Titolo originale: Logan's Run
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1976
Durata: 118 min
Genere: Fantascienza
Sottogenere: Distopia, postapocalittico
Regia: Michael Anderson
Soggetto: William F. Nolan e George Clayton Johnson
(romanzo omonimo, scritto a quattro mani)
Sceneggiatura: David Z. Goodman
Produttore: Saul David, Hugh Benson
Compagnia di produzione: Metro-Goldwyn-Mayer
Distribuzione: United Artists (USA, Canada); Cinema
International Corporation (internazionale)
Musiche: Jerry Goldsmith
Interpreti e personaggi:
Michael York: Logan 5
Jenny Agutter: Jessica 6
Richard Jordan: Francis 7
Roscoe Lee Browne: Box
Peter Ustinov: L'anziano
Farrah Fawcett: Holly
Michael Anderson Jr.: Doc
Randolph Roberts: L'uomo del Santuario
Lara Lindsay: La fuggiasca
Lara Lindsay: La voce del computer centrale
Gary Morgan: Billy
Michelle Stacy: Mary 2
Laura Hippe: Una donna
David Westberg: Il guardiano
Camilla Carr: La donna del Santuario
Gregg Lewis: Cub
Ashley Cox: La ragazza timida
Doppiatori italiani:
Roberto Chevalier: Logan 5
Vittoria Febbi: Jessica 6
Massimo Giuliani: Francis 7
Sergio Fiorentini: Box
Antonio Guidi: L'anziano
Flaminia Jandolo: Holly
Gianni Marzocchi: Doc
Paila Pavese: La fuggiasca
Germana Dominici: La voce del computer centrale
Titoli tradotti:
Tedesco: Flucht ins 23. Jahrhundert
Francese: L'Âge de cristal
Spagnolo: La fuga de Logan (Spagna);
Fuga en el siglo XXIII (America Latina)
Portoghese: Fuga do Século XXIII (Portogallo);
Fuga no Século XXIII (Brasile)
Polacco: Ucieczka Logana
Russo: Бегство Логана
Finlandese: Pako tulevaisuudesta
Svedese: Flykten från framtiden
Rumeno: Fuga lui Logan
Turco: Logan'ın Kaçışı
Giapponese: 2300年未来への旅
Budget: 7 milioni di dollari USA
Box office: 25 milioni di dollari USA
Premi e riconoscimenti: 1977 - Premio Oscar
Migliori effetti speciali (Oscar Speciale) a L. B. Abbott, Glen Robinson e Matthew Yuricich
Candidatura alla Migliore fotografia a Ernest Laszlo
Candidatura alla Migliore scenografia a Dale Hennesy e
Robert De Vestel
1976 - Saturn Award
Miglior film di fantascienza
Migliore fotografia a Ernest Laszlo
Migliore scenografia a Dale Hennesy e Robert De Vestel
Migliori costumi a Bill Thomas
Miglior trucco a William Tuttle
Trama:
Siamo nell'anno 2274. In seguito a una guerra globale, all'inquinamento e alla sovrappopolazione, il genere umano è stato decimato. I suoi superstiti sono confinati in una città isolata dall'ambiente esterno tramite una cupola geodetica. Un computer centrale onnipresente gestisce la popolazione superstite, penetrando in modo capillare in ogni aspetto anche insignificante della vita dei cittadini. Viene erogato ogni bene materiale e viene permessa a tutti la fruizione di un'esistenza edonista, nella più assoluta libertà sessuale. Tutto ciò esige, com'è ovvio, una pesante contropartita. Non soltanto al cittadino è proibito avere il benché minimo atteggiamento critico verso il sistema, ma la stessa durata della vita è soggetta a una drastica limitazione: per far sì che le risorse, non abbondantissime, possano essere garantite a tutti nel corso delle generazioni, nessuno può vivere più di trent'anni. Tutti portano innestato nella mano destra un cristallo il cui colore dà la misura di quanto manca all'exitus: quando diventa rosso e lampeggiante, significa che l'ultimo giorno è giunto. Quando giunge la fatidica scadenza, il soggetto, che sia uomo o donna, è costretto a trovare la propria distruzione in un gioco brutale e violento, il Carousel. Coloro la cui vita terrena è scaduta vengono sollevati nell'aria da un potente aspiratore che li porta a collidere con una superficie incandescente, il che provoca la subitanea morte in una deflagrazione. I presenti, a cui poco sembra importare il fatto di essere destinati alla medesima fine, siedono in un anfiteatro per assistere all'evento, come se fosse uno spettacolo sportivo. Sono pieni di entusiasmo, forse grazie a qualche sostanza alterante, e urlano in preda alle convulsioni: "Rinnovatevi!" Perché questa è la misera verità: tutti sono accomunati da una stessa fede fanatica nella metensomatosi. Credono cioè che i morti ritorneranno in vita. Ad ogni morto corrisponde un nascituro, procreato per clonazione, secondo un meccanismo considerato deterministico. L'anima degli esplosi, dei bruciati nel Carousel, trasmigra infallibilmente nel corpo di un poppante appena uscito dall'utero di una madre. Questo è il senso dell'imperativo del Carousel: il Rinnovamento. Logan 5 è chiamato così perché considerato la quinta reincarnazione del genotipo Logan. La sua condizione è tutto sommato privilegiata: egli è infatti un Sandman, ossia un Sorvegliante, una specie di poliziotto incaricato di eliminare fisicamente tutti coloro che cercano di sfuggire al loro triste destino. Esiste infatti un'organizzazione clandestina i cui membri indossano una collana col simbolo dell'Ankh e hanno come scopo l'evasione dalla città. Sono i Runners, ossia i Corridori. Facendo sfoggio di un ipocrita eufemismo, si dice che vogliono sottrarsi al Rinnovamento. Il Computer Centrale è afflitto da grave paranoia e crede che i fuggitivi si radunino in un luogo del mondo esterno, conosciuto come il Santuario. Così proprio a Logan 5 viene dato l'incarico di infiltrarsi tra i ribelli, di uscire dai confini della città per individuare il loro quartier generale e distruggerlo. Le perdite ammontano a oltre un migliaio di persone sfuggite ai Sorveglianti. Con una mossa di un'estrema stupidità, il Computer Centrale riprogramma il cristallo vitale di Logan 5 togliendogli 4 anni di vita e rifiutandosi di chiarire se questi anni gli verranno restituiti al termine della missione. Di fatto, l'agente ha la sola alternativa di diventare a sua volta un Runner per sottrarsi all'incombente Carousel. Di fronte a quanto gli è stato rivelato, la sua intelligenza lo porta a capire che, essendo così numerosi i fuggitivi, il meccanismo di reincarnazione del Rinnovamento è soltanto una menzogna. Assieme alla bellissima Jessica 6, una Runner che ha conosciuto, si inoltra fuori dalla città in un viaggo nell'Ignoto. Suo implacabile nemico è ora il Sandman Francis 7, che un tempo era il suo miglior amico. Entusiasta sostenitore del sistema e persecutore satanico di ogni dissidente, Francis 7 è talmente invasato da godere fisicamente nell'assistere all'annientamento delle vittime del Carousel. Non riuscirà comunque a eliminare i due Fuggitivi, anzi, il suo destino è di finire ucciso in un'ingloriosa colluttazione. Il contatto della coppia con il mondo esterno ha esiti fondamentali quanto inattesi per l'intera comunità. Non c'è traccia alcuna della contaminazione nucleare usata dal Computer Centrale come spauracchio per confinare la popolazione sotto la cupola: la Natura è lussureggiante e le lucertole zampettano sui resti dei muri. Logan 5 e Jessica 6 scoprono un sopravvissuto del vecchio mondo, un anziano che vive tra le rovine assieme a un gran numero di gatti e lo conducono al loro luogo d'origine, provocando il crollo del Regime.
Recensione:
Il film di Anderson è di certo un capolavoro che mi ha profondamente colpito, anche se non tutto regge guardandolo a decenni di distanza dall'epoca che l'ha visto nascere. È un suggestivo e complesso intreccio di temi antropologici, sociologici e filosofici da cui si possono originare discussioni senza fine. Alcune scene fanno sognare. Come sarebbe bello poter provocare l'implosione del Sistema con un semplice atteggiamento di pervicacia, proprio come Logan 5 che fa impazzire il Computer Centrale resistendo alle sue pressioni e contraddicendo il suo dogma fondante dell'esistenza del Santuario! "Il Santuario non esiste!": questa sublime frase ripetuta di continuo, questo mantra taumaturgico che permette alla volontà del dissidente di vincere un apparato leviatanico, come San Michele Arcangelo ha sconfitto il Dragone! Sarebbe troppo bello se fosse vero!
Capitan Findus robotico!
L'illusione dell'esstenza stessa del Santuario cade ben presto, quando Logan 5 e Jessica 6 giungono in un antro glaciale ove regna Box, un orrido robot assassino che intercetta tutti i Fuggitivi, li macella e ne fa del cibo per la popolazione della città. Questo è un punto debole della narrazione, a mio avviso. Se ci pensiamo un attimo, il Computer Centrale non può essere all'oscuro dell'origine delle forniture di cibo che permettono alla città di essere autosufficiente. Deve quindi sapere che Box intercetta svariate fonti di materia commestibile nel mondo esterno, inclusi i Fuggitivi. Quindi sa per certo che il Santuario non esiste. Allora com'è possibile che alla fine Logan 5 riesca a mandare in cortocircuito la tirannica macchina affermando con pervicacia che il Santuario non esiste?
Teletrasporto erotico!
Le genti della città sotto la cupola godono di ogni sorta di sostegno alla loro vita di piaceri sensuali. Un marchingegno mirabile detto Circuito semplifica molto la vita, permettendo al suo proprietario di sintonizzarsi sull'immagine di una possibile compagna di giochi erotici, per giunta passando con un telecomando alla successiva qualora non fosse soddisfatto dalla proposta. Alla bisogna è anche possibile sintonizzarsi su un travestito. Tutto sommato si tratta di una sorta di chat erotica ante litteram, non troppo dissimile da Chaturbate, quel sito in cui ragazze e ragazzi della Z Generation si masturbano furiosamente, con un peduncolo di gomma rosa infilato nel deretano per misurare l'audience. C'è però una differenza sostanziale. Logan 5 può premere l'apposito tasto, ed ecco che la persona su cui la macchina si è sintonizzata viene teletrasportata all'istante e compare per incanto nell'appartamento, in carne ed ossa. Proprio così il nostro eroe fa la conoscenza della bellissima Jessica 6. Siamo quindi di fronte a un vero e proprio teletrasporto erotico. L'ingenuità di fondo è questa: mi pare impossibile che una società tecnologica arrivi a progredire a tal punto da permettere il teletrasporto delle persone, per poi limitare questa meraviglia a contesti erotici. Solo per fare un esempio, non avrebbe potuto farne un uso politico? Non sarebbe stato estremamente comodo ai Sandmen poter usufruire del teletrasporto nelle loro operazioni di caccia ai Runners?
Un paradosso nel concetto di metempsicosi
Già Giulio Cesare, anche soprannominato Regina di Bitinia, ebbe a manifestare un certo grado di scetticismo sulle dottrine della metempsicosi e della metensomatosi, imperanti nelle Gallie. Così spiega nel De bello Gallico, VI: "In primo luogo, i druidi vogliono infondere queste credenze: che l'anima non muore, ma che dopo la morte passa da un corpo a un altro, e i druidi pensano che i galli siano stimolati soprattutto da questa credenza a comportarsi valorosamente, essendo stato messo da parte il timore della morte". Anche Lucano parlava della "felice illusione dei popoli che vivono sotto l'Orsa, non ossessionati dal più grande dei timori, il timpore della morte" (Bellum Civile, I). Per gli autori romani erano ingegnose invenzioni della classe sacerdotale dei Druidi, che le utilizzava per infondere un immenso coraggio ai guerrieri, perché "convinti che è da vile risparmiare una vita che dovrà tornare". Diodoro Siculo sembra alludere in modo fugace e indiretto a una setta minoritaria di dissidenti, quando scrive "tra di loro prevale la dottrina pitagorica, secondo la quale le anime umane sono immortali e rivivono per un cero numero di anni in un altro corpo." (V, 28, 6). Se la dottrina pitagorica prevaleva, significa dunque che non era condivisa da tutti? Forse vi erano Druidi che aderivano piuttosto alle dottrine stoiche di disgregazione dell'Essere con la morte, verosimilmente perché lo ritenevano composto di atomi. A quanto pare né i Druidi né Siddharta Gautama Buddha si sono posti il problema del bilancio ontologico. Sono consapevole del fatto che l'idea buddhista sia piuttosto diversa da quella pitagorica. All'atto pratico, tale differenza non è però rilevante. Tante persone muoiono, tante essenze senzienti si devono insediare in nuovi corpi (Buddha parlerebbe di "fiammelle che si accendono"). Che accadrebbe se compissimo uno spaventoso genocidio, eliminando una cinquantina di milioni di persone? Dove andrebbero le loro essenze? Che accadrebbe se portassimo alcune coppie su un nuovo pianeta abitabile, ammesso che la cosa sia fisicamente possibile? Da dove proverrebbero le essenze vitali dei milioni di discendenti di questi pochi capostipiti? Buddha parla di pluralità dei mondi: si avrebbe migrazione delle fiammelle vitali da un mondo ad un altro. Resta però il fatto che tali mondi diversi dal nostro non siano esperibili da mente umana, ergo non dimostrabili. Il fatto angosciante che ci appare in tutta la sua ragionevolezza è il Principio di Conservazione dell'Essere: l'essenza di un vivente non può essere creata né distrutta. Questo è il pilastro di ogni dottrina della metempsicosi e della metensomatosi. E ne è anche il punto debole. Da quanto ha potuto osservare, Logan 5 arriva a una desolante conclusione: nessuno si è mai rinnovato!
Etimologia di Carousel
Ebbene sì, il Carousel ha un'etimologia napoletana. Si tratta infatti del celebre carusiello, da cui è derivato anche l'italiano carosello. A quanto pare, in origine sarebbe stato un gioco che consisteva nel lanciarsi una palla di creta, immaginata come la testolina di un caruso, ossia di un ragazzo. Il condizionale è d'obbligo. I romanisti riconducono il vocabolo caruso all'aggettivo latino cariōsus, ossia "marcio", "affetto da carie", interpretando cariēs "carie" come "tigna": da "tignoso" si sarebbe giunti quindi a "liscio", "decalvato", "dal cranio rasato". Questo tentativo etimologico, in ultima analisi opera di Benedetto Croce, mi appare vano e abbastanza grottesco. L'esistenza del verbo carosare (carusare) "rasare, tosare" non è una prova della sua tesi, semmai fa sorgere un ulteriore interrogativo, anche perché i tignosi presentano un cuoio capelluto scabro e marcio, non liscio e simile a quello delle persone rasate.
La spiegazione di carosello fabbricata da don Benedetto è presentata in Italia come un dato di fatto incontrovertibile, ma a quanto pare non è affatto riuscita ad imporsi nel mondo anglosassone. Le fonti in lingua inglese riportano proposte etimologiche assai diverse, che rimandano carosello a carro o a quadriglia. Questo ad esempio è ciò che riporta il famoso dizionario etimologico inglese Etymonline.com:
1640s, "tilting match, playful tournament of knights in chariots or on horseback," from French carrousel "a tilting match," from Italian carusiello, possibly from carro "chariot," from Latin carrus "two-wheeled wagon" (see car). The modern meaning "merry-go-round" as an amusement ride is by 1895, though there are suggestions of such a thing earlier:
A new and rare invencon knowne by the name of the royalle carousell or tournament being framed and contrived with such engines as will not only afford great pleasure to us and our nobility in the sight thereof, but sufficient instruction to all such ingenious young gentlemen as desire to learne the art of perfect horsemanshipp.
[letter of 1673]
Queste divergenze danno testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, del grado di incertezza che si incontra negli studi etimologici, spesso incapaci di fornire una compiuta e attendibile spiegazione a realtà anche di origine abbastanza recente. Per colmo del paradosso, ci troviamo a maneggiare etimologie molto più solide e dimostrabili quando confrontiamo tra loro le antiche lingue di ascendenza indoeuropea!
Etimologia di Sandman
Sia nel romanzo di Nolan-Johnson che nel film di Anderson il termine Sandman è usato come sinonimo di Sorvegliante o di Guardiano: è un eufemismo per assassino, agente della Polizia politica. Quale ne è l'origine? Nel folklore germanico l'Uomo della Sabbia (inglese Sandman, tedesco Sandmann) è un'entità che invia i bei sogni ai bambini. Il volgo crede che l'onirismo sia causato da granelli di sabbia che questa entità mette negli occhi dei dormienti. Accade così che i cispi e le concrezioni lacrimali trovate al risveglio siano interpretate come prove dell'opera dell'Uomo della Sabbia. E tutto questo che attinenza ha con degli assassini, dei pasdaran incaricati di abbattere chi cerca di sfuggire a un'orrida immolazione? Semplice: il Sandman è visto non soltanto come l'artefice del buon sonno e delle immagini che lo allietano, ma anche come il simbolo dell'inevitabile procedere del tempo verso la Morte. Il riferimento può ben essere ai granelli di sabbia della clessidra che simboleggia la vita nel suo vano fluire. Per capire veramente qualcosa su questo argomento, è necessario avere qualche nozione del romanzo da cui è derivato il soggetto del film (vedi più avanti)...
Le fellatrici e il vecchione
Quando Logan 5 e Jessica 6 si imbattono nell'uomo anziano che vive tra le rovine, tanto vetusto da non ricordarsi più nemmeno il proprio nome, accade qualcosa di meritevole della massima attenzione. I due giovani fuoriusciti dalla città sotto la cupola non hanno mai visto prima una persona con più di trent'anni. All'improvviso vengono messi di fronte a tutta una serie di cose che per noi sono scontate ma che a loro appaiono sconosciute e inaudite. Ad esempio desta enorme stupore il fatto che l'uomo sia nato naturalmente dopo essere stato portato in grembo da sua madre. Jessica 6 si innamora immediatamente di lui. Lo si capisce dai suoi occhi, che sono luminosi mentre lo guardano. L'adorazione traspare da ogni fibra del suo essere. I segni stessi della vecchiaia non destano in lei ripugnanza, ma una fortissima attrazione sessuale. Quando gli tocca le rughe sul viso, freme tutta, come se fosse stata scossa da un orgasmo improvviso. Quando alla fine il Vecchio si trova sulla riva del mare in mezzo a una massa di giovani, si capisce subito che è fatto oggetto di un desiderio lancinante. Tutte queste bellissime ragazze si fanno avanti per toccarlo. Vorrebbero inginocchiarsi davanti a lui e fellarlo! Anche se il fallo non avesse risposta erettile, data la tarda età, per le adoratrici sarebbe comunque un'esperienza estatica sentirlo in bocca. Preferirebbero il suo soft cock a qualunque hard cock. Poi ci si pensa e si capisce: non solo le ragazze sono animate da questa bramosia, anche i ragazzi...
Differenze tra il film e il romanzo
Ebbene, non ho letto il romanzo da cui il film di Anderson è stato tratto. Quello che posso dire sui punti di discrepanza tra le due opere deriva da ricerche fatte nel Web.
Innanzitutto il barbarico rito del Carousel non è presente nel romanzo di Nolan-Johnson: è stato introdotto appositamente per il film di Anderson. Si noterà che la prima menzione è nella forma Carrousel (sic). Non mancano esempi della variante Carousell, a dimostrazione di quanto traumatico sia per gli anglosassoni il problema dell'ortografia di parole inconsuete. Nel libro nolaniano la morte era somministrata tramite il cosiddetto Deep Sleep, ossia Sonno Profondo: in pratica era una specie di eutanasia che avveniva tramite camera a gas, chiamata con eufemismo Sleepshop (Negozio del Sonno). Manca del tutto la mistica del Rinnovamento. Si noterà che la denominazione Sandman, connessa proprio con il Deep Sleep, è un elemento incongruo rimasto nella lavorazione della pellicola come un residuo maldigerito, un geroglifico che si staglia come una particella incorruttibile sopravvissuta a un complesso processo di digestione.
Il romanzo è ambientato nel XXII secolo (anno 2116), il film si svolge nel XXIII secolo (anno 2274). Lo stesso concetto di città isolata tramite una cupola geodetica è un'innovazione introdotta dal regista: Nolan e Johnson hanno invece immaginato un mondo sì postcatastrofico, ma interamente esplorabile. L'estensione della vita è di 30 anni nel film, mentre è di soli 21 anni nel libro. Sembra che questo cambiamento sia stato apportato per motivi puramente tecnici: non era agevole produrre una pellicola con un cast tanto giovane.
Si può enucleare un'altra differenza fondamentale. Nel romanzo il Santuario è un luogo reale: si trova sul relitto di una colonia spaziale in orbita intorno a Marte, che Logan e Jessica alla fine riescono a raggiungere con un razzo. La principale conquista delle genti del Santuario rispetto a coloro che sono rimasti sulla Terra è proprio la possibilità di poter vivere per tutto il tempo permesso dal loro corpo, senza nessun obbligo di eutanasia.
Il cristallo che misura quanto resta da vivere, nel film diventa di un rosso splendente quando il tempo scade, mentre nel romanzo vira su tonalità scure fino a diventare nero al giungere dell'ultimo giorno. Il nome gergale dato a questi cristalli da Nolan è "palm flowers", ossia "fiori del palmo della mano". Cosa anche più bizzarra, l'anziano Superstite del Mondo Antico ha soltanto 42 anni nel libro e si chiama Ballard: non è decrepito e non ha rughe sul volto, ma cicatrici chirurgiche. Non sono riuscito a capire se fosse desiderato da torme di fanciulle e di fanciulli in preda alla libidine!
Che altro dire? Spero di leggere il romanzo in un futuro non troppo lontano: se questo accadrà, lo recensirò e approfondirò l'interessante questione.
Curiosità varie
I gatti che vivevano nelle rovine assieme al Vecchio erano in realtà allevati dallo stesso Peter Ustinov sul set del film per ingannare la noia. L'attore amava dare agli amati felini nomi buffi e stravaganti. Così uno è stato battezzato Cat-tastrophe e un altro Cat-atonic. Si tratta di umorismo anglosassone, certo, di un modo agevole di forgiare battute leggere, ma al contempo dà la misura di quanto i parlanti sentano come astrusa e incomprensibile l'etimologia greca di un gran numero di parole usate nel linguaggio corrente.
Quando il Vecchio mostra a Logan e a Jessica la galleria con i dipinti dei Presidenti degli USA, all'inizio si pensava di includere un ritratto di Richard Nixon, accompagnato dal commento "They used to call him tricky... something". Il gioco di parole era tra Ricky (diminutivo di Richard) e tricky "ingannevole". La battuta, considerata troppo controversa per l'epoca, fu infine soppressa.
Peter Ustinov ha improvvisato gran perte dei suoi dialoghi. Questi sono apparsi incredibilmente noiosi, tanto che nell'edizione italiana sono stati tradotti soltanto in parte, lasciando interi minuti in lingua originale - secondo un costume che all'epoca era abbastanza in auge.
Il divano "terrazzato" di cuoio che fa bella mostra nella casa di Logan 5 è frutto dell'ingegno del disegnatore svizzero Ubald Klug, che lo ha progettato per l'industria di mobili De Sade. Il pezzo in questione è stato etichettato come n° DS-1205. All'epoca era disponibile per l'acquisto e molto costoso.
La lotta tra Jessica e Holly era stata programmata per essere più lunga, ma lo stesso Anderson dovette intervenire per ridurne l'intensità e la durata: temeva che le due sensuali creature ci mettessero troppo impegno, finendo con lo strapparsi davvero i capelli e col graffiarsi.
Opere derivate
Menzioniamo senz'altro la serie televisiva La fuga di Logan (Logan's Run, 1977-1978), sempre prodotta dalla MGM. È composta da 14 episodi, di cui un episodio pilota di 90 minuti e 13 episodi di 50 minuti ciascuno. La prima TV italiana è avvenuta nel 1984. La serie ingarbuglia la trama al punto da diventare inconcludente, cosa che alla fin fine è stata la sua Nemesi.
Ci sono poi due serie di fumetti. La prima serie è stata prodotta da Marvel Comics nella stagione 1976-1977 ed è formata da 7 numeri. In Italia la pubblicazione, opera dell'Editoriale Corno, è avvenuta nel 1978. La seconda serie, opera di Nolan, è stata pubblicata a metà degli anni '80 dalla Malibu Graphics.
Alla metà degli anni '90, a riprova della vitalità e del successo della storia, è stato progettato un nuovo film. Ancora nel 2000 non ne era uscito nulla, ma il produttore Joel Silver era pronto a collaborare con Skip Woods per la regia e la sceneggiatura. Ha così avuto inizio un'odissea i cui contorti dettagli occuperebbero un volume di enciclopedia. Tutta questa fatica non ha portato proprio a nulla. Anzi, possiamo dire che l'intero progetto è andato in merda.
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