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domenica 4 ottobre 2020

ETIMOLOGIA DI DAGON

Il dio Dagon è descritto dalla Bibbia come una divinità dei Filistei. Essendo questi un popolo di origine marinara, provenienti dalla lontana isola di Caphthor (con ogni probabilità da identificarsi con Creta), fino agli inizi del XX secolo prevaleva l'idea che Dagon fosse un Dio Pesce. Gli studiosi delle Scritture reputavano che tutto ciò fosse assolutamente naturale e scontato, fornendo al contempo una lineare etimologia ebraica del teonimo. Infatti nella lingua scritturale דָּג dāg significa "pesce" (plurale numerabile דָּגִים dāgīm "pesci"), così non è troppo difficile pensare che il teonimo דָּגוֹן Dāgōn significhi proprio "Dio Pesce". Dalla stessa radice derivano le parole דָּגָה dāgāh "pesce" (collettivo), דּוּגָה dūgāh "pesca; arpione da pesca; pescatore", דַּיִג dayig "pesca", דַּייָּג dayyāg "pescatore". 
 
In realtà le cose sono un po' più complesse. Se si indaga, si scopre che l'associazione tra Dagon e il pesce è una fabbricazione medievale. In ebraico esiste anche un'altra parola, che fornisce un'etimologia più plausibile: דָּגָן dāgān "grano, frumento".  Anche in ugaritico il nome comune del grano è dgn /da'ga:nu/. In fenicio questa parola doveva suonare /da'go:n/. Quindi Dagon non è una divinità delle acque, bensì della terra e della crescita dei cereali. Una divinità della fertilità. Non dobbiamo dimenticare una testimonianza giunta da un'epoca lontana: Filone di Biblo (circa 64 - 141 d.C.), basandosi sull'autorità del fenicio Sanchuniathon, scrive che Dagon significa proprio "grano", traducendo il teonimo con il greco σῖτον (sîton). Sempre secondo Filone, Dagon sarebbe stato il fratello di Crono. L'importanza di questa divinità era grande a Ugarit, nella cui lingua ricorre la locuzione bʽl bn dgn /'baʕlu binu da'ga:ni/ "Baal, figlio di Dagon". Gli Hurriti identificavano Dagon con Kumarbi, che era chiamato anche Halki. Orbene, nella lingua hurritica halki significa proprio "grano". 

Possiamo pensare che dal fenicio dgn /da'go:n/ "grano, frumento" sia derivato il teonimo, poi preso a prestito dagli Ebrei col vocalismo diverso da quello della parola comune per indicare il cereale. Casi simili non sono rari: il fenicio yd /jo:d/ "mano" è passato a indicare il nome della lettera yōd /jo:ð/, mentre la parola ebraica per "mano" è yād /ja:ð/. Tutto sarebbe risolto se il culto di Dagon si fosse sviluppato proprio in Fenicia. In realtà l'area in cui questa divinità era adorata era molto ampia e comprendeva la Mesopotamia; sulla costa le attestazioni del suo culto sono molto meno comuni e provengono per lo più da Ugarit. Gli studiosi si interrogano sulla verosimiglianza del racconto biblico, dato che i reperti archeologici con iscrizioni di dedica a Dagon sono scarsi proprio nella terra che fu abitata dai Filistei. In sumerico il teonimo è Dagan. La pronuncia in accadico doveva essere /da'ga:nu/, come in ugaritico. La variante Zagan, che pure si trova in sumerico, è notevole, perché punta a una protoforma con una consonante fricativa iniziale /ð/, che nelle lingue storiche sarebbe diventata per lo più un'occlusiva /d/, ma talvolta si sarebbe assibilata in /z/
 
Qualche biblista avrà sicuramente cercato di ricondurre dāgān "grano, frumento" a dāg "pesce" tramite un singolare artifizio etimologico. La muscolatura del pesce è simile nella sua struttura a una spiga: presenta muscoli incuneati in modo da sembrare proprio i chicchi di grano nella spiga. Così Adamo, volendo nominare il grano e il pesce, avrebbe usato parole simili proprio perché avrebbe notato una somiglianza strutturale. Questo perché i biblisti danno per scontato che l'ebraico fosse la Prima Lingua del genere umano, quando è dimostrato che è una lingua derivata come tutte le altre. I dati esterni alla lingua ebraica (ad es. parole afroasiatiche per indicare tipi di cereali, parole altaiche per indicare il pesce) dimostrano, se ce ne fosse davvero bisogno, che si tratta di un'etimologia popolare, ingegnosa ma vana. 
 
Com'è e quando è nata la leggenda del Dio Pesce? 
 
Tutto ha avuto origine dal testo biblico: 1 Samuele, 5:1-7.
Questa è la versione originale in lingua ebraica: 

בוַיִּקְח֚וּ פְלִשְׁתִּים֙ אֶת־אֲר֣וֹן הָאֱלֹהִ֔ים וַיָּבִ֥אוּ אֹת֖וֹ בֵּ֣ית דָּג֑וֹן וַיַּצִּ֥יגוּ אֹת֖וֹ אֵ֥צֶל דָּגֽוֹן:
גוַיַּשְׁכִּ֚מוּ אַשְׁדּוֹדִים֙ מִֽמָּחֳרָ֔ת וְהִנֵּ֣ה דָג֗וֹן נֹפֵ֚ל לְפָנָיו֙ אַ֔רְצָה לִפְנֵ֖י אֲר֣וֹן יְהֹוָ֑ה וַיִּקְחוּ֙ אֶת־דָּג֔וֹן וַיָּשִׁ֥בוּ אֹת֖וֹ לִמְקוֹמֽוֹ:
דוַיַּשְׁכִּ֣מוּ בַבֹּקֶר֘ מִֽמָּחֳרָת֒ וְהִנֵּ֣ה דָג֗וֹן נֹפֵ֚ל לְפָנָיו֙ אַ֔רְצָה לִפְנֵ֖י אֲר֣וֹן יְהֹוָ֑ה וְרֹ֨אשׁ דָּג֜וֹן וּשְׁתֵּ֣י | כַּפּ֣וֹת יָדָ֗יו כְּרֻתוֹת֙ אֶל־הַמִּפְתָּ֔ן רַ֥ק דָּג֖וֹן נִשְׁאַ֥ר עָלָֽיו:
העַל־כֵּ֡ן לֹֽא־יִדְרְכוּ֩ כֹהֲנֵ֨י דָג֜וֹן וְכָֽל־הַבָּאִ֧ים בֵּית־דָּג֛וֹן עַל־מִפְתַּ֥ן דָּג֖וֹן בְּאַשְׁדּ֑וֹד עַ֖ד הַיּ֥וֹם הַזֶּֽה:
 
Questa è la versione latina della Vulgata:

Philisthim autem tulerunt arcam Dei et asportaverunt eam a lapide Adiutorii in Azotum tulerunt Philisthim arcam Dei et intulerunt eam in templum Dagon et statuerunt eam iuxta Dagon cumque surrexissent diluculo Azotii altera die ecce Dagon iacebat pronus in terram ante arcam Domini et tulerunt Dagon et restituerunt eum in loco suo rursumque mane die alio consurgentes invenerunt Dagon iacentem super faciem suam in terram coram arca Domini caput autem Dagon et duae palmae manuum eius abscisae erant super limen porro Dagon truncus solus remanserat in loco suo propter hanc causam non calcant sacerdotes Dagon et omnes qui ingrediuntur templum eius super limen Dagon in Azoto usque in hodiernum diem.
 
Questa è la traduzione CEI 2008: 
 
5 I Filistei, catturata l'arca di Dio, la portarono da Eben-Ezer ad Asdod. 2 I Filistei poi presero l'arca di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon. 3 Il giorno dopo i cittadini di Asdod si alzarono ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo rimisero al suo posto. 4 Si alzarono il giorno dopo di buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a terra davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon e le palme delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era rimasto a Dagon. 5 A ricordo di ciò i sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di Dagon in Asdod non calpestano la soglia fino ad oggi.
 
Il versetto רַ֥ק דָּג֖וֹן נִשְׁאַ֥ר עָלָֽיו raq dāgōn nishʾar ʿālāyw è stato equivocato e mal tradotto. La Vulgata traduce, come la CEI 2008: "solo il tronco di Dagon era rimasto (a lui)". La parola raq significa "solo, soltanto, esclusivamente". Così la parola per "tronco" è sottintesa. David Kimhi (XIII secolo) interpretò quindi "il tronco di Dagon" come "la parte in forma di pesce del suo corpo", ritenendo che la forma corretta dovesse essere raq dāgō, "solo il suo pesce": omettendo la -n finale, il nome di Dagon veniva a essere la parola comune dāgō "il pesce di lui". Già Shlomo "Rashi" Yitzchaki (XI secolo) era giunto a conclusioni simili prima di Kimhi. Nel XIX secolo questa erronea convinzione, sostenuta da Julius Wellhausen, fu rafforzata dalle scoperte archeologiche mesopotamiche, che portarono alla luce numerose raffigurazioni di divinità con caratteri teriomorfi di pesce. Si trattava degli Abgal (Apkallu in accadico), esseri sapienti tra cui vi era Uanna (grecizzato in Oannes), emerso dal Golfo Persico ai primordi del genere umano per insegnare i rudimenti della civiltà alle genti della Mesopotamia. Questi Abgal nulla hanno a che vedere con Dagon. Una bella lezione per i fautori del primato dell'archeologia sulla linguistica! 
 
Il primo a dubitare del mito del Dio Pesce fu Hartmut Schmökel, che nel 1928 pubblicò il suo lavoro Der Gott Dagan; Ursprung, Verbreitung und Wesen seines Kultes. Oggi nessuno studioso serio sostiene più l'iconografia tradizionale dell'ibrido ittiomorfo, che tuttava continua ad essere presente nella cultura popolare. 
 
Esistono altre ipotesi, a mio avviso poco plausibili:
1) In arabo esiste la parola dajana "essere tenebroso, nuvoloso", che deriva da una protoforma *dagana, visto che in tale lingua il fonema protosemitico velare /g/ è diventato palatale, evolvendo in /dʒ/ in modo sistematico. Sempre in arabo si ha anche dajj "pioggia", forse in qualche modo connesso alla radice di dajana (forse, perché esiste anche la parola dujn "tenebra"). Secondo questa ipotesi, Dagon sarebbe addirittura una divinità uranica, paragonabile a Giove. 
2) Nella lingua degli Hittiti esiste la parola tekan "terra", che ha la variante dagan. Così dankuiš daganzipaš significa "Terra Nera", o meglio "Oscuro Genio della Terra": è un nome dell'Oltretomba. Daganzipa è poi il nome di una dea che corrisponde a Persefone, traducendo l'epiteto greco Khthonía "Sotterranea", e deriva anche dalla stessa radice. Secondo questa ipotesi, Dagon verrebbe ad essere nientemeno che una divinità ctonia, legata al sottosuolo e al mondo del Morti. 
 
Questi sono in sintesi i dubbi: 
 
i) Le caratteristiche di Dagon postulate da queste etimologie non corrispondono a quelle dimostrabili. 
ii) Le parole arabe dajana e dajj hanno origine incerta; non è nemmeno chiaro il rapporto che intercorre tra loro e non se ne trova traccia, a quanto ne so, nell'area in cui Dagon era venerato.
iii) Non mi risulta che il culto di Dagon fosse tipico dell'Asia Minore.
iv) Un tiranno di Purushanda, in Asia Minore, portava il nome di Nur-dagan. Visse all'epoca di Sargon, che lo vinse e lo spodestò. Esiste anche la variante Nur-daggal, che complica le cose. Potrebbe non avere connessione alcuna con Dagon. 
 
H. P. Lovecraft e Dagon 
 
Howard Phillips Lovecraft fu l'autore di un racconto breve intitolato Dagon. Lo scrisse nel luglio del 1917, riuscendo a farlo pubblicare su The Vagrant nel 1919. Dopo alcuni anni, nel 1923, Dagon apparve su Weird Tales. La storia fu ispirata in parte da un incubo che funestò il suo sonno in un'occasione. Così ebbe in seguito a descriverlo: "Ho sognato tutto quell'orribile strisciare, e riesco ancora a sentire la melma che mi risucchia!" ("I dreamed that whole hideous crawl, and can yet feel the ooze sucking me down!"). Bisogna stare attenti a non equivocare: la creatura che appare nel racconto non è denominata "Dagon". È un gigantesco mostro viscido che striscia verso un monolito alieno, abbracciandolo in adorazione. Un devoto quindi, più che il demone oggetto del culto. Il teonimo che dà il titolo all'opera del Solitario di Providence può così essere interpretato: il protagonista, conscio dell'esistenza e della terrificante natura del Signore degli Abissi, deve avergli dato un nome biblico che conosceva bene e che lo faceva tremare dall'orrore. La confutazione del mito del Dio Pesce ad opera di Schmökel sarebbe giunta soltanto pochi anni più tardi, ma questo è per noi irrilevante. Possiamo dire che Dagon e Nodens siano i soli nomi di divinità realmente adorate da popoli della Terra ad essere stati utilizzati da Lovecraft, che ha sempre preferito servirsi di spaventosi suoni di ben altra origine, non appartenenti al mondo che conosciamo.

mercoledì 30 settembre 2020

ALCUNE NOTE SULL'ETIMOLOGIA DI YOG-SOTHOTH

Yog-Sothoth è uno degli Dei Esterni, il cui Nome è stato menzionato (evocato) per la prima volta da H. P. Lovecraft nel romanzo Il caso di Charles Dexter Ward (The Case of Charles Dexter Ward), scritto nel 1927 e pubblicato per la prima volta nel 1941, postumo. 
 
Questo è il testo originale in cui sono descritte le proprietà della terribile Entità, tratto dal racconto L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror), composto nel 1928 e pubblicato per la prima volta l'anno successivo: 
 
"Yog-Sothoth knows the gate. Yog-Sothoth is the gate. Yog-Sothoth is the key and guardian of the gate. Past, present, future, all are one in Yog-Sothoth. He knows where the Old Ones broke through of old, and where They shall break through again. He knows where They have trod earth's fields, and where They still tread them, and why no one can behold Them as They tread."
(H. P. Lovecraft, L'orrore di Dunwich) 
 
Riporto una traduzione in italiano per i pochi non anglofoni rimasti: 
 
"Yog-Sothoth conosce la porta. Yog-Sothoth è la porta. Yog-Sothoth è la chiave e il guardiano della porta. Passato, presente e futuro sono un’unica cosa in Yog-Sothoth. Egli sa da dove gli Antichi irruppero in tempi remoti e sa da dove Essi irromperanno di nuovo. Egli sa dove Essi hanno calpestato i campi terrestri e dove Essi torneranno a calpestarli, e sa perché nessuno può contemplarLi mentre camminano." 
 
Ancora se ne parla nel racconto Attraverso le porte della chiave d'argento (Through the Gates of the Silver Key, 1934), scritto dallo stesso Lovecraft a partire dall'abbozzo narrativo di Edgar Hoffmann Price: 

"It was an All-in-One and One-in-All of limitless being and self - not merely a thing of one Space-Time continuum, but allied to the ultimate animating essence of existence's whole unbounded sweep - the last, utter sweep which has no confines and which outreaches fancy and mathematics alike. It was perhaps that which certain secret cults of earth have whispered of as YOG-SOTHOTH, and which has been a deity under other names; that which the crustaceans of Yuggoth worship as the Beyond-One, and which the vaporous brains of the spiral nebulae know by an untranslatable Sign..." 
(H. P. Lovecraft, E. H. Price, Through the Gates of the Silver Key) 

Traduzione:
 
"Era un Tutto-in-Uno e un Uno-in-Tutto di illimitato essere e sé - non solamente un essere di uno Spazio-Tempo, ma connesso all'essenza ultima ed animante dell'intera ed illimitata curva dell'esistenza - la curva finale e completa che non ha confini e che si estende allo stesso modo verso sognatori e matematici. Era forse quello che certi culti segreti della terra avevano sussurrato come YOG-SOTHOTH, e che era stata una divinità sotto altri nomi; ciò che i crostacei di Yuggoth adorano come l'Altrove, e che i cervelli eterei delle galassie a spirale conoscono attraverso un Simbolo intraducibile."
 
Onnipresente nello spazio-tempo, Yog-Sothoth è tuttavia esiliato dalla Terra, in attesa della giusta occasione per fare il suo ingresso trionfale. Si può dire che agisca una specie di constraint, un arcano vincolo sulla struttura stessa dello Spazio-Tempo, in grado di impedire certe transizioni. 
 
Le radici R'lyehian YOG- e SOTH- 
 
L'etimologia non è affatto difficile se si ha qualche conoscenza della lingua di R'lyeh: YOG-SOTHOTH significa "Abitatore dello Spazio Esterno", da YOG "fuori, esterno" e da SOTH "spazio; il Nulla". Il concetto espresso richiama le Tenebre Esteriori. Per quanto riguarda la morfologia, il suffisso -OTH è molto produttivo col senso di "abitante, nativo" e permette di derivare un gran numero di teonimi e di nomi comuni. Dalla stessa radice YOG "fuori, esterno" sono formate parole come YOGOR "su, in alto", YOGAGL "cielo" (alla lettera "luogo esterno"), YOGFM'L "stella" (alla lettera "fuoco esterno"), YOGFM'LOG "sole" (alla lettera "grande fuoco esterno") e via discorrendo. Esiste anche una traduzione diversa di YOG come "tempo; epoca". La cosa non sarebbe poi così inspiegabile, se fosse confermata: le menti sfocate delle genti di R'lyeh concepivano il Tempo come qualcosa che è al di fuori dello Spazio. Così si sarebbe avuto questo slittamento: 
 
"fuori, esterno" => "al di fuori dello spazio" => "tempo" 
 
È anche possibile che esistessero differenze di pronuncia per noi poco rilevanti che permettevano di marcare la distinzione tra i due diversi significati. Tutto ciò necessita di ulteriori approfondimenti. 

Questo per ciò che concerne l'etimologia interna del teonimo Yog-Sothoth, ossia la derivazione dalla lingua in cui è stato concepito dall'Autore (definita "fittizia" o "artificiale" dagli studiosi materialisti). Sono state tuttavia escogitate dai critici alcune etimologie esterne, che fanno riferimento alle lingue degli umani della Terra e che presentano qualche interessante spunto di riflessione. 

Alcune ingannevoli etimologie popolari
 
1) Origine ebraica. Vagando nel Web mi è capitato di imbattermi in un'interpretazione particolarmente cervellotica. Non ne esiste più alcuna traccia, così non saprei dove indirizzare il lettore. L'autore del blog ormai scomparso sosteneva che Yog-Sothoth in ebraico significasse "Tredici Depravazioni". Così argomentava, nella sua ingenuità infinita, che Sothoth doveva essere l'ebraico סוֹטוֹﬨ sōṭōth "depravazioni", plurale di סוֹטָה sōṭāh "depravazione". Non comprendeva che la consonante è diversa da th. Il verbo סטה sṭh è ben documentato per indicare la depravazione morale: sāṭāh significa "deviare (dalla virtù)". In concreto, la parola sōṭāh indica la moglie infedele o sospettata di infedeltà, ossia la "donna deviante". Non mi pare una semantica adatta agli Dei Esterni. Per quanto riguarda il numerale, egli considerava i valori numerici delle lettere yod (10) e gimel (3), sommandoli e ottenendo per l'appunto "tredici". In effetti per scrivere in forma sintetica 13, si usa la notazione יג. Nella sua infinita ingenuità, questo blogger era convinto che in ebraico la parola per dire "tredici" si pronunciasse realmente YOG! In realtà in ebraico il numerale in questione è שְׁלֹשָה-עָשָׂר shelōshāh-'āsār "tredici" (maschile) e שְׁלֹשׁ-עֶשְׂרֵה shelōsh-'esreh "tredici" (femminile).   
 
2) Origine araba. Sembra una direzione abbastanza scontata in cui fare ricerche. In fondo l'arabo sarebbe stato proprio la lingua madre di Abdul Alhazred, autore del Necronomicon. Così nel manuale del gioco di ruolo The Call of Cthulhu (Chaosium) è stato suggerito che Yog-Sothoth fosse un adattamento della supposta frase araba Yaji Ash-Shuthath "non c'è pace alle porte". Se posso permettermi un paragone espressivo, se questa traduzione è verosimile, allora Hulk Hogan somiglia a Cicciolina.
 
Riporto un significativo dialogo tra Wikipediani sulla natura del nome Yaji Ash-Shuthath
 
 
Nareek (03/01/2007):  
Does this really mean "There is no peace at the gates" in Arabic? I feel a little uncomfortable with the reference as it stands, because it's not actual scholarship--it's color for a role-playing game, which for all we know may have been made up out of whole cloth. I do not think it is a serious suggestion that Lovecraft derived the name from an Arabic phrase. 
 
Phil Smith (04/02/2007):
Good point. I just noticed that the alleged translation had been put there without attribution and hoped that citing the source might clear it up slightly. But yes: it might be Arabic, it might not; the essay in question doesn't actually confirm it one way or another. If it is Arabic, then it's probably a back-formation. Any Arabic speakers able to clear that up? 
 
Legiodes (18/03/2007): 
I'm not sure about 5th edition but according to 6th edition "Yaji Ash-Shuthath" translates to "The abnormal ones (things, times?) are coming" while "There is no peace at the gates" seems to be the english translation of "Ny har rut hotep".
 
Siebharrin (06/06/2007): 
I speak an arabic dialect, and although I'm not an expert of classical Arabic, I can tell : Actually, neither "Yaji Ash-Shuthath" or "Ny har rut hotep" are Arabic...
 
Ho potuto appurare che esiste una frase in arabo classico, ال شذاذ ي جيء yajī'u ash-shudhdhādh, il cui significato è "vengono le cose strane" o "arriva la stranezza". Direi che è una fabbricazione piuttosto grossolana. Tecnicamente parlando, appare insensato spiegare Yog-Sothoth con la lingua di un popolo terrestre: il genere umano è ben giovane in confronto agli Dei Esterni! Uno spiritosone con qualche rudimento di arabo classico deve essersi strizzato il cervello giorno e notte per produrre questa "meraviglia".  
 
Le manipolazioni di Simon e di Carranza 
 
Cercare corrispondenze del teonimo Yog-Sothoth in sumerico e in accadico era un'impresa votata al fallimento fin dall'inizio. Così i famigerati Simon e Venustiano Carranza hanno pensato bene di forgiare forme inesistenti, senza alcun criterio, spacciandole quindi per reali. Ecco alcuni discutibili "capolavori" della creatività umana: 
 
1) il "sumerico" IAK SAKKAK, menzionato da Simon nel corpus delle formule del suo pseudo-Necronomicon;
2) il "babilonese" YUGGSUDUGGU con la variante YUGSUDUK, menzionato nelle cosiddette Tavolette di Kutu, nel Necronomicon fittizio di Carranza. 
 
I falsificatori non mostrano alcuna conoscenza delle lingue dell'antica Mesopotamia, che distorcono a loro piacimento a beneficio dei babbei che credono a baggianate così colossali. Confondono il sumerico (una lingua isolata) con l'accadico (una lingua semitica), ignorano ogni fondamento di fonotassi e di scrittura di entrambe le lingue, spargono fumisterie di ogni genere e arrecano grande nocumento alla Conoscenza.

Un'interpretazione cabalistica

Il mago cerimoniale Thelemita Kenneth Grant (1924 - 2011) ha proposto una tesi singolare: Yog-Sothoth sarebbe stato descritto dal Solitario di Providence come un conglomerato di globi maligni (supposto originale: "a conglomeration of malignant globes"; frase attestata: "only a congeries of iridescent globes, yet stupendous in its malign suggestiveness", L'orrore nel museo, 1933) su ispirazione delle Qliphoth, le cosiddette "Conchiglie", che rappresentano il Male nella cosmologia cabalistica e si contrappongono alle Sephiroth, le emanazioni attraverso cui si rivela l'Infinito (Ain Soph). Nel misticismo ebraico l'insieme delle Qliphoth è conosciuto come Albero della Morte, che è il contrario dell'Albero della Vita. Andrebbe verificato quanto Lovecraft conoscesse davvero le complessità della Cabala. Non mi risulta che conoscesse l'ebraico (aveva soltanto pochi rudimenti di greco). Si è detto e scritto di tutto su di lui e sulla sua ipotetica formazione esoterica. Ricordo la suggestione che lo vorrebbe istruito nei misteri della Massoneria Egiziana la cui fondazione è attribuita a Cagliostro: queste nozioni gli sarebbero giunte tramite la consultazione della biblioteca paterna. Su tutte queste cose sono piuttosto scettico.  
 
Questi sono i nomi delle 10 Sephiroth che compongono l'Albero della Vita: 
 
1. KETHER
2. CHOKMAH
3. BINAH
4. CHESED
5. GEVURAH
6. TIPHERETH
7. NETZACH
8. HOD
9. YESOD
10. MALKUT 
 
Alcune Sephiroth hanno nomi alternativi:
CHESED è anche nota come GEDULLAH;
GEVURAH è anche nota come PAHAD e come DIN;
TIPHERETH è anche nota come RACHAMIN
MALKUT è anche nota come SHEKINAH
 
Le varianti ortografiche sono dovute a diverse convenzioni nella traslitterazione: YESSOD, MALKUTH, etc.  
 
Questi sono i nomi delle 10 Qliphoth che compongono l'Albero della Morte: 
 
1. THAUMIEL  
2. CHAIGIDEL
3. SATHARIEL
4. GAMCHICOTH
5. GOLACHAB
6. THAGIRION
7. HARAB SERAPEL
8. SAMAEL
9. GAMALIEL
10. NEHEMOTH

Le varianti ortografiche sono dovute a diverse convenzioni nella traslitterazione. Alcuni scrivono THAMIEL anziché THAUMIEL.
 
Nel Necronomicon fittizio di George Hay, Yog-Sothoth è costituito da 13 globi maligni i cui nomi sono i seguenti: 

1. GOMORY 
2. ZAGAN 
3. SYTRY 
4. ELIGOR 
5. DURSON
6. VUAL 
7. SCOR 
8. ALGOR
9. SEFON
10. PARTAS
11. GAMOR
12. UMBRA
13. ANABOTH 
 
La fonotassi non è tipicamente R'lyehian, anche se nulla impedisce a questi nomi di appartenere a tale lingua; si nota che un nome suona come il latino umbra "ombra". Non è improbabile che l'autore della teoria delle 13 Depravazioni (vedi sopra) abbia tratto ispirazione dall'opera di Hay.  

lunedì 28 settembre 2020

ETIMOLOGIA E PRONUNCIA DI CTHULHU

Per tutti i Cultisti è una certezza incrollabile. Il Grande Cthulhu dorme a R'lyeh. Attende sognando nella sua dimora che è come un loculo scavato nella gelida pietra, finché risorgerà dal suo Sonno Nero e giungerà a noi quando verrà il Giorno del Ritorno. Allora si manifesterà con tutti i suoi Consanguinei e meraviglierà l'Universo in decadenza!  

Detto questo, qual è in concreto l'etimologia del nome CTHULHU? Come si pronuncia? Il proposito del nostro breve trattatello è dare risposte a questi interrogativi. 

Secondo i materialisti più pervicaci, non ci sarebbe nulla da spiegare. A loro avviso H. P. Lovecraft avrebbe inventato il nome del temibile demone forgiandolo direttamente dall'aggettivo chthonian "sotterraneo, ctonio" o dal suo sinonimo chthonic. Sono vocaboli dotti, derivati dal greco χθών (khthōn) "terra". Già soltanto per via della fonetica, la proposta etimologica è irricevibile. Si tratta di una paretimologia, nata dal tentativo di spiegare Omero con Omero. Come in moltissime le etimologie popolari, resta sempre un residuo inspiegabile. 
 
La vulgata corrente degli snippets di Google e della Wikipedia in inglese sostiene un'associazione abbastanza oscura, suggerendo che il finale del racconto lovecraftiano I ratti nei muri (The Rats in the Walls, 1923) confermerebbe l'origine di Cthulhu da chtonic. Questo è il testo dello snippet che appare sotto il naso a chiunque cerchi "Cthulhu etymology", e che è tratto proprio da Wikipedia: 
 
«Invented by Lovecraft in 1928, the name Cthulhu was probably chosen to echo the word chthonic (Ancient Greek "of the earth"), as apparently suggested by Lovecraft himself at the end of his 1923 tale "The Rats in the Walls".»
 
In realtà il Dormiente di R'lyeh non è menzonato nel racconto in questione, nemmeno una volta. Ho letto l'opera in italiano e nella versione originale, e posso confermare che vi si menziona soltanto Nyarlathotep. Il fatto che vi siano descritti in modo assai efficace orrori e atrocità cannibaliche avvenute nel sottosuolo nel corso delle epoche, non implica che il riferimento sia proprio a Cthulhu. Quindi è un atto di disonestà intellettuale da parte dei Wikipediani affermare che Lovecraft stesso abbia suggerito che il nome di Cthulhu derivi da chtonic

Così il Solitario di Providence ha descritto, in modo sommario ma significativo, la pronuncia di Cthulhu

"The actual sound, as near as human organs could imitate it or human letters record it - may be taken as something like Khlûl'hloo, with the first syllable pronounced gutturally and very thickly. The 'u' is about like that in 'full', and the first syllable is not unlike 'klul' in sound, hence the 'h' represents the guttural thickness."
(Selected Letters V, pagg. 10-11) 
 
Traduco per i pochi non anglofoni rimasti: 
 
"Il suono reale, per come gli organi umani possono imitarlo o le lettere umane trascriverlo - può essere qualcosa come Khlul'hloo, con la prima sillaba pronunciata gutturalmente e in modo molto denso. La 'u' è circa come quella di 'full', e la prima sillaba non è dissimile da 'klul' nel suono, ove la 'h' rappresenta la densità gutturale."  

Si comprende questo: il digramma -th- esprime una consonante simile alla laterale tl /tɬ/ del Nahuatl o di alcune lingue nord-caucasiche, ma glottalizzata. Invece il digramma -lh- esprime una consonante laterale sorda /ɬ/ trascritta in gallese con ll (esempi: llawn "pieno", llong "nave", gwell "meglio", gwallt "capelli", twll "buco", etc.). In sintesi, così si deve trascrivere in caratteri fonetici IPA il nome di Colui che dorme a R'lyeh: 
 
/'ktɬʔuɬu/ 
 
Tutto ciò fa apparire come ridicola la leggenda della derivazione da chthonic, chtonian. Non soltanto: quanto esposto implica la natura glossolalica della creazione linguistica lovecraftiana. Una glossolalia singolare, caratterizzata da un consonatismo molto complesso, in netto contrasto con le produzioni registrate dagli studiosi, che sono invece caratterizzate da un consonantismo elementare e dalla prevalenza delle sillabe aperte. 
 
Ortografie alternative (lovecraftiane): Tulu 
Ortografie alternative (post-lovecraftiane): Tulu, Katulu, Kutulu,  
      Kathulu, C'thulhu, Cthullu, Cthulhutl, Kthulhut, Q'thulu,
      Kutunluu, K'tulu, Thooloo, Kulu, Clulu, etc. 
Pronuncia corrente nei paesi anglosassoni: /kə'tu:lu:/ 
Pronuncia suggerita da Chaosium: /kə'θu:lhə/
Trascrizione in cirillico: КТУЛХУ
 
La radice R'lyehian CTHU(LH)- 
 
Per quanto riguarda la vera etimologia, ovviamente dobbiamo fare riferimento alla lingua di R'lyeh, di cui già abbiamo presentato una sintetica descrizione
 
I dati disponibili non permettono di trovare immediatamente il significato della radice da cui il nome in questione è formato. Occorre fare qualche considerazione, quindi possiamo giungere alla Conoscenza, anche considerando dati esterni alla lingua di R'lyeh. Per l'esattezza, la soluzione al problema la si reperisce in Enochiano, pur non essendo ovvia né evidente. 
 
Sappiamo che Cthulhu è l'Annientatore, il Nullifico. Egli è Colui che riduce l'Essere a nullità. Questo il nucleo semantico da cui partire.  

La radice R'lyehian CTHU(LH)- "annientare l'Essere" corrisponde all'Enochiano TELOCH "morte" (varianti TELOC-, TELOAH).
 
Questa è la protoforma ricostruibile: *ktʔlwχ- "Morte dell'Essere".  

Esiste in R'lyehian anche un altro teonimo che conferma quanto dedotto. Il nome CTHUGHA è formato dalla stessa radice e significa evidentemente "Fiamma che Annienta l'Essere". Il demone di fuoco Cthugha compare per la prima volta in un racconto di August Derleth, La casa in Curwen Street (The House on Curwen Street, 1934). 
 
Così vediamo che nella lingua R'lyehian esiste la parola GHA "fiamma", che a quanto ne so non è attestata isolatamente: questa è la forma sintetica, sinonimo della parola comune FM'LATGHOR "fuoco, fiamma", derivata dal verbo FM'LATGH "bruciare, ardere". 
 
Alcune notevoli etimologie popolari  
 
1) Origine sumerica. Il tentativo di ricondurre il nome Cthulhu all'augusta lingua di Sumer è connesso allo scandalo dei Necronomicon falsi, che a un certo punto hanno cominciato a pullulare. Chi non ricorda il famoso trattato con l'introduzione di Venustiano Carranza (in realtà un presidente del Messico, morto da tempo). Chi non ricorda gli sproloqui di Simon? L'idea di un'etimologia sumerica di Cthulhu parte proprio da quest'ultimo autore, sulla cui vera identità si sono fatte molte supposizioni (potrebbe trattarsi di un certo Herman Slater, proprietario di un negozio dell'occulto a New York, sebbene alcuni sostengano che fosse in realtà L. Ron Hubbard). Secondo Simon e Carranza, Cthulhu deriverebbe da KUTU-LU, essendo KUTU un nome dell'Oltretomba, e LU la parola sumerica che significa "uomo". Peccato che in sumerico non si usasse una simile sintassi. L'ordine è inverso e in genere si usa il suffisso del genitivo -A(K), anche se ricorrono casi di semplice giustapposizione. Il genitivo diventa -(A)KE quando si aggiunge il suffisso ergativo -E, cosa che capita quando segue un verbo transitivo. A partire da un toponimo KUTU non sarebbe mai possibile dire KUTU-LU: si deve invece dire LU KUTU-A o LU KUTU; se soggetto di frase transitiva si deve dire LU KUTU-(A)KE
 
Esempi di genitivo semplice: 
 
LUGAL KUKURR-A "Re di tutte le terre"
UDU SIKI-A(K) "pecora da lana"
 
Esempi di genitivo + ergativo: 
 
LUGAL KIŠ-KE "Re di Kiš"
ENSI UMMA-KE "Signore di Umma" 

Una complessità inafferrabile da gente come i fantomatici Simon e Carranza.  
 
Questo è un elenco di nomi sumerici dell'Oltretomba: 
 
ARALA
ARALI (variante di ARALA)
EANIRRAGALGALLA (lett. "casa dei lamenti")
GANZER (lett. "tenebra")
G̃ANSIS (lett. "tenebra; eclisse", vedi GANZER)
ḪILIB (forse un prestito da una lingua ignota)
ḪUBUR (forse da ḪAB "puzzare") 
KIGAL (lett. "luogo grande")
KIKALLAKALLA (lett. "luogo sterile")
KUKKU (lett. "oscuro")
KUR (lett. "montagna, terra straniera")
LAM  
URUGAL (lett. "grande città") 
 
Curiosa è la forma LAM, omofona della parola che significa "abbondanza" e "mandorlo". Si tratta senza dubbio di una mera coincidenza, data la concezione tutt'altro che ottimistica che i Sumeri avevano della morte. 
 
Non risulta affatto che esista un nome KUTU dell'Oltretomba, anche se mostrerebbe una straordinaria coincidenza con la radice R'lyehian CTHU(LH)-, di cui abbiamo parlato in precedenza. L'equivoco è nato dal fatto che esisteva una città chiamata KUTÛ in accadico (arabo Kutha Rabba, attuale Tell Ibrahim, in Iraq). Il suo nome in sumerico era GUDUA. Era un'importante sede del culto del Dio della Distruzione, NERGAL, sposo della Dea degli Inferi EREŠKIGAL. Così fu dedotto che il toponimo KUTÛ, GUDUA, di origine pre-sumerica e senza etimologia nota, dovesse essere un epiteto dell'Ade. 

2) Origine semitica. Secondo Lich Van Winke, l'origine del nome Cthulhu è l'imperativo del verbo protosemitico *qṭl "uccidere", con l'aggiunta del pronome di III persona singolare maschile. Nelle lingue cananee questa forma doveva suonare *qṭul-hū "uccidilo!". In realtà le cose sono un tantino più compicate: in ebraico si ha qoṭlāhū "uccidilo!" (< *qaṭl-, con diverso vocalismo). Tuttavia in arabo, lingua semitica non cananea, si ha uqṭul-hu "uccidilo!", con maggiore assonanza. L'idea di base sembra essere questa: Lovecraft avrebbe udito dei celebranti biascicare formule arcane in arabo, distinguendo un segmento che suonava proprio qṭul-hu, ossia "uccidilo!", equivocandolo e credendo che fosse il nome del demone adorato dall'accolita. Molto fantasiosa come ipotesi, anche se senza dubbio interessante e controcorrente. Resterebbe da capire di quale setta dovrebbe trattarsi.
 
 
Tutto ciò non è sfuggito a un navigatore algerino, che così ha commentato su Reddit: 
 
«I speak Algerian Arabic and "cthul-hu" clearly means "kill him". "Cthul-ha" means "kill her", "cthul-hem" means "kill them", "cthul-na" means "kill us", etc.. It is pronounced differently depending on the country, but the base is the same. It wouldn't be surprising because as we all know, HPL was greatly influenced by Arabic culture and mythology.» 
 
 
3) Origine gallese. Nel Web mi sono imbattuto in qualcosa di stravagante e grottesco, tanto che sulle prime non ci volevo credere: alcune persone sono convinte che Lovecraft abbia dato nome a Cthulhu ispirandosi alla lingua gallese. Già abbiamo accennato al suono laterale sordo scritto ll in tale lingua, specificando che ricorre anche in Cthulhu. Questo però non implica affatto una parentela tra lo R'lyehian e l'idioma celtico del Galles. C'è chi sostiene che Lovecraft avrebbe udito la vera pronuncia di cognomi come Lloyd e Llewellyn, traendone ispirazione. È molto difficile far capire a un americano di cultura bassa o media che lo stesso suono può essere presente in lingue non imparentate tra loro. Su Reddit l'idea che Cthulhu sia un nome gallese è abbastanza diffusa. Leggendo i vari interventi, ne ho poi riscontrato uno singolare: Cthulhu avrebbe una certa assonanza col nome di un eroe gallese: Culhwch. Il punto è che in Culhwch non è presente la laterale sorda ll, ma la normale l, oltre al fatto che la prima vocale -u- è pronunciata come una -i- dura, /ɨ/. Le peculiarità fonetiche delle lingue celtiche attuali risalgono all'epoca altomedievale. Ai tempi di Giulio Cesare, le lingue celtiche avevano una sonorità molto diversa, simile a quella del latino o del greco. La protoforma ricostruibile di Culhwch è *COILOSUCCOS. L'antroponimo significa "Maiale Snello". 

domenica 12 luglio 2020

LA MISTERIOSA LINGUA DEL PAESE DI SODOMA E GOMORRA

Una domanda angosciante è sorta a un certo punto in me. Che lingua si parlava nel Paese di Sodoma e Gomorra? Possibile che non se lo sia mai chiesto nessun altro? Si scopre, indagando nel Web e nelle fonti cartacee, che ci sono pochi argomenti a questo mondo in grado di riscuotere meno interesse tra le genti. Forse il motivo consiste nell'ignoranza: per semplicità molti amano credere che nella Pentapoli si parlasse l'ebraico, così la questione è finita. Oppure si tratta di pura e semplice superstizione, mossa dal terrore di provocare la collera di Dio se fosse possibile bestemmiarlo nella lingua delle città che ha distrutto col fuoco e con lo zolfo.  
 
La filologia è uno strumento potentissimo. Chedorlaomer (כְּדָרְלָעֹמֶר, Kedorlāʻōmer) fu il Re di Elam che conquistò la Pentapoli. Il suo nome ci è perfettamente comprensibile. Infatti sappiamo che nella lingua di Elam kudur significa "servo", mentre Lagamar (Lagamal) indica un'importante divinità femminile. Così Kudurlagamar significa "Servo della dea Lagamar". In ebraico Kudurlagamar è stato semplicemente adattato in Kedorlāʻōmer, senza troppi problemi. La consonante /g/ dell'elamico compare in ebraico come una faringale sonora /ˁ/, trascritta con la lettera ʻayin. L'accento cade sulla penultima sillaba. Per il Popolo Eletto questo era un nome oscuro come tanti altri. Eppure la conoscenza che abbiamo della lingua di Elam ci permette di comprendere il significato dell'antroponimo, ossia di renderlo trasparente. Questo non accade col nome di Sodoma, solo per fare un esempio. Il perché è semplice: esisteva in loco una lingua peculiare, che è andata perduta. Non era una lingua semitica, o saremmo in grado di intenderne le pur poche vestigia. Non era sumerico, o varrebbe lo stesso. Finché non salteranno fuori documenti scritti e tavolette con testi bilingui, le nostre saranno soltanto speculzioni.

Questi sono i toponimi dell'area sodomitica: 

שִׂדִּים (Siddīm), Siddim : nome di valle (attestato come עֵ֖מֶק שִׂדִּים,
     ʻēmeq Siddīm, dove ʻēmeq è la parola ebraica per "valle")
סְדֹם (Sedōm), Sodoma : nome di città 
עֲמֹרָה (ʽAmōrah), Gomorra : nome di città
צְבֹיִים (Tsevōyīm), Zeboim : nome di città 
אַדְמָה ('Admāh), Adma : nome di città
בֶּ֖לַע (Bèlaʽ), Bela : nome di città 
Quest'ultima è chiamata anche צֹעַר (Tsōʻar), Zoar.  

Alcune false etimologie di Siddim 

È assai probabile che il toponimo Siddim significasse semplicemente "Valle (ampia)". Non sono mancati tentativi di ricondurlo all'ebraico biblico: in genere si cita la radice שדד sdd "arare un campo", aggiungendovi la parola שָׂדֶה ,שָׂדֵּי "campo", "pascolo", "pianura" (quindi "campo non coltivato", in netta contraddizione con la premenssa). Va detto che nessuna di queste etimologie risulta convincente. L'unico raffronto che potrebbe essere interessante è con una parola isolata e strana: שְׁדֵמָה šedēmāh "campo". Si vede già dalla consonante iniziale che non ha una relazione così evidente con quelle riportate in precedenza. Servirebbero ulteriori studi per capire meglio il suo rapporto con Siddīm. In ogni caso si tratta di un relitto di un sostrato pre-semitico, anteriore ai Cananei, che è stato collegato anche al nome di Sodoma (vedi nel seguito).
 
Due false etimologie di Sodoma 
 
Due comuni proposte etimologiche per il nome di Sodoma sono interessanti perché coinvolgono elementi pronominali. 
 
סוֹד (sōd) "segreto" 
 
La forma possessiva di terza persona plurale maschile in ebraico è sōdām "il loro segreto". Nella lingua semitica di Canaan, al suffisso -ām corrisponde -ōm, così il toponimo Sedōm è stato analizzato come "Il loro segreto". Ha tutta l'aria di essere un'etimologia popolare. 

סִיד (sīd) "calce", "cemento"; 
  אֶבֶן סִיד ('even sīd) "calcare" (lett. "pietra di calce")  
 
La forma possessiva di terza persona plurale maschile in ebraico è sīdām "la loro calce". Nella lingua semitica di Canaan, al suffisso -ām corrisponde -ōm, così il toponimo Sedōm è stato analizzato come "La loro calce, il loro cemento". Ha tutta l'aria di essere un'etimologia popolare. Tra l'altro Sodoma era famosa per il suo bitume, non per la sua calce. 

Altre vane etimologie di Sodoma
 
A quanto riporta Bob Macdonald nel suo trattatello, "East of the Jordan": Territories and Sites of the Hebrew Scriptures (2000), il toponimo sarebbe connesso con l'arabo sadama "rendere saldo; fortificare; rafforzare" (Borée, 1930). Altrove nel vasto Web mi sono imbattuto in un diverso tentativo di etimologia araba (o piuttosto fanta-araba), in cui una radice sdm di quella lingua è glossata come "tristis poenitens fuit" (Simonis, 1828).  

Un'idea che subito mi era parsa interessante, anche se poi l'ho abbandonata, è quella di un collegamento tra Sedōm e Siddīm. Il problema è che la consonante iniziale del primo nome (trascritta con la lettera samekh) non è la stessa di quella del secondo (trascritta con la lettera sin). Sono estremamente scettico sulla pretesa intercambiabilità di queste lettere. Ho pensato che nella lingua pre-cananea di Sodoma forse era possibile che le cose andassero diversamente. Ad esempio, la sibilante /s/ forse si palatalizzava se seguita da vocale anteriore /i/, in modo tale che la sillaba /si/ divenisse qualcosa di simile a /ʃi/ (forse una sibilante apicale contrapposta a quella laminale). Alla fine ho lasciato perdere questa pista. 
 
Sono stati fatti i più svariati tentativi di ricondurre il nome di Sodoma a parole ebraiche. Tuttavia, ritengo significativo notare che tutti questi raffronti riguardano parole ebraiche inizianti con le consonanti sin e shin, mai con samekh. Alcuni raffronti, che gli incauto potrebbero ritenere promettenti, sono in realtà artificiosi e fallaci. Così il legame con una radice שדם šdm "bruciare" (riportata anche come סדם sdm), da cui Sodoma significherebbe "Bruciata", è una pura e semplice assurdità concettuale, dal momento che quando la città era prospera non poteva esistere consapevolezza alcuna del suo fato nel fuoco e nello zolfo. Si scopre poi che la radice שדם šdm "bruciare" è assai sospetta, non attestata in concreto e probabilmente forgiata ad hoc da qualche biblista esuberante. Lo stesso discorso vale per il raffronto con שדף šdp "incenerire, bruciare", riportato da Genesius (1833). Altrettanto assurdo è supporre un nesso con la radice שדד šdd "violare", come se Sodoma traesse nome dall'intrusione anale, ritenuta il suo principio fondante fin dall'inizio. Nelle Scritture è invece affermata l'idea che le genti di Sodoma e Gomorra un tempo seguissero il Patto con l'Eterno, come gli Ebrei, abbandonandolo in seguito - come lamentato da Lot.  

Un tentativo di metodo bilinguistico 

Un'altura, chiamata dagli Arabi Jebel Usdūm "Montagna di Sodoma", sorge in prossimità di una penisola detta El Lisān, alla lettera "Lingua", per via della sua forma caratteristica. Questo lembo di terra doveva essere proprio il sito ove sorgeva la città accusata di mostruose perversioni. Potrebbe darsi che la forma araba El Lisān ne traduca una precedente, ebraica o aramaica (non attestata), che a sua volta doveva essere la traduzione letterale dal sodomitico, tramandato come Sedōm. Se questa supposizione fosse fondata, potremmo dire che sedōm in sodomitico significava "lingua". In altre parole, sedōm = לָשׁוֹן lāšōn "lingua". Purtroppo non ci sorregge il metodo etimologico: al momento non conosciamo alcuna lingua che possa spiegare questo vocabolo. Restiamo così nel campo delle ipotesi. Si nota che in sumerico eme significa "lingua" e sud significa "lungo". Tuttavia va detto che in sumerico gli aggettivi seguono il nome, non lo precedono mai: la traduzione di "lingua lunga" è EMESUD
 
 Due possibili attestazioni extra-bibliche  
 
Sodoma è forse menzionata nelle tavolette di Ebla come SI-DA-MUki - dove ki è il sumerogramma che significa "terra", "paese". In ugaritico è attestato un nome proprio Šdmy che è forse un gentilizio formato a partire dal nome di Sodoma (Botterweck, 1986).  

Due false etimologie di Gomorra 
 
Bob Macdonald ha proposto di analizzare ʽAmōrāh come derivato dalla radice עמר ʽmr "profondo", "acqua copiosa", basandosi sul giudizio di Koehler e Baumgartner (1958). Gaster (1969) è dell'idea che il redattore biblico scelse il nome ʻAmōrāh proprio perché la radice ʻmr significa "sommergere". Il punto è che quando Gomorra fu fondata non era certo sommersa. Secondo un altro studioso, Fürst-Ryssel, la stessa radice significherebbe invece "spaccatura, fessura". Un'altra idea abbastanza diffusa è quella di una connessione con עֹ֫מֶר ʽōmer "covone" (anche unità di misura per cereali). Dubbi e confusione non mancano davvero! Detto questo, non ho al momento alcuna proposta etimologica. 
 
Possibili etimologie semitiche per Adma e Zeboim  

Queste sono le interpretazioni più accreditate dagli etimologi per i nomi di Adma e di Zeboim: 

אַדְמָה ('Admāh) = Terra Rossa 
צְבֹיִים (Tsevōyīm) = Cervi, Gazzelle 
 
Il primo toponimo avrebbe la stessa radice di אֱדֹם 'adōm "rosso" e di אָדָם 'Ādām "Adamo" - oltre che di דָּם dām "sangue".
Il secondo toponimo sarebbe un semplice plurale di צְבִי tse "cervo, gazzella".
 
Se queste etimologie fossero confermate, se si potesse escludere con sicurezza che non si tratta del frutto di coincidenze, dovremmo dedurre che la lingua semitica di Canaan era penetrata nel territorio della Pentapoli, rimpiazzando la lingua nativa nelle città di Adma e di Zeboim. Non esiste tuttavia questa certezza. Un significato tradizionale attribuito al toponimo Admāh è "Fortezza", che andrebbe contro l'idea di un'etimologia cananea. La confusione è grande. Alcuni, anziché ricondurre Zeboim ai cervi, tirano in campo le iene. In ebraico צְבֹעִ֖ים tsevōʻīm significa "iene" (Gray, 1902) ed esistono due toponimi formati da questa parola (1 Samuele 13, 18; Neemia 11, 34). Secondo me la connessione è molto improbabile: non risulta affatto che il suono faringale sonoro trascritto con la lettera ʻayin potesse in quel contesto affievolirsi e sparire, come ai moderni appare tanto naturale pensare. La traduzione "iene" parrebbe ideologica: la città doveva essere abitata da abominevoli carogne, se Dio ha pensato bene di incenerirla! La concreta possibilità è che Zeboim non debba il suo nome né ai cervi né alle iene, trattandosi di false etimologie basate su assonanze. Nelle Tavolette di Amarna è citata una città di nome SA-BU-MA, situata nella Valle del Giordano: secondo Astour sarebbe proprio un'attestazione di Zeboim. Nelle Tavolette di Ebla si ha attestazione di AD-MA e AD-MU-UT-ki (ki è il sumerogramma già trattato sopra). 

Una denominazione bilingue per Zoar
 
La città di Zoar (צֹעַר, Tsōʻar) è stata l'unica della Pentapoli a sfuggire alla distruzione, tanto da esistere ancora all'epoca delle Crociate, per essere poi abbandonata. Come riportato sopra, ci viene spiegato che era conosciuta anche come Bela. Possiamo pensare che si tratti di una glossa. Siccome tsōʻar in ebraico significa "piccolezza, cosa insignificante", ne deduciamo con una certa sicurezza che belaʻ dovesse significare lo stesso nella lingua di Sodoma. Secondo il racconto biblico, sarebbe stato Lot a compiere questa traduzione, chiedendo a Dio di risparmiare la città per potervi trovare rifugio, dicendo che "è una piccola cosa" (Genesi 19, 20-23). Bob Macdonald fa derivare il nome Belaʻ dalla radice ebraica בלה blh "rovinare; decadere" (Koehler e Baumgartner, 1958), "(essere) distrutto" (Van Seters, 1975), "divorare" (McNamara, 1972), anche se la consonante finale è problematica (h non è intercambiabile con ʻ). Gli adattamenti del toponimo in greco sono vari: Βαλακ, Βαλεκ, Βάλα. La protoforma originale doveva essere *BALAG o *BELAG. Gli adattamenti del nome di Zoar in greco sono ancor più numerosi: Σηγωρ, Ζογορ, Ζοαρα, Ζοορα. Possiamo dedurre da quanto esposto che all'epoca in cui visse Lot la lingua semitica di Canaan stesse penetrando nel territorio della Pentapoli, imponendosi sulla lingua nativa in alcuni dei suoi centri abitati. 
 
Una curiosità 
 
La Diocesi di Zoara è una sede vescovile titolare della Chiesa Cattolica, vacante dal 2001, anno della morte del vescovo Wacław Skomorucha.    
 
Nomi di persona della Pentapoli 
 
Questi sono gli antroponimi: 
 
בֶּ֫רַע (Bèraʽ), Bera, Re di Sodoma 
בִּרְשַׁע (Biršaʽ), Birsa, Re di Gomorra 
שִׁנְאָב (Šin'av), Sineab, Re di Zeboim 
שֶׁמְאֵבֶר (Šem'ēver), Semeber, Re di Adma
 
Il Re di Bela (Zoar) non è menzionato per nome. Un fatto molto singolare, ma forse in linea con il fatto che tale città era considerata "piccola, insignificante". Questo è il testo in lingua originale in cui si parla della Battaglia di Siddim e dei sovrani della Pentapoli: 
 
Genesi 14, 1-12
 
 וַיְהִ֗י בִּימֵי֙ אַמְרָפֶ֣ל מֶֽלֶךְ־שִׁנְעָ֔ר אַרְי֖וֹךְ מֶ֣לֶךְ אֶלָּסָ֑ר כְּדָרְלָעֹ֙מֶר֙ מֶ֣לֶךְ עֵילָ֔ם וְתִדְעָ֖ל מֶ֥לֶךְ גּוֹיִֽם׃  עָשׂ֣וּ מִלְחָמָ֗ה אֶת־בֶּ֙רַע֙ מֶ֣לֶךְ סְדֹ֔ם וְאֶת־בִּרְשַׁ֖ע מֶ֣לֶךְ עֲמֹרָ֑ה שִׁנְאָ֣ב ׀ מֶ֣לֶךְ אַדְמָ֗ה וְשֶׁמְאֵ֙בֶר֙ מֶ֣לֶךְ צְבוֹיִ֔ים‪‬ וּמֶ֥לֶךְ בֶּ֖לַע הִיא־צֹֽעַר׃ כָּל־אֵ֙לֶּה֙ חָֽבְר֔וּ אֶל־עֵ֖מֶק הַשִּׂדִּ֑ים ה֖וּא יָ֥ם הַמֶּֽלַח׃ שְׁתֵּ֤ים עֶשְׂרֵה֙ שָׁנָ֔ה עָבְד֖וּ אֶת־כְּדָרְלָעֹ֑מֶר וּשְׁלֹשׁ־עֶשְׂרֵ֥ה שָׁנָ֖ה מָרָֽדוּ׃ וּבְאַרְבַּע֩ עֶשְׂרֵ֨ה שָׁנָ֜ה בָּ֣א כְדָרְלָעֹ֗מֶר וְהַמְּלָכִים֙ אֲשֶׁ֣ר אִתּ֔וֹ וַיַּכּ֤וּ אֶת־רְפָאִים֙ בְּעַשְׁתְּרֹ֣ת קַרְנַ֔יִם וְאֶת־הַזּוּזִ֖ים בְּהָ֑ם וְאֵת֙ הָֽאֵימִ֔ים בְּשָׁוֵ֖ה קִרְיָתָֽיִם׃ וְאֶת־הַחֹרִ֖י בְּהַרְרָ֣ם שֵׂעִ֑יר עַ֚ד אֵ֣יל פָּארָ֔ן אֲשֶׁ֖ר עַל־הַמִּדְבָּֽר׃ וַ֠יָּשֻׁבוּ וַיָּבֹ֜אוּ אֶל־עֵ֤ין מִשְׁפָּט֙ הִ֣וא קָדֵ֔שׁ וַיַּכּ֕וּ אֶֽת־כָּל־שְׂדֵ֖ה הָעֲמָלֵקִ֑י וְגַם֙ אֶת־הָ֣אֱמֹרִ֔י הַיֹּשֵׁ֖ב בְּחַֽצְצֹ֥ן תָּמָֽר׃ וַיֵּצֵ֨א מֶֽלֶךְ־סְדֹ֜ם וּמֶ֣לֶךְ עֲמֹרָ֗ה וּמֶ֤לֶךְ אַדְמָה֙ וּמֶ֣לֶךְ צביים צְבוֹיִ֔ם וּמֶ֥לֶךְ בֶּ֖לַע הִוא־צֹ֑עַר וַיַּֽעַרְכ֤וּ אִתָּם֙ מִלְחָמָ֔ה בְּעֵ֖מֶק הַשִּׂדִּֽים׃ אֵ֣ת כְּדָרְלָעֹ֜מֶר מֶ֣לֶךְ עֵילָ֗ם וְתִדְעָל֙ מֶ֣לֶךְ גּוֹיִ֔ם וְאַמְרָפֶל֙ מֶ֣לֶךְ שִׁנְעָ֔ר וְאַרְי֖וֹךְ מֶ֣לֶךְ אֶלָּסָ֑ר אַרְבָּעָ֥ה מְלָכִ֖ים אֶת־הַחֲמִשָּֽׁה׃ וְעֵ֣מֶק הַשִׂדִּ֗ים‪1‬ בֶּֽאֱרֹ֤ת בֶּאֱרֹת֙ חֵמָ֔ר וַיָּנֻ֛סוּ מֶֽלֶךְ־סְדֹ֥ם וַעֲמֹרָ֖ה וַיִּפְּלוּ־שָׁ֑מָּה וְהַנִּשְׁאָרִ֖ים הֶ֥רָה נָּֽסוּ׃ וַ֠יִּקְחוּ אֶת־כָּל־רְכֻ֨שׁ סְדֹ֧ם וַעֲמֹרָ֛ה וְאֶת־כָּל־אָכְלָ֖ם וַיֵּלֵֽכוּ׃ וַיִּקְח֨וּ אֶת־ל֧וֹט וְאֶת־רְכֻשׁ֛וֹ בֶּן־אֲחִ֥י אַבְרָ֖ם וַיֵּלֵ֑כוּ וְה֥וּא יֹשֵׁ֖ב בִּסְדֹֽם׃ 
 
Questa è la traduzione: 
 
1 Al tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di Ellasar, di Chedorlaomer re dell'Elam e di Tideal re di Goim, 2 costoro mossero guerra contro Bera re di Sodoma, Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro il re di Bela, cioè Zoar. 3 Tutti questi si concentrarono nella valle di Siddim, cioè il Mar Morto. 4 Per dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il tredicesimo anno si erano ribellati. 5 Nell'anno quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a Save-Kiriataim 6 e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a El-Paran, che è presso il deserto. 7 Poi mutarono direzione e vennero a En-Mispat, cioè Kades, e devastarono tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrei che abitavano in Azazon-Tamar. 8 Allora il re di Sodoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Zeboim e il re di Bela, cioè Zoar, uscirono e si schierarono a battaglia nella valle di Siddim contro di esso, 9 e cioè contro Chedorlaomer re dell'Elam, Tideal re di Goim, Amrafel re di Sennaar e Arioch re di Ellasar: quattro re contro cinque. 10 Ora la valle di Siddim era piena di pozzi di bitume; mentre il re di Sodoma e il re di Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei pozzi e gli altri fuggirono sulle montagne. 11 Gli invasori presero tutti i beni di Sodoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono. 12 Andandosene catturarono anche Lot, figlio del fratello di Abramo, e i suoi beni: egli risiedeva appunto in Sodoma. 
 
Viene tramandata una traduzione del nome del sovrano di Sodoma, Bera (Beraʻ): "Dono". Esiste anche un'altra interpretazione come "Potere del Male", che è una falsa etimologia estrapolata in qualche modo a partire dall'ebraico רַע raʻ "cattivo" con l'aggiunta del prefisso be- "in". In sumerico ba significa "dare" e ru significa "dono", "dare". Quest'ultima radice nei composti compare anche come -ra (ad esempio kadra "mazzetta", da kad "unire" + ru "dono"). La ʻayin finale dell'antroponimo sodomitico potrebbe essere il residuo di un'antica consonante che in sumerico è scomparsa; si consideri che esiste anche un derivato rug "ripagare", "ricevere".

Il nome dei sovrano di Gomorra, Birsa (Biršaʻ), è forse quanto di meno studiato esista. L'idea è che possa essere in qualche modo correlato al nome del suo collega di Sodoma, Bera (Beraʻ). La prima parte di Biršaʻ, ossia bir-, potrebbe essere un'abbreviazione della radice che  doveva significare "Dono". In sumerico šag significa "buono; piacevole" e "buona fortuna" (variante: sag). Proprio questa potrebbe essere la seconda parte del composto antroponimico. Sarebbe spiegata anche la consonante finale /ˁ/. Il significato di Biršaʻ sarebbe così "Dono Buono", "Dono Fausto". Siamo sempre nel campo delle ipotesi. 
 
Il nome del re di Adma, Sineab (Šin'āv), è di origine incerta. Se fosse cananeo, dovrebbe essere una variante di שֶׁנהָב šen'āv "avorio" (da שֵׁן šēn "dente" e da un nome obsoleto dell'elefante - di origine egiziana). Alcuni interpretano invece l'antroponimo come "Sonno del Padre" e quindi "Morte del Padre". Non sembrano molto probabili queste "traduzioni". Ha tutta l'aria di essere un'etimologia popolare particolarmente grossolana. I Cananei hanno trascritto un nome non semitico facendogli assumere l'aspetto di una parola semitica. Purtroppo mi mancano i mezzi per poter anche soltanto azzardare una proposta etimologica sensata. 
 
Il nome del re di Zeboim, Semeber (Šem'ēver), è di origine incerta. Se fosse cananeo, dovrebbe significare "Nome di Penna Remigante". Infatti in ebraico שֵׁם šēm significa "nome" e אֵבֶר 'ēver significa "penna remigante" (dalla radice di אָבַר 'āvar "volare"). Non sembra molto probabile questa "traduzione" dell'antroponimo. Ha tutta l'aria di essere un'etimologia popolare particolarmente grossolana. Altri collegano la radice all'ebraico אַבִּיר 'abbīr "potente, forte", che avrebbe più senso dal punto di vista semantico, presentando però impervie difficoltà fonologiche. I Cananei hanno trascritto un nome non semitico facendogli assumere l'aspetto di una parola semitica. Purtroppo mi mancano i mezzi per poter anche soltanto azzardare una proposta etimologica sensata. 

Una possibile glossa
 
Riportiamo un passo scritturale molto interessante. 
 
Genesi 14, 17-20 
 
  וַיֵּצֵ֣א מֶֽלֶךְ־סְדֹם֮ לִקְרָאתוֹ֒ אַחֲרֵ֣י שׁוּב֗וֹ מֵֽהַכּוֹת֙ אֶת־כְּדָרלָעֹ֔מֶר‬ וְאֶת־הַמְּלָכִ֖ים אֲשֶׁ֣ר אִתּ֑וֹ אֶל־עֵ֣מֶק שָׁוֵ֔ה ה֖וּא עֵ֥מֶק הַמֶּֽלֶךְ׃ וּמַלְכִּי־צֶ֙דֶק֙ מֶ֣לֶךְ שָׁלֵ֔ם הוֹצִ֖יא לֶ֣חֶם וָיָ֑יִן וְה֥וּא כֹהֵ֖ן לְאֵ֥ל עֶלְיֽוֹן׃  וַֽיְבָרְכֵ֖הוּ וַיֹּאמַ֑ר בָּר֤וּךְ אַבְרָם֙ לְאֵ֣ל עֶלְי֔וֹן קֹנֵ֖ה שָׁמַ֥יִם וָאָֽרֶץ׃ וּבָרוּךְ֙ אֵ֣ל עֶלְי֔וֹן אֲשֶׁר־מִגֵּ֥ן צָרֶ֖יךָ בְּיָדֶ֑ךָ וַיִּתֶּן־ל֥וֹ מַעֲשֵׂ֖ר מִכֹּֽל׃
 
Traduzione: 
 
17 Com’egli se ne tornava, dopo aver sconfitto Chedorlaomer e i re che erano con lui, il re di Sodoma gli andò incontro nella valle di Sciavè, cioè la valle del re. 18 Melchisedec, re di Salem, fece portare del pane e del vino. Egli era sacerdote del Dio altissimo. 19 Egli benedisse Abramo, dicendo: «Benedetto sia Abramo dal Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra! 20 Benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha dato in mano i tuoi nemici!» E Abramo gli diede la decima di ogni cosa.  

Essendo il toponimo "Valle di Sciavè (Shaweh)" spiegato come sinonimo di "Valle del Re", ci sembra di poterne dedurre che il vocabolo שָׁוֵ֔ה šaweh dovesse significare "re" nella lingua di Sodoma. Si tratterebbe quindi di una preziosa glossa.  

Dato che il nome di Lot non è poi così comprensibile (nonostante le solite etimologie popolari e pseudotraduzioni come "Velo", "Nascondimento", etc.), è anche possibile che fosse tratto dalla lingua dai Sodomiti. Non dimentichiamoci del fatto che Abramo era alleato e sostenitore delle genti di Sodoma, per cui ha combattuto, liberandole dalla tirannia degli Elamiti. Come evidenzia il testo scritturale sopra riportato, Abramo sedette a tavola con Bera, il Re di Sodoma, e i due furono serviti dal Re di Salem, Melchisedec (tuttora celebrato nella liturgia come archetipo del sacerdote), che portò loro pane e vino. L'ambiente doveva essere un calderone di multilinguismo, in cui ognuno avava una grande familiarità con diversi idiomi, senza bisogno alcuno di interpreti. 
 
Conclusioni 
 
Il sumerico è considerato una lingua isolata perché non sono noti suoi parenti. Se fosse dimostrato che la lingua di Sodoma e Gomorra era imparentata anche lontanamente col sumerico, non si potrebbe più definire quest'ultimo come una lingua isolata: si dovrebbe postulare una piccola famiglia linguistica, il "sumerico-sodomitico".