mercoledì 28 novembre 2018


STATI DI ALLUCINAZIONE 

Titolo originale: Altered States
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1980
Lingua: Inglese, spagnolo
Durata: 102 min
Genere: Drammatico, fantascienza, orrore
Regia: Ken Russell
Soggetto: Sidney Aaron
Produttore: Howard Gottfried
Fotografia: Jordan Cronenweth
Montaggio: Eric Jenkins
Musiche: John Corigliano
Trucco: Dick Smith
Interpreti e personaggi    

    William Hurt: Eddie Jessup
    Blair Brown: Emily Jessup
    Charles Haid: Mason Parrish
    Bob Balaban: Arthur Rosenberg
    Drew Barrymore: Margaret Jessup
    Megan Jeffers: Grace Jessup
    Thaao Penghlis: Eduardo Echeverria
    Dori Brenner: Sylvia Rosenberg
    Peter Brandon: Alan Hobart
    George Gaynes: Dr. Wissenschaft
    Jack Murdock: Hector Orteco
Titoli tradotti:    
    Spagna: Un viaje alucinante al fondo de la mente
    Messico e Argentina: Estados alterados
    Portogallo e Brasile: Viagens Alucinantes
    Francia: Au-delà du réel
    Germania: Der Höllentrip
    Belgio (fiammingo): Tocht door de geest
    Russia: Drugne ipostasi
    Slovenia: Korenine prividov
    Polonia: Odmienne stany swiadomosci
    Danimarca e Norvegia: Eksperimentet
    Svezia: Experimentet
    Finlandia: Muutostiloja
    Ungheria: Változó állapotok
    Romania: Experiment periculos
    Grecia: Anexélegktes katastaseis
    Turchia: Gerçegin Ötesinde

Trama: 

Siamo negli anni '70. Eddie Jessup è uno psicopatologo, professore di medicina e ricercatore anticonformista, i cui studi, condotti in prima persona, si fondano sull'immersione di volontari in una vasca di deprivazione sensoriale, in grado di ridurre al minimo i contatti con l'ambiente esterno. In pratica si tratta di un contenitore simile a un grosso boiler e pieno d'acqua, in cui il protagonista fluttua, chiuso in una tuta. Lo studioso, che fa da cavia, prende nota delle allucinazioni che sperimenta durante queste immersioni: hanno un chiaro sfondo mistico. Ad aiutarlo sono due ricercatori che condividono le sue idee, Parrish e Rosenberg. Durante una festa, Jessup incontra la bellissima e fulva Emily. I due si incontrano e senza perdere troppo tempo fanno sesso sul divano. Lui la penetra nella vagina, ma fa molta fatica a venire: proprio mentre lo sperma spinge nella sua uretra cercando di uscire, lui si trova preda di una visione mistica in cui Dio gli parla. Non si capisce neanche se riesce a uscire qualche getto di sborra, forse la divinità abramitica ha agito da tappo, congestionando dispettosamente i genitali dell'uomo. Lei ha qualche perplessità sul compagno i cui orgasmi sono rovinati dal soprannaturale, ma essendo infatuata sopporta queste stranezze. In quel contesto il sesso orale non lo fa nessuna, così un uomo può contare soltanto sulla spinta pelvica nel canale procreativo: fallita quella non gli resta che rinfoderare l'arma. Dopo sette anni la coppia, che nel frattempo ha avuto due bambine, è in crisi. Troppe eiaculazioni perturbate: il divorzio è imminente. Lo studioso si dedica anima e corpo al lavoro. Gli giunge una notizia di sommo interesse: nel Messico centrale vivono gli Hinchi, una tribù isolata la cui religione si basa su esperienze allucinatorie condivise, secondo le fonti utilizzando un fungo, a quanto pare una varietà di amanita muscaria. Così Jessup si reca presso queste indiani assieme a Eduardo Echeverria dell'Università del Messico. I due raggiungono gli Hinchi e ne studiano i costumi. La popolazione per la verità sembra piuttosto ispanizzata, tanto che non si sente pronunciare nemmeno una parola in una lingua indigena: Echeverria col suo spagnolo ha risorse sufficienti per comunicare alla perfezione con i capi. Ciò che accade durante una cerimonia ha un effetto devastante sullo studioso americano. Gli indiani passano di mano in mano un beverone ottenuto macerando in acqua calda Banisteriopsis caapi, sangue ed altri ingredienti, bevendone qualche sorso ciascuno. Quando tocca a Jessup, la sua mente esplode. Quando ritorna in patria, ha con sé una scorta di estratto alcolico ottenuto dalla pianta magica ed è determinato a portare avanti i suoi esperimenti. Combina il consumo dell'allucinogeno con la vasca di deprivazione sensoriale, ottenendone risultati devastanti, al di là di ogni immaginazione. Ad essere alterata non è infatti soltanto la sua percezione della realtà, ma anche l'aspetto fisico: egli passa dallo sperimentare la regressione alla condizione preistorica di ominide all'assumere davvero la forma di una creatura subumana con caratteri scimmieschi. Milioni di anni sono cancellati di colpo. L'uomo-scimmia perde lo stesso dono del linguaggio simbolico e articolato, fugge dal laboratorio e sparge il terrore! 

Recensione: 

Senza dubbio siamo di fronte a un interessante film psichedelico, accettabile finché lo prendiamo per quello che è e non approfondiamo troppo le sue implicazioni filosofiche. Il cardine della narrazione è lo scienziato emulo di Faust, che mette a rischio la propria vita e quella dei suoi cari seguendo con fervore totale la sua missione di risalire alle cause prime dell'Esistenza. Si vuole che la pellicola abbia avuto un profondo e durevole impatto sul cinema, soprattutto di fantascienza, influenzando tra gli altri anche Cronenberg. Ne sono consapevole, si tratta di una cosa di una banalità sconcertante, ma non posso fare a meno di segnalare una giovanissima Drew Barrymore nel ruolo della figlia del protagonista.

Pur valicando i confini della fantascienza, il film diretto da Ken Russell si sviluppa intorno a un vaghissimo nocciolo di realtà, derivato dalla biografia dello psichiatra e neuroscienziato statunitense John Lilly (1915-2001), che condusse ricerhe pionieristiche sugli stati alterati di coscienza. In particolare, Lilly inventò la vasca di deprivazione sensoriale, detta anche vasca di galleggiamento, uno strumento particolarmente idoneo per lo studio del funzionamento del cervello in assenza degli stimoli dei sensi. Altri cardini dell'attività scientifica dello stravagante studioso furono l'uso di droghe psichedeliche (LSD, mescalina, ketamina, etc.) e il tentativo di comprendere il linguaggio dei delfini. Il dogma fondante a cui si ispirava Lilly affermava che i nostri stati di coscienza alterati sono reali esattamente come il normale stato di veglia. Per farsi un'idea completa di tutto ciò occorre conoscere il variegato e delirante mondo della controcultura californiana, un milieu pullulante di pseudoscienziati misticoidi e di santoni, da cui scaturirono anche i famigerati Timothy Leary e Ram Dass (al secolo Richard Alpert). Furono proprio gli studi spregiudicati di questi pericolosi impostori a rendere l'LSD una droga di massa. Fin qui è storia antica, la cui conoscenza alla portata di tutti. Quello su cui ci si sofferma di rado sono le conseguenze di questa propalazione di sostanze capaci di lesionare il cervello e di indurre pazzia.

Il soggetto è del drammaturgo e scrittore Sidney Aaron "Paddy" Chayefsky, che però ebbe continui contrasti con il regista, arrivando persino a disconoscere il film e rifiutando con pervicacia di apporre la propria firma alla sceneggiatura. A dire il vero compare menzionato come Sidney Aaron, nominativo che nella vulgata corrente sarebbe uno pseudonimo inventato di sana pianta, mentre in realtà deriva dal suo vero nome, essendo Paddy soltanto un soprannome.


Il mito della droga capace di alterare la fisica 

Il primo passo è stato quello di attribuire agli allucinogeni poteri particolari, come la capacità di far accedere il loro consumatore a una conoscenza occulta della natura dell'Universo, che in genere coincide con la sperimentazione dell'unità oscura e intima di tutte le cose esistenti. In particolare sono assai numerose le testimonianze della credenza nella precognizione e nella telepatia provocate dall'assunzione di queste sostanze alteranti. Il passo successivo è stato quello di attribuire alle allucinazioni prodotte dalla droga il potere di diventare reali. Se un uomo, masticato il peyote, vede un pollo gigantesco in un contesto allucinatorio in cui si manifestano percezioni sinestetiche, tanto da avere l'impressione di annusare la musica, di gustare i colori e di vedere gli odori, ecco che diventa facile per lui convincersi che l'abnorme gallinaceo possa essere una creatura reale, in qualche modo materializzata. Così si passa dalla visione di un essere vivente abnorme alla sua immissione nell'inventario ontologico. In altre parole, il pugnale della mente che guidò Macbeth e lo fece entrare nella stanza dove dormiva il Re Duncan per assassinarlo, sarebbe diventato ferro reale e tagliente, passando da illusione febbrile ad oggetto composto di atomi metallici. Tra i sostenitori di questa ontogenesi drogastica possiamo annoverare senz'altro il celeberrimo Philip K. Dick, che nel romanzo Scorrete lacrime, disse il poliziotto concepisce un'improbabile sostanza stupefacente che addirittura conferisce a chi la assume il potere di alterare il tempo, annullando il cambiamento o facendo deragliare le sue vittime su corsi storici paralleli. Nessuno sembra porsi il problema, ma in pratica quello che si afferma in queste fabbricazioni creative è che una sostanza chimica abbia la capacità di interferire con qualcosa di molto più profondo di qualsiasi configurazione molecolare, penetrando nella stessa essenza dello spaziotempo. Basta una minima conoscenza della fisica per capire che questo è non soltanto impossibile, ma anche concettualmente assurdo. Eppure la cieca fede nella materializzazione si è diffusa capillarmente dal suo epicentro psicoattivo, la California orgiastica, avvolgendo l'intero Occidente fino a far perdere a moltissime persone il confine tra realtà e fantasia.  

Il mito della mente capace di alterare la fisica

A partire dalle prime formulazioni dell'idea di una creazione indotta dalle sostanze psicotrope, è infine divenuto popolare un enunciato molto più generale, secondo cui, essendo la mente energia ed essendo tutto ciò che esiste energia, il pensiero sarebbe in grado di materializzarsi e di inverare qualunque visione. Si potrebbe addirittura tentare di descrivere un sistema concettuale articolato in cui l'allucinogeno svolge funzioni di mediazione nel processo creativo, il cui input iniziale appartiene alla divinità stessa della psicoanalisi: l'Inconscio. Oppure si potrebbe descrivere questo input generatore di visioni tradotte in realtà ricorrendo a un altro sistema, tramite il paradigma junghiano dell'Archetipo e della memoria collettiva del genere umano, come in effetti sembra fare Kenn Russell. Nonostante l'assurdità intrinseca di simili credenze, essa è stata ritenuta reale anche da persone insospettabili. La stretta necessità del vettore drogastico è venuta meno col tempo: si sono aperti scenari impensabili per le loro funeste conseguenze nella vita di tutti i giorni. Infatti il trucchetto della mente-energia in grado di plasmare l'Universo-energia ha un piccolo particolare tutt'altro che irrilevante: non funziona. La realtà fisica, comunque la si voglia definire, oppone una resistenza infinita ad ogni tentativo umano di plasmarla. La sua natura non è duttile, non è malleabile, non è in alcun modo plastica. Eppure l'inapplicabilità dell'energismo non scoraggia i suoi adepti, che recitano tuttora come ipnotizzati l'ossessivo mantra del tutto-energia.


Negazionismo genetico 

Di fronte alla strabiliante e terribile metamorfosi di Jessup in un uomo-scimmia, il suo collaboratore avanza l'ipotesi di una trasformazione genetica, di un prodigioso meccanismo che avrebbe portato il DNA a regredire ripercorrendo al contrario la storia evolutiva. In altre parole, saremmo di fronte a qualcosa che ha innescato una parabola involutiva del corpo di un Homo sapiens sapiens  fino a fissarlo nello stadio di Homo erectus o addirittura di Australopithecus afarensis. Questa interpretazione è confermata dall'analisi ai raggi X, che conferma la presenza di alcune caratteristiche anatomiche del gorilla. Quello che sorprende è la reazione dello studioso che ha subìto il cambiamento sulla propria pelle. Quasi sdegnato, come se avesse udito una spaventosa empietà, sbotta: "La genetica non c'entra nulla". Affermazione come minimo sorprendente in quello che dovrebbe essere un uomo di Scienza. Di fatto egli ha rinnegato la propria conoscenza per affermare con fanatismo sacerdotale ciò che gli viene suggerito da un veleno. Secondo lo psicopatologo faustiano non sarebbero gli acidi ribonucleici a determinare la natura e le proprietà di un corpo vivente, ma il suo stato di coscienza. Infatti nel suo esperimento finale egli va oltre lo stesso stato di australopiteco per degenerare in una forma più primitiva di materia, con la concreta possibilità di risalire fino al Big Bang, perdendo così la propria individualità per disperdersi negli elementi caotici dei primordi. Si potrebbe a buon diritto parlare di completo abbandono alla demenza. Quello che il film è incapace anche solo di abbozzare è una spiegazione plausibile degli eventi mostrati. Per quanto inverosimile, persino la spiegazione della regressione genetica a una forma di ominide anteriore all'Uomo moderno sarebbe stata meglio di futili balbettamenti New Age. Inutile sperare tanto, a mio avviso non c'è traccia alcuna di coerenza interna nella pellicola.

Quantistica macroscopica 

In genere si crede che la divulgazione scientifica sia qualcosa di meritorio. Dovrebbe essere così, in linea di massima, ma purtroppo non è sempre vero. Una divulgazione fatta male può produrre risultati catastrofici e fraintendimenti profondi. Il problema si ha quando persone prive di logica e di metodo scientifico tentano di metabolizzare concetti di un'estrema complessità, come ad esempio quelli su cui si fonda la fisica quantistica. A quanto pare pochi sospettano che dietro le idee improvvide di materializzazione allucinatoria e di mente che plasma la realtà ci sia proprio un'errata e distorta comprensione della fisica quantistica. Eppure è proprio così. Si parte dal principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma l'impossibilità ontologica di conoscere con eguale precisione certe coppie di propretà fisiche delle particelle, note come variabili coniugate, ad esempio la posizione e la quantità di moto. Più si determinerà con precisione tramite la misura quale sia la posizione di un elettrone, meno sarà conoscibile la sua quantità di moto e viceversa. Questo non avviene a causa di limiti tecnici dello strumento di misura, ma per proprietà intrinseca delle stesse particelle. In termini matematici, l'indeterminazione si esprime con la seguente equazione: 

Δx ∙ Δpx ≥ ħ/2   

dove Δx è l'incertezza sulla posizione, Δpx è l'incertezza sulla quantità di moto e ħ è la costante di Planck ridotta. Conseguenza: non è possible misurare un sistema fisico senza influenzarlo. Una delle conseguenze dell'enunciato di Heisenberg è l'inesistenza del Dio dei monoteisti, onnipotente e onnisciente, ma la cosa non è stata capita e di tale entità si continua a parlare. Le masse acefale non hanno invece capito una cosa fondamentale: la fisica quantistica descrive il mondo microscopico delle particelle atomiche e subatomiche, mentre i suoi effetti sono trascurabili nel mondo macroscopico, che almeno nella nostra realtà quotidiana è sufficientemente ben descritto dalla meccanica classica. Così si è formato il mito della quantistica macroscopica, con tutte le sue conseguenze: non esiste nulla di determinabile, non esistono contenuti che possano essere etichettati come "verità" o "falsità", la mente cambia la realtà e via discorrendo. Poi nessuno mi sa spiegare come mai se un seguace del tutto-energia si concentra su un lingotto di piombo non gli riusce in nessun caso di trasformarlo in oro! 


Tempo, causalità e realtà 

Il principale compito dell'adepto psichedelico è scardinare la realtà in cui è costretto a vivere. Non potendolo fare con la propria volontà (se sbatte la testa contro il muro se la rompe), non avrà altro modo che cercare di offuscare la propria consapevolezza di veglia, facendola sprofondare nelle nebbie della percezione distorta e dell'allucinazione, credendo così di assumerne il controllo. Il punto è questo: non si può negare che i sogni e le percezioni alterate siano forma di realtà, ma la loro natura non equivale affatto a quella della realtà con cui dobbiamo fare i conti quando siamo vigili. Quello che non possiamo fare è pensare di porre tutti gli stati di coscienza sullo stesso piano. In altre parole, se riuscissimo ad attribuire a un dato stato di coscienza un'etichetta chiamata densità o grado di realtà, misurabile con un numero reale positivo, vedremmo che la nostra esperienza quotidiana avrebbe un valore di questo parametro molto più alto di quello che potremmo associare a un sogno. Ovviamente non siamo in grado di costruire uno strumento di misura e una scala di valori scientificamente attendibile, ma è comunque un interessante esperimento concettuale. Strettamente collegato alla realtà è il tempo e di conseguenza il nesso causa-effetto. Queste sono realtà la cui stessa esistenza è negata dagli psichedelici e dagli energisti. Anche in questo caso alla base di tutto c'è un fraintendimento, un terribile equivoco. A non esistere, come prova la teoria della relatività di Einstein, è il tempo di Newton, visto come un contenitore assoluto e indipendente dallo spazio. Si dimostra che ogni osservatore ha un suo tempo in funzione del sistema di riferimento con cui si rapporta all'Universo. Si scoprono cose molto utili, come il fatto che la presenza di una massa influenza lo scorrere del tempo, e via discorrendo. Tuttavia da questo non si può in nessun modo dedurre l'inesistenza del mutamento. Il mutamento esiste, inutile rifugiarsi in un moderno zenonismo. Eppure il mondo della psichedelia ha interpretato malamente il superamento del tempo newtoniano, deducendone l'inesistenza del mutamento in quanto tale. Ancora una volta, una teoria fisica deformata fino all'aberrazione è servita a razionalizzare le alterazioni della percezione del tempo in consumatori di LSD e di mescalina. 

I tentacoli della Noosfera

Quando scrissi il racconto La danza degli spettri quantistici, nel 2010, pubblicato dalla casa editrice Kipple Officina Libraria nella collana Capsule, non avevo mai visto il film di Ken Russel. Tuttavia si capisce subito che l'idea portante di Altered States, la deprivazione sensoriale, è proprio il cardine del racconto. Certo, con alcune differenze sostanziali: nel mio racconto gli incubi che si materializzano sono prodotti da demoni che abitano nel sottosuolo. Il protagonista è l'Ignoto, non la droga o l'inconscio da essa mediato. Per quanto riguarda le dinamiche dell'ispirazione che fluisce come un fiume carsico che in qualche modo lambisce tutti, riporterò un altro caso significativo. Grande è stato il mio stupore quando mi sono accorto di essere un narratore ballardiano, e questo soltanto quando ho cominciato a leggere l'opera di James Graham Ballard, di cui avevo assorbito in profondità gli stilemi dagli altri Connettivisti e dallo stesso Manifesto del Movimento. 

Reazioni nel Web: 

Come accade per molti film, anche questo raccoglie folte schiere di ammiratori entusiasti. C'è però da segnalare che le voci dell'esaltazione non riescono del tutto a spegnere le critiche, anche da parte di estimatori della stessa subcultura psichedelica. Riportiamo alcuni interessanti giudizi non proprio eulogistici, tratti dal forum Filmup.leonardo.it.

Andrea scrive:
 

"Con tutti i film visionari che esistono nella storia del cinema proprio con questa pellicola dovete esaltarvi? Un essere umano che sotto l'effetto di funghi regredisce e si trasforma in scimmia??? La sceneggiastura e i dialoghi sono scarsi e la caratterizzazione dei personaggi è quasi inesistente. Fa sorridere il largo uso di simboli e stereotipi religiosi chiaramente inseriti per impressionare il pubblico. Reputo questo film un offesa alla cultura psichedelica e al buon cinema. Sono rimasto sbalordito nel vedere quanto il regista ha osato... Vi prego non voglio essere bacchettone ma ditemi per favore cosa vi è piaciuto tanto di questo film perchè io veramente non mi ci raccapezzo. Il finale poi... Tre perchè esiste di peggio (e poi la fotografia non era male) Boh ?!?!? P.s. Da vedere in botta perchè?"   

In genere queste voci dissidenti non riescono a farsi sentire, tale è l'esaltazione degli adoratori del film russelliano. C'è poi addirittura chi urla al complotto, affermando che il film non si trova in dvd e non viene mai proposto sui canali televisivi perché evidentemente dà fastidio a qualcuno. 

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