludere un'origine onomatopeica indipendente.   

Alcune considerazioni:
 
Se cado in uno stato di alterazione, posso parlare questa lingua, la cui struttura è perfettamente razionale, a differenza delle glossolalie riportate negli studi reperibili. Se un giorno dovesse dimostrarsi che questo materiale ha qualche fondamento nella realtà storica, dovremmo ritenere che quanto mi è accaduto debba essere considerato un fenomeno di xenoglossia e non di glossolalia. 

mercoledì 20 novembre 2019

NOTE SUL LAVORO DI MILITAREV

Alexander Militarev (Московский государственный лингвистический университет, МГЛУ, Moscow State Linguistic University) è l'autore del lavoro Tamâhaq Tuaregs in Canary Island (Linguistic Evidence), pubblicato nel 1989. Attualmente l'articolo in questione non è più consultabile nel Web; com'è ovvio ne ho conservato una copia in formato pdf sul computer, ma non posso diffonderla. Poco male. Militarev nel 2018 ha pubblicato un nuovo lavoro, che è la revisione e l'ampliamento del precedente: Libyo-Berbers – Tuaregs – Canarians (Tamâhaq Tuaregs in the Canary Islands in the Context of Ethno-Linguistic Prehistory of Libyo-Berbers: Linguistic and Inscriptional Evidence). Per consultare e scaricare l'articolo, ospitato su Academia.edu, basta seguire questo link:

 
Questa è la sinossi tradotta in italiano del lavoro del 2018: 
 
"Ci sono pochi paralleli lessicali stupefacenti tra le lingue estinte degli indigeni delle Isole Canarie e una delle lingue dei Tuareg dei Sahara, appartentente al gruppo dialettale Tamâhaq (Ahaggar, Taitoq e alcune altre). A parte il fatto che tutti questi idiomi delle Canarie appartengono alla famiglia linguistica Berbero-Canaria (la cui posizione all'interno della macrofamiglia Afroasiatica e la cui preistoria ricostruita sono presentate nell'interpretazione dell'autore), e, quindi, hanno un lessico ereditato comune, i paralleli Canario-Tamâhaq presentano sviluppi fonetici comuni che sono talmente non banali e unici che la loro sola spiegazione consiste in contatti etno-culturali, e per la precisione prestiti lessicali dal Tamâhaq al Canario. Una serie di tali prestiti, riportati e analizzati nel seguito, dà fondamento all'ipotesi di una migrazione di Tuareg di lingua Tamâhaq nelle Isole Canarie, databile approssimativamente tra il VII e il XIV secolo d.C. Basando le sue idee su questa ipotesi, l'autore tenta di decirare alcune iscrizioni nell'Isola di Ferro (Hierro) scritte in tifinaɣ, la sola esistente delle varietà di scrittura Libica, con l'aiuto del dizionario Ahaggar, dimostrando che sono state composte in Tuareg Tamâhaq. A parte questo, si cerca di ricostruire la preistoria linguistica ed etno-culturale e la storia dei parlanti Berberi, Tuareg e Canari." 
 
Nel suo secondo articolo Militarev rigetta l'uso del termine Guanche, solitamente usato come sinonimo di Canario, dato che tecnicamente parlando è appropriato soltanto per indicare le genti di Tenerife. La parola, è derivata da Guanchinech, ossia "Gente di Chinech", essendo Chinech (varianti Achinech, Chinet) il nome nativo di Tenerife. A prima vista è molto convincente l'analisi del prefisso guan- come *wa-n-, derivato dal pronome protoberbero *wa- e dalla particella genitivale n-. Così *wa-n- sarebbe traducibile come "quello di". Il problema è che in origine questo *wan- doveva significare "figlio", "figlio di" e anche "uomo". Nelle lingue di Fuerteventura e di Lanzarote è attestato guamf "uomo" (varianti: guam "uomo", guang "figlio, ragazzo"). Nella lingua di Gran Canaria guan significa "figlio", mentre in quella di Tenerife guan significa "uomo", talvolta "figlio". Le fonti sono Bory e Pizarroso. Bethencourt ha guan col significato di "uomo di" e "figlio di" sia per la lingua di Tenerife che per quella di Gran Canaria. Ignacio Reyes García riporta i dati in questione nella seguente pagina del suo Diccionario histórico-etimológico del amaziq insular (DHEAI):
 
 
Le forme di Fuerteventura e Lanzarote sembrano in qualche modo cozzare con la tradizionale interpretazione berberologica. Occorre stabilire se davvero questo guan- è soltanto un mero prefisso e se il significato di "uomo; figlio" deve essere sempre allo stato costrutto, oppure se ricorreva anche allo stato assoluto, come sospetto. A partire da tutti questi dati, analizzati a fondo, sono incline a ricostruire una protoforma *wampk "uomo (giovane)", la cui origine ultima sarebbe però sconosciuta. Un bel problema anche dal punto di vista della fonotattica!  
 
Questa è la sintesi del lavoro di Militarev: 

1) Le lingue canarie sono geneticamente imparentate con le lingue berbere del Nord Africa.
1.1) Le unità linguistice canarie e berbere sono considerate dall'autore come due rami tassonomicamente eguali della famiglia berbero-canaria, che include il libico epigrafico e che a sua volta è parte della famiglia afroasiatica.
La dicotomia genetica berbero-canaria è sostenuta da:
  i) poche caratteristiche morfologiche arcaiche assenti in berbero;
  ii) un numero di radici afroasiatiche ereditate assenti in berbero;
  iii) presunti prestiti in proto-canario da varie lingue afroasiatiche e non afroasiatiche, non attestati in berbero, che sembrano prestiti "continentali" anteriori alla divisione del proto-berbero in dialetti (fine del II millennio a.C.). 
2) Ci sono fatti che apparentemente sembrano contraddire la suddetta dicotomia: 
   i) isoglosse tra le lingue canarie e le lingue berbere settentrionali (Cabilo, etc.);
   ii) isoglosse tra le lingue canarie e le lingue berbere meridionali (Tuareg).
   Le isoglosse del primo tipo consistono in pochi vocaboli culturali, ritenuti irrilevanti ai fini della classificazione. Le isoglosse del secondo tipo mostrano tratti fonetici compatibili soltanto con le lingue Tuareg. 
3) Esiste una serie di isoglosse che legano le lingue canarie a un particolare sottogruppo delle lingue Tuareg, un gruppo dialettale chiamato Tamâhaq, che ha /h/ come esito del proto-berbero /z/. La sola spiegazione plausibile è che queste parole siano state importate nell'Arcipelago da immigrati di lingua Tamâhaq. 
4) Esistono parole arabe nelle varie lingue canarie. Si noterà che non sono state trovate tracce di Islam nelle Canarie all'epoca del contatto con navigatori europei, mentre sembrano esserci stati vaghi residui di Cristianesimo.
5) Una lingua berbera non Tuareg, responsabile degli arabismi, deve essere stata portata nelle Canarie da un'ulteriore ondata migratoria, anteriormente alla conversione delle genti berbere all'Islam. Un ulteriore indizio sono termini canari non attestati in Tuareg, che non possono risalire al proto-berbero-canario (ad esempio prestiti dal latino). La migrazione non potrebbe essere avvenuta prima dell'VIII secolo d.C. 
6) Le vestigia di Cristianesimo nelle Canarie devono essere state portate dai migranti di lingua Tamâhaq, visto che proprio tra i Tuareg è presente un interessante sostrato religioso preislamico (ad esempio prestiti dal latino cristiano), possibile eredità del popolo dei Garamanti. Con ogni probabilità la migrazione è avvenuta nel VII secolo d.C. Altra eredità Tuareg nell'Arcipelago è la scrittura tifinaγ, documentata da brevi iscrizioni rupestri che l'autore riesce a tradurre senza difficoltà.  
 
Questi sono gli esempi di parole canarie che Militarev considera ereditate dal proto-afroasiatico ma assenti in berbero:

1) aganeye "braccio tagliato" (La Palma)
      proto-afroasiatico: *ginaʕ- "braccio, mano"
2) cuna "cane" (Gran Canaria), cancha "cane; cagnolini" (Tenerife)
      proto-afroasiatico: *kʷahin- "cane"
3) lia "sole d'estate" (Gran Canaria), alio "sole" (Lanzarote), lion
      "sole" (Hierro)
      proto-afroasiatico: *lVʕ(lVʕ)- "luce, luminaria"
4) abora "divinità celesti, Dio" (La Palma)
      a) proto-afroasiatico: *bVr(ʔ)- "creare"       
      b) proto-afroasiatico: *bVry- "spirito maligno; mago"
5) achaño "anno" (Tenerife)
      proto-afroasiatico: *san- "anno"
6) hirguan "demonio (dall'aspetto di uomo lanuto)" (Gomera),
         irvene "demonio (dall'aspetto di cane lanuto)" (La Palma)
      proto-afroasiatico: *hirgʷan- "cane" ("sciacallo dorato, iena e
         simili")
7) haña, jana, ana "pecora, agnello" (Tenerife) 
      proto-afroasiatico: *(ʔa)wVn- / *(ʔa)yVn- / *(ʔa)nay- "tipo di
         piccolo bovino / ovino"
8) afaro "chicco di grano" (Tenerife)
      proto-afroasiatico: *pir- / *par- "frutto, chicco di grano, seme"
9) beñesmer "stagione del raccolto (agosto)" (Tenerife)
     proto-afroasiatico: *čVmVr- "maturare, produrre un buon
        raccolto"
    Il prefisso della parola canaria è ricostruito come *we-n- (variante di *wa-n-).

La lista in questione non è priva di criticità. Riporto nel seguito alcuni miei commenti. 
 
cuna, cancha "cane":
Militarev ritiene queste parole connesse al chadico, al kushitico e all'omotico. In realtà questi sembrano prestiti indoeuropei relativamente recenti. La forma cuna viene a mio avviso dal celtiberico (accusativo *kunam). La forma cancha non può essere celtica, per cui la riconduco a una forma di indoeuropeo non celtico con le antiche vocali /a/ e /o/ confuse in /a/. Ipotizzo che si tratti della lingua dei Germani di Oretania, in cui si avrebbe *kantas "cane" (< *kwon-t-os). Il passaggio da -t- a -ch- è ben documentato nella lingua di Tenerife e di altre isole. A Tenerife è riportato gucancha, jucancha "demonio (dall'aspetto di cane grande e lanuto)", che ricondurrei a un composto *gū-kanta- (< *gwou-kwontos), alla lettera "cane-bue". 

abora "divinità celesti, Dio":
Militarev è incerto tra due etimologie possibili, una da una radice proto-afroasiatica col signficato di "creare", l'altra da una diversa radice proto-afroasiatica col significato di "spirito maligno". Non è possibile che entrambe le etimologie proposte siano vere. Invece potrebbe darsi che siano entrambe false. A parer mio è possibile che abora stia per *agʷoran e che sia identico alla forma acoran, alcoran, alcorac "Dio" attestata a Gran Canaria, a sua volta corradicale della forma acoron, achoron attestata a Tenerife. In ultima analisi potremmo ricostruire *amḳʷoran e ritenere che sia derivato dal proto-berbero *a-mVḳḳʷar-an "grande" (cfr. Ahaggar amɣar "grande", Cabilo amǝqʷran, etc.).
 
achaño "anno":
Militarev riporta anche acano "anno" (Gran Canaria), aggiungendo l'etimologia sarebbe corretta se stesso per *açano (< *asan- e non *akan-). Questo è ben possibile, in fondo si trovano casi analoghi, come ad esempio acof /a'sof/ "fonte" (Hierro, cfr. Cabilo asif, tasift, "corso d'acqua", Mzab suf, etc.), con -c- che sta per -ç-

hirguan "demonio (dall'aspetto di uomo lanuto)":
Sembra che in realtà questa parola si trovi anche in berbero: Senwa argu "diavolo, genio maligno", pl. iruggwán (ortografia tradizionale argou, irouggouan). La forma della lingua di Gomera (che Militarev attribuisce a quella di La Palma), sarebbe dunque un plurale berbero fossilizzato. 
 
Questi sono gli esempi di parole canarie che Militarev considera prestiti da altre lingue afroasiatiche ma assenti in berbero:
 
1) jubaques, juvaque "pecore grasse" (Gomera, Hierro)
    varianti: juhaque, fubaque, tabaque  
       < kushitico orientale (Saho, Afar subaḥ "burro"),
       a sua volta dal proto-afroasiatico *ĉVbVḥ- "grasso"
2) atazaykate "grande cuore, coraggioso" (Gran Canaria)
    varianti: atacaycate, athacaite, atacayte, altacaite, altaycayte,
    etc. 
       < chadico occidentale (Hausa zukata "cuori")
3) belingo "divertimento, festa, baldoria" (Gran Canaria)
       < semitico (ebraico blg "gioire")
       a sua volta dal proto-afroasiatico *bVlVg- "splendere"
4) chacerquem, chacerquen "miele" (Tenerife), tacerquen "birra o
     vino (di palma)", azarquen "coagulo di mocanes" (Gran
     Canaria) < *(t)a-SVrḳ-Vn
       < semitico *ŝrḳ "essere rosso" (ebraico ŝōrēḳ "uva pregiata
      rossa")
5) axo "cadavere secco e imbalsamato, mummia" (Tenerife)
    varianti: xaxo, haho
    < egiziano 3ḫw "spirito, deceduto" 
    Questo importante prestito testimonia l'origine egiziana della mummificazione, diffusa nelle Canarie in epoca preispanica. Non va nascosto che la parola canaria non può essere un derivato diretto di quella egiziana, che aveva una vocale tonica /i:/, essendo la pronuncia agli inizi del Medio Regno ricostruibile come /'Ri:χu/. Probabilmente si tratta di un derivato del verbo /Ra:χ/, formato dalla stessa radice, ma attestato col significato di "diventare utile; diventare splendido".    
6) tarja, tarha, tara "segni mnemotecnici" (Tenerife)
   < egiziano hrb "scrivere una lettera"
   Questa radice egiziana è stata presa a prestito dal protoberbero *Hirab "lettera, messaggio", *Harab "scrivere". La forma canaria mostra invece un prefisso ta- e presuppone una protoforma *ta-Hrab
7) salema "tipo di pesce (Sparus cantharus)"
    (voce comune a varie isole)
   Questa radice, comune a tutte le lingue berbere (protoberbero *sVlmay "pesce", pl. *i-salm-an / *a-salm-an), è confrontara dall'autore all'egiziano del Medio Regno nšmw.t "tipo di pesce" (< *lVšm-Vw-t). La forma berbera plurale è passata in lingue del sostrato preindoeuropeo d'Europa, finendo poi in celtico e passando anche in latino. Questo è il percorso del famoso nome del salmone.  

Esiti della sibilante sonora /z/ del proto-berbero in isoglosse berbero-canarie (parole native o prestiti importati nelle Canarie da popolazioni non Tuareg):
 
1) azeca "muraglia" (Lanzarote, Fuerteventura)
    proto-berbero *t-ā-zaqqāw "muraglia"
    Ghadames tazəqqa "muro", etc.
    In Ahaggar si ha invece tăhaqqa "magazzino per viveri", con /h/.
2) zeloy "sole" (La Palma)
    proto-berbero *ā-zayl "luce diurna"
    Cabilo azal "luce diurna", etc. 
    In Ahaggar si ha invece ahəl "luce del sole", con /h/.
   Si noti che a Tenerife è documentato cel "luna", quindi la radice doveva avere il significato più antico di "luminaria celeste", perduto nelle lingue berbere continentali.
3) azuquahe "nero; bruno, rossiccio" (La Palma)
    varianti: azuquache, azaquache, asuquahe, etc.
    proto-berbero *ā-zVwwāɣ "rosso"
    Cabilo azəggʷaɣ "rosso"
    In Ahaggar si ha invece ihwaɣ "essere rosso", con /h/.
4) mencey, mencei, menzei "re, sovrano, difesa" (Tenerife)
    proto-berbero *ā-manzuy "primo, primogenito, colui che viene
       prima"
    Senwa amənzu "primogenito" 
    In Ahaggar si ha invece eməñhi "antesignano, araldo", con /h/

Esiti dell'aspirata /h/ prodotta dalla sibilante sonora /z/ del proto-berbero in prestiti importati nelle Canarie da popolazioni di lingua Tuareg Tamâhaq (Ahaggar):
 
1) hyguyeres "tipo di pianta (Euphorbia canariensis)" (Lanzarote)
    Ahaggar ăhəqqor "trave fatta di legno di palma"
    In Cabilo si ha invece azəqqur, con /z/.
    La terminazione -es sembra un francesismo, data la nazionalità del glossatore.
2) apio, hapio, gapio, gapo "fontana" (Hierro)
    Ahaggar tăhaft "canale d'irrigazione"
    In Ghat si ha invece tazəft "canale d'irrigazione", con /z/.
3) taharenemen "fichi secchi" (Gran Canaria)
    Ahaggar âhâr "fico (frutto)", tâhârt "fico (albero)"
    In Ghat si ha azar "fico (frutto)", con /z/.
4) tahuyan "gonnellini di pelle tinta" (Gomera), tahuy "pelle" (La
       Palma)
    Ahaggar tehayhayt "sacco di pelle dalle lunghe frange"
    In Tawllemmet si ha ašăyha "sacco di pelle speciale", con /ʃ/.
5) maho, maxo, majo "scarpa, calzatura" (Lanzarote, Fuerteventura)
    Ahaggar tamhit "sacco di pelle di capra"
    In Tadghaq si ha tamsit "sacco di pelle di capra", con /s/.
6) ahuar "terra" (La Palma),
    forma possessiva: benahoare, benahorare, benehoare "la mia
    terra, la mia patria" (La Palma)
    Ahaggar: ăhaggar "parte centrale del pianoro di Kel-Ahaggar"
         < *ā-hawwār, corradicale di əhwər "precedere, essere il
           primo" 
    Ghadames ezwər "precedere, essere il primo", Cabilo zwir, etc.,
           con /z/.
    Il raffronto proposto da Militarev sembra un po' tirato per i capelli.
    Il termine canario usato a La Palma definiva chiaramente la stessa isola ("terra" = "patria"), data la mentalità fiera degli abitanti. I geografi arabi medievali menzionano la tribù berbera libica degli Hawwara, il cui nome viene dalla stessa radice.
7) eraoranhan "un idolo maschio" (Hierro)
    varianti: eranoranhan, erahoranhan, eraoranzan
    orahan, oranjan, orojan "una divinità; Dio" (Hierro, Gomera)
    Ahaggar yorəhən "che dà (qualcosa) in cambio"
    Il composto eraoranhan è formato dal teonimo oranjan con l'aggiunta di un prefisso era-, che corrisponde perfettamente all'Ahaggar ere- "colui che". La variante eraoranzan è un doppione, con ogni probabilità importato da una lingua non Tamâhaq.
8) añepa "scettro" (Tenerife)
    varianti: anepa, anzpa 
    Ahaggar ăñhəf "bastone grosso e lungo"
    Ghat anžəf "tizzone" 
   La variante anzpa è un doppione, con ogni probabilità importato da una lingua non Tamâhaq.
 
Esiti dell'aspirata /h/ del proto-berbero in isoglosse berbero-canarie:

1) fayahuracan "capitano" (Gran Canaria)
    faya "uomo poderoso" (Gran Canaria)
    Ahaggar ufu "essere migliore"
    Ayr afu "essere migliore"
    Cabilo if "essere migliore"
    Seconda parte del composto:
    Ahaggar hərəkkət "rispettare"
    Tawllemmet hərəkkət "rispettare, aver paura"
    La forma fayahuracanes "capitani" è un plurale ispanizzato.
2) guaire, guayre "nobile, consigliere" (Gran Canaria)
    Ahaggar tihorar "essere molto rispettato"
    Tawllemmet ihar "meritare"
    < proto-berbero *ihwar
   Forme come guaires "capitani valorosi", guayres, gayres "consiglieri di guerra" sono  plurali ispanizzati. 
3) aala "acqua" (Gomera, Hierro)
    Ahaggar tăhala "fonte"
    Snus tala "stagno alimentato da una fonte"
    Cabilo tala "piccola fonte" 

Esiti dell'aspirata /h/ prodotta dal proto-berbero /β/ o /hw/ (possono essere parole native o prestiti importati nelle Canarie da pololazioni di lingua Tamâhaq): 
 
1) güiro "segno d'amore" (lingua non specificata)
    Ahaggar ər "amare, volere"
    Ghadames ebri "amare, volere"
    L'autore ricostruisce la forma proto-berbera del verbo come *ihwar / *yahwir.
2)  hero "fonte; cisterna" (Hierro)
     hera "sabbia dove sta l'acqua" (Hierro)
     hieri, hero, jierro "Hierro" 
     Ahaggar ahir "sorgente alimentata da flussi molto deboli"
     Ghadames ebär, īber "canale d'irrigazione" 

 Arabismi 
 
Cosa che può sembrare sorprendente, nelle lingue delle Canarie si trovavano interessanti arabismi. Militarev elenca le seguenti voci e ipotizza, a parer mio giustamente, che siano passate nell'Arcipelago per tramite berbero (ma non Tuareg):   

1) badanas "pelli spesse di pecora" (La Palma), badanas "pelli
     conciate di color cannella" (Gran Canaria)
    < arabo baṭn "ventre; ventriglio"
    La -s finale è un evidente ispanismo.
2) sabor "consiglio di guerra" (Gran Canaria)
    < arabo šawr "consiglio" (variante di šūrā)
3) taifa "riunione" (Gran Canaria)
     < arabo ṭāʔifat "famiglia, stirpe"
4) arba "quattro" (Tenerife)
     < arabo ʔarbaʕa "quattro"
5) cansa "cinque" (Tenerife)
     < arabo ḫamsa "cinque"
6) támaras "frutti, datteri sul ramo", támara "palma da datteri
    (Phoenix canariensis)" (Tenerife, Gran Canaria e altre isole)
    < arabo tamr "dattero"
    La -s finale è un evidente ispanismo, come riscontrato in molti altri casi. 
 
L'autore non sembra aver riconosciuto il numerale cansa "cinque" come un arabismo, pur citandolo nella discussione: ho provveduto io a inserire questa voce nella lista. Non mi stupisce troppo che la consonante araba /χ/ sia stata adottata come una semplice occlusiva velare /k/.   

Iscrizioni Tuareg nelle Canarie 
 
Una delle notizie che difficilmente si leggeranno sui quotidiani riguarda i recenti rinvenimenti un numero crescente di iscrizioni rupestri nelle isole dell'Arcipelago, e in particolare a Hierro. Questi documenti, redatti in scrittura tifinaγ derivata in via diretta da quella degli antichi Numidi, sono la più eloquente prova materiale di quanto affermato dall'autore sulla migrazione di Tuareg di lingua Tamâhaq nelle Canarie. Rimando senz'altro all'articolo di Militarev per approfondire questo affascinante argomento: è riportato il confronto di ogni segno canario con l'equivalente in varie forme di tifinaγ (antico Tuareg, Ahaggar) e in numidico orientale. Un'iscrizione trovata in Libia, a Ghirza (Wadi Zemzem), risalente al X secolo d.C. è stata usata come confronto con il materiale canario. I risultati sono sorprendenti: diverse iscrizioni trovate a Hierro sono riportate, traslitterate e tradotte semplicemente utilizzando la lingua Ahaggar.     

Appendici 

Nella prima appendice all'articolo, l'autore riporta alcune tavole col confronto tra le scritture libiche (Tuareg, numidico orientale) e alcune scritture semitiche (fenicio, neopunico, sud-arabico, etc.). 
 
Nella seconda appendice all'articolo, l'autore riporta una lista Swadesh di 100 parole delle lingue berbere. I vocaboli sono ammassati e la consultazione non è agevole. Sono presenti diverse ricostruzioni di protoforme, non sistematiche e mescolate al materiale presentato.

Nella terza appendice all'articolo, l'autore mostra un albero genealogico delle lingue berbere, basato sulla lessicostatistica di 17 lingue.
 
Nella quarta appendice all'articolo, l'autore riporta uno studio oltremodo interessante sui prestiti punici nelle lingue berbere. Purtroppo lo spazio non mi consente di trattare l'argomento col dovuto approfondimento. Pubblicherò in altra occasione il mio contributo in merito.  

Nella quinta appendice all'articolo, l'autore riporta uno studio oltremodo interessante sui prestiti berberi in nubiano. Purtroppo lo spazio non mi consente di trattare l'argomento col dovuto approfondimento. Pubblicherò in altra occasione il mio contributo in merito. 

Conclusioni
 
Tutto splendido, certo, eppure potrebbe essere meglio. Forse sarebbe innanzitutto il caso di cercare di ricostruire il protoberbero in modo più solido e di rendere reperibile a tutti gli studiosi il materiale. Dato che si tratta di un argomento spinoso, reputo essenziale favorire una consultazione agevole delle protoforme ricostruite. Esiste un database relativo al protoberbero, ad opera dello stesso Militarev, consultabile sul sito The Tower of Babel (https://starling.rinet.ru) al seguente link: 
 
 
Certo è un buon inizio, anche se mi pare incompleto e in generale poco soddisfacente. Deve essere anteriore agli studi compiuti dallo stesso autore, perché sembra considerare le lingue delle Canarie come semplici output del proto-berbero. Una volta risolto il problema della ricostruzione del proto-berbero si dovrebbe procedere, tramite i dati interni e il confronto con altre protolingue afroasiatiche, a ricostruire con maggior sicurezza il proto-canario e il proto-berbero-canario. Senza questo processo, faticoso ma necessario, si corre il rischio di prendere cantonate e persino di sprofondare in qualcosa che somiglia pericolosamente a un paleocomparativismo basato su semplici assonanze. Purtroppo la vera piaga in questo genere di studi è la carenza di conoscenza sulle lingue un tempo parlate nelle Canarie, le cui attestazioni sono frammentarie e spesso confuse.

domenica 9 giugno 2019


ANCHE I NANI HANNO COMINCIATO
DA PICCOLI

Titolo originale: Auch Zwerge haben klein angefangen
Paese di produzione: Germania Ovest
Anno: 1970
Durata: 96 min
Dati tecnici: B/N
Lingua: Tedesco
Genere: Grottesco, orrore
Regia: Werner Herzog
Soggetto: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Thomas Mauch
Montaggio: Maximiliane Mainka
Musiche: Florian Fricke (Popol Vuh)
Interpreti e personaggi:
    Helmut Döring: Hombre*
    Gerd Gickel: Pepe
    Paul Glauer: L'educatore
    Erna Gschwendtner: Azucar
    Pepi Hermine: Il direttore 
    Gisela Hertwig: Pobrecita
    Gerhard März: Territory
    Hertel Minkner: Chicklets
    Gertrud Piccini: Piccini
    Alfredo Piccini: Anselmo
    Marianne Saar: Theresa
    Brigitte Saar: Cochina
    Erna Smollarz: Schweppes
    Lajos Zsarnoczay: Chapparo


*Scritto anche Hombré, con ogni probabilità per suggerire la corretta pronuncia con una vocale finale piena, diversa dal tipico suono indistinto della -e finale in tedesco.

Traduzioni del titolo: 
     Inglese: Even Dwarfs Started Small
     Spagnolo: También los enanos empezaron pequeños
     Francese: Les nains aussi ont commencé petits
     Svedese: Dvärgar har också varit små
     Ungherese: A törpék is kicsin kezdték
     Russo: И карлики начинали с малого
     Polacco: Nawet karły były kiedyś małe
     Turco: Cüceler de Başta Küçüktü
     Persiano: حتی کوتوله‌ها در آغاز کوچک بودند
     Ebraico (moderno): גם גמדים התחילו בקטן

Riconoscimenti:
    È stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 23º
    Festival di Cannes.



Trama:
La narrazione si apre con un minuscolo nano tiroideo in posa per una foto segnaletica, tormentato dalla voce inquisitoria di una poliziotta-belva che gli impartisce ordini. L'essere piccolissimo dal cranio sproporzionato si rifiuta di collaborare e rimane chiuso in un ostile mutismo, non riconoscendo alcuna responsabilità nei disastri di cui viene accusato. Cosa notevole, regge una targa con la scritta "Nr. 1300761". Si sente la voce severa di un investigatore, che cerca di estorcere una confessione, senza successo. A questo punto ha inizio un lungo flashback - in pratica l'intero film: è il racconto dell'origine della Rivolta, una violentissima eruzione di anarchia che ha sconvolto la colonia penale in cui conduceva la sua miserabile esistenza un gruppo di infelici, tutti affetti da nanismo. Il Presidente lascia l'istituto per un impegno non specificato. Il suo tirapiedi, il Maestro, rimane asserragliato nella sua dimora tenendo in ostaggio Pepe, uno dei nani, legato a una sedia. I compagni di Pepe ne chiedono a gran voce la liberazione, ma non vengono ascoltati. Così inizia l'insurrezione. Per prima cosa abbattono una grande palma con un sistema ingegnoso, dando fuoco alla sua base e facendo schiantare il fusto al suolo per mezzo di una fune. Gli atti distruttivi si moltiplicano in un crescendo di aberrazioni. Alcuni ribelli uccidono una scrofa, lasciando i suoi maialini affamati a gemere. Bruciano i vasi di fiori e infieriscono sui più deboli, due nani ciechi a cui i genitori snaturati hanno cavato gli occhi. Non esiste limite alla loro bramosia di devastazione!

Recensione:  
Un film apocalittico, annichilente, che non può essere dimenticato. Non vale oblio capace di cancellarne le tracce mnestiche, perché sono come marchi impressi col fuoco nel nucleo stesso dell'essere.

"Un agghiacciante spazio concentrazionario circondato da una distesa desolata di rocce vulcaniche." 
(Pietro Ferrari) 


Anche se l'intreccio narrativo di questa sublime opera d'arte è a dir poco tenue, ogni particolare ha la sua importanza e ci rivela l'Abisso. Ne raccomando vivamente la visione a tutti!    


I Nani del Caos 

I nani deformi della colonia penale sono mostrati in una luce a dir poco sinistra. Sono esseri maligni nello spirito quanto grotteschi e distorti nel corpo. Non li si può definire davvero esseri umani: sono potenze del Caos! Il loro cuore è un calderone demoniaco di odio verso qualsiasi essere vivente. Totalmente privi di empatia, seviziano e uccidono animali godendo del loro strazio. Potrebbero sembrare affetti da gravi deficit cognitivi, ma non ci si deve lasciare ingannare dalle apparenze. In realtà non hanno alcun ritardo mentale e sono capaci di parlare alla perfezione. Se non lo fanno è solo perché non vogliono. Il silenzio ostile in cui si trincerano è più inquietante di mille parole perverse. Devastano ogni cosa, distruggono il cibo, lo sprecano in modo immondo, se lo lanciano addosso, lo gettano a terra e lo calpestano. Una piccoletta addirittura rompe un gran numero di uova, una ad una, gettando a terra albume e tuorli. Non si deve pensare che gli insorti facciano tutto questo perché non conoscono il valore delle cose, che dissipino ogni risorsa perché nessuno ha mai insegnato loro le cose basilari della vita. No, niente affatto. Esprimono il loro feroce odio verso il cibo anziché goderne ed essere felici, per pura malvagità. Sono animati dai Demoni, gli Spiriti Immondi ispirano ogni loro azione. Eppure, al contempo, anche il più piccolo e insignificante atto che compiono è mosso dal più totale odio verso l'esistenza e il suo Artefice, causa prima di ogni afflizione, di ogni dolore, di ogni miseria. 

Alcune note sull'ambientazione 

Nel Web si trovano non pochi errori. C'è chi pensa che il film sia ambientato in una sperduta campagna tedesca, solo perché Herzog lo girò in tedesco. In realtà la storia è ambientata nelle Canarie, per l'esattezza nell'isola vulcanica di Lanzarote. L'ho capito prima ancora di reperire nel Web questa informazione, dalla sola visione della pellicola in lingua originale. Semplice: ho ascoltato i dialoghi in tedesco e ho letto i sottotitoli in italiano. A un certo punto una macchina si ferma e ne scende una nana, che chiede informazioni su come giungere a San Cristobal, provenendo da Arrecife. Orbene, Arrecife si trova proprio a Lanzarote. Il paesaggio è tutto fuorché europeo. Vediamo che i nomi (o soprannomi) dei Nani Maligni sono quasi tutti spagnoli: Hombre, Pepe, Cochina, Pobrecita, Azucar, Anselmo. Fanno eccezione gli anglosassoni Chicklets (alla lettera "Polletti") e Territory (alla lettera "Territorio"), quest'ultimo di origine chiaramente neolatina. C'è anche una Piccini, piuttosto italianeggiante - sembra che sia il cognome stesso dell'attrice, posto che non sia un nome d'arte. Direi che manca soltanto il mitico Bagonghi. La colonna sonora ha un inizio convulso in un canto popolare canario, che si ripresenta più volte nel corso della vicenda nanesca, come un getto di lava che erutta all'improvviso da una camera magmatica occulta. Straziante, ossessiva, questa musica non sembra certo che sia stata concepita dalla progenie di Sigfrido. Invece scopriamo che il compositore è Florian Fricke (1944-2001), unico membro stabile della rock band tedesca Popol Vuh. Ricordo bene che proprio ai Popol Vuh si deve la splendida colonna sonora del Nosferatu di Herzog (1979).


Titheroygaka 

L'isola di Lanzarote ha preso il suo attuale nome dall'esploratore genovese Lancelotto Malocello, che vi approdò nel 1336. Il nome che i nativi Guanche della tribù dei Mahos davano alla loro terra era Titheroygaka (Titerogaka), che significa qualcosa come "La Rossa", con riferimento all'abbondanza di terra color ocra (in berbero continentale si ha titehuggaqt "rossa"). Le peculiari formazioni vulcaniche che si possono osservare nel capolavoro di Herzog si sono formate a seguito dell'eruzione del vulcano Timanfaya negli anni dal 1730 al 1736. Pietre acuminate e profonde voragini, come quella in cui i Nani del Caos gettano il furgone in fiamme. L'assenza di montagne, grotte, valli e nascondigli fu la causa dell'estinzione della popolazione indigena: incapaci di opporsi agli spagnoli, questi Guanche furono sottoposti a spaventose razzie. Quando nel 1402 giunse a Lanzarote il mercenario francese Jean de Béthencourt, ne restavano circa trecento. Triste fu il loro destino, che li condannò a perire di lì a poco, sopraffatti dai maltrattamenti, dalla schiavitù e dai morbi importati dagli invasori. Terra di dannazione e di oblio, Lanzarote fa da degna cornice alla triste esistenza dei Nani del Caos. La storia di quei luoghi, densissima di orrori, resta come un rumore di fondo, indecifrabile ma assordante, che non si disperde mai e che perdurerà fino alla Fine dei Tempi. 

Riferimenti alle dottrine del Nazionalsocialismo 

Alcuni critici hanno pensato che Herzog abbia voluto rappresentare nella sua pellicola la follia del III Reich. Va però detto che il regista tedesco a questo proposito è sempre stato piuttosto evasivo. Le sue risposte sono a parer mio insoddisfacenti. Il fatto che egli intendesse soltanto descrivere e mostrare una semplice storia, non è poi così convincente. Nel corso della ribellione, una nana fa allusione a qualcosa di sorprendente mentre lancia le sue invettive al Maestro: menziona l'eterna lotta contro la Bestia interiore. In questi anni tutti sbraitano e urlano contro il Nazionalsocialismo come se il Reich Millenario fosse una realtà tuttora vivente e operante, poi non sanno nemmeno cosa sia. Non ne conoscono le dottrine, lo banalizzano, lo riducono a "quella cosa là dei brutti-cattivi", oppure aggrediscono i loro avversari con epiteti disumanizzanti... che sono in perfetto stile nazista! Ecco, nella colonia penale dei Nani del Caos c'è meno demenza di quella che vedo sui social network. Perdita di memoria non è solo dimenticare le atrocità, è anche dimenticarne le cause. Adolf Hitler descriveva il tormento e la lotta interiore dei Mischlinge, ossia di coloro che avevano sia antenati ariani che ebrei - perché riconosceva queste cose in se stesso. Immaginava che ogni Mischling fosse il teatro di una lotta senza quartiere che la parte ariana conduceva contro la parte giudaica. Che dire di Heydrich, l'autore della Soluzione Finale? Egli fu visto ubriaco mentre imprecava contro la sua immagine allo specchio, affermando di scorgervi il suo "ebreo interiore". Potremmo ritenere che la stessa NSDAP non sarebbe mai esistita senza questi presupposti. Pur essendo Judefrei, ossia "privo di ebrei", il Partito Nazionalsocialista era plasmato interamente da Mischlinge, elementi le cui condizioni mentali erano di un'entropia assoluta. Lo stesso marasma ontologico lo vediamo riprodotto nel microcosmo dei Nani Maligni, tanto nelle "istituzioni educatrici" quanto nelle creature da loro tormentate. C'è un altro riferimento a un tema molto popolare nella Germania hitleriana. Si tratta di una menzione fugace che non è sfuggita soltanto agli spettatori più attenti. A un certo punto una delle nane si lamenta delle ossessioni dei carcerieri e in particolare di "tutte quelle storie sul rapporto con la Natura". Hombre ha l'abitudine di ripetere in modo pappagallesco e ossessivo frammenti di frasi udite in giro. Così come continua col suo destabilizzante "Ja, Ja, Polizei!", a un certo punto ripete sghignazzando "Sì, sì, il rapporto con la Natura".


La Rivolta dei Nani

Quello descritto da Herzog è un mondo di un'oscurità solida, dura come l'acciaio, in cui non è affatto facile trascinarsi nella quotidiana sopravvivenza. Non è pensabile nemmeno il passaggio casuale di una singola particella di luce, perché anche un microscopico barlume solare sparirebbe nella caligine e andrebbe distrutto. I fotoni emessi dall'astro diurno si perdono nella cenere sospesa nell'aria e finiscono col diventare il Nulla. Non esiste speranza, non esiste Salvezza. Si diffonde dovunque soltanto la Luce Nera della Disperazione. L'unica possibilità è la ribellione contro l'Artefice di una condizione che può essere chiamata in un solo modo: Inferno. Un'insurrezione violentissima contro l'ordine esistente, contro la natura stessa delle cose, il cui fine ultimo è riportare i dannati alla loro condizione di origine, quella di coloro che non esistono, che non sono mai esistiti!    

Un pianeta di nani? 

I Nani del Caos non hanno alcun contatto con il mondo esterno. Nutriti con pappine di latte in polvere, sono condannati alla deprivazione sensoriale. Vivono in condizioni di isolamento pressoché assoluto da ogni flusso informativo e da ogni influenza culturale. Si ha l'impressione che Herzog non abbia nemmeno ambientato la vicenda sulla Terra che conosciamo, ma su un pianeta interamente popolato da nani tiroidei. Questa impressione, che colpisce come un pugno allo stomaco, crea un intenso effetto di straniamento. Persino l'unica persona che capita in prossimità della colonia, la donna di Arrecife, è una nana. Sarà una coincidenza? C'è soltanto una scena che ci riporta nel nostro mondo, dimostrando che non si tratta di una copia grottesca della Terra tutta abitata da umani in miniatura. Quando Hombre viene indotto dai suoi compagni a consumare un'unione carnale con Pobrecita, scopre un gran pacco di riviste erotiche di proprietà del Maestro. All'inizio le accatasta e cerca di usarle come un rialzo per salire sul letto dove la sua piccolissima compagna lo attende. Quindi nasce in lui la curiosità, così comincia a sfogliare le pagine e a contemplare le figure di nudo femminile. Si tratta di donne di corporatura normale e ben formata, non di nane. La cosa lo stupisce non poco, così lascia perdere Pobrecita per andare a mostrare a tutti la sua scoperta, destando un'epidemia di ilarità. 


Lo sposalizio degli insetti 

Una nana dal volto cascante, tanto da sembrare quasi una novantenne, con un che di puttanesco e di arrogante nello sguardo, si vantava di essere la creatrice di un bellissimo quadretto chiamato "Il Mondo degli Insetti". Aveva impiegato infinite ore a catturare e a far morire tra atroci sevizie ogni genere di insetto, per poi cucire su quei corpicini ormai inerti brandelli di tessuti in modo tale da antropizzarli e da immortalare le loro sagome in un matrimonio. Una cavalletta era lo sposo, con un microscopico frammento di seta assicurato al torace, descritto come un "piccolo frac". La sposa era una grossa libellula. Un velo di tulle fungeva da abito nuziale, con l'aggiunta di una sottoveste. Il padre della sposa, che sembrava proprio un vecchio trombone pieno di prosopopea e di plutocratica sicumera, era uno scarabeo tondeggiante alla cui lucida corazza era stato cucito un piccolo cappello a cilindro. Un'ancella era un elegante icneumonide, una di quelle vespe parassitogene dal corpo affusolato: la sua bellezza non l'aveva salvata dall'essere bucata da uno spillo. Un laboratorio artigianale degli orrori e del sadismo più efferato. Un ragno si annidava nel sottofondo della scatola in cui la rachitica donna di Lilliput teneva questi suoi tesori, tentando di sfuggire al suo orrido destino. Niente da fare, sarebbe stato snidato e perforato nel morbido ventre, come tutti gli altri.     


I polli carognari

I polli sono uccelli bizzarri, genuini eredi dei dinosauri. Hanno una caratteristica singolare: beccano tutto. Anche le carcasse dei loro stessi simili. Ogni fonte di proteine è per loro preziosa. Persino i frammenti di piume e la carne putrefatta. La necrofagia di queste creature è volentieri rimossa dal sapere comune delle genti, che non amano pensare a simili amenità - eppure è un dato di fatto. Ricordo mio zio E., che si divertiva a macinare le ossa del pollame cucinato per poi nutrire le galline, avidissime di questa manna loro concessa. Herzog fissa la sua attenzione su questa perversione cannibalica dei gallinacei, riuscendo a comunicare agli spettatori un'angoscia subliminale, un rumore di fondo che crea fastidio, un ronzio incessante, una nausea profonda e insopprimibile. Quando compaiono i polli, ecco che parte la musica canaria, lamento dei dannati che sale a straziare il Cielo! Nemmeno questi poveri animali riescono a sottrarsi alla furia dei Nani Maligni. I galli vengono istigati a combattere tra loro, il corpo di un pollo viene cosparso di nafta e incendiato, altri volatili vivi vengono gettati come proiettili di catapulta nella dimora assediata del Maestro per convincerlo a cedere. 


Una profezia della Fine del Cristianesimo 

Verso la fine del film compare il Crocefisso grottesco, blasfemo, con una scimmietta torturata e legata al legno del supplizio di Cristo. La futile dottrina del Sacrificio di Gesù e della Redenzione, cardine della teologia cattolica, viene mostrata per ciò che è: il Niente Assoluto. Il corpicino del primate, contorto in posizioni innaturali quanto dolorose, viene elevato in una processione per irridere Dio stesso, la sua ira, la baggianata grottesca del suo vano amore e la mostruosità del libero arbitrio, tutta questa immonda spazzatura teologica che la Chiesa Romana ha usato per secoli per rendere schiave le genti, per vivisezionarle, per spingerle a maledire la loro stessa esistenza istante dopo istante. Sono vane anche le estreme parole di Gesù che chiede perdono per i suoi carnefici. I NANI SANNO QUELLO CHE FANNO.  


Epilogo catastrofico

Il film si conclude con il supplizio di un povero dromedario che non riesce a sollevarsi, perché le sue zampe posteriori cedono di continuo: sono state spezzate dai Nani del Caos. Il camelide soffre in modo orrendo, osceno. Tutti i suoi sforzi sono come quelli di Sisifo, non producono assolutamente alcun risultato. Dietro all'animale condannato compare la figura esigua del senile Hombre, che sghignazza follemente. Un riso convulso, isterico, di una follia assoluta, che cessa soltanto per pochissimi istanti quando le ventate di gas intestinali del dromedario investono in pieno la faccia dell'essere minuscolo, per poi riprendere ancora più forte, oltre gli stessi limiti fisici dello sfinimento. 


Il Maestro e una curiosità lessicale

A causa di una delittuosa ignoranza della lingua di Mozart e di Bach, nella Wikipedia in italiano (2019) il termine Erzieher non viene tradotto, essendo trattato come se fosse un nome proprio non analizzabile. La stessa mancanza di traduzione del termine tedesco compare in altri siti nel Web, incluso IMDb.com. Questo è ciò che si legge nella lista degli interpreti e dei personaggi: 

Paul Glauer: Erzieher

Eppure non è poi tanto difficile: Erzieher significa "educatore". Il termine è un agentivo derivato dal verbo erziehen "educare", formato da ziehen "tirare", "spingere" (ha la stessa origine indoeuropea del latino dūcere "condurre", "trarre"). Ecco cosa dovrebbe comparire:   

Paul Glauer: L'educatore

Ora è fatta un po' di chiarezza, finalmente. Nei sottotitoli in italiano, l'epiteto Erzieher è invece reso con Maestro. Una figura senile, distorta, con tratti che sembrano orientali, addirittura nipponici (tra questi la plica mongolica) - caratteristica che ho notato in diverse persone, in Germania e altrove, e che con ogni probabilità si deve ad antenati Unni. Il Maestro, a dispetto del suo corpo lillipuziano, è un rappresentante delle istituzioni. Si tratta a tutti gli effetti di un Kapo. In apparenza così razionale, sul finire del film subisce il collasso delle proprie facoltà mentali, invaso dalla pazzia più cieca: scambia un albero secco per un emissario del presidente della colonia e un suo ramo per un dito accusatore, cosa che scatena in lui una grande ira. 

Un ricordo di gioventù

Una delle azioni nanesche più surreali e disturbanti è quella in cui viene avviato un furgone, destinato a procedere in circolo senza potersi fermare fino all'esaurimento del carburante, visto che nessuno nella colonia è in grado di guidarlo. Alla fine il veicolo ardente finisce inghiottito da una cavità senza fondo come l'Ade: una tipica formazione vulcanica canaria. Com'è venuta al regista la geniale idea del furgone che procede senza controllo? Semplice. Quando era giovane lavorava come maggiordomo all'Oktoberfest di Monaco di Baviera e gli capitò di assistere a un incidente automobilistico. Uno dei suoi compiti era assicurarsi che i partecipanti alla festa non si mettessero a guidare in stato di ebbrezza. Visto che un uomo con più etanolo che emoglobina nel sangue sosteneva di essere in grado di guidare, Herzog salì in macchina con lui e bloccò lo sterzo. Quindi scese. L'ubriaco mise in moto e l'auto si avviò continuando a procedere in circolo fermandosi solo quando non ebbe più carburante. 

Una possibile fonte d'ispirazione?

Molti si sono chiesti quale sia il rapporto tra l'opera di Herzog e un altro film per certi versi simile: Freaks, diretto da Tod Browning (1932). Sembrerebbe ovvio pensare che proprio la pellicola di Browing sia stata l'ispirazione di Auch die Zwerge haben klein angefangen. Purtroppo le cose non sono così lineari come si può credere. Infatti Herzog ha ammesso di aver visionato Freaks soltanto dopo la realizzazione del proprio film sulle gesta antinomiane dei Nani, vanificando così ogni speculazione teorica. Si potrebbe anche pensare che abbia nascosto la verità, tali sono le coincidenze; è certo che ormai le possibilità di appurarlo sembrano remote.  


Il Piccolo Re

Il microscopico Helmut Döring ha interpretato una parte secondaria ma interessante in un altro film di Herzog, L'enigma di Kaspar Hauser (Jeder für sich und Gott gegen alle, 1974). Avvolto in una pelliccia di ermellino e in un lungo mantello purpureo, il nano dalla figura triste non proferiva una parola. Un ciarlatano circense lo presentava al pubblico come il mitico Re di Punt, il leggendario paese dell'oro, narrando una stravagante leggenda: a suo dire i sovrani di Punt sarebbero state un tempo giganteschi, ma ogni figlio che procreavano era più piccolo del precedente, così la successione aveva portato nel corso dei secoli al nanismo. Orbene, Punt è un'errata pronuncia egittologica di un toponimo antico egiziano trascritto in caratteri latini come PWNT, che indicava una terra meridionale non meglio identificata, forse da identificarsi con il Corno d'Africa. La pronuncia /punt/ è di certo errata, visto che in copto il toponimo suona /epwe:nǝ/. Kaspar Hauser morì nel 1833 e Champollion nel 1832. Quando la Stele di Rosetta fu decifrata, l'enigmatico orfano tedesco era vivo e vegeto. Tuttavia è molto improbabile che un volgare circense potesse avere una qualsiasi nozione della lettura dei geroglifici.