venerdì 30 novembre 2018



IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE

Titolo originale: El Triángulo diabólico de las Bermudas
Aka: The Bermuda Triangle; The Secrets of the Bermuda Triangle;
     Devil's Triangle of Bermuda
Paese di produzione: Italia, Messico
Anno: 1978
Durata: 115 min
Rapporto: 1.78 : 1
Genere: Avventura, drammatico, fantascienza
Regia: René Cardona Jr.
Soggetto: René Cardona Jr.
Sceneggiatura: Carlos Valdemar, René Cardona Jr.
Casa di produzione: Nucleo Intern - Conacine
Distribuzione (Italia): Nucleo Star
Fotografia: Leon Sanchez
Montaggio: Alfredo Rosas Priego
Effetti speciali: Federico Farfán
Musiche: Stelvio Cipriani
Interpreti e personaggi
    John Huston: Edward Marvin
    Gloria Guida: Michelle Marvin
    Marina Vlady: Kim Marvin
    Hugo Stiglitz: Mark Briggs
    Carlos East: Peter
    Claudine Auger: Sybill
    Al Coster: Dave Marvin
    Andrés García: Alan
 
    Andrés García Jr.: Billy 

    Miguel Fuentes Azpiroz: Gordon
    Gretha: Diana Marvin
    Mario Arévalo: Tony, un membro dell'equipaggio
    Adalberto Arvizu: un pilota dell'esercito
    Jorge Zamora: Simon, il cuoco
Doppiatori italiani
    Glauco Onorato: Mark Briggs
    Pino Colizzi: Alan 

Titoli tradotti: 
   Germania: SOS-SOS-SOS Bermuda Dreieck
   Francia: Le mystère du triangle des Bermudes
   Portogallo: O Triângulo Diabólico das Bermudas
   Russia: Тайна Бермудского треугольника
   Danimarca: Mysteriet i dybet

Trama: 
Nel 1945 un gruppo di quattro aerei Avenger decollati da Fort Lauderdale scompare misteriosamente durante la traversata dell'area denominata Triangolo delle Bermude. Gli strumenti impazziscono. Nell'ultimo contatto radio uno dei piloti afferma che il mare è molto alterato e che una luce accecante viene verso di lui.
Una trentina di anni dopo, nel 1978, l'archeologo Edward Marvin si trova con la sua numerosa famiglia a bordo dello yacht Black Whale III (notare il nome augurale e lieto), diretto verso il mare delle Bermude. Lo studioso è impegnato in una missione ambiziosa: spera di scoprire nientepopodimeno che i resti sommersi della civiltà scomparsa di Atlantide, in modo tale da concludere con onore la propria carriera lavorativa. Oltre al capitano Mark Briggs e all'equipaggio ci sono il dottor Peter, la cui vita è distrutta dai sensi di colpa derivanti da una diagnosi errata, e sua moglie Sybill, creatura fatua e volubile. Il viaggio procede, ma una volta arrivati a destinazione cominciano ad accadere fenomeni inspiegabili. Gli strumenti di bordo sono fuori controllo e viene scoperta una bambola d'epoca che galleggia tra le onde. Il simulacro viene pescato dall'equipaggio e Diana Marvin, la figlia più giovane dell'archeologo, se ne impadronisce. Presto risulta chiaro che la bambola è un manufatto diabolico in grado di prendere vita. Il suo volto è orribile e contratto in un ghigno spaventoso. Quando uno stormo erratico di pappagalli investe l'imbarcazione, il mostruoso giocattolo si anima e con un piccolo coltello fa a pezzi i volatili, uno per uno. Cominciano ad abbattersi disgrazie sulle persone presenti a bordo, che finiscono decimate dai più orrendi incidenti, evidentemente non occorsi per caso. Il cuoco finisce sgozzato da un coccio di bottiglione durante una caduta in cambusa, il macchinista viene tritato da un'elica, riattivatasi proprio durante la manutenzione. Durante un'immersione, Edward e i suoi scoprono imponenti colonnati, vestigia di una sconosciuta civiltà scomparsa, ma vengono sorpresi da un tremendo terremoto. La figlia maggiore dell'archeologo, Michelle, rimane gravemente ferita a una gamba e necessita di essere operata al più presto. Viene così caricata su un gommone da suo fratello Dave, che cerca di dirigersi verso il più vicino avamposto umano. Il mezzo di fortuna non arriverà mai alla meta: una globo di luce innaturale affiora dalle acque, facendo sparire Michelle e Dave. Lo yacht è ormai in stato di desolazione, rimane soltanto il capitano, che cerca aiuto tramite la radio. L'orrore lo pietrifica quando alla sua chiamata risponde la guardia costiera e viene quindi a sapere che la Black Whale III è scomparsa da dodici anni! La nebbia avvolge l'imbarcazione, che si dissolve nel Nulla.


Recensione:
Considerato un immondo polpettone-horror dalla critica, il film di Cardona Junior è invece secondo me abbastanza interessante. Non certo perché dotato di qualche parvenza di veridicità, sia ben chiaro. Resta però una storia inquietante e capace di trasmettere la consapevolezza della nullità dell'essere umano di fronte a forze terribili che si nascondono dietro il pelo della quotidianità, pronte a fare irruzione e a portare la Morte Ontologica. La pellicola è stata stigmatizzata da giornalisti incapaci di comprendere che il vero Orrore non è il grandguignolesco, l'ammasso di frattaglie estratte da un cadavere sventrato, la testa mozzata e virescente o simili amenità. Se questi recensori non comprendono il potere terrificante di un elemento incongruo come una sinistra bambola che sta dove non dovrebbe esserci, significa che forse farebbero meglio a impiegare il loro tempo a cantare le lodi dell'epopea dei Puffi! Forse un limite del film è l'incapacità di dare una spiegazione univoca degli eventi funesti che colpiscono le persone a bordo della Black Whale III, ma credo che tutto sommato sia un difetto di poco conto. Trovo esagerate le opinioni di chi accusa il regista di aver fatto un lavoro disastroso. Incantevole come sempre la bionda Gloria Guida, che qui interpreta la figlia dell'archeologo votata fin dall'inizio a un fato di atrocità inesprimibile.

Splendida la colonna sonora di Stelvio Cipriani, che comunica un'angoscia e un senso subliminale di contatto con l'Ignoto, in grado di insinuare brividi profondi nell'anima. Secondo me il miglior Cipriani è in assoluto quello giovanile. Sono rimasto basito quando ho appreso da amici che l'hanno visitato, che il celebre compositore riteneva di aver raggiunto il culmine della sua realizzazione con la Missa solemnis, considerando invece quasi irrilevanti i brani musicali composti in gioventù, a mio avviso così ispirati. 

Il mito memetico del Triangolo Diabolico 

Ormai non se ne parla praticamente più, nemmeno negli ambienti dei complottisti, ma ci fu un tempo in cui il Triangolo delle Bermude era sulla bocca di tutti. Circolavano le più mirabolanti narrazioni mitologiche. Si diceva che le compagne aeree rifiutassero di far sorvolare l'area maledetta ai loro piloti e che quando erano costrette a fare un'eccezione, i membri dell'equipaggio si facessero il segno della croce per tutti i morti che c'erano stati - e a quanto pare anche per le genti di Atlantide perite nello sprofondamento della loro terra. Si tratta certamente di invereconde fanfaluche, inventate da qualcuno e diffuse su vasta scala tramite contagio memetico. L'origine di questo interesse per le sparizioni di navi e di aerei nel mar dei Sargassi è facile individuarla: si tratta di un libro di Charles Berlitz, Bermuda, il triangolo maledetto (Bermuda Triangle), pubblicato per la prima volta nel 1974, soli quattro anni prima dell'uscita del film italo-messicano di Cardona Junior. L'opera di Berlitz ha conosciuto una diffusione straordinaria e un immenso successo, in un'epoca in cui la gente era ben disposta ad accogliere qualsiasi suggestione misteriologica senza alcun barlume di elementare senso critico. Charles Frambach Berlitz (1914-2003), scrittore statunitense, era il nipote di Maximilian Berlitz, fondatore della famosa scuola di lingue che tuttora porta il suo nome. Il suo apparato dottrinale era composto da una pastone di teorie pseudoscientifiche prese da Peter Kolosimo, prima tra tutte quella degli Antichi Astronauti - secondo cui la Terra sarebbe stata visitata nella preistoria da svariate civiltà extraterrestri, che avrebbero contribuito a fondare le culture e le tecnologie umane. Un altro caposaldo kolosimiano professato da Charles Berlitz consiste nella fede in una fitta rete di discontinuità spaziotemporali, composta da wormholes in grado di connettere alcuni luoghi del nostro pianeta a chissà quali dimensioni di altri universi. Le argomentazioni berlitziane sull'antico continente perduto di Altlantide sono volte a dimostrare, con mezzi scarsi e paralogici, l'origine delle civiltà precolombiane d'America da profughi giunti dalla terra ricoperta dalle acque. Così il termine nahuatl Aztlan, che significa "Luogo degli Aironi Nivei" - da cui deriva Aztecatl "persona di Aztlan" (da cui azteco) - viene attribuito ai Maya e trascritto come Aztlán o Atlán, la seconda variante essendo una fabbricazione per rendere il toponimo amerindiano più simile a quello riportato da Platone. Immagino che anche questa perla sia stata presa da Kolosimo. Le lingue dei Maya sono di ceppo diverso dal Nahuatl degli Aztechi e sono assai dissimili anche nella fonetica: le trame degli pseudoscienziati saltano subito all'occhio a chi abbia un minimo di conoscenza. 

Ontologia temporale

Il presupposto del film è un'ontologia temporale eternista non tensionale (B-eternista), caratterizzata da cunicoli (wormholes) in grado di connettere regioni dello spaziotempo con coordinate temporali molto diverse: accade così che dal suo cronotopo presente un navigatore possa venirsi a trovare nel lontano futuro, a distanza di anni, prendendo una sorta di scorciatoia. Allo stesso modo è possibile che un segnale dal lontano futuro percorra il cunicolo spaziotemporale venendo così captato nel presente, dando persino origine a dialoghi paradossali. In pratica sarebbe possibile la propagazione retrograda di un segnale subluminale senza coinvolgere un universo tachionico o superluminale. Il segnale radio che parte dalla guardia costiera, in una regione spaziotemporale a dodici anni di distanza dal cronotopo del capitano Briggs, procede senz'altro in modo assurdo. Questo perché  va dal presente della guardia costiera verso il futuro, non presuppone un'inversione del nesso causa-effetto, eppure questo futuro verso cui tende... è nel passato! Tutto ciò, oltre a provocare orripilazione, non sarebbe possibile in un'ontologia temporale presentista, e penso che presenterebbe qualche difficoltà anche  in un'ontologia eternista tensionale (A-eternista). 

La famigerata lista dei veicoli scomparsi

La pellicola si chiude con un lungo elenco di aerei e di imbarcazioni scomparse nel Triangolo del Diavolo, preso dal libro di Charles Berlitz. In realtà, come fa notare lo stesso CICAP, che si è occupato della questione, nel numero di queste sparizioni non c'è di per sé nulla di anomalo, dato che l'area in cui sono avvenute è caratterizzata da un intenso traffico aereo e marittimo. Pur non avendo alcuna simpatia per gli Angela e per le loro opere, debbo ammettere che c'è della coerenza logica nelle confutazioni pubblicate dal CICAP: per fare un ragionamento lapalissiani, se nel fatidico Triangolo nessuno avesse voluto recarsi per paura della maledizione di Atlantide o degli alieni, non si capirebbe nemmeno come possano esserci state sparizioni. A detta di Berlitz il nostro pianeta sarebbe come una groviera tutta piena di buchi: nella sua opera ha persino dato notizia di altre anomalie simili al Triangolo delle Bermude, come ad esempio il Mare del Diavolo al largo del Giappone, anch'esso caratterizzato da un elevato numero di disgrazie - cercando di attribuirle a cause soprannaturali. La gente si è bevuta tante di quelle stronzate negli anni, che adesso ci sono molti allergici che chiedono le fonti anche per affermazioni come "la formula chimica dell'acqua è H2O". Magari un po' di senso critico nei passati decenni avrebbe aiutato. 


Premonizioni abissali! 

La bambola vivente galleggiante nel Mare Maledetto e l'attivista svedese Greta Thunberg: due gocce d'acqua! Forse il regista e sceneggiatore messicano è stato visitato da un raccapricciante spettro notturno che gli ha recato un'immagine dell'arcigna e fanatica sostenitrice dello sviluppo sostenibile, facendogli tremare le membra dal terrore! Purtroppo non lo si può facilmente appurare; se fosse vero, dovrei cominciare a rivedere le mie posizioni sull'ontologia temporale presentista.
P.S.
Nessun buonista osi reagire alle mie parole dicendo che la svedese è malata, perché soffro della medesima malattia, posto che così la si possa definire: sono io stesso un Asperger e quando vado in burnout le mie bestemmie le sentono fino in Argentina! 


Il filone cinematografico del Triangolo 

Il film di Cardona Jr. è stato il capostipite di una serie di altre opere sullo stesso argomento. Potremmo quasi dire che ne è nato un sottogenere dell'horror. Già nel 1978 si segnala Bermude: la fossa maledetta, di Tonino Ricci alias Anthony Richmond. Vi sono significativi tratti in comune con Il Triangolo delle Bermude: la bambola diabolica e gli alieni aberranti, oltre a elementi del cast come l'attore Andrés García. L'anno successivo è uscito un altra opera di Ricci-Richmond: Incontri con gli umanoidi (aka Uragano sulle Bermude), una volta di più con Andrés García. Infine abbiamo, sempre nel 1979, Bermuda now... il film (aka The Bermuda Triangle), di Richard Friedenberg. In realtà si tratta più che altro di un documentario, in cui il commentatore Brad Crandall esplora fatti, leggende e folklore a partire dal libro di Berlitz. A un certo punto la febbre del Triangolo Maledetto ha cominciato a scemare, per poi presentare qualche nuovo picco agli inizi del XXI secolo. In questa pagina di Imdb.com si trovano testimonianze di altri lavori sull'argomento, alcuni abbastanza recenti:


Altre recensioni e reazioni nel Web: 


Tutt'altro che tenera la recensione su Mymovies.it, di cui riporto un estratto:

"Maldestro tentativo di abbozzare un'inchiesta documentaristica sui misteri del "Triangolo maledetto" sotto forma di un racconto drammatico di avventure sul mare. L'intento didattico è soffocato dallo spettacolo, ma lo spettacolo è, a sua volta, banalizzato e frammentato nella rappresentazione orrorifica delle morti che tolgono di mezzo, l'uno dopo l'altro, tutti i personaggi del film. Lungi dall'informare correttamente sulle inspiegabili tragedie registrate nella zona compresa tra Bermuda, Porto Rico e le Bahamas, la sceneggiatura sfiora i temi del filone catastrofico (un gruppo di uomini variamente afflitti da pene personali e riuniti in una situazione di pericolo) senza, peraltro, suscitare emozioni." 

Una delle rare recensioni positive trovate nel Web è quella dell'utente Zombi, trovata su Filmtv.it. Questo è il suo commovente finale:

"una ghost story in piena regola quindi? la nave sparisce nel nulla e ritroviamo la bamboletta diabolica galleggiare nel blu profondo fino a quando un'altra nave non la ripesca e non si ritrova catapultata in uno spazio temporale che non le appartiene. palma del migliore all'attore che interpreta peter martin il marito della auger... bello, bello, bello! belle e avvolgenti, tendenti in alcuni momenti al sacro le musiche del maestro stelvio cipriani."

Nessun commento: