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lunedì 14 ottobre 2019


LE GUIDE DEL TRAMONTO

Aka: L'Angelo custode
Titolo originale: Childhood's End
Autore: Arthur C. Clarke 
Anno: 1953
Prima edizione italiana: 1955
Lingua originale: Inglese
Tipologia narrativa: Romanzo
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Fantascienza apocalittica, fantascienza hard,
      invasione aliena
Editore: Mondadori
Edizioni italiane:
    Il Girasole - Biblioteca Economica Mondadori n° 37
    Urania (Millemondinverno) n° 467
    Classici Urania n° 53
    I Massimi della Fantascienza n°3
    "Per tutti i diavoli dell'Universo", Editoriale Corno e Club
        degli Editori
Traduzione: Giorgio Monicelli

Sinossi (da Mondourania.com): 
Per sei giorni le immense astronavi, silenziose e immobili, restarono sospese sulle metropoli della Terra. Poi vennero gli ordini, e ai terrestri non restò che obbedire. Ma per anni e anni nessuno poté vederli, gli Esseri venuti con le astronavi. Nessuno poté sapere chi erano. Per quale misteriosa ragione “Essi” non volevano essere conosciuti? Forse perché (ma nessuno lo sospettò) non volevano essere “ri-conosciuti”? Arthur C. Clarke è uno degli scrittori di fantascienza in cui risuona più intensa la nota metafisica: il suo tema è l’avventura della razza umana fra i misteriosi fondali dell’universo, l’enigma del nostro destino nello spazio. È da lì, a pensarci bene, che viene il brivido dei brividi: Clarke ce lo dimostra con questa calata dal cielo di invisibili angeli del bene o del male.

Trama:
Proprio quando un razzo parte verso lo spazio, le porte del cosmo vengono sbattute in faccia all'umanità. I Superni (in inglese Overlords, alla lettera "Super-Signori"), prendono il controllo del pianeta, in modo silenzioso, senza manifestarsi agli umani. L'unico contatto tra la specie aliena e i popoli terrestri è per molti anni il Supercontrollore Karellen, che si guarda bene dal mostrarsi al suo interlocutore, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Rikki Stormgren. Passa così mezzo secolo. Allo scadere di questo periodo, arriva finalmente il Giorno del Contatto. I Superni si mostrano, rivelando di avere l'aspetto che i Cristiani attribuiscono al Diavolo:
corna, coda e ali di pipistrello. Ecco svelato il mistero della riservatezza dei visitatori alieni. Temevano di traumatizzare i terrestri e di essere ritenuti Demoni. Ha inizio quella che potrebbe sembrare un'Età dell'Oro. Unità del genere umano; un'immensa prosperità per tutti, dato che le ingenti spese militari sono ormai destinate a usi più proficui; fine di ogni conflittualità e instaurazione di una società basata sull'edonismo. Eppure qualcosa non va. Anche se pochi lo capiscono, è come se fosse stato posto termine alla Storia. Non si può sognare più nulla: il paternalismo dei Superni rende vana ogni iniziativa. Viene imposto un divieto draconiano a qualsiasi tentativo di espansione spaziale del genere umano. "Le stelle non sono per l'uomo", decretano i Superni. Jan Rodricks è uno spirito inquieto e non riesce a rassegnarsi allo stagno termodinamico che è diventata la Terra, così elabora un ingegnoso piano per nascondersi in una nave aliena e raggiungere il mondo madre dei Superni, che si trova a una quarantina di anni luce dal nostro sistema solare. Il progetto di Rodricks riesce: egli arriva a destinazione ed è testimone di molte meraviglie. C'è però un prezzo da pagare per tutto questo. Intanto, sulla Terra, un fenomeno inquietante ha cominciato a manifestarsi. Si tratta dello "sfondamento". Sempre più bambini hanno visioni di mondi lontani e precipitano in uno stato di assoluta irrealtà. Come Rodricks stesso apprende dagli stessi Superni, la spiegazione è molto semplice. Esiste un essere mostruoso, immane, simile a un Dio panteista. È la Supermente (in inglese Overmind), che estroflette i suoi tentacoli per fagocitare i viventi colpiti dallo "sfondamento", assimilandoli, facendo perdere loro ogni parvenza di individualità. Eccolo, il segreto dei Superni, che sono sotanto servi di un simile mostro galattico. Quando Rodricks viene ricondotto sulla Terra, a causa della relatività sono trascorsi molti anni. Egli è l'ultimo uomo propriamente detto sull'intero pianeta. Oltre a lui sopravvivono solo alcuni esemplari degenerati, relitti delle generazioni pre-sfondamento destinati al Nulla. Così si conclunde la vicenda terrena di quest'uomo, che a buon diritto può essere chiamato il Superstite, mentre i Superni si allontanano dal desolato globo terracqueo. La Supermente maledetta ha ormai consumato il suo fiero pasto!   

Recensione: 
Tra i primi romanzi di fantascienza che ho letto, mi ha lasciato un segno profondo. Mi piace moltissimo l'atmosfera di decadenza che ispira, quel senso di funesta inutilità di ogni agire umano in vista della consunzione escatologica. A mio parere il più bel libro che Clarke abbia mai scritto. Per questo bisognerebbe ricordarlo, più che non per 2001: Odissea nello spazio. Mentre 2001: Odissea a nello spazio parla dell'Alba dell'Uomo e di un'intelligenza cosmica benevola che favorisce la nascita della vita e della consapevolezza dovunque sia possibile, qui vediamo all'opera veri e propri becchini delle specie senzienti. Il ruolo dei Superni è quello di comparire al capezzale di un moribondo che non sospetta nulla della propria malattia, mettendosi a prepararne i funerali ancor prima che arrivi Azrael, l'Angelo della Morte. Com'è facile immaginarsi, la gente ama poco ciò che parla di Thanatos evocandone la presenza. Per questo da 2001: Odissea nello spazio è stato tratto da Kubrick il film omonimo di immenso successo, mentre Le guide del tramonto ha avuto soltanto - che io sappia - come adattamento un'oscura serie TV in tre episodi, trasmessa nel 2015 dal canale statunitense Syfy.  

Un anello temporale retroattivo

Un brivido teologico sulfureo si insinua nella narrazione. Sembra evidente che i Superni hanno l'aspetto dei Demoni. La spiegazione di tutto ciò sta in un entanglement macroscopico che lega gli ultimi istanti della specie Homo sapiens alle orribili visioni promonitrici di qualche nostro antenato in una lontana preistoria, millenni prima della Rivelazione apocalittica ricevuta da Giovanni a Patmos. I Superni lo riconoscono: siccome sono stati visti sul teatro della Fine, ne sono stati ritenuti la causa. Il Superno Rashaverak lo spiega molto bene con queste parole:

«Quando le nostre astronavi penetrarono nel vostro cielo, un secolo e mezzo fa, quello fu il primo incontro delle nostre due razze, sebbene vi avessimo studiato da lontano per secoli e millenni, naturalmente. Eppure voi ci avete riconosciuti e temuti, come sapevamo che avreste fatto. Non era precisamente un ricordo, il vostro; avevate già avuto la prova che il tempo è molto più complesso di quanto la vostra scienza abbia mai potuto prevedere. Vedete, quel ricordo non era del passato, ma del futuro: di quegli anni in cui la vostra razza avrebbe saputo che tutto era finito. Noi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto, ma non era una conclusione facile da raggiungere. E poiché eravamo presenti, siamo stati identificati con la fine della vostra specie. Sì, anche se questa fine era lontana diecimila anni! È stato come se un'eco invertita fosse rimbalzata lungo il circolo chiuso del tempo, dal futuro al passato. Chiamatela così, più che una reminiscenza, una premonizione.»

L'ontologia temporale sostenuta da Clarke è eternista non tensionale, ossia B-eternista. In essa non esiste differenza concreta tra presente, passato e futuro, che sono semplici dettagli geometrici di un panorama multidimensionale. 

La dissoluzione delle religioni 

Una religione dimostra la sua vanità estrema quando la realtà dei fatti confuta la sua cosmologia, l'idea che ha del posto dell'Uomo nell'Universo. Così avviene quando i Superni finalmente si rivelano: 

C'erano mutamenti anche più profondi. Era un evo del tutto laico. Delle fedi esistite prima dell'avvento dei Superni, solo una forma puritana di buddismo, la più austera, forse, di tutte le religioni, sopravviveva ancora.  

Eppure soltanto pochi decenni prima della vicenda di Jan Rodricks, le religioni erano vive e vegete. Il principale oppositore dei Superni, Wainwright, era un ex prete: ci viene detto che dai suoi discorsi sembrava che portasse ancora la tonaca. Ci viene anche detto che una delegazione delle principali chiese del mondo aveva espresso il suo sostegno al Supercontrollore Karellen e alla sua politica. Purtroppo il romanzo non ci spiega in dettaglio il processo di estinzione di un così gran numero di fedi. Che sarà accaduto in concreto? Sarebbe bello leggere in qualche opera lettearia il racconto dell'ultimo Papa, dell'ultimo prete, dell'ultimo rabbino, dell'ultimo imam. Certo, Nietzche ci parla della Festa dell'Asino e dell'ultimo Papa. Nulla però ci vene detto sulla fine del meccanismo di successione spirituale. 

Il triste declino della Scienza 

Con buona pace dei neopositivisti pierangelisti, Clarke ci descrive un futuro di stagnazione proprio in concomitanza con l'estinzione di ogni credenza in una realtà trascendente. La fine della religione non porta al genere umano alcun beneficio concreto, anzi, porta con sé la decadenza stessa del progresso scientifico. 

Ma sebbene pochissimi, per il momento, se ne accorgessero, il declino della religione fu accompagnato dal declino della scienza. C'era una pletora di tecnologi, ma pochi erano gli originali pensatori che sapessero estendere le frontiere delle conoscenze umane. Restava la curiosità, insieme con il tempo e l'agio di potervi indulgere, ma dalle ricerche scientifiche fondamentali era stato strappato il cuore. Sembrava futile spendere un'intera esistenza alla ricerca di segreti che i Superni avevano già svelato da millenni. 

In altre parole, questa è la morte di ogni illusione di raggiungere la Conoscenza. L'anelito all'episteme diventa un puro e semplice prurito cognitivo. La parola "curiosità" usata da Clarke concentra in sé interi abissi di entropia concettuale. 

Alcune note sulla questione razziale 

Nel romanzo di Clarke, la parola "negro" ricorre in tutto quattro volte: in un caso è usata come aggettivo, poi la si trova due volte al singolare e una al plurale ("negri"). Nel testo originale abbiamo due volte "negro", una come aggettivo e una come sostantivo; inoltre ricorre una volta il plurale "negroes" e una volta la forma colloquiale "nigger". Riporto i brani in questione, perché ritengo che sia cosa molto utile (i grassetti sono miei). 

Nel primo brano si parla di "sangue negro", inoltre viene fatto il paragone tra il colore della pelle e quello del cioccolato, che di solito manda in bestia gli afroamericani più tumultuosi. Ecco la descrizione dell'ennesima compagna del poligamo Rupert Boyce:  

Soltanto un aggettivo poteva descriverla adeguatamente: sconvolgente. Anche in un mondo dove la bellezza muliebre era ormai comune, gli uomini voltavano la testa al suo passaggio. Doveva avere nelle vene, sospettò George, una discreta percentuale di sangue negro: il profilo era squisitamente greco, e i capelli lunghi, folti e morbidi. Solo la trama bruna, compatta, della pelle, la troppo usata parola "cioccolata" era l'unica che potesse definirla, rivelava la sua origine mista. 

Nel secondo brano la parola "negro" viene usata per descrivere un giovane, che viene al contempo lodato per il suo aspetto:

Alla fiamma dell'accendino - George aveva la mania di quelle anticaglie - riconobbe finalmente l'altro invitato, un giovane negro, straordinariamente bello. Gliene avevano detto il nome, ma George si era fatto un dovere di dimenticarlo subito, assieme a quelli degli altri venti sconosciuti che gli erano stati presentati.  

Il terzo brano fa un riassunto storico e ci parla di come la parola "negro" viene intesa all'epoca dei Superni.

Jan Rodricks, sebbene apprezzasse molto di rado la sua fortuna, in un'epoca precedente sarebbe stato ancora più scontento e insoddisfatto. Un secolo prima il colore della sua pelle sarebbe stato un ostacolo tremendo. Oggi, non aveva più nessun significato. Passato anche il senso di superiorità, venuto come reazione, che i negri avevano trovato nel ventunesimo secolo. La parola "negro" non era più tabù tra persone educate e veniva usata da chiunque senza il minimo impaccio. Non aveva più contenuto emotivo di quanto non ne potessero avere etichette da repubblicano o metodista, conservatore o liberale.   

Forse Clarke ha avuto scarsa capacità predittiva, non immaginando l'imporsi del politically correct, quella peste che pretende di rimuovere i problemi tramite l'eufemismo. Tuttavia in altre cose è stato profetico. Ha previsto un secolo di tumulti razziali. Per il resto, mi sembra di ravvisare qualche contraddizione. Esisterebbero ancora repubblicani, metodisti, conservatori e liberali nella realtà descritta nel testo sopra riportato? L'autore ci dice che le religioni e le nazioni erano state dissolte, sopravvivendo soltanto una setta buddhista puritana. Senza la definizione stessa degli Stati Uniti d'America, senza confini tra nazioni, non ci sarebbero chiaramente né repubblicani, né conservatori, né liberali. Le etichette evocate sarebbero dunque archeo-etichette, un po' come se uomo dei primi anni del XXI secolo fosse definito "unionista", "confederato", "giacobino", "bonapartista" o "sostenitore di Nabucodonosor"

In un altro passo si manifesta la capacità profetica di Clarke, in modo a dir poco inquietante. All'arrivo dei Superni, il Sudafrica è descritto come una nazione pervasa dalla guerra civile e avvelenata dall'odio. A seguito dell'intervento degli alieni, che oscurano il sole per mezz'ora, vengono restituiti i pieni diritti civili alla minoranza bianca. Questo veniva scritto in un'epoca in cui era in vigore l'Apartheid e in cui erano i neri a non avere diritto alcuno. Clarke è stato un profeta, perché ha visto con chiarezza il futuro del Sudafrica post-Mandela, in cui i Boeri vengono trucidati, in cui la vita di una persona di origine europea ha meno valore di un pezzo di sterco di cane sulla strada.

La lingua dei Superni 

Nulla sappiamo della lingua usata dai Superni, testimoniata soltanto da pochi nomi propri di persona, Karellen, Vindarten e Rashaverak, di cui però ignoriamo il significato. Sono riportati anche alcuni nomi di stelle o pianeti: Alphanidon, Rhamsanidon, Pharanidon, Sidenens, Hexanerax (ciascuno è seguito da un numerale, ovviamente tradotto).  Ci viene tuttavia detto che si tratta di un idioma molto complesso, come ci si può aspettare. Gli organi fonatori dei Superni sono tali da trasmettere le sequenze verbali a una velocità incredibile, molto superiore a quella caratteristica della specie umana:

Un ascoltatore umano avrebbe al massimo udito un fiotto di suoni rapidamente modulati, non molto diversi da quelli di una trasmissione in alfabeto Morse fatta a grande velocità. Sebbene fossero stati registrati molti saggi dell'idioma Superno, la loro estrema complessità sfocava qualsiasi analisi. La velocità di trasmissione garantiva l'impossibilità, da parte di qualunque interprete che avesse anche assimilato il linguaggio, di stare alla pari con i Superni in una loro normale conversazione. 

Non è a questo punto difficile comprendere che Karellen e Rashaverak sono soltanto vocalizzazioni arbitrarie, molto distanti dall'originale. Forse sono addirittura invenzioni degli stessi Superni. Immagino che il sistema fonetico della lingua aliena di esseri così diversi da noi non sia necessariamente sovrapponibile a quello di una qualsiasi lingua terrestre, nemmeno a livello elementare. 

Il Superstite 

Jan Rodricks è l'Ultimo Astronauta e l'ultimo esemplare consapevole dell'umanità. Egli è l'Ultimo Uomo. Dopo di lui non c'è altro che l'Estinzione. Proprio la sua audacia ha reso possibile il suo ruolo di testimone di Armageddon. Una condizione senza dubbio invidiabile!

Una traduzione indecente 

Navigando nella Rete, mi sono reso conto che spesso i Superni sono chiamati "Supremi". Così nella pagina di Wikipedia relativa al romanzo e anche in quella dedicata alla serie TV. La radice di "Superni" è ovviamente la stessa di "Supremi", la differenza è morfologica. Probabilmente alla base c'è stato un fraintendimento: un compilatore wikipediano o un traduttore (non ho visionato tutte le traduzioni del testo di Clarke) deve aver usato un correttore automatico, non conoscendo la parola "superno" e sostituendola così con un più comune "supremo".

Altre recensioni e reazioni nel Web 

Segnalo la recensione di Flavio Alunni, pubblicata sul sito web di Andromeda Rivista di Fantascienza, e ne consiglio vivamente la lettura. 


Su Anobii si possono leggere numerosi interventi. 

Cane Fantasma ha scritto: 

"Romanzo ricco di idee, quasi un distillato di quello di buono che la fantascienza classica può offrire: incontri con razze superiori, paradossi temporali, descrizioni di mondi alieni, narrazioni catastrofiste secondo il punto di vista degli ultimi sopravvissuti, ipotesi sociologiche sull'evoluzione umana. Mi è piaciuto il modo in cui il libro svela progressivamente la reale natura dei fatti, con rivelazioni successive che scompaginano le idee che ci eravamo costruiti: così i Superni vengono visti dapprima come benevoli tutori dell'umanità, poi come oscuri esecutori di volontà superiori e infine come malinconici assistenti del genere umano nel suo balzo evolutivo finale, che essi per quanto avanzati non potranno mai compiere. La stessa forma fisica dei Superni è al centro di un vertiginoso ribaltamento di prospettiva: quando finalmente viene rivelata, la paura che genera negli uomini sembra collegata a un infelice incontro all'alba della storia umana i cui effetti si sono riverberati nei millenni successivi sotto forma di miti e leggende oscure; si scoprirá invece che la causa di tale terrore va cercata nella direzione opposta del flusso temporale… Forse ho apprezzato meno il finale "metafisico", ma rimane davvero un libro meritevole." 

A Song for Simeon ha scritto: 

"Childhood's end è un romanzo di fantascienza con poca scienza e tantissima malinconia. Niente battaglie spaziali e dissertazioni sul funzionamento della propulsione supraluminale: solo un coro della necessità, come nelle tragedie greche. è la storia di due specie segnate dal destino, prigioniere nei rispettivi ruoli in nome di un ordine universale: gli Overlord, con la loro dedizione quieta, la vacuità emotiva, la rassegnazione di intelligenze titaniche senza null'altro da indagare; e gli umani, placidamente arresi alla pace prima dell'estinzione, sullo sfondo di un universo che tende agli assoluti, una mietitura ontologica delle differenze. Un libro escatologico, in larga parte, ma scritto con uno stile asciutto che sfiora l'inevitabilità: gran parte della sua bellezza è nel non-detto, come avviene in un certo Lovecraft, ma senza angoscia e soprassalto. Solo l'annullamento di fronte all'altro-da-noi, immenso." 

Non tutti sono entusiasti. Molti di loro sono fantascientisti classici, materialisti, fissati col feticismo del gingillo tecnologico, assolutamente incapaci di guardare oltre l'ennesima astronave e l'ennesimo robot. Soprattutto si nota che lettori di questo tipo insorgono contro quella che chiamano "deriva metafisica"

Ad esempio Timendum ha scritto: 

"Sarà il mio gusto personale, ma la deriva metafisica e filosofica che prende il libro e con cui si conclude, non mi è piaciuta per nulla. Peccato" 

C'era da aspettarselo. In fondo lo stesso concetto di filosofia è considerato superstizione dai neopositivisti pierangelisti. Mod ha idee simili a quelle espresse da Timendum: 

"Personaggi piatti, infodump lunghissimi e noiosissimi, niente sense of wonder. Per non parlare della forma fisica degli alieni: una boiata... Non so, forse l'ho letto con superficialità e mi è sfuggito qualcosa."  

Ne sono sempre più convinto. Il primo cancro della Fantascienza è costituito proprio da certi fantascientisti! 

mercoledì 24 aprile 2019


LA FUGA DI LOGAN 

Titolo originale: Logan's Run
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1976
Durata: 118 min
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, postapocalittico
Regia: Michael Anderson
Soggetto: William F. Nolan e George Clayton Johnson
     
(romanzo omonimo, scritto a quattro mani)
Sceneggiatura: David Z. Goodman
Produttore: Saul David, Hugh Benson

Compagnia di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione: United Artists (USA, Canada); Cinema
      International Corporation (internazionale)

Musiche:
Jerry Goldsmith
Interpreti e personaggi:
    Michael York: Logan 5
    Jenny Agutter: Jessica 6
    Richard Jordan: Francis 7
    Roscoe Lee Browne: Box
    Peter Ustinov: L'anziano
    Farrah Fawcett: Holly
    Michael Anderson Jr.: Doc
    Randolph Roberts: L'uomo del Santuario
    Lara Lindsay: La fuggiasca 

    Lara Lindsay: La voce del computer centrale
 

    Gary Morgan: Billy
    Michelle Stacy: Mary 2
    Laura Hippe: Una donna
    David Westberg: Il guardiano
    Camilla Carr: La donna del Santuario
    Gregg Lewis: Cub
    Ashley Cox: La ragazza timida
Doppiatori italiani:
    Roberto Chevalier: Logan 5
    Vittoria Febbi: Jessica 6
    Massimo Giuliani: Francis 7
    Sergio Fiorentini: Box
    Antonio Guidi: L'anziano
    Flaminia Jandolo: Holly
    Gianni Marzocchi: Doc
    Paila Pavese: La fuggiasca
    Germana Dominici: La voce del computer centrale
Titoli tradotti:
    Tedesco: Flucht ins 23. Jahrhundert
    Francese: L'Âge de cristal
            Spagnolo: La fuga de Logan (Spagna);
    Fuga en el siglo XXIII (America Latina)
    Portoghese: Fuga do Século XXIII (Portogallo);
            Fuga no Século XXIII (Brasile)
    Polacco: Ucieczka Logana
    Russo: Бегство Логана

    Finlandese: Pako tulevaisuudesta
    Svedese: Flykten från framtiden
    Rumeno: Fuga lui Logan
    Turco: Logan'ın Kaçışı
    Giapponese: 2300年未来への旅

Budget: 7 milioni di dollari USA
Box office: 25 milioni di dollari USA
Premi e riconoscimenti:   1977 - Premio Oscar
    Migliori effetti speciali (Oscar Speciale) a L. B. Abbott, Glen Robinson e Matthew Yuricich
    Candidatura alla Migliore fotografia a Ernest Laszlo
    Candidatura alla Migliore scenografia a Dale Hennesy e
      Robert De Vestel
  1976 - Saturn Award
    Miglior film di fantascienza
    Migliore fotografia a Ernest Laszlo
    Migliore scenografia a Dale Hennesy e Robert De Vestel
    Migliori costumi a Bill Thomas
    Miglior trucco a William Tuttle 


Trama:
Siamo nell'anno 2274. In seguito a una guerra globale, all'inquinamento e alla sovrappopolazione, il genere umano è stato decimato. I suoi superstiti sono confinati in una città isolata dall'ambiente esterno tramite una cupola geodetica. Un computer centrale onnipresente gestisce la popolazione superstite, penetrando in modo capillare in ogni aspetto anche insignificante della vita dei cittadini. Viene erogato ogni bene materiale e viene permessa a tutti la fruizione di un'esistenza edonista, nella più assoluta libertà sessuale. Tutto ciò esige, com'è ovvio, una pesante contropartita. Non soltanto al cittadino è proibito avere il benché minimo atteggiamento critico verso il sistema, ma la stessa durata della vita è soggetta a una drastica limitazione: per far sì che le risorse, non abbondantissime, possano essere garantite a tutti nel corso delle generazioni, nessuno può vivere più di trent'anni. Tutti portano innestato nella mano destra un cristallo il cui colore dà la misura di quanto manca all'exitus: quando diventa rosso e lampeggiante, significa che l'ultimo giorno è giunto. Quando giunge la fatidica scadenza, il soggetto, che sia uomo o donna, è costretto a trovare la propria distruzione in un gioco brutale e violento, il Carousel. Coloro la cui vita terrena è scaduta vengono sollevati nell'aria da un potente aspiratore che li porta a collidere con una superficie incandescente, il che provoca la subitanea morte in una deflagrazione. I presenti, a cui poco sembra importare il fatto di essere destinati alla medesima fine, siedono in un anfiteatro per assistere all'evento, come se fosse uno spettacolo sportivo. Sono pieni di entusiasmo, forse grazie a qualche sostanza alterante, e urlano in preda alle convulsioni: "Rinnovatevi!" Perché questa è la misera verità: tutti sono accomunati da una stessa fede fanatica nella metensomatosi. Credono cioè che i morti ritorneranno in vita. Ad ogni morto corrisponde un nascituro, procreato per clonazione, secondo un meccanismo considerato deterministico. L'anima degli esplosi, dei bruciati nel Carousel, trasmigra infallibilmente nel corpo di un poppante appena uscito dall'utero di una madre. Questo è il senso dell'imperativo del Carousel: il Rinnovamento. Logan 5 è chiamato così perché considerato la quinta reincarnazione del genotipo Logan. La sua condizione è tutto sommato privilegiata: egli è infatti un Sandman, ossia un Sorvegliante, una specie di poliziotto incaricato di eliminare fisicamente tutti coloro che cercano di sfuggire al loro triste destino. Esiste infatti un'organizzazione clandestina i cui membri indossano una collana col simbolo dell'Ankh e hanno come scopo l'evasione dalla città. Sono i Runners, ossia i Corridori. Facendo sfoggio di un ipocrita eufemismo, si dice che vogliono sottrarsi al Rinnovamento. Il Computer Centrale è afflitto da grave paranoia e crede che i fuggitivi si radunino in un luogo del mondo esterno, conosciuto come il Santuario. Così proprio a Logan 5 viene dato l'incarico di infiltrarsi tra i ribelli, di uscire dai confini della città per individuare il loro quartier generale e distruggerlo. Le perdite ammontano a oltre un migliaio di persone sfuggite ai Sorveglianti. Con una mossa di un'estrema stupidità, il Computer Centrale riprogramma il cristallo vitale di Logan 5 togliendogli 4 anni di vita e rifiutandosi di chiarire se questi anni gli verranno restituiti al termine della missione. Di fatto, l'agente ha la sola alternativa di diventare a sua volta un Runner per sottrarsi all'incombente Carousel. Di fronte a quanto gli è stato rivelato, la sua intelligenza lo porta a capire che, essendo così numerosi i fuggitivi, il meccanismo di reincarnazione del Rinnovamento è soltanto una menzogna. Assieme alla bellissima Jessica 6, una Runner che ha conosciuto, si inoltra fuori dalla città in un viaggo nell'Ignoto. Suo implacabile nemico è ora il Sandman Francis 7, che un tempo era il suo miglior amico. Entusiasta sostenitore del sistema e persecutore satanico di ogni dissidente, Francis 7 è talmente invasato da godere fisicamente nell'assistere all'annientamento delle vittime del Carousel. Non riuscirà comunque a eliminare i due Fuggitivi, anzi, il suo destino è di finire ucciso in un'ingloriosa colluttazione. Il contatto della coppia con il mondo esterno ha esiti fondamentali quanto inattesi per l'intera comunità. Non c'è traccia alcuna della contaminazione nucleare usata dal Computer Centrale come spauracchio per confinare la popolazione sotto la cupola: la Natura è lussureggiante e le lucertole zampettano sui resti dei muri. Logan 5 e Jessica 6 scoprono un sopravvissuto del vecchio mondo, un anziano che vive tra le rovine assieme a un gran numero di gatti e lo conducono al loro luogo d'origine, provocando il crollo del Regime.  



Recensione:

Il film di Anderson è di certo un capolavoro che mi ha profondamente colpito, anche se non tutto regge guardandolo a decenni di distanza dall'epoca che l'ha visto nascere. È un suggestivo e complesso intreccio di temi antropologici, sociologici e filosofici da cui si possono originare discussioni senza fine. Alcune scene fanno sognare. Come sarebbe bello poter provocare l'implosione del Sistema con un semplice atteggiamento di pervicacia, proprio come Logan 5 che fa impazzire il Computer Centrale resistendo alle sue pressioni e contraddicendo il suo dogma fondante dell'esistenza del Santuario! "Il Santuario non esiste!": questa sublime frase ripetuta di continuo, questo mantra taumaturgico che permette alla volontà del dissidente di vincere un apparato leviatanico, come San Michele Arcangelo ha sconfitto il Dragone! Sarebbe troppo bello se fosse vero!  


Capitan Findus robotico! 

L'illusione dell'esstenza stessa del Santuario cade ben presto, quando Logan 5 e Jessica 6 giungono in un antro glaciale ove regna Box, un orrido robot assassino che intercetta tutti i Fuggitivi, li macella e ne fa del cibo per la popolazione della città. Questo è un punto debole della narrazione, a mio avviso. Se ci pensiamo un attimo, il Computer Centrale non può essere all'oscuro dell'origine delle forniture di cibo che permettono alla città di essere autosufficiente. Deve quindi sapere che Box intercetta svariate fonti di materia commestibile nel mondo esterno, inclusi i Fuggitivi. Quindi sa per certo che il Santuario non esiste. Allora com'è possibile che alla fine Logan 5 riesca a mandare in cortocircuito la tirannica macchina affermando con pervicacia che il Santuario non esiste? 


Teletrasporto erotico!

Le genti della città sotto la cupola godono di ogni sorta di sostegno alla loro vita di piaceri sensuali. Un marchingegno mirabile detto Circuito semplifica molto la vita, permettendo al suo proprietario di sintonizzarsi sull'immagine di una possibile compagna di giochi erotici, per giunta passando con un telecomando alla successiva qualora non fosse soddisfatto dalla proposta. Alla bisogna è anche possibile sintonizzarsi su un travestito. Tutto sommato si tratta di una sorta di chat erotica ante litteram, non troppo dissimile da Chaturbate, quel sito in cui ragazze e ragazzi della Z Generation si masturbano furiosamente, con un peduncolo di gomma rosa infilato nel deretano per misurare l'audience. C'è però una differenza sostanziale. Logan 5 può premere l'apposito tasto, ed ecco che la persona su cui la macchina si è sintonizzata viene teletrasportata all'istante e compare per incanto nell'appartamento, in carne ed ossa. Proprio così il nostro eroe fa la conoscenza della bellissima Jessica 6. Siamo quindi di fronte a un vero e proprio teletrasporto erotico. L'ingenuità di fondo è questa: mi pare impossibile che una società tecnologica arrivi a progredire a tal punto da permettere il teletrasporto delle persone, per poi limitare questa meraviglia a contesti erotici. Solo per fare un esempio, non avrebbe potuto farne un uso politico? Non sarebbe stato estremamente comodo ai Sandmen poter usufruire del teletrasporto nelle loro operazioni di caccia ai Runners


 Un paradosso nel concetto di metempsicosi  

Già Giulio Cesare, anche soprannominato Regina di Bitinia, ebbe a manifestare un certo grado di scetticismo sulle dottrine della metempsicosi e della metensomatosi, imperanti nelle Gallie. Così spiega nel De bello Gallico, VI: "In primo luogo, i druidi vogliono infondere queste credenze: che l'anima non muore, ma che dopo la morte passa da un corpo a un altro, e i druidi pensano che i galli siano stimolati soprattutto da questa credenza a comportarsi valorosamente, essendo stato messo da parte il timore della morte". Anche Lucano parlava della "felice illusione dei popoli che vivono sotto l'Orsa, non ossessionati dal più grande dei timori, il timpore della morte" (Bellum Civile, I). Per gli autori romani erano ingegnose invenzioni della classe sacerdotale dei Druidi, che le utilizzava per infondere un immenso coraggio ai guerrieri, perché "convinti che è da vile risparmiare una vita che dovrà tornare". Diodoro Siculo sembra alludere in modo fugace e indiretto a una setta minoritaria di dissidenti, quando scrive "tra di loro prevale la dottrina pitagorica, secondo la quale le anime umane sono immortali e rivivono per un cero numero di anni in un altro corpo." (V, 28, 6). Se la dottrina pitagorica prevaleva, significa dunque che non era condivisa da tutti? Forse vi erano Druidi che aderivano piuttosto alle dottrine stoiche di disgregazione dell'Essere con la morte, verosimilmente perché lo ritenevano composto di atomi. A quanto pare né i Druidi né Siddharta Gautama Buddha si sono posti il problema del bilancio ontologico. Sono consapevole del fatto che l'idea buddhista sia piuttosto diversa da quella pitagorica. All'atto pratico, tale differenza non è però rilevante. Tante persone muoiono, tante essenze senzienti si devono insediare in nuovi corpi (Buddha parlerebbe di "fiammelle che si accendono"). Che accadrebbe se compissimo uno spaventoso genocidio, eliminando una cinquantina di milioni di persone? Dove andrebbero le loro essenze? Che accadrebbe se portassimo alcune coppie su un nuovo pianeta abitabile, ammesso che la cosa sia fisicamente possibile? Da dove proverrebbero le essenze vitali dei milioni di discendenti di questi pochi capostipiti? Buddha parla di pluralità dei mondi: si avrebbe migrazione delle fiammelle vitali da un mondo ad un altro. Resta però il fatto che tali mondi diversi dal nostro non siano esperibili da mente umana, ergo non dimostrabili. Il fatto angosciante che ci appare in tutta la sua ragionevolezza è il Principio di Conservazione dell'Essere: l'essenza di un vivente non può essere creata né distrutta. Questo è il pilastro di ogni dottrina della metempsicosi e della metensomatosi. E ne è anche il punto debole. Da quanto ha potuto osservare, Logan 5 arriva a una desolante conclusione: nessuno si è mai rinnovato!


Etimologia di Carousel 

Ebbene sì, il Carousel ha un'etimologia napoletana. Si tratta infatti del celebre carusiello, da cui è derivato anche l'italiano carosello. A quanto pare, in origine sarebbe stato un gioco che consisteva nel lanciarsi una palla di creta, immaginata come la testolina di un caruso, ossia di un ragazzo. Il condizionale è d'obbligo. I romanisti riconducono il vocabolo caruso all'aggettivo latino cariōsus, ossia "marcio", "affetto da carie", interpretando cariēs "carie" come "tigna": da "tignoso" si sarebbe giunti quindi a "liscio", "decalvato", "dal cranio rasato". Questo tentativo etimologico, in ultima analisi opera di Benedetto Croce, mi appare vano e abbastanza grottesco. L'esistenza del verbo carosare (carusare) "rasare, tosare" non è una prova della sua tesi, semmai fa sorgere un ulteriore interrogativo, anche perché i tignosi presentano un cuoio capelluto scabro e marcio, non liscio e simile a quello delle persone rasate.  

La spiegazione di carosello fabbricata da don Benedetto è presentata in Italia come un dato di fatto incontrovertibile, ma a quanto pare non è affatto riuscita ad imporsi nel mondo anglosassone. Le fonti in lingua inglese riportano proposte etimologiche assai diverse, che rimandano carosello a carro o a quadriglia. Questo ad esempio è ciò che riporta il famoso dizionario etimologico inglese Etymonline.com:


1640s, "tilting match, playful tournament of knights in chariots or on horseback," from French carrousel "a tilting match," from Italian carusiello, possibly from carro "chariot," from Latin carrus "two-wheeled wagon" (see car). The modern meaning "merry-go-round" as an amusement ride is by 1895, though there are suggestions of such a thing earlier: 

A new and rare invencon knowne by the name of the royalle carousell or tournament being framed and contrived with such engines as will not only afford great pleasure to us and our nobility in the sight thereof, but sufficient instruction to all such ingenious young gentlemen as desire to learne the art of perfect horsemanshipp.
[letter of 1673]
  


Queste divergenze danno testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, del grado di incertezza che si incontra negli studi etimologici, spesso incapaci di fornire una compiuta e attendibile spiegazione a realtà anche di origine abbastanza recente. Per colmo del paradosso, ci troviamo a maneggiare etimologie molto più solide e dimostrabili quando confrontiamo tra loro le antiche lingue di ascendenza indoeuropea!  


 Etimologia di Sandman 

Sia nel romanzo di Nolan-Johnson che nel film di Anderson il termine Sandman è usato come sinonimo di Sorvegliante o di Guardiano: è un eufemismo per assassino, agente della Polizia politica. Quale ne è l'origine? Nel folklore germanico l'Uomo della Sabbia (inglese Sandman, tedesco Sandmann) è un'entità che invia i bei sogni ai bambini. Il volgo crede che l'onirismo sia causato da granelli di sabbia che questa entità mette negli occhi dei dormienti. Accade così che i cispi e le concrezioni lacrimali trovate al risveglio siano interpretate come prove dell'opera dell'Uomo della Sabbia. E tutto questo che attinenza ha con degli assassini, dei pasdaran incaricati di abbattere chi cerca di sfuggire a un'orrida immolazione? Semplice: il Sandman è visto non soltanto come l'artefice del buon sonno e delle immagini che lo allietano, ma anche come il simbolo dell'inevitabile procedere del tempo verso la Morte. Il riferimento può ben essere ai granelli di sabbia della clessidra che simboleggia la vita nel suo vano fluire. Per capire veramente qualcosa su questo argomento, è necessario avere qualche nozione del romanzo da cui è derivato il soggetto del film (vedi più avanti)...  


Le fellatrici e il vecchione 

Quando Logan 5 e Jessica 6 si imbattono nell'uomo anziano che vive tra le rovine, tanto vetusto da non ricordarsi più nemmeno il proprio nome, accade qualcosa di meritevole della massima attenzione. I due giovani fuoriusciti dalla città sotto la cupola non hanno mai visto prima una persona con più di trent'anni. All'improvviso vengono messi di fronte a tutta una serie di cose che per noi sono scontate ma che a loro appaiono sconosciute e inaudite. Ad esempio desta enorme stupore il fatto che l'uomo sia nato naturalmente dopo essere stato portato in grembo da sua madre. Jessica 6 si innamora immediatamente di lui. Lo si capisce dai suoi occhi, che sono luminosi mentre lo guardano. L'adorazione traspare da ogni fibra del suo essere. I segni stessi della vecchiaia non destano in lei ripugnanza, ma una fortissima attrazione sessuale. Quando gli tocca le rughe sul viso, freme tutta, come se fosse stata scossa da un orgasmo improvviso. Quando alla fine il Vecchio si trova sulla riva del mare in mezzo a una massa di giovani, si capisce subito che è fatto oggetto di un desiderio lancinante. Tutte queste bellissime ragazze si fanno avanti per toccarlo. Vorrebbero inginocchiarsi davanti a lui e fellarlo! Anche se il fallo non avesse risposta erettile, data la tarda età, per le adoratrici sarebbe comunque un'esperienza estatica sentirlo in bocca. Preferirebbero il suo soft cock a qualunque hard cock. Poi ci si pensa e si capisce: non solo le ragazze sono animate da questa bramosia, anche i ragazzi...  

Differenze tra il film e il romanzo 

Ebbene, non ho letto il romanzo da cui il film di Anderson è stato tratto. Quello che posso dire sui punti di discrepanza tra le due opere deriva da ricerche fatte nel Web.

Innanzitutto il barbarico rito del Carousel non è presente nel romanzo di Nolan-Johnson: è stato introdotto appositamente per il film di Anderson. Si noterà che la prima menzione è nella forma Carrousel (sic). Non mancano esempi della variante Carousell, a dimostrazione di quanto traumatico sia per gli anglosassoni il problema dell'ortografia di parole inconsuete. Nel libro nolaniano la morte era somministrata tramite il cosiddetto Deep Sleep, ossia Sonno Profondo: in pratica era una specie di eutanasia che avveniva tramite camera a gas, chiamata con eufemismo Sleepshop (Negozio del Sonno). Manca del tutto la mistica del Rinnovamento. Si noterà che la denominazione Sandman, connessa proprio con il Deep Sleep, è un elemento incongruo rimasto nella lavorazione della pellicola come un residuo maldigerito, un geroglifico che si staglia come una particella incorruttibile sopravvissuta a un complesso processo di digestione.  

Il romanzo è ambientato nel XXII secolo (anno 2116), il film si svolge nel XXIII secolo (anno 2274). Lo stesso concetto di città isolata tramite una cupola geodetica è un'innovazione introdotta dal regista: Nolan e Johnson hanno invece immaginato un mondo sì postcatastrofico, ma interamente esplorabile. L'estensione della vita è di 30 anni nel film, mentre è di soli 21 anni nel libro. Sembra che questo cambiamento sia stato apportato per motivi puramente tecnici: non era agevole produrre una pellicola con un cast tanto giovane. 

Si può enucleare un'altra differenza fondamentale. Nel romanzo il Santuario è un luogo reale: si trova sul relitto di una colonia spaziale in orbita intorno a Marte, che Logan e Jessica alla fine riescono a raggiungere con un razzo.  La principale conquista delle genti del Santuario rispetto a coloro che sono rimasti sulla Terra è proprio la possibilità di poter vivere per tutto il tempo permesso dal loro corpo, senza nessun obbligo di eutanasia. 

Il cristallo che misura quanto resta da vivere, nel film diventa di un rosso splendente quando il tempo scade, mentre nel romanzo vira su tonalità scure fino a diventare nero al giungere dell'ultimo giorno. Il nome gergale dato a questi cristalli da Nolan è "palm flowers", ossia "fiori del palmo della mano". Cosa anche più bizzarra, l'anziano Superstite del Mondo Antico ha soltanto 42 anni nel libro e si chiama Ballard: non è decrepito e non ha rughe sul volto, ma cicatrici chirurgiche. Non sono riuscito a capire se fosse desiderato da torme di fanciulle e di fanciulli in preda alla libidine!  

Che altro dire? Spero di leggere il romanzo in un futuro non troppo lontano: se questo accadrà, lo recensirò e approfondirò l'interessante questione.

Curiosità varie 

I gatti che vivevano nelle rovine assieme al Vecchio erano in realtà allevati dallo stesso Peter Ustinov sul set del film per ingannare la noia. L'attore amava dare agli amati felini nomi buffi e stravaganti. Così uno è stato battezzato Cat-tastrophe e un altro Cat-atonic. Si tratta di umorismo anglosassone, certo, di un modo agevole di forgiare battute leggere, ma al contempo dà la misura di quanto i parlanti sentano come astrusa e incomprensibile l'etimologia greca di un gran numero di parole usate nel linguaggio corrente. 

Quando il Vecchio mostra a Logan e a Jessica la galleria con i dipinti dei Presidenti degli USA, all'inizio si pensava di includere un ritratto di Richard Nixon, accompagnato dal commento "They used to call him tricky... something". Il gioco di parole era tra Ricky (diminutivo di Richard) e tricky "ingannevole". La battuta, considerata troppo controversa per l'epoca, fu infine soppressa. 

Peter Ustinov ha improvvisato gran perte dei suoi dialoghi. Questi sono apparsi incredibilmente noiosi, tanto che nell'edizione italiana sono stati tradotti soltanto in parte, lasciando interi minuti in lingua originale - secondo un costume che all'epoca era abbastanza in auge. 

Il divano "terrazzato" di cuoio che fa bella mostra nella casa di Logan 5 è frutto dell'ingegno del disegnatore svizzero Ubald Klug, che lo ha progettato per l'industria di mobili De Sade. Il pezzo in questione è stato etichettato come n° DS-1205. All'epoca era disponibile per l'acquisto e molto costoso. 

La lotta tra Jessica e Holly era stata programmata per essere più lunga, ma lo stesso Anderson dovette intervenire per ridurne l'intensità e la durata: temeva che le due sensuali creature ci mettessero troppo impegno, finendo con lo strapparsi davvero i capelli e col graffiarsi.  

Opere derivate 

Menzioniamo senz'altro la serie televisiva La fuga di Logan (Logan's Run, 1977-1978), sempre prodotta dalla MGM. È composta da 14 episodi, di cui un episodio pilota di 90 minuti e 13 episodi di 50 minuti ciascuno. La prima TV italiana è avvenuta nel 1984. La serie ingarbuglia la trama al punto da diventare inconcludente, cosa che alla fin fine è stata la sua Nemesi. 

Ci sono poi due serie di fumetti. La prima serie è stata prodotta da Marvel Comics nella stagione 1976-1977 ed è formata da 7 numeri. In Italia la pubblicazione, opera dell'Editoriale Corno, è avvenuta nel 1978. La seconda serie, opera di Nolan, è stata pubblicata a metà degli anni '80 dalla Malibu Graphics. 

Alla metà degli anni '90, a riprova della vitalità e del successo della storia, è stato progettato un nuovo film. Ancora nel 2000 non ne era uscito nulla, ma il produttore Joel Silver era pronto a collaborare con Skip Woods per la regia e la sceneggiatura. Ha così avuto inizio un'odissea i cui contorti dettagli occuperebbero un volume di enciclopedia. Tutta questa fatica non ha portato proprio a nulla. Anzi, possiamo dire che l'intero progetto è andato in merda.

martedì 21 agosto 2018


THE TRUMAN SHOW

Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1998
Lingua: Inglese
Durata: 103 min
Rapporto: 1,85 : 1
Genere: Commedia, drammatico, fantascienza,
    satirico
Regia: Peter Weir
Soggetto: Andrew Niccol
Sceneggiatura: Andrew Niccol
Produttore: Edward S. Feldman, Andrew Niccol,
     Scott Rudin, Adam Schroeder
Produttore esecutivo: Lynn Pleshette
Casa di produzione: Paramount Pictures, Scott
     Rudin Productions
Fotografia: Peter Biziou
Montaggio: William M. Anderson, Lee Smith
Effetti speciali: Larz Anderson
Musiche: Philip Glass, Burkhard von Dallwitz
Scenografia: Dennis Gassner

Colonna sonora: 
   1) Sonata per Piano n°11 in La maggiore K331 - Rondò alla turca - Wolfgang Amadeus Mozart
   2) Twentieth Century Boy - The Big Six
  3) Concerto per Piano n°1 in Mi minore, Opus 11 - Secondo tempo - Fryderyk Chopin
  4) Concerto per corno n°1 in Re maggiore - Wolfgang Amadeus Mozart
  5) Love Is Just Around the Corner - Jackie Davies
  6) Wiegenlied - Johannes Brahms
Interpreti e personaggi   
    Jim Carrey: Truman Burbank
    Ed Harris: Christof
    Laura Linney: Hanna Gill/Meryl Burbank
    Noah Emmerich: Marlon
    Natascha McElhone: Lauren/Sylvia
    Holland Taylor: Angela Burbank, madre di
        Truman
    Brian Delate: Kirk Burbank, padre di Truman
    Peter Krause: Lawrence
    Blair Slater: Truman da piccolo
    Paul Giamatti: direttore della sala di controllo
    Ron Taylor: Ron
    Don Taylor: Don
    Ted Raymond: Spencer
    Philip Baker Hall: direttore del Network
    Lorin Moore: bigliettaio al molo
    Kevin D. Ross: voce annunciatore in TV
    Kevin James: operatore televisivo
Doppiatori italiani   
    Roberto Pedicini: Truman Burbank
    Adalberto Maria Merli: Christof
    Francesca Guadagno: Meryl Burbank
    Roberto Draghetti: Marlon
    Lorena Bertini: Lauren/Sylvia
    Paila Pavese: Angela Burbank, madre di Truman
    Luca Dal Fabbro: direttore sala di controllo
    Massimo Rinaldi: bigliettaio al molo
    Sergio Matteucci: voce annunciatore in TV
    Bruno Conti: poliziotto

Budget: 60 milioni di dollari (USA)
Incassi al botteghino: 264,1 milioni di dollari (USA)

Trama: Truman Burbank di Seehaven sorride sempre e non sospetta nulla. È un uomo sulla trentina, pieno di entusiasmo, sposato a una tipica americana bionda. In realtà egli è il protagonista di un reality show e tutto il mondo sa tutto di lui, ma proprio tutto: ogni singolo individuo sul pianeta può guardare tramite la TV anche quando il poveretto siede sulla tazza del cesso e si pulisce il buco del culo. Se scruta la carta igienica sporca per vedere se il colore della merda è nella norma o se c'è sangue, anche il più infimo contadino del Mid West può assistere alla scena. Le sue masturbazioni sono di pubblico dominio: anche se Truman non se lo immagina, ogni sua eiaculazione è argomento di chiacchiere in circoli di carampane da New York a Los Angeles. Il villaggio in cui il giovane uomo conduce la sua vita, Seehaven, è artificiale, situato sotto una cupola asettica in cui ogni dettaglio è simulato, persino il clima. Il demiurgo di questa mostruosità è un plutocrate di nome Christof. Questo produttore di Hollywood ha pensato a tutto: per impedire a Truman di mettere il naso fuori da Seehaven gli ha indotto il terrore del mare e dei voli aerei, arrivando a far tappezzare la locale agenzia di viaggi di manifesti che esasperano i pericoli delle tempeste, di attacchi terroristici e via discorrendo. Il trauma che tiene la cavia mediatica lontano dalle acque salate è il ricordo dell'affogamento del padre, che ritorna periodicamente come un flash a squassargli il cranio. La moglie bionda di Truman è una demente futilissima con un cervello così piccolo da far sembrare soprannaturale l'intelligenza di una gallina. Ha il compito di impedire al marito di pensare, e a quanto pare ci è sempre riuscita senza neanche fargli i pompini: a Seehaven ci sono soltanto mariti e mogli che copulano una volta all'anno nella posizione del frate all'unico scopo di procreare. Il punto è che il protagonista non è affatto innamorato della fatua bionda. C'è un'altra nel suo cuore, una ragazza sensuale e ammiccante di nome Lauren, che emerge dai suoi ricordi giovanili. La sua assenza non smette mai di tormentarlo. All'epoca lui era inesperto e per una serie di sfortunate circostanze ha mancato un incontro magico, trovandosi con la vita diretta suo malgrado lungo un corso ben diverso da quello desiderato. In realtà è stato Christof ad architettare tutto, facendo rimuovere Lauren dal suo show ed appioppando al poveruomo un'insipida deficiente. Ovviamente qualcosa va storto nella programmazione e all'improvviso qualcosa cambia. Truman Burbank acquista la Conoscenza e diventa un eroe, inquieto come Odisseo, incurante della sua stessa vita. Audace come un polinesiano, sfiderà il Fato per riuscire nel titanico scopo che si è prefisso: fuggire da un mondo che ormai sa essere fittizio.


Recensione:

Certo, è una bella commediola satirica innervata di fantascienza distopica, anche se il faccione ghignante di Jim Carrey disturba un po' con le sue smorfie. Va detto che non si tratta di un'idea così originale come può sembrare a prima vista. Sono consapevole del rischio di attirarmi la furia di molti fantascientisti dall'encefalo squadrato e livellato come un cubetto di porfido, ma non tacerò. Se ben vogliamo vedere, il prototipo di questa pellicola e di altre simili è chiaramente identificabile: La fuga di Logan (Logan's Run), diretto da Michael Anderson (1976), che avremo modo di recensire a suo tempo. Derivati dalla stessa fonte sono anche The Island, diretto da Michael Bay (2005) e Moon, diretto da Duncan Jones (2009). Mi si obietterà che le trame di queste opere sono molto diverse tra loro. In realtà questo non corrisponde a verità. Diverse sono le ambientazioni e i dettagli, mentre identica è l'idea portante. Ecco la sua articolazione: 

1) Un ambiente artificiale retto da un'intelligenza demiurgica e menzognera che nasconde la realtà vera;
2) Un individuo che si rende conto di qualcosa che non quadra;
3) La presa di coscienza graduale del protagonista, che finisce col capire di essere stato ingannato;
4) La fuga del protagonista e la sua immissione nella realtà vera, a lui completamente sconosciuta;
5) La nemesi del demiurgo dell'inganno (questo punto può mancare). 

Guardate come questo schema si adatta bene a tutti i film da me menzionati.

La fuga di Logan

1) Una città sotto una cupola, che fa credere ai cittadini di essere i soli superstiti di una catastrofe nucleare. Impone la morte di ogni individuo al compimento dei 30 anni, facendo credere che i morti rinasceranno nei bambini, tutti prodotti tramite clonazione.
2) Logan 5 sa che ci sono fuggitivi e che questi sfuggono per necessità al ciclo delle rinascite; si accorge però che i fuggitivi troppo numerosi. 
3) Logan 5 capisce che il bilancio non torna: nessuno è mai rinato e tutti i morti sono perduti per sempre.
4) Logan 5 approfitta di una missione per evadere dalla città: si rende conto che tutti i fuggitivi sono morti, poi vede che non c'è stata alcuna catastrofe nucleare e trova un uomo anziano.
5) Logan 5 ritorna nella città, con la sola forza della sua volontà manda in tilt il computer-demiurgo; poi conduce il vecchio alle ragazze, che lo accolgono festanti, lo palpano, esprimono con la loro gioia il desiderio di masturbarlo e di fellarlo. 

The Island 

1) Una popolazione vive in un ambiente alienante ed artificiale, dove un'intelligenza demiurgica fa credere alle persone di essere i superstiti di una catastrofe batteriologica; mette in palio in una lotteria un posto nella fantomatica Isola, ultimo ambiente privo di patogeni.
2) Lincoln-6-Echo dubita dell'ambiente in cui vive. Nota il continuo arrivo di "superstiti" da un ambiente esterno di cui non sa nulla. 
3) Lincoln-6-Echo trova un insetto in un'area riservata e capisce che la contaminazione è una balla colossale.
4) Lincoln-6-Echo riesce a trovare il pretesto di una riparazione ed evade con successo. Si trova in un mondo simile a quello in cui viviamo. Apprende con sgomento la verità sul suo luogo di origine: lui e i suoi simili sono cloni creati per fornire organi per i trapianti, richiesti dalla gente del mondo esterno.
5) La sporca faccenda dei cloni creati come produttori di organi da trapiantare diventa di pubblico dominio e l'azienda demiurgica va in rovina: alla gente del mondo esterno era stato fatto credere che non venissero prodotti esseri senzienti.

Moon

1) Sam Bell è l'unico abitante di una base lunare adibita da una potente multinazionale all'estrazione di elio-3. Un'intelligenza artificiale demiurgica gli fa credere che alla scadenza del suo contratto ritornerà dalla sua famiglia. In realtà il protagonista è un clone, la sua famiglia non esiste, allo scadenza del contratto sarà terminato e sostituito da un altro clone. 
2) In seguito ad un incidente, Sam Bell sperimenta forti mal di testa e allucinazioni. Per caso ascolta una comunicazione dell'intelligenza artificiale, che vuole impedirgli di recarsi in una certa area del campo minerario. Cominciano i dubbi.
3) Sam Ball si reca proprio nell'area interdetta e scopre un altro se stesso privo di coscienza. Riporta il clone alla base e lo fa risvegliare. A un certo punto lui e il suo simile capiscono l'arcano: sono entrambi cloni del vero Sam Bell.
4) I due Sam Bell elaborano un complesso piano. Mentre il clone più anziano, ormai prossimo alla morte, subisce un grave incidente per far trovare il proprio corpo agli inviati della multinazionale, il clone più giovane si mette in un bidone e si fa sparare verso la Terra, scalpitando come un moccioso decerebrato. 
5) Il Sam Bell sparato sulla Terra arriva a destinazione, dice tutto ai giornalisti e fa scoppiare uno scandalo che travolge la multinazionale demiurgica, che finisce sotto inchiesta.


Arriviamo dunque a The Truman Show

1) Truman Burbank è a sua insaputa il protagonista di un reality show, prodotto dal demiurgo Christof. Tutto ciò che vive e sperimenta nella sua nativa Seehaven è illusione. La sua esistenza è un fake che serve solo ad incrementare l'audience del programma.
2) Truman Burbank si rende conto che alcuni dettagli sembrano artificiali, come ad esempio una donna con una carrozzina e un maggiolino giallo ammaccato che percorrono all'infinito la stessa via, quasi rincorrendosi.
3) Dopo numerosi tentativi fallimentari di fuga, Truman Burbank capisce l'arcano. Vede ricomparire suo padre, che credeva morto. Uscito da Seehaven, si rende conto che vengono scatenati incendi e addirittura un incidente nucleare pur di fermarlo. Quando una guardia a lui del tutto ignota lo chiama per nome, il protagonista ha la conferma più chiara della natura illusoria della sua esistenza.  
4)
Rubata un'imbarcazione, Truman Burbank si dirige al largo e trova letteralmente i confini dello studio cinematografico, con una porta attraverso cui passa nel mondo vero.
5)
Christof non subisce nemesi, si limita a riorganizzare il suo reality show.

Non vedete che si tratta sempre della stessa identica storia?


Indebita attribuzione di paternità 

A quanto ho appreso nel Web, la paternità del soggetto di The Truman Show è attribuita all'episodio 23 della prima serie della fortunata serie televisiva The Twilight Zone, conosciuta in Italia come Ai confini della realtà. L'episodio in questione si intitola L'avventura di Arthur Curtis (l'originale è A World of Difference) e risale al 1960. Riporto sinteticamente la trama.

Un manager di successo, Arthur Curtis, è felicemente sposato e ha una figlia. La sua vita è piena e non è turbata nemmeno da un'ombra. Un giorno, mentre sta trafficando per prenotare un viaggio a San Francisco con la sua amatissima famiglia, quando si accorge che il telefono non funziona (all'epoca non esistevano gli smartphone!). Alzata la cornetta sente una voce imperiosa che urla "STOP!" (nella versione originale "CUT!"). Di colpo le pareti della stanza si dissolvono e il manager ha davanti a sé il set di un film. Il regista aggressivo lo apostrofa. Tutti si rivolgono a lui chiamandolo Gerald (Gerry) Raigan e lo considerano un attore. A quanto pare è così, anche se lui trasecola in preda allo shock: l'intera vita di Arthur Curtis è soltanto il copione di un film! Ecco che arriva una donna fascinosa e volitiva, una bionda amazzone che si scaglia come una furia contro l'uomo ancora in preda al trauma: è Nora, l'ex moglie di Gerry Raigan, che pretende da lui la firma di un assegno milionario. A quanto pare l'uomo è un alcolizzato terminale e la sua vita sta andando a rotoli. Cerca di fare di tutto per dimostrare di essere Arthur Curtis, ma alla fine dave cedere. Il suo agente gli mostra il copione del film Il mondo privato di Arthur Curtis, cosa che annichilisce gli ultimi barlumi di forza dell'uomo già annichilito. L'untuoso agente dice anche che la produzione è stata cancellata e che lo studio sta per essere smantellato. In preda alla disperazione, Curtis si siede, si abbandona al torpore e... sparisce. Ritorna per incanto nel suo mondo, lasciandosi l'incubo alle spalle.

Come si può vedere, c'è soltanto un elemento in comune con The Truman Show: l'idea di un uomo la cui stessa vita è in realtà uno spettacolo televisivo. Le differenze sono abissali. Le elenco: 

- Christof ha gestito l'esistenza di Truman fin dal concepimento, guidandone scientemente ogni passo dalla nascita, per anni. Lo ha coltivato come una piantina ornamentale, o come un pollo.
- Il regista del film su Arthur Curtis, l'agente e i produttori non manipolano in alcun modo Gerald Raigan. Anzi, si stupiscono moltissimo del fatto che si identifichi nel protagonista del film. 

- Truman sospetta che il suo mondo è finto e cerca di uscirne.
- Arthur Curtis si trova catapultato in un mondo che non è il suo, senza il minimo preavviso. Non c'è alcun processo di acquisizione della Conoscenza. Anzi, il salto in un altro mondo rischia di annientarlo.

- La salvezza per Truman è l'uscita da Seehaven e l'ingresso nel mondo vero.
- Per Arthur Curtis il mondo in cui si gira il film sulla sua vita è dannazione, è Inferno. La Salvezza è il ritorno a casa, dalla propria famiglia.

- Truman fino a un certo punto ignora l'inganno, mentre lo spettatore sa tutto su Christof e sulle sue diavolerie.
- L'intera vicenda di Arthur Curtis è oscurissima e potrebbe spiegarsi scientificamente in due modi:
  i) Dal punto di vista del mondo di Curtis, il mondo di Raigan è un'esperienza onirica insolitamente vivida, un incubo denso che alla fine si conclude.
  ii) Dal punto di vista del mondo di Raigan, il mondo di Curtis è un'allucinazione unita a profonde amnesie dovuta all'alcolismo: possono essere sintomi di sindrome di Korsakov. La scomparsa di Raigan si può spiegare facilmente, visto che molte persone colpite da demenza scompaiono e non le si riesce a trovare più.

Come si può vedere, The Truman Show non c'entra proprio nulla con A World of Difference. Se paragoniamo il soggetto di Niccol a un virus, al massimo l'episodio 23 della prima serie di The Twilight Zone ha dato qualcosa alla guaina proteica, non certo al corredo genetico.

Banalità varie

Salta subito all'occhio che Truman è semplicemente un True Man, ossia "Uomo Vero", "Uomo Sincero" - probabilmente anche nell'accezione di "sempliciotto". Per contro il nome del Demiurgo Christof è stato analizzato come Christ-Off. La vulgata corrente, un po' tirata per i capelli, interpreta questa singolare formazione come un sinonimo di Antichrist "Anticristo".

Spunti gnostici e occasioni perse 

L'idea della realtà come inganno prodotto da un potente demone è alla base del credo degli Gnostici dell'epoca antica. Proprio il cinema l'ha sfruttata in non poche occasioni, ma purtroppo senza comprenderla appieno. Tutti i film che abbiamo menzionato hanno una caratteristica assai fastidiosa, che ricorre molto di frequente nel cinema. Si tratta di una fede ingenua nelle capacità umane. Tutto si fonda sull'idea che non soltanto l'aver compreso gli inganni del Demiurgo porti all'invulnerabilità, ma che addirittura possa provocare la fine del suo Regno. Nel mondo dei Puffi funzionerebbe di certo, dato che la minaccia più terribile è Gargamella. In realtà Christof avrebbe trovato un modo estremamente semplice ed efficace per lobotomizzare Truman e rendergli impossibile la fuga. Con il suo immensa potere lo avrebbe potuto fermare subito o correggere senza farlo sapere al pubblico, al primo insorgere di una qualsiasi stravaganza. Ovvio, su queste basi il film non sarebbe stato girato. Anche The Island e Moon hanno un finale di una stupidità sconvolgente: davvero si può credere che possa scoppiare uno scandalo in grado di fermare un organismo complesso e potente come una multinazionale? A quanto pare i vari registi non sanno che esistono i killer aziendali! 

mercoledì 2 agosto 2017


UN RAGAZZO E IL SUO CANE

Titolo originale: A Boy and His Dog
Aka:
 Un ragazzo, il suo cane, due inseparabili amici;
    Apocalypse 2024
Anno: 1975
Regia: L.Q. Jones
Genere: Fantascienza
Lingua: Inglese 
Durata: 91 min
Tratto da: A Boy and His Dog, di Harlan Ellison
Sceneggiatura: L.Q. Jones, Harlan Ellison, Wayne Cruseturner
Musica: Tim McIntire, Ray Manzarek,
    Jaime Mendoza-Nava
Produttore: L.Q. Jones, Alvy Moore
Fotografia: John Arthur Morrill
Montaggio: Scott Conrad
Interpreti e personaggi:
   Don Johnson: Vic
   Susan Benton: Quilla June Holmes
   Alvy Moore: Dottor Moore 
   Jason Robards: Lou Craddock
   Helen Winston: Mez Smith
   Michael Rupert: Gery
   Tim McIntire: Blood
   Hal Baylor: Michael
   Charles McGraw: Predicatore
   Ron Feinberg: Fellini
   Don Carter: Ken
   Michael Hershman: Richard
   L.Q. Jones: Attore di film porno
   Dickie Jones: Uomo con la pistola
   Maggie Smith: Vecchia sopravvissuta
Doppiatori originali:
   Charles McGraw: Blood

Trama: 
Siamo nell'Anno del Signore 2024, nel polveroso e arido scenario postatomico provocato dalla Quarta Guerra Mondiale. Ovviamente la popolazione è stata decimata, ci sarebbe da stupirsi del contrario. Uno dei superstiti è un ragazzo, Vic, al cui seguito zampetta un cagnolino arruffato di nome Blood, un botolo dotato di poteri telepatici e di intelligenza umana. Tramite queste capacità, il cane e il suo padrone sono in grado di comunicare. Vic e Blood vagano nelle solitudini cercando cibo e non solo: il botolo funge anche da lenone e procura al ragazzo compagnia femminile - cosa abbastanza scabrosa, data l'età del giovane, che dev'essere innaturalmente precoce. A un certo i due punto incontrano una ragazza di nome Quilla June Holmes, che vive nella città ctonia di Topeka. La ragazza farà cadere Vic in una trappola, facendolo separare dal cane telepatico. Le genti di Topeka non riescono a riprodursi, dato che gli uomini sono sterili e spesso anche affetti da impotenza. I pochi uomini fertili catturati vengono adibiti alla fecondazione a raffica delle donne.
Pensate, una città affamata di sperma fecondo! Dopo varie peripezie, Vic sceglierà di abbandonare la città delle donne assatanate e di fare ritorno dal suo cagnolino. I due si allontaneranno dai miseri resti del genere umano, perdendosi in un orizzonte senza vita. 

Recensione:
Proiettato al Cineforum Fantafilm dell'amico Andrea "Jarok" Vaccaro il primo febbraio 2010, in lingua originale e in bianco e nero - per via di qualche problema tecnico non risolto. Definito "un misconosciuto film fantastico, tratto da una novella apocalittica di Harlan Ellison", lo descriverei piuttosto come una colossale pataccata. Un film tremendo, trash all'ennesima potenza! Se dovessi stilare una classifica delle peggiori boiate viste in vita mia, di certo sarebbe in una posizione abbastanza elevata. Tanto per rendere l'idea, è stata utilizzata una sola voce per il protagonista e il patetico cane telepatico, cosa che rende i dialoghi del tutto incomprensibili. A proiezione finita, nella mia mente pulsava la seguente sentenza: "Dire che fa schifo anche ai porci è ancor poco!". Nonostante gli stimoli concettuali descritti nella trama, non sono riuscito a evitare una pesante sonnolenza: la monotonia delle sequenze era assoluta. In genere i critici ritengono cosa della massima importanza ricordare che il protagonista del film, il giovanissimo Don Johnson, sarebbe poi diventato famoso per aver interpretato James "Sonny" Crockett in Miami Vice. In genere si crede che una recensione debba essere un cumulo di simili informazioni e di paccottiglia tecnica. Ebbene, io la penso diversamente. Così interesserà di certo a milioni di internauti sapere che dal racconto originale di Harlan Ellison è stata anche ricavata una graphic novel disegnata da Richard Corben. Ellison? Corben? E chi sono costoro? Chi li conosce? 

Un futuro contratto

Il film è ambientato nel 2024. Per una persona del 1975, lo scenario postatomico di A Boy and His Dog era proiettato circa cinquant'anni nel futuro. Ad accrescere il senso di angoscia, la locandina riportava la scritta "a future you'll probably live to see". Negli anni '70 dello scorso secolo si credeva che l'anno 2000 sarebbe stato uno spartiacque ontologico, passato il quale il mondo avrebbe avuto una nuova definizione, divenendo rapidamente irriconoscibile. Questo senso di futuro incombente è palpabile nel filone apocalittico del cinema, influenzato dal millenarismo. In genere il comodo escamotage che nell'immaginario collettivo avrebbe innescato questa trasformazione repentina era una guerra termonucleare. Questa pretesa di un'improvvisa riorganizzazione dell'esistente è decisamente ingenua. La realtà cambia per accumulo e integrazione di un gran numero di piccoli mutamenti irreversibili, come quelli indotti dal processo di cottura che rassoda un uovo liquido. Una catastrofe atomica di vaste proporzioni spezzerebbe la società umana e la annienterebbe, al punto che le previsioni fatte dai film postapocalittici ci sembrano incredibilmente rosee. Come spesso accade, questi creativi dello scorso secolo si sono dimostrati incapaci di proiettarsi in un futuro che noi stiamo per vivere come presente, né hanno potuto prevederne le criticità o comunque descriverlo in modo verosimile. La distanza tra le loro elucubrazioni e questo inizio del XXI secolo dimostra il fallimento stesso della Fantascienza, che da un lato è stata superata dalla realtà dei fatti, dall'altro si è dimostrata troppo precipitosa.     

Informazioni contraddittorie

Non posso nascondere che la sinossi trovata sul sito Mymovies.com contiene elementi contraddittori e difficilmente spiegabili. Questo è il link: 


Intanto il film è attribuito all'anno 1985 anziché al 1975 (dieci anni di differenza). Inoltre sono presenti dettagli truculenti che non ricordo affatto. Vic, stando a questa descrizione, ucciderebbe Quilla e la darebbe in pasto al botolo, cosa che non ricordo affatto di aver visto. Una simile scena cruenta avrebbe di certo attirato la mia attenzione! Riflettendo un attimo ho infine trovato la soluzione. Verosimilmente azioni sanguinarie come l'uccisione della ragazza e il suo smembramento non sono state mostrate in modo esplicito, e il tutto doveva essere fatto capire allo spettatore mostrando il grugno del barboncino sporco di sangue - a riprova del fatto che si era cibato di carne umana. Siccome il buon Andrea Jarok ha proiettato il film in bianco e nero, il sangue non lo si è visto proprio e un dettaglio molto importante è così passato inosservato. Ciò è confermato dalla Wikipedia in inglese, che nell'agosto 2017 riporta quanto segue: "This results, off-camera, in her being killed and her flesh cooked, so that they can eat and survive. Blood thanks Vic for the food, and they both comment on Quilla June, with Vic stating it was her fault to follow him, and Blood joking that she didn't have bad 'taste'." La solita mania americana dell'off-camera! Immagino che anche le elettroeiaculazioni menzionate nel web fossero off-camera. Mi ci è voluto un po' di tempo per rimettere in ordine le informazioni e farle collimare con i ricordi. A un certo punto sono giunto addirittura a credere che nel 1985 fosse stato fatto un remake del film del 1975, tuttavia Mymovies.com riporta Don Johnson come protagonista e non è quindi possibile che si tratti di due film diversi. Del resto, quanti film trash del genere tratti dal lavoro di Ellison potranno mai esistere? Si deduce che Mymovies.com non è un sito affidabile e che è pieno di bachi.