sabato 20 aprile 2019


DREAMSCAPE -
FUGA NELL'INCUBO

Titolo originale: Dreamscape
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1984
Durata: 99 min
Rapporto: 1,78:1
Genere: Fantascienza, orrore, avventura
Regia: Joseph Ruben
Soggetto: David Loughery, Roger Zelazny
Sceneggiatura: David Loughery, Chuck Russell, Joseph
     Ruben
Produttore: Chuck Russell, Bruce Cohn Curtis
Produttore esecutivo: Tom Curtis
Casa di produzione: HBO
Musiche: Maurice Jarre
Interpreti e personaggi
    Dennis Quaid: Alex Gardner
    Max von Sydow: Paul Novotny
    Christopher Plummer: Bob Blair
    Kate Capshaw: Jane DeVries
    David Patrick Kelly: Tommy Ray Glatman
    Eddie Albert: il Presidente degli USA
    George Wendt: Charlie Prince
    Chris Fulkey: Gary Finch
    Larry Gelman: George Webber
    Cory "Bumper" Yother: Buddy Driscoll 
    Redmond Gleeson: Snead
    Eric Gold: Il padre di Tommy Ray
    Peter Jason: Roy Babcock
    Jana Taylor: Melanie Webber
    Fred M. Waugh: Bill Hardy
    Madison Mason: Fred Schoenstein
Doppiatori italiani
    Claudio Capone: Alex Gardner
    Pietro Biondi: Paul Novotny
Budget: 6 milioni di dollari USA
Box office: 12,1 milioni di dollari USA


Trama: 

Alex Gardner è un giovane bellimbusto biondiccio dal fisico nerboruto, ed è oltretutto dotato di formidabili poteri paranormali. Egli è un telepate. Legge nella mente e può condizionare i desideri altrui penetrando qualsiasi cervello. Il punto è questo: egli usa queste sue facoltà splendide per biechi motivi personali, come le vincite alle corse dei cavalli. Non ci sono dubbi. Caligola sarebbe stato fiero di lui. I suoi problemi sono tutto sommato pochi, ma abbastanza significativi. Nell'agenda delle afflizioni di Alex il primo posto è occupato dal gangster irlandese Snead, che lo tormenta senza sosta per via di certi debiti inevasi. Subito dopo viene il dottor Paul Novotny, che in passato ha compiuto su di lui alcune sperimentazioni scientifiche e che vorrebbe ricominciare a tormentarlo. Accade così un giorno che il ragazzo, pur di sfuggire ai picciotti di Snead, accetta un passaggio da due sconosciuti che si presentano come Finch e Babcock. Viene così riportato nel laboratorio del dottor Novotny. Lo scienziato ora dirige una ricerca sui poteri psionici finanziata da fondi governativi ed è aiutato da una affascinante milf bionda e ricciolona, la dottoressa Jane DeVries. In particolare ha elaborato una tecnica innovativa che permette a sensitivi selezionati di introdursi nel subconscio dei pazienti durante il sonno REM, interagendo con i loro sogni per aiutarli a risolvere traumi psichici. L'ispirazione di questo progetto è venuta a Novotny da studi antropologici su una popolazione indigena della Malesia, i Senoi, che sono capaci di fare sogni lucidi, controllando le proprie immagini oniriche con la forza della volontà. La ricerca, nata allo scopo di aiutare pazienti affetti da incubi, è stata manipolata e dirottata da un potente agente del governo, Bob Blair, che intende usarla per scopi del tutto diversi e ben più sinistri. Nel corso della sperimentazione, Alex si cala nella mente di due soggetti particolarmente problematici. Il primo paziente è un uomo sposato, per la precisione un cornuto, ossessionato dalle attività orgiastiche della moglie che si fa penetrare da tutti, anche dal prete. Il secondo paziente è un bambino paraplegico, Buddy, terrorizzato da raggelanti visioni notturne in cui si manifesta un mostro che ha la forma di un uomo con l'orribile testa di un cobra. In entrambi i casi l'aiuto di Alex è determinante: il cornuto smette di essere ossessionato dai pruriti della moglie e Buddy sconfigge l'uomo-serpente. Nel frattempo il giovane psionico e la bella Jane provano reciproca attrazione. Mentre la milf dai capelli crespi dorme, il suo spasimante si insinua nei suoi sogni riuscendo a consumare un rapporto sessuale. Lei reagisce male, percependo di essere stata manipolata, ma la cosa notevole è un'altra: l'intrusione telepatica nelle sequenze oniriche è avvenuta senza bisogno di alcun mezzo tecnologico, cosa che non era mai accaduta in precedenza. Alex fa la conoscenza dello scrittore Charlie Prince, un ficcanaso che segue di nascosto il progetto di Novotny. Apprende così qualcosa di preoccupante: Blair intende usare la tecnologia onirica per uccidere senza lasciare tracce. Le cose si complicano. Il perfido Blair fa sottoporre il Presidente degli Stati Uniti al trattamento sperimentale, a sua detta per curare l'illustre paziente dagli incubi che lo tormentano. Questi terrori notturni lo proiettano in uno scenario postatomico. A causa dell'apocalisse termonucleare, le città sono distrutte, il cielo è rosso come il sangue e la terra è desolata, sterile. Tra le rovine si aggirano gli zombie. Il Presidente, convinto assertore della distensione con l'URSS, è visto dal guerrafondaio Blair come un debole e come un pericolo gravissimo per la Nazione. Blair incarica lo psicopatico parricida Tommy Ray Glatman di calarsi nei sogni del Presidente per ucciderlo. È stato infatti provato che se una persona viene uccisa nel fragile stato di sonno REM, muore realmente. Prima l'agente governativo fa eliminare Charlie Prince e quindi anche il dottor Novotny, che aveva scoperto i suoi progetti criminali. A questo punto la stessa sopravvivenza del genere umano è tutta nelle mani di Alex, che entra nell'ennesimo incubo apocalittico del Presidente e combatte contro il killer Tommy Ray Glatman una lotta accanita, senza esclusione di colpi. Sarà una vera e propria discesa negli Inferi, coronata però dal trionfo finale. 

Recensione: 

Direi proprio che si tratta di un bel film, vivace e godibile. Mi ha fatto piacere vederlo, anche se è molto lontano dal sentire dei nostri tempi, dimostrando a tratti una certa ingenuità. Va detto che è un'ingenuità che si perdona volentieri. In ogni caso ne consiglio la visione a tutti, non soltanto ai nostalgici dei primi anni '80, per i molteplici spunti di riflessione filosofica a cui si presta. Il mondo dei sogni non può essere liquidato come il semplice prodotto di una riaggregazione di elementi di scarto provenienti dallo stato di veglia, ordinati in qualche modo e rigettati dalla mente allo scopo di riposarsi - quasi parlassimo della merda dello psichismo, della sua orina. Gli enigmi notturni permangono insoluti da secoli, da millenni: finora nessuno ha saputo formulare una teoria soddisfacente in grado di dare una spiegazione alle ombre e alle forme che si manifestano a noi nel corso del Simulacro della Morte conosciuto come Sonno. Ecco, qui abbiamo un intreccio affascinante tra i misteri di Morfeo e quelli di Chronos!

I sogni lucidi tra i Senoi 

A scanso di equivoci, i Senoi esistono davvero. Non si tratta di un parto della fantasia, a differenza della fantomatica tribù degli Hinchi del Messico Centrale descritta nel film Stati di allucinazione (Altered States, Ken Russell, 1980). A dire il vero i Senoi (Sengoi, S'ngoi) sono piuttosto un gruppo di popoli appartenenti alla vasta famiglia degli Orang Asli, le antichissime genti indigene della Malesia peninsulare. Le tribù asliane non condividono un'unica lingua: parlano numerose lingue di ceppo austroasiatico, che pur avendo la stessa origine sono tra loro molto diverse. I Senoi sono stati visitati dall'antropologo americano Kilton Riggs Stewart, che nel 1948 ha scritto una tesi di dottorato sul loro modo di intendere i sogni. Nel 1954 lo stesso autore pubblicò il libro Pygmies and Dream Giants (Pigmei e Giganti dei Sogni), che ebbe grande successo e fu pubblicizzato dall'Esalen Institute, oltre che dai parapsicologi Charles Tart e George Leonard. Negli anni '70 la psicologa cognitiva Patricia Garfield descrisse l'uso dei sogni lucidi tra i Senoi, adducendo come fonte dei suoi studi alcuni contatti nativi incontrati all'ospedale psichiatrico di Gombak, in Malesia. I successivi ricercatori non riuscirono a trovare conferma di tutto questo materiale, finché nel 1985 George William Domhoff, Professore Emerito di Psicologia dell'Università di Santa Cruz (California), stabilì in buona sostanza che si trattava soltanto di colossali baggianate New Age. 


Ontologia temporale e onirismo

La natura del tempo nel film di Ruben non sembra poi troppo opprimente, dato che lascia agli attori del dramma umano un sufficiente numero di libertà. Il futuro, ramificato e aperto, può essere modificato abbastanza facilmente. Inoltre il meccanismo perverso delle profezie che si autoavverano può essere neutralizzato. Già questo è un punto abbastanza controverso, visto che è a tutti evidente quanta forza possieda una profezia autoavverante nel mondo reale. Esistono profezie che non siano autoavveranti? In fondo se una profezia non si autoavverasse... sarebbe falsa! Esistono davvero i sogni premonitori? Se esistono, quale ne è l'origine? Possibile che non esista nell'intero mondo scientifico nessuno studioso serio disposto ad approfondire questi argomenti e che possa aiutare a trovare risposte a queste opprimenti domande? Forse le domande non sono ben poste. Sorgono altri dubbi. Come è definito il tempo nei sogni? Possiamo dire che in tutti i sogni che facciamo il tempo è definito allo stesso modo? Se esiste una definizione temporale diversa per ciascun sogno, esiste qualcosa che lega tutte queste definizioni? Esiste una relazione tra il tempo in un dato sogno e quello della realtà di veglia? Potrebbe non essere affatto garantito che il mondo onirico sia caratterizzato dalla stessa freccia del tempo che sperimentiamo quando siamo svegli e che sia possibile fare confronti sensati tra i diversi stati di esistenza. Possiamo misurare il tempo onirico? Come possiamo costruire orologi in grado di segnare lo scorrere soggettivo del tempo durante la fase di sonno REM? Come definire il concetto stesso di premonizione? E se si trattasse soltanto di illusioni, di qualcosa che il sognatore crede di poter riconoscere nella realtà di veglia in base a un inganno della mente? Forse non sarà mai possibile dipanare questa matassa. 

Paranoie popolari 

L'anno che ha visto l'uscita del film in analisi cade in una fase breve ma intensa della contrapposizione tra USA e URSS, nota come "Seconda Guerra Fredda". Un'opprimente cappa di fobia e di terrore avvolgeva ogni cosa, le probabilità di un conflitto termonucleare globale erano massime. Già nel 1985 sarebbe iniziata una nuova tendenza, che avrebbe portato la Guerra Fredda nella sua fase terminale. Questo almeno è quanto riportato sui manuali degli storici, da sempre poco interessati all'antropologia. Negli anni in cui Reagan guidava gli States l'immaginario collettivo era pieno zeppo di fantasie su presidenti folli, consiglieri maligni e militari ottusi, tutti coi piedi premuti sull'acceleratore che avrebbe portato allo scambio di testate atomiche tra le due superpotenze - e alla conseguente fine della vita sulla Terra. Fatto sta che tale pedale autodistruttivo non è mai stato premuto da nessuno. Quello di cui il mondo della narrazione fantastica non tiene in alcun modo conto è un fatto banale ma significativo. Nessun uomo può arrivare alla presidenza degli Stati Uniti se non è sposato e se non ha figli. A quanto ho appreso, il solo ad aver ricoperto quella carica rimanendo sempre scapolo è stato James Buchanan, il 15° Presidente degli Stati Uniti. La sua presidenza iniziò il 4 marzo 1857 e si concluse il 4 marzo 1861. Si capisce bene che un Presidente con moglie e figli non scatenerà mai l'Apocalisse, essendo legato al mondo da interessi biologici schifosamente meschini. Lo stesso Donald Trump è soltanto un povero succube di Melania e di Ivanka, il loro zerbino. Come potrebbe prendere una decisione coraggiosa?     

Stupro telepatico!

Il bellimbusto muscoloso e baciato dalla Sorte non teme certo la Legge di Dio, né la morale corrente nel suo grande Paese: irride tutte queste cose e persegue unicamente il proprio soddisfacimento sessuale. Così non si fa scrupolo alcuno ad entrare nella mente della sua amata dorminente, alterandone l'attività REM. Si insinua nei suoi sogni, la illude e riesce a possederla carnalmente. Le infila il fallo eretto nel vaso procreativo. Solo quando rilascia i fiumi di sperma nel canale vaginale, lei si accorge che qualcosa non va per il verso giusto. Così la donna si sveglia in preda al panico, percependo con la massima chiarezza la violazione subìta. Pur non essendo l'atto sessuale realmente avvenuto (la consumazione è stata soltanto onirica), ha la stessa densità e concretezza di un abuso accaduto nella realtà di veglia. Oggi questi contenuti non passerebbero più. Un film così non si potrebbe più fare. La dittatura del pensiero unico politically correct e buonista lo vieta con più forza di quanto il Profeta vieti ai suoi fedeli di consumare la carne di porco, il sangue e le carogne. Quindi Dreamscape deve essere considerato un fossile, un residuo di un'epoca meno isterica e più liberale, che non sacrificava la creatività sull'altare di un rigore morale ipocrita e dell'impostura farisaica. Nessuna è stata davvero abusata nella realizzazione di Dreamscape, nemmeno nella finzione, tanto che alla fine del film la libidinosa protagonista si concede ben volentieri al suo drudo, al suo ganzo, accogliendo davvero il suo fallo tra le gambe e facendosi inondare di sperma. Tutto ciò sarebbe stato impossibile se l'intromissione onirica di Alex fosse stata uno stupro a tutti gli effetti, come vorrebbero le moderne convulsionarie. Per contro, nessuno avrebbe nulla da ridire sui crimini commessi da Tommy Ray Glatman, personaggio odioso e psicopatico che si introduceva nel sonno REM delle sue vittime allo scopo di commettere omicidio. Che dire poi dell'uccisione del brutto e cattivo Blair ad opera del fustaccione Alex Gardner, sempre tramite irruzione onirica? Per il momento tali azioni sono considerate irrilevanti anche da chi  inciterebbe l'attirice che ha interpretato Jane DeVries a unirsi alle forcaiole di MeToo. Per il momento, solo per il momento. Mala tempora currunt sed peiora parantur. Finirà così, che prima o poi qualcuno, armatosi della nociva dottrina della political correctness, affermerà che si dovrebbe abolire ogni descrizione di un omicidio, come se l'uccisione di un personaggio in un romanzo o in un film corrispondesse moralmente all'uccisione di una persona nel mondo reale! 


Un finale olomanista

Un elemento sorprendente fa la sua comparsa proprio alla fine del film. Quando la bella milf si concede ad Alex sul treno - meritata ricompensa dopo tante traversie - ecco irrompere nello scompartimento il controllore, che è proprio quello già visto nel precedente sogno di simile ambientazione! Come è possibile questo? Tutto si spiega soltanto ammettendo che l'intero universo in cui si svolge l'azione è illusorio. In altre parole, la realtà stessa è proprio una creazione di Alex Gardner, che è l'unico ad esistere davvero, mentre tutti gli altri personaggi sono soltanto sue proiezioni oniriche. Solipsismo Assoluto. Non c'è una contrapposizione tra sogno e realtà di veglia, ma tra diversi livelli di sogno, più o meno densi, più o meno articolati. Se non fosse per quest'unico indizio rivelatore, ossia l'uomo che controlla i biglietti sul treno, non avremmo avuto modo di comprendere tutto questo e la vicenda narrata sarebbe stata ben più banale.    

Curiosità varie  

La parte di Tommy Ray Glatman era stata offerta a Kevin Costner, che però ha rifiutato. Secondo quanto ho reperito nel Web, l'attore non avrebbe accettato la proposta perché non gli andava di interpretare un ruolo secondario. Credo piuttosto che non volesse sporcare la sua reputazione finendo identificato con un personaggio moralmente ripugnante. 

Nel bel mezzo del film doveva esserci una scena di sesso tra Alex e Jane, molto più polposa del loro incontro onirico, con i corpi avvinghiati in stato di completa nudità. Se ho ben compreso il contorto linguaggio delle fonti anglosassoni, la scena erotica è stata girata realmente ed è stata tagliata prima dell'uscita del film a causa di un improvviso inasprimento dei regolamenti censori.

Nel giro di un anno uscirono ben tre film incentrati sul rapporto tra realtà e sogno. Dreamscape fu preceduto da Brainstorm - Generazione elettronica (Brainstorm, Douglas Trumbull, 1983) e uscì simultaneamente a Nightmare - Dal profondo della notte (A Nightmare in Elm Street, 1984). L'idea in comune è la capacità di uccidere le persone in sogno.

Altre recensioni e reazioni nel Web: 

Questo è riportato sul sito The Science Fiction Encyclopedia (SFE): 

"In Dreamscape the penny-dreadful thriller plot is so ludicrous that it is only the dreams themselves that have much entertainment value. The effects are lively, especially in the climactic vision of Washington in flames after the Bomb."

Mi sono imbattuto in una perla su Rotten Tomatoes. Un recensore definisce il film di Ruben "leggero e spazzaturoso": 

"DREAMSCAPE is a perfect B movie for the 1980s: light and trashy, with political overtones and a blend of science fiction and paranoia, all calculated to provide fun for an audience disinclined to take matters seriously."

E ancora: 

"Made on a tight budget, the special effects are never very convincing, but the performances are all good. If you're willing to suspend disbelief, this is a neat thriller that's enjoyable from start to finish."  

Come spesso accade, il sito Filmtv.it è una vera miniera di pensieri frammentari e talvolta interessanti. Ne riporto alcuni.

Alfatocoferolo scrive: 

"Date le premesse roboanti ed i proclami grandiosi, mi aspettavo quasi un capolavoro. Invece è un filmetto che si basa su presupposti paranormali inutili, giacché sarebbero bastati quelle fantascientifici, e con un Densis Quaid così piacione da apparire irritante, tra sorrisini e ammiccamenti alla protagonista ed alle spettatrici adoranti. A parte questo, il film scorre bene, si sviluppa su linee tutto sommato non prevedibilissime ma soffre un po' la datazione, quanto ad effetti speciali. Guardabile." 

superficie 213 scrive:

"Un cult.Dreamscape e' una pellicola intelligente,originale e ben fatta.Certo essendo un film dei primi '80 ha qualche sequenza un po' datata e non tutto fila liscio - un po' troppo classico l'intrigo -,ma le belle scene oniriche,i bravissimi attori,la bella messa in scena,la fotografia cupa ed il finale valgono davvero la pena.Un gioiellino da riscoprire.The cell ha copiato tutto...o quasi."

movieman scrive:

""Dreamscape" s'impegna, si dà da fare, ma non riesce a fare presa o lasciare il segno. Colpa probabilmente di una premessa che nel 1984 appariva piuttosto campata in aria, e che a dirla tutta appare un tantino campata in aria pure oggi. Uscito nel 1984 così come il ben più noto primo "Nightmare" con Freddy Krueger. I due film si somigliano, senonché questo solo nel finale rivela i suoi lati più sinistri, ma è difficile dire se sia nato prima l'uovo o la gallina."

supidany scrive:

"“Dreamscape” è un cult che non gode dei riconoscimenti che invece merita, al contrario di altri film a sfondo fantascientico degli anni ottanta, tanto più visto che anticipa un tema poi elargito alla grande da “Inception”, ma l’idea originale ha un merito che non può essere accantonato (e con questo non intendo dire che Nolan sia partito da qui per il suo film), nonostante qualche enfatizzazione molto anni ottanta."

Giurista 81 scrive: 

"E’ il film dal quale è stato ispirato The Cell. Considerando che è dell’84 è veramente un buon film con ottimi effetti speciali e con un cast all’altezza della situazione. Particolarmente buona la parte finale del film e le idee, riprese anche recentemente, che in sogno tutto è possibile e che la morte nel sogno equivale a morte nella realtà. Per le idee sviluppate è un film più recente rispetto all’anno in cui è stato realizzato."

Che altro dire? Approfondiremo ogni questione quando recensiremo i film citati nelle recensioni di cui sopra:

Nightmare - Dal profondo della notte (Wes Craven, 1984) 
The Cell (Tarsem Singh, 2000)
Inception (Christopher Nolan, 2010) 

Aggiungiamone pure un altro, già citato:

Brainstorm - Generazione elettronica (Douglas Trumbull, 1983).

2 commenti:

zoon ha detto...

solipsismo assoluto, il finale. vero. comprendo meglio ora un finale di pochi anni fa, scritto da me, inquadrabile in questo scenario solipsistico, assai simile infine al finale del film.

grazie per la segnalazione.

Antares666 ha detto...

Ciao carissimo, grazie a te dell'intervento. Spero di poter leggere questa tua opera. Pensa che non esiste nemmeno un brandello di argomento logico valido in grado di confutare il solipsismo...
Un abbraccio!