sabato 5 giugno 2021

 
LVGVS 
 
Titolo originale: Lvgvs (Lugus) 
Gruppo: Eluveitie
Album: Evocation II - Pantheon
Anno: 2017
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere:
Folk metal, Celtic metal 
Paese: Svizzera
Lingua: Gallico
Etichetta: Nuclear Blast
Formato: CD
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio,  cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link: 

Testo in gallico: 
 
LVGVS 
 
Ambinata in siraxta
Cailon areuedons in nemesi
Satiion branon tosagiiet uo moudas

Samali gaison exetontin
Rete pos uoretun mapon celti
Con lami nertaci cerdacipe

Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton
Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton

Loux in aredubu, uregetiio tunceton
Cauaros uer agromagos etic bardos
Uer tenetin
Aidus laxscit in menuanbi
Suuidon
Druuis suuidbo etic lama cerdon papon

Tigerne trienepace

Lugu romeda silon
Antumni

Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton
Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton

Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton
Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton
Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton
Exete 'os brane exte 'os
Etic laxsci 'os aidu laxsci 'os
Etic toage gariion toage
Etic uregepe tunceton 
 
Testo in inglese:  

LVGVS
[God of creation and learning]
 
Beckon in forlornness
Leading sign in the sky
Flock of ravens looming under the clouds
 
Like a flying spear
Go to Celtos' children rescue
With your strong and skillful hand
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Light in the dark, forging destiny
Warrior on the battlefield and harper
At our hearth
Fire burning bright in the thought of
The Wise!
Druid to our wise and artisan of all skills!
 
Three-faced lord,
Lugoves, astonish the children of the
Otherworld
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Fly, raven, fly
Burn, fire, burn
Arise, word, arise
And work destiny!
 
Traduzione in italiano: 
 
Chiamata nella disperazione
Segno che guida nel cielo
Stormo di corvi incombe sotto le nuvole
 
Come una lancia volante
Va' in soccorso dei figli di Celtos
Con la tua forte e abile mano
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Luce nell'oscurità, che forgia il destino
Guerriero nel campo di battaglia e il bardo
In casa tua
Fuoco che brucia ardentemente nel pensiero
dei Saggi!
 
Fuoco che arde splendente nel pensiero 
dei Saggi!
Druido di saggezza e artigiano di tutte le arti!
 
Signore dalle tre facce,
Lugus, stupisci i bambini
Dell'oltretomba
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino!
 
Vola, corvo, vola
Ardi, fuoco, ardi
Sorgi, parola, sorgi
E fai funzionare il destino! 

Note: 
Ho preso una traduzione in italiano presente nel Web e ho notato che era piena di errori, perché fatta da un traduttore inesperto a partire dalla traduzione in inglese. Così ho visto subito che la parola gallica gariion "parola", tradotta giustamente in inglese con "word", è stata equivocata con "world" e tradotta in modo assurdo nella versione in italiano come "mondo"! Ho corretto l'aberrazione. 
 
Recensione: 
Nel panorama della musica celtica, possiamo dire che gli Eluveitie sono qualcosa di unico. Il loro impegno filologico non ha pari. È presente una grande sensibilità linguistica e un lavoro notevole per produrre testi che sarebbero stati compresi nelle Gallie dell'epoca di Vercingetorige. Tutto ciò è magnifico, sublime! Nel video a un certo punto appare Lugus con Tre Volti! Sembra di essere riportati indietro di secoli con una macchina del tempo!  
 
Glossario gallico: 
 
aidus laxscit "il fuoco brucia": 
   aidus "fuoco" 
   laxscit "brucia" 
ambinata "segnale" 
bardos "bardo" 
brane "o corvo" (vocativo) 
cailon areuedons "segno che guida": 
   cailon "segno, portento" 
   areuedons "che guida" (lett. "che conduce avanti")
cauaros "eroe; gigante"  
con lami nertaci cerdacipe "con mano forte e abile": 
   con "con" (preposizione + dativo)
   lami "alla mano" (dativo)
   nertaci "alla forte" (dativo femminile) 
   cerdaci "all'abile" (dativo femminile) 
   -pe "e" (congiunzione enclitica)
druuis "druido"
etic "e" (congiunzione) 
exete "vola" (imperativo) 
exte "vola" (imperativo, forma contratta di exete)
gariion "parola" 
in menuanbi Suuidon "nei pensieri dei Sapienti": 
   in "preposizione + dativo/strumentale" 
   menuanbi "ai pensieri, ai ricordi" 
   Suuidon "dei Sapienti" (genitivo plurale) 
lama cerdon papon "mano di tutte le arti": 
   lama "mano" 
   cerdon "delle arti" (genitivo plurale)
   papon "di tutte" (genitivo plurale) 
laxsci "brucia, ardi" (imperativo)  
loux in aredubu "luce nell'oscurità": 
   loux "luce, splendore" 
   in "in" (preposizione + dativo) 
   aredubu "oscurità" 
      (are- "davanti; per" + dubu- "nero")
Lugu "o Lugus" (vocativo)
rete "corri" (imperativo) 
rete pos uoretun "corri in aiuto"  
romeda "stupisci" (imperativo) 
samali gaison exetontin "come una lancia volante" 
   samali "come" 
   gaison "lancia, giavellotto" 
   exetontin "volante" (accusativo maschile)
satiion branon "stormo di corvi": 
   satiion "sciame" (neutro) 
   branon "di corvi" (genitivo plurale) 
silon Antumni "progenie dell'Oltretomba": 
  silon "progenie" (neutro) 
  Antumni "dell'Oltretomba" (genitivo) 
siraxta "struggimento"
suuidbo "per i sapienti" (dativo/strumentale plurale) 
tigerne "o signore" (vocativo)  
toage "sorgi"  
tosagiiet uo moudas "incombe sotto le nuvole" 
   tosagiiet "incombe, si profila"
   uo "sotto" (preposizione + accusativo) 
   moudas "nuvole"
trienepace "dalle tre facce" (vocativo): 
   tri- "tre" 
   enepo- "faccia, volto" 
tunceton "fato, destino" 
uer agromagos "sul campo del massacro" 
   uer "su, sopra" (preposizione + accusativo) 
   agromagos "campo del massacro" (accusativo neutro) 
uregepe "e fai" (imperativo)  
uregetiio "che fa" (forma verbale relativa) 
 
Forme problematiche:
 
Possiamo dedurre che 'os è evidentemente un'interiezione, anche se la sua origine resta al momento inesplicabile. Forse è connessa con la particella vocativa irlandese ó (corrispondente al latino ō e al greco ) e posposta ai nomi, anche se non è facile rendere conto del sigmatismo e dell'uso dell'apostrofo.
 
Il Mercurio dei Celti 
 
Lugus è una divinità panceltica, il cui culto era di importanza capitale nelle Gallie, in Britannia, in Ibernia e in Celtiberia. Identificato dai Romani con Mercurio ma anche con Apollo per via della sua sapienza, possedeva al contempo tutte le arti. Nulla gli era sconosciuto: si narrava che fosse al contempo fabbro, guerriero, campione, carpentiere, bronzista, arpista, poeta, storico, druido, medico e altre cose ancora. Giulio Cesare ci attesta che era considerato "inventore di tutte le arti" (omnium inventorem artium). Ecco il brano in questione: 

Deum maxime Mercurium colunt. Huius sunt plurima simulacra: hunc omnium inventorem artium ferunt, hunc viarum atque itinerum ducem, hunc ad quaestus pecuniae mercaturasque habere vim maximam arbitrantur. Post hunc Apollinem et Martem et Iovem et Minervam. De his eandem fere, quam reliquae gentes, habent opinionem: Apollinem morbos depellere, Minervam operum atque artificiorum initia tradere, Iovem imperium caelestium tenere, Martem bella regere. 
 
"Degli Dei venerano soprattutto Mercurio; di questo esistono moltissime statue, riconoscono in questo l'inventore di tutte le arti, la guida delle vie e dei viaggi, credono che questo abbia grandissima influenza per la ricerca del denaro e per i commerci. Dopo di questo, Apollo e Marte e Giove e Minerva. Su questi hanno quasi la stessa opinione degli altri popoli: e cioè che Apollo vinca le malattie, che Minerva insegni i princìpi delle attività e delle arti, che Giove regga il governo degli Dei celesti, che Marte governi le guerre."
 
Caio Giulio Cesare: La guerra gallica, Libro VI, paragrafo XVII - Principali divinità dei Galli 
 
I caratteri di Lugus erano portentosi: oltre ad avere tre facce, aveva tre peni! Esistono molte sue raffigurazioni. La molteplicità dei simboli e degli attributi a lui associati era grande. Eccone un elenco:  

- I corvi 
- Il gallo 
- La lince 
- I cani 
- I lupi 
- Il cinghiale 
- L'albero della vita 
- Il caduceo 
- Il vischio 
- Le scarpe 
- Il sacco del denaro. 
 
Il nome divino è attestato anche al plurale, ad esempio come LUGOVES in iscrizioni di una sola parola trovate nel territorio degli Elvezi (attuale Avenches). Probabilmente questo uso del plurale si deve alla natura triplice di Lugus. LUGOVES è una forma di plurale eminentemente celtica, tipica dei temi in -u- (corrispondenti in latino alla IV declinazione).  
 
Lione, la città di Lugus 

Come tutti sanno, la città di Lione in latino era chiamata Lugdūnum o Lugudūnum. Il toponimo è chiaramente celtico: *LUGDŪNON, *LUGUDŪNON, ossia "Città di Lugus". Esistevano altri centri abitati con questo nome, come Lugdūnum Clāvātum (attuale Laon). Quella che oggi è chiamata Leida, in Olanda, in epoca imperiale era nota come Lugdūnum Batāvōrum.   
 
Lugus in Spagna 
 
Il culto di Lugus è ben documentato in Iberia ed era una caratteristica fondamentale della cultura dei Celtiberi. A Peñalba de Villastar è stata rinvenuta un'importante iscrizione celtiberica. Il testo translitterato è il seguente: 
 
ENI OROSEI
UTA TIGINO TIATUNEI
EREKAIAS TO LUGUEI
ARAIANOM KOMEIMU
ENI OROSEI EKUOISUIKUE
OKRIS OLOKAS TOGIAS SISTAT LUGUEI TIASO
TOGIAS

Traduzione: 
 
Ad Orosis e nei dintorni del fiume Tigino, dedichiamo i campi a Lugus.
Ad Orosis ed Equeiso le colline, gli orti e le case sono dedicate a Lugus.

 
Il celtiberico LUGUEI "a Lugus" è un tipico dativo. In un'iscrizione latina a Osma è attestato il dativo plurale LUGOVIBUS. La corrispondente forma celtica di dativo plurale è attestata come LUCUBO o LUCOBO in iscrizioni trovate in Galizia e a Nîmes.    

Lugus in Britannia 

Nella toponomastica britannica spicca il nome di una città, Luguvalium (*LUGU-UALION), che deriva da un antroponimo *LUGU-UALOS "Potente di Lugus". In gallese moderno è chiamata Caer Liwelydd (caer significa "città, mentre Liwelydd è l'esito regolare del toponimo britannico), scritto anche Caerliwelydd. In inglese è chiamata Carlisle.
 
Lugus ha dato in gallese medio il nome dell'eroe Lleu Llaw Gyffes. La naturale evoluzione del teonimo Lugus è Lleu, mentre l'epiteto Llaw Gyffes significa "Mano Abile". La sua figura compare nei Quattro Rami del Mabinogion. Il vocabolo gallese lleu significa "luce, splendore". Con l'aggiunta di un suffisso -ad si ha lleuad "luna". Il derivato gallese medio goleu (gallese moderno golau) significa "splendente; biondo, chiaro di capelli" e deriva da *UOLUGUS, formato da *UO- "sotto" e da *LUGUS "luce, splendore". Esistono forme affini in altre lingue discendenti dall'antico britannico: cornico golow "luce" e bretone gouloù "luce".
 
Lugus in Irlanda 
 
L'esito del teonimo Lugus in antico irlandese è Lug, scritto anche Lugh, Lúg, . La sua memoria è durata ben oltre l'arrivo del Cristianesimo, portato sull'Isola Verde da San Patrizio. Questi sono gli epiteti attribuiti alla divinità in questione: 
 
Lámfada "Mano Lunga"
Ildánach "Esperto in molte Arti"
Samildánach "Egualmente esperto in tutte le Arti"
Lonnansclech "Immutabilmente feroce"
Lonnbéimnech "Feroce Colpitore"
Macnia "Giovane Guerriero"
Conmac "Figlio del Cane" 

I due epiteti irlandesi formati con l'aggettivo lonn "feroce" (< *LONDOS) ci permettono di capire che il nome della città di Londra, Londinium (*LONDINION) è derivato da un antico epiteto britannico di Lugus (*LONDINIOS, ossia "Il Feroce"). 

Declinazione di Lug e protoforme: 

nominativo: Lug (< *LUGUS
vocativo: Lug (< *LUGU)
accusativo: Lug n- (< *LUGUN)
genitivo: Logo, Loga (< *LUGOUS
dativo: Lug (< *LUGOU

L'antroponimo Lugaid, molto diffuso nell'Irlanda medievale (irlandese moderno Lughaidh), ne è un chiaro derivato; il significato originale era "Che onora Lugus", "Servitore di Lugus". Questa è la declinazione, con le rispettive protoforme: 

nominativo: Lugaid (< *LUGU-DEKS)
vocativo: Lugaid (< *LUGU-DEKS)
accusativo: Luigdig n- (< *LUGU-DEKIN)
genitivo: Luigdech (< *LUGU-DEKOS)
dativo: Luigdig (< *LUGU-DEKĪ)
 
Questo è il testo in antico irlandese sull'arrivo di Lúg a Tara (Temair), tratto dal testo mitologico La seconda battaglia di Mag Tuired (Cath Dédenach Maige Tuired), opera la cui complessità è paragonabile a quella dell'Iliade: 
 
Atbertatar risin dorsaid ara n-indised a Temruich a tiachtai. Atbert in dorsaid: "Cia fil and?"

"Fil sunn Luch Lonnandsclech mac Ciein meic Diencecht & Ethne ingine Baloir: dalta siden Taillne ingine Magmoir ri Espáine & Echdach Gairuh meic Duach."

Rofiarfaig ion dorsaid do t-Samhilldanuch: "Cia dan frisa ngneie?" al sei, "ar ni teid nech cin dan i Temruig."

"Dene mo athcomarc", ol se: "am saer." Friscort an dorsaid: "Nit-regaim i leas. Ata saer lenn cenu .i. Luchtai mac Luachadhae."

Atpert-sum: "Atum-athcomairc, a dorrsoid: am gobhae." Frisgart ion dorsaid dou: "Ata gobae liond cenai .i. Colum Cuaolléinech teorae nua-gres." 

Atpert-som: "Atom-athcomairc, am trénfer." Friscart in dorsaid: "Nid-regoim a les: ata tréinfer lend cenu .i. Oghmae mac Ethlend."

Atbert-sum diridesi: "Atom-athcomairc" ar se: "am crutiri". "Nit-regaim a les: ata crutiri lenn cenai .i. Auhcan mac Bicelmois aran-utgatar fir tri ndea i sidoib."

Atpert-sum: "Atom-athcomairc: am níadh." Friscart an dorrsoidh: "Nit-regam e les. Ata níad lion chenu .i. Bresal Echarlam mac Echach Baethlaim."

Atbert-sum iarum: "Adum-athcomairc, a dorsaid, am file & am senchaid." "Nid-regam i les: ata file & senchaid cenai lenn .i. En mac Ethomain."

Atbert-sum: "Atom-athcomairc", ol se, "im corrguinech". "Nit recom e les: Ataut corrguinigh lionn cheno: at imdou ar ndruith & ar lucht cumhachtai."

Atbert-som: "Atom-athcomairc, am liaich."

"Nit-regam a les: Ata Dien-cecht do liaigh lenn."

"Atom-athcomairc", al sé, "am deogbore." "Nit-regom a les: atat deogbaire linn cenau .i. Delt & Drucht & Daithe, Taei & Talom & Trog, Glei & Glan & Glési."

Atbert: "Atom-athcomairc: am cert maith". "Nít-regom e les: ata cert lind cenu .i. Credne cerd."

Atbert-som aitherrach: "Abair frisind rig", ol se, "an fil les oeinfer codogabai ina danu-sae ule, & ma ata les ni tocus-sa in Temraig."

Luid in dorsaid isin rigtech iar sudiu con-eicid dond riogh ulei. "Tanaic oclaech iondoras lis", al se, "Samilldánach, & na huili dano arufognot det muntir-si atat les ule a oenor, conedh fer cacha danai ule ei."

 
Traduzione: 
 
Il guardiano chiese allora al Samildánach: "Quale arte pratichi? Nessuno, se non pratica almeno un'arte, può entrare in Tara." 

"Chiedimelo", disse, "io sono un artigiano". Il guardiano rispose: "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un artigiano, Luchta mac Lúachada."

Disse: "Chiedimelo, guardiano: io sono un fabbro." Il guardiano rispose: "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un fabbro, Colum Cúaléinech delle tre nuove tecniche." 

Disse: "Chiedimelo: io sono un campione." Il guardiano rispose: "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un campione, Ogma mac Ethlend." 

Disse allora: "Chiedimelo: io sono un arpista". "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un arpista, Abcán mac Bicelmois, che gli Uomini dei Tre Dèi trovarono nel tumulo." 

Disse: "Chiedimelo: io sono un guerriero". Il guardiano rispose: "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un guerriero, Bresal Etarlám mac Echdach Báethláim." 

Disse allora: "Chiedimelo: io sono un poeta e uno storico". "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un poeta e storico, Én mac Ethamain." 

Disse: "Chiedimelo: io sono uno stregone". "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già degli stregoni. Tra noi sono numerosi i druidi e gli uomini di potere." 

Disse: "Chiedimelo: io sono un medico". "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo Dían Cécht come medico." 

"Chiedimelo," disse. "Io sono un coppiere". "Non abbiamo bisogno di te. Noi abbiamo già dei coppieri: Delt e Drúcht e Daithe, Tae e Talom e Trog, Glé e Glan e Glésse." 

Disse: "Chiedimelo: io sono un artigiano del bronzo". "Non abbiamo bisogno di te. Abbiamo già un artigiano del bronzo, Crédne Cerd." 

Disse: "Chiedi al re se ha già un uomo che possiede tutte queste arti: se lo ha, io non entrerò in Tara." 

Allora il portiere entrò nel salone e disse ogni cosa al re. "Un guerriero è venuto alla tua corte", disse, "chiamato Samildánach; e tutte le arti che aiutano il tuo popolo, lui le pratica, cosicché egli è l'uomo di ciascuna e di tutte le arti." 

Qualche lettore forse si domanderà come mai la lingua di questo testo sia così diversa nell'aspetto dalla lingua della canzone degli Eluveitie. A questa domanda si può rispondere con certezza: la lingua gallica in cui è scritto il testo della canzone è molto vicina al protoceltico, mentre l'antico irlandese ha subìto nel corso dei secoli una forte evoluzione, arrivando a perdere in media una sillaba su due per usura fonetica. Se confrontiamo un testo in latino di Giulio Cesare con un testo in milanese di Carlo Porta, possiamo avere un'idea molto vaga e approssimativa di cos'è successo. Vaga e approssimativa, certo, perché il testo in antico irlandese conserva in gran parte la complessità morfologica delle fasi più antiche. Ciò è accaduto per un motivo semplice ma non banale. Nel latino volgare, poi evolutosi nelle lingue romanze, le consonanti nella coda delle parole tendevano ad usurarsi e a cadere, dando origine ad ambiguità e rendendo necessaria una riforma dell'intera morfologia. Nelle lingue celtiche invece i suoni nella coda delle parole si agglutinavano all'iniziale della parola seguente, dando origine a fenomeni di lenizione e di nasalizzazione. Sarà mia cura ricostruire il testo sopra riportato nella sua forma protoceltica. 
P.S. 
Non si deve assolutamente considerare Lugus "una latinizzazione di Lug": sarebbe come considerare il latino corvus "una latinizzazione dell'italiano corvo". La morfologia del gallico è simile a quella del latino a causa della comune eredità indoeuropea.   
 
Etimologia di Lugus 

L'etimologia del teonimo non è poi così chiara. Sicuramente la vocale tonica del teonimo era breve nelle lingue celtiche antiche: la pronuncia era /'lugus/. La vocale lunga che troviamo nell'antico irlandese Lúg, variante di Lug, è senza dubbio secondaria e sviluppatasi per compenso dalla precose caduta della consonante fricativa -g- /γ/. Dai glossari sappiamo che la parola lug nel linguaggio poetico aveva questi significati: 
 
1) guerriero, eroe; 
2) biondo; 
3) lince. 
 
Sappiamo che la lince è uno degli attributi di Lugus. Nella letteratura irlandese, si dice che i capelli della divinità erano di un intenso color giallo. 
 
In gallico doveva esistere la parola lugos "corvo", parimenti un termine poetico o druidico, documentata nello Pseudo-Plutarco all'accusativo λοῦγον (lougon), con la glossa greca κόρακα (kóraka). La vocale lunga è dovuta a problemi di adattamento alla fonetica del greco: all'epoca nella lingua ellenica esisteva soltanto il suono vocalico lungo /u:/, scritto col dittongo grafico ου. Questa parola lugos "corvo", riportata anche da Pokorny, è stata fatta derivare dal protoceltico *LUKOS "nero", nonostante il passaggio da /k/ a /g/ sia alquanto problematico. In irlandese antico esiste in ogni caso la parola loch "nero", che deriva proprio da *LUKOS. Stessa origine ha il gallese llwg "giallo scuro", sempre derivato da *LUKOS secondo una trafila assolutamente regolare. A mio avviso le protoforme *LUKOS e *LUGUS non sono tra loro imparentate.
 
Esiste poi la parola protoceltica *LUGRĀ "luna", ricostruita a partire dal gallese lloer "luna" (antico gallese loyr), analizzabile come formata a partire da una radice *lug- "lucente" con l'aggiunta di un suffisso -rā
 
Le radici indoeuropee proposte come origine del nome divino sono le seguenti: 
 
1) *leuk- "luce, splendore" 
2) *leug- "nero, scuro"; "palude"
3) *leug- "piegare, curvare" 
4) *leug'- "rompere" 
5) *leugh- "giurare" 
6) *lunk'- "lince"
 
In protoceltico non si ha la possibilità di un cambiamento di un'antica /k/ in una sonora /g/, il che fa dubitare molto di una connessione con *leuk- "luce, splendore" e con *lunk'- "lince". Tutta questa confusione di dati molteplici mi fa pensare che all'origine del nome divino Lugus ci sia una parola preceltica ma non necessariamente preindoeuropea, che ha subìto un complesso insieme di etimologie popolari. Non sarebbe un caso unico.    

Le origini di Odino 

Risulta evidente che la divinità germanica Wotan (protogermanico *Wōðanaz) altro non è che il celtico Lugus, di cui condivide molti attributi, compresa l'associazione con il corvo. Il suo culto deve essersi formato in Renania, zona in cui erano intensissimi i contatti tra i Germani e le popolazioni celtiche. Sappiamo che i Volci Tectosagi migrarono in Germania, dove ebbero una grande e splendida fama di guerrieri temutissimi. Queste cose sono state notate da Ludwig Rübekeil nel 2003, anche se già ci meditavo nel 1997. 
 
Conclusioni 

Se un celta dell'antichità fosse qui, riterrebbe nate dall'ingegno di Lugus anche molte arti che ai suoi tempi erano sconosciute, come ad esempio il cinema e la produzione di video musicali. Trovo la cosa divertente. 

giovedì 3 giugno 2021

 
EPONA 
 
Titolo originale: Epona 
Gruppo: Eluveitie
Album: Evocation II - Pantheon
Anno: 2017
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere:
Folk metal, Celtic metal 
Paese: Svizzera
Lingua: Gallico
Etichetta: Nuclear Blast 
Formato: CD
Formazione Eluveitie (2017):
    Fabienne Erni – voce, arpa celtica, mandola
    Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio, cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
    Rafael Salzmann – chitarra
    Jonas Wolf – chitarra
    Kay Brem – basso
    Alain Ackermann – batteria
    Matteo Sisti – cornamusa, flauto, fischio
    Nicole Ansperger – violino
    Michalina Malisz – ghironda
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link: 
 
Testo in gallico: 

EPONA

Mater mara rigani nertaca
Uxella uindape in louci riuri
Briga mara beretor in uaitei tuei
Uoretes silon tuon con deruolami

Benoulati epon ueidonti marcacon
Gutus nertomaros tuos radit
In surpritiia biuotutos
Matrona uxella
Breccata con marii roudoblatouon

Mater mater mater deiua
Mater mater uoretontipe
Mater Benoulati epon
Mater mater rigani reidonti

Delua uer arescarus marcotegeson salacon
Anuides touetont
Dalli supritiii biuotutos
Ne appisiiont caiciiin
Mariias gdoniiodiias

Mater mater mater deiua
Mater mater uoretontipe
Mater Benoulati epon
Mater mater rigani reidonti

Testo in inglese (dal sito): 
 
EPONA
[Goddess of horses, fertility and nature]

Great mother, mighty queen
Noble and shining in the light of Riuros
Great might is borne in your blood
With firm hand you help your offspring

Mistress of horses, leader of horsemen
Your strong voice speaks in the beauty of life
August mother goddess
Adorned by the magnificence of roses

Mother, mother, mother, goddess
Mother, mother, and helper
Mother, mistress of horses,
Mother, mother, riding queen

?Figure on the walls of sickening stables?
Quoth the ignorant
Blind to the beauty of life
They do not see the vanity
Of manmade pomp

Mother, mother, mother, goddess
Mother, mother, and helper
Mother, mistress of horses,
Mother, mother, riding queen 

Traduzione in italiano: 
 
Grande madre, possente regina
Nobile e brillante alla luce di Riuros
Un grande potere è nato nel tuo sangue
Con mano ferma aiuti la tua prole

Padrona di cavalli, leader dei cavalieri
la tua voce forte parla nella bellezza della vita
Madre divina augusta
ornata dalla magnificenza delle rose

Madre, madre, madre, dea
Madre e aiutante
Madre, signora di cavalli,
Madre, madre, regina a cavallo

"Figura sul muro di stalle nauseanti",
dissero gli ignoranti ciechi alla bellezza della vita
Non vedono la vanità
dello sfarzo creato dalle mani dell'uomo

Madre, madre, madre, dea
Madre e aiutante
Madre, signora di cavalli,
Madre, madre, regina a cavallo

Madre, madre, madre, dea
Madre e aiutante
Madre, signora di cavalli,
Madre, madre, regina a cavallo 
 
Note:
Ho preso una traduzione in italiano presente nel Web e ho notato che conteneva degli errori, perché fatta da un traduttore inesperto a partire dalla traduzione in inglese. Così ho visto subito che la locuzione gallica Matrona uxella "Madre divina augusta", tradotta giustamente in inglese con "August mother goddess", dove august è l'aggettivo "augusta", è tradotta in modo assurdo nella versione in italiano come "Dea, madre di Agosto"! Ho corretto l'aberrazione.
 
Recensione: 
Bellissimo e commovente! Ho tenuto sul tavolo lo smartphone facendo andare a tutto volume il video di questa canzone durante le mie libagioni di idromele. L'ho ascoltato fino allo sfinimento in più di un'occasione. Si può dire che con la loro opera gli Eluveitie hanno fatto rivivere la lingua gallica, seppur in modo isolato ed effimero (non sono più così ingenuo da farmi illusioni sulle possibilità di eternare ciò che è estinto). Duole notare che il pubblico non se ne è nemmeno accorto. Questo perché qualsiasi cosa gli artisti cantino, non viene recepita; peggio ancora, non desta curiosità alcuna. Nelle sequenze del video vediamo un'imboscata e una battaglia. All'inizio sembra che a subire l'attacco siano legionari romani; presto però notiamo che l'armamento e gli indumenti indossati erano diversi. Si notano cotte di maglie, brache, elmi peculiari. Ne deduciamo che lo scontro sia tra due tribù celtiche. A un certo punto un guerriero colpito a morte si rialza quando ha un'apparizione di Epona, che ha l'aspetto di una giovane di una bellezza sconvolgente, dai capelli rossi come il fuoco e dalla veste candida. 
 
Il problema della musica celtica 
 
Nello splendido video, nel bel mezzo della battaglia, vediamo il gruppo comparire come per incanto e suonare i suoi strumenti. La cantante è fulva e bellissima. L'esecuzione è eccellente, tuttavia non dobbiamo dimenticare che gli strumenti sono anacronistici, che non esistevano all'epoca in cui le genti della Celtica combattevano, prima che si imponesse la Pax Romana. Sono stati fatti studi sugli strumenti musicali dei Celti dell'Età del Ferro, anche basandosi su reperti e raffigurazioni in manufatti. Non sono riuscito a reperire risultati convincenti. Va detto che la musicologia è molto più ardua della linguistica.  

Glossario gallico: 

anuides "ignoranti" (lett. "coloro che non conoscono")
benoulati epon "signora dei cavalli": 
   benoulati "signora" 
   epon "dei cavalli" (genitivo plurale) 
beretor "è portato" (verbo passivo)
biuotutos "della vita" (genitivo) 
briga mara "forza grande": 
   briga /'bri:ga:/ "forza" 
   mara /'ma:ra:/ "grande"  
caiciiin "vanità" (lett. "cecità, vuoto")  
con deruolami "con mano forte" 
   con "con" (preposizione + dativo) 
   deruolami "alla mano forte" (lett. "alla mano di quercia") 
con marii roudoblatouon "con la magnificenza delle rose": 
   con "con" (preposizione + dativo) 
   marii "magnificenza, grandezza" (dativo) 
   roudoblatouon "delle rose" (genitivo, lett. "dei fiori rossi") 
dalli supritiii "ciechi alla bellezza" 
delua "figura, simulacro"
gutus nertomaros "voce potente": 
   gutus "voce" 
   nertomaros "dalla grande forza, potente" 
in louci Riuri "nella luce del mese di Riuros": 
   in louci "nella luce" (locativo) 
   Riuri /'ri:uri:/ "del Mese Freddo" (genitivo)  
in supritiia "nella bellezza"  
in uaitei tuei "nel tuo sangue" 
marcotegeson salacon "delle stalle nauseanti": 
   marcotegeson "delle stalle" (genitivo) 
   salacon "nauseanti, ripugnanti" (genitivo) 
mariias gdoniiodiias "dello sfarzo creato dalle mani dell'uomo" 
   mariias "della grandezza" (genitivo)
   gdoniiodiias "di ciò che è fatto dall'uomo" (genitivo)
mater deiua "madre dea": 
   mater "madre" (vocativo) 
   deiua "dea" (vocativo) 
mater mara "grande madre": 
   mater "madre" (vocativo) 
   mara "grande" (femminile)  
mater uoretontipe "e madre soccorritrice" 
   mater "madre" (vocativo)
   uoretonti "soccorritrice" 
   -pe "e" (congiunzione enclitica) 
matrona /'ma:trona:/ "grande madre, Signora"
ne appisiiont "non vedono": 
   ne "non" 
   appisiiont "vedono"   
radit "parla"
rigani nertaca "regina potente": 
   rigani "regina" 
   nertaca "forte, potente" 
rigani reidonti "regina cavalcante" 
   rigani "regina" 
   reidonti "cavalcante" (participio presente femminile) 
silon tuon "la tua progenie" 
touetont "essi dicono" 
tuos "tuo" (meglio sarebbe toue, anteposto) 
ueidonti marcacon "guida dei cavalieri" 
uer arescarus "sulle pareti": 
   uer "su, sopra" (preposizione + accusativo) 
   arescarus "pareti" (accusativo)
uoretes "voi aiutate"
uxella uindape "nobile e splendente":
   uxella "alta, nobile"
   uinda "bianca, splendente" 
   -pe "e" (congiunzione enclitica) 
 
Commenti: 
 
Il testo contiene numerosi arcaismi. Tra questi notiamo la conservazione dell'antico dittongo -ei- (es. deiua, reidonti, ueidonti) e la congiunzione enclitica -pe (< *-kwe), al posto della forma più comune -c (< *-kwe). La congiunzione -pe è ben attestata in leponzio. 
In netto contrasto con il dittongo -ei- preservato, vediamo che il dittongo -ou- è ridotto a -u- in uxella "alta, nobile" (meglio sarebbe scrivere ouxella) - anche se si conserva in roudoblatouon "delle rose". La riduzione di -ou- in -o- o in -u- è molto documentata nell'antroponimia. 
Si nota la forma vocativa mater /'ma:ter/, che è assolutamente ineccepibile, essendo il nominativo matir /'ma:ti:r/ "madre". Il derivato matrona /'ma:trona:/ "madre divina" ha la penultima sillaba breve e atona, a differenza del latino matrona /ma:'tro:na/, con la penultima sillaba lunga e tonica. Queste notevoli somiglianze tra il gallico e il latino sono il frutto della comune eredità indoeuropea. 
La parola briga /'bri:ga:/ "forza" ha la vocale tonica lunga e non deve essere confusa con il quasi omofono briga /'briga:/ "città", che ha la vocale tonica breve (compare spesso in toponimi come secondo elemento di composti, es. Augustobriga "Città di Augusto"). 
Il gruppo consonantico *dw- del protoceltico si semplifica quasi sempre in d- nelle lingue storiche, così si ha dalli "ciechi". 
La parola uaitos "sangue", di cui nel testo è presente il locativo uaitei "nel sangue", è un termine tabuistico che è sopravvissuto nel gallese gwaed "sangue", bretone gwad, cornico goes.   
Siamo di fronte a reliquie preziosissime. 
 
Etimologia di Epona 
 
Il nome della Dea Epona è presto spiegato: deriva dalla parola gallica epos "cavallo", che è un'ottima eredità indoeuropea, corrispondente al latino equus e al greco hippos. Il suffisso di Epona, che è lo stesso di matrona "madre divina" (vedi sopra) aveva vocale breve. La pronuncia era /'epona/, con l'accento sulla prima sillaba.  
La Dea Epona è la Signora dei Cavalli e più in generale di tutti gli equini, inclusi asini e muli, adorata in quanto dispensatrice di doni e di fertilità. Suoi attributi sono la cornucopia, la pàtera, le spighe di grano e i puledri. Il culto di Epona ha una particolarità unica: fu adottato dai Romani e dalla Gallia Transalpina si diffuse in tutto l'Impero, mentre altre divinità celtiche rimasero venerate in contesti locali.   
 
Considerazioni sulla "bellezza della Vita"  
 
Anche se il video ritrae un'ambientazione anteriore alla guerra gallica o ad essa contemporanea, mi sembra chiaro che il riferimento agli ignoranti che non vedono la vanità della pompa umana sia rivolto ai Cristiani. Questo testo sembra provenire direttamente dall'epoca gallo-romana ed è prezioso come se fosse stato ritrovato inciso sul marmo o sul bronzo. Per quanto riguarda la bellezza della Vita, per i Celti era composta da cose ben lontane dalla moderna sensibilità New Age percolante tra le genti. La bellezza della Vita era fatta di sbornie colossali, uccisioni, battaglie, caccia ai crani, sesso anale anche violento, sacrifici anche umani con vittime bruciate vive. Tra diversi popoli, compresi gli Elvezi, era diffuso il cannibalismo. Il rinvenimento di ossa umane con evidenti segni di macellazione non deve destare grande stupore. Nell'Aremorica sono stati addirittura scoperti resti che documentano la produzione di salumi di carne umana e l'esistenza di servi allevati appositamente per fornire cibo, come se fossero maiali. Mi rendo conto che per le genti odierne tutto ciò è di un'atrocità spaventosa. Grande è l'interesse che nutro per questo mondo scomparso, dove non si viveva molto a lungo, però non c'erano medici impegnati nel tentativo di vietare tutto ciò che è piacevole. I medici non erano come quelli dei nostri giorni: non avevano interesse a escogitare il modo di regalare a tutti venti o trent'anni in più da passare in ospedali e gerontocomi, macerati nei pannoloni pieni di merda!

martedì 1 giugno 2021

 
OMNOS 
 
Titolo originale: Omnos 
Gruppo: Eluveitie 
Album: Evocation I - The Archane Dominion
Anno: 2009 
Genere: Heavy metal, musica celtica 
Sottogenere: Folk metal, Celtic metal
Paese: Svizzera
Lingua: Gallico
Etichetta: Nuclear Blast
Formato: CD
Formazione Eluveitie (2009):
   Päde Kistler – cornamusa, flauto, fischio
   Merlin Sutter – batteria
   Siméon Koch – chitarra
   Chrigel Glanzmann – voce, mandolino, flauto traverso, 
        fischio, cornamusa, gaita, chitarra acustica, bodhràn
   Meri Tadic – violino, voce
   Kay Brem – basso
   Ivo Henzi – chitarra
   Anna Murphy – ghironda, voce
Etimologia del nome del gruppo: dall'antroponimo etrusco Eluveitie, adattamento del nome celtico degli Elvezi. 
Link: 
 
Testo in gallico: 
 
OMNOS

Immi daga uimpi geneta,
lana beððos et' iouintutos.
Blatus ceti, cantla carami.
Aia gnata uimpi iouinca,
pid in cete tu toue suoine,
pid uregisi peli doniobi?
Aia gnata uimpi iouinca,
pid in cete tu toue suoine

Aia mape coime, adrete!
In blatugabagli uorete,
cante snon celiIui in cete!

Vrit- me lindos dubnon -piseti
Vrit- me lindos dubnon -piseti 
Vrit- me lindos dubnon -piseti
 
N'immi mapos, immi drucocu.
In cetobi selgin agumi,
selgin blatos tou' iouintutos.
Nu, uoregon, cu, uorigamos,
lamman, cu, suuercin lingamos,
indui uelui cantla canamos!
N'immi mapos, immi drucocu.
In cetobi selgin agumi,

Ne moi iantus gnaton uorega,
iantus drucocunos uoregon,
cante toi in medie cete.

Vrit- me lindos dubnon -piseti
Vrit- me lindos dubnon -piseti 
Vrit- me lindos dubnon -piseti

Cu allate, papon sod urege,
eððiIo de iantu in cridie.
VediIumi: cante moi uosta!

Ne, a gnata, cante t' usstami,
ne uostami, ne te carami.
Ne carami, nec carasumi.

Boua daga uimpi geneta.
Immi trouga, lana nariIas.

Vrit- me lindos dubnon -piseti.
Vrit- me lindos dubnon -piseti. 
 
Testo in inglese: 
 
FEAR

I am a fair, pretty girl
Full of virtue and youthfulness
The forest's flowers and songs I love
Hey, pretty young girl
What are you doing in the forest alone
So far from all beings?
  Hey, pretty young girl
  What are you doing in the forest alone?

Hey, handsome boy, come here!
Let us pick some flowers
in this forest together!

Now only the deep pond awaits me 
Now only the deep pond awaits me 
Now only the deep pond awaits me
 
  I am not a boy, I am the bad wolf
  In the woods I hunt
  Hunt for the flower of your youth
Well, wolf, let us play a game
Let us dance a joyful dance
Let us sing decent songs!
  I am not a boy, I am the bad wolf
  In the woods I hunt

  I don't like children's games
  I like playing sinister wolf games
  In the depths of the forest, with you

Now only the deep pond awaits me 
Now only the deep pond awaits me 
Now only the deep pond awaits me
 
Wild wolf, do whatever your heart longs for
But I beg you: Stay with me!
  No, girl, I'm not staying with you and don't love you!
  Never loved you! 

I was a fair and pretty girl 
Now I'm poor and overcome with shame
 
Now only the deep pond awaits me 
Now only the deep pond awaits me

Traduzione in italiano:
 
PAURA 
 
Sono una pura, bella ragazza,
Piena di virtù e giovinezza.
I fiori della foresta e le canzoni io amo.
  Ehi, giovane bella ragazza,
  Cosa fai nella foresta da sola,
  Così lontana da tutte le creature? 

Ehi, gentile ragazzo, avvicinati!
Raccogliamo dei fiori  
Insieme in questa foresta!
 
  Non sono un ragazzo, sono il lupo cattivo.
  Nei boschi io vado a caccia,
  Vado a caccia del fiore della tua gioventù.
Allora, lupo, giochiamo ad un gioco, 
Danziamo un ballo gioioso,
Cantiamo buone canzoni!
  Non mi piacciono i giochi da bambini,
  Mi piacciono i sinistri giochi da lupo
  Nelle profondità delle foreste, con te.
Lupo selvaggio, fa ciò che il tuo cuore desidera,
Ma ti supplico: Resta con me!
  No, ragazza, non mi fermerò con te 
  Non starò con te e non ti amo.
  Non ti ho mai amata.
 
Ero una pura e bella ragazza.
Ora sono povera e coperta di vergogna. 

Ora solo il profondo stagno mi attende 
Ora solo il profondo stagno mi attende. 
 
Spiegazione: 
La canzone è un dialogo tra una giovane fanciulla e un lupo in forma umana, che ha l'aspetto di un ragazzo prestante. Lei è molto ingenua, vorrebbe giocare con lui, cantando e raccogliendo fiori. Lui è un predatore sessuale: vorrebbe condurla nelle profondità del bosco per abusare di lei - e forse anche ucciderla. Quando lei gli dice di fare ciò che desidera, lui è preso da un moto di avversione e rinuncia di colpo ai suoi infami propositi. I pedofili sono sempre esistiti nel genere umano. All'epoca però non si usavano parole artificiose per definirli. Per i Celti un predatore sessuale era semplicemente un lupo (cu o drucocu nel testo in gallico delgli Eluveitie).   
 
Recensione:  
Grandissimo è il mio entusiasmo nei confronti degli Eluveitie per la loro meritoria opera filologica. Ricostruire poesie in gallico e cantarle è un'impresa notevole. La lingua si basa su attestazioni in iscrizioni di epoca imperiale, soprattutto defixiones su lamine di piombo, che documentano come si parlava nelle Gallie e che hanno molto migliorato la nostra conoscenza sull'argomento. Oltre a parole attestate, si notano parole ricostruite a partire dalle lingue celtiche medievali, in particolare dall'antico irlandese. Tutto questo sforzo, di grande valore scientifico, sfugge ovviamente ai metallari. Leggo nel Web recensioni non proprio positive su questo brano, ma non me ne curo affatto. Non mi interessa se una canzone rientra o non rientra nei canoni di qualche comunità di stupidissimi snob tutti presi dall'adorazione di qualche feticcio tecnico. Basta che ci sia qualcosa di melodico, ed ecco che si scatenano branchi di fiere rabbiose. Le recensioni tecniche fanno soltanto danno all'Arte. Sarebbe ora di abolirle. 
P.S. 
La bambina che compare nel video in vesti bianche e viola somiglia in modo impressionante a Greta Thunberg! Tiene in una gabbia bianca un giovane falco pellegrino e a un certo punto lo libera. 

Il problema della musica celtica 

Le lingue sono documentate tramite la scrittura. Per quanto riguarda la musica, il discorso è molto diverso: se non c'è alcuna notazione in grado di trascriverla, è perduta per sempre. Non lascia traccia, non si fossilizza. La musica degli antichi Celti non può essere al momento ricostruita, a meno che non siano fatte nuove scoperte, anche se ci sono stati alcuni tentativi. Quella che per convenzione conosciamo come musica celtica è qualcosa di molto più recente: si è formata nel XVII secolo. Il più antico brano attestato è la marcia di Brian Boru, che risale all'Irlanda del X secolo, pur avendo subìto qualche rimaneggiamento nel XIII secolo (Fonte: Tuatha Dé Danann, 1997). Nella melodia sono già presenti tutte le caratteristiche della musica celtica che conosciamo. Resta il fatto che non è detto che esistesse un unico prototipo antico per tutti i Celti europei. Il problema è ben lungi dall'essere risolto.   

Glossario gallico: 
 
adrete "avvicinati" (imperativo, lett. "corri verso")
beððos "di virtù" (genitivo) 
blatos "del fiore" (genitivo)
blatus ceti "fiori del bosco": 
    blatus "fiori" (accusativo) 
    ceti "del bosco" (genitivo) 
boua "io ero" 
cante moi uosta "resta con me" 
cante toi "con te" 
cantla "canzoni" (neutro plurale) 
cantla canamos "cantiamo canzoni" 
carami "io amo" 
coime "bello, carino" (vocativo) 
cu "cane; lupo" 
cu allate "lupo selvaggio" (vocativo) 
daga "buona" (femminile)
drucocu "lupo" (lett. "cane cattivo") 
drucocunos uoregon "gioco del lupo": 
    drucocunos "del lupo" (genitivo) 
    uoregon "gioco"  
eððiIo de iantu in cridie "che è dal desiderio nel cuore": 
    eððiIo "che è" (-I- sta per -ii-: eððiiio
    de iantu "dal desiderio" 
    in cridie "nel cuore"  
et' "e" (abbreviazione di etic)
geneta "ragazza" 
gnata "ragazza", 
   a gnata "o ragazza" (vocativo) 
gnaton uorega "giochi dei bambini": 
   gnaton "dei bambini" (genitivo plurale)
   uorega "giochi" (neutro plurale)
immi "io sono", 
   n'immi "non sono"  
in blatugabagli "nel cogliere i fiori" 
in cetobi "nei boschi" 
in medie cete "dentro al bosco"  
iouinca "giovane" (femminile)
iouintutos "di gioventù" (genitivo)
   tou' iouintutos "della tua gioventù" 
lamman "salto" 
lana nariIas "piena di vergogna", 
    lana "piena" (femminile) 
    nariIas "di vergogna" (genitivo, -I- sta per -ii-: nariiias)   
lindos dubnon "stagno profondo": 
   lindos "stagno" (neutro) 
   dubnon "profondo" 
lingamos "saltiamo", "danziamo"  
mapos "ragazzo": 
   mape "o ragazzo" (vocativo) 
ne, gnata, cante t' usstami "non resto con te, ragazza" 
   usstami "io resto" 
ne te carami "io non ti amo",
ne carami, nec carasumi "non amo e non amerò"
   ne "non" 
   nec "e non" 
   carami "io amo" 
   carasumi "amerò" 
   te "te, ti" (accusativo) 
ne moi iantus "non mi piace": 
   ne "non" 
   moi "a me, mi" (dativo) 
   iantus "desiderio, libidine"
nu "ora" 
omnos "paura"  
papon sod urege "fa' tutto ciò" 
   papon "tutto" (neutro) 
   sod "questo, ciò" 
   urege "fa'" (imperativo)    
peli doniobi "lontano dagli esseri umani" 
   peli "lontano" 
   doniobi "agli esseri umani" (dativo) 
pid "che cosa" 
pid uregisi "cosa fai"   
selgin agumi "vado a caccia": 
   selgin "caccia" (accusativo, moto a luogo)
   agumi "io vado"
trouga "povera" (femminile) 
tu toue suoine "tu da sola"
uimpi "bella" (femminile) 
uorete "accorri" (imperativo, lett. "soccorri")
uorigamos "giochiamo" 
uostami "io resto" 
   ne uostami "io non resto" 
vediIumi "io chiedo" (-I- sta per -ii-: vediiiumi)  
vrit- me ... - piseti "mi aspetta" 
   vrit- "contro, verso" 
   me "me" 
   piseti "vede"

Alcune forme problematiche: 
 
Dovrebbe dirsi canomos anziché canamos. In latino diremmo che la coniugazione è la terza, non la prima. La forma verbale è stata ricostruita a partire dall'irlandese, in cui si ha canaid "egli canta" (< *kana:ti) mentre ci attenderemmo *cainid (< *kaneti). 
Osserviamo la conservazione del gruppo consonantico -st-, in genere risolto in -ðð-, ad esempio in uostami "io resto". Questo può essere considerata un arcaismo. 
Restano al momento difficilmente spiegabili alcune parole e locuzioni, che non ho quindi incluso nel glossario: suuercin e indui uelui.
Va detto in ogni caso che nelle Gallie non regnava un'assoluta compattezza linguistica: c'era una varietà considerevole. 

La posizione dell'accento:
 
Nella lingua gallica dovevano esistere due tipi di accentazione. Nel primo schema, tipico della lingua più colta, l'accento cadeva sulla terzultima sillaba indipendentemente dalla quantità della penultima sillaba (a differenza del latino) e con l'approssimante -i- che fa quasi sempre posizione: 

carásumi "amerò" 
drúcocu "lupo" 
drucócunos "del lupo" 
uóregon "gioco" 
águmi "io vado" 
 
Nel secondo schema, tipico della lingua più popolare, l'accento cadeva come in latino sulla penultima sillaba se lunga, sulla terzultima se la penultima era breve (a parte alcune eccezioni). Avremo modo di approfondire meglio questi argomenti in altra sede. 
La posizione dell'accento in questa canzone cade invece secondo le necessità del ritmo e tende ad essere sull'ultima sillaba: 
 
mapós "ragazzo" anziché mápos
immí "io sono" anziché ímmi  
drucocú "lupo" anziché drúcocu
vrit - me ... pisetí "mi attende" anziché vrit- me ... píseti  

Nelle lingue celtiche antiche esisteva la distinzione fonemica tra vocali brevi e vocali lunghe. Quindi esisteva l'alternanza tra sillabe brevi e sillabe lunghe, esattamente come in latino e in greco. Si ha però ragione di credere che il verso poetico fosse fondato sull'allitterazione, come tra i Germani. Riporto nel seguito alcuni esempi di parole con la quantità vocalica ricostruita: 
 
agūmī /'agu:mi:/ "io vado" 
blātōs /'bla:to:s/ "del fiore" (genitivo) 
blātūs /'bla:tu:s/ "fiori" (accusativo) 
carāsūmī /ka'ra:su:mi:/ "io amerò"
/ku:/ "cane; lupo" 
dagā /'daga:/ "buona" 
drucocū /'drukoku:/ "lupo" 
drucocunos /dru'kokunos/ "del lupo" (genitivo) 
eððiIo /'eθθijo/ "che è" 
gnāton /'gna:ton/ "dei bambini, dei figli" (genitivo) 
iouincā /'jowinka:/ "giovane" (femminile) 
iouintūtos /jo'wintu:tos/ "della gioventù" (genitivo) 
mapos /'mapos/ "ragazzo"
uimpī /'wimpi:/ "bella"  

Le impressioni dei latinisti 

Di fronte ad alcune frasi in gallico da me riportate, l'amico Bruno V. vi notò giustamente notevoli assonanze con le lingue classiche. Gli ho quindi detto che questo si deve alla comune eredità indoeuropea. In altre parole, il gallico dovrebbe essere ritenuta una lingua classica come il latino e il greco. I latinisti hanno l'impressione strana che qualcosa sfugga loro: non sono in grado di comprendere il testo, che pure è loro familiare. Comprendo bene questo stato d'animo.